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MEM OI\IE 01\IGINALI

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ANXù III. ì\. 13. Toruxo, I" Agosto 1907.

f\1 \/I~lrl\ A A A A A A A

DI INGEGNEF\IA 5ANiiAF\IA

Continuazione: L'INGEGNERE IGIENISTA - Anno VII.

E

riservata la proprietà letteraria ed artistica degli articoli e diseglli pubblicati 11e!la RIVISTA DI IKGEG)IERIA SANITARIA.

MEM OI\IE 01\IGINALI

TUBI DI CE\IENTO AR:\IATO

PER CO.:\fDOTTE DI FOGNATURA CITTADINA.

La fognatura ciitadina, sia essa a canalizzazione unica od a canalizzazione separata, richiede l'impiego eli tubi. Sono poche le città che, come Parigi, si permettano il lusso eli canali praticabili anche per le estreme dira- mazioni della rete; e questo lusso è, a parer mio, piut- tosto un difetto che un pregio delle reti

così costituite, non foss'altro perchè si vengono a formare in sottosuolo vasti ambienti nei quali necessariamente, per la mancanza d'acqua continua e per la scarsità di quella impiegata nelle inter- mittenti lavature, la pulizia è imperfetta e l'aria conseguentemente viziata.

::\elle fognature a sistema separato, l' impiego dei tubi è quasi esclusivo, e soltanto per i maggiori collettori eli una grande città può qualche volta essere necessario un canale di dimensioni tali da essere praticabile. Anche nelle fogna- ture a sistema unico è opportuno l'uso esteso delle tubazioni; difatti coi metodi perfezionati attualmente in uso per la pulizia dei condotti tubolari e, dato un sufficiente numero di camerette d'ispe- zione, non vi è ragione eli temere l'impiego di condotti eli piccolo dia-

metro. Naturalmente clevonsi prendere tutte le maggiori precauzioni contro l'introduzione eli materiali ingom- branti che potessero provenire dagli scarichi priYati, esigendo specialmente il sifone interruttore fra la con- dotta domestica e l'allacciamento stradale e prescrivendo per i tubi di scarico delle case diametri piccoli, per esempio, di I 5 centimetri.

:\1a anche se, nonostante tali precauzioni, avvengono

L'INGEGNERIA SANITARIA- Anno XVII.

ingombri, le tubazioni si possono liberare mediante appositi arnesi e ben raramente occorre la manomis- sione della strada e della tubazione per togliere questi intoppi.

Finalmente, nel caso più disgraziato è sempre possi- bile, con appositi arnesi, eli determinare con precisione il punto d'intoppo della condotta e riferirlo vertical- mente sulla strada, cosicchè la successi,·a manomissione del pavimento stradale ed il la,·oro d'escavo e di ripa- razione si possono fare con tutta sicurezza eli riuscita e !imitandoli allo stretto necessario.

Ciononostante, poichè nelle strade ristrette, con case vecchie a fondazioni eli altezza limitata, non è pru- denza l'aprire lunghi e profondi escavi in trincea, si

capisce come in qualche città che ha adottato il sistema eli fognatura doppia siasi preferito per strade ristrette e condotto profondo un canale praticabile acl un tubo, anche per le acque cloa•:ali, quantunque allo scopo del loro convogliamento fosse sufficiente un tubo di piccolo diametro, perchè il condotto praticabile era costruibile in galleria e il tubo no.

Quando le condizioni accennate non sussistano, per

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ragioni d'igiene e eli risparmio è evidentemente da preferirsi l'adozione d'una rete eli tubi e non eli canali praticabili per la condotta delle acque nere in una città a canalizzazione doppia.

Ho premesse queste considerazioni per affermare l'im- portanza tanto dal lato tecnico quanto dal lato finan- ziario degli studi che conducessero ad un sistema pra- tico ed economico di condotto tubolare per fognatura.

Oggi vi si impiegano generalmente tubi di grès o tubi di cemento; raramente tubi di ghisa.

I tubi di grès hanno su quelli di cemento il Yan- taggio di resistere maggiormente alle pressioni esterne ed interne a parità di spessori: a parità di resistenza il tubo di cemento è più pesante di quello eli grès.

Il tubo di grès è anche resistente all' azione degli acidi mentre il cemento non lo è affatto, quindi il grès è impiegabile nelle condotte dei quartieri industriali ed il cemento no. Il cemento poi non si presta alla costru- zione eli tubi a manicotto .:::he permettano, come nei tubi eli grès, una sicura congiunzione con treccia di canapa compressa tra la testa di un tubo e il bicchiere

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dell'altro v1cmo; tubi in cemento a manicotto nescJ- rebbero troppo massicci ed incomodi alla posa.

Le giunzioni dei tubi ordinari di cemento, foggiati nelle teste per un imbocco a maschio e femmina si fanno sempre male, specialmente se i tubi sono eli pic- -:olo diametro. La sigillatura interna non può eseguirsi

se non entrando l'operaio nel tubo; ciò che no11 può farsi, ed ancora con molto incomodo, se esso non ha ·•

almeno il diametro di 6o centimetri.

L'operazione diventa poi ancora più difficile, ed è impossibile la sua perfetta riuscita, quando deve com-. piersi in una stretta trincea. come ordinariamente avviene nelle anguste strade del nocciolo di vecchie città, e delle quali il sottosuolo è già ingombro da tante altre condotte di pubblici servizi.

Così fin dal principio la tenuta delle tubazioni di cemento è dubbia ed in seguito è quasi certa la non tenuta, perchè il pit'1 piccolo cedimento del suolo age- vola l'apertura dei giunti; ciò non avviene nelle tuba- zioni eli grès per quella certa elasticità che ai loro giunti deriva dall'impiego della treccia di canapa catra- mata e per quella resistenza del giunto che deriva dal pii1 adatto tipo d'imbocco.

Per tutte queste ragioni e per altre che pure hanno il loro peso nella scelta del sistema di tubazione, i condotti di grès Yengono preferiti a quelli eli cemento.

Eppure il tubo di cemento ha il pregio rispetto a quello di grès di costare assai meno; e questa diffe- renza di costo si fa sempre maggiore quanto più cresce il diametro del tubo: anzi, da noi in Italia, allo stato della nostra indutria ceramica, quando si tratta di tubi di grès eli diametro superiore a m. 0,30, non si ha una produzione perfezionata e si deve far ricorso alle fab- briche estere.

Ecco perchè, valendomi della espenenza acquistata in questo genere eli lavori, ho studiato un tipo di tubi di cemento che non presenti i difetti accennati e che ne permetta l'impiego in tutti i casi in cui accorrano tabazioni eli diametro maggiore di m. 0,30; va da sè che tale impiego non si fa che nelle strade nelle quali non si temono scarichi di acque industriali che possano sensibilmente intaccare il cemento.

Siccome ho impiegato con molto vantaggio questo speciale sistema di tubi nelle strade del centro di Milano e nei quartieri signorili, riscontrandone la pra- ticità anche dal lato costruttivo, così non esito a fare un cenno di questo tipo di tubazione, nella speranza che in qualche altra città possa tornare utile la sua applicazione.

Per ottenere dei tubi leggeri si è fatto ncorso al cemento armato; tra i due sistemi di armatura, l'uno a reticella metallica interna, e l'altro con tondinelle nel senso delle generatrici del cilindro e fili di colle- gamento in senso normale, il secondo ha dato migliori risultati; si sono costrutti tubi lunghi 2 m., del dia- metro di 6o centimetri e dello spessore di m. o,ozs e eli cui si è esperimentata la grande resistenza alla pres- sione; per rendere poi la superficie interna del tubo meno attaccabile dall'azione di liquidi o vapori acidi, essa venne spalmata con uno strato di catrame appli- cato a caldo mediante un pennello.

Questo tipo di tubi non comporta manicotto, nè climi-

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

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2o6 RIVISTA DI lNGEGNERIA SA ITARIA

funzione di spessore alle teste per imbocco a maschio e femmina, nè soluzioni di continuità nella parete per imbocchi laterali che ne diminuirebbero la resistenza;

sono cilindri cavi retti e non altro.

Acl unire due tubi vicini servono appositi pezzi a manicotto, di visi in cl ue parti: l 'inferiore che fa da sella o supporto, e la superiore che com p l eta la giUnziOne dei tubi e serve all'imbocco delle tubazioni di scarico stradali e domestiche.

Compiuta la trincea, st distende sul fondo di essa uno strato di calcestruzzo a formare un piano d'ap- poggio resistente, poi si mettono in opera le selle secondo un perfettò rettilineo all'esatta distanza fra loro di m. 2,30 mezzo a mezzo e sotto l'esatta livel- letta voluta; quando linea e livello sono Yerificati si assicurano con cemento i supporti allo strato di fonda- zione, rincalzancloli anche lateralmente con calcestruzzo o muratura; allora, mediante apposito verricello, si calanù nella trincea i tubi e si appoggiano sui supporti, certi in tal modo (per l'esattezza di costruzione che può raggiungersi col materiale di cemento più che col grès deformantesi nella cottura) che la tubazione riesca rego- lare per linea e per livello. L'appoggio sulle selle va fatto coll'intermediario di uno straterello di cemento liquido tra supporto e tubo; prima di porre in opera il coperchio del supporto si approfitta dello spazio ancora libero fra le due teste dei tubi vicini per compiere la sigillatura della parte inferiore dei tubi e togliere ogni escrescenza di cemento o colatura che si fosse formata.

Si passa poi alla collocazione in opera del coperchio spalmando prima di cemento le teste dei tubi sulle quali andranno acl appoggiare gli odi del coperchio stesso e valendosi dell'apertura circolare destinata alle immissioni per introdurre la mano nell'interno del tubo e uguagliare le sbavature eli cemento che si fossero formate nella parte interna superiore dei giunti. Per ultimo si applica il tappo all'apertura d'immissione, avvertendo d' interporvi un foglio di carta perchè non abbia ad aderire all'orlo del foro d'immissione in causa di colature della malta colla quale il tappo stesso viene esternamente assicurato all'apertura eli

. . . .

tmmtSStOne.

La tubazione è così com p iuta; i tu bi però mancano ancora d'appoggio fra un supporto e l'altro. A formare un appoggio continuo si prepara un impasto molto liquido di ghiaiettina, sabbia, calce o cemento che si cola nella trincea lateralmente ai tubi in modo che vada a riempire lo spazio sottostante e quello laterale fino a metà diametro del tubo; dopo si procede al rinterro con materie sciolte e vagliate così da ricoprire il tubo fino ad un'altezza di m. 0,20 circa sul colmo, e per il resto, con terra ordinaria.

I disegni e la fotografia che unisco non abbisognano di altre dilucidazioni dopo quanto ho detto.

.Ing. FELICE POGGI.

SULLA Q "ESTIO_IE VITALE

DELLE ABITAZIONI. POPOLARI URBANE.

CONFEREi-IZA TENuTA DAL PROF. L. PAGLTAl\I AL CIRCOLO CO~Ii\fERCIALE DI BERGAl\10

il 2 maggio 1907.

(Continuazione - Vedi numero precedente).

Un gran numero di industriali tedeschi hanno seguìto in modo colossale questo esempio. Basta citare la Casa Krupp a Essen; che, nel I 88 I albergaya circa 2o.ooo persone dei suoi operat e famiglie, in case proprie, in alloggi di 2 a 4 camere ciascuno, oltre gli alberghi e dormitori in comune per celibi. E così parecchie altre grandi industrie hanno trovato rilevante vantaggio in questa opera di razionale tutela per i loro operai.

In Italia, ha dato per primo un eccellente esempio di costrurre un buon assieme di alloggi per operai, il bene- merito industriale Rossi di Schio, in casine disposte in serie; cedibili per ammortamento, al prezzo di costo.

Ottimo pure è il gruppo operaio, costituito eli casine accoppiate due a due, del villaggio Crespi a Capriata cl' Adda. Questo villaggio che porta il nome del bravo industriale, che lo ha costrutto, comprende una quaran- tina circa di alloggi indipendenti, da servire ciascuno acl una sola famiglia. La maggior parte di essi risulta di quattro camere, due al pianterreno e due al supe- riore; messe in comunicazione e nello stesso tempo in disimpegno, per mezzo di corridoi di entrata in basso, e della scala, e del suo ripiano in alto.

Il sigor Leumann, accanto al suo cotonificio, presso Ri,·oli, ha pure costrutte belle casine per operai, a costi·

tuire un vero sobborgo.

La fabbrica Tosi a L gnano; quella di dinamite ad Avigliana; i cotonifici di Legler di Ponte S. Pietro, di Honniger di Spovi di Albino; il linificio e canapificio Carugati di Villa d'Alme; ed altri stabilimenti indu- striali seguono questo ben avviato movimento.

In questi gruppi di case industriali, viene in generale· preparata ogni migliore comodità per i loro abitatori.

Vi è l'asilo infantile; vi sono scuole elementari, con al- loggio per gli insegnanti; non mancano sale per refet- torio, cucine economiche per il mezzogiorno; magazzini cooperativi di consumo delle derrate di prima necessità;

lavatoi e bagni pubblici; servizio medico e di ambulanza in caso di accidenti, ecc.

Sono dei veri comuni bene organizzati, che si ,·engono così costituendo, nei quali il benessere dei singoli abi- tanti è favorito dal vantaggio della collettività e pro- tetto dall'interesse immediato di chi ne lo invigila.

Questa progressiva cura per il miglioramento delle abitazioni popolari attorno alle industrie, e questa cre- scente operosità nelle costruzioni di nuove case indivi- duali attorno ad esse, sono ormai pienamente assicurate.

Vi è per essa u11 movente di interesse troppo vitale, perchè abbiano a cessare od anche solo a rallentarsi.

RIVISTA Dl INGEGNERIA SANITARIA 207

Tutte le industrie isolate sentono il bisogno di tenere a sè legato lo strumentò principale e intelligente della loro produzione. Si può perciò con certezza prevedere che questo mo\·imento si accentuerà sempre meglio.

Non è inopportuno, tuttavia, tenere presente, che vt sono luoghi, ciO\ e, e specialmente in Inghilterra e in America, questo aiuto che Yiene dai padroni non gode molto fa\·ore da parte degli operai, che hanno spirito piLt indipendente, e sanno pro~vedere a sè stessi colla cooperazione. Il sistema della tntztatl\·a paclronale ttene itwero di una specie di tutela, che non può essere accetta, se non dove vi è moito buon accordo fra pa- c!J·oni e lavoratori, e dove i primi, sopratutto, non fanno troppo sentire il loro predominio sui secondi.

.:--J e li Stati Un i ti d'America si sono costituite fra gli

operaf stessi, società di costruzione di case (Buildings Societies), che già nel 1893 sommavano a 5.838, con un atti\ o totale di 500 milioni di dollari. Le case co- strutte superavano la cifra di 300.000.

In Inghilterra vi erano pure a tale epoca 1965 di tali società con circa 45 milioni di lire sterline di capitale.

L'Irlanda ne aveva 7 3, con un capitale di I. I 44.820 di lire sterline.

Queste società fanno padrone l'operaio della loro casa dopo .I 5 an m, con un piccolo aumento sul fitto.

* * *

giano il patrimonio pubblico ed il popolare in special modo, sono i filantropi agiati, sono gli interessati stessi che debbono concorrere a metten·i riparo.

Non si tratta solamente, in un centro cittadino, di pre- parare ex-no<Jo degli alloggi acl una nuo\·a popolazione che vi si aggrega e ne abbisogna. Vi è per lo più tutta una eredità antica da liquidare.

Mentre si de,-e provvedere a creare alloggi, che n- spandano almeno alle esigenze minime da rispettarsi per il benessere degli occupanti, qualunque sia la loro condi- zione sociale ed economica, è pure doveroso di correg- gere le vecchie abitazioni risanabili.

Questi due prov\·edimenti non possono in un gruppo urbano procedere disassociati; si debbono fra di loro integrare. Preme anzitutto, di dotare il gruppo urbano rapidamente di nuove buone abitazioni; perchè col solo chiudere od abbattere le cattiYe o col riclurle a non essere troppo affollate, non si fa che mettere sul lastrico un gran numero di famiglie, le quali, a poco a poco, si affollano e agglomerano nelle restanti abitazioni; .e queste, se prima erano tollerabili, divengono a !or volta pessime.

La questione della abitabilità eccessivamente affollata, è più difficile a risolversi per più grossi centri urbani. dove sopratutto debbono trovare alloggio operai di singole industrie, che ne vivono dentro 0 nelle vicinanze. In questi casi così fre- quenti il gruppo operaio, che è una delle prime cause di eccessivo addensamento, sfugge più facilmente all'immediato contatto coi padroni;

questi non si preoccupano guarì del come i loro dipendenti sapranno o potranno allogarsi, perchè

Tipi eli case popolari a quattro piani in serie lineare con alloggi eli 2 -3 --4 camere, adottati dalla Società Torinese per abitazioni popolari. - Prospetto verso strada.

si credono meno chiamati a provvedervi. lVIi sia però permesso subito di rilevare che questo è eviden- temente un grave errore. Anche gli industriali che teno·ono la ,.., loro maestranza in ~entri urbani, hanno un graì1 dovere e forse maggiore interesse di non trascurar!a.

Hanno questo dovere perchè lo stato di difficile abi- tabilità dipende molto dal loro bisogno di lavoratori, che essi ri'chiamano dalle campagne o dai centri meno industriosi; è loro interesse, perchè il benessere di cui godono gli operai, va in ogni caso a loro vantaggio, risultando l'attività di essi al lavoro in ragione della forza, attenzione ed impegno che essi mettono al lavoro stesso.

Nei gruppi urbani la questione è, tuttavia, piLI com- plessa. Se l'accrescimento e l'accentramento delle indu- strie è una delle forti cause dell'agglomeramento, non è però la sola, come ho già dimostrato. Sono perciò i poteri amministrativi, sono gli enti locali, che maneg-

Questo pericolo è l'unica ragione che scusi la lentezza attuale delle autorità comunali nel valersi del potere, dato loro dalla legge Sulla igieue e sulla sanita pubblica, di inibire l'occupazione di alloggi, che sarebbe così giusto di dichiarare inabitabili.

È solo quando man mano si potranno allogare fa- mirrlie in nuove case convenienti per condizioni igieniche

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ed economiche, che le autorità sanitarie comunali avranno più libertà e potranno· spiegare piLt zelo nel procedere enerrricamenb te alla soppressione o alla chiusura di quelle, che sono uno sconcio ed un vero obbrobrio per popo- lazioni civili quali vogliono essere le nostre.

Il costrurre nuovi buoni alloggi, porterà anche il

o·1·ande vantao·rrio che coll'uscire di un numero ognora

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111 arro·b b iore di famirrlie da b case mal sane per andarli acl occupare, altre famiglie, che ora stanno accanto acl esse, costipate in altre .case forse peggiori, troveranno modo di

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meglio espandersi. l cattivi alloggi saranno abbandonati naturalmente, e i meno peggiori diminuiranno di prezzo;

e sarà certo un gran guadagno, se in questi si affollerà meno gente; sarà già un rilevante miglioramento per l'igiene del loro ambiente, se non riceveranno più un nu- mero eccessivo di persone.

In altre parole, il creare buoni alloggi nuovi, non solo darà mezzo a molte famiglie di vivere in condizione de-

Parigi pure, si provvidero a scopo popolare con dieci milioni regalati dal GovernC!. Di peggiori ancora se ne costrussero dalla :;;peculazione privata anche in molte città italiane. dei quali è meglio tacere, perchè non an·ebbero neppur meritato il permesso di loro apertura all'uso.

Non mancarono tuttavia presto, e particolarmente in Inghilterra, dei buoni tipi di case collettive, ispirati a ottimi concetti di igiene e di umanità. Si devono alla Associazione Metropolitana, costituitasi nel I848, sotto l'alto patronato del Principe Alberto. le prime più razionali case popolari urbane, che diedero un buon indirizzo ad altre pure buone, che seguirono poi in Germania, in Italia e altro\·e.

Soffermiamoci per poco a considerare quali devono essere i requisiti indispensabili ed anche quelli desiderabili per una buona casa collettiva economica, confortevole e igienica.

Tipi di case popolari a quattro piam tn serie lineare con alloggi di 2 -3 -4 camere, adottati dalla Società Torinese per abita=ioni popolari - Pianta di una casa con alloggi a 4 ambienti.

Prima ed essenzialissima condizione per una buona abitazione, a qualsiasi classe di popolazione abbia a servire, è che comprenda una sola famiglia, e questa vi abbia una completa indipendenza nella sua vita intima.

corosa per l'umanità, ma indirettamente, favorirà molto l'abitabilità di quelle che rimangono e che debbono aspet- tare il loro turno di maggior beneficio.

Il problema della abitabilità per le popolazioni sti- pate nei centri urbani non deYe, d'altra parte, essere considerato nei riguardi tecnici alla stessa stregua di quello, che per le popolazioni essenzialmente operaie dei gruppi industriali isolati.

Per i centri urbani non è il caso di pensare a costrurre casine individuali per una o due sole famiglie. Di fronte all'urgente bisogno di fare molto, presto, e a buon mer- cato, è necessario di ricorrere a tipi di edifici, che proY- vedano, colla minor spesa, in breve e bene, a molte persone ad un tempo. Non sarebbe ragio- nevole di aspirare all'ideale del cottage inglese, così difficilmente arrivabile, e che riescirebbe a favore di pochi, quando urge ed è molto più facile ad ottenersi, di fornire buoni alloggi In case collettive a beneficio di gran numero di persone.

Giova però ben considerare, che è molto più

Sono ragioni di indole morale e di difesa dell'istituto stesso della famiglia, che consigliano tale precipua con- dizione, e nello stesso tempo ragioni sanitarie. Non in- sisto sulle prime, che sono ovvie. ìon possiamo avere la pretesa di, anche solamente tentare, una buona mo- ralizzazione delle classi meno abbienti, se non togliamo la triste necessità in cui si trovano più famiglie, di vivere addensate in uno stesso corpo di casa, in ambienti che sono in stretto rapporto di comunicazione fra di loro, sia per comunanza di ingressi, di passaggi o di latrine. Ma vi sono ragioni sanitarie di non minor valore per evitare queste promiscuità.

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facile comporre dei piccoli, buoni e sani alloggi col primo tipo, che col secondo. Mentre invero, le prime casine individuali, furono ideate quali meglio si poteYano desiderare, quasi dovunque fin dall'inizio della loro applicazione; così non

Tipi di case popolari a quattro piam 111 serie lineare con alloggi di 2 -3-4 camere, adottati dalla Società Torinese per abita=ioni popoLari. - Pianta di una casa con alloggi a 2 e 3 ambienti.

si può dire delle case collettive. Le prime prove fatte a Parigi-per iniziativa di 1 apoleone III, fallirono allo scopo. La cité JVapoléon, enorme fabbricato eretto nel I 85 r in Parigi, a scopo popolare, fu salutato presto e con ragione, col nomignolo di cité caserme; non mi- gliori. furono altri grandi edifici a caserma, che, in

Sono molte le malattie che SI trasmettono per con- tagio. Basta ricordare il vajuolo, la scarlattina, il mor- billo, la scabbia, le malattie del cuoio capelluto, fra le più frequenti a diffondersi rapidamente da persona a persona, e specialmente fra bambini, che stanno in facili rapporti di contatto fra loro. Lo stesso ti.fo, il colera e

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA 209

le diarree dell'infanzia, sebbene non così facilmente e non per questa via di preferenza, possono pure dilagare in quelle agglomerazioni per contagio.

Le abitazioni collegate fra loro per corridoi, per bai·

coni comuni, rendono i contatti ine\·itabili'; mentre anche il pulviscolo dell'aria che si scambiano fra porta e porta, o fra finestra e finestra, è suscettibile di trasportare delle infezioni.

È così incliscutibile questa esigenza, che noi vediamo.

con ogni cura escogitati i modi migliori di risponden·i nei tipi eli case popolari pitl studiati nei rapporti sociali ed igienici.

. Osserviamo i piani delle case della << :VIetropolitan Association » di Londra. Sono esse a cinque piani; con scale ampiamente aerate, illuminate e situate così da riescire indipendenti dalle altre parti dell'edificio, che collegano, e da potersi quasi considerare come continua- zioni dei cortili e della strada; ognuna eli queste scale dà accesso diretto a quattro alloggi per ripiano, e in modo che gli inquilipi di ognuno di questi alloggi non dànno alcuna soggezione nel passaggiO a quelli degli altri.

Nei tipi migliori eli case popolari di Lipsia e di Dresda, vi è una moltiplicazione di scale, apparente- mente forse eccessiva; ma che è giustificata dali() scopo di rendere il più possibile liberi gli ingressi ai diversi alloggi, grandi e piccoli, e risultanti taluni anche di una camera sola.

In Italia, buoni esempi di tale soluzione li abbiamo negli alloggi per le classi degli indigenti eli Firenze e in quelli delle case popolari di Torino, co.me si può rile-

\·are dai piani relativi.

N el I 902, essendomi particolarmente occupato, per una mia pubblicazione riguardante le abitazioni ~g-ieniclle

ed ecollomiclte per le classi mello abbienti, dell'argomento ho studiato insieme acl un bravo mio collaboratore nel- l'Istituto d'Igiene, l'ingegner Bianchini, un tipo eli ca- sine, che potesse rispondere ai desiderata igienici, pur restando entro buoni limiti per quelli economici.

In questo tipo di casine, concetto fondamentale fu l'indipendenza assoluta degli alloggi, gli uni dagli altri, ottenuta anzitutto per la molteplicità delle srale e l'en- trata diretta, e indipendente, di essi per le scale stesse.

Questo concetto fu seguìto ancora nelle nostre case po- polari di Torino, costruite da una Società presieduta dall'on. T. Villa, e alla direzione della quale ho pure l'onore di appartenere.

In queste nostre case di Torino. ogni scala dà pas-·

saggio a otto famiglie. due per piano, essendo quattro i piani.

Ho veduto con piacere che i piani delle case popo- lari per Bergamo seguono pure questo precetto, per quanto, per la speciale disposizione degli alloggi ogni scala debba dar passaggio a sedici alloggi, quattro per piano. È già un buon vantaggio l'a\·ere in esse evitato le entrate su balconi o terrazze, che si hanno, ad esempio,

nelle case popolari di ì\[ilano. le quali per questo n- guardo sono meno buone. È e\·idente, che col sistema di ingressi indipendenti, è tolta una grande ragione delle temute promiscuità. Gli stessi inconvenienti possibili dei ripiani comuni, possono essere ancora scemati, col fare questi ampiamente aperti verso l'esterno, bene illumi- nati e aerati, come abbiamo avuto cura di praticare nelle nostre case di Torino.

* * *

Un'altra importante indipendenza, oltre quella dell'in- gresso. è necessario di assicurare per gli alloggi, quella della latrina. Pur troppo è uno dei pitl riprovevoli errori, che spesso si ripetono nelle costruzioni usuali di case popolari, anche nelle meno peggio, di provvedere una sola latrina in comune per due o più alloggi. Oltre il gravissimo incomodo che questo fatto porta con sè, specie do\·e vi sono passaggi su balconi o in corridoi, per il via vai, che disturba, vi è anche la grande difficoltà di tenere puliti tali locali, mancando la responsabilità indi- viduale delle famiglie. La responsabilità colletti\·a, rende quasi inevitabile il sudiciume.

Vediamo pure con quale cura nei buoni tipi di case popolari si provvede a tali esigenze.

Se esaminiamo i piani citati, inglesi e· tedeschi, tro- viamo che senza eccezione alcuna, ogni alloggio ha u·na propria latrina, posta sia sulla scala, come a Lipsia e a Dresda; o entro le abitazioni, come a Londra, ma con aperture dirette verso il di fuori; oppure su terrazzini aperti come a Firenze e a Torino. A Firenze si ha una balconata copE'rta, che mette alla latrina, e forse col di- fetto, che la copertura di questa balconata impedisce al- quanto la illuminazione della cucina. A Torino, abbiamo posta la latrina nel corpo della costruzione che com- pt;ende la gabbia della scala; ma abbiamo evitato che la latrina comunicasse con questa, sia per l'entrata, che per finestrini. È notorio che le gabbie delle scale fun- zionano rispetto agli alloggi ben sovente come canne di yentilazione, e con essi scambiano la loro aria. È quindi utile evitare ogni causa di alterazione dell'aria in esse. La disposizione adottata per le latrine nelle case progettate per Bergamo, si presta a qualche critica, non forse tanto per l'ingresso diretto dalla cucina, essendo\·i un anticesso ben illuminato e aerabile, quanto per la presenza in questo anticesso del lavandino. L'inconve- niente, se non è evitabile, si potrà ritenere meno gra\·e, trattandosi di famiglie che non hanno persone di ser- vizio estranee.

Non meno importante condizione per una COIWeniente abitazione popolare, è che ogni alloggio risulti almeno di quel minimo di ambienti per dormirvi, necessario a separarne decentemente i componenti e ad evitare che in essi si compiano altri uffici della casa.

Tutto dove è possibjle è desiderabile di ottenere che le camere da dormire non sen·ano pure di trattenimento

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210 RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

della famiglia nella giornata. È ·necessario che le camere da letto restino eli giorno in buona Yentilazione e in perfetta pulizia; perchè l'aria vi sia per le ore eli riposo sana e scen·a da incomode e deleterie esalazioni : cosa difficile acl ottenersi dove tutto il giorno si permane.

si mangia e si lavora.

È anche ciò conveniente per il caso eli eventuali ma- lattie; quanto è utile per i sol'ferenti e per i sani eli non restare nello stesso ambiente. Cna camera eli più, non occupata nella notte, sen·e molto bene a correggere la e\·entuale cleficenza eli cubatura eli qL~lle usufruire, ed a fa,·orirne la aerazione, quando si mettano con essa in comunicazione, e si stabilisca in essa una atti,·a ven- tilazione.

N elle case popolari tedesche si comprende con gran cura, clO\·e appena è possibile, una camera eli trattelli- mento della famiglia, piultosto grande, che può servire pure per cucina. In ogni caso, cleYe la cucina almeno funzionare da camera cl i risen·a.

Nelle nostre case eli Torino, abbiamo, negli alloggi a quattro ambienti, tenuto conto pure del grande bene- ficio che arreca all'igiene della casa, la comodità eli non portare nelle camere da letto gli abiti del laYoro, non sempre puliti e so,·ente umidi, e così pure gli attrezzi o altro oggetto eli uso non casalingo. A tal uopo uno degli ambienti, piLr piccoio degli altri. funge da stanza eli entrata, e allo stesso tempo eli disimpegno dell'al- loggio, perchè sen·e eli passaggio alla cucina, e alle ca- mere indipendentemente.

L'ampiezza delle camere cle,·e essere calcolata sui bi- sogni fisiologici eli chi vi permane. I nostri regolamenti prescrivono una media ampiezza, non certo esagerata, eli 15 mc. per ogni adulto, e 8 mc. per ogni ragazzo sotto ai 7 anni; il che equi,·ale, supposta l'altezza eli 3 m., a 5 mq. per persona adulta e 3 mq. circa. per ragazzo, eli superficie eli camera.

Le case eli Londra, da noi considerate, hanno camere eli circa r8 mq.: quelle eli Lipsia e Drescla. eli 12

a

rs

mq: quelle-di Bergamo, fra I+ e r8 mq.Lecase eli Torino, a quattro ambienti, ne hanno uno da dor- mire eli 20 e un altro eli 15, la stanza eli entrata eli 8 e la cucina eli ro mq. Nelle due camere da letto, a rigor eli regolamento, potrebbero stare + persone sopra i sette anni, e + sotto a tale età.

Gli alloggi a quattro a m bi e n ti delle nostre case po- polari eli Torino. che pure possono mantenere un prezzo assai moderato, rispondono ·a mio an·iso molto bene alle esigenze eli una famiglia, costituita da marito e moglie e tre a cinque ragazzi.

Cura eccezionalissima cle,·e essere posta ancora nel dare acl ogni alloggio una quota parte di sole e una facile aerazione, e\·itanclo che alcun ambiente, anche pic- colo, n•sti senza diretta comunicazione coll'esterno.

Questo gra,·e problema si risoh·e meglio che in altro modo, con il tipo eli case lineari, a doppia fila eli camere, c senza corridoi interni, seguito per le case popolari di Torino. Se le due, tre o quattro camere, dei cli,·ersi tipi eli alloggio, sono ancora messe per modo che, una parte di esse guardi da una delle fronti e l'altra dal- l'opposta. si a\Tà che, quando sono aperte le finestre, l'aria si muove per le porte eli loro comunicazione attra- ,·erso tutto l'alloggio. Si ha così la migliore lavatura che si possa desiderare del suo ambiente.

È -in ogni caso a raccomandarsi, per assicurare l'eccel- lenza della ventilazione negli ambienti, che le finestre non mettano in cortili chiusi o strade troppo strette;

perchè così è evidente, essere l'aria che passa in una delle abitazioni, in parte quella ,-iziata di altre Clrco- stan ti o -prospicienti.

Per assicurare ai ,·arii alloggi eli un corpo eli casa, a forma lineare, un'equa ripartizione di buona esposi- zione alla irradiazione solare, com·iene dare ad esso una direzione tale, che una delle sue fronti principali guardi a Sud-Est, e l'altra a 1 orcl-O,·est. Il meridiano passa così per una delle linee diagonali della casa, e se non vi ha propriamente un pieno sud per nessuna apertura eli essa, vi è neppure un pieno nord; e il sole a1-ri ,.a a dare un qualche raggio anche alle finestre meno ben postate.

:\la ad as,;icurare questa buona insolazione è anche importante che non vi siano edifici soggetti all'ombra eli altri; per questo devono essere situati a sufficiente eli- stanza gli uni dagli altri.

A Torino abbiamo cli,·iso il terreno fabbricabile, desti- nato a tre ·edifici, per modo che fra di essi rimane un cortile rettangolare, aperto alle due estremità con lato minore, e largo due metri piLr eli quanto sono alte le case. La linea che, a partire dal parapetto delle finest;-e del piano terreno eli uno degli edifici, si faccia passare per la gronda dell'edificio prospiciente, fa un angolo col piano del cortile eli 35°; per modo che è provato, che, anche in inverno, i ragg·i solari possono arrivare all'in- terno dell'alloggio del piano terreno, senza che l'ombra dell'edificio prospiciente possa impedirlo.

:\1a perchè le buone condizioni eli costruzione delle case popolari siano nella pratica seguite, è indispen- sabile siano Società, o persone con intendimenti filan- tropici ben sicuri, che assumano tale compito, sia che ,·enga la iniziativa da privati o dalle amministrazioni pubbliche. Troppo spesso i liberi costruttori eli tali tipi eli case, o le fabbricano per guaclagnan·i sopra ri,·enclendole, ed hanno quindi per maggior loro cura eli dare acl esse bella apparenza, se anche hanno poco valore reale; oppure le tirano su senza alcun riguardo sanitario e eli benessere per i futuri abitatori, pur eli moltiplicare dei buchi in cui allogarne in gran numero, e speculare sopra alla difficoltà in cui si trova il popolo

. .

a ncoyerars1.

RIVISTA DJ INGEGNERIA SA TJTARIA 211

Spesso è una Coope1·ativa di pron eclitori di materiali diversi eli cui si compone la casa. i quali li anticipano al costruttore, con buone rivalse sul prezzo della loro merce, caricando così eli molto il costo delle fabbriche.

Più grave ancora e frequente, è il caso in cui, queste si elevano con denaro preso acl i m prestito a tasso molto alto, per cui cresce a dismisura la speculazione sopra eli esse.

Se si vuole arrecare un \'ero vantaggio alle classi meno agiate, nei riguardi igienici ed econorrici acl un tempo, è inclispenclabile far tacere ogni spirito di spe- qrlazione e restare nei termini del a

,.,

iusto e dell'onesto· ' anche se, come è sempre desiderabilissimo, si Yuole escludere la donazione, od elemosina, che chiamare si voglia, sempre umiliante.

Persone o società filanti'Opiche, che con tali retti inten- dimenti acquistino il terreno e vi fabbrichino sopra con mezzi liberi da pesi gravosi. possono incorrere forse nell'incoJweniente, che l'architetto loro faccia spendere troppo in amminnicoli di lusso, tali da pesare poi sugli affitti; ma, ciononostante, e tanto meglio se esse sanno difendersi abbastanza da tale pericolo, amministrando poi loro stesse le locazioni e il mantenimento delle case, possono molto risparmiare a favore di coloro per cui si adoperano.

Riesce così eli fare moltissimo per pro,·vedere alloggi buoni e a buon mercato. senza rimettervi del denaro, rica,·anclo pure un equo interesse.

È il doppie vantaggio della bontà e del basso prezzo.

che non debbono mai ancla;·e disgiunti, che si può così soltanto realizzare.

Come si potranno formare le basi pecuniarie per queste imprese filantropiche? Ecco il grave problema intorno a cui si affatiwno più gli economisti, e quanti si inte- ressano alla grm·e questione sociale. ( Co11li1ma).

QUESTIOl\li

TECNICO -Sf\N!Tf\RIE DEL GIORN O

UNA CA:\IERA ASETTICA PER DELICATE PREPARAZIONI TERAPEUTICHE.

L'idea prima eli camere asettiche spetta ai chirurghi, quali hanno più di una volta tentato eli realizzare il problema eli ambienti posti nel modo più assoluto al riparo dell'inquinamento dato dai germi, per eseguire ope- razioni che importassero l'apertura del ca,·o peritoneale.

Ma per la chirurgia il problema è di assai difficile risoluzione, anche perchè occorrono sempre ambienti vasti, pei quali la sterilità cli,·enta pressochè impossibile.

Per le preparazioni opoterapiche o per il maneggio in generale eli materi-ali organici, si è cercato' anc.he eli preparare degli ambienti che fossero al riparo dai facili inquinamenti. Così l'Istituto nazionale farmacoloo·ico ha

b '

fatto camere speciali, in mattonelle ceramicate, perfetta-

mente la,·abili per la preparazione della sua bioplastina;

e in tutti i grandi laboratori eli preparazioni opotera- piche o eli sieri, si hanno camere analoghe.

La Società farmaceutica torinese, sotto ispirazione del suo direttore dott. Gelmi, ha ,·oluto fare qualcosa ancora di più perfetto, e nel laboratorio della farmacia ì\Iasino, eli sua proprietà, ha allestito una camera che merita il nome eli asettica. Lo scopo preposto si è quello di a,·ere un ambiente assoluta1Ì1ente protetto dal puh·iscolo e dagli i n setti. nel quale si potessero fare le preparazioni far- maceutiche. più delicate.

A tale scopo è stata costrutta una camera in vetro, a sezione costituita da un ottagono con due appendici quadrilatere laterali, con bussolo eli entrata, il tutto mon-

tato con grande cuta, così da formare una camera per- fettamente isolata dall'ambiente. In alto sono poste delle aperture per la circolazione dell'aria, e le aperture sono proHiste eli filtro di cotone e eli reticella difensi,·a.

Perchè poi si possa in ogni istante ayere pronta del- l'acqua distillata assolutamente sterile, in una delle appen- dici laterali a sezione rettangolare, si è posto uno spe- ciale apparecchio che risulta costituito eli un autoclm·e, usabile anche come tale per le comuni sterilizzazioni al Yapore sovrariscalclato, e eli un serbatoio condensatore per il vapor d'acqua, molto ingegnosamente studiato e così costrutto, che tutto i l sistema prima dell'uso, può ,·enire sterilizzato al Yapore Auente, per condensare e raccogliere poi il vapore d'acqua, così da avere sempre

(6)

RIVISTA DI INGEGNERIA SANITARIA

212

· · · notevole quantità d'acqua distillata.

a ci1spos1z10ne una

t _1.1e nel modo più assoluto, e fredda.

S Cl . · •

. l 'o e' studiato in modo assai pratico, cosi

L apparecc 11 <

l . ssa servirsene in mamera facile, senza alcun

c 1e si po ' .

. l di. contaminare il tratto di efflusso.

penco o . . . .

La camera asettica Sl aYvlcma realmente al suo_ nome. certo è un buon esempio dato ai farmacisti, e. eh mostra . , d' . tent·l della Società. Anche tecmcamente,

la seneta 1 1n . .

per quanto non possa facilmente ris~lve_rsl Il proble_ma di un ambiente asettico, nel suo significato lettelale della parola. sta che questa applicazione è veramente meritevole eli essere segnalata.

BERTARELLI.

LA POMPA « MA:\IJ:\10UTH >>

E LE S E DIVERSE APPLICAZION l.

D a un o-rao n numero eli anni l' innalzamento dell. 'acqua . t da J)Ozzi artesiani viene effettuato, In spe-

pro,·emen e - , .

ciali condizioni. per mezzo dell ana compressa.

A questo scopo principalmente, e su questo criterio, f> fondata la co- struzione della pompa Mammouth,

t scala in diversi già adottata su yas a

luoghi e per diverse applicazioni.

Il modo di funzionamento della pompa Mammouth è relatiYamente assai semplice:

Come si vede dalla figura qui an- nessa la pompa è provvista di un tubo che serve a condurre l'acqua all'esterno, e che viene infisso \'erticalmente nel fi 110 alla 1_11età: circa della sua pozzo

lunghezza.

Ad un .lato di questo tubo, per l'ascensione dell'acqua, corre parallela- mente un alt;·o tubo (e lo chiamerem~ tubo per l'aria), il quale, come SI nota chiaramente nella figura, si trova, in alto, in diretto rapporto colla pompa, in basso in comunicazione colla por- ' · 1 1 t bo conduttore zione in1enore c e u

dell'acqua.

Se ora per mezzo della pompa 51 spinge dell'aria nel condotto descritto. la colonna d'acqua si troYerà costretta a salire nel tubo ad un livello superiore

eli quello esistente nell'acqua dei pozzi, e si_ comprende che essa si eleverà di un livello tanto maggwre quanto maggiore sarà l'aria introdotta nel . tu_bo, . o ciò _che fa lo stesso, quanto maggiore sarà la dumnuzwne di den- sità che subirà la colonna d'acqua.

L'aria compressa, necessaria pe1: il funzionamento _del- l'apparecchio viene prodotta da un compre~sore speCiale, e prima della sua introduzione questa ana compressa

traversa un serbatoio di aria provvisto di un filtro inter- calato fra il compressore e la pompa, sul quale abbandona le particelle d'olio e di poh·ere che eventualmente può contenere.

L'impiego della pompa "Mammouth ve~·rà quindi par- ticolarmente indicato per il sollevamento c\1 quelle acque, il livello delle quali nei pozzi artesiani si trovi a~- una profondità tale nel sottosuolo che una pompa a p~s~one non possa aspirare quest'acqua se non alla con~tzlone eli avere il suo corpo disposto sotto la superficte del terreno.

Ma questa pompa inoltre può servire bene anche in

· acl altre S\'ariate applica- altre speciali contingenze e . , . . .

· · o·'à ftti·ono eseo·uite in alcune citta mstallaz10111

ZIOlli, e 01 o . .

del g·enere, sia per l' innalzamento delle acque per chstn:

.' . . . 1. · . l'e ·acuazione delle acque d1 buz10111 munlCipa 1, sia per ' - .

fogna, ecc .. impianti questi che tuttora funz1onano da tempo con buon successo.

Così recentemente a :Vlilano per rendere facile e spe- dito lo spurgo dei pozzi che alimen- tano la città ven- nero soppressi filtri a sabbia, es- sendosi riscontrata la loro poca effi- cacia, e in sostitu- zione di questi si

buon risultato ad una opportuna pompe tipo Mammouth, della Ca~a funzionanti, come dicemmo, ad ana

è provveduto con installazione di I 3 Borsig di Berlino, compressa.

BANOI:\I.

NOlE PI\AlT(fiE

IL GAZ RACCHIUSO .NEL LITA:\iTRACE.

Il litantrace contiene del gaz disciolto che abbandon~ nel vuoto alla temperatura ordinaria. Sono state ora_ pubblicate delle analisi eli questi gaz, analisi fatte da T~obnd~e ..

· · d' · estratta \'aria secondo 1 campiOni esa- La quanttta 1 gaz ' '

. . d a 9 eme per roo o-r.· di litantrace. Questo

mmatt, a 40 cm. · "' . . · 1

quantità eli metano e de1 suoi omologhi c 1e gaz contiene una

può arri,·are sino al 50 °,'o· .

A Iooo il volume di gaz estratto dal !ttantrace a~m~enta sen- 'b'l ente e sale da 200 a I o cm. per IOO gr. di !ttantrace.

st 1m . · t e

· d' questo o-az si aveva quasi mteramen e In un campione 1 "'

solamente del metano (94

° !u )· .

Queste analisi permettono di interpretare la forma:wn~ del .. · 11 miniere. Si è molte ,·olte cercata una sp1egaz10ne

giJSOU ne e · · 1· o-risou

lausibile alla formazione delle raccolte, talora mgent1 li "'

~el l e

miniere. Secondo queste ossen·azioni il

g ~i sou n ~n

sa-

rebbe altro che il gaz fuoruscito dal litantrace m seg~uto ad una improvvisa diminuzione della pressione _atmo~fencil .. La costituzione di questa massa gazosa molto ncca ~~ mate1:ale combustibile, spiega poi le manifestazioni del gnsou. h ..

RIVISTA DJ 11\GEGNERIA SA lTARIA 213

L;.:\ .:\U0\"0 PROCEDL\IEì\TO

PER LA CO.:\SER\'AZIO.:\E DEL LEG.:\0. Lo togliamo dalla Revue g-éuérale des srienres di luglio ed t un metodo abbilstanza curioso. il quale si allontana cOJJlple- tamente dai soliti sistemi adoperati fino a qui per rendere inalterabile il legno.

Sino acl ora per lil consen·azione del legno si ~ono adope- rate molte soluzioni: trattamento per immersione col creosoto sotto pressione o col neutro. iniezioni eli cloruro eli zinco. di sublimato. eli so!filtO di rame. eli ferro, eli zinco. ecc. E lo stesso fatto del continuo moltiplicarsi dei metoé!i pro,·a che nessuno di esso può risoh·ere la questione clelìa preservazione indefi- nita del legno senza deteriorarlo.

Pon·e! consiglia ora un metodo completamente lontano dai soliti antisettici. Come aillisettico egli consi::diil lo zucchero. in forma eli melassa pel legno grossolano e di saccarosio per il legno fine.

Il legno, ,-erde o stagion<Jto, ,-iene immerso in una soluzione zuccherata fredda, in un autocla,·e, nel quale si produce len- tamente la temperiltura eli ebollizione della miscela zucche- rina: poi. dopo un certo spazio di tempo, il legno così impre- gnato si estrae clall'autoc]a,·e e si essicca lentamente ponen- dolo in una corrente d 'aria riscaldilta gradualmente.

L'acqua zuccherata si diffonde molto bene nel legno, anz1 più profondamente eli quanto non faccia l'acqua pura: indi ,, g-rado aumenta lil temperatura dell'autoc]a,·e. l'acqua zuc- cherata caccia l'aria dal legno. assili bene. perchè il suo punto di ebollizione è molto ele,·ato.

Anche durante il raffreddamento l'assorbimento dell'acqua zuccherata continua e lo zucchero finisce per impregnare to- talmente il legno. senza lasciare all'esame microscopico traccia di zucchero cristallizzato, eli sciroppo. ferchè l'imbibizione sia perfetta la durata del processo ,-aria da alcuni giorni a

\'ilrie settimane.

l! legno così-trattato aumenta un po' eli densità: le ,·enule e le fessure sue si presentano come cement<Jte dallo zucchero. senza che con· ciò ne sia resil più difficile la Ja,·orazione.

A Londra, al quartiere \\'hitehall, sono stati eseguiti dei saggi di pa,·imentazione stradale, ottenendo eccellenti risul- tati, sebbene nel tratto in pro,·a il traffico sia molto ,.i,·o. Si può modificare il procedimento aggiungendo alla soluzione zuccherata qualche antisettico.

La Nnme g·énérale des srienres giustamente ossen·a, come - pure essendo diflìdenti per principio, trattandosi di un processo non ancora consacrato dalla pratica-il metodo meriti di essere

segnalato. K.

1\ECENSIONI

1: .. H.\l'DET: .S111 filtri a sabbia 110n sommersi. - « Ren1e

cl'hygiène ». settembre 907.

È oggidi ben noto ai lettori della Ri,·ista che cosa siano filtri a sabbia non sommersi. i quali differiscono fonda- mentalmente dai comuni filtri, per ciò che hanno un periodo intennittente eli ]a,·oro e eli riposo. Essi quindi stanno ai filtri comuni, così come nella clepurilzione biologica i letti percolatori stanno ai letti batterici comuni.

\I iquel ha difeso i filtri non sommersi esponendo tutte le rao-ioni che militano in loro fa,·ore: il Baudet porta qui dei dati eli carattere pratico e delle considerazioni teoriche che hanno una ,·era importanza.

Incominciamo da queste ultime, anche per la ragione che ci persuadono molto meno dei fatti correnti e positi,·i.

Per giudicare la bontà eli un filtro si ricorre generalmente all'esame batteriologico. Si elice per esempio che un buon

filtro riduce il numero dei germi eli un'acqua anche superfi- ciale a I00-200 per eme. Però non si ,·a nella pratica più oltre, e cioè non entra nel dettaglio del come è an·enuta la ridu- zione dei germi. e neppure si studia bene quale specie di germi ,·enga ridotta. Il chè non è eli impprtanza trascurabile.

Che importa infatti, elice H. sulla falsariga eli quanto molti anni addietro, a,-e,·a eletto Duelaus. che importa infatti che i germi scendano da qualche mig-liaio acl un centinaio. se -proprio per il filtro passano. e vengono quindi a troYarsi nel-

l'acqua. quei 10-20 germi tifosi. che per noi hanno il massimo interesse pratico?

La risposta è assai facile acl un batteriologo, il quale può ripetere tutta la storia del perchè noi dobbiamo necessaria- mente ricorrere all'esame quantitati,·o. ricominciando al qua- litati,-o per ragione eli ,-era forza maggiore tecnica. e perchè anche il solo esame quantitati,·o globulo è sufficiente per darci un'idea più che accettabile del come an·enga ed in quali li- miti si compia la depurazione attraverso al filtro. Ciò non astante l'abbiezione solle,·ata ha il suo ,·alare. ed in realtà sarebbe molto comodo poter accertare che attra,·erso un de- terminato filtro i germi patogeni non passano.

B. ha fatto qualche cosa di simile: e le sue prO\·e col b. coli gli hanno eletto che non solamente si ha una clepur<Jzione quantitati,·a coi filtri non sommersi, ma che eli fatto il coli è trattenuto e non passa.

ì\la a parte questo fatto. che è sempre qualche cosa di più che una semplice consicler<Jzione teorica. B. rile,·a un illtro ,·an taggia gmnde dei filtri non sommersi, il rendimento ilSsai più e]e,·ato dei filtri comuni.

Oggidì si calcola che un buon filtro non sommerso può

·dare anche 4 mc. per mq. filtrante: certo supera i 2 mc.

d'un bel guadag-no sui filtri comuni.

Ancora: la filtrazione intermittente coi filtri non sommersi è assai ·economica, certo più economica di quella coi filtri sommersi. - A Chateau, do,·e funzionano con completa sod- disfazione questi filtri intermittenti. il prezzo di fi !trazione.

comprese le spese industriali. g-li interessi e gli ammortamenti necessari. non tocca cent. I per mc. anzi è di L. o.oo6 per mc., mentre pei migliori filtri a sabbiil non si giunge sotto a r cent. per mc.

In conclusione - noi abbiamo riassunto dei dati che nel la,·oro originale sono molto estesi e dettagliati - è cosa e,·i- clente: la filtrazione con filtri intermittenti presenta \'ilntaggi note,·o!i sulla filtrazione continua con filtri sommersi.

Anche la prefiltrazione, così ,-antata oggiclì. non ha punti di superiorità sulla filtrazione intermittente: non fosse altro che per ragioni economiche, clonebbe preferirsi la filtrazione con filtri non sommersi.

Abbiamo esposto i punti capitali della questione: daremo altra ,·o!ta cifre e dati su alcuno di questi filtri non sommersi.

B.

\'. LE\\'ES: Gli iurendi a bordo delle 1/aiii.- << 1\a,·a! Archi- tecte lnstitt:t », Londra 1907.

Gli incendi a bordo sono abbastanza frequenti, e certa- mente più frequenti di quilnto in generale non si pensi. Dal 900 al 905 si sarebbero antti ben qr incendi che occasio- narono la perdita di altrettante navi, eli un tonnell<~ggio

totale eli 162.ooo tonn. Ma gli incendi piccoli e che non hanno portilto acl una distruzione completa della nm·e sono nume- rosissimi e non si contano più.

Le\1·es esamina i ,-arii ordini eli cause che possono deter- minare gli incendi a bordo, e li riassume così: r° Fuoco spon- taneo s,·iluppatosi in un carico omogeneo o misto. 2° im- missione in un carico per sè inoffensi,·o eli sostanze capaci eli procreare una eccessiva e]e,·azione tecnica. per ragione d i azioni chimiche o altro, 3° presenza di sostanze cap<Jci di sviluppare del gaz o dei ,-apori infiammabili o esplosi,·i.

(7)

RIVISTA DI INGEG0/ERIA SANIT.'\RIA

Tra i carichi suscettibili di infiammarsi spontaneamente ,·a posto prima çli ogni cosa il carbone, poi le materie ~brose [eo-o-ermente umide e compresse che contengono m se delle tr:~cie di oli e eli grasso. specialmente eli oli seccati,·i molto facilmente ossidabili. li cotone. la iuta, la lana sono partico- larmente dannose quando sono umide. oleose ed usate al calore dei tubi eli vapore o dei raggi solari. lnoltre questi materiali s,·iluppano spesso delle poh·eri molto infiammabili, che coll'aria formano miscele quasi esplosi,·e se inten·iene una scintilla qualsiasi.

Inoltre nel caso eli carichi misti è possibile si abbiano a proclurn,;. quando il mare è catti,·o. delle scosse che pro,·o- cano delle fughe eli qualche materiale chimico eventualmente presente, facendo s;osi insorgere degli incendi afTatto impre- ,·isti. Cosi per citare un esempio. una bottiglia eli glicerina rotta in presenza a del permanganato potassico, può pro,·o- care una intensa cleAagrazione. E questi casi eli sostanze che agiscono cumulati,·amente tra eli loro sono molto numerose, poiché in generale una impron·isa mescolanza eli sostanze ossiclabili e ossidanti. dà come risultato unico la formaz1one di miscele detonanti o comunque idìarnmabili.

Qualche ,·olta i pericoli d'incendio deri,·ano dalle fughe eli ,·apori: questo a mo' d'esempio si ,·erilica per i carichi di petrolio.

Contro i pericoli di incendio a bordo possono prendersi cli,·erse sorta eli precauzioni. La prima e più semplice è la cli,·isione della merce in numerosi compartimenti stagni igni- fugati. Un secondo mezzo è la protezione dei tubi di ,·apore e delle canalizzazioni elettriche. Un terzo me~zo è la sorve- glianza esatta e minuziosa del buon collocamento e della so- lidità di disposizione del carico, e la disposizione i!1 tutti i punti della na\'e eli metodi appropriati per la pronta estinzione di un e\·entuale incendio.

Però questi mezzi. che sono qui schematiùati, possono ,-e- n ire adottati con qualche cliftìcoltà nella marina mercantile.

Cosi la ignifugazione sicura del legno è un processo non an- cora bene risoluto tecnicamente. e non è mai efficace se non è eseguito con grande cura, cosicché la impregnazione del legno si faccia ben profondamente dentro alla compagine del legno stesso. Oggicli si hanno allo scopo i cloruri e i fosfati d'am- monio di calcio e· 'zinco: e se il trattamento è fatto all'auto- clave. colle buone normç! adatte. si è certi che il legno resiste più che discretamente all'azione del fuoco.

L'uso dell'acqua come estintore a bordo cleno: essere fatto con cliscern.imento .. non essendo del tutto pri,·o eli pericoli.

Tale è il caso eli un getto cl' acqua lanciato su de! carbone nel fondo eli una cala: si può qualche ,·olta a\·ere come ri- sultato la formazione di gaz po,·ero con le possibili conse- guenti esplosioni. :\leglio sen·irebbe l'acido carbonico liquido.

che oggidi si può a,·ere onmque.

In pratica, è Le11·es che lo afTerma, le strutture costrutti,·e delle navi tengono in non cale i pericoli di incendio, e biso- gnerebbe per diminuire questi pericoli, prima d'ogni cosa mo- dificare i sistemi con cui le na,·i son fatte. K.

J. BO\'ER. L'officina di JVo,g·ent per la lavonz=ione del radi11111. -

«La ;\'ature »,agosto r907.

« La :\ature >> offre un interessante studio sulla prepara- zione dei materiali racliferi, e specialmente del bromuro di radio, che è oggi il materiale eli più valore (r kg. eli bromuro eli radio puro vale 400 milioni eli lire).

Come si sa non si ottiene ancora coi metodi moderni di preparazione il radio metallico, ma bisogna accontentarsi dei sali eli radio, che però con depurazioni successive possono dare materiali assai ricchi di unità radianti.

· A J\ogent sulla :\farne è installata un'officina che tratta le pr~bblencle (amidio eli uranio), l'antranite (fosfato di uranio

e di uranio e calcio), la calconite (fosfato doppio di urat1io e di rame). la carnotite (vanadato d'uranio). la tarianite (ossido di uranio e torio), e i residui della .la,·orazione dell'uranio.

Tutto il materiale è frantumato, polverizzato, e poi la,·ato.

Indi la massa è assoggettata a trattamenti diversi successi,·ì con acidi e con alcoli. a lavaggi graduali. cosi da ottenere dì qualche tonnellata di materiale 1-2 millig. di bromuro eli radio.

Questa di :'\Togent è un'officina unica. e certamente in nes- sun'altra preparazione si arri,·a da masse cosi grandi a un rac-.

colto così piccolo. K.

APPUNTI TECNICO -L EGf\LI

Strade nazionali e provinciali - Ponti - Traverse ed abitato Manutenzione - Obbligo dei Comuni.

un ponte, che congiunge due tronchi di un tratto di strada nazionale o provinciale, compreso entro l'abitato di un Co- mune è proprietà di questo Comune. de,·e dallo stesso essere mantenuto. quantunque sia stato costrutto a spese dello Stato sopra un fiume demaniale.

(Comune di Legnago c. Provincia di Yerona - Corte eli A.ppello di \"'enezia - 29 no,·embre 1906: 0KLA'IDI, Est.).

Appalto - Costruzione di strada- Asta - Deposito preven- tivo - RestitUzione - Prescrizione commerciale. l l deposito per le spese fatte per concorrere acl un 'asta per la costruzione di una strada comunale ha carattere commer- ciale, come è atto commerciale il contratto d'appalto. e però l'azione per la restituzione di tutto o parte del cloposito me- desimo è soggetta alla prescrizione decennale.

(Comune di Collazzone c. Angeli - Corte di Cassazione di Roma - 15 marzo 1907).

Espropriazione per pubblica utilita - Decreto reale - No- tificazione o pubblicazione - Mancanza - Nullita degli atti di esproprio.

Perizia- Stima dei beni da espropriare per p. u. - Nomina del Perito - Presidente - Nullita.

L'esecuzione dei pron·eclimenti amministrati,·i. al pari delle sentenze e dei contratti, deve essere preceduta sempre dalla notificazione di essi, qualora non ne fosse stata fatta ia.

pubblicazione nei modi legali. Quindi sono nulli tutti gli atti eli esproprio per pubblica utilità che deri,·arono da un decreto reale non pubblicato nè notificato ai proprietari dei beni da espropriarsi.

La nomina dei periti per la stima dei beni da espropriare·

per l'articolo 32 della legge 25 giugno rS6s spetta al Tribu- nale e perciò è nulla la perizia eseguita da periti nominatì dal solo Presidente.

(A.rnò c. Ferrante - Corte d'Appello di Acqui la - 6 feb- braio 1907; ScJLLA~rÀ P. P.- :'lliCELI. Est.).

GONGORSI, CONGRESSI, ESPOSIZIONI, RIUNIONI D 'INDOLE TEGNIGA

Bologna. - Concorso al posto eli insegnante eli mecca-.

nica, tecnologia meccanica e disegno di macchine, con l'inca- rico della direzione cieli 'Officina. nell'Istituto A tdini-1 aleriani per le ~rti ed i Jlestieri. Stipendio L. 3500. Età non minore eli 2-l anni e non maggiore eli 35· Domande presso il :'lluni- cipio di Bologna, entro il 31 ottobre.

FASANO Do~IENICO, gerente.

TIPOGRAFIA EREDI BOTTA- TORINO, VIA DEL CARMINE, 29 !CASA PROPRIA)

A:s-:s-o III. N.

I +·

T oR rKo, I 5 Agosto I 907,

f\I \/I~lrl\ ~ ~ ~ ~ ~ ~ ~

DI INGEGNERIA SANiTARIA

Continuazione: L'INGEGNERE IGIENISTA- Anno VII.

E n'serva/a la 1J1·oprietà letle?'m·ia ed arlislira. de.[;-li articoli e diseg-11Ì fnbb/icati 11ella. RI\'ISTA DI INGEGNERIA SANITARIA.

MEMOI\IE 01\IGINALI

CASE PER i\fE.l\0 ABBIENTI A \'IENl\A.

='Jella lotta tra i tipi delle grandi costruzioni e delle casine isolate, per i meno abbienti, vanno prendendo piede, anche nelle metropoli pitt popolose, i tipi inter- meclii: case di dimensioni modeste, che sen·ono a due, tre o al piì.1 quattro famiglie, con tendenza anzi a man- tenersi nel limite più basso.

Socialmente il tipo offre qualche vantaggio; permette una migliore son·eglianza della casa, dà una maggiore sensazione della casa stessa, generalmente concede anche di dare maggiore illuminazione ai singoli appartamenti e di ,·entilarli meglio. Anche per l'educazione igienica degli inquilini non Yi ha dubbio che questi tipi di casa sono da preferirsi alle grandi caserme. sovratutto perchè separano bene la responsabilità per quello che riguarda la nettezza della scala, della latri n a, dei corridoi.

L'incotweniente maggiore è quello economico: le case a caserma (che possono del resto studi arsi molto razio- nalmente, così da avere tipi perfetti) nelle grandi città costano enormemente meno di queste case semi indivi- duali, e nelle zone lontane dai forti aO"o·]omerati urbani

"'"'

,

e là O\'e il terreno ha un valore molto basso, il guadagno sulle casine individuali non è molto elevato.

Tutto ciò come schema: 111 pratica p~tò darsi che il costrurre casine a pochi appartamenti lasci pur sempre un notevole utile economico in confronto alle casine incli-

\·icluali, mentre permangono i yantaggi sociali ed eco- nomici già enumerati.

Si comprende quindi come dei tentati\·i eli tali casme

\'ada. no facendosi anche nei orandi

"'

centri urbani

,

S!Je- Clalmente per risoh-ere il problema delle abitazioni degli 1111Piegati e della piccola borghesia.

Un pericolo architettonico che accompagna tali casine è sempre quello della meschinità. Le esigenze economiche forzano il progettista acl essere prudente e a mantenersi

L'INGEGNERIA SANITARIA- Anno XVII.

sempre alquanto terra a terra: ne consegue logicamente che spesso le case riescano tozze, schiacciate, assoluta- mente antipatiche: e pur troppo non mancano di tali esempi disastrosi anche da noi.

Oggidì, per fortuna della cosa, concetti estetici che

Pianta del sottosuolo ele,·ato.

r - a La,·anclerie - li Cortile - l Depositi carbone.

informano i costruttori e i principii igienici, che costi- tuiscono delle barriere insormontabili agli attentati alla salute della casa, hanno spinto a tro\·are risoluzioni

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