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ALLO SCRITTORE E GIORNALISTA PAOLO RUMIZ DEDICA EDIZIONE

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ALLO SCRITTORE E GIORNALISTA PAOLO RUMIZ DEDICA 2021 27.EDIZIONE

Sarà Paolo Rumiz, giornalista, scrittore, viaggiatore, una lunga carriera costellata di numerosi premi e riconoscimenti, il protagonista di Dedica 2021, il festival organizzato dall’associazione culturale Thesis di Pordenone, in programma quest’anno dal 16 al 23 ottobre 2021.

Con Paolo Rumiz – spiega il curatore di Dedicafestival, Claudio Cattaruzza – vorremmo focalizzare l’attenzione su quella che viene definita, anche se non amo molto le classificazioni di categoria, letteratura di viaggio o anche reportage narrativo. L’autore, con inimitabile capacità, sa raccontare il mondo, conducendo il lettore dentro i luoghi e le persone. I reportage di Paolo Rumiz non si limitano a descrivere ma emozionano, fanno nascere il desiderio di conoscere, di approfondire. Un talento narrativo di eccezione, ben sintetizzato nelle parole con cui è stato ritratto come un triestino affamato di incontri e di umanità. Rumiz intende il viaggio “come opportunità per conoscere se stessi – ancora Cattaruzza – come mezzo di dialogo e di confronto con l’altro nel rispetto delle identità specifiche di ognuno, temi questi e sensibilità che appartengono da sempre allo spirito del nostro festival. La sua è una narrazione che vive nell’attualità ma che incontra la memoria, altro elemento che riteniamo di assoluta importanza.

Cerco – sono parole di Rumiz – di trovare traccia

delle mie radici nei luoghi che visito, di

intravedere il volto dei miei antenati nelle persone

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che incontro”.

ORGANIZZATORI E PARTNER DEL FESTIVAL, CHE RINNOVA IL SUO FORMAT, ORIGINALE E UNICO. Organizzata dall’associazione culturale Thesis con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia, del Comune di Pordenone e della Fondazione Friuli, cui si aggiungono lo special partner Servizi Cgn e altri soggetti privati, la rassegna monografica, giunta alla 27.edizione, rinnoverà il format che rimane un unicum nel panorama dei festival letterari europei.

Saranno ancora una volta otto giorni di incontri, conferenze, letture teatrali, musica, mostre, a tu per tu con il protagonista e con i personaggi legati al suo mondo.

ECCEZIONALMENTE AD OTTOBRE 2021, CON TAPPE NEL CORSO

DELL’ANNO. Dato il perdurare della situazione legata

alla persistenza della pandemia COVID 19, abbiamo

deciso di spostare Dedica dalla consueta

collocazione di marzo al mese di ottobre – spiega il

presidente di Thesis Antonino Frusteri – confidando

in un festival in presenza ed evitando il più

possibile sovrapposizioni con altri eventi in

regione. Sarà, quella del 2021, un’edizione

caratterizzata da un programma con diverse tappe nel

corso dell’anno: abbiamo già avviato il progetto con

le scuole superiori, che si concluderà con la fine

dell’anno scolastico; in primavera prevediamo di far

partire anche l’attività con le scuole primarie, e –

conclude Frusteri – contiamo di proporre le

anteprime di Dedica entro l’estate. È una situazione

eccezionale quella che stiamo vivendo, ma lavoriamo

per superarla, nella speranza di ritrovare, nel

2022, quella normalità che per noi significa

organizzare DedicaFestival in marzo e con la

partecipazione del pubblico.

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DEDICACARD, SOSTEGNI E AGEVOLAZIONI. Nel frattempo, con un piccolo contributo
è possibile sostenere le iniziative di Thesis, fra cui Dedica, e ricevere in omaggio la Dedicacard nominativa, valida per il 2021 (si può sottoscrivere sia on-line sia a Pordenone nella sede di Thesis, in Piazza della Motta 2 e nelle librerie Einaudi-Giavedoni e Quo Vadis?) che garantisce per tutto l’anno sconti nelle librerie partner e nei negozi convenzionati a Udine e a Pordenone. Durante il festival consente inoltre di prenotare il posto per gli eventi a pagamento, eventuali riduzioni sul prezzo del biglietto, accesso preferenziale agli eventi a ingresso libero e, per i soci straordinari, l’ingresso gratuito al concerto conclusivo del festival e la monografia Dedica a Paolo Rumiz. Regolamento, dettagli e informazioni su www.dedicafestival.it (sezione Partecipa).

RUMIZ Paolo, writer

© BASSO CANNARSA

PAOLO RUMIZ, BIOGRAFIA. Paolo Rumiz, che si è detto

“onorato e molto contento” di essere al centro di

Dedica 2021, è il quarto fra gli scrittori italiani

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protagonisti in 27 anni di storia del festival (gli altri sono stati Claudio Magris, Dacia Maraini e Antonio Tabucchi, preceduti, nei primi anni della rassegna – quando era focalizzata sulla realtà del teatro di ricerca – da Moni Ovadia, Laboratorio Teatro Settimo, Cesare Lievi e la Compagnia Teatrale I Magazzini).

Giornalista e scrittore, Rumiz nasce a Trieste nel 1947. Inviato speciale de “Il Piccolo” di Trieste e in seguito editorialista di “La Repubblica”, ha seguito gli eventi politici che, a partire dagli anni Ottanta, hanno portato a laceranti conflitti e alle successive trasformazioni nell’area balcanica.

Nel 2001 è inviato ad Islamabad e Kabul per documentare il conflitto afghano. È autore di reportage giornalistici, di libri di viaggio e di narrativa. Per i suoi lavori ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti tra i quali Il Premio Hemingway (1993), Premio Max David 1994 come migliore inviato italiano dell’anno (1994), Premio Capri – San Michele (2003), Premio Giornalistico Marco Luchetta (2006), Premio Chatwin (2007), Premio Lawrence (2012), Premio ANA – Giornalista dell’anno (2013), Premio Procida-Isola di Arturo – Elsa Morante ( 2016).

PAOLO RUMIZ, BIBLIOGRAFIA Danubio. Storie di una nuova Europa, Studio Tesi, 1990; La linea dei mirtilli. Storie dentro la storia di un paese che non c’è più, Editori Riuniti, 1993 e (nuova edizione riveduta) 1997; Vento di terra.

Istria e Fiume, appunti di viaggio tra i Balcani e il Mediterraneo, Mgs Press, 1994 e 2007 e BEE, 2020;

Maschere per un massacro. Quello che non abbiamo

voluto sapere della guerra in Jugoslavia, Editori

Riuniti, 1996-1999 e (con una nuova introduzione

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dell’Autore) Feltrinelli, 2011; Fotoreporter italiani nell’ex Jugoslavia, con Carlo Cerchioli, Petruzzi Editore, 1996; La secessione leggera. Dove nasce la rabbia del profondo Nord, Editori Riuniti, 1997 e Feltrinelli, 2001; Tre uomini in bicicletta, con Francesco Altan, Feltrinelli, 2002 e 2014; È Oriente, Feltrinelli, 2003 e 2005;

Gerusalemme perduta, con Monika Bulaj, Frassinelli, 2005;

La leggenda dei monti naviganti, Feltrinelli, 2007 e 2011;

Annibale. Un viaggio, Feltrinelli, 2008; L’Italia in seconda classe, Feltrinelli, 2009 e 2010; La cotogna di Istanbul. Ballata per tre uomini e una donna, Feltrinelli, 2010 e (nuova edizione completamente riveduta) 2012; Il bene ostinato, Feltrinelli, 2011e 2013; Trans Europa Express, Feltrinelli, 2012 e 2015; A piedi, Milano, Feltrinelli, 2011; Morimondo, Milano, Feltrinelli, 2013 e 2015; Come cavalli che dormono in piedi, Feltrinelli, 2014 e 2016; Il Ciclope, Feltrinelli, 2015 e 2017; Appia, Feltrinelli, 2016 e 2017; Dal libro dell’Esodo, con Cécile Kyenge, Edizioni Piemme, 2016; La Regina del Silenzio, La Nave di Teseo, 2017; Il filo infinito, Feltrinelli, 2019; Il veliero sul tetto. Appunti per una clausura, Feltrinelli, 2020.

I “DEDICATI” DELLE EDIZIONI PRECEDENTI

Giunta alla 27. edizione,

la manifestazione ha esordito con protagonisti del

teatro di ricerca

per poi passare nel 1998 a Moni Ovadia, nel 1999 a

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Claudio Magris, nel 2000 a Dacia Maraini, nel 2001 ad Antonio Tabucchi, nel 2002 ad Amin Maalouf, nel 2003 a Vassilis Vassilikos, nel 2004 ad Assia Djebar, nel 2005 a Paco Ignacio Taibo II, nel 2006 ad Anita Desai, nel 2007 ad Amos Oz, nel 2008 a Nadine Gordimer, nel 2009 a Paul Auster, nel 2010 a Hans Magnus Enzensberger, nel 2011 a Cees Nooteboom, nel 2102 a Wole Soyinka, nel 2013 a Javier Cercas, nel 2014 a Tahar Ben Jelloun, nel 2015 a Luis Sepúlveda, nel 2016 a Yasmina Khadra, nel 2017 a Björn Larsson, nel 2018 ad Atiq Rahimi, nel 2019 a Gioconda Belli, nel 2020 a Hisham Matar INFORMAZIONI Thesis Associazione Culturale, Pordenone, tel. 0434 26236 info@dedicafestival.it, www.dedicafestival.it Facebook: Dedica festival Pordenone Twitter: @dedicafestival Instagram: dedica_festival Youtube: Dedica Festival

E.L.

Il borghese Pellegrino

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La vicenda si svolge nell’ottobre del 1900 in Toscana nel Castello di Campoventoso.

Il proprietario della tenuta, Secondo Gazzolo, insieme a sua moglie Clara hanno invitato per un fine settimana di svago e per discutere di importanti affari commerciali alcuni ospiti illustri: il banchiere Viterbo, tanto ricco quanto ingenuo divoratore di vivande, il dottor D’Ancona, potentissimo delegato del Consiglio di Amministrazione del Debito Pubblico della Turchia, Reza Alyan, giovane funzionario turco dello stesso consiglio, l’assicuratore Bonci con sua figlia Delia in età da marito, il professor Mantegazza, fisiologo di fama internazionale e il signor Pellegrino Artusi da Forlimpopoli, florido mercante e famoso gastronomo.

In questo contesto non potevano certo mancare l’impeccabile maggiordomo Bartolomeo e la cameriera Crocifissa detta Crocetta, giovane arguta ma un po’ troppo chiaccherona.

Il fine settimana a Campoventoso era cominciato, come di prammatica, con la visita del castello e della tenuta. A seguire un ricco pranzo con dieci portate e una partita di biliardo, il tutto in un’atmosfera apparentemente tranquilla,

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ma non priva di una certa tensione tra gli ospiti: in ballo l’ingresso della finanza europea negli scambi commerciali con il decadente Impero Ottomano.

Durante la notte uno degli invitati muore misteriosamente, chiuso a chiave nella propria camera da letto.

Sarà compito dell’ispettore Saverio Maria Artistico da Siena capire se si è trattato di morte naturale o di omicidio, in un alternarsi di circostanze che non collimano, passaggi segreti e tresche clandestine

Secondo romanzo per lo scrittore Marco Malvaldi dopo “Odore di chiuso” che vede come protagonista Pellegrino Artusi, scrittore, critico letterario e gastronomo, autore del famoso libro di ricette “La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene”. Il volume scritto vent’anni dopo l’unificazione dell’Italia, racconta la cucina nazionale attraverso la r a c c o l t a d i b e n 7 9 0 r i c e t t e , d a l u i p e r s o n a l m e n t e sperimentate, frutto dei numerosi viaggi dell’Artusi in giro per l’Italia. Come scrive l’autore nel suo diario “la cucina è un linguaggio universale, che ha bisogno di essere capito solo da chi lo pratica: forse solo la musica può stargli alla pari.

Eppure, si può stare giorni, settimane e mesi interi senza ascoltare una melodia, ma provatevi a stare un giorno senza mangiare!…”

Marco Malvaldi, scrittore di professione chimico, ritiene che anche la gastronomia come la chimica sia una scienza complessa, rigorosa e stuzzicante quanto la sublime arte dell’investigazione.

Un giallo storico dove i personaggi parlano con la terminologia dell’epoca e che, specie nelle fasi finali, ci regala alcuni momenti di piacevole ilarità.

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PREMIO LUCHETTA: E’ ALBERTO MATANO IL PRESIDENTE DELLA GIURIA 2021! LA NUOVA EDIZIONE AL VIA OGGI, 28 GENNAIO, 27° ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI MOSTAR

– È Alberto Matano, uno dei più noti anchor” del TG1 RAI, dal 2020 al timone del

programma quotidiano di attualità “La vita in diretta” su Rai1, il presidente di Giuria del Premio Giornalistico internazionale Marco Luchetta 2021. Sarà lui a guidare la selezione degli elaborati in concorso e a premiare i vincitori di questa 18^ edizione del Premio Luchetta, importante riferimento per il giornalismo a sostegno dell’infanzia violata e minacciata. «Sono molto onorato ed emozionato di essere il presidente della 18^ edizione del Premio Luchetta, un premio entrato nel mio cuore non appena sono tato scelto per presentare la Serata “I nostri Angeli”, nel 2015 – ha dichiarato Alberto Matano – Accolgo questo compito con grande responsabilità e grande gioia, consapevole che segna un legame importante con la Fondazione, con la famiglia e con Trieste.

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Alberto Matano Il Premio Luchetta è il Premio del buon giornalismo.

Incarna valori estremamente attuali, legati ai colleghi che n o n c i s o n o p i ù . O g g i , i n u n m o n d o g l o b a l i z z a t o e apparentemente connesso, ma dominato da grande confusione e incertezza, è ancora più cruciale che siano i giornalisti a raccontare ciò che accade e a testimoniare la verità. Nel tempo delle fake news, a noi il compito di fare questa informazione».

Il Premio Luchetta 2021 si apre simbolicamente nel 27°

anniversario dalla strage di Mostar, che ricorda i giornalisti RAI Marco Luchetta, Alessandro Ota e Dario D’Angelo, uccisi da una granata il 28 gennaio 1994, mentre stavano realizzando un servizio giornalistico sui bambini vittime della guerra balcanica. Pochi mesi dopo un analogo destino toccava al cineoperatore Miran Hrovatin, assassinato a Mogadiscio con la giornalista Ilaria Alpi. Per ricordare questi giornalisti, e perché nuove generazioni di colleghi diventassero “sentinella”

delle violenze e sopraffazioni sui bambini, nel 2004 la Fondazione Luchetta, Ota, D’Angelo, Hrovatin istituiva

il Premio giornalistico Internazionale Marco Luchetta. «Sono passati 27 anni – osserva la Presidente della Fondazione, Daniela Luchetta – Se ripenso a quei giorni, mi sembra impossibile che da tanto dolore siano nate la Fondazione e il Premio intitolato a Marco, due realtà generate dalla volontà di ricordare lui, i suoi colleghi e il giornalismo di qualità, accomunate dal desiderio di proteggere i bambini più fragili, così come avevano fatto loro con il piccolo Zlatko»

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La 18^ edizione del Premio sarà ancora una volta dedicata a giornalisti e fotoreporter che, da qualsiasi latitudine del pianeta, sapranno testimoniare e raccontare con sensibilità le ingiustizie e le violenze sui più piccoli: uno spirito umanitario fatto proprio dalla Fondazione Luchetta, nata proprio per garantire accoglienza e intervento sanitario ai bambini provenienti da ogni parte del mondo, affetti da malattie non curabili nel loro Paese d’origine. Sono in gara quest’anno al Premio Luchetta gli elaborati pubblicati o diffusi fra il 2 marzo 2020 e il 21 marzo 2021: le opere in concorso devono essere state pubblicate su una testata giornalistica registrata, sia essa cartacea, televisiva o web.

Ogni lavoro in gara, non più di tre per ciascun candidato, dovrà essere inviato online e accompagnato da sintesi descrittiva, breve profilo professionale e scheda autore compilata. Sono cinque, anche quest’anno, le

sezioni in concorso: TV NEWS, riservata al giornalista che ha realizzato il miglior servizio giornalistico della durata massima di 8 minuti; STAMPA ITALIANA, riservata all’autore del miglior articolo pubblicato su quotidiani o periodici nazionali anche web; REPORTAGE, riservato al giornalista che ha realizzato il miglior reportage della durata massima di 80 minuti; STAMPA INTERNAZIONALE, riservato al giornalista, autore del miglior articolo non italiano anche web;

FOTOGRAFIA, riservato al fotografo per il miglior scatto pubblicato su un

periodico o quotidiano anche web a corredo di un articolo o commento didascalico. Dettagli e bando consultabili sui siti www.premioluchetta.com www.fondazioneluchetta.eu

Istituito dalla Fondazione Luchetta con la RAI, organizzato da Prandicom, il Premio è

coordinato dalla curatrice Francesca Fresa con il Segretario Generale della Giuria Giovanni Manzini

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Io volevo sognare più forte IL NUOVO LAVORO DI EDOARDO DE ANGELIS PER SUGGELLARE 50 ANNI DI CARRIERA.

E’ uscito il suo nuovo lavoro discografico «Io volevo sognare più forte» (Il cantautore necessario/Musica del sud/Egea music), con la co-produzione di Fabio Ferri e Alberto Laruccia, album con cui l’artista festeggia il cinquantesimo anno di attività. non c’è una canzone più bella ed una più lontana dal mio sentire. Sono tutte poesia sgorgate dall’animo di un poeta che ha sempre visto il mondo ad occhi “chiusi” ma a cuore aperto. Ogni brano ha il suo carisma, quello che mi ha lasciato senza fiato è sicuramente Il lupo non verrà.

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Vero che Edoardo ha scritto per cinquant’ anni pezzi che sono entrati nell’animo. Chi non ricorda Lella e la sua vittoria nel girone giovani cantautori nel Cantagiro del 1971. Lella è stata reinterpretata negli anni da tantissimi cantanti tra cui Antonello Venditti. Non dimentichiamoci la sua lunga collaborazione tra l’altro con tanti mostri del folk italiano da De Gregori a Dalla, dallo stesso Venditti a Sergio Endrigo e tanti altri. Un album che festeggia 50 anni di carriera ma che dei ventuno incisi e interpretati da Edoardo, è secondo il mio modesto parere il migliore, l’apice di un poetare sublime che tocca l’anima ed il cuore di che si appresta ad ascoltare l’intero disco. In questo album si segnala anche un tratto politico in favore dell’Europa unita, quasi un manifesto europeista. Ogni canzone è una storia a se ma il filo conduttore è sempre uno : l’amore e la passione per ciò che l’autore vuole far arrivare all’orecchio di chi ascolta.

Un disco da collezione da non perdere e da non tenere solo in

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uno scaffale, ma da ascoltare in continuazione per permettere alle parole e alla musica di metabolizzarsi nel più profondo del nostro io. Grazie Edoardo per questo tuo grande lavoro partorito anche dopo un anno davvero nero per tutta l’umanità a causa di una pandemia che ci ha cambiato tutti, ma che ha lasciato nei saggi come te, ancora la forza e la voce di dare sempre una speranza di vita ed ai sentimenti più puri che un essere umano non dovrebbe mai calpestare.

“Io volevo sognare più forte”, ed è disponibile dallo scorso 15 gennaio.

Enrico Liotti

enrico.liotti@ildiscorso.it RIPRODUZIONE RISERVATA

FVG TERRA DI SCRITTORI:

MASSIMO CACCIARI RACCONTA

BIAGIO MARIN E I MEMORABILI

INCONTRI ANNI ’70.

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Biagio Marin

«Biagio Marin, un poeta di respiro europeo. Ma certamente influenzato dal rapporto con la sua terra, con Grado in particolare: d’altra parte città come Gorizia, Trieste, e il territorio che racchiudono sono da sempre un grande crocevia internazionale di culture, tradizioni, conflitti e soprattutto linguaggi». Parola del filosofo Massimo Cacciari, che di Biagio Marin custodisce un ricordo speciale legato agli incontri di fine anni Settanta, e alla confidenza a poco a poco acquisita con la “lingua” del grande autore gradese: «non semplicemente un dialetto, ma una rarefazione del linguaggio poetico». Proprio alla città di Marin e alla (ri)scoperta della

Massimo Cacciari

sua straordinaria opera è dedicato il primo “Viaggio digitale”

del format promosso da Fondazione Pordenonelegge insieme alla Regione Friuli Venezia Giulia e a PromoTurismoFVG: “Grado

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e l’azzurro vento di lontanìa di Biagio Marin” titola la breve ma intensa escursione in programma sabato 30 gennaio, dalle 10 su Facebook e Youtube di pordenonelegge – e successivamente sui canali di PromoTurismoFVG – nell’ambito del ciclo “Friuli Venezia Giulia terra di scrittori. Alla scoperta dei luoghi che li hanno ispirati”. Un progetto concepito per itinerari sul campo ma dalla primavera 2020 convertito in piccole full immersion online: per conservare il gusto del viaggio anche nei mesi di sospensione pandemica.

«Era già anziano, Biagio Marin, quando ci siamo conosciuti – spiega ancora Cacciari – eppure

Grado Ponte Aquileia

restituiva una sensazione di forza e “monumentalità”. Fu poeta coltissimo: aveva letto di tutto e con lui si poteva parlare dei presocratici e di Meister Eckhart, di Goethe, Novalis e Hölderlin. Nella sua poetica aleggia una compenetrazione

‘spinoziana’ della morte: una consapevolezza che aiuta a vivere ogni giorno nel pieno delle proprie forze, com’è evidente nelle poesie dedicate al figlio Falco. Così è anche per la sua lingua, che non è semplicemente il dialetto gradese, e non è la lingua della prosa: nei suoi versi confluisce quanto Marin aveva assimilato da altri linguaggi, da poeti di altre lingue, il risultato è del tutto peculiare, una lingua tutta sua, valorizzata da Pier Paolo Pasolini che volle inserirlo in una antologia poetica a inizio degli anni

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Cinquanta».

Grado vecchia

Con il nuovo viaggio digitale di Fondazione Pordenonelegge e PromoTurismoFVG ci addentreremo “per le stràe solesàe” di Marin: il dedalo natìo di calli e campielli dell’antico castrum, le basiliche, il battistero e il campanile accanto a quella che è oggi Piazza Biagio Marin, verso la panoramica

“diga” sul Nord Adriatico e le distese sconfinate di sole e d’azzurro, la linea dell’orizzonte in cui si perdono cielo e mare, sino al banco sabbioso della Mula di Muggia. Ma Biagio Marin significa anche e soprattutto paesaggi ancestrali: le migliaia di terre emerse e barene della laguna, le silhouette dei casoni, i silenzi sospesi solcati dal volo dei gabbiani, i colori riflessi, la luce abbagliante del giorno e la dolcezza rasserenante dei tramonti. E poi il porto canale, gli spazi raccolti del rientro in paese: le barche e le reti dei pescatori che si allungano accanto alle imbarcazioni dei diportisti. La città antica, la spiaggia della Mitteleuropa che rende omaggio al poeta con il monumento per Biagio Marin nel Parco delle Rose: l’”isola d’oro” da cui si dipartono mille itinerari generati da quel «dosso di rena, lido stretto e falcato sul vertice di un delta, che un fiume di una volta ha dimenticato». Oggi è il Centro Studi Biagio Marin a custodire, valorizzare e perpetuare l’opera del grande autore gradese in cui, verso dopo verso, si specchiano la città e i suoi scenari.

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Novità di questa nuova edizione, per ricordare il tema dell’accessibilità: i viaggi digitali saranno realizzati anche in LIS (Lingua Italiana dei segni). Gli itinerari si possono ritrovare sul canale Youtube di pordenonelegge e sul sito turismofvg.it

Dj Tubet e il suo “gang sign”

per i friulani

All’inizio di dicembre su tutti i distributori digitali e in formato cd è uscito il primo album solista di Dj

Tubet, il rapper e freestyler di Nimis noto per l’uso della lingua friulana in questi generi musicali. Nella

copertina di «Fin Cumò», questo il titolo, il “Tubo” fa un segno particolare con le mani che ha dietro una

storia, e quindi l’abbiamo sentito per farcela spiegare.

Mandi Dj Tubet, ci ha incuriosito la F che tracci con le dita in copertina, racconta ai nostri lettori

cosa significa.?

Quella è la F di Friuli.

E non la F di Fin Cumò, il titolo del cd, quindi.?

No, no. È un simbolo che ho ideato e uso da un po’. È una citazione di quei gesti che alcuni rapper

d’oltreoceano, ispirati dalla cultura delle gang, fanno con le mani. Si chiamano “Gang Signs” e

simboleggiano l’appartenenza a un gruppo o un territorio.

Molti di questi, oltre a segni con le mani anche

slogan, sono diventati parte della cultura popolare americana e non solo.

E quindi il tuo “Gang Sign” è per il nostro Friuli?

Esattamente: è la F che dovrebbe fare chi si sente di appartenere a una ideale “gang del Friuli”.

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In copertina faccio una F che io chiamo “di pace”, perché ha come base il dito indice e richiama alla

calma al gesto del silenzio ed è dunque un segnale di appartenenza composto e riflessivo.

D i c i a m o u n a F p e r l e g r a n d i o c c a s i o n i , u n a F d i rappresentanza. Ma ce n’è una anche “di guerra”.

Una versione diversa? Cioè?

La si vede all’interno del cd, ritratta nel murales che mi raffigura realizzato a Gemona dal writer Kerotoo:

in questo caso il gesto si fa più aggressivo avendo come base il dito medio.

Questa tipologia di F è perlopiù usata dalla comunità dei rapper o in situazioni più cruente di sfottò

goliardico.

Da dove nasce l’idea della versione di pace e guerra?

Mi sono ispirato alla storia del Patriarcato del Friuli il cui il vessillo araldico cambiava colorazione di

sfondo in base ai periodi di guerra e di pace, rispettivamente blu con l’aquila gialla in pace e rosso durante

i combattimenti.

Un simbolo per tutti i friulani a seconda del loro umore, quindi.

A seconda di umore e situazione, e che sia per tutti: non voglio che sia il simbolo “di Dj Tubet”. Io mi

auguro diventi patrimonio comune e ci riconosciamo in questo segno, quasi un “mandi” più al passo con i tempi-

DJT

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“Un seme di collina” è il nuovo libro fotografico di Nerina Toci, edito da Fondazione Mudima

Un tempo il mio sguardo veniva condizionato dai sogni, dalla superficie emotiva, dove il punto focale era l’indagine sulla mia identità e su ciò che rappresentava il reale per me. Ad oggi il mio tentativo secondo è di catturare la struttura dell’identità universale attraverso l’esperienza sensibile. Mi pongo una domanda: che cosa è il reale?

Nerina Toci Un seme di collina è il nuovo libro fotografico di Nerina Toci.

Curato da Davide di Maggio ed edito da Fondazione Mudima, è un progetto work in progress che comprende una selezione di fotografie realizzate tra il 2017 e il 2020 in Sicilia, principalmente tra i versanti asimmetrici dei monti Nebrodi, e

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che nasce da un ben precisa esigenza di definizione del reale.

All’inizio del suo percorso di ricerca artistica, lo sguardo di Toci era condizionato dai sogni e dall’emotività; il punto focale della sua indagine era la sua identità e ciò che per lei rappresentava il reale. Questo volume raccoglie un intenso lavoro, che esemplifica l’evoluzione artistica della fotografa: dopo aver gradualmente eliminato la propria figura dagli scatti, Toci cerca di catturare l’identità universale attraverso l’esperienza del sensibile.

L’interesse antropologico – con la costante riflessione sulla figura femminile, sul senso del luogo e del confine – e l’interrogazione sul reale spostano la funzione della fotografia da quella estetica a quella reale: la vera risposta s t a n o n n e l c a t t u r a r e e p o s s e d e r e l a r e a l t à , m a nell’accettazione della sua esistenza.

La giovane fotografa albanese, originaria di Tirana, che per molti anni ha vissuto in Sicilia, si occupa di fotografia dal 2015 e riserva da sempre, nel suo lavoro, un ruolo centrale alla sua terra di adozione.

Nei sui lavori sensuali e misteriosi – dei quali anche Letizia Battaglia ha sottolineato l’inquietudine e la grazia – riesce a rappresentare la sua realtà, la sua immaginazione sconfinata, che varca i confini della fotografia e ci porta in un mondo incantato dove la mente è libera di viaggiare. La chiave per capire il suo lavoro va cercata nel fatto che, applicando leggi proprie, supera la visione monoculare che la fotografia impone. Il lavoro di Nerina Toci parte dalla fotografia ma prende subito altre rotte, diventando opera d’arte. La macchina fotografica è semplicemente un mezzo che le consente di esprimere quello che per un fotografo è impossibile: uscire dalla realtà che ci circonda per addentrarsi in una sorta di Wunderkammer – una realtà personale che diventa universale – nella quale entriamo insieme a lei.

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Davide di Maggio, curatore del volume, dice di lei: «Il fotografo blocca un istante in eterno, lei apre quell’istante all’infinito. Le sue fotografie non hanno a che fare con l’effimero della nostra società, ma hanno piuttosto quella

“perennità” delle opere che si tramandano nel tempo. Il tempo non è un limite ma diventa suo alleato. La realtà che la circonda non le interessa, la sua è un instancabile ricerca di un mondo che non trova, ma che è ben chiaro nella sua lucidissima immaginazione e che riesce a esprimere nelle sue fotografie anche grazie ad un grandissimo talento. Questa è la forza di Nerina Toci, il suo fascino, il suo magnetismo. E questo è il sogno dell’arte che grazie a lei si avvera e che questo nuovo libro ci restituisce in tutte le sue parti mettendo in luce il ruolo centrale da lei assunto tanto come testimone del mondo dell’arte e della realtà sociale in profondo mutamento che la circonda, quanto come protagonista di nuovi percorsi di ricerca e di espressione artistica».

Il libro è acquistabile sul sito di Fondazione Mudima:

www.mudima.net (sezione Shop) e in libreria.

Alcuni degli scatti di Nerina Toci possono essere ammirati dal pubblico nella mostra collettiva La Face autre de l’autre Face, alla Fondazione Mudima fino al 12 marzo 2021.

L’esposizione, curata da Davide di Maggio, arriva a Milano dopo essere stata ospitata al Muc – Musée Urbain Cabrol di Villefranche de Rouergue e raccoglie opere di 21 artisti, principalmente italiani, attivi in diversi campi dell’arte, da quella visiva, alla fotografia, ai video e alle installazioni.

Oltre a Nerina Toci, sono: Daniela Alfarano; Gabriele Basilico; Renata Boero; Loris Cecchini; Pierpaolo Curti;

Diamante Faraldo; Claudio Gobbi; Francesco Jodice; Christiane Löhr; Uliano Lucas; Giovanni Manfredini; Sabrina Mezzaqui; Ugo Mulas; Federico Pietrella; Alfredo Pirri; Andrea Salvino;

Nicola Samorì; Andrea Santarlasci; Alessandro Verdi; Nicola Verlato.

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L’esposizione sarà visitabile in assoluta sicurezza, con accessi contingentati nella quantità e nella frequenza.

Informazioni e prenotazioni: www.mudima.net Nerina Toci

UN SEME DI COLLINA

Edizioni: Mudima

A cura di: Davide Di Maggio

Contributi di: Davide Di Maggio, Achille Bonito Oliva, Lorand Hegyi, Dominique Stella

E uno scritto di: Nerina Toci Pagine: 178

Lingua: Italiano/Inglese Copertina in brossura cartonata

Dimensioni: 22×26 cm Prezzo: 30 Euro

Nerina Toci nasce a Tirana il 21 gennaio del 1988. Vive e lavora tra Palermo e Milano. Nel 2015 inizia a fotografare, prediligendo il bianco e nero. Ha esposto in Italia, Albania e in Cile. Nel 2015 prende parte alle mostre collettive Interior intimo meo al Castello Gallego di Sant’Agata di Militello e a Kermesse

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d’Arte” presso la Biblioteca Comunale di Mistretta. Nel 2016 le prime mostre personali in Italia: La fotografia media i conflitti, alla Casa delle Culture a Palermo, Nuk bëhet allo Spazio Loc a Capo d’Orlando; quindi la collettiva Cupiditas presso l’Archivio Storico Comunale di Palermo. Nel 2016 realizza anche la prima personale all’estero: Imazhi është e vetmja kujtesë që unë kam, al Concord Center Galeri di Tirana. Ancora, nello stesso anno vince il premio

“Guido Orlando – Premio fotografico Peppino Impastato.” Dal 2017 inizia il ciclo di mostre personali in Cile, Buscandome, all’Istituto Italiano di Cultura a Santiago e a La Sebastiana Museo Pablo Neruda di Valparaiso. Il ciclo di mostre in Cile continua nel 2018 con le mostre al Museo Gabriela Mistral Vicuña e al Museo Histórico Gabriel González Videla La Serena. Nello stesso anno partecipa alle collettive Baus°Art al Castello di Bauso di Villafranca Tirrena e Segreto al Centro Internazionale di Fotografia di Palermo.

Nel 2017 esce il suo primo libro, L’immagine è l’unico ricordo che ho, edito da Navarra, con la prefazione di Letizia Battaglia. Inoltre collabora con la rivista indipendente di poesia e cultura Niederngasse. Le collettive continuano nel 2019, con la mostra Visionari al Centro Internazionale di fotografia di Palermo. Sempre nel 2019 cura con Davide Di Maggio la mostra Il corpo è un livido a Palazzo Ducale di Massa.

Ufficio stampa: Delos

Miela per asporto 28 GENNAIO DA BUCHENWALD A BELSEN diario della prigionia di Osiride Brovedani

Un esempio di docu-teatro on line sul canale youtube del Teatro Miela : narrazione, musica e immagini d’archivio.

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Con Alessandro Mizzi e l’accompagnamento musicale alla fisarmonica di Stefano Bembi. Drammaturgia di Stefano Dongetti e regia video di Sabrina Morena e Antonio Giacomin.

Una produzione Bonawentura, in collaborazione con il museo

“Casa di Osiride Brovedani” e la Fondazione Osiride Brovedani.

La narrazione di Alessandro Mizzi, sottolineata dalla fisarmonica di Stefano Bembi, e le immagini d’archivio dei campi di sterminio dove Brovedani è stato prigioniero, ci accompagneranno in un viaggio nell’interiorità del deportato.

Evento on-line visibile gratuitamente sul canale youtube del Teatro Miela da giovedì 28 gennaio alle 18.30.

Rainbow Free Day: ultima settimana della prima edizione della più grande vetrina di indipendenti italiana

Un rush finale pieno di tanti, tantissimi appuntamenti quello del Rainbow Freeday. Ricorderemo il Giorno della Memoria, parleremo dei temi caldi dell’attualità culturale, economica e politica del settore cultura e spettacolo. E poi tanta, tantissima musica, il teatro con alcune interessanti proposte di Laboratori dell’ATCL Lazio. Si chiude così la prima

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edizione del Rainbow Freeday, una quindici giorni fittissima di appuntamenti, oltre 200, che è stata anche una preziosa occasione per fare, come si suol dire, la conta del settore in Italia: e sono, siamo in tantissimi, pieni di idee e di tanto da dire. In questa edizione oltre 500 e con un grandissimo seguito di pubblico.

Lunedì 25

11.00 avremo The best of Slow Club: rotocalco libero e indipendente realizzato da Slow Music, un progetto a cura di Stefano Bonagura, Corrado Gambi, Massimo Poggini e Claudio Trotta, con la collaborazione di Michaela Berlini e la partecipazione di numerosi ospiti, musicisti, ballerini, s c r i t t o r i , g i o r n a l i s t i , a t t o r i , r e g i s t i , a u t o r i televisivi.Ospiti: Mario Lavezzi, Lucio Salvini, Tom Chacon e Marco Bonino.

Alle 12.00 torna il momento dedicato ai negozi di dischi e di strumenti musicali.

Alle 15.00 in programma lo spazio dedicato ai festival e alle e t i c h e t t e d i s c o g r a f i c h e a c u r a d i M a s s i m o D e l l a Pelle e Giuseppe Marasco: in programma la presentazione della label Thewebengine; a seguire alle 15:30 NICO*NOTE Webinar free, un workshop sulla voce in diretta Live con interazione degli allievi.

A l l e 1 6 . 0 0 l ’ a p p u n t a m e n t o c o n M a r c o Testoni e Massimo, conduttori del programma i Soundtrack C i t y , i l f o c u s s a r à s u l V R E F e s t c o n M a r i a n g e l a Matarozzo e Marina Massaroper raccontare l’unico festival italiano dedicato realtà virtuale e tecnologie immersive.

S e g u e S a l o t t o C i n e m a : d i L u n g o m e t r a g g i o d i finzione: produzione e distribuzione con Rebecca Basso, Renato Giugliano, Alessandra Pescetta, conducono Claudia Barcellona e Lorenza Somogyi Bianchi.

Alle 17.00 si aggiungono tutta la settimana per il Teatro alcuni interessanti Laboratori creativi realizzati e promossi da ATCL – Circuito Multidisciplinare del Lazio / Spazio

Rossellini: con

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e il suo furbo aiutante della Compagnia Chien Barbu Mal Rasè.

Alle 18.00 è il momento di Due chiacchiere con.. a cura di Giordano Sangiorgi in cui Jonathan Giustini parlerà della nuova Radiofonia, ospite Massimo Garofalo di Radio Elettrica.

Lo spazio Live Rainbow, delle ore 21.00, sarà dedicato alla canzone d’autore di Roberto Kunstler.

Per la serie di incontri curati da Claudia Barcellona e Piero Cademartori: Melior de cinere surgo, cultura in movimento nei dintorni dell’Etna in collaborazione con Naxos.

Martedì 26

Alle 11.00 ricordiamo l’appuntamento quotidiano The best of Slow Club ospiti: Paolo Jannacci, Paolo Barillari, Franco Fabbri voce e chitarra, Mirko Puglisi pianoforte e tastiere, Cochi Ponzoni, Ranuccio Sodi e Ricky Gianco.

Alle 12.00 sarà il momento dedicato ai negozi di dischi e di strumenti musicali.

Alle 15.00 in programma lo spazio dedicato ai festival e alle e t i c h e t t e d i s c o g r a f i c h e a c u r a d i M a s s i m o D e l l a Pelle e Giuseppe Marasco. In programma uno speciale focus sul mondo della world e della folk: Giuseppe Marasco coordinatore di It-Folk incontra Saul Beretta (Musicamorfosi), Davide Mastropaolo (Agualoca records), I Lautari con la presentazione i n a n t e p r i m a d e l l o r o v i d e o c l i p ; e M a r i o Gulisano dell’Alkantara festival e Antonio Melegari (Li Ucci Festival).

Alle 16.00 durante Soundtrack City condotto da Marco Testoni e Massimo, Massimo Privitera intervisterà Marco Testoni tra musica, visual media e multimedia. Segue Salotto Cinema: si parlerà di Promozione e comunicazione con Rebecca Basso e Livia Rodà, conducono Claudia Barcellona e Lorenza Somogyi Bianchi.

Alle 17.00 – Laboratorio

c r e a t i v o c o n e i l s u o f u r b o aiutante della Compagnia Chien Barbu Mal Rasè.

Alle 18.00 è il momento di Due chiacchiere con.. a cura di

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Giordano Sangiorgi, Giuseppe Marasco (It-Folk) ci parlerà della scena world e folk in Italia. Fra gli interventi: Andrea Del Favero (Direttore artistico di Folkest), Fabio Scopino (manager di Italian world beat), Giuseppe De Trizio (Radicanto – direttore artistico, Coordinamento Slc CGIL Puglia) – Eric Van Monckhoven (world music lab).

Alle 21.00 per i Live Rainbow in programma La notte della World e Folk Music con la presentazione della compilation It – Folk sul folk italiano con: Calabria Orchestra, Antonio Nicola Bruno, Francesco Loccisano, I lautari, Parafonè, Ciccio Nucera, Sossio Banda, e tanti altri. A seguire, per il progetto We Have a Dream Red Ronnie per Rainbow ospita H.E.R e il duo di chitarra battente Francesco Loccisano e Marcello De Carolis.

Si conclude la giornata con l’incontro curato da Claudia Barcellona e Piero Cademartori: Rigenerazione territoriale tramite l’arte in collaborazione con Divulgarti e Terapia Artistica Intensiva.

Mercoledì 27

Alle ore 10.00, in occasione del Giorno della Memoria, si terrà Speciale Indipendenti-Giorno della Memoria con un video in esclusiva di Letizia Fuochi e i video di Enrico Fink &

Raiz feat. Frank London “Lemi Evke” [da Musica dal Mare]

e Enrico Fink. Arlo Bigazzi & Cantierranti “Tumbalaika” [da Senza Padrone] proposti da Materiali Sonori. A seguire i video di Lina Gervasi a cura di Musica Lavica Records e il video di Alexia Santino Spinelli e Guest a cura di FederArteRom.

A l l e 1 1 . 0 0 a p p u n t a m e n t o c o n T h e b e s t o f S l o w Club ospiti: Woody Gipsy Band, Saturnino, Tigullio4Friends Caravan, Paola Minaccioni, Claudio Zanelli e Luisa Cottifogli.

Alle 12.00 è il momento dedicato ai negozi di dischi e di strumenti musicali.

Alle 15.00 durante lo spazio dedicato ai festival e alle e t i c h e t t e d i s c o g r a f i c h e – a c u r a d i M a s s i m o D e l l a Pelle e Giuseppe Marasco– ci sarà la presentazione della Robin Hood Records e del cantautore Sale alle 15:30.

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Alle 16.00 l’appuntamento con il programma Soundtrack City i conduttori Marco Testoni e Massimo intervisteranno gli Oliver Onions ovvero Guido & Maurizio De Angelis

Segue Salotto Cinema in cui si discuterà di Marketing del film con Rebecca Basso e Livia Rodà, conducono Claudia Barcellona e Lorenza Somogyi Bianchi.

Alle 17.00 appuntamento con il Laboratorio creativo Burattino del Natale Passato.

Alle 18.00 è il momento di Due chiacchiere con.. a cura di G i o r d a n o S a n g i o r g i , s i p a r l e r à d i E s i b i r s i i n regola con Giuliano Biasin (Esibirsi soc. Coop.).

Alle 21.00 durante il Live Rainbow Porfirio Rubirosa uscirà con il nuovo disco.

Il programma termina con l’incontro curato da Claudia Barcellona e Piero Cademartori: Arte ed etica ambientale in collaborazione con Divulgarti e Officine Fagus.

Giovedì 28

11.00 avremo The best of Slow Club: rotocalco libero e indipendente realizzato da Slow Music, un progetto a cura di Stefano Bonagura, Corrado Gambi, Massimo Poggini e Claudio Trotta, con la collaborazione di Michaela Berlini e la partecipazione di numerosi ospiti, musicisti, ballerini, s c r i t t o r i , g i o r n a l i s t i , a t t o r i , r e g i s t i , a u t o r i televisivi.Ospiti: Anna Foria,Giorgio Verdelli, Jack Anselmi con Rubens Menabue, Martha Rossi e Giancarlo Pini.

Alle 12.00 sarà il momento dedicato ai negozi di dischi e di strumenti musicali.

Alle 15.00 in programma lo spazio dedicato ai festival e alle e t i c h e t t e d i s c o g r a f i c h e a c u r a d i M a s s i m o D e l l a Pelle e Giuseppe Marasco Imarts con Mario Incudine e alle 15.30 dell’Isola Tobia Label con i suoi artisti e i suoi progetti.

Alle 16.00 appuntamento con Soundtrack City dove i c o n d u t t o r i M a r c o T e s t o n i e M a s s i m o Privitera intervisteranno Maurizio Filardo.

Segue Salotto Cinema: si parlerà di Festival con Luca

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Paci ed Elisa Marchesini, conducono Claudia Barcellona e Lorenza Somogyi Bianchi.

Alle 17.00 torna il Laboratorio creativo con Sorpresa di Natale.

Alle 18.00 è il momento di Due chiacchiere con.. a cura di Giordano Sangiorgi con Fabrizio Galassi vedremo Come utilizzare e monetizzare social e streaming.

Alle 21.00 nello spazio Live Rainbow il cantautore Peppe Voltarelli ci terrà compagnia con Canzoni per evitare celebrità e soldi

L’ultimo appuntamento è con Claudia Barcellona e Piero Cademartori, si parlerà de Il femminile nell’arte in collaborazione con Divulgarti e Terapia Artistica Intensiva.

Venerdì 29

Alle 11.00 ricordiamo l’appuntamento quotidiano The best of Slow Club ospiti: Livio Magnini, Francesco Pezzulli, Lilac Will, The Zoo, Alleluia di Haendel e Marzia Ercolani

Alle 12.00 torna il momento dedicato ai negozi di dischi e di strumenti musicali.

Alle 15.00 in programma lo spazio dedicato ai festival e alle e t i c h e t t e d i s c o g r a f i c h e a c u r a d i M a s s i m o D e l l a Pelle e Giuseppe Marasco con Disincanto, la label di Laura Valente, che presenterà un live di Angelina Mango.

Alle 17.00 è il momento del Laboratorio creativo con Alla scoperta delle stagioni

Alle 18.00 è il momento di Due chiacchiere con.. a cura di Giordano Sangiorgi dove ci sarà un incontro con ospiti a sorpresa con Claudio Trotta

Alle 21.00 in programma Live Rainbow, con YMF con il Live You’re my Friend di Senza Dubbi e il collettivo artistico c o n M a t t e o B e c u c c i , A t t i l i o F o n t a n a , M i r i a m Masala, Foresta, Jeyel, Daniele bagni, Raffaele Chiatto, Fabiano Costi, Michela Costi, Andy Kream, Raphael, Alice Caioli, Stefy Evita, Andrea Colonnese, Maria, Saita, Stev-n e Giovanni Usai.

A l l e 1 9 . 0 0 S o u n d t r a c k C i t y – c o n d o t t o d a M a r c o

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Testoni e Massimo Privitera- in programma lo Speciale

#senzamusica a sostegno dei lavoratori dello spettacolo ai tempi del Covid19 con ospiti nazionali e internazionali, per comprendere meglio le difficoltà e il supporto che hanno avuto i musicisti nelle varie parti del mondo.

Si conclude con Claudia Barcellona e Piero Cademartori, si parlerà deLOGOSFERE, poeti tra due mondi .

Sabato 30

Alle 12.00 è il momento dedicato ai negozi di dischi e di strumenti musicali.

Alle 15.00 in programma lo spazio dedicato ai festival e alle e t i c h e t t e d i s c o g r a f i c h e a c u r a d i M a s s i m o D e l l a Pelle e Giuseppe Marasco con Rossana Luttazzi che presenterà le iniziative della Fondazione Lelio Luttazzi.

Alle 16.00 si terrà Soundtrack City, Marco Testoni e Massimo Privitera intervisteranno Vince Tempera.

A seguire la presentazione di Manifesto per la pandemia, una breve raccolta filmica degli esponenti del mondo artistico e culturale sul vissuto dei lunghi mesi trascorsi ed ancora in corso nell assenza di dialogo tra addetti ai lavori e i s t i t u z i o n i . D a u n a i d e a d i J e n n i Perlangeli, 8MOON comunicazione e del Collettivo mujeres nel cinema.

Alle 17.00 l’ultimo appuntamento con il Laboratorio creativo con Alla scoperta del circo con Capitan Brassura e il suo furbo aiutante Jok della Compagnia Chien Barbu Mal Rasèorganizzato da ATCL

Alle 18.00 è il momento di Due chiacchiere con.. a cura di Giordano Sangiorgi in cui Bruno Casini parlerà con Giordano Sangiorgi delle origini della musica indipendente con l’Independent Music Meeting e il successivo MEI. Interverrà con un proprio rappresentante la Siae e il Nuovo Imaie con il Presidente Andrea Miccichè insieme ad altri ospiti per parlare del futuro della musica.

Alle 21.00 il Live Rainbow si apre con un concerto interattivo dei bergamaschi SOS e poi il doppio live con Cisco e Fabrizio

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Taver Tavernelli.

A seguire, alle 23.00, l’appuntamento con Claudia Barcellona e Piero Cademartori per parlare di Editoria indipendente: una risorsa per la bibliodiversità a cura dell’associazione ADEI. E poi l’incontro con la casa editrice LEDizioni.

I l R a i n b o w c h i u d e a m e z z a n o t t e c o n i l d j T h e d o i n collaborazione con le Associazioni Dj!!!

PORDENONE, DA LUNEDI’ 25 GENNAIO “NARRATORI D’EUROPA”

Si apre lunedi’ 25 gennaio alla 15.30 la nuova edizione di

“Narratori d’Europa”, il ciclo di incontri su e con gli autori ideato e curato da Stefania Savocco, docente di lettere e operatrice culturale, organizzato dall’IRSE, Istituto Regionale di Studi Europei, con sede a Pordenone. Diretta s t r e a m i n g s u p i a t t a f o r m a d i g i t a l e , c o n a c c e s s o gratuito dal link: bit.ly/IRSE_NarratoriEuropa2021 e dal giorno seguente in differita sul canale Youtube e sulla pagina Facebook dell’IRSE.

“Storie nella storia del Novecento” è il tema portante dell’edizione 2021: un filo rosso legato alle “terre d’Europa silenziose”, oscurate geograficamente dalle nazioni più potenti che sono costantemente al centro dei riflettori.

Si parte lunedì con “Anime baltiche” dello scrittore, giornalista e viaggiatore olandese Jan Brokken: come sempre letture, approfondimenti multimediali e interviste scandiranno l’incontro, al quale seguiranno, ogni settimana (lunedì 2, 9 e 16 febbraio sempre dalle 15.30) gli incontri dedicati a “Patria”, dello spagnolo Fernando Aramburu, a

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“L’ottava vita” della scrittrice georgiana Nino Haratischwili e al romanzo “Eugenia” dell’autore francese Lionel Duroy, su vicende dimenticate nella Romania tra le due guerre.

Novità rilevante, per questa edizione 2021, è l’incrocio di

“Narratori d’Europa” con il nuovo progetto IRSE “Memoria, Consapevolezza, Responsabilità: storie di un’Europa inedita e poco conosciuta”, rivolto a studentesse e studenti delle Scuole Secondarie regionali di Secondo Grado. Storia, letteratura e tecnologia digitale sono le coordinate in cui si inscrive il Progetto, sostenuto dalla Regione Friuli Venezia Giulia, ideato per favorire l’approfondimento della storia del Novecento attraverso la letteratura contemporanea: per stimolare la consapevolezza e il senso di responsabilità per una cittadinanza attiva, grazie al confronto fecondo fra la prima metà del Novecento e le sfide dell’attualità.

Consultabile online al link bit.ly/IRSE_MemConsResp il Progetto propone agli studenti di realizzare un video breve (della durata fino a 15 minuti), partendo proprio da uno dei quattro romanzi che scandiscono la serie “Narratori d’Europa”, legati dal titolo “Storie nella storia del Novecento” Nel

“Kit Studenti” caricato sul sito i partecipanti troveranno alcuni estratti significativi di ciascun romanzo e le indicazioni tecniche per la realizzazione del video, che prevede riprese in orizzontale e un elaborato in formato mp4, d a t r a s m e t t e r e v i a w e t r a n s f e r a irse@centroculturapordenone.it entro il 13 marzo 2021, unitamente ai form previsti dal bando.

“Abbiamo scelto appositamente romanzi che ripercorrono molti avvenimenti cruciali del XX secolo – sottolinea la curatrice Stefania Savocco – e lo fanno attraverso saghe familiari, storie a volte di personaggi famosi, come in ‘Anime baltiche’, ma soprattutto di vita quotidiana, relazioni e sentimenti, tragedie, ma anche ricerca personale di felicità, ambizioni, successi. Con particolare attenzione il progetto focalizza sui decenni tra le due guerre,anni di crescita

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economica e imprenditoriale, di avanguardie culturali, arte e musica, con diversi protagonisti spesso di origine ebraica, ma anche periodo di odi razziali e nascita di totalitarismi».

Jan Brokken con “Anime baltiche” ci guiderà fra le strade di Riga, dove Janis Rose fondò un’importante casa editrice nel 1914, contribuendo al risveglio culturale di un Paese che si s a r e b b e d i l ì a p o c o l i b e r a t o d a l g i o g o z a r i s t a . In “Patria”, di Fernando Aramburu, scopriremo invece i Paesi baschi – Euskadi, nella loro lingua – e ci immergeremo nella storia di un’amicizia finita ai tempi dell’Eta. Nino Haratischwili e “L’ottava vita (per Brilka)” ci consentirà di conoscere “il Paese che, con i suoi abitanti, promuove qualità amabili come la sacra ospitalità e meno amabili come pigrizia, opportunismo e conformismo”, la Georgia. Con Lionel Duroy, già reporter per il quotidiano Libération, andremo infine a Bucarest e a Iasi, nelle città dove gli ebrei ci appariranno considerati ladri e ingannatori perché insediatisi in posti che si sarebbero voluti riservati ai romeni. “Eugenia” è un libro sul pregiudizio e spiega come i regimi autoritari si possano imporre laddove vi siano omertà, occhi bassi e ignavia.

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