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CAPITOLO 3 : IL PROGETTO

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Academic year: 2021

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CAPITOLO 3 : IL PROGETTO

3.1 DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO

Il progetto è articolato sulla sistemazione generale dell’area e il recupero ed il riuso delle strutture esistenti, nel massimo rispetto delle caratteristiche urbanistiche ed architettoniche.

La planimetria generale schematizza ed evidenzia gli elementi che sono stati sottoposti all’intervento di recupero; l’area è caratterizzata dalla presenza di spazi pubblici e privati, modulati su una sequenza di luoghi che hanno origine dalla piazza pubblica, cioè lo spazio che consente la penetrazione all’intero complesso. Essa è direttamente accessibile dal viale del Tirreno, è un semplice spazio rettangolare che idealmente collega tale complesso a quello della Colonia situata dalla parte opposta del viale. Tale piazza è circondata in parte dal portico, il quale ne è una continuazione: ora lo spazio diventa coperto da un corridoio sostenuto da robuste colonne riportate allo stato originario. Il portico rappresenta lo spazio di distribuzione, che consente di raggiungere sia le residenze sia il centro polifunzionale, ed è anche l’elemento che collega il gruppo degli edifici, così come era in origine. Diventa anche luogo di incontro, di relazione e soprattutto di filtro tra lo spazio edificato e gli spazi a verde che sono da esso nascosti. Infatti, dietro i volumi compatti e pesanti, oggetto di recupero, si apre una vasta area verde che costituisce lo spazio pubblico, che diventa luogo di incontro, gioco, e dove vi si insinuano servizi di interesse collettivo e sociale come il teatro all’aperto.

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Planimetria generale del progetto legenda: 1: EDIFICIO RESIDENZIALE 2: VERDE PRIVATO 3: PORTICO DI COLLEGAMENTO 4: PIAZZA PEDONALE 5: AREA ESPOSITIVA 6: PARCHEGGIO 7: VERDE PUBBLICO 8: TEATRO ALL’APERTO 9: RECEPTION E BAR

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La proposta di progetto che verrà esposta in questo capitolo riguarda, nello specifico, il recupero di tipo conservativo dei corpi principali della Colonia: il corpo nord destinato a residenze, il corpo sud destinato a centro espositivo e culturale, con spazi polifunzionali.

Particolare attenzione è stata posta nella scelta degli elementi da conservare e in quelli da poter variare, valutando attentamente il confronto tra quello che rappresentava tale edificio storico in termini di linguaggio architettonico, e quello che rappresenta nel presente cioè sede di innovazione dal punto di vista tecnologico.

Una delle difficoltà incontrate durante lo studio di tale intervento, è stata appunto l’integrazione corretta delle nuove tecnologie in un oggetto che appartiene ad un'altra realtà architettonica, dal punto di vista dello stile e dell’organizzazione spaziale.

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3.2 LE SCELTE ARCHITETTONICHE FUNZIONALI

LE RESIDENZE

Il progetto delle residenze nasce come sviluppo coerente all'impostazione data dal Programma Intergrato di Intervento, relativa all’intera UTOE di Calambrone, in cui si è adottata una prospettiva di sostenibilità ambientale, che qui è stata sviluppata a scala architettonica. L'obiettivo di conferire agli interventi edilizi un'elevata qualità urbana, architettonica e abitativa è stato perseguito coordinando il progetto alle diverse scale, con la volontà di realizzare un edificio concepito come un organismo aperto in relazione con il luogo, che offra spazi di relazione per i suoi abitanti, che sappia usare la natura ed il luogo come risorse naturali, riducendo i costi globali dell'intervento, sia in termini energetici che di impatto ambientale, attraverso l'uso più appropriato della tecnologia e il recupero di elementi della tradizione architettonica locale che avevano ragioni funzionali, e che possono essere tradotti in forme contemporanee.

Funzionalmente il problema è quello di trasformare il corpo nord delll’edificio, una volta destinato ai dormitori, a complesso plurifamiliare. Da un’attenta analisi delle caratteristiche esistenti sono stati definiti i capisaldi della progettazione che riguardano:

- la forma dell’involucro esterno: non può essere né variata, né alterata perché costituisce un evento architettonico di significato preciso. Come già specificato, tale complesso è sottoposto a vincoli poiché ritenuto un bene di interesse storico e artistico;

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- accesso principale alle abitazioni: avviene dal portico, sul fronte est, sfruttando tale elemento caratterizzante dell’intero complesso edilizio;

- aperture: poiché i prospetti principali sono caratterizzati da una scansione regolare di finestre, esse permangono nel progetto così come sono state concepite;

- copertura piana: tipico elemento dell’architettura razionalista, essa non viene toccata formalmente ma viene integrata con un giardino estensivo.

Il risultato ottenuto consiste in una serie di sedici abitazioni, aggregate in un edificio in linea, distinte in due tipologie di diverse dimensioni: la tipologia simplex, cioè appartamenti che si sviluppano su un solo piano, e la tipologia a patio.

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Appartamenti del tipo simplex sono stati ricavati nel corpo centrale della colonia, dove risiedevano i servizi, cinque al piano terra e cinque al piano primo. Questo gruppo di appartamenti ha la caratteristica di avere l’accesso in comune che avviene dal portico, sfruttando così l’originario accesso principale della Colonia, evidenziato dal doppio volume e dalla scalinata centrale. Vengono così conservati e ripristinati questi elementi che caratterizzavano il vecchio impianto distributivo e funzionale: la scala consente di raggiungere il piano primo dove un ballatoio permette l’accesso agli appartamenti.

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La tipologia a patio viene inserita nelle ali del corpo destinato appunto alle residenze. Sono state create sei unità di questo tipo, ognuna delle quali si sviluppa su due piani: il piano terra ospita la zona giorno, con spazi aperti e tra loro in comunicazione; la zona notte si colloca sul piano primo. Esse sono cieche su due lati nord e sud, sono quindi allineate secondo l’asse nord-sud e si affacciano su entrambi i lati liberi sfruttando l’apertura al sole e alla luce naturale. L’altezza interna dei vani si presenta di 370 cm al piano terra e 390 al primo piano, così come nello stato attuale.

Con un radicale intervento all’interno che mira a sfruttare in modo diverso il volume di costruito esistente disponibile, si inserisce, nel “cuore” della

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casa, un giardino interno. La strategia progettuale è stata di costruire, dentro il corpo di fabbrica esistente, una nuova zona che apra l’ambiente originario sia da un punto di vista spaziale che microclimatico poiché ogni residenza, pur essendo caratterizzata da ampie bucature sui lati est e ovest, non presenta un sufficiente ingresso di luce naturale nel cuore dell’ambiente. Questa soluzione ha creato una serie di aperture in tutta la casa che permettono di vedere attraverso l’edificio e consentono alle brezze di circolare liberamente in tutti gli ambienti per convezione naturale, con importanti effetti refrigerativi.

Sezione trasversale

Il giardino interno è il fulcro della residenza, funge da elemento regolatore del microclima e favorisce la ventilazione.

Elementi conservati

Per quello che riguarda il corpo destinato alle residenze, la conservazione riguarda l’involucro esterno, le dimensioni delle aperture e le distanze tra

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di esse nei prospetti principali, l’accesso principale con la scala che sarà comune per quel gruppo di appartamenti che sono ricavati nel corpo centrale della colonia. Importante quest’ultimo elemento, poiché permette di ripristinare la scalinata principale, così come troviamo allo stato attuale, seguendo le disposizioni del DPR del 24 luglio 199, n° 503:

“ Le scale devono presentare un andamento regolare per tutto il loro sviluppo, dove non risulta possibile è necessario mediare ogni variazione del loro andamento per mezzo di ripiani di adeguate dimensioni. Per ogni rampa di scale i gradini devono avere la stessa alzata e pedata; le rampe devono contenere possibilmente lo stesso numero di gradini, caratterizzati da un corretto rapporto tra alzata e pedata.”

Le scale comuni e quelle di edifici aperti al pubblico devono avere il corrimano su entrambi i lati; inoltre:

- larghezza minima 120 cm - pedata minima 30 cm

- somma tra il doppio dell’alzata e la pedata compresa tra 62/64 cm. - Dove c’è interruzione del corrimano, deve essere prolungato di 30 cm - Parapetto altezza minima 100cm.

Elementi nuovi

L’intervento mira a conservare le strutture principali, l’aspetto esterno, gli spazi di accesso esterni. Internamente all’edificio, invece, si è reso necessario un intervento che consentisse una diversa destinazione d’uso rispetto a quella originaria e nonché a quella dell’attività ospedaliera.

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Nel corpo centrale dove si hanno gli appartamenti, i vani, che in origine erano occupati dalle camere del personale e dagli spazi di servizio, sono stati oggetto di una nuova divisione interna pur mantenendo la struttura portante esistente. Questo avviene per far fronte alla nuova funzione abitativa, e per un maggiore sfruttamento degli spazi a disposizione. Si ottengono degli appartamenti di 60 mq circa, abitabili da un nucleo di tre persone.

Altro importante elemento nuovo è il giardino interno della tipologia a patio, inserito comunque in una zona dove non si va a toccare la struttura portante esistente.

Inoltre il tetto giardino completa la serie dei principali interventi che vanno a modificare l’esistente.

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IL CENTRO POLIFUNZIONALE

Il corpo sud della colonia presenta un accesso principale dal portico: tale accesso viene conservato ed accentuato dalla presenza di ampie aperture vetrate. Dal portico accediamo alla reception, fiancheggiata da un corridoio che consente l’accesso alla sala esposizioni o ad altri spazi quali la sala dibattiti, i servizi igienici e gli spazi di svago come il bookshop e il ristorante. Questi ambienti vengono inseriti in quelli che sono i volumi esistenti. Viene creato un percorso semplice e regolare che permette di sfruttare al massimo tutti gli spazi presenti senza stravolgere l’esistente. Sul fronte strada vengono invece ridisegnate le aperture poichè nello stato attuale è visibile come esse abbiano subito molte variazioni di forma, di come siano state tamponate, modificate e di nuovo tamponate.

L’ampia sala a doppio volume, che un tempo era la sede del refettorio, è stata riportata al suo stato originario e ben si presta ad ospitare esposizioni di qualsiasi genere.

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Legenda:

E01: RECEPTION E02: SALA DIBATTITI E03: SERVIZI

E04: BOOKSHOP E05: RISTORANTE E06: SALA ESPOSIZIONI

Elementi conservati

L’involucro esterno e gran parte dei setti murari interni vengono ripristinati. Vengono conservate le altezze dei vani e la copertura piana di ogni corpo. Il portico, nella sua parte terminale dal lato del viale del Tirreno, presenta un’apertura ad arco che è stata tamponata in passato. Questa verrà riaperta poiché rappresenta un elemento di collegamento con la Colonia F.I.E.

Elementi nuovi

La distribuzione delle aperture è completamente nuova. In corrispondenza della sala dibattiti sono inserite finestre a nastro che consentono una buona illuminazione naturale. Gli spazi attribuiti al ristorante ed al bookshop saranno forniti di adeguate aperture e di uscite di sicurezza, come disposto nella normativa attuale.

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3.3 IL VALORE DELL’ENERGIA

Lo studio di soluzioni bioclimatiche è stato applicato all’edificio destinato alle residenze, quindi riguarda il corpo nord della Colonia.

L’edificio è situato in una località molto soleggiata quindi una delle esigenze più sentite è quella di realizzare una riduzione dell’irraggiamento naturale, ottenibile per mezzo di un elevato livello di ombreggiamento. Il clima è caratterizzato da inverni miti ed estati calde; la strategia principale seguita nello sviluppo di questo progetto è quella di realizzare un adeguato sistema di difesa dal soleggiamento ed un sistema che permetta di favorire una buona ventilazione degli ambienti.

Sezione est-ovest del blocco delle residenze: sistemi utilizzati

Particolare attenzione è stata posta nello studio del benessere ambientale, da cui sono scaturiti, tenendo conto dei vincoli, l'orientamento, la forma, la distribuzione degli ambienti, il dimensionamento delle aperture, delle

FRANGISOLE TETTO GIARDINO TENDA A BRACCI ESTENSIBILI PAVIMENTO RADIANTE GIARDINO INTERNO SISTEMA DI ISOLAMENTO A CAPPOTTO

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capacità termica, a isolamento diffuso e permeabili al vapore) e degli infissi in relazione all'esposizione. Sono stati progettati e risolti l'illuminazione naturale, il comportamento igrotermico dell'edificio in ogni stagione dell'anno: d'inverno il sistema edificio-impianto combina gli aspetti passivi con un riscaldamento a pannelli radianti a bassa temperatura a pavimento, alimentati con una caldaia centralizzata a condensazione a basso consumo integrata da pannelli solari; d'estate l'inerzia termica dell'involucro, la protezione dall'irraggiamento diretto, la ventilazione naturale della copertura e degli ambienti favoriscono il raffrescamento.

A livello impiantistico sono state previste zone con debole emissione di campi elettromagnetici, è stata prevista la possibilità di raccolta dell'acqua piovana per usi non sanitari, l'adozione si sistemi per il risparmio idrico e l'adozione di pannelli solari per il riscaldamento dell'acqua calda ad uso sanitario.

ENERGIA E CONTROLLO CLIMATICO

L’elevata massa termica dei solai e delle pareti in laterizio, l’isolamento addizionale, i doppi vetri a bassa remissività con intercapedine, sono tutti elementi che contribuiscono al controllo naturale della temperatura. Queste misure si combinano ad un sistema di circolazione dell’aria. Ogni appartamento è ventilato meccanicamente grazie all’apertura interna che ospita il giardino pensile.

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LA VENTILAZIONE NATURALE

L’effetto camino è uno dei sistemi passivi mediante il quale si ottiene il raffrescamento durante il periodo estivo. Si realizza mediante un sistema semplice che facilita la circolazione dell’aria negli ambienti, consentendo l’allontanamento dell’aria calda e viziata.

Il sito piatto ed esposto alle brezze marine, caratterizzato da un clima estivo da maggio a settembre, riceve il massimo livello di radiazione solare benché l’influenza dei venti riesca a mitigare in parte l’effetto delle elevate temperature. Le strategie bioclimatiche sono state attuate soprattutto attraverso la scelta planimetrica dell’inserimento del patio e lo sfruttamento della ventilazione incrociata, grazie alla presenza di aperture sui due lati.

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3.4 SISTEMA COSTRUTTIVO E CONSIDERAZIONI TECNICHE

IL SISTEMA DI SCHERMATURA

La protezione dalla luce è stata studiata valutando attentamente la disposizione delle aperture dei prospetti principali. Come già detto in precedenza, uno dei elementi maggiormente vincolanti la progettazione del recupero, è stato il mantenimento dei prospetti e la loro conservazione allo stato originario. E’ stato quindi semplicemente innestato un efficiente sistema di schermatura in quelle che sono le aperture esistenti.

Sezione est-ovest del blocco delle residenze

Il prospetto principale è esposto ad ovest ed è caratterizzato da una maggiore esposizione in termini di ore di sole, durante il periodo estivo. Le aperture su questo fronte necessitano quindi di un’attenta schermatura, che sia totale appunto nel periodo estivo ma che consenta anche una

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giusta visibilità dell’esterno poiché i locali che vi si affacciano sono per lo più destinato alla zona giorno.

Il sistema adottato su questo fronte consiste in un frangisole ad elementi scorrevoli ripiegabili a libro, composti da profilati lamellari orizzontali di p.v.c., collegati tra loro con tubolari in acciaio zincato rivestiti sempre in p.v.c. La finestra è composta da vetro basso emissivo riflettente, composta da vetro esterno chiaro temperato di 4mm, intercapedine di 16mm e vetro interno stratificato di 6mm. Date le ampie dimensioni delle aperture, si necessita una esecuzione a tre ante, con una principale dotata di apertura ad ante, una scorrevole lateralmente ed una fissa.

Sul lato est, esposto al sole soprattutto nelle ore mattutine, il prospetto presenta la grande terrazza nella quale vi si accede tramite ampie porte finestre. Il sistema di protezione di tali aperture è costituito da semplici tende a bracci estensibili, fatte di tessuto, che conferiscono ombreggiamento efficace, consentendo il pieno sfruttamento dello spazio.

ante chiuse ante orientate

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L’ ISOLAMENTO A CAPPOTTO

Il sistema a cappotto per l’isolamento termico può essere utilizzato sia in edifici di nuova costruzione, sia in interventi di restauro o di risoluzione di problemi inerenti a quadri fessurativi con infiltrazioni d’acqua in facciata. In questo caso il sistema è stato applicato nelle pareti perimetrali esterne del corpo nord che ospita le residenze, dove la muratura esistente in blocchi di laterizio di 30 cm costituisce un ottimo supporto a tale sistema. Il sistema a cappotto comporta l’eliminazione totale dei ponti termici, ossia di quei punti della struttura in cui si hanno delle vie preferenziali per la dispersione di calore. Tutto ciò si applica al fine di migliorare il comfort abitativo nel rispetto del risparmio energetico, e per fornire al tempo stesso una soluzione al fenomeno di condensa del vapore acqueo.

Essenzialmente tale sistema di isolamento consiste nel fissare all’esterno delle pareti, tramite collanti e tasselli, dei pannelli coibenti che successivamente vengono rasati con una speciale colla, ed armati con una rete in fibra di vetro alcali-resistente, prima dell’applicazione finale del rivestimento a spessore a protezione degli strati sottostanti.

I componenti:

- Pannello isolante: la coibentazione viene garantita da pannelli in

polistirene espanso sinterizzato autoestinguente.

- Collanti e tasselli: hanno la specifica funzione di fissare i pannelli alla

muratura. L’incollaggio avviene mediante di adesivi premiscelati in polvere o in pasta.

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- Rete di armatura: in fibra di vetro alcali-resistente ha la funzione di

conferire al sistema un’adeguata capacità di resistere agli urti e a contenere le tensioni che si vengono ad originare a seguito degli sbalzi termici e dei fenomeni da ritiro.

- Rasatura: la funzione affidata alla rasatura è quella di proteggere,

insieme alla rete di armatura, il pannello isolante.

- Fissativo: ha la funzione di isolare e stabilizzare il fondo, al fine di

migliorare le condizioni di adesioni e compatibilità prima dell’applicazione dei rivestimenti murali.

- Strato di finitura: la finitura al pari della rasatura, svolge la funzione

protettiva degli strati sottostanti oltre a conferire un aspetto all’edificio nono diverso da quello tradizionale. Si utilizza un rivestimento additivato con specifici prodotti per evitare la crescita di alghe e funghi che facilmente si manifesta nei sistemi a cappotto.

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La coibentazione viene garantita dai pannelli in EPS, il cui spessore viene scelto a seconda delle esigenze di isolamento e comunque in osservanza della legge 10/91 e al D.P.R. 412/93.

La tabella che segue indica alcune caratteristiche identificative di alcuni pannelli scelti tra i prodotti di una delle più note aziende produttrici, la Fassa Bortolo:

Vengono inoltre riportati i dati tecnici degli altri prodotti che costituiscono il pacchetto di isolamento:

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Calcolo del coefficiente di trasmittanza K

Considerando il supporto esistente in laterizio con mattoni e blocco forato a fori orizzontali spessore 30 cm, assumendo le pareti interne intonacate con spessore di 1 cm di intonaco di base in calce e cemento,

V= 0.75 W/mK. I coefficienti liminari interno ed esterno è stato applicato il sistema a cappotto ottenendo i seguenti risultati:

tipo supporto Massa volumica Apparente Kg/m2 Spessore cm Resistenza termica M3K/W Spessore polistirolo cm C=0.030 W/mK Trasmittanza termica K= W/m2K Blocco forato 1800 30 0.87 4 0.42

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IL VERDE COME COMPONENTE DEL SISTEMA EDILIZIO AMBIENTALE

Per migliorare la qualità della vita si è divenuti sempre più consapevoli del valore del verde e degli spazi verdi all’interno delle aree urbane.

Dove l’inquinamento e il rumore aggrediscono l’ambiente, gli spazi verdi costituiscono un aspetto normalizzante migliorano la situazione in diversi modi: gli alberi attraverso la traspirazione, incrementano il contenuto di umidità nell’aria di solito molto secca negli ambiti urbani; le masse vegetali possono far abbassare la temperatura anche di 1-4°C durante i periodi più caldi; il fogliame trattiene le polveri e fissa i gas nocivi riducendo il livello di inquinamento dell’aria. In molte nazioni, via via che si fa sentire l’effetto della perdita di permeabilità del suolo, diventa più comune l’uso della vegetazione sui tetti piani o su falde poco inclinate. Il principio è semplice: ripristinare sulla copertura l’area verde occupata, a livello del terreno, dalla costruzione.

La colonia marina figli degli italiani all’estero, in stile razionalista, presenta una copertura piana praticabile, accessibile da una scala esterna. Tale copertura si presenta in buono stato ma si è reso necessario, nell’ottica di un miglioramento del benessere igrotermico dell’edificio. Un tetto verde aumenta l’isolamento termico e acustico e prolunga la durata del tetto attenuando gli sbalzi di temperatura. La vegetazione è un filtro naturale per le polveri e contribuisce a regolare il microclima nell’ambiente costruito, mentre, in caso di forti precipitazioni, il tetto verde funziona

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come una spugna e assorbe temporaneamente il 70-90% dell’acqua piovana e riduce così il carico sui sistemi di drenaggio.

Quando si parla di tetto verde occorre distinguere le due principali tipologie, estensivo e intensivo, che si distinguono per costi di costruzione, oneri di manutenzione e prestazioni globali. Il verde estensivo richiede spessori di substrato di coltivazione limitati (10 cm) e può essere realizzato su coperture piane o inclinate. Il peso del pacchetto degli strati destinati alla coltivazione delle piante è mediamente di 80-120 kg/m2. Gli oneri di manutenzione sono generalmente molto ridotti e questo grazie all’utilizzo di specie vegetali caratterizzate da basse esigenze nutritive, elevata resistenza agli stress termici ed idrici, bassa competizione inter ed intraspecifica e assenza di fenomeni di allopatia (Sedum, muschi, succulente, graminacee caratteristiche dei pascoli poveri ecc.). Sono esclusi in ogni caso interventi di concimazione o di irrigazione.

Il verde pensile intensivo richiede, invece, maggiori cure rispetto al precedente, in quanto prevede l’utilizzo di piante più esigenti nell’impianto e nella manutenzione e un più ampio impiego di tecnologie e materiali,

come l’impianto di irrigazione per integrare la perdita d’acqua subita dal complesso piante-terreno.

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Lo spessore del pacchetto destinato alla coltivazione può essere compreso tra 15 e 100 cm, il suo peso è di circa 150-250 kg/m2 (intensivo semplice) o di 250-1000 kg/m2 (intensivo complesso).

Come è facile intuire, i problemi principali di una copertura verde, composta da strati che assorbono e trattengono acqua anche per periodi prolungati, sono l’allontanamento delle acque meteoriche e di irrigazione e l’impermeabilizzazione della struttura portante, ancor più se si tratta di un tetto piano. Lo smaltimento dell’acqua in eccesso dal substrato di coltivazione è, inoltre, condizione essenziale per il funzionamento e il mantenimento dello strato vegetale. La superficie massima di ogni singola area di drenaggio è di 100-150 m2 e la distanza massima percorsa dall’acqua non deve essere superiore ai 15-20 m. La dimensione dei collettori di scarico varia in funzione dell’area servita, da 80 mm per 50 m2 a 150 mm per 150 m2. Per evitare inconvenienti durante la manutenzione, è importante che gli scarichi siano facilmente raggiungibili e ispezionabili: è quindi opportuno prevedere pozzetti d’ispezione in corrispondenza delle tubazioni di deflusso. In corrispondenza degli elementi tecnologici (bocchettoni, tubazioni, lucernari, ecc.) e degli elementi verticali, è necessario avere alcuni accorgimenti per scongiurare infiltrazioni di acqua: l’impermeabilizzazione, ad esempio, va riportata fino a 15 cm oltre il livello superiore dello strato drenante e fissata all’elemento verticale con particolari sistemi appositamente studiati, come profili di fissaggio e protezione, angolari in alluminio, ecc.

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Il tetto verde

Il tetto verde è costituito da un certo numero di strati, ciascuno con la propria funzione, variamente disposti a seconda della tipologia e della complessità della copertura. Gli strati principali di una copertura verde sono: strato di pendenza, strato isolante, strato di impermeabilizzazione, strato antiradice, strato protettivo e di separazione, strato drenante, strato filtrante, strato di coltura o substrato e strato vegetale.

Il verde non rappresenta un elemento statico ma rende possibile modificare le condizioni ambientali preesistenti, sia climatiche che morfologiche, trasformando anche il rapporto dell’uomo con l’ambiente. Poiché subisce modifiche continue sia per effetto del clima, delle stagioni, delle condizioni del terreno dove avviene la sua stessa crescita, il verde contribuisce in larga misura a garantire l’equilibrio psicologico e biologico dell’uomo e insieme la salvaguardia del suo ambiente di vita.

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IL RISCALDAMENTO RADIANTE A PAVIMENTO

Il sistema a pavimento è un mezzo di riscaldamento per irraggiamento, che impiega l’acqua circolante in una rete di tubi annegati nella soletta del pavimento. Tale sistema consente di ottenere una ripartizione del calore in modo uniforme sulla superficie di calpestio, fornendo un miglio benessere all’ambiente ed alle persone. La particolare ripartizione della temperatura degli ambienti, vicina ai valori ideali, permette inoltre di mantenere l’impianto ad una temperatura di gestione molto bassa, riducendo sensibilmente i consumi.

Nel riscaldamento a pavimento l’emanazione del calore avviene attraverso tutta la superficie del pavimento e la differenza di temperatura tra il pavimento rispetto all’ambiente risulta modesta e tale da non innescare moto convettivi nell’aria. L’acqua che arriva dalla caldaia, dopo essere stata opportunamente termoregolata, entra nelle serpentine dell’impianto e da queste cede calore per conduzione al massetto del pavimento, che a sua volta il pavimento cederà calore all’ambiente e alle persone per irraggiamento.

Il riscaldamento a pavimento è vantaggioso perchè:

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- riscalda e raffresca l’aria senza movimentare l’aria (maggior benessere) -aumenta la superficie utilizzabile degli ambienti con un corrispondente maggior valore dell’immobile (maggiore spazio vitale)

- riscalda con minor consumo di energia (risparmio energetico ed economico)

- riduce i costi di gestione

- non solleva polveri perché non circola l’aria, in quanto opera per effetto radiante

- è polivalente (maggiori vantaggi)

Inoltre tale sistema di riscaldamento con acqua calda a basse temperature consente di scegliere il tipo di energia: gasolio, gas, solare, pompe di calore, legna, scarti legnosi e masse biogene varie e qualsiasi altra, attuale e futura.

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IL SISTEMA DI RECUPERO DELL’ACQUA PIOVANA

L’acqua è una risorsa sempre più preziosa che nei paesi industriali viene sistematicamente sprecata. Anni di studio hanno dimostrato che una volta depurata da un sistema adeguato e correttamente installato, l’acqua piovana ha qualità e caratteristiche paragonabili a quelle dell’acqua distillata. I sistemi più affidabili ed efficaci comprendono questi passaggi: - l’acqua piovana che cade sulla copertura dell’edificio viene trattenuta filtrata da un dispositivo autopulente prima di essere raccolta in una cisterna. Quindi la pioggia che investe grondaie, converse, pluviali, caditoie, pozzetti di drenaggio e tubazioni di raccordo, viene convogliata verso un vero e proprio impianto di raccolta.

- un processo di depurazione a due stadi che non richiede alcuna manutenzione, si svolge all’interno della cisterna, quindi l’acqua risultante viene stoccata in un luogo buio e fresco

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La realizzazione di opere per la raccolta e la dispersione delle acque meteoriche permette di ottenere numerosi vantaggi.

Il fabbisogno giornaliero d‘acqua nel settore privato potrebbe essere soddisfatto per il 50% dell‘acqua piovana. Ovviamene si tratta di acqua non potabile che può essere utilizzata:

- per l‘irrigazione (favorendo un assorbimento ottimale dei minerali);

- per la lavatrice (l‘acqua piovana limita notevolmente la formazione di calcare) e le pulizie della casa;

- per il risciacquo del wc; - per il lavaggio di automezzi.

In Germania l’uso di sistemi di recupero delle acque piovane sta diventando sempre più diffuso in particolare in scuole, centri sportivi, edifici pubblici.

Nel caso in esame viene presa in considerazione una soluzione di questo genere, poiché si tratta di un complesso plurifamiliare di grandi dimensioni, quindi si ha un largo uso dell’acqua non potabile; inoltre la presenza di giardini e di ampi spazi a verde richiede l’uso di acqua per innaffiare.

La copertura del corpo nord che ospita le residenze è dotato di uno strato vegetale estensivo. Durante le piogge più intense questo strato trattiene parte dell’acqua piovana, che viene rilasciata gradualmente attraverso opportuni bacini di ritenzione fino a raggiungere il serbatoio di accumulo posto sul confine nord del lotto.

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3.5 STIMA DEI COSTI

Le indicazioni contenute nella Legge Quadro sui lavori pubblici (Legge 109/1994) e nel Regolamento di Attuazione (D.P.R 554/1999) implicano la prescrizione, rivolta ai responsabili del progetto preliminare di redigere un calcolo sommario della spesa, applicando alle quantità caratteristiche delle opere dei lavori i corrispondenti costi standardizzati determinati dall’Osservatorio sui lavori pubblici, il quale ha appunto il compito di "……determinare annualmente i costi standardizzati per tipo di lavoro in relazione a specifiche aree territoriali e per categoria di opere, facendone oggetto di una specifica pubblicazione" (art .4 Legge 109/94).

In loro assenza si applicano parametri desunti da interventi simili o si redige un computo metrico estimativo di massima con prezzi unitari di prezziari o listini ufficiali. Appare tuttavia interessante la proposta di utilizzare il costo standardizzato già in fase programmatoria, al momento cioè della stesura del Documento preliminare all’avvio della progettazione. Tale soluzione rende lo strumento un riferimento conoscitivo e informativo utile per l’assunzione delle successive decisioni. L’uso del costo standardizzato nella fase di programmazione, quando l’ente programmatore potrebbe non essere in grado di definire la tipologia costruttiva, la tecnologia e solo in maniera sommaria le quantità caratteristiche fa emergere chiaramente l’obiettivo finale del processo costruttivo cioè il rispondere a un bisogno. Lo studio del costo si pone come obbiettivo quello di verificare la congruità economica di un intervento fissando l’attenzione sulla risposta in termini funzionali e non solo

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economici al fine di istituire un parallelo fra il fabbisogno rilevato e intervento programmato. L’indicazione dei costi in fase programmatoria non vuole tuttavia vincolare a priori la risposta funzionale e qualitativa che gli enti, nella loro autonomia e libertà di programmazione, potranno fornire alla collettività, purché ne sia data una adeguata motivazione. I costi standardizzati rappresentano un riferimento dal quale potersi discostare per avere, per esempio, ritorni gestionali, contenimento di costi energetici, occasioni di project financing, ecc., ovvero un favorevole rapporto tra utilità delle funzioni previste e costi globali.

Il costo globale

La nuova legge sui lavori pubblici sottolinea l’importanza di riferimento in tutte le fasi della progettazione al costo globale. Nell’art. 15 del Regolamento di attuazione (D.P.R. 554/99) si legge "La progettazione ha come fine fondamentale la realizzazione di un intervento di qualità e tecnicamente valido nel rispetto del miglior rapporto tra i benefici e i costi

globali di costruzione, manutenzione, e gestione…". Spesso nel passato

gli aspetti economici di un'opera pubblica si sono concentrati solo sui costi immediati, ovvero sul costo iniziale per l'acquisizione dell'area edificabile e sui costi di costruzione. Per risolvere questo problema occorre in primo luogo introdurre il costo globale nel ciclo di vita ipotizzato quale elemento di valutazione delle scelte progettuali a tutte le scale, in modo da inquadrare fin da subito il problema della nuova costruzione con quello della sua gestione in un arco di tempo significativo.

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Alla luce delle nuove leggi in materia di consumi energetici (Decreto Legislativo 192 del 19 Agosto 2005) particolare attenzione deve essere rivolta agli aspetti impiantistici, orientando le scelte verso fonti di energia rinnovabile o in generale soluzioni finalizzate al risparmio energetico e al rispetto dell’ambiente. Per valutare i fabbisogni manutentivi e adottare idonee procedure organizzative sarà necessaria la conoscenza puntuale dei materiali e della componentistica, alla quale dovrà corrispondere una adeguata certificazione.

Il costo globale viene calcolato secondo la formula:

Cg = Cp + Cge · n · f ± Cd dove:

· Cg è il costo globale, · Cp è il costo di produzione,

· n è il numero di anni preso in considerazione per la stima, · Cge · n è il costo differito di gestione per l’anno n-mo,

· f = ( 1 + T ) / ( 1+ t ) e il fattore di attualizzazione dei costi differiti,

· T è il tasso medio dei costi differiti, diverso in realtà per ogni categoria di opere,

· t è il tasso di remunerazione del capitale,

· Cd è il costo di dismissione dell’opera al termine del ciclo di vita.

Occorre sottolineare il fatto che il ciclo di vita di un edificio non coincide con la sua vita fisica o con l’efficienza delle singole parti, perché il progressivo invecchiamento è influenzato anche dalla funzionalità, da nuove esigenze dell’utenza…ecc. Di norma ci si riferisce al periodo in cui

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è possibile garantire idonei livelli prestazionali con costi di funzionamento e d’uso accettabili, compresi quelli di manutenzione e riassetto funzionale. Si suggerisce di porre come obiettivo del progetto la limitazione del costo globale in un ciclo di vita di 20 anni. Sarà quindi possibile giustificare costi di costruzione superiori, nel limite del 10%, a fronte di risparmi significativi nel costo di gestione dell'opera.

Costo di produzione

Il costo di produzione comprende: 1.costo di acquisizione dell’area

2. costo di progettazione, direzione lavori, coordinamento della sicurezza e collaudi.

3. costo di trasformazione

4. oneri di urbanizzazione (primaria e secondaria)

Nella realizzazione dell’intervento saranno impegnate risorse private con intervento diretto degli operatori proponenti. Nel documento fornito dal Comune di Pisa, contenente l’avviso pubblico per la presentazione delle proposte per la formazione e l’attuazione del Programma Integrato di Intervento, riguardo gli interventi da localizzare a Calambrone, vengono esposti i costi di costruzione in riferimento alle attività di recupero primario, recupero secondario e di nuova costruzione. Tali valori unitari permettono di stimare l’entità economica dell’intervento. La Colonia viene integralmente recuperata poiché si trova in condizioni di degrado

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avanzato; si ipotizza un intervento di recupero di tipo primario (CPT) del valore di 925 €/mq di Superficie complessiva (Sc).

Residenziale, recupero:

3018 mq·925 €/mq= 2.791.650 € Polifunzionale, recupero:

1355 mq·925€/mq= 1.253.375 €

Il costo di costruzione ipotizzato per la realizzazione dell’intervento è stimato di 4.045.025 €.

La voce di costo riguardante gli oneri di urbanizzazione, è stata stimata di 140.000 €. Considerando il volume totale organismi edilizi:

residenziale: 7.350 mc servizi: 3.300 mc

Complessivamente l’intervento previsto sulla Colonia ha un valore economico di 4.200.000 €.

Costo di gestione

I costi di gestione di edifici a conduzione diretta possono venire individuati solo grazie ad analisi statistiche di dati storici, ovvero tramite il confronto con casi analoghi. Un modo di stimare i costi di gestione può essere basato sulla distribuzione dell’onere relativo agli interventi degli ultimi 10

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anni, rilevati su di un campione di edifici simili a quello in esame, distribuito uniformemente per anno.

Le principali voci di costo risultano essere:

- spese per il riscaldamento, che comprendono il combustibile e la manutenzione degli impianti;

- spese per la pulizia ordinaria e di fine anno; - spese per l’energia elettrica.

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