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Documento di Programmazione Finanziaria dicembre 2011 Documento di Programmazione Finanziaria

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Documento di Programmazione Finanziaria 2011-2012

Cap.1. L’andamento dell’economia romana

dicembre 2011

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Indice

PREMESSA: L’ECONOMIA ROMANA NEL QUADRO DELLA CRISI FINANZIARIA ITALIANA E INTERNAZIONALE

pag. 3

1.ILQUADROECONOMICO-PRODUTTIVO ” 7

1.1.Gli aspetti strutturali ” 7

1.1.1. La struttura delle imprese 7

1.1.2. Le specializzazioni dell’economia romana e il ruolo strategico del terziario

8

1.1.3. Il mercato del lavoro 11

1.2. La congiuntura e lo stato delle aspettative ” 19

1.2.1. L’evoluzione demografica delle imprese ” 19

1.2.2. Le dinamiche del valore aggiunto ” 22

1.2.3. Clima di fiducia delle imprese e dei consumatori ” 27 1.2.4. L’andamento della Cassa Integrazione e le previsioni di assunzione ” 29

1.2.5. Prezzi e inflazione ” 32

2.L’ATTRATTIVITÀ ” 35

2.1. Turismo e cultura ” 35

2.1.1. Attrattività turistica ” 35

2.1.2. Attrattività artistica e culturale ” 38

2.3. Il grado di apertura ” 39

2.3.1. Il commercio con l’estero ” 39

2.3.2. Apertura sociale e civile e integrazione multietnica ” 42 2.4. L’ambiente come fattore di attrattività e sostenibilità dello sviluppo ” 44

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PREMESSA: L’ECONOMIA ROMANA NEL QUADRO DELLA CRISI FINANZIARIA

La fase di ripresa post-recessione che si era delineata tra la fine del 2009 e tutto il 2010 si è mostrata piuttosto debole. L’economia internazionale, e a cascata quella europea e italiana, sta vivendo una nuova fase di rallentamento. I dati a disposizione, quasi mai disponibili con aggiornamenti in tempo reale e/o fruibili, sia a priori che a posteriori, su base di stime, non permettono di elaborare una chiara e realistica analisi della situazione in atto. Difficoltà maggiori si riscontrano quando il livello di dettaglio dei dati si restringe, ad esempio a livello provinciale o comunale, nel qual caso gli ultimi aggiornamenti disponibili risalgono anche a diversi anni prima.

Secondo l’ultimo Bollettino Economico della Banca d’Italia (ottobre 2011), dopo due trimestri di sostanziale stagnazione, nel secondo trimestre dell’anno la crescita in Italia è stata solo lievemente positiva: il PIL è aumentato dello 0,3% sul periodo precedente; le esportazioni hanno continuato a fornire il principale sostegno alla crescita; la domanda interna è rimasta debole.

Il quadro congiunturale è peggiorato nel terzo trimestre e, sulla base delle stime elaborate da Banca d’Italia per settembre, l’attività manifatturiera avrebbe fortemente rallentato nel complesso del trimestre. Gli indicatori disponibili confermano la debolezza della domanda interna, su cui incidono le prospettive riguardanti i livelli occupazionali e la maggiore incertezza sulla situazione economica generale. Prosegue invece la crescita delle vendite all’estero, pur in rallentamento in un contesto di minore vivacità della domanda mondiale.

Secondo le stime OCSE la ripresa economica dell’Italia slitta al 2013 con un PIL in aumento dello 0,5%. Infatti, le stime sulla crescita italiana del Pil nel 2011 sono state riviste verso il basso: dall’1.1% stimato in primavera, sono passate a quota +0.7%. Non ci sono buone prospettive per l’occupazione: dall’8.1% del 2011, la disoccupazione – secondo le stime e le previsioni Ocse – salirà prima all’8.3% nel 2012, per aumentare ancora nel 2013, salendo a quota 8.6%.

Stando alle diverse analisi in atto, tra cui l’analisi del centro studi di Confindustria (CsC), prima di poter parlare di un miglioramento della fase recessiva bisognerà aspettare la metà del 2012. Per questa ragione è quanto mai doveroso lavorare per garantire il ritorno alla

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stabilità del sistema produttivo, intervenendo sia per agevolare le condizioni di accesso al mercato del lavoro e al credito sia per supportare l’internazionalizzazione.

***

Roma si conferma, non soltanto nei confronti della Regione Lazio ma anche nei riguardi dell’intero Paese, un importante bacino economico con un’esplicita vocazione terziaria sostenuta dalla presenza della Pubblica Amministrazione e di aziende del terziario avanzato e rafforzata dall’elevata attrattività turistica e dalle diffuse attività nei settori della cultura, formazione e ricerca.

Le più aggiornate previsioni sul valore aggiunto, elaborate da Prometeia negli Scenari per le economie locali di febbraio 2011, consentono di ipotizzare attese di crescita del sistema economico romano rispetto agli eventuali trend nazionali e regionali: la produzione del valore aggiunto dovrebbe essere in fase di ripresa, specie in quei comparti che maggiormente caratterizzano la vocazione settoriale dell’economia capitolina. In particolare, proprio per il periodo 2011, le stime indicavano un incremento della produzione di valore aggiunto nella Capitale (1,4%), concentrato maggiormente nel settore industriale agricolo (2,8%) seguito dal settore delle costruzioni (1,7%) e da quello dei servizi (1,5).

Anche lo scenario delineato per il 2013 dall’Unioncamere è favorevole per l’economia romana soprattutto se confrontato con le previsioni regionali e nazionali:

 i tassi di crescita medi annui del valore aggiunto sono più sostenuti nella provincia di Roma rispetto alle altre aree considerate;

 sia il valore aggiunto pro capite sia quello per occupato si prevede in netta crescita.

Secondo tali previsioni, quindi, dopo un periodo caratterizzato da evidente crisi, la ricchezza prodotta nella provincia della Capitale recupererebbe una dinamica di crescita tendenziale, per cui anche la forte incertezza presente ancora sul mercato del lavoro dovrebbe essere contrastata da miglioramenti degli indicatori dell’occupazione.

Guardando alla dinamica nel 2010 le imprese attive della provincia di Roma sono aumentate

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del 2008. Si conferma la specializzazione terziaria della Capitale rispetto al quadro nazionale, che emerge in modo evidente se si considera che, sul totale complessivo delle imprese, l’87,1% opera nel comparto dei servizi.

In particolare è nel terziario innovativo che si registra la maggiore distanza di peso percentuale di imprese attive tra Roma e l’Italia: nella provincia di Roma si rileva così una più alta concentrazione di imprese strategiche nel terziario, incluse le funzioni del terziario pubblico e di rappresentanza, settori nei quali l’indice di specializzazione raggiunge valori decisamente elevati. Questa presenza accresce la competitività dell’intero sistema economico capitolino attraverso effetti a cascata che l’offerta di servizi qualificati produce trasversalmente su tutte le attività produttive.

L’andamento della domanda turistica nelle strutture ricettive del Comune di Roma, vede nel 2010 una inversione di tendenza rispetto allo scorso anno, mostrando un segnale di ripresa, nonostante la profonda crisi finanziaria che ha colpito molti altri mercati del territorio. Il trend annuale recupera la flessione degli ultimi due anni: gli arrivi nelle strutture di mercato di Roma, segnano il 9,4% in più dell’anno precedente e i pernottamenti l’8,3% . Continua invece il trend negativo, iniziato già dal 2004, della permanenza media in città passando dalle 2,54 giornate del 2009 alle 2,52 del 2010.

Nel complesso la struttura del mercato del lavoro romano presenta degli indicatori che, nonostante il clima recessivo, continuano a mostrarsi sensibilmente migliori di quelli rilevati sia a livello regionale che nazionale.

Nello specifico il tasso di attività è pari al 53,4% in aumento rispetto al 2009 (52,9%); il tasso di disoccupazione continua a crescere e nel 2010 si attesta al 7,9%, mantenendosi comunque su livelli più bassi rispetto al dato regionale (9,3%) e a quello nazionale (8,4%). Il tasso di occupazione complessivo segnala, nel 2010, un’inversione di tendenza rispetto all’ultimo triennio: il valore si attesta al 49,2%, registrando un aumento di +0,2 punti percentuali sul corrispondente indicatore del 2009. Tale aumento appare particolarmente accentuato fra la popolazione femminile (+0,6), controbilanciato da una diminuzione dello stesso ordine di grandezza fra la popolazione maschile (-0,5).

Gli effetti della crisi economica internazionale sul mercato del lavoro romano possono essere analizzati anche considerando l’andamento della Cassa Integrazione Guadagni (CIG) e le

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previsioni occupazionali delle imprese effettuate dal Sistema informativo Excelsior (gli ultimi dati disponibili alla data attuale si riferiscono alle previsioni dell’anno 2010).

Nella provincia di Roma, anche per il 2010, si è registrato un incremento del ricorso alla CIG, che se pur più contenuto rispetto al 2009, mantiene il complesso delle ore di cassa integrazione molto al di sopra delle soglie raggiunte negli anni pre-crisi.

Infatti, le ore complessive di cassa integrazione autorizzate sono passate dai circa 4 milioni 800mila del 2008 ai 32 milioni 780mila nel 2010 e i dati del periodo gennaio-aprile 2011 fanno prevedere un andamento simile fino alla fine dell’anno 2011. Il primo quadrimestre 2011 ha fatto registrare più di 9 milioni di ore complessive di CIG autorizzate, contro i 5 milioni 800mila dell’anno precedente.

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1.IL QUADRO ECONOMICO-PRODUTTIVO

1.1. Gli aspetti strutturali

1.1.1. La struttura delle imprese

Secondo i più recenti dati a disposizione dell’Archivio Asia1 (aggiornati al 2008) nel comune di Roma sono presenti 244.517 imprese, 256.475 unità locali e 976.918 addetti complessivi.

L’87,1% delle imprese opera nel comparto dei Servizi, l’8,5% nelle Costruzioni e solo il 4,4%

nel settore Industria (Tab. 1).

Tab. 1. La struttura delle imprese romane: imprese, unità locali e addetti, Roma Capitale, 2008.

Settore di attività economica Imprese Unità locali Addetti alle unità locali

v.a % v.a. % v.a. %

Industria 10.780 4,4 11.936 4,7 78.207 8,0

Costruzioni 20.667 8,5 21.907 8,5 83.519 8,5

Commercio 56.824 23,2 60.278 23,5 177.118 18,1

Trasporti e magazz. 7.985 3,3 8.759 3,4 81.970 8,4

Alberghi e ristoranti 13.572 5,6 14.357 5,6 74.538 7,6 Informazione e comunicazione 10.794 4,4 11.706 4,6 107.167 11,0 Att. Finanziaria e immobiliare 18.032 7,4 20.053 7,8 74.410 7,6 Att. professionali 52.158 21,3 52.534 20,5 98.375 10,1 Ag. Viaggio e serv. supporto 14.004 5,7 14.745 5,7 111.537 11,4

Istruzione 1.747 0,7 1.882 0,7 6.548 0,7

Sanità e ass. sociale 19.808 8,1 20.125 7,8 46.908 4,8

Altri servizi 18.136 7,4 18.253 7,1 36.620 3,7

Totale servizi 213.060 87,1 222.632 86,8 815.191 83,4

Totale 244.517 100,0 256.475 100,0 976.918 100,0

Fonte: Ns. elaborazione su dati Istat- Asia 2008.

Rispetto al 2007, si registra un aumento sia del numero delle imprese (+1,3%) sia degli addetti (+2,3%). La provincia di Roma è una delle province italiane con la maggiore concentrazione di società di capitali, con un notevole divario rispetto alla media nazionale:

solo nel Comune di Roma vi sono circa 8.000 società di capitali, operanti sia nell’intermediazione finanziaria che nel commercio e nei servizi.

1 ASIA è l’acronimo di Archivio Statistico delle Imprese Attive. Il registro ASIA è aggiornato annualmente dall’Istat attraverso un processo di integrazione di informazioni provenienti da fonti di diversa natura. Il campo di osservazione di ASIA 2008 è costituito dalle unità economiche che esercitano arti e professioni nelle attività industriali, commerciali e dei servizi alle imprese e alle famiglie (ossia imprese con attività market extra agricole) che hanno svolto un’attività produttiva per almeno sei mesi nel corso dell'anno. Il registro ASIA individua l’insieme delle imprese ed i relativi caratteri statistici integrando informazioni desumibili da fonti amministrative, gestite da enti pubblici o da società private, sia da fonti statistiche.

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1.1.2. Le specializzazioni dell’economia romana e il ruolo strategico del terziario

Le maggiori direttrici dello sviluppo del modello romano riguardano principalmente i settori di attività appartenenti al comparto del terziario, sia tradizionale che avanzato. Si tratta di un comparto che ha assistito negli ultimi anni ad una rapida crescita del numero di imprese in tutti i suoi segmenti: le imprese romane che si occupano di erogazione di servizi sono 213.060 e costituiscono l’87,1% del totale, mentre le unità locali sono circa 222.632 e contano 815.191 addetti.

Crescita controbilanciata dalla progressiva diminuzione delle imprese nel comparto manifatturiero che conta 10.780 imprese, 11.936 unità locali e 78.207 addetti. Nell’ambito del comparto dei servizi il terziario avanzato ha un ruolo trainante: attività legali, contabilità, consulenza fiscale e del lavoro (oltre 24.000 unità locali), attività immobiliari (quasi 13.000 unità locali), studi di architettura e ingegneria (oltre 11.000 unità locali), intermediazione monetaria e finanziaria (circa 7.300 unità locali). Lo schema successivo illustra il peso dei diversi segmenti del terziario avanzato (Tab. 2).

Si conferma, quindi, la vocazione dell’area romana verso i settori innovativi e ad alta intensità di conoscenza e competenza sia in ambito pubblico che privato: Roma è infatti sede di numerose imprese high-tech, ma anche di poli di alta formazione e ricerca, sedi accademiche di spicco e laboratori scientifici, poli distrettuali specializzati, dall’elettronica all’aerospaziale all’audiovisivo, settore quest’ultimo in cui Roma detiene il primato nazionale con ben 1.896 imprese impegnate nelle produzioni cinematografiche e di video, con un indotto di oltre 17.000 addetti.

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Tab. 2. Unità locali e addetti del terziario avanzato*, Roma Capitale, 2008.

Attività economica (a) Unità locali Addetti alle unità locali

v.a % v.a. %

Attività editoriali 1.053 1,1 6.183 2,2

Produzione cinematografica, di video 1.896 2,1 17.122 6,0 Produzione software, informatica e attività connesse 5.173 5,6 36.700 12,9 Servizi di informazione e altri servizi informatici 2.661 2,9 11.764 4,1 Servizi finanziari (esclusi assicurazioni e fondi pensione) 2.300 2,5 37.265 13,1 Assicurazioni, riassicurazioni e fondi pensione 98 0,1 6.442 2,3 Attività ausiliarie servizi finanziari e assicurazioni 4.831 5,2 10.833 3,8

Attività immobiliari 12.824 13,9 19.869 7,0

Attività legali, contabilità e consulenza fiscale e del lavoro 24.287 26,3 39.268 13,8 Attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale 5.002 5,4 19.296 6,8 Attività degli studi di architettura e di ingegneria 11.607 12,6 18.657 6,6

Ricerca scientifica e sviluppo 960 1,0 1.960 0,7

Pubblicità e ricerche di mercato 2.040 2,2 5.911 2,1

Altre attività professionali, scientifiche e tecniche 8.164 8,8 12.681 4,5 Attività di ricerca, selezione, fornitura di personale 209 0,2 10.859 3,8 Altri servizi di supporto alle imprese (call center, convegni, etc.) 9.050 9,8 27.640 9,7 Attività di biblioteche, archivi e musei 122 0,1 1.640 0,6

Totale terziario avanzato 92.277 100,0 284.090 100,0

Fonte: Ns. elaborazione su dati Istat- Asia 2008.

(*)La composizione del Terziario avanzato è stata eseguita seguendo la definizione e la metodologia adottata dall'European Foundation for the Improvement of Living and Working Conditions - ex KIBS Ateco 2002 - adattandola alla nuova codifica Ateco 2007. In particolare, in linea con la letteratura internazionale, si è considerato Terziario Avanzato l'insieme delle attività economiche appartenenti a quello che viene generalmente indicato come 'Financial & Business Services Sector', che comprende un eterogeneo panorama di servizi, fra cui principalmente: servizi finanziari e assicurativi, servizi di conoscenza, servizi operativi. Si tratta delle attività economiche incluse nelle sezioni: J - Servizi di informazione e comunicazione (escluse 60 e 61); K - Attività finanziarie e assicurative; L - Attività immobiliari; M - Attività professionali, scientifiche e tecniche; N - Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese (solo 78 e 82); R - Attività artistiche, sportive e di intrattenimento (solo 91).

(a) Classificazione Ateco 2007.

Altra specificità del tessuto produttivo dell’area romana è rappresentata dalla massiccia presenza di piccole e piccolissime imprese (spesso imprese individuali), ma anche da un elevato numero di imprese di capitali. Analizzando la distribuzione delle imprese presenti sul territorio per forma giuridica si rileva che: le imprese individuali contano nel 2008 più di 145.000 unità locali; le unità locali società di capitali arrivano quasi a 79.000; la parte residua, circa 32.000 unità locali, si divide tra società di persone, società cooperative e altre forme giuridiche (Tab. 3).

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Tab. 3. Unità locali delle imprese per settore di attività economica e forma giuridica, Roma Capitale, 2008.

Settore di attività economica (a)

Forma giuridica

Totale Imprese individuali Società di persone Società di capitali

Società

cooperative Altra forma Imprenditore

individuale

Lib. prof o lav.

autonomo

Società in nome collettivo

Altre società di persone

Società per azioni

Società a responsabilità

limitata

Industria 4.949 81 612 1.364 802 3.965 95 68 11.936

Costruzioni 7.799 80 779 1.171 489 10.582 525 482 21.907

Commercio 22.654 10.264 4.121 4.230 1.433 17.314 138 124 60.278

Trasporti e magazz. 4.989 396 218 304 499 1.473 740 140 8.759

Alberghi e ristor. 4.633 276 1.527 1.740 246 5.772 127 36 14.357

Informaz. e comunicazione 1.058 2.765 776 331 787 5.598 282 109 11.706

Att. finanziarie e immobil. 1.767 3.349 1.567 755 2.315 9.867 235 198 20.053

Att. professionali 1.225 41.410 2.691 369 620 5.843 187 189 52.534

Ag. viaggio e serv. supporto 2.169 3.710 905 502 382 5.875 851 351 14.745

Istruzione 205 542 138 75 19 718 81 44 1.822

Sanità e ass. sociale 34 18.009 483 74 62 1.083 366 14 20.125

Altri servizi 6.936 6.027 819 1.127 87 2.932 217 108 18.253

Totale 58.418 86.909 14.636 12.042 7.741 71.022 3.844 1.863 256.475

Fonte: Ns. elaborazione su dati Istat- Asia 2008.

(a) Classificazione Ateco 2007.

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1.1.3. Il mercato del lavoro

La popolazione in età lavorativa (di 15 anni e oltre) ammonta nel 2010 a circa 2 milioni 332mila 781 persone di cui il 49,2% si trova in condizione di occupato, il 46,6% è inattiva e il restante 4,2% è alla ricerca di un’occupazione.

Ma, se nel caso degli occupati la quota maggiore è costituita da uomini (57,7%), fra gli inattivi è la componente femminile a rappresentare la quota più ampia raggiungendo il 54,2%

del totale (in calo rispetto al 62,2% del 2009). Nel complesso la struttura del mercato del lavoro romano presenta degli indicatori che, nonostante il clima recessivo, continuano a mostrarsi sensibilmente migliori di quelli rilevati sia a livello regionale che nazionale, dove la popolazione occupata è percentualmente meno numerosa e costituisce rispettivamente il 46,6% (Lazio) e il 44,4% (Italia). Inoltre, la quota di occupate donne sul totale, che raggiunge nella Capitale il 41,7%, supera decisamente quella rilevata nella regione Lazio (37,1%) e nella media nazionale (34,5%).

Popolazione di 15 anni e oltre secondo la condizione e il sesso Roma Capitale , media 2010

v.a. % v.a. % v.a. %

Occupati 626.688 57,7 520.518 41,7 1.147.206 49,2 In cerca di lavoro 47.432 4,4 50.706 4,1 98.138 4,2 Inattivi 411.065 37,9 676.372 54,2 1.087.437 46,6 Totale 1.085.186 100,0 1.247.595 100,0 2.332.781 100,0 Fonte: elaborazioni ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - Forze di lavoro

Condizione

Sesso

Totale

Maschi Femmine

Il tasso di occupazione complessivo segnala, nel 2010, un’inversione di tendenza rispetto all’ultimo triennio: il valore si attesta al 49,2%, registrando un aumento di +0,2 punti percentuali sul corrispondente indicatore del 2009. Tale aumento appare particolarmente accentuato fra la popolazione femminile (+0,6), controbilanciato da una diminuzione dello stesso ordine di grandezza fra la popolazione maschile (-0,5).

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Tassi di occupazione per sesso Roma Capitale

Anni 2004-2010 ANNO

Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine Totale Maschi Femmine

2004 48,9 58,0 41,1 61,8 70,5 53,7 52,7 61,9 44,7

2005 49,1 57,5 41,9 62,4 70,1 55,4 52,9 61,4 45,6

2006 49,0 59,5 40,1 62,8 72,6 53,8 52,7 63,2 43,7

2007 50,1 60,6 41,1 63,9 73,6 54,8 52,7 63,5 43,4

2008 49,9 60,0 41,0 64,4 74,0 55,5 53,4 63,4 44,7

2009 49,0 58,2 41,1 63,7 72,1 55,9 52,9 61,7 45,2

2010 49,2 57,7 417,0 63,7 71,2 56,6 53,4 62,1 45,8

Fonte: elaborazioni ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - Forze di lavoro Tasso di occupazione

su pop 15 e + anni

Tasso di occupazione

su pop. 15-64 anni Tasso di attività

Osservando inoltre i tassi di occupazione riferiti alla popolazione in età compresa fra i 15 e i 64 anni (cioè nel pieno delle potenzialità lavorative), anche per il 2010 resta evidente lo scarto positivo che divide Roma dallo stesso Lazio e dalla media nazionale. Nella Capitale il tasso di occupazione dei 15-64enni si attesta nel 2010 al 63,7%, stabile rispetto al 2009, a fronte del 59,2% del Lazio e il 56,9% del totale Italia (valori in diminuzione rispetto al 2009).

Tassi di occupazione, attività e disoccupazione Roma Capitale, Regione Lazio e Italia Anni 2004-2010

ANNO

Roma Capitale

Regione

Lazio Italia Roma Capitale

Regione

Lazio Italia Roma capitale

Regione

Lazio Italia Roma Capitale

Regione Lazio Italia

2004 48,9 46,7 45,4 61,8 58,5 57,4 52,7 50,8 49,4 7,2 7,9 8,0

2005 49,1 46,4 45,3 62,4 58,4 57,5 52,9 50,3 49,0 7,1 7,7 7,7

2006 49,0 46,9 45,8 62,8 59,3 58,4 52,7 50,7 49,2 6,9 7,5 6,8

2007 50,1 47,3 45,9 63,9 59,7 58,7 52,7 50,5 48,9 4,9 6,4 6,1

2008 49,9 47,4 45,9 64,4 60,2 58,7 53,4 51,2 49,3 6,6 7,5 6,7

2009 49,0 46,7 44,9 63,7 59,4 57,5 52,9 51,0 48,7 7,2 8,5 7,8

2010 49,2 46,6 44,4 63,7 59,2 56,9 53,4 51,4 48,4 7,9 9,3 8,4

Fonte: elaborazioni ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - Forze di lavoro

Tasso di disoccupazione Tasso di occupazione su pop

15 anni e oltre

Tasso di occupazione su pop.

15-64 anni Tasso di attività

Sembra dunque che le caratteristiche di una realtà come quella romana che presenta opportunità diversificate e livelli professionali molto qualificati abbiano in parte contribuito a mantenere inalterato il differenziale positivo con il resto del paese in termini di quantità e qualità dell'occupazione.

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Anche i tassi di disoccupazione hanno mostrato ovunque un incremento notevole, che testimonia gli effetti del clima di crisi e recessione internazionale che ha investito anche un'area storicamente piuttosto dinamica come quella romana. Il tasso di disoccupazione, difatti, sceso al 4,9% nel 2007 è risalito dal 2008 ad oggi, fino a raggiungere nel 2010 il 7,9%.

L’indicatore, pur continuando a mostrare un valore inferiore a quello registrato nel Lazio e nella media nazionale, ha segnato un incremento non trascurabile nel corso degli ultimi tre anni.

Tasso di disoccupazione per sesso Roma capitale

Anni 2004-2010

ANNO

Totale Maschi Femmine

2004 7,2 6,3 8,2

2005 7,1 6,4 7,9

2006 6,9 6,0 8,1

2007 4,9 4,5 5,5

2008 6,6 5,4 8,1

2009 7,2 5,7 9,1

2010 7,9 7,0 8,9

Fonte: elaborazionisu ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - Forze di lavoro Tasso di disoccupazione

Analizzando per genere l’andamento del tasso di disoccupazione, notiamo che persiste il divario tra disoccupazione maschile e femminile, anche se, proprio nel 2010, la forbice si è ristretta. Le donne, con un tasso di disoccupazione che ha raggiunto nel 2010 l’8,9%, nonostante siano tuttora interessate anche nella Capitale da una maggiore difficoltà di collocazione nel mercato del lavoro (nonostante i livelli di istruzione e formazione generalmente più elevati di quelli raggiunti dalla popolazione maschile) registrano una contrazione del tasso di disoccupazione (-0,2 punti), a differenza degli uomini che fanno aumentare l’indicatore di ben 1,3 punti.

D'altra parte, il livello elevato dei tassi di disoccupazione se da un lato indica che le difficoltà economiche hanno spinto nuove forze ad uscire dall'inattività per provare a collocarsi sul mercato del lavoro, dall'altro segnala contestualmente che il sistema produttivo è considerato

(14)

tuttora dinamico e quindi in grado di suscitare la fiducia di poter trovare un'occupazione, al contrario di altre vaste aree del paese dove i fenomeni di scoraggiamento hanno avuto il sopravvento e molte persone non cercano più lavoro nella convinzione di non riuscire a trovarlo.

Il tessuto occupazionale della Capitale rimane fortemente incentrato sul settore dei Servizi, che insieme al Commercio impiega l'81,7% circa del totale degli occupati, raggiungendo fra le donne addirittura il 94,7%. Di tutti gli occupati nei Servizi, oltre il 20% è impiegato in comparti di terziario avanzato (Servizi avanzati alle imprese, Informatica, Intermediazione monetaria e finanziaria, Attività video-cinematografiche, etc).

La pubblica amministrazione, al contrario di quello che generalmente si pensa, assorbe il 10,5% del totale degli occupati a fronte dei Servizi alle imprese che occupano il 17,1% del totale.

La distribuzione degli occupati per settore di attività economica e il confronto con il dato regionale e nazionale, conferma la vocazione terziaria caratteristica e tipica della capitale. A Roma 3 lavoratori su 4 (75,2%) sono occupati nel settore dei servizi, valore che supera di oltre il 9 punti percentuali il valore regionale e di oltre 22 quello nazionale.

Media 2010

Agricoltura 0,6 1,8 3,9

Industria 7,1 10,8 20,0

Costruzioni 6,5 8,9 8,4

Commercio 10,6 12,5 14,8

Servizi e altre attività 75,2 66,0 52,9

Totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: elaborazioni ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - Forze di la Occupati secondo l'attività economica

Attività economica Roma Capitale Roma Capitale, Regione Lazio e Italia

Regione

Lazio Italia

(15)

Occupati secondo l'attività economica e il sesso Roma capitale, media 2010

% % %

Agricoltura 1,0 0,1 0,6

Ind.estrattiva 1,4 0,8 1,1

Ind.trasformaz. 8,1 3,4 6,0

Costruzioni 11,0 1,0 6,5

Commercio 12,0 9,0 10,6

Alberghi,ristoranti 6,7 4,6 5,7

Trasp. e comunicazioni 11,1 6,4 9,0

Interm.finanziaria 5,3 4,2 4,8

Serv.imprese 15,3 19,2 17,1

PA, difesa 11,1 9,8 10,5

Istruz.,sanità,assist.sociali 8,4 20,4 13,8 Altri serv.pubb. sociali 8,5 21,1 14,2

Totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: elaborazioni ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - Forze di la Totale Settore Maschi Femmine

Nell'ambito delle professioni svolte, a Roma risulta particolarmente rilevante il peso degli occupati con alta specializzazione, delle professioni tecniche e degli impiegati. Le alte specializzazioni caratterizzano molto fortemente il mercato del lavoro romano e fanno registrare un differenziale di 5,9 punti sul corrispondente peso rilevato nella media nazionale (15,9% degli occupati a Roma contro il 10,0% del totale Italia). Altrettanto importante è la distanza registrata nelle professioni tecniche o impiegatizie, che raggiungono complessivamente un peso pari al 39,3% a Roma, contro il 31,5% rilevato nella media italiana. Meno frequenti, di conseguenza, sono le professioni meno qualificate legate all'artigianato e all'agricoltura, che raggiungono nella Capitale un peso pari al 8,6% contro il 18,4% registrato in tutta Italia.

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Occupati secondo la professione Roma capitale, Regione Lazio e Italia Media 2010

Dirig. e imprenditori 3,2 3,1 4,0

Alte specializzazioni 15,9 12,4 10,0

Professioni tecniche 20,1 19,1 20,1

Impiegati 19,2 15,3 11,4

Profess. qualif. nei servizi 15,7 16,9 16,7 Operai spec.,artig. e agricoltori 8,6 13,9 18,4

Operai semiqualificati 2,4 4,9 7,9

Professioni non qualificate 13,4 12,1 10,3

Forze armate 1,5 2,3 1,1

Totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: elaborazioni ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - Forze di lavoro Italia

Professione Roma

capitale

Regione Lazio

Simile, al contrario, a quello rilevato nella media nazionale è il peso delle professioni meno qualificate e generiche che, a causa della grande rilevanza del settore terziario, impiegano a Roma una quota di lavoratori pari all' 13,4% del totale.

La diffusione di impieghi con media e alta professionalità coinvolge a Roma in maniera significativa anche la componente femminile degli occupati, che vanta percentuali di impiego con ruoli di alta specializzazione pari al 15,1%, un valore inferiore a quello rilevato fra gli uomini (16,6).

Occupati secondo la professione e il sesso Roma Capitale, media 2010

Dirig. e imprenditori 4,7 1,4 3,2

Alte specializzazioni 16,6 15,1 15,9

Professioni tecniche 18,6 21,8 20,1

Impiegati 13,3 26,2 19,2

Profess. qualif. nei servizi 15,5 15,8 15,7 Operai spec.,artig. e agricoltori 14,3 1,7 8,6

Operai semiqualificati 4,2 0,2 2,4

Professioni non qualificate 9,8 17,7 13,4

Forze armate 2,8 0,0 1,5

Totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: elaborazioni ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - Forze di lavoro Professione Maschi Femmine Totale

(17)

Per quanto riguarda la diffusione di tipologie di lavoro atipiche (lavoro a tempo determinato e collaborazioni), in linea con la tendenza rilevata nel 2009, Roma registra un livello più basso di quello rilevato nella media nazionale, con una quota di impieghi atipici pari al 10,5% sul totale degli occupati, contro l'11,3% del totale nazionale. Le ragioni di questo andamento sono probabilmente da ricercare nel rallentamento del trend economico complessivo che ha comportato frequenti interruzioni di contratti a tempo determinato o di collaborazioni, particolarmente diffusi proprio nel territorio romano. Di fronte alle difficoltà economiche incontrate molte aziende non hanno proceduto al rinnovo dei contratti temporanei in scadenza, penalizzando in particolar modo i più giovani e le donne.

Media 2010

Atipici 10,5 11,3

Standard 89,5 88,7

Totale 100,0 100,0

Fonte: elaborazioni ufficio di Statistica di Roma capitale su dati Istat - Forze di lavoro Occupati secondo la tipologia

Roma Capitale e Italia

Tipologia di occupazione Roma

Capitale Italia

Il lavoro non standard risulta molto più diffuso fra le donne, che nel 12,7% dei casi svolgono lavori a tempo determinato o collaborazioni occasionali o a progetto, contro l’8,6% dei loro colleghi.

Atipici 8,6 12,7 10,5

Standard 91,4 87,3 89,5

Totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: elaborazioni ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - Forze di lavoro Tipologia di occupazione Maschi Femmine Totale Roma Capitale, media 2010

Occupati secondo la tipologia e il sesso

L’'utilizzo di queste tipologie d'impiego, oltre che fra la popolazione femminile, è largamente diffuso fra i giovani (15-34 anni) anche se il dato relativo al 2010 risulta in diminuzione rispetto all’anno precedente: il 25,5% dei giovani occupati sono impiegati con contratti non standard, più del doppio di quello relativo al totale degli occupati (10,5%).

(18)

Occupati secondo la tipologia e la fascia di età Roma Capitale, media 2010

Atipici 25,5 10,5

Standard 74,5 89,5

Totale 100,0 100,0

Fonte: elaborazioni ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - Forze di lavoro Tipologia di occupazione Giovani

(15-34 anni)

Totale degli occupati

Questa situazione riguarda il momento del loro ingresso nel mercato del lavoro, che avviene in età sempre più avanzata, ma anche gran parte dei periodi successivi, costituendo così un ostacolo nello sviluppo di un futuro professionale e personale equilibrato.

Anche in questo caso sono le donne ad essere prevalentemente impiegate con contratti atipici:

infatti, fra le ragazze l'impiego in modalità non standard riguarda il 28,7% del totale contro il 22,6% della componente maschile.

Giovani di 15-34 anni secondo la tipologia di occupazione e il sesso Roma Capitale, media 2010

Atipici 22,6 28,7 25,5

Standard 77,4 71,3 74,5

Totale 100,0 100,0 100,0

Fonte: elaborazioni ufficio di Statistica di Roma Capitale su dati Istat - Forze di lavoro Tipologia di occupazione Maschi Femmine Totale

(19)

1.2. La congiuntura e lo stato delle aspettative 1.2.1. L’evoluzione demografica delle imprese

L’evoluzione demografica del tessuto imprenditoriale romano nell’ultimo triennio (2008- 2010), nonostante la difficile e complessa fase economica nazionale e internazionale, mostra un sistema robusto e vitale. Il flusso delle nuove iscrizioni, pari a 31.452, ha registrato nel 2010 un aumento quasi pari alla flessione rilevata nel 2009 (+5,5% contro il -5,2 del 2009), facendo tornare il numero delle imprese attive sul territorio ai livelli del 2008. Andamento rilevato non solo nella provincia di Roma ma anche nel Lazio e in Italia, con valori rispettivamente pari a: +5,5%, +5,5% e +6,5%. Parallelamente le cessazioni, che nella provincia di Roma sono state 23.327 e nel Lazio 33.364, sono diminuite rispettivamente dell’1,1% e del 2,0%, in misura minore rispetto al dato nazionale (pari a 389.076) la cui flessione raggiunge il 4,3% (Tab. 9).

In conseguenza della dinamica descritta, il saldo imprese iscritte-cessate risulta positivo e pari a +8.125 unità, 1.914 in più rispetto al 2009 (+30,8%). La ripresa del saldo, approssimativamente ai livelli pre crisi del 2007, rafforza la posizione preminente della provincia romana nella graduatoria delle province per consistenza dei saldi .

I dati 2010 relativi al numero di imprese registrate prodotti da Infocamere – Movimpresa, in continuità con il triennio 2007-2009, confermano la sostanziale tenuta del sistema produttivo nella Provincia di Roma e nella Regione Lazio (rispettivamente +1,9% e +1,6%). Anche a livello nazionale si assiste, dopo due anni negativi, ad una leggera ripresa della base produttiva con un incremento pari allo 0,4% rispetto al 2009.

Guardando alla dinamica delle imprese attive, gli effetti della crisi sembrano cedere il passo ad una timida ripresa: nel 2010 le imprese attive aumentano nel territorio laziale ed in particolare nella provincia di Roma, con incrementi nell’ordine dello 0,6%, e rimangono pressoché invariate a livello nazionale (Tabella 9).

La congiuntura positiva delineata mostra l’innalzamento del tasso di natalità che, nel complesso aumenta dello 0,1%, e una diminuzione dello stesso ordine di grandezza del tasso di mortalità delle imprese. (Fig. 1 e Fig. 2).

Complessivamente il tasso di crescita tra il 2009 e il 2010 riprende a crescere passando dall’1,4% del 2009 all’1,8% del 2010.

(20)

Tab. 9. Imprese attive, saldo imprese iscritte e cancellate, tassi di natalità, mortalità e crescita delle imprese, provincia di Roma, anni 2003-2010, valori assoluti e variazioni percentuali.

Anno

Imprese Attive Imprese Iscritte Imprese Cessate Saldo Imprese Iscritte- Cessate

Tasso di natalità1

Tasso di mortalità2

Tasso di crescita3 v.a. var. % v.a. var. % v.a. var. %

2003 283.880 2,8 27.456 -3,6 16.475 -7,0 10.981 7,1 4,2 2,8 2004 288.144 1,5 30.054 9,5 22.971 39,4 7.083 7,7 5,9 1,8 2005 293.214 1,8 30.629 1,9 23.751 3,4 6.878 7,7 6,0 1,7 2006 299.507 2,1 31.956 4,3 21.074 -11,3 10.882 7,8 5,1 2,7 2007 310.276 3,6 33.690 5,4 22.808 8,2 10.222 8,0 5,4 2,6 2008 326.682 5,3 31.449 -6,7 24.641 8,0 6.808 7,3 5,8 1,6 2009 324.775 -0,6 29.806 -5,2 23.595 -4,2 6.211 6,9 5,4 1,4 2010 326.889 0,6 31.452 5,5 23.327 -1,1 8.125 7,0 5,3 1,8

1 tasso di natalità: iscritte/registrate*100

2 tasso di mortalità: cessate/registrate*100

3 tasso di crescita: (iscritte-cessate)/registrate*100

Fonte: Ns. elaborazione su dati Infocamere-Unioncamere, Movimprese.

Fig. 1. Serie storica dei tassi di iscrizione, Provincia di Roma, Regione Lazio e Italia, anni 2003- 2010.

Fonte: Ns. elaborazione su dati Infocamere-Unioncamere, Movimprese.

(21)

Fig. 2. Serie storica dei tassi di cancellazione, Provincia di Roma, Regione Lazio e Italia, anni 2003-2010.

Fonte: Ns. elaborazione su dati Infocamere-Unioncamere, Movimprese.

Aggiornamento al III trimestre 2011

Al 30 settembre 2011 le imprese registrate in provincia di Roma ammontano a 450.073, in ulteriore crescita rispetto alla fine del 2010 (+1,6%), lo 0,3% in più dell’aumento registrato alla fine del corrispondente trimestre 2010. La consistenza delle imprese, in valore assoluto, aumenta di 7.055 unità.

Nello stesso trimestre sia nel Lazio che in Italia aumentano le imprese registrate, di 7.416 unità nel primo caso e di 24.900 nel secondo.

L’analisi dei flussi evidenzia un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni, che conta 2.152 unità, il 14,2% in più rispetto al saldo del III trimestre del 2010. Alla fine del III trimestre 2011 il tasso di crescita delle imprese nel territorio romano (+0,5%) cresce di un decimo di punto percentuale rispetto allo stesso trimestre del 2010. Anche in regione e in Italia il valore del tasso di crescita assume valori positivi, pari a +0,4 e a +0,2%.

(22)

1.2.2. Le dinamiche del valore aggiunto

Le stime più recenti prodotte da Prometeia, indicano che il valore aggiunto prodotto a Roma nel 2010 è stato di 97.956 milioni di euro, lo 0,8% in più rispetto all’anno precedente. Tale incremento risulta essere al di sotto sia del valore medio nazionale (+0,9%), sia dei valori registrati a Milano (+2,4%), a Bologna (+2,3%), Torino (+2%) e Napoli (+1,2%). A livello settoriale nel 2010 il valore aggiunto è diminuito nel solo comparto delle Costruzioni (-2,2%

contro il -2,8% dell’Italia), mentre risulta positiva la dinamica del comparto agricolo (+5,8%

contro il +2,3% dell’Italia), dell’industria (+4,3% contro il +5,2 in Italia) e dei servizi (+0,6%

contro lo 0,3% dell’Italia). (Tabb.10-11-12-13).

Tab. 10 - Valore aggiunto a prezzi base prodotto in provincia di Roma e in Italia per settore d'attività (mln. di euro; valori concatenati anno di riferimento 2000)

Settore di attività economica

Roma Italia

2006 2007 2008 2009 2010 Comp.%

2010 2006 2007 2008 2009 2010 Comp.%

2010

Agricoltura 473 456 438 428 453 0,5 28.531 28.589 28.897 27.966 28.623 2,6

Industria in

s. stretto 8.416 8.425 8.309 7.216 7.530 7,7 250.047 254.603 245.736 208.671 219.636 20,2 Costruzioni 4.017 3.647 3.773 3.697 3.615 3,7 62.059 62.379 60.912 56.818 55.237 5,1 Servizi 84.916 87.732 87.347 85.874 86.358 88,1 793.249 806.645 803.344 782.413 785.167 72,1 Totale 97.822 100.260 99.867 97.215 97.956 100,0 1.133.886 1.152.216 1.138.888 1.075.868 1.088.663 100,0 Fonte: Ns. elaborazione su stime Prometeia – Scenari per le economie locali, vari anni.

Tab. 11 - Valore aggiunto a prezzi base in provincia di Roma e in Italia per settori d'attività (tassi di variazione annui calcolati su valori concatenati anno di riferimento 2000)

settore di attività economica Roma Italia

2007 2008 2009 2010 2007 2008 2009 2010 Agricoltura -4,0 -4,0 -2,3 5,8 0,2 1,1 -3,2 2,3 Industria in senso stretto 0,1 -1,4 -13,1 4,3 1,8 -3,5 -15,1 5,2 Costruzioni -9,2 3,4 -2,0 -2,2 0,5 -2,3 -6,7 -2,8

Servizi 3,3 -0,4 -1,7 0,6 1,7 -0,5 -2,6 0,3

Totale 2,5 -0,4 -2,7 0,8 1,6 -1,2 -5,3 0,9

Fonte: Ns. elaborazione su stime Prometeia – Scenari per le economie locali, vari anni.

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Tab. 12 - Valore aggiunto a prezzi base prodotto nelle maggiori province italiane (milioni di euro in valori concatenati anno riferimento 2000)

anni Torino Milano Bologna Roma Napoli Palermo 2000 47.505 108.868 24.344 89.259 36.420 14.200 2001 47.334 111.507 24.735 91.666 37.694 15.116 2002 47.409 110.943 24.661 93.422 37.753 15.495 2003 46.756 110.695 24.418 91.995 37.368 15.379 2004 47.718 113.040 24.545 97.347 37.755 15.542 2005 47.784 112.661 24.379 96.895 36.988 15.796 2006 48.320 112.048 25.059 97.822 36.776 15.970 2007 48.470 111.368 24.964 100.260 36.512 15.911 2008 47.740 109.644 24.720 99.867 35.572 15.678 2009 45.176 104.376 23.571 97.215 34.444 15.052 2010 46.069 106.862 24.120 97.956 34.869 15.164 Fonte: Ns. elaborazione su stime Prometeia - Scenari per le economie locali, vari anni.

Tab. 13 - Valore aggiunto prodotto nelle maggiori province italiane (variazioni percentuali annue calcolate su valori concatenati anno riferimento 2000)

anni Torino Milano Bologna Roma Napoli Palermo

2001 -0,4 2,4 1,6 2,7 3,5 6,5

2002 0,2 -0,5 -0,3 1,9 0,2 2,5

2003 -1,4 -0,2 -1,0 -1,5 -1,0 -0,7

2004 2,1 2,1 0,5 5,8 1,0 1,1

2005 0,1 -0,3 -0,7 -0,5 -2,0 1,6

2006 1,1 -0,5 2,8 1,0 -0,6 1,1

2007 0,3 -0,6 -0,4 2,5 -0,7 -0,4

2008 -1,5 -1,5 -1,0 -0,4 -2,6 -1,5

2009 -5,4 -4,8 -4,6 -2,7 -3,2 -4,0

2010 2,0 2,4 2,3 0,8 1,2 0,7

var. 2000-2010 -3,0 -1,8 -0,9 9,7 -4,3 6,8

Fonte: Ns. elaborazione su stime Prometeia - Scenari per le economie locali, vari anni.

La composizione percentuale del valore aggiunto nella provincia di Roma nel 2010 conferma il peso della componente terziaria nella formazione della ricchezza del territorio, con un valore dell’88,1%, rispetto al 72,1% del dato nazionale. Più modesta, anche se in crescita, l’incidenza dell’industria, pari al 7,7% contro il 20,2% dell’Italia e anche dell’agricoltura, con lo 0,5% contro il 2,6% italiano (Fig.1).

(24)

Fig. 3. - Composizione percentuale del valore aggiunto, provincia di Roma e Italia, anno 2010.

Fonte: Ns. elaborazione su dati Prometeia- Scenari per le economie locali 2010.

Il valore aggiunto pro capite nel 2010 è stato pari a 23.400 euro, con una variazione nulla rispetto all’anno precedente. Al contrario le principali province italiane hanno registrato una variazione positiva pari a: +1,8% a Milano, +1,6% a Bologna, +1,4% a Torino e napoli, +0,7% a Palermo. (Tab. 14 e Fig. 4)

Tab. 14 - Valore aggiunto pro-capite(*) nelle principali province italiane (euro)

Città 2000 2007 2008 2009 2010 var. % 2009- 2010

var. % 2000- 2010

Torino 21.895 21.280 20.838 19.662 19.935 1,4 -9,0 Milano 29.384 28.507 27.897 26.332 26.811 1,8 -8,8 Bologna 26.718 25.894 25.323 23.946 24.338 1,6 -8,9 Roma 24.093 24.685 24.298 23.399 23.400 0,0 -2,9 Napoli 11.891 11.843 11.570 11.184 11.342 1,4 -4,6 Palermo 11.470 12.797 12.596 12.079 12.168 0,7 6,1 (*) nota: calcolato sulla popolazione residente

Fonte: Ns. elaborazione su dati Prometeia - Scenari per le economie locali, vari anni.

0,5 7,7 2,6

20,2

3,7 5,1

88,1

72,1

0 10 20 30 40 50 60 70 80 90 100

Provincia di Roma Italia

Agricoltura Industria in s.s. Serie3 Servizi

(25)

Fig. 4. Valore aggiunto pro-capite(*) prodotto nelle principali province italiane, anno 2010, euro.

(*) nota: calcolato sulla popolazione residente

Fonte: Ns. elaborazione su dati Prometeia- Scenari per le economie locali 2010.

Le previsioni di Prometeia per il periodo 2011 indicavano un incremento della produzione di valore aggiunto nella Capitale (1,4%), concentrato maggiormente nel settore industriale agricolo (2,8%) seguito dal settore delle costruzioni (1,7%) e da quello dei servizi (1,5) (Tab.

15).

Tab. 15 - Valore aggiunto a prezzi base per settori d'attività, provincia di Roma e Italia (tassi di variazione annui calcolati su valori concatenati anno di riferimento 2000). Anni 2007-2012

settori attività economica

Roma Italia 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2007 2008 2009 2010 2011 2012

Agricoltura -4,0 -4,0 -2,3 5,8 2,8 1,2 0,2 1,1 -3,2 2,3 0,5 0,4

Industria in s.s. 0,1 -1,4 -13,1 4,3 0,0 0,8 1,8 -3,5 -15,1 5,2 1,7 2,2

Costruzioni -9,2 3,4 -2,0 -2,2 1,7 1,6 0,5 -2,3 -6,7 -2,8 0,8 1,1

Servizi 3,3 -0,4 -1,7 0,6 1,5 1,8 1,7 -0,5 -2,6 0,3 1,3 1,7

Totale 2,5 -0,4 -2,7 0,8 1,4 1,8 1,6 -1,2 -5,3 0,9 1,3 1,8

Fonte: Ns. elaborazione su dati Prometeia

Il confronto con le grandi città italiane mette in evidenza a partire dal 2010 una ripresa guidata da Roma e Milano, che registrano l’inversione di tendenza più significativa (Tab. 16).

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Tab. 16 - Valore aggiunto a prezzi base prodotto nelle maggiori province metropolitane italiane (milioni di euro in valori concatenati anno di riferimento 2000). Anni 2010-2013

anni Torino Milano Bologna Roma Napoli Palermo

2010 46.069 106.862 24.120 97.956 34.869 15.164 2011* 46.862 109.121 24.592 98.770 35.222 15.272 2012* 47.528 111.077 24.986 99.724 35.540 15.394 2013* 48.293 113.252 25.427 100.919 35.910 15.544

* Dati previsionali.

Fonte: Ns. elaborazione su dati Prometeia

(27)

1.2.3. Clima di fiducia delle imprese e dei consumatori

L’indicatore del clima di fiducia delle imprese elaborato trimestralmente dall’ISAE nell’ambito del Rapporto “Il quadro congiunturale dell’economia romana” mostra una ripresa netta della fiducia delle imprese romane nel terzo trimestre rispetto al trimestre precedente. Il dato torna a crescere passando da 79,9 del II trimestre 2010 all’84 del III trimestre 2010, sui massimi dall’inizio del 2008.

Il fenomeno analizzato nel suo complesso registra un miglioramento congiunturale generalizzato della situazione a livello europeo e nazionale nei quattro settori considerati dall’indagine. Ma se analizzato nelle sue componenti è da segnalare, per Roma, un netto miglioramento del clima di fiducia nel settore manifatturiero (da 86,8 a 94,9), nelle Costruzioni (da 66,2 a 71,2) e nel Commercio (da 77,9 a 91,1), registrando una modesta battuta d’arresto nei servizi (da 81,5 a 80,2) (Fig. 5).

Fig. 5. Clima di fiducia delle imprese, Comune di Roma, anni 2007-2010

Fonte dati ISAE – Il quadro congiunturale dell’economia romana, III trimestre 2010.

In controtendenza, sul fronte dei consumatori l’analisi mostra una lieve diminuzione rispetto all’andamento dei trimestri precedenti. L’indicatore del clima di fiducia dei consumatori romani è sceso da 82,9 di luglio a 81,5 di ottobre 2010 (Fig. 6).

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Fig. 6. Clima di fiducia dei consumatori, Comune di Roma, periodo aprile 2009 – ottobre 2010

Fonte: dati ISAE – Il quadro congiunturale dell’economia romana, III trimestre 2010.

L’indagine sulla situazione finanziaria delle famiglie2 mostra che, nel terzo trimestre 2010 rispetto al secondo: aumentano le famiglie che riescono a quadrare il bilancio (dal 76,5% al 78,5%) e quelle che risparmiano (dall’11,5% al 16%), rimangono stabili quelle che devono prelevare dai risparmi (18%), mentre aumenta il numero delle famiglie che dichiarano di dover fare ricorso a debiti con un valore che si attesta al 2%, il doppio rispetto al secondo trimestre 2010.

Segnali di segno opposto per quanto riguarda le intenzioni di acquisto di beni durevoli nei successivi dodici mesi, il 7,0% ha dichiarato di voler spendere di più (3,5% a luglio 2010) contro il 49% di chi ha previsto di spendere di meno (21%) o molto meno (28%).

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1.2.4 L’andamento della Cassa Integrazione e le previsioni di assunzione

Gli effetti della crisi economica internazionale sul mercato del lavoro romano possono essere analizzati anche considerando l’andamento della Cassa Integrazione Guadagni (CIG) e le previsioni occupazionali delle imprese effettuate dal Sistema informativo Excelsior (gli ultimi dati disponibili alla data attuale si riferiscono alle previsioni dell’anno 2010).

Nella provincia di Roma, anche per il 2010, si è registrato un incremento del ricorso alla CIG, che se contenuto rispetto al 2009, mantiene il complesso delle ore di cassa integrazione molto al di sopra delle soglie raggiunte negli anni pre-crisi.

Infatti, le ore complessive di cassa integrazione autorizzate sono passate dai circa 4 milioni 800mila del 2008 ai 32 milioni 780mila nel 2010 e i dati del periodo gennaio-aprile 2011 fanno prevedere un andamento simile fino alla fine dell’anno 2011. Il primo quadrimestre 2011 ha fatto registrare più di 9 milioni di ore complessive di CIG autorizzate, contro i 5 milioni 800mila dell’anno precedente.

Tab. 17. Incremento delle ore totali di cassa integrazione ordinaria, straordinaria e in deroga, provincia di Roma, anni 2008-2011

2007-2008 2008-2009 2009-2010 2010-2011*

Ordinaria -20,5 184,9 53,3 26,2

Straordin. 20,6 617,2 -17,6 74,0

Deroga -33,0 456,0 347,4 70,1

Totale 1,4 493,6 14,7 58,2

* Gennaio-aprile

Fonte: Ns. elaborazione su dati Inps.

In continuità con il 2009, nel 2010 le ore di CIG autorizzate hanno continuato a crescere, anche se in modo nettamente inferiore. L’aumento delle ore complessive è rimasto contenuto:

+14,7% (nel 2009 +493,6%), dovuto prevalentemente dal massiccio aumento della cassa in deroga (+347,4%), che in termini di ore ha superato per la prima volta l’ammontare di quella ordinaria e al decremento di quella straordinaria (-17,6%).

Il dato riguardante i primi quattro mesi del 2011 rileva un aumento delle ore complessive autorizzate del 58,2%, particolarmente rilevante per la cassa straordinaria e in deroga.

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