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Inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2017 – Linee guida per gli interventi dei rappresentanti del CSM.

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Inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2017 – Linee guida per gli interventi dei rappresentanti del CSM.

(Delibera dell’11 gennaio 2017)

Il Consiglio superiore della magistratura, nella seduta dell’11 gennaio 2017, ha adottato la seguente delibera:

«- vista la circolare sull'inaugurazione dell'anno giudiziario;

- ritenuta l'opportunità che gli interventi dei rappresentanti del Consiglio superiore della magistratura presso le Corti di appello siano informati a criteri di incisività e attualità, e che per consentire le modulazioni degli interventi sulle specifiche situazioni distrettuali e sull'esito delle sollecitazioni che le problematiche locali abbiano avuto nelle iniziative e nelle concrete attività consiliari, oltre alla tempestiva messa a disposizione dei consiglieri delle informazioni rilevanti disponibili presso le commissioni, può rivelarsi opportuna una preventiva interlocuzione diretta tra il rappresentante del Consiglio superiore della magistratura destinato al singolo distretto e i Capi di Corte, o magistrato da questi ultimi designato, onde procedere ad una puntuale ed analitica individuazione delle esigenze più pressanti di ciascuna realtà locale;

- ritenuto altresì che, nel medesimo senso, pare utile enucleare e sottoporre al dibattito consiliare alcuni temi tra gli altri di interesse generale, ferma restando ovviamente la possibilità di affrontarne anche ulteriori, sui quali sarebbe opportuno si soffermassero i rappresentanti negli interventi da svolgere presso le Corti di appello; in particolare rileva l’impegno del nuovo CSM a dialogare con le altre figure istituzionali per contribuire a formare le linee guida sui grandi temi della giustizia e dell’organizzazione del sistema giudiziario, in una prospettiva che non si esaurisce nelle decisioni sui profili organizzativi e sullo status dei magistrati e non persegue un’efficienza formale, numerica, fine a sé stessa, ma che mira a creare le condizioni per consentire alla giurisdizione di realizzare in concreto i principi di uguaglianza e di giustizia sociale affermati dalla nostra Costituzione;

- ritenuto che i predetti temi di carattere generale possono essere individuati come segue.

1) La coerente e incisiva prosecuzione dell’attività di autoriforma del Consiglio, concretizzatasi nella ridefinizione del Testo unico sulla dirigenza giudiziaria, ed ancora di più realizzatasi con la riscrittura completa del Regolamento interno del CSM. Nel perseguire i tre obiettivi dichiarati della collegialità, trasparenza ed efficienza, il Consiglio vede mutare in radice l’esercizio delle proprie funzioni nella relazione con gli altri poteri dello Stato, nelle modalità di comunicazione, nei procedimenti demandatigli dall’art. 105 Cost., nello sviluppo di indirizzi di politica giudiziaria volti a rendere più efficiente e forte l’intero ordine giudiziario. Su questa linea di interventi, il CSM prosegue un percorso che prevede la profonda revisione del Regolamento del proprio personale e, soprattutto, lo sviluppo e lo stimolo delle buone pratiche organizzative degli uffici giudiziari, delle quali il Consiglio va incrementando l’attività di selezione, raccolta, raccordo e diffusione, come oltre si accennerà con puntuali riferimenti a quanto già condotto a termine nell’anno da poco terminato. Si intravede così un iter costante e di valore sistematico che trova ulteriori e importanti passi in avanti nella delibera sui rapporti tra magistratura e politica approvata nell’autunno 2015 e nell’articolata formulazione dei pareri del Consiglio sulle proposte di riforma legislativa del governo autonomo e dell’ordinamento giudiziario, prodotte dalle due Commissioni ministeriali che hanno concluso i loro lavori nel primo semestre del 2016.

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2) La riflessione circa i rapporti tra il procedimento disciplinare e la valutazione di professionalità; autonomia del secondo procedimento rispetto al primo, con esclusione di qualsivoglia automatismo circa l’esito del procedimento disciplinare rispetto al giudizio da formulare in relazione alla valutazione di professionalità; rifiuto di una visione “burocratica”

del procedimento di valutazione di professionalità, in specie nei casi in cui il lavoro del singolo magistrato si è svolto nel contesto di uffici caratterizzati da elevati carichi di lavoro o qualificati da disfunzioni dovute alle scelte dei relativi dirigenti.

3) L’esteso ricambio dei vertici degli uffici giudiziari: i dati relativi al conferimento degli incarichi direttivi e semidirettivi del primo biennio di consiliatura, dopo l’entrata in vigore della legge sulla riduzione dell’età pensionabile, evidenziano che la ‘sfida’ assegnata dal legislatore al CSM si è risolta positivamente; invero, sono stati conferiti 518 incarichi direttivi e semidirettivi, con abbassamento dell’età media dei capi degli uffici e con un incremento dei magistrati donne ai vertici, passando dal 12% del 2006 al 25% attuale; percentuale che, con riferimento ai semidirettivi, raggiunge il 37%.

4) L’adozione - nella prospettiva della preservazione delle buone prassi come declinazioni dei principi e dei valori costituzionali – della risoluzione approvata con delibera del 7 luglio 2016 sulla “Manualistica ricognitiva delle pratiche di organizzazione più diffuse negli uffici giudiziari italiani”, che ha segnato un importante passaggio dalle buone prassi ai “modelli”, con una prima rassegna ragionata delle pratiche di organizzazione negli uffici giudiziari italiani, l’individuazione di 33 modelli organizzativi virtuosi e con la previsione della pubblicazione del manuale sul nuovo sito del Consiglio, nell’ambito della più ampia sezione

“Innovazione, organizzazione e statistiche”. Una specifica attenzione è stata, altresì, riservata alle scelte organizzative ed alle buone prassi nella gestione dei servizi di intercettazione di comunicazioni, in particolare per la tutela della riservatezza delle conversazioni che coinvolgono terzi estranei alle indagini, tema in relazione al quale il Consiglio ha approvato un’apposita risoluzione il 29 luglio 2016.

Nella medesima ottica va segnalata l’adozione della delibera del 7 dicembre 2016 avente ad oggetto la “Nuova circolare in materia di programmi di gestione dei procedimenti civili prevista dall'art. 37 D.L. 98/2011”, con la quale il Consiglio, alla luce della esperienza ormai pluriennale, ha inteso operare una sintesi ragionata delle proprie risoluzioni in materia, valorizzando gli aspetti procedimentali che, nella concreta prassi applicativa, si sono rivelati positivi ed efficaci e proponendo, nel contempo, nuove soluzioni tese a migliorare la concretezza ed effettività delle programmazioni, nonché a semplificare i relativi adempimenti.

5) La significativa elaborazione, in fase di completa definizione, di una circolare sull’organizzazione degli uffici di procura, con la quale si raccoglie in modo sistematico ed organico la complessa e puntuale elaborazione consiliare in materia a seguito della riforma del 2006, con la previsione di un articolato idoneo a fornire indicazioni unitarie, ferme le prerogative dei procuratori della Repubblica, sul procedimento e la struttura dei progetti organizzativi, sul ruolo dei procuratori aggiunti, sul rapporto fra procuratore e sostituti, sulla assegnazione e la revoca degli affari, sull’apposizione dei visti.

6) La reingegnerizzazione del sistema informatico del Consiglio superiore della magistratura, approvata con delibera del 25 marzo 2015 (Linee Guida per la progettazione e realizzazione del nuovo sistema informatico), non solo in chiave di complessiva rivisitazione tecnologica

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delle funzionalità informatiche già oggi automatizzate, ma quale espressione di un nuovo modo di rapportarsi del Consiglio con i magistrati, gli uffici, ed i Consigli giudiziari, all’insegna della efficienza, della trasparenza e della tempestività delle procedure di governo autonomo, oltre che nell’ottica di una moderna strategia di comunicazione online, sia interna (intranet) che esterna (internet), del Consiglio superiore.

In questo ambito il tema della valorizzazione delle tecniche e delle modalità di comunicazione in ambito giudiziario assume ormai un peso rilevante nella riflessione del Consiglio superiore.

Si tratta di un tema che investe i profili organizzativi degli uffici, i risvolti del rapporto tra ordine giudiziario e altri poteri dello Stato, il bilanciamento tra la tutela di diversi diritti fondamentali dei cittadini e, da ultimo, la stessa legittimazione in senso largo della magistratura.

7) Lo specifico impegno nelle materie del contrasto alle mafie, alla corruzione, ed al terrorismo con la ricostituzione, con un ampliamento ed un’attualizzazione delle competenze della vecchia commissione antimafia, che consenta al Consiglio di farsi collettore delle esigenze degli uffici, di proporre e diffondere le migliori soluzioni organizzative, di interloquire con le altre autorità nazionali e sovranazionali, anche nell’ottica di formulare proposte di modifica normativa in settori centrali per la tutela dei diritti dei cittadini e per l’interesse della collettività.

8) La prosecuzione di un’azione equilibrata, razionale ed efficace del CSM sul versante della deontologia professionale e dell’etica dei comportamenti, tesa ad evitare ricadute negative in termini di credibilità sulla intera magistratura; la tempestività delle risposte del Consiglio ha avuto anche lo scopo di assicurare una maggiore attenzione a fenomeni quali quelli che si manifestano attraverso l’uso dei social network.

Tali iniziative si sono concretizzate anche nell’avvio di un progetto di modifica della circolare sull’art. 2 della Legge sulle guarentigie, come peraltro espressamente previsto dal nuovo Regolamento interno del Consiglio.

9) Forte e costante è l’impegno del Consiglio nell'assecondare l'evoluzione del sistema delle misure di sicurezza, giunto a un passo, ormai, dal definitivo superamento dell’impianto tradizionale di esecuzione delle misure di sicurezza detentive in Ospedale psichiatrico giudiziario e in Casa di cura e custodia.

Tale processo si mostra di portata epocale e, in atto ormai sin dall'entrata in vigore della l. n. 9 del 2012 e poi della decisiva l. n. 81 del 2014, segna una tappa fondamentale proprio all’inizio del 2017, in cui, finalmente, tutti gli ospedali psichiatrici giudiziari potranno considerarsi dismessi.

10) La ricostituzione della Nona Commissione a cui sono stati attribuiti i compiti di curare le relazioni internazionali del Consiglio che si svolgono su tre direttrici:

-partecipazione ad organismi internazionali (Rete Europea dei Consigli di Giustizia, Consiglio Consultivo dei Giudici Europei, Consiglio Consultivo dei Procuratori Europei, Rete dei Paesi balcanici, Rete di formazione giudiziaria euroaraba);

-partecipazione a progetti internazionali multilaterali;

-accordi bilaterali e scambi di visite (tradizionalmente orientati verso i Paesi dell’est europeo, area balcanica e nord Africa, attualmente in fase di sviluppo anche verso l’America latina- Argentina e Brasile ed estremo oriente- Cina e Mongolia).

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11) Notevole è lo sviluppo dell’attività del CSM nella prospettiva di rinsaldare e rendere più efficienti i rapporti con i Consigli giudiziari. La linea evolutiva di rafforzare la funzione di governo autonomo di prossimità trova spazio con continuità nella riforma del Regolamento Interno, che dedica al supporto ai Consigli giudiziari rilevanti disposizioni di coordinamento, volte a stimolarne e coadiuvarne le funzioni; di tale indirizzo vi è anche traccia esplicita nella citata riscrittura completa del Testo unico sulla dirigenza giudiziaria, che trova nel rapporto costante con i Consigli giudiziari, uno dei capisaldi principali per garantire un efficace e celere esame dei pareri per la valutazione comparativa degli aspiranti ai posti della dirigenza giudiziaria.

12) Non sono mancati, da ultimo, puntuali interventi del Consiglio su temi dibattuti in Parlamento e in sede governativa, rispetto ai quali il contributo del governo autonomo è stato collaborativo ma chiaro nel segnare l’opportunità delle scelte da compiere: ci si riferisce, in particolare, al parere espresso sui lavori delle due commissioni ministeriali (ccdd Scotti e Vietti) di riforma dell’ordinamento giudiziario, sulle prospettive di riforma del processo minorile; inoltre, rileva citare il parere espresso in punto di riforma della magistratura onoraria, un ambito, questo, su cui il Consiglio non ha fatto mancare il proprio apporto in termini di istruttoria, ma anche di sviluppo di chiari orientamenti per delineare la disciplina di fondo del sistema per i prossimi anni.

13) Infine particolare attenzione il Consiglio ha riservato e continua a riservare ai temi della protezione internazionale e dei flussi migratori. Nell’ambito del progetto di reingegnerizzazione del C.S.M., si è ritenuto di grande rilievo progettare una sezione specificamente destinata ad affrontare e trattare quelle problematiche, con riferimento ai profili organizzativi degli uffici, alla diffusione delle prassi e degli orientamenti interpretativi, alle rilevazioni statistiche dei flussi.

Inoltre, all’esito di un seminario svoltosi nel settembre del 2016 avente ad oggetto la

“Giurisdizione e protezione internazionale, è stata attivata una ricognizione sui dati aggiornati delle pendenze dei relativi procedimenti e sulle practices organizzative negli uffici giudiziari, che consentirà, in tempi brevi, l’elaborazione di una risoluzione destinata all’individuazione di prassi virtuose che contemperino l’esigenza di una celere definizione dei procedimenti con quella di una adeguata istruttoria, tenendo conto che trattasi di materia di primario rilievo per la sua incidenza sui diritti fondamentali della persona e che possa, anche, sollecitare l’adozione di ulteriori modifiche normative in materia.

Ciò senza trascurare che il Consiglio si era già occupato di tale materia, formulando il parere su un disegno di legge, auspicando la previsione normativa dell’istituto dell’applicazione straordinaria di magistrati; le successive modifiche legislative attuate con la legge n. 132 del 2015 hanno permesso al C.S.M. di disporre applicazioni extradistrettuali straordinarie di 12 giudici dedicati in via esclusiva alla trattazione dei procedimenti per il riconoscimento della protezione internazionale, tenendo conto del peculiare sistema della ripartizione territoriale della competenza in materia, e dell’aumento esponenziale delle procedure impugnatorie sottoposte al vaglio dell’autorità giurisdizionale.

Tanto premesso, il Consiglio

delibera

- di invitare i Consiglieri incaricati di rappresentare il Consiglio superiore della magistratura nelle prossime cerimonie d'inaugurazione dell'anno giudiziario a prendere contatti, ai fini

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informativi di cui in premessa, con i rispettivi Presidenti delle Corti di appello e Procuratori generali, o loro delegati;

- di richiamare l'attenzione dei Consiglieri sull'opportunità di soffermarsi, nell'ambito degli interventi da svolgere in occasione delle cerimonie inaugurali, anche sulle tematiche segnalate.»

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