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Grandi preoccupazioni per

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Academic year: 2022

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L

a situazione del mercato lattiero caseario e le sue mancate ricadu- te sul prezzo del latte alla stalla sono state al centro dell’incontro della Sezione latte regionale presieduta da Maurizio Roldi, a cui hanno preso parte Riccardo Crotti, Presidente di Confagri- coltura Lombardia, Francesco Martino- ni, Presidente della Sezione nazionale e molti presidenti e allevatori delle Unio- ni provinciali lombarde.

Ed è proprio il presidente di Confagri- coltura Lombardia, Crotti, che lancia un grido di allarme: “La situazione è diffi- cilissima ed occorre fare qualcosa per

salvaguardare il reddito delle nostre im- prese. Il prezzo non è adeguato al mer- cato ed i costi di produzione sono schiz- zati alle stelle. È necessario intervenire per fare capire all’opinione pubblica che i prezzi al dettaglio sono troppo bassi, la GDO non li vuole ritoccare, e non ci consentono di continuare a lavorare”.

L’informazione che arriva ai cittadini è mediata da slogan come “prezzi bassi e fissi” che schiacciano sui produttori tut- to il peso dell’aumento dei costi di pro- duzione.

MERCOLEDI 9 FEBBRAIO 2022 ANNO XXVII - N°3

€ 1,50

Sped.in A.p.45% art.2 comma 20/b legge 66297 - Filiale di Milano

Il prezzo del latte alla stalla continua a preoccupare gli allevatori lombardi

Scarse precipitazioni e riserve nevose:

l'agricoltura soffre la siccità

G

randi preoccupazioni per l’attuale situazione idrica.

L’ultimo bollettino sulle ri- serve idriche emesso da Arpa Lom- bardia (aggiornato al 23 gennaio 2022) parla, per la nostra regione, di un totale di 1.554,6 milioni di metri cubi di acqua a disposizione, suddivisi tra 610,6 milioni di man- to nevoso, 400,3 milioni negli inva- si e 543,7 milioni nei laghi. Questi numeri sono in enorme ribasso rispetto ad un anno fa (inverno certamente proficuo dal punto di vista delle precipitazioni) quando, nello stesso periodo, a disposizio- ne vi erano ben 5.140,5 milioni di metri cubi di acqua (3.818,9 milio- ni dal manto nevoso, 434 milioni dagli invasi e 887,6 nei laghi). Il calo dunque è quasi del 70%. Ma

il calo è sensibile anche rispetto alla media del periodo (calcolata tra il 2006 e il 2020): in questo caso la percentuale complessiva è del -51%, con un -66,5% per quanto riguarda la neve, -30,3% per quan- to riguarda gli invasi e -29,6% per quanto riguarda i laghi.

Per quanto riguarda l’accumulo nevoso, preoccupa l’andamento delle medie annuali che negli ul- timi 15 anni evidenzia un eviden- te calo, con il picco negativo nel 2022. Emerge infatti come il dato al 31 gennaio 2022 sia il più basso degli ultimi 15 anni a pari data: 43 cm contro una media di 129, cioè il 67 % meno della media dell’ultimo quindicennio.

D

avide Berta, allevatore di suini nelle province di Cremona e Brescia ma an- che veterinario, è il nuovo presidente della Sezione suinicola regionale di Confagri- coltura Lombardia di cui era già vicepresidente e che, dopo un periodo di latenza della carica, succede al mantovano Stefano Salvarani.

C

onfagricoltura Lombardia ha organizza- to un incontro con i vertici regionali per fare il punto sull’andamento dell’epide- mia di influenza aviaria, sulla conta dei danni subiti, sulla ripresa delle produzioni e sul ristoro dei danni stessi. L’incontro è stato realizzato per dare delle indicazioni chiare e precise ai produt- tori avicoli lombardi.

È

stato firmato dal ministro per la transazio- ne ecologica e pubblicato sulla Gazzetta uf- ficiale il piano nazionale per la gestione ed il controllo della nutria (Myocastor coypus). Con l’entrata in vigore del piano, realizzato in collabo- razione con Ispra, si spera che la situazione possa avere una decisa svolta per combattere la prolife- razione incontrollata del dannoso roditore.

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www.lombardia.confagricoltura.it CONTINUA A PAGINA 4

SUINICOLTURA

AVICOLTURA NUTRIE

Berta eletto presidente della Frp Suini

Si contano i danni provocati dall'aviaria

Firmato il piano per il contenimento

Crotti: "Servono soluzioni rapide ed efficaci per salvaguardare il reddito delle nostre imprese"

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2 Primo piano CORRIERE AGRICOLO

Confagricoltura insieme a Crédit Agri cole

Nutriscore, è scontro totale con il sistema di etichettatura.

Il presidente Giansanti: “Abbiamo superato ogni limite”

Quattro nuovi tavoli tematici per sostenere le imprese agricole italiane nelle sfide del futuro

C

rédit Agricole Italia e Confagricoltura rafforzano e innovano il loro accordo per sostenere la crescita e lo sviluppo delle aziende del settore agricolo.

Le due realtà proseguono questo percorso co- mune con una nuova formula di collaborazione, attivando 4 diversi tavoli tematici a cui lavorare in maniera congiunta: sviluppo finanziamenti a supporto dell’agricoltura e per le emergenze sa- nitarie; digitalizzazione servizi e PNRR; coper- tura finanziaria cerealicoltura; pegni Dop e Igp su tutte le merci.

Forti della nuova struttura progettuale che contraddistingue questo accordo, in maniera del tutto nuova rispetto ad analoghe iniziative, Crédit Agricole Italia e Confagricoltura lavore- ranno con particolare attenzione su progetti di filiera, consulenza avanzata di carattere ge- stionale, consulenza strategica e approccio al PNRR, nonché a tutte le iniziative di finanza agevolate.

“La nostra partnership con Confagricoltura si basa su un confronto continuativo estrema- mente prezioso, che ci permette di intervenire tempestivamente con progetti e iniziative speci- fiche – dichiara Giampiero Maioli, Responsabi- le del Crédit Agricole in Italia –. È una collabora- zione che, per la sua natura progettuale, nasce dall’ascolto delle esigenze del tessuto econo- mico-produttivo e dall’attenzione per i territori.

Come Crédit Agricole Italia siamo orgogliosi di unire le forze con Confagricoltura per sostenere i progetti delle imprese agricole, promuovendo concretamente il rilancio di un settore strategi- co per il Paese”.

“Con questo accordo - commenta il Presidente

di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti - ri- badiamo il nostro impegno sul fronte della li- quidità delle imprese, soprattutto in questa fase congiunturale così complessa. In particolare, mettiamo al centro l’elemento progettuale at- traverso l’attivazione dei quattro tavoli tematici per trovare insieme a Crédit Agricole Italia delle soluzioni condivise che abbiano nello sviluppo dell’agricoltura il proprio baricentro”.

“Esprimiamo inoltre apprezzamento per Crédit Agricole Italia - aggiunge il presidente di Con- fagricoltura Massimiliano Giansanti - per l’at- tenzione ancora dimostrata al settore primario, rispondendo prontamente al nostro appello sul comparto avicolo, colpito in questi mesi dal virus dell’aviaria, mettendo in atto una serie di provvedimenti, quali lo stanziamento di 10 milioni di euro per l’emergenza e la sospensio- ne delle rate dei finanziamenti per le aziende clienti”.

Una collaborazione che unisce il radicamen- to sui territori della rete di Crédit Agricole Ita- lia con i servizi di Confagricoltura, anche fi- sicamente, grazie alla presenza degli esperti di Crédit Agricole Italia all’interno delle sedi dell’Associazione con cadenza temporale pre- definita, che possono accompagnare gli asso- ciati verso soluzioni specifiche e dedicate per i loro progetti.

In continuità con gli obiettivi che da sempre caratterizzano questa partnership, le due realtà puntano insieme a fornire un supporto concre- to all’intero settore, offrendo agli associati, ma anche a tutti coloro che appartengono al mon- do ‘Agri’, progetti ad hoc e soluzioni dedicate in relazione ai prodotti e servizi del Gruppo.

“O

ra abbiamo veramente su- perato ogni limite. Serve un chiarimento a livello politi- co considerato che il logo Nutriscore è nella titolarità dell’Agenzia nazionale della Sanità pubblica francese”.

Lo ha dichiarato il presidente di Con- fagricoltura, Massimiliano Giansan- ti, dopo l’ultima presa di posizione di Serge Hercberg, uno degli ideatori del sistema di etichettatura Nutriscore, che ha proposto di “bollare” come perico- lose per la salute tutte le bevande alco- liche anche se la presenza di alcool è ridotta. “Il limite più evidente del siste- ma Nutriscore è quello di classificare gli alimenti sulla base di un algoritmo che ignora completamente le quantità che sono normalmente consumate - sotto-

linea Giansanti-. Nel caso specifico dei vini non si fa alcun riferimento alla dif- ferenza che passa tra abuso e consumo moderato”. “La contrapposizione tra Nutriscore e Dieta Mediterranea è evi- dente e insanabile - puntualizza Gian- santi - Non a caso la nostra posizione è pienamente condivisa dai produttori di olio d'oliva in Spagna e da quelli di formaggi in Francia”. “Se non fossero toccati i legittimi interessi dei prodotti del Made in Italy agroalimentare sem- pre più apprezzati dai consumatori a li- vello mondiale - conclude il presidente Giansanti -, si potrebbe replicare sug- gerendo al professor Hercberg di rive- dere la sua proposta dopo avere bevuto un buon bicchiere di vino. Ovviamente italiano”.

L

a Banca europea per lo sviluppo e ricostruzione ha concesso fondi per progetti di olivicoltura e irrigazio- ne in Tunisia, che è tra i cinque maggiori Paesi pro- duttori di olio d'oliva a livello globale. Olive Oil Times ne ha parlato in un'intervista con il presidente di Confagricol- tura, Massimiliano Giansanti. “Non è in discussione il pro- gramma di sostegni così come gli altri interventi UE verso i Paesi meno avanzati – sottolinea Giansanti -. Compren- diamo la necessità dell’Unione europea di essere vicina ad un Paese indebolito da atti terroristici e con instabilità po- litica ed economica, dovuta ad eventi interni. È necessario, tuttavia, valutare se gli incentivi allo sviluppo della filiera possano coesistere con programmi di facilitazioni nei dazi per l’accesso dell’olio tunisino sul mercato europeo - preci- sa Giansanti -. Confagricoltura si è impegnata attivamente per cercare di evitare il rinnovo delle condizioni agevolate per le esportazioni tunisine di olio verso l’Unione europea”.

La Bers fornisce nuovi fondi per progetti di olivicoltura e

innovazione in Tunisia

A Mattarella le congratulazioni della nostra Organizzazione agricola

“A

l Presidente della Repub- blica eletto vanno le nostre più vive congratulazioni, insieme all’augurio di buon lavoro.

La figura e l’operato di Sergio Matta- rella danno fiducia al Paese. Le im- prese agricole, dal canto loro, hanno bisogno di stabilità politica e di efficacia nell’azione di governo”. Questa la dichiarazio- ne rilasciata dal presidente di Confagricoltu- ra, Massimilia- no Giansanti, sull’esito delle votazioni per il Quirinale. “De- sidero, nella circo- stanza, ricordare un passaggio del messaggio inviato dal presidente Matta- rella per la celebrazione, nell’ottobre 2020, dei 75 anni dalla fondazione della FAO - prosegue Giansanti -. Il cibo, sottolineò Mattarella, insieme al suo antico e inscindibile legame con le colture, la tradizione e la terra,

deve essere considerato materia no- bile da salvaguardare. L’impegno per la ripresa economica e le tensioni in atto a livello internazionale - aggiun- ge Giansanti - non consentono cali di attenzione, incertezze e ritardi, per non compromettere i risultati positivi conseguiti nell’anno

passato. L’emergenza sanitaria non è su-

perata. I rincari senza precedenti

dei costi dell’e- nergia hanno già determinato una revisione al ribasso della crescita econo- mica prevista per l’anno in corso. Le priorità sono di tut- ta evidenza - conclude il presidente di Confagricoltu- ra - Servono decisioni straordinarie ed urgenti del governo, per ridurre i costi di produzione delle imprese.

E va ridato slancio al programma di riforme concordato con le Istituzioni di Bruxelles”.

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O

ggi le autorità regionali sono responsabili della gestione e dell’attuazione delle misure di sviluppo rurale in diversi Stati membri europei e continueranno a farlo anche con la nuova Pac (Politica Agricola Co- mune).

Tuttavia, con i piani strategici della Pac e la nuova governance, le Regioni per- deranno in parte il legame diretto che avevano con la Commissione europea.

La Coalition of European AgriRegions – che rappresenta la voce di 17 Regio- ni di 7 Stati membri, in pratica oltre il 17% della superficie agricola utilizzata totale dell’Ue e oltre il 15% della popo-

lazione dell’Ue – teme che ciò crei una distanza eccessiva tra la Commissione e i territori in cui verrà attuata la nuo- va politica, aumentando così il divario tra le aspettative della Commissione e la realtà sul campo. Inoltre, le Regio- ni svolgono un ruolo fondamentale nell’accompagnare la transizione verso sistemi agricoli e alimentari più soste- nibili a livello locale.

Pur sottolineando l’importanza di coinvolgere le parti interessate a tutti i livelli, il Green Deal raramente tiene conto degli impatti delle politiche a livello locale e regionale, soprattutto quando si tratta di fissare obiettivi per la produzione agricola, come nel caso della strategia Farm to Fork e, più re- centemente, del pacchetto Fit for 55.

Per questi motivi, la Coalizione ha organizzato un incontro politico ad alto livello con Janusz Wojciechowski, Commissario europeo per l’Agricoltu- ra, per ottenere un dialogo strutturato e rafforzato con le autorità regionali sull’attuazione dei piani strategici della Pac e del Green Deal.

Questa è stata l’occasione di ricordare il ruolo chiave che le Regioni continue- ranno a svolgere per garantire che gli interventi della Pac siano adeguati alle esigenze locali e di evidenziare attra- verso esempi concreti la necessità che il Green Deal tenga conto dei suoi im- patti a livello locale e regionale.

Rivolgendosi al Commissario, più di 10 rappresentanti eletti delle Regioni della Coalizione AgriRegions hanno sottoli-

neato che “non può esserci transizio- ne sostenibile né giusta per i sistemi agricoli e alimentari senza tener conto degli impatti a livello regionale e che ciò può essere ottenuto solo attraverso una maggiore consultazione e coinvol- gimento degli enti locali e regionali”.

“Quando si adatta la Pac alle esigenze locali e si discutono questioni relative alla sua attuazione a livello territoriale, le autorità regionali avvicinano la Pac ai suoi beneficiari, i cittadini" ha detto Arnaud Lecuyer, vicepresidente della Regione della Bretagna e responsabile dell’agricoltura e del coordinamento della Coalizione AgriRegions.

Dal canto suo Fabio Rolfi, assessore all’Agricoltura della Regione Lombar- dia, ha chiesto fortemente “uno studio sull’impatto sulle aziende delle misure previste dalla Farm to fork. La sosteni- bilità ambientale deve andare di pari

passo con quella economica delle im- prese e solo partendo da numeri certi si possono poi declinare le misure. È necessaria inoltre un'azione europea forte, che tuteli le produzioni a deno- minazione d’origine contrastando l’ita- lian sounding, evitando l’introduzione del nutriscore e chiedendo reciproci- tà sui modelli produttivi nell’ambito dei trattati di scambio internazionale.

L’obiettivo deve essere quello di ridur- re l’impatto ambientale investendo sull’innovazione, non imponendo vin- coli che rischiano di far chiudere mi- gliaia di aziende”.

La Coalizione intende intensificare il proprio lavoro e la propria visibilità per tutto il 2022 e gli anni a venire al fine di cooperare e dialogare in maniera più regolare con la Commissione e le altre istituzioni dell’Ue su politiche così cru- ciali.

L

a crescita demografica e la cre- scente attenzione verso la so- stenibilità di produttori e con- sumatori impongono la creazione di un modello di sviluppo che implichi la produzione di cibo di qualità e in quantità, ma anche una riduzione degli sprechi alimentari, in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite, le strategie sull’economia circolare dell’Unione europea e la “Farm to Fork”. Lo ha affermato Confagricoltu- ra in occasione della 9^ Giornata na- zionale di prevenzione dello spreco alimentare che ricorre il 5 gennaio.

"Per prevenire lo spreco alimenta- re – aggiunge Confagricoltura - ser- ve però l’impegno di tutti". Dai dati

emersi dallo studio condotto dell’Os- servatorio Waste Watcher Internatio- nal in collaborazione con l’Università di Bologna e IPSOS sul “Caso Italia”

si registra che, nel 2021, nel nostro Paese si sono sprecati circa 27 kg di cibo a persona. Sebbene l’andamen- to sia in calo rispetto all’anno prece- dente, allarmano i dati sulle quantità (3.624.973 tonnellate nel 2021) e sui costi (circa 10 mld di euro) del cibo sprecato nel corso dell’anno passato.

L’iniziativa dell’Osservatorio Waste Watcher International, con il quale Confagricoltura ha avuto modo di collaborare nel quadro delle attività del Coordinamento Agrinsieme, ac- cende i riflettori su una delle piaghe

del nostro tempo e impone una rea- zione concreta. Le imprese agricole del nostro Paese – afferma Confagri- coltura – possono svolgere un ruolo fondamentale nella lotta agli sprechi alimentari e nella prevenzione de- gli stessi. L’agricoltura non spreca in quanto, per natura, fa propri concetti come il recupero, il riutilizzo e la cre- azione di sistemi diffusi di economia circolare. Anche in fatto di preven- zione, è fondamentale che i virtuo- sismi produttivi dei nostri agricoltori siano conosciuti e spiegati ai consu- matori e alle giovani generazioni.

Confagricoltura, anche attraverso le proprie imprese, è in prima fila nel- la lotta agli sprechi alimentari affer- mando da sempre l’importanza di un’educazione alimentare che pro- muova stili di vita e consumi alimen- tari più sani e consapevoli. A ciò, si aggiunge la creazione di un modello che minimizzi gli sprechi nel corso dei processi di produzione, trasfor- mazione e distribuzione.

In questa operazione di educazione al consumo - conclude Confagricol- tura - è necessaria la collaborazione e il dialogo tra le filiere direttamente impegnate nel processo produttivo, le organizzazioni di rappresentanza, le istituzioni, ma anche le scuole, le università, il mondo della ricerca e il terzo settore.

Dalla Regione

PSR, nuovi investimenti

L

a DG Agricoltura della Regione Lombardia ha approvato le disposi- zioni attuative per la presentazione delle domande relative alla Sottomisura 4.4 del Programma di Sviluppo Rurale 2014.

La sottomisura 4.4 “Sostegno ad investi- menti non produttivi connessi all’adem- pimento degli obiettivi agro climatico am- bientali” è articolata in due operazioni, ossia la 4.4.01 "Investimenti non produt- tivi finalizzati prioritariamente alla con- servazione della biodiversità" e la 4.4.02

"Investimenti non produttivi finalizzati prioritariamente alla miglior gestione delle risorse idriche". Le risorse finanzia- rie disponibili per il bando ammontano a 1.000.000 euro per l’operazione 4.4.01 e 2.000.000 euro per l’operazione 4.4.02. Ri- spetto alle edizioni precedenti, si segnala, tra gli interventi ammissibili, la possibilità di installazione di biobed.

Spreco alimentare, l'obiettivo è prevenire

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Farm to Fork, Fabio Rolfi: “Prima

misuriamo l’impatto sulle aziende”

Primo piano

CORRIERE AGRICOLO

Un confronto tra AgriRegions e il commissario

europeo all'Agricoltura Janusz Wojcie- chowski per chiedere

di mantenere un dialogo costante

con le autorità regionali su Pac

e Green Deal

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E

rano presenti un centinaio di alle- vatori collegati on line per ascol- tare i responsabili regionali degli assessorati al welfare, dipartimento ve- terinario, e di quello dell’agricoltura, ri- spettivamente Marco Farioli ed Andrea Massari unitamente ad Andrea Azzoni.

Erano stati invitati ed erano presenti anche Maurilio Giorgi dirigente dell’Ats Valpadana insieme al collega Vincenzo Tradi.

I lavori che sono stati aperti da Riccar- do Crotti, presidente di Confagricoltura Lombardia, presente anche il presiden- te della sezione avicola, Mauro Zanotti.

Entrambi hanno ringraziato i funzio- nari di Regione Lombardia per il loro prezioso lavoro ma anche i responsa- bili territoriali per l’opera di supporto ed assistenza agli allevamenti oltre che per l’estinzione dei focolai negli alleva- menti colpiti.

L’incontro è stato realizzato per dare delle indicazioni chiare e precise ai produttori avicoli lombardi che sono stati colpiti duramente da questa on- data di influenza aviaria che ha portato una serie di danni economici devastati per la filiera. In sintesi, si sono svilup- pati nell’area padana oltre 300 focolai, sono stati colpiti complessivamente circa 1.600 allevamenti e abbattuti oltre 15 milioni di capi. Un vero disastro se si considera che l’ultimo caso analogo risaliva a soli cinque anni fa. Adesso bisogna terminare la conta dei danni e

ripartire contando anche nel ristoro dei danni subiti.

Marco Farioli, dirigente responsabi- le della veterinaria dell’assessorato al welfare, ha fatto il punto della situazio- ne relativamente all’andamento epide- miologico dell’aviaria: “È un mese che non si verificano nuovi focolai per cui siamo soddisfatti di questo andamento.

Adesso si stanno mettendo in azione i meccanismi per potere ripartire con gli accasamenti secondo regole ben preci- se dettate dal Ministero della Sanità per farlo in massima sicurezza. E per que- sto vengono aggiornate costantemente le aree su cui operare”.

Andrea Massari ha chiarito il tema de- gli indennizzi in capo all’agricoltura relativi ai danni indiretti di mancata produzione e di fermo aziendale, ma non a quelli diretti di competenza della sanità: “Danni indiretti che sono di dif- ficile quantificazione e che comporta- no un iter più lungo e complesso tanto che nell’ultimo caso di influenza avia- ria sono passati diversi mesi. Inoltre, questa volta i danni si presentano mol- to superiori visto che i focolai sono stati 4 -5 volte più numerosi. Infine, bisogna considerare che in questo processo di indennizzo sono coinvolti fondi anche di carattere europeo. In ogni caso stia- mo lavorando insieme con la Regione Veneto per fare in modo che i 30 milioni di euro previsti in finanziaria per la fi- liera vengano destinati prioritariamen- te alle aziende colpite dall’aviaria. Ma anche per cercare di adottare misure di

sostegno finanziario e di interruzione, ad esempio, di pagamenti di mutui”.

È poi intervenuto Andrea Azzoni che ha approfondito il tema dello smalti- mento della pollina e delle lettiere an- ch’esse poste in discussione nell’am- bito della prevenzione della diffusione virale; argomento che ha anche colle- gamenti con il problema della gestione dei nitrati. Vincenzo Tradi e Maurilio Giorgi dell’Ats Valpadana hanno porta- to la loro esperienza a livello territoria- le fornendo la più ampia disponibilità alla collaborazione per la ripartenza visto che ormai si sta andando verso l’abolizione delle zone di protezione e la situazione si presenta con una evolu- zione positiva.

In seguito, sono stati affrontati proble- mi pratici e casi aziendali con una serie

di domande formulate dagli allevatori a partire da Mauro Zanotti, che ha evi- denziato la pesantezza della situazione per gli allevatori colpiti, nonostante i grandi sforzi fatti in termini di investi- menti e di impegno per l’adozione di misure aziendali volte al miglioramen- to della biosicurezza, sottolineando la necessità di ottenere risarcimenti rapi- di e congrui, non solo per i danni diretti ma anche per quelli indiretti che hanno riguardato il blocco delle produzioni.

Tuttavia, per agevolare una rapida ri- presa produttiva, Zanotti ha ricordato anche l’azione di Confagricoltura che molto tempestivamente ha interpellato diversi istituti bancari cercando forme di agevolazione finanziaria per la ripar- tenza in attesa degli interventi di risto- ro attesi dalla parte pubblica.

Aviaria: si contano i danni

Il prezzo del latte mette ancora in crisi gli allevatori

LATTIERO-CASEARIO

F

rancesco Martinoni, che ha par- tecipato ai vari incontri promos- si nell'ambito del Tavolo, hHa illustrato lo stato dell’arte sull’accordo quadro o protocollo di intesa siglato in novembre presso il ministero del- le Politiche agricole. Secondo il Pre- sidente nazionale gli incontri presso il Mipaaf sono sfociati in un accordo zoppo visto che l’applicazione del protocollo firmato il 9 novembre è stato poi traslato al primo gennaio.

Facendo così perdere ai produttori i benefici economici di un paio di mesi,

in cui si era registrato un forte gap tra prezzi di mercato e valori derivanti dagli indici inseriti nei contratti. “A gennaio il prezzo del latte derivante dall’applicazione degli indici era già arrivato a 41 centesimi - rimarca Mar- tinoni -, dunque, i risultati dell’appli- cazione del protocollo sono stati mol- to deludenti visto che i 41 centesimi sono del tutto insufficienti a coprire i costi. Non solo, anche gli aspetti legati ai prodotti rientranti nell’ipotesi di ac- cordo in funzione della loro stagiona- tura non ci lascia soddisfatti. L’unico fatto positivo può essere considerato il Tavolo permanente istituito presso

il Ministero dell’Agricoltura”.

A staccarsi un po' dalla linea generale dell’industria privata, Gianluca Ferra- ri, vicepresidente di Granlatte, che è intervenuto per approfondire l’analisi di mercato segnalando come questo sia particolarmente dinamico. “Per questo come trasformatori stiamo riconoscendo un centesimo in più ai produttori arrivando a 42 centesimi.

È vero che i costi sono aumentati per tutti ma occorre una equa ripartizio- ne lungo tutta la filiera”. Ferrari pro- segue nell’analisi segnalando anche comportamenti poco seri da parte di alcuni industriali: sono stati ritocca- ti degli algoritmi che erano arrivati a quotare fino a 46 centesimi il litro di latte per riportarlo a 41.

“Dall’analisi dei mercati e dal proto- collo di intesa, interviene Maurizio Roldi, emerge un quadro molto delu- dente; la retroattività che ci era stata garantita di fatto è scomparsa e l’in- cremento del prezzo del latte viene vanificato dallo slittamento del perio- do di decorrenza da novembre a gen- naio: una vera beffa. I prezzi del latte sono congelati, il tavolo permanete che avrebbe dovuto condurci ad una valorizzazione dell’interprofessione

c’è ma non porta risultati”. Da qui lo sviluppo di alcune iniziative volte a sbloccare la situazione formulate dal- la sezione latte di Cremona.

Iniziative e proposte illustrate da Ric- cardo Crotti che ha partecipato a que- gli incontri: “I prezzi del latte a livello internazionale sono aumentati ma la Gdo applica sconti al dettaglio e vuole prorogare i listini fino a marzo-aprile.

Il paradosso è che oggi il latte in Italia costa meno che in altri paesi europei.

Si tratta di una situazione intollera- bile e che deve essere riportata al ta- volo del Ministero. Non solo, abbia- mo anche il dovere di portare questa situazione all’opinione pubblica. La Sezione di Cremona e l'Federazione regionale di prodotto hanno organiz- zato per venerdì 11 febbraio, dalle 9 alle 13, un presidio davanti alla Fie- ra di Cremona per ottenere visibilità nei confronti dell'opinione pubblica, evitando di creare problemi di ordi- ne pubblico o di sicurezza sanitaria.

Attraverso il coinvolgimento di mezzi di informazione a livello nazionale, le Istituzioni e gli esponenti politici si vuole richiamare urgentemente l’at- tenzione sulle problematiche dei pro- duttori di latte.

4 Zootecnia CORRIERE AGRICOLO

CONTINUA DALLA PRIMA

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CONTINUA DALLA PRIMA

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I

problemi della suinicoltura sono molti, si sono moltiplicati negli ul- timi tempi e vanno dalla questione economica legata alla redditività azien- dale, a quelli sanitari, passando per le filiere, i disciplinari di produzione delle principali Dop e quindi ai rapporti con i Consorzi di tutela e valorizzazione. A questi si aggiungono le questioni am- bientali e del benessere animale codifi- cate insieme ad altre in Classyfarm. Tra tutte queste l’emergenza è certamente legata al timore della diffusione del- la Peste suina africana dopo che sono state trovate delle carcasse di cinghiale infette a cavallo tra Piemonte e Liguria.

Gli allevatori sono in allarme perché se l’agente patogeno dovesse arrivare a colpire gli allevamenti ci sarebbero gravissimi danni economici alla suini- coltura del Nord Italia, anche se, come nel caso della influenza aviaria, sono esclusi danni alla salute per l’uomo.

I contraccolpi economici si fanno già sentire dato che si sono già alzate voci di blocchi all’esportazione da parte di paesi terzi non Ue.

Intanto, anche dietro pressione di Con- fagricoltura, il Governo ha adottato alcune misure straordinarie. Angelo Ferrari, direttore dell’Istituto Zoopro- filattico del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta é stato nominato commissa- rio straordinario interregionale per la gestione dell’emergenza sanitaria. È stato inoltre predisposto un pacchet- to di ristori per le imprese che stanno subendo le conseguenze delle misure

preventive con lo stanziamento di un fondo per 50 milioni di euro, per il 2022, suddivisi per due tipi di interventi: 15 milioni di euro che vengono destinati ad aumentare le dotazioni strutturali e in particolare sulla biosicurezza e altri 35 milioni di euro a valere per spese correnti a sostegno della filiera suini- cola che serviranno ad indennizzare gli operatori della filiera che avranno subi- to danni.

Berta non nasconde la sua preoccupa- zione sulla situazione sanitaria che si è venuta a creare e sugli effetti che si potrebbero verificare. Intanto segnala come già in alcune zone del Piemonte i macellatori stanno rallentando il ritiro di suini pronti per la macellazione; inol- tre, sottolinea come i 15 milioni di euro stanziati dal governo e destinati agli al- levatori stiano prendendo altre strade.

Pare che possano venire usati per deli- mitare alcune strade o autostrade per bloccare la circolazione dei cinghiali, causa nobile ma non certo a sostegno degli allevatori. Per contro gli altri 35 milioni di euro destinati alla filiera do- vrebbero essere confermati. Berta infi- ne fa notare come oggi vi sia anche un grande problema di redditività, legato soprattutto all’incremento dei costi di produzione legato a quello esagerato di mangimi ed energia. Incremento che ha portato ad avere un incremento del costo di produzione di un chilo di carne suina di ben 30 centesimi, segnalando anche che a questo proposito il gover- no francese, per fronteggiare la stessa situazione oltr’alpe ha stanziato ingenti risorse a favore degli allevatori.

Davide Berta è il nuovo presidente della Frp Suini

Quattro milioni di risarcimento alle aziende agricole e vespa samurai per continuare la lotta alla cimice asiatica

L

otta serrata alla cimice asiatica che in questi anni ha messo in ginocchio la frutticoltura lom- barda. La Regione Lombardia, oltre a redistribuire i fondi statali per i risar- cimenti, proseguirà con il controllo biologico attraverso la vespa samurai, attivando al contempo una ricerca su strumenti innovativi e sostenibili. È la sintesi di quanto annunciato dall’as- sessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi verdi Fabio Rolfi in occasione del pagamento dell’ultima tranche di risarcimenti alle aziende agricole.

“Abbiamo avviato l’ultima fase dei pagamenti, arrivando ai 4 milioni di euro che il ministero ha destinato alla

Lombardia. Se pensiamo che la cimice asiatica crea danni per circa 15 milio- ni di euro all’anno nella nostra regione è evidente come i rimborsi non siano sufficienti ed è necessario dunque con- tinuare con la lotta biologica. Anche quest’anno proseguiremo con il rila- scio della vespa samurai, antagonista naturale della cimice asiatica” ha di- chiarato Rolfi.

La Regione Lombardia ha inoltrato al Ministero della Transizione Ecologi- ca la richiesta di rinnovo dell’autoriz- zazione per la prosecuzione del pro- gramma di immissione in natura della vespa samurai. Nei due anni passati il piano ha previsto un totale di 106 rila-

sci (100 femmine e 10 maschi per lan- cio) dell’antagonista della cimice in 33 diverse località regionali. La Regione Lombardia ha inoltre attivato una col- laborazione con l’Istituto di entomolo- gia del Dipartimento Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, con l’obiettivo di individua- re strumenti innovativi, a impatto zero, per il contenimento delle popolazioni dell’insetto. “Nel frattempo è necessa- rio che le aziende agricole prosegua- no nell’opera di difesa. Al momento l’installazione sulle colture frutticole di reti protettive rappresenta il modo più efficace per ridurre i danni da ci- mice asiatica. In questi anni la Regione

Lombardia ha destinato 12,5 milioni di euro a 410 aziende lombarde per in- stallare reti antinsetto. Solo una azione coordinata, che passi anche da efficaci politiche assicurative e di gestione del rischio, può portare a ottenere risultati importanti” conclude Rolfi.

Zootecnia 5

CORRIERE AGRICOLO

9 FEBBRAIO 2022

Firmato il protocollo per il controllo delle nutrie

D

a tempo gli agricoltori e le loro organizzazioni chiede- vano un provvedimento or- ganico in grado di contrastare la dif- fusione sempre più accentuata della nutria lungo i corsi d’acqua della pia- nura padana. Più e più volte si è fatto appello alle autorità locali e regionali evidenziando i danni enormi che la nutria provoca a coltivazioni agricole, argini di fossi e canali. Ma non solo, ormai da qualche tempo, la nutria ha fatto il suo ingresso in diversi centri abitati e ha causato più di un inci- dente stradale, anche con gravi con- seguenze. In Lombardia la lotta alla nutria è in corso da diversi anni con il coinvolgimento della Regione e delle diverse amministrazioni provinciali con lo stanziamento di diversi fondi e la formazione di persona-

le apposito. Sono state mobilitate guardie provinciali con il concorso di as- sociazioni di cacciatori e di volontari, ma n o n o s t a n t e questi sforzi non si sono ot- tenuti risultati significativi.

La pubblicazione del decreto di livello nazionale, è stato reso possibile anche dall’inseri- mento della nutria tra le specie noci- ve e dannose e tra le specie esotiche invasive che ha coinvolto anche le istituzioni comunitarie. Ora si spera che le cose possano migliorare so- prattutto grazie allo stanziamento di una dotazione finanziaria di 15 mi- lioni di euro per il triennio 2022-24, iscritti al fondo per il controllo delle specie esotiche ed invasive.

Le modalità di controllo previste dal decreto sono quelle già note ed appli- cate da tempo: la cattura con gabbie e la successiva soppressione, oppu- re con il ricorso allo sparo, mentre è vietato il ricorso ai veleni in quanto non selettivi. La cattura di soggetti vivi tramite gabbie è considerato il

metodo preferenziale grazie alla sua rispondenza a requisiti di buona se- lettività, efficacia e ridotto disturbo che ne consentono l’utilizzo in tutti i periodi dell’anno e in tutti i territori interessati dalla presenza della spe- cie. A seguito della cattura è previ- sta la soppressione nel minor tempo possibile mediante sparo o trasferi- mento in contenitori ermetici dove i soggetti catturati vengono esposti al biossido o al monossido di carbonio ad alta concentrazione. Le catture e/o gli abbattimenti di nutrie posso- no essere attuati dal personale degli enti parco e delle riserve o da per- sone autorizzate, sotto la diretta re- sponsabilità e sorveglianza dell’orga- nismo di gestione dell'area protetta, secondo le modalità e le prescrizio-

ni fornite, limitatamente ai territori di competen-

za. Ma anche dalle guardie venatorie dipendenti dalle amministrazio-

ni provinciali.

Queste ulti- me potranno avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi sui quali si attuano i piani medesimi, purché muniti di licenza per l'esercizio venatorio, nonché delle guardie forestali e delle guardie comunali munite di licenza di caccia.

Alla riduzione del numero di nutrie potranno contribuire anche i caccia- tori e le figure selezionate abilitate in seguito della frequenza di appositi corsi di preparazione svolti in base a un programma tipo approvato da Ispra e organizzati dalle Regioni e dalle Province. Figure professionali già ampiamente formate ed utilizza- te in Regione Lombardia e nelle sue province grazie anche alla collabora- zione sempre prestata dalle sedi pro- vinciali di Confagricoltura Lombar- dia. Ora gli agricoltori, ma non solo, sperano che sia una svolta decisiva per la soluzione di questo problema.

CONTINUA DALLA PRIMA

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P

er la rivista britannica

“The Economist”, l’Italia è il Paese dell’anno. Nel 2021 l’export agroalimentare ha superato i 50 miliardi, un record storico. Il rafforzamen- to delle filiere può consolida- re la competitività del sistema agroalimentare italiano sui mercati internazionali?

La risposta è ovviamente sì, sempre che ci sia la volontà politica di rafforzare il sistema agroalimentare del Paese. Oggi il settore rappresenta il primo comparto dell’economia ita- liana con un contributo al pro- dotto interno lordo di quasi 550 miliardi, e una crescita impor- tante dell’export: quest’anno abbiamo superato i 51 miliardi di fatturato.

Il Made in Italy può essere ulte- riormente rafforzato attraverso un progetto di strategia che fa- vorisca la concentrazione del- le produzioni e dell’offerta di mercato per accompagnare le nostre aziende sui mercati in- ternazionali.

Cosa cambia per le imprese agricole con il Piano Transi- zione 4.0? Saranno davvero facilitate a intraprendere un rinnovamento strutturale?

Credo proprio di sì. Confagri- coltura è stata l’associazione che ha voluto fortemente che i benefici previsti dal Piano Industria 4.0 fossero estesi ad Agricoltura 4.0. L’agricoltura dovrà procedere verso un mo- dello sempre più informatiz- zato e digitalizzato, in grado di dare quelle garanzie che oggi i consumatori chiedono in termini di salubrità e di qua- lità dei prodotti. Dobbiamo continuare a spingere per au- mentare la nostra produzione:

oggi non siamo ancora auto- sufficienti, produciamo il 75%

di quello che mangiamo. Però, nonostante questo, siamo an- che forti esportatori.

L’innovazione tecnologica è fondamentale ma è rallenta- ta dalle infrastrutture. Questo è un freno al ruolo che svolge l’agricoltura nel contrastare l’abbandono delle aree in- terne. Come Confagricoltura stiamo monitorando lo stato di avanzamento della mappatura della fibra in tutto il territorio.

Il lavoro in agricoltura è infat- ti sempre più orientato all’uso del digitale che riporta alla ter- ra i giovani.

Come Confagricoltura stiamo promuovendo il progetto Hub Farm per trasferire a tutti gli imprenditori agricoli le mi-

gliori tecnologie e i servizi più evoluti, offrendo anche solu- zioni in termini di connettivi- tà. Un progetto ambizioso, che vuol dare ai consumatori tutte le informazioni necessarie per capire cosa c’è dietro un pro- dotto.

In un quadro globale com- plesso a causa della pande- mia, quali difficoltà deve af- frontare l’agroalimentare?

In questo momento l’agroa- limentare soffre la mancan- za di dialogo a livello globale in termini di accordi. La fine della stagione del multilatera- lismo verso le bilateralità ha fortemente indebolito la libera circolazione delle merci e so- prattutto strumenti e modelli che potevano compensare le normali differenze nelle atti- vità di produzione e di costi di produzione. Nelle bilateralità chi ha forza impone le regole di mercato. Ce ne siamo accor- ti quando ci fu lo scontro du- rissimo tra l’Amministrazione americana e quella cinese sulla definizione dell’export della soia e del mais dagli Stati Uniti verso la Cina, che poi a cascata ha generato il caro materie pri-

me a livello agricolo.

Oggi i mercati sono ai massimi, gli imprenditori agricoli sono in grandissima difficoltà.

Abbiamo incrementi del co- sto energetico del 170%, un raddoppio del costo dei fer- tilizzanti, quasi il raddoppio del costo del gasolio. Stiamo sostanzialmente producendo in perdita e questo si unisce al tema della liquidità di impresa che era stata agevolata durante l’emergenza Covid e che non ha trovato spazio nell'ultima legge di bilancio.

A queste criticità si aggiunge il tema del costo del lavoro che è molto più alto rispetto ai nostri principali competitor.

Cosa c’è sul tavolo di Confa- gricoltura in merito al Pnrr, che impone la presentazione di programmi da effettuarsi nel lungo periodo?

Per noi le milestone sono fon- damentalmente tre. Primo, la transizione energetica: Confa- gricoltura è l’associazione che ha voluto le energie rinnovabili in agricoltura, quindi prose- guiamo questo percorso per far sì che aumentino sia l’energia elettrica prodotta da biogas o da parchi fotovoltaici, sia la produzione nuova e innovativa di biometano per la mobilità sostenibile.

L’altro caposaldo è tutto il pro- cesso di innovazione e digita- lizzazione dell’agricoltura non solo con la sostituzione del parco macchine, ma anche al- largando la rete della fibra e del digitale a tutto il territorio ita- liano, incentivando al contem- po la fromazione di imprendi- tori e lavoratori.

Il terzo pilastro sono i proces- si di filiera, fondamentali per costruire dei modelli in grado affrontare così i mercati inter- nazionali globali, distribuendo maggior valore aggiunto a tutti gli attori della filiera.

Sono previsti degli incentivi per sostenere le piccole im- prese agricole nella transizio- ne verde? In Italia sono forse le più numerose, e sono quelle che incontrano maggiori diffi- coltà ad assecondare il cam- biamento.

Certamente. La maggior parte delle imprese oggi sono sot- todimensionate e in alcuni casi anche sottocapitalizzate, è evidente che queste impre- se dovranno essere aggregate all’interno di progetti di filiera più ampi per dare loro la pos- sibilità di partecipare alla tran- sizione.

In alternativa ci sarà la defini-

zione del nuovo Piano Strate- gico Nazionale con i fondi eu- ropei, quindi su base regionale partiranno i nuovi processi di programmazione economica.

Laddove non sarà possibile accompagnarli nel PNRR do- vremo scrivere delle politiche regionali in grado di favorire gli investimenti anche nelle pic- cole imprese.

Come si sta muovendo l’Italia per tutelare l’agroalimentare nazionale? In Europa la dieta mediterranea è messa sotto attacco dal sistema di etichet- tatura Nutriscore, del quale i consumatori sanno ancora troppo poco.

Confagricoltura insieme al Governo italiano da subito si è battuta contro il Nutriscore, sistema che è di proprietà di un soggetto privato che usa un algoritmo per distinguere ciò che è buono da ciò che è catti- vo. Peccato che all’occorrenza, quell’algoritmo sia stato mo- dificato. Abbiamo sostenuto e appoggiato la proposta del Governo italiano sul proget- to alternativo del Nutrinform Battery, che non tiene conto esclusivamente del contenu- to di alcuni elementi di base all’interno di cento grammi di prodotto, ma dell’effettivo con- sumo di quel prodotto all’in- terno della dieta giornaliera.

Abbiamo svolto una serie di indagini e verifiche e abbiamo rilevato che sia negli Stati Uniti che in Europa: i consumatori lo ritengono un modello di com- prensione addirittura più facile di quello a semafori.

L’agricoltura è sempre messa sotto accusa come inquinatri- ce. Lei ritiene che al contrario

possa avere un ruolo nello svi- luppo di un’economia verde e anche nella produzione di energia da risorse naturali?

Chi lo dice non conosce l’a- gricoltura, che è il caposaldo dell’economia circolare. Lo abbiamo sempre fatto e lo fa- remo ancora di più. Negli anni a venire conosceremo modelli di agricoltura super sostenibili che daranno una serie di ri- sposte in termini di transizione ecologica ed energetica.

L’agricoltura sarà elemento centrale nello sviluppo di ener- gie rinnovabili: già oggi abbia- mo quasi 5 gigawatt di energia rinnovabile verde prodotta da- gli agricoltori, che deve neces- sariamente aumentare.

L’agricoltura, inoltre, contribu- isce ad abbattere in maniera significativa la CO2. Il commis- sario europeo all’Agricoltura Wojciechowsky ci ha segnalato che nel secondo semestre del 2022 verrà presentata la propo- sta sul carbon farming.

Finalmente gli agricoltori po- tranno dimostrare il loro con- tributo al miglioramento della qualità dell’aria. Attendiamo con ansia che il Ministero della Transizione Ecologica produca la direttiva Red II (relativa alla promozione dell’uso di energia da fonti rinnovabili) che ormai è in forte ritardo e riteniamo che il recente decreto sul bio- metano sia un buon segnale anche se, dove possibile, sa- ranno necessarie delle modi- fiche. Nello sviluppo di un’e- conomia circolare l’agricoltura sarà leader indiscussa tra tutte le attività economiche presenti sul territorio italiano.

Il 2022 è appena iniziato. Qua- li sono le previsioni?

Il 2022 purtroppo nasce sotto una non buona stella. Abbia- mo visto la ripresa dei contagi, abbiamo chiuso il 2021 con la diffusione dell’influenza avia- ria e iniziato il 2022 con la peste suina africana. È evidente che programmare il futuro dell’a- gricoltura di fronte a eventi di difficile o impossibile control- lo, come nei casi appena men- zionati, diventa un elemento che può generare un danno al sistema economico del Paese.

Le filiere zootecniche sono importanti, vanno rafforzate e tutelate. Per far questo ci aspet- tiamo che possa essere varato da parte del ministro un Tavolo per costruire il piano strategico del Paese anche alla luce della futura politica agricola comu- ne che viene da Bruxelles.

Giansanti: "L’agricoltura del futuro sarà più sostenibile e innovativa"

6 Approfondimento CORRIERE AGRICOLO

La transizione energetica è il primo obiettivo che Confagricol-

tura chiede di perseguire alla

Politica

9 FEBBRAIO 2022

Riportiamo un estratto dell’intervista a firma di Isabella Ceccarini pubblicata sul sito www.rinnovabili.it

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L

a lungimiranza è una caratteristica preziosa in ogni settore, ancor più in quello agricolo. E saper guardare avanti è una qualità che fin da subito hanno dimo- strato di possedere Carlo e An- drea Formigoni, titolari della Società Agricola Giliole-Alle- vamento Oscar di Revere, una delle realtà più importanti e interessanti per la produzione di latte per Parmigiano Reg- giano della bassa mantovana.

530 capi totali (dei quali circa 220 in lattazione), 14.000 metri quadrati di superficie azienda- le, 170 ettari di terreno coltiva- to e la volontà di continuare a crescere, nel nome di innova- zione e sostenibilità. «La prima stalla è stata costruita all’inizio degli anni ’70 – spiega Carlo Formigoni – ma già con logiche moderne legate al benessere animale, come la stabulazione libera. Da lì è stata poi un’evo- luzione continua, fino all’ulti- ma stalla, per proseguire con i nuovi fienili e l’essicatoio, fi- nanziati dal Psr presentato da Confagricoltura Mantova».

L’azienda coltiva con metodo biologico medica, frumento e panico per l’alimentazione dei capi presenti in allevamento.

Un aspetto di enorme rilevan- za è rappresentato proprio dalla gestione della stalla, che consente di raggiungere una qualità del latte prodotto dav- vero elevatissima: «Qualità dei foraggi e benessere animale sono per noi prioritari, ad essi poi aggiungiamo una cura ma- niacale, anche a livello di pu- lizia, per l’ambiente nel quale vivono le nostre vacche. In ul- timo, ma non certo per impor-

tanza, vi è il fattore genetico.

Abbiamo lavorato molto negli ultimi anni per raggiungere il massimo livello possibile». Il segreto è non accontentarsi mai: «Non si è mai arrivati, ma non possiamo negare di aver raggiunto un buon livello. La nostra qualità al momento è ri- compensata molto bene, con- feriamo a Nuova Castelli a 73 centesimi al chilo (Iva compre- sa), ma con il premio qualità superiamo anche gli 80 cente- simi al chilo. Produciamo circa 29.000 quintali di latte all’anno, ma l’obiettivo sono i 30.000, per una media di circa 37,5 kg per vacca al giorno». Un aspetto sul quale Giliole ha fortemente investito è il foraggio, che per stessa ammissione di Andrea Formigoni «è un’opportunità, non una necessità». L’azienda infatti ha messo a punto un sistema di tracciamento del fieno prodotto, in modo che,

ancora prima dello sfalcio, se ne conosca il destino: «Il tutto – prosegue Andrea Formigo- ni – per ottimizzare al meglio i consumi, facilitare la prepara- zione delle razioni quotidiane per le bovine e favorire la so- stenibilità ambientale. Il fieno è la base fondamentale dell’a- limentazione per il nostro alle- vamento, ma per sua natura è variabile, derivando da terreni che vengono sfalciati più vol- te durante l’anno. Questo è un problema, perché i fieni sono tutti diversi tra loro. Ecco allora che, sempre sfruttando il Psr, abbiamo disegnato un sistema di stoccaggio del fieno in base alla sua storia: già al momen- to della raccolta conosciamo il destino di utilizzo di questi foraggi».

Il sistema per ora è gestito in maniera analogica, con il buon senso e una tracciabilità cartacea, ma l’idea è quella di trasformarlo in breve tempo in digitale, sfruttando le poten- zialità della moderna tecnolo- gia: «L’obiettivo è semplificare ancora di più questo processo e renderlo ancora più preciso.

Abbiamo già realizzato la map- patura digitale completa dei terreni, con la prospettiva di avere analisi di resa precise per ogni lotto. Vorremmo raggiun- gere la tracciabilità completa di ogni singola rotoballa prodotta in azienda, per capire quanto formaggio per ettaro riusciamo a produrre, e intervenire dove necessario per ottimizzare an- cora di più le linee produttive aziendali».

Azienda Giliole, innovazione

e sostenibilità dal campo alla stalla

Panorama agricolo 7

CORRIERE AGRICOLO

9 FEBBRAIO 2022

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DIRETTORE RESPONSABILE Andrea Gandolfi

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Ildebrando Bonacini, Andrea Colombo, Laura Cerri, Carolina Massarotti, Riccardo Speroni e Nicola Artoni

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Questo numero è stato chiuso in tipografia mercoledì 9 febbraio 2022

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U

n dato straordinariamente bas- so e perfettamente in linea con l’innalzamento medio delle temperature riscontrato nel nord Italia nel corso degli ultimi 15 anni. L’anoma- lia di quest’anno, oltre all’innalzamen- to delle temperature, è la scarsità delle precipitazioni che, per altro, fanno il pari con i fenomeni grandigeni ano- mali della scorsa estate, evidenziando una dinamica metereologica in rapido cambiamento probabilmente influen-

zata dall’accumulo energetico dovuto all’innalzamento delle temperature.

Questi numeri evidenziano una situa- zione quanto mai complessa e che solo nevicate copiose e oltre media, per al- tro non previste almeno fino al prossi- mo 15 febbraio, possono almeno atte- nuare.

Per quanto riguarda il Po la portata è scesa del 30% rispetto alla media allo scorso anno nello stesso periodo. Non piove da oltre 50 giorni, il che signifi- ca dalla seconda metà di dicembre. Al ponte della Becca il grande fiume ha

toccato i -3 metri sul livello idrometri- co, persino più in basso che a Ferrago- sto.

Analizzando i laghi si può notare come anche per il lago Maggiore, dove tutti gli indicatori evidenziano una situazio- ne particolarmente complessa. Il dato che più preoccupa è l’afflusso al lago che, assumendolo pari circa 70 m3/s e ipotizzando di avviare subito l’inizio delle operazioni per invasare il lago ga- rantendo il deflusso minimo vitale, ne- cessiterebbe di ben 83 giorni alle attuali condizioni. Ovviamente con le piogge primaverili tale durata temporale di riempimento verrà ridotta a qualche settimana al più.

Se permane l’assenza dell’accumulo nevoso come sopra richiamata, è uti- le rammentare che l’autonomia del Lago Maggiore, in assenza di afflussi significativi (inferiori a 100 m3/s), pur adottando la quota di invaso autorizza- ta a 150 cm ed ipotizzando una soglia minima di invaso a – 20 cm, è ragione- volmente inferiore ai 30 giorni, dopo di che sono inevitabili riduzioni impor- tanti alle derivazioni agricole e idroe- lettriche. Parlando di laghi, è curioso

notare la dinamica dei volumi d’acqua presenti nel Lago di Garda. Siamo in- fatti a +8,7% rispetto alla media del periodo, ma questo per effetto dello scioglimento anticipato della neve in montagna, con preziose risorse idriche che si stanno disperdendo troppo pre- cocemente.

Come se non bastasse sta per diventa- re operativo il Deflusso Ecologico, che andrà a sostituire il Deflusso Minimo Vitale. Il modello di calcolo base del Deflusso Ecologico può arrivare a rad- doppiare il valore del Deflusso Minimo Vitale, sottraendo così ulteriori risorse al comparto irriguo.

È in corso la fase di confronto con Re- gione Lombardia sull’attuazione del nuovo Deflusso Ecologico; qualora non si tenga conto dell’attuale situazione applicando in modo territorialmente coerente i criteri correttivi, si rischia di introdurre una nuova criticità al com- parto irriguo.

Confagricoltura Lombardia è già in contatto con Regione Lombardia per confrontarsi sul nuovo Deflusso Eco- logico così da evitare ulteriori impatti sull’intera filiera agricola.

Emergenza siccità, è già allerta in Lombardia

Le riserve idriche si attestano ad un livello pari al -51% rispetto alla media dello stesso periodo del 2021

8 Ambiente CORRIERE AGRICOLO

A

lanciare l’allarme questa volta è Meuccio Bersel- li, segretario generale dell’Autorità Distrettuale del fiume Po: i livelli sempre più bassi dell’acqua del Po in futuro metteranno sempre più a rischio le col- tivazioni, danneggiando così il settore dell’agricoltura. A causa delle mancate precipitazioni nel Nord Italia e del persistere delle temperature fredde, ecco che i livelli del Po sono sempre più bassi. Per esempio, nella zona di Parma, i livelli vanno sempre più giù: l’idrometro di Cre- mona, punto di riferimento anche per la zona della Bas- sa Parmense, è vicino ai 7 metri sotto lo zero idrometrico.

Secondo Berselli, questo periodo di magra del Po, è un campanello d’allarme soprattutto per quanto riguarda i quantitativi di acqua da prelevare dal fiume in futuro per l’agricoltura. Fra l’altro, i giacimenti delle risorse idriche già immagazzinati potrebbero risultate non sufficienti già a inizio della stagione irrigua. Inoltre, quest’ultima, nel corso degli ultimi anni, è partita sempre più preco- cemente proprio a causa della siccità scatenata dal cam- biamento climatico (che fra l’altro sta creando problemi in tutto il mondo, vedi la situazione delle coltivazioni di caffè). Una conseguenza indiretta di questi bassi livelli è che compaiono sempre più spiaggioni dai quali emer- gono anche delle sorprese. Per esempio nella zone del Polesine Parmense, il fatto che il fiume si sia abbassato, ha fatto riemergere i resti di mura che appartenevano al vecchio paesino di Polesine di San Vito, una delle tante cittadine che, nel corso dei secoli, era sparita proprio a causa dell’erosione del Po.

Coltivazioni a forte rischio

Berselli: "I livelli bassi del Po sono un problema"

9 FEBBRAIO 2022

Programma di Sviluppo Rurale 2014 - 2020

Pubblicazione realizzata con il confinanziamento del FEASR Responsabile dell’informazione: E.a.p.r.a.l.

Autorità di Gestione del Programma: Regione Lombardia

Eapral in collaborazione con Confagricoltura Mantova realizzerà, grazie ad un finanziamento nell’ambito dell’Operazione 1.1.01 “Formazione e acquisizione di competenze” del PSR 2014/2020, un percorso formativo finalizzato a fornire ai partecipanti le competenze necessarie per migliorare le prestazioni economiche, ambientali delle aziende e per introdurre innovazioni tecnologiche e organizzative, con particolare riferimento alla sostenibilità ambientale e ai cambiamenti climatici. Verrà trattata il tema della valorizzazione delle zone umide nel mantovano. Il corso intende fornire ai partecipanti gli elementi per valutare se convertire la propria produzione al regime biologico. Il corso è completamente gratuito per tutti i partecipanti e verrà chiuso al raggiungimento del numero massimo di 20 allievi.

I soggetti interessati sono invitati a contattare i seguenti indirizzi mail:

eapral@confagricolturalombardia.it | m.fusari@confagricolturamantova.it

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L’EUROPA INVESTE NELLE ZONE RURALI

CORSO DI FORMAZIONE | GRATUITO

La valorizzazione delle aree umide e marginali del territorio mantovano, impiego e commercializzazione delle produzioni

Martedì 29 marzo 14.00 18.00 Mercoledì 30 marzo 9.00 13.00 Lunedì 4 aprile 14.00 18.00 Martedì 5 aprile 9.00 13.00 Martedì 12 aprile 14.00 18.00 CALENDARIO CORSO

PERIODO dal 29 marzo al 12 aprile 2022 DURATA 20 ore SEDE DEL CORSO Confagricoltura Mantova Via Luca Fancelli, 4 CONTINUA DALLA PRIMA

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D

al 21 al 24 marzo, presso il Quartiere Fieristico di Riva del Garda, torna in scena per la 46esima edizione Hospitality, la fiera leader dell’ospitalità e della ristorazio- ne. Negli oltre 40.000 metri quadrati espositivi un’offerta business oriented ancora più ampia che comprende tut- ti i segmenti dell’Ho.Re.Ca. suddivisi nelle quattro aree tematiche - Contract

& Wellness, Be- verage, Food &

Equipment e Renovation &

Tech, – a cui si aggiungono le ormai consoli- date aree spe- ciali Solobirra e RPM-Riva Pia- neta Mixology, dedicate al set- tore brassicolo artigianale e al

bere miscelato, e il nuovo spazio Wine- scape riservato all’enoturismo. La ma- nifestazione conferma il proprio ruolo di hub strategico per guidare operatori, professionisti e imprenditori del setto- re nel futuro dell’ospitalità, anche gra- zie alle numerose opportunità di for- mazione e aggiornamento con il ricco palinsesto dell’Academy - in collabo- razione con Teamwork – oltre a work-

shop e case history curati direttamente da aziende e associazioni di categoria.

Tra le novità 2022, l’Hangar D, un’are- na che sarà il palcoscenico di appun- tamenti istituzionali, conferenze ed eventi che vedranno la partecipazione anche di importanti opinion leader del settore enogastronomico e della filiera agroalimentare come Silvio Barbero, vicepresidente di Slow Food, e Oscar

Farinetti, fonda- tore di Eataly e Green Pea. Per questa edizio- ne, anche i bu- siness tour per intercettare le migliori aziende future oriented in tre catego- rie di prodotto:

Smart Solution;

Prodotto soste- nibile; Made in Italy. Non mancheranno i percorsi te- matici dedicati alle diverse abitudini alimentari come Gluten e Lactose Free, Bio, Vegan, Halal e Kosher. La nuova area Winescape valorizzerà le nuove tendenze legate all’enoturismo grazie alla partecipazione di dieci cantine se- lezionate che uniscono alla produzio- ne vitivinicola una proposta turistica con ristorazione e alloggi immersi in

vigneti. Winescape, in collaborazione con AIS-Associazione Italiana Som- melier, ospiterà anche un’enoteca per assaggiare e degustare le proposte del- le cantine presenti e un’arena per le attività formative con seminari che af- fronteranno, tra gli altri, anche il tema inerente gli aspetti produttivi, legali ed economici delle indicazioni geografi- che e il rapporto con l'offerta turistica del territorio.

Confermate le iniziative esperienzia- li con show-cooking, masterclass ed

educational che si svolgeranno duran- te i quattro giorni di manifestazione in collaborazione con associazioni di set- tore, bartender, esperti mastri birrai e alcune aziende espositrici.

In programma anche un fitto calenda- rio di appuntamenti in collaborazione con FIC-Federazione Italiana Cuochi e AIC-Associazione Italiana Celiachia del Trentino. Una giornata sarà dedi- cata alle novità del progetto Life Foster contro lo spreco alimentare, agli obiet- tivi raggiunti e agli sviluppi futuri.

Idroponica e agricoltura fuori terra crescono del 25% ogni anno

S

i rafforza sia in Italia che a livello glo- bale l'agricoltura fuori suolo, ovvero idroponica, aeroponica e acquapo- nica con coltura sviluppate prevalente- mente in vaso. Coltivazioni su vasta scala, soprattutto all'estero, ma anche di piccola dimensione, che secondo i dati di Pitch- Book, società di analisi del mercato degli investimenti in inno- vazione, ha raggiunto un giro d'affari totale di 4 miliardi di dollari.

Le stime sono ef- fettuate tenendo conto delle ap- parecchiature, del lavoro e dei materiali neces- sari che sono so- prattutto sementi, concimi e substrati.

Un settore che – se- condo le stime – sta crescendo al ritmo del 25% l'anno. Secondo i dati di

PitchBook, nel 2020, in piena pandemia, sono stati investiti nell'indoor farming 1,86 miliardi di dollari. La tendenza ha accelerato nel 2021: nel periodo agosto 2020-agosto 2021, gli investimenti han- no totalizzato 2,71 miliardi. La vivacità del mercato è confermata anche riguardo agli investimenti di minore dimensione come emerso dalla survey mondiale sui

coltivatori indoor, curata dalla società di consulenza Agritecture, che verrà presen- tata a NovelFarm 2022, manifestazione dedicata al settore in programma alla fie- ra di Pordenone per il terzo anno il 25 e 26 maggio. Il comparto è vivace anche in Italia dove sono operative diverse vertical farm, da Planet Farms, una delle più grandi in Europa alle porte di Milano, agli impianti ae-

roponici di Agricooltur, Fattoria di Pol e Fru-

itHydroSinni, ai ve- terani milanesi di

Agricola Moderna, fino all'impianto in costruzione a Capriolo, in pro- vincia di Brescia, ad opera della por- denonese Zero, che utilizza un edificio già esistente. E in Italia qual- cosa si sta muovendo anche sotto il profilo normativo. A ot- tobre la Lombardia ha riconosciuto con una legge regionale, votata all'unanimità, la natura giuridicamente agricola delle vertical farm, anche realizzate in ambito urbano e in edifici esistenti. Anche altre regioni sedi di importanti distretti di col- tivazioni in ambiente controllato come le serre stanno pensando di seguire l'apripi- sta Lombardia.

A Hospitality 2022 focus sul futuro dell'Ho.Re.Ca.

Il Salone dell’Accoglienza torna in presenza dal 21 al 24 marzo a Riva del Garda

Censimento, possibile un'ulteriore intervista

A

lcune aziende potranno essere nuovamente contattate dall’Istat nelle prossime settimane, per una “appendice”

di intervista relativa al Censimento. L’Istituto infatti sta av- viando una indagine (che durerà fino a fine aprile 2022) finalizzata ad un controllo delle modalità con cui è stato svolto il Censimento nel 2021. Le aziende selezionate casualmente per l’indagine sa- ranno contattate ed intervistate telefonicamente (dal numero 06 452020083); all’azienda saranno posti alcuni dei quesiti già pre- senti nel questionario del Censimento e/o quesiti diversi. Istat ha specificato che non si tratta di un controllo nei confronti dell’a- zienda e delle risposte che ha dato nel 2021, ma semplicemente di una verifica della metodologia della rilevazione, per valutare la qualità dei dati raccolti. Le aziende comprese nel campione ri- ceveranno presto dall’Istat una lettera di avviso; per velocizzare l’intervista è opportuno precompilare i (pochi) dati richiesti dalla tabella riportata in calce alla lettera (Sau e consistenza animali, sempre riferiti al 2020). Tutti i dati raccolti saranno gestiti in modo aggregato e, come detto, solo per “misurare” la qualità del 7° Cen- simento, senza conseguenze per l’azienda.

Attualità 9

CORRIERE AGRICOLO

9 FEBBRAIO 2022

Online su

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oltre ad un blog aggiornato con le ultime novità

Boom delle colture sviluppate in vaso

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