giunta regionale – 8^ legislatura
ALLEGATOA alla Dgr n. 478 del 06 marzo 2007 pag. 1/22
REGIONE DEL VENETO
COMMISSIONE REGIONALE V.I.A.
(L.R. 26 marzo 1999 n°10)
Parere n. 151 del 07/02/2007
Oggetto: CO.VE.RI. Scarl - Progetto per impianto di discarica per rifiuti non pericolosi non putrescibili dedicato allo smaltimento dei rifiuti prodotti dalle imprese consorziate nei rispettivi impianti produttivi e di recupero – Comune: Casale sul Sile (TV) - Procedura di V.I.A. e autorizzazione ai sensi dell’art. 11 e dell’art. 23 della L.R. n. 10/99.
PREMESSA
In data 03/01/2000 è stata presentata, per l’intervento in oggetto, dalla Società CO.VE.RI. Scarl domanda di V.I.A. e Autorizzazione ai sensi degli artt. 11 e 23 della L.R. n. 10/99, acquisita con prot. n. 30/311/211.
Contestualmente alla domanda sono stati depositati, presso la Direzione Tutela dell’Ambiente della Regione Veneto, il progetto definitivo e il relativo studio di impatto ambientale.
Espletata da parte del Servizio V.I.A della Direzione Tutela dell'Ambiente l’istruttoria preliminare, il proponente ha provveduto a pubblicare, in data 24/07/2000 sui quotidiani "La Tribuna di Treviso"
e "Il Gazzettino”, l’annuncio di avvenuto deposito del progetto e del SIA con il relativo riassunto non tecnico presso la Regione del Veneto, la Provincia di Treviso, il Comune di Casale sul Sile (TV).
In data 17/08/2000 il proponente ha inoltre provveduto alla presentazione al pubblico dei contenuti del progetto e del SIA, presso la Sala riunioni dell’Associazione Calcio Casale a Casale sul Sile (TV).
Entro i termini sono pervenute osservazioni e pareri, di cui agli artt. 16 e 17 della L.R. 10/99, tesi a fornire elementi conoscitivi e valutativi concernenti i possibili effetti dell’intervento, formulati dai seguenti soggetti:
- Comitato Antidiscarica - Osservazioni- (prot. n. 9172/311/211 del 11/09/2000).
Oltre i termini sono pervenute le seguenti osservazioni e pareri:
- Comune di Casale sul Sile – Parere negativo – (prot. n. 10588/311/411 del 19/10/2000);
- Dirigente Settore Ecologia Ambiente Gestione del Territorio della Provincia di Treviso - (prot. n. 11510/311/211 del 14.11.2000);
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- Responsabile Area Polizia Municipale Commercio e Ambiente del Comune di Casale sul Sile (prot. n. 3104/311/605 del 14.11.2000);
- Associazione contro la Discarica e per la Tutela dell’ambiente di Casale sul Sile - (prot. n. 2661/46/01 del 21.02.2001);
- Sindaco del Comune di Casale sul Sile – (prot. n. 352/46/00 del 24.05.2001).
- Associazione contro la discarica e per la Tutela dell’Ambiente di Casale sul Sile - (prot. n. 6133/46/01 del 24.05.2001).
In data 13/11/2000 si è tenuta Inchiesta Pubblica, su richiesta del Sindaco del Comune di Casale sul Sile (TV), ai sensi dell’art. 18 della L.R. 10/99 presso la Regione Veneto.
La Commissione Regionale V.I.A. ha richiesto al proponente, in data 30/11/2000 con prot. n.
11789/311/211, documentazione integrativa acquisita in data 19/01/2001 con prot. n. 387/46.01.
Il Presidente della Commissione ha disposto, ai sensi dell’art. 18 comma 8 della L.R. 10/99, proroga di 60 giorni per l’espressione del parere sul progetto in esame, comunicata in data 01/03/2001 con prot. n. 3060/46.01.
Con nota 6744 del 19.04.2001 acquisita con prot. n. 5333/46/01 del 04.05.2001 è stato comunicato dal Comune di Casale sul Sile l'accertamento, su campioni prelevati dal terreno interessato dall’intervento, del superamento dei limiti di ammissibilità di contaminazione dei suoli previsti dal D.M. 25.10.1999 n. 471 e il conseguente avvio da parte del Comune del procedimento per la bonifica e il ripristino ambientale dei siti inquinati ex art. 17 del D. Lgs. 22/97, nonché del procedimento per il recupero, rimozione e smaltimento dei rifiuti ed il ripristino dei luoghi ai sensi dell’art. 14 del medesimo decreto.
La Commissione Regionale V.I.A., integrata ai sensi dell’art. 23 della L.R. 10/99, nella seduta del 18.06.01, preso atto di quanto comunicato dal Comune di Casale sul Sile, sentito il rappresentante della ditta proponente che ha dichiarato che i proprietari dei terreni hanno avviato ricorso al TAR contro il provvedimento del Comune e che la ditta proponente intende associarsi a tale ricorso, con Provvedimento n. 1963 del 27/07/01, ha deciso all'unanimità, la sospensione dell'istruttoria fino ad avvenuto ottemperamento all’ordinanza del Sindaco del Comune di Casale sul Sile riguardante la bonifica dei terreni interessati dall’intervento.
In data 30/01/2002 il TAR Veneto con sentenza n. 644 ha annullato l’ordinanza n. 3 del 12/04/01 del Sindaco del Comune di Casale sul Sile.
In data 19/04/2002 la Giunta Regionale con Deliberazione n. 992 ha riavviato il procedimento di VIA relativo al progetto in oggetto.
In data 09/10/2002 il proponente ha trasmesso documentazione aggiuntiva, acquisita con prot. n.
10160/46/01.
La Commissione Regionale V.I.A. ha richiesto al proponente, in data 10/07/03 con prot. n.
7518/46.01, una rielaborazione del progetto e del SIA al fine di adeguarli alle modifiche tecniche apportate e all’attuazione del D. Lgs. n. 36/03 ed un successivo deposito presso la Regione Veneto dei relativi elaborati, prevedendo inoltre la pubblicazione di un nuovo avviso sui quotidiani regionali e richiedendo alla ditta di provvedere a tutti gli adempimenti previsti dalla L.R. 10/99 finalizzati all’informazione e alla partecipazione dei cittadini ai processi decisionali relativi alle procedure di V.I.A.
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La società CO.VE.RI. Scarl ha ripresentato, per l’intervento in oggetto, in data 01/08/2003 domanda di procedura di Valutazione d’Impatto Ambientale ed autorizzazione ai sensi degli artt. 11 e 23 della L.R. n. 10/99, acquisita con prot. n. 8490/46/01. Contestualmente alla domanda è stato depositato, presso la Direzione Tutela dell’Ambiente della Regione Veneto, il progetto definitivo e il relativo Studio di Impatto Ambientale.
Espletata da parte del Servizio V.I.A della Direzione Tutela dell'Ambiente l’istruttoria preliminare, il proponente ha provveduto a pubblicare, in data 30/10/2003 sui quotidiani “Il Gazzettino” e “La Tribuna di Treviso”, l’annuncio di avvenuto deposito del progetto e del SIA con il relativo riassunto non tecnico presso la Regione del Veneto, la Provincia di Treviso ed il Comune di Casale sul Sile (TV). Ha inoltre provveduto alla presentazione al pubblico dei contenuti del progetto e del SIA in data 18/11/2003 presso la Palestrina della Scuola Media Statale “A. Gramsci” del Comune di Casale sul Sile (TV).
Entro i termini sono pervenute osservazioni e pareri, di cui agli artt. 16 e 17 della L.R. 10/99, tesi a fornire elementi conoscitivi e valutativi concernenti i possibili effetti dell’intervento, formulati dai seguenti soggetti:
- Comune di Casale sul Sile – Delibera C.C. n. 66 (prot. n. 12570/46/01 del 14/11/2003);
- Associazione Contro la Discarica per la Tutela dell’ambiente di Casale sul Sile - Osservazioni (prot. n. 14076/46/01 del 19/12/2003);
- Comune di Casale sul Sile – Delibera C.C. n. 79 (prot. n. 14263/46/01 del 29/12/2003).
Fuori termine sono pervenute osservazioni e pareri, di cui agli artt. 16 e 17 della L.R. 10/99, tesi a fornire elementi conoscitivi e valutativi concernenti i possibili effetti dell’intervento, formulati dai seguenti soggetti:
- Comune di Casale sul Sile – Parere (prot. n. 39643/46/00 del 22/01/2004);
- Sig. Tiziano Battilana – Osservazioni (prot. n. 85756/46/01 del 10/02/2004);
- Sig.ri Aurelio Battilana e Lovatin Elena - Osservazioni (prot. 193648/46/01 del 17/03/2004).
In data 05/04/2004 si è tenuta Inchiesta Pubblica, su richiesta del Comune di Casale sul Sile, ai sensi dell’art. 18 della L.R. 10/99 presso la Regione del Veneto.
Il Presidente della Commissione nella riunione del 08/03/2004 ha disposto, ai sensi dell’art. 18 comma 8 della L.R. 10/99, la proroga di 60 giorni per l’espressione del parere sul progetto in esame.
La Commissione Regionale V.I.A. ha richiesto al proponente, in data 23/06/05 con prot. n.
456126/46.01, documentazione integrativa acquisita con nota prot. n. 646824/46/01 del 20/09/05.
La Commissione Regionale VIA, nella riunione del 25/10/05, presenti tutti i suoi componenti (ad eccezione del Direttore generale dell’ARPAV), ha espresso a maggioranza dei presenti, con l’astensione del rappresentante del dipartimento Provinciale ARPAV di Treviso, parere interlocutorio non favorevole al rilascio del giudizio positivo di compatibilità ambientale sul progetto, per le motivazioni indicate nel Parere n. 130 del 25/10/2005.
In data 7.12.2005, lo studio legale avv. Borella ha trasmesso per competenza alla Regione Veneto e p.c. al Comune di Casale e alla Provincia di Treviso, a nome e per conto di CO.VE.RI. Scarl, le
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controdeduzioni ex art. 10 bis L. 241/1990. L’atto è stato protocollato dalla Direzione Tutela dell’Ambiente in data 9 dicembre 2005 con prot. n° 833586/46.01.
La Commissione regionale VIA, decaduta alla fine del mese di ottobre 2005, veniva rinominata, con il procedimento di cui alla L.R. n. 27/97, nel mese di aprile 2006.
Da quella data la Commissione riprendeva il regolare funzionamento e, nella seduta della Commissione del 16.05.’06, veniva nominato un nuovo gruppo istruttorio per l’esame del progetto in questione, non essendo più stati rinominati, nella nuova Commissione regionale, i precedenti componenti esperti che avevano seguito il progetto nel suo iter istruttorio sino a ottobre 2005.
Con prot. n° 574676/5701 del 6 ottobre 2006, la Giunta Regionale trasmetteva l’atto di diffida della CO.VE.RI. Scarl all’Unità Complessa Valutazione Impatto Ambientale, pervenuto all’U. C. VIA in data 9 ottobre 2006 con prot. n° 574676/45/07.
La Commissione Regionale VIA, conclusa l'istruttoria tecnica, si esprimeva nella seduta del 25 ottobre 2006 con parere (n. 147) non favorevole di compatibilità ambientale sul progetto originario, mentre, in merito al progetto denominato “Ambito ridotto” presentato il 07.12.2005, la Commissione Regionale VIA, non si esprimeva in quanto lo stesso si connotava come un progetto sostanzialmente diverso che, per essere valutato, necessitava di una nuova istanza e successiva pubblicazione sui quotidiani degli avvisi di deposito della documentazione presso le amministrazioni competenti e presentazione al pubblico, al fine di permettere l’adeguata partecipazione dei soggetti interessati come previsto dalla normativa regionale sulla V.I.A..
Non si procedeva all’ulteriore votazione ex art. 23 della L.R. n. 10/99, non avendo il progetto ottenuto il previsto parere favorevole di compatibilità ambientale.
Tale parere veniva recepito dalla Giunta Regionale con DGR n° 3888 del 12 dicembre 2006.
Contestualmente, in data 12 dicembre 2006, il Tribunale Amministrativo Regionale per il Veneto, terza Sezione, pronunciava la sentenza (n. 18) sul ricorso n. 2144/06 proposto da CO.VE.RI. Scarl, contro la Regione Veneto, sulla domanda di approvazione dell’intervento in oggetto.
In particolare il suddetto Tribunale, accoglieva il ricorso del proponente, ordinando “(...) all’amministrazione di adottare l’atto conclusivo del procedimento avviato con la presentazione della domanda da parte della società ricorrente, entro 30 giorni dalla comunicazione o notificazione della presente decisione (...)” e nello specifico di procedere all’istruttoria e alla conclusione del procedimento amministrativo ordinando alla Regione di pronunciarsi (anche) sul progetto “riduttivo”
presentato il 17 dicembre 2005 dalla società in risposta alle ragioni ostative ad essa comunicate ai sensi dell’art. 10-bis.
In data 14 gennaio 2007, il Presidente della Commissione Regionale VIA, nominava il gruppo istruttorio per l’espressione del nuovo parere come richiesto nella sentenza del TAR per il Veneto, inerente al progetto denominato “Ambito ridotto” presentato dalla Ditta CO.VE.RI. in data 07.12.2005.
Pertanto il presente parere è relativo a tale progetto.
1. DESCRIZIONE DELL’INTERVENTO
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Il progetto riguarda la realizzazione di una discarica per rifiuti non pericolosi dove smaltire i rifiuti prodotti dalle Imprese Consorziate, nei rispettivi impianti produttivi e di recupero ubicati nella Regione del Veneto.
Si tratta di Imprese di produzione della carta e di altre che operano nel settore del recupero dei rifiuti e che inevitabilmente producono anche frazioni di rifiuti che debbono essere avviati allo smaltimento in discarica.
La quantità annua complessiva di rifiuti che il proponente stima di smaltire (Progetto “Ambito ridotto”) sono 60.000 ton nel 2006 e 65.000 ton/anno nel periodo 2007-2010.
Il sito di discarica è localizzato in Comune di Casale sul Sile, ricade in un’area che in passato era adibita all’escavazione per estrazione di argilla. Il piano-campagna si presenta depresso rispetto al livello storico, di circa 1,40 m, favorendo il ristagno delle acque meteoriche. Il progetto propone la realizzazione di una discarica e allo stesso tempo lo sfruttamento del terreno risultante dallo scavo della fossa, per innalzare il livello dei terreni circostanti, migliorando di conseguenza l’attuale deflusso delle acque superficiali. Il progetto prevede inoltre lo scavo di nuovi fossi internamente alla proprietà e l’interramento di scoline non più necessarie.
La scelta progettuale è quella della “doppia scatola”: i rifiuti saranno contenuti in un bacino impermeabilizzato su tutti i suoi lati, sul fondo, lateralmente e al tetto, che a sua volta sarà contenuto in un altro sistema impermeabilizzante costituito da un diaframma bentonitico posto lungo tutto il perimetro, e da una sequenza di strati argillosi in posto, alla base. Il bacino sarà limitato da un argine, eseguito nelle prime fasi dei lavori, che eviterà così l’ingresso delle acque superficiali nella zona di discarica. Il setto perimetrale determinerà l’isolamento dei terreni contenuti, in questo modo saranno facilitate le operazioni di prosciugamento che vedranno l’utilizzo di un impianto well-point.
Sul fondo del bacino è previsto un sistema di drenaggio del percolato, che sarà sollevato attraverso i pozzi situati in corrispondenza di ogni vasca e accumulato in cisterne a tenuta, in attesa di un suo definitivo smaltimento.
Alla fine il volume totale di rifiuti riportato sarà di circa 315.000 m3, determinato dallo scarico di 10 - 11 mezzi/giorno.
A servizio della discarica sono previste delle strutture, in particolare un ufficio con servizi, una pesa, un lavaggio ruote dei mezzi, cisterne per lo stoccaggio del percolato.
L’area di manovra sarà pavimentata con asfalto. Per evitare il diffondersi involontario di residui dei rifiuti attraverso il rotolio delle ruote dei mezzi nei tracciati esterni, oltre al citato lavaggio ruote, è previsto di accumulare, le prime acque superficiali che si formano in occasione di ogni evento piovoso, da smaltire successivamente.
La discarica sarà dotata di impianto antincendio con un gruppo di pompaggio autonomo, condotte interrate e idranti per attacco delle manichette; è prevista inoltre l’installazione di estintori fissi o carrellati e di tutti i sistemi di sicurezza atti a tutelare pienamente l’incolumità di cose e persone e a prevenire situazioni di pericolo.
Ai fini della mitigazione dell’impatto ambientale e al riordino della situazione idraulica della zona, la ditta prevede la creazione di un laghetto, con realizzazione di una piccola zona umida attorniata da specie arboree igrofile tipiche dell’ambiente del Parco del Sile.
2. DESCRIZIONE DEL SIA
Per la redazione del SIA e in considerazione dell'attuale orientamento legislativo, sono stati considerati i seguenti quadri di riferimento:
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2.1 Quadro di Riferimento Programmatico 2.2 Quadro di Riferimento Progettuale 2.3 Quadro di Riferimento Ambientale
2.1 Quadro di Riferimento Programmatico
Piano territoriale regionale di coordinamento:
• il sito della discarica ricade in un territorio definito come “ambito con compromessa integrità del territorio agricolo”.
Le politiche urbanistico-ambientali previste per tale tipologia di area debbono essere particolarmente rispettose dell’uso delle esistenti risorse naturali e produttive, per non provocare ulteriori forme di precarietà dell’agricoltura.
Vanno predisposti piani di settore finalizzati a forme di riordino e di aggregazione fondiaria, atti a migliorare lo stato strutturale del settore.
Pertanto il sito non è sottoposto ad alcun vincolo o prescrizione. In particolare, non ricade nella zona del Parco del Sile da cui dista 510 m.
Piano territoriale provinciale
Dall’analisi del piano si evince quanto segue:
• il sito della discarica ricade in una vasta area caratterizzata da depositi alluvionali prevalentemente di tipo limo-argillosi ed è individuato tra quelli che presentano forme di erosione di origine antropica per effetto di cave non attive;
• il sito ricade una vasta area contrassegnata come ambito per lo studio di un piano di settore finalizzato alla ricomposizione naturalistico-ambientale e di riconversione;
• all’articolo 10 “Forme di erosione di origine antropica-cave” è indicato che va riqualificato il paesaggio mediante progetti di recupero ambientale e che va salvaguardato l’equilibrio ecologico dell’ambiente e della falda acquifera;
• il PTP indica per il sito interessato dalla discarica di progetto, al pari degli altri siti degradati per pregresse attività di cava, la necessità di attivare interventi di recupero e riqualificazione, necessariamente rimessi all’iniziativa privata.
Piano regolatore comunale
Dal certificato urbanistico allegato, si evince che l’opera in valutazione è classificata nel PRG del Comune di Casale sul Sile, come: ZTO E2a “ambiti di rilevante integrità territoriale”; ZTO E2, solo per i mappali n° 406-101 “ambiti di rilevante integrità territoriale variamente compromessa”.
L’area non ricade nelle aree protette, né in aree sensibili, né in aree SIC o ZPS.
L’area prescelta è confinante sul lato ovest con l’autostrada A27 ed è attraversata da un elettrodotto dell’ENEL.
La fascia di rispetto autostradale non sarà interessata dagli interventi di scavo e di collocazione dei rifiuti ove è, al contrario, previsto che sia ricostruito il piano campagna .
In accordo con Enel, l’elettrodotto sarà innalzato tramite la sostituzione ed il posizionamento tecnico dei due tralicci.
2.2 Quadro di Riferimento Progettuale
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La discarica finalizzata allo smaltimento dei rifiuti non pericolosi prodotti dalle imprese consorziate ubicate nella Regione del Veneto è prevista in Comune di Casale sul Sile su un terreno di bassa pianura dove prevale la pratica agricola a coltura estensiva. Riepilogando si citano i dati più significativi:
DISCARICA RIFIUTI SPECIALI
area in disponibilità 112.404 mq (11 ha)
area di progetto ca. 10 ha
N° lotti 7
Volume totale rifiuti da conferire 314.531 mc Volume lordo compresa copertura 447.000 mc
Volume copertura finale 136.163 mc
Volume totale terreno di sterro 151.670 mc Volume di sterro scavo del bacino 149.370 mc
Volume scavo laghetto 2.300 mc
Volume sterro in eccesso 73.979 mc
Quota di tetto massima della discarica, dedotta dalla tav. B05, allo stato di sistemazione finale è 15.00 m s.l.m. La quota minima corrispondente del piano di posa dei rifiuti è 4,5 m s.l.m., lo spessore della copertura finale è di 2,50 m. Lo spessore di rifiuti maggiore si riscontra in corrispondenza del colmo della discarica e la sue entità è di 8,0 m.
Il sito si presenta morfologicamente in depressione, rispetto al piano di campagna e l’estensore giudica questo uno dei motivi favorevoli per i quali è stata fatta la scelta di destinare a discarica quest’area.
L’area è in prossimità della autostrada A27 – Venezia/Belluno, ad una distanza di sessanta metri dal suo confine. Su questo stesso luogo, la ditta Prato Verde srl aveva richiesto ed ottenuto l’autorizzazione per la realizzazione di una discarica di seconda categoria, tipo A.
I rifiuti smaltibili in discarica in conto proprio, come evidenziato nel progetto, sono non pericolosi e non putrescibili costituiti da:
Rifiuti prodotti CER 2002
Codici CER 2002
Rifiuti pericolosi Scarti della separazione meccanica nella produzione di polpa da rifiuti di
carta e cartone 03 03 07 NO
Imballaggi in materiali compositi 15 01 05 NO
Imballaggi in materiali misti 15 01 06 NO
Vetro 16 01 20 NO
Miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da
quelle di cui alla voce 17 01 06 17 01 07 NO
Terra e rocce diverse da quelle alla voce 17 05 03 17 05 04 NO Pietrisco per massicciate ferroviarie, diverso da quello di cui alla voce 17
05 07 17 05 08 NO
Materiali isolanti diversi da quelli di cui alle voci 17 06 01 e 16 03 17 06 04 NO Rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di
cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03 17 09 04 NO
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Fluff - frazione leggera e polveri, diversi da quelli di cui alla voce 19 10
03 19 10 04 NO
Plastica e gomma 19 12 04 NO
Minerali (ad esempio sabbia, rocce) 19 12 09 NO
Altri rifiuti (compresi materiali misti) prodotti dal trattamento meccanico
dei rifiuti, diversi da quelli di cui alla voce 19 12 11 19 12 12 NO mentre i rifiuti smaltiti, per conto terzi, come dichiarato nel progetto sono i seguenti:
Rifiuti prodotti CER 2002
Codici CER 2002
Rifiuti pericolosi Fanghi di dragaggio diversi da quelli di cui alla voce 17 05 05 17 05 06 NO Rifiuti solidificati diversi da quelli di cui alla voce 19 03 06 19 03 07 NO Rifiuti solidi prodotti dalle operazioni di bonifica dei terreni, diversi da
quelli di cui alla voce 19 13 01 19 13 02 NO
Altri rifiuti compresi materiali misti prodotti dal trattamento meccanico
dei rifiuti diversi da quelli di cui alla voce 19 12 11 19 12 12 NO I criteri di progetto e organizzazione generale dell’impianto sono:
1. rispetto dei vincoli esistenti e delle caratteristiche della zona;
2. massima garanzia di ridurre al minimo ogni effetto d’impatto ambientale;
3. adeguata viabilità di accesso;
4. separazione assicurata dei corpi d’acqua;
5. massima funzionalità gestionale;
6. rimbonimento dell’area depressa circostante il sedime della discarica in progetto, utilizzando la terra scavata.
L’estensore prosegue la descrizione del progetto elencando i seguenti indirizzi costruttivi:
a) intercettazione delle falde superficiali ed isolamento di quelle sottostanti;
b) conformazione della vasca con criteri geotecnici di sicurezza;
c) impermeabilizzazione del fondo e delle pareti;
d) approntamento di adeguati sistemi di drenaggio sia temporaneo, che definitivo;
e) predisposizione di affidabili sistemi di controllo e monitoraggio della qualità delle acque di falda e delle varie componenti strutturali e gestionali influenti sull’ambiente;
f) adozione di tutti gli accorgimenti tecnici normalmente utilizzati atti a garantire la salubrità dell’ambiente;
g) sistemi di controllo periodico prolungati nel tempo anche a discarica esaurita.
Il progetto prevede la realizzazione di una recinzione e di attrezzare l’area con una viabilità interna con accesso solo da nord lungo una capezzagna vicinale che sbocca sulla viabilità Lughignano- Conscìo, via delle Grazie. Da sud sarà consentito il solo transito ai mezzi di servizio del personale (via Bigone-via alle cave).
La viabilità interna è organizzata in modo tale da non consentire al mezzo che ha concluso le operazioni di scarico e pulizia del mezzo stesso d’incrociare altri mezzi in ingresso.
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Diaframma Perimetrale
Il progetto prevede la realizzazione di un setto impermeabile lungo tutto il perimetro (lungh.
canaletta perimetrale: 1.068 m) della discarica che viene previsto immorsarsi ad un banco sottostante continuo di argilla ad una quota di imposta a -5,5 m s.l.m. e ad una profondità media di 11,50 m dal piano campagna per garantire la continuità dell’immorsamento nel materiale poco permeabile che separa la prima falda dalla seconda.
L’impermeabilizzazione sarà costituita da un miscela di bentonite acqua e cemento con permeabilità massima a 120 giorni paria 1x10 –7 cm/sec con spessore di 40 cm +/- 5.
La quota più sfavorevole del tetto del banco dove immorsare il diaframma è quella relativa al sondaggio S6, pari a -4,60 m il progettista in via prudenziale ha quindi imposto la quota di -5,50 m con un franco che varia da 0,90 a 3,22 m.
La pendenza delle scarpate perimetrali sarà circa 2/3, cioè 34°. La verifica di stabilità delle scarpate ha determinato un coefficiente di sicurezza minimo, variabile da 1,61 a 1,84, in funzione del metodo di verifica utilizzato e comunque sempre maggiore ad 1,30 imposto dalla normativa vigente in materia.
Nel calcolo dei cedimenti del fondo di cava essi risultano compresi tra 9 cm e 18 cm, che il progettista definisce poco significativi.
Le opere d’impermeabilizzazione prevedono quanto dal D.Lgs 36/2003, cioè fondo scavo e scarpate con materiale minerale compattato con permeabilità K ≤ 1*10-7, viene pertanto posato uno strato di argilla di 1 m ed un telo HDPE di 2.50 mm.
La copertura finale presenterà una superficie di 54.465 mq.
La tabella che segue mette in raffronto le varie componenti della discarica, le previsioni del decreto succitato e le previsioni di progetto.
COMPONENTE PREVISIONE DEL D.Lgs 36/2003 PREVISIONI DI PROGETTO Barriera di confinamento e strato drenante di fondo
Barriera di fondo
- materiale minerale compattato a strati da 20 cm (K ≤ 1*10-7 cm/s e s ≥1 m) più
geomembrana
- Strato drenante dello spessore ≥ 50 cm
- Conforme
Barriera di confinamento e strato drenante delle sponde Barriera delle sponde - materiale minerale compattato (K≤1*10-7
cm/s e s>50 cm) - Conforme
Copertura della intera discarica
Strati previsti dall’alto verso il basso
- Strato superficiale vegetale spessore ≥ 1 m - Geotessile di separazione in PP
- Strato drenante in ghiaia o riciclato spessore ≥ 0,5 m
- Geotessile di separazione in PP
- Strato di argilla a permeabilità controllata (caratteristiche equivalenti) spessore ≥ 50 cm e K ≤10-7 cm/s
- Geotessile di separazione in PP - Strato di drenaggio del gas e di rottura
capillare spessore ≥ 0,5 m
- Conforme
- Conforme
- Conforme
- È previsto un sistema di drenaggio a trincea
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- Strato di regolarizzazione morfologica - Conforme Percolato
Raccolta del percolato
- minimizzare il battente idraulico di percolato
- prevenire intasamenti ed occlusioni - resistere all’attacco chimico - sopportare i carichi previsti
- la captazione e la raccolta e lo smaltimento deve essere prevista per tutto il tempo di vita della discarica e comunque non inferiore a 30 anni
- Conforme
Difesa dalle acque meteoriche
Raccolta delle acque meteoriche
- impianto a gravità con canalizzazioni dimensionate sulla base delle piogge più intense con tempo di ritorno di 10 anni - la captazione e la raccolta e lo smaltimento
deve essere prevista per tutto il tempo di vita della discarica e comunque non inferiore a 30 anni
- Conforme
Impianto di captazione del biogas Impianto di estrazione
del biogas - esistenza dell’impianto di estrazione dei gas - Non conforme
Come riportato nella precedente tabella, il progetto è in linea con quanto previsto dal D.lgs. n.
36/2003 in relazione ai sistemi di barriera del fondo e delle scarpate, tuttavia si deve porre in evidenza che in luogo del prescritto sistema di rottura capillare, costituito da uno strato di materiale drenante, necessario per la captazione del biogas, il progetto prevede una soluzione di tipo “a trincea”.
Inoltre, sempre in relazione al biogas, il progetto non prevede l’installazione dell’impianto di estrazione per il fatto che la tipologia del rifiuto non darebbe luogo a produzione di biogas sufficiente a giustificarne l’installazione dell’impianto. Infatti, dal modello matematico riportato in relazione, tenuto conto della tipologia di rifiuti conferiti in discarica che danno luogo alla produzione del biogas (ovvero il pulper che costituirà il 25% del totale dei rifiuti smaltiti), risulta una produzione di biogas inferiore a 10 mc/h. Questa valutazione del proponente non è conforme alla normativa, come dettagliato sotto nelle “Valutazioni complessive”.
Il percolato sarà convogliato in assi drenanti (tav. B03 e B07 - tubi HDPE DE 630 mm) a pozzi di raccolta del percolato, che verranno riempiti da pompe autoinnescanti e da qui convogliato a cisterne, che si prevede verranno svuotate ogni 25 giorni circa in accordo con l’intensità delle piogge. Sulla base della stima della produzione di percolato, la quantità massima stoccabile sarà di 120 m3.
L’area in esame oggi presenta una notevole sofferenza idraulica, dovuta alla depressione creata dall’attività di cava. Si ipotizzano due soluzioni di scolo:
1. scarico sulla rete idrologica locale con risezionamenti dei canali esistenti;
2. trattenimento della portata nella proprietà con laminazione (soluzione preferita anche dal Consorzio Dese Sile).
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La verifica idraulica con tempi di ritorno di 1,5 e 50 anni dimostra come la seconda soluzione annulli il problema, pertanto il progetto prevede la realizzazione di un laghetto per laminazione delle acque con gli accorgimenti richiesti dal Consorzio.
Il progetto prevede area e attrezzature di servizio con funzioni minime, che comprende:
- piazzale impermeabilizzato con vasca di raccolta acque di prima pioggia - area pesa 18*3 m;
- box con spogliatoi, servizi igienici e piccolo ufficio;
- impianto di lavaggio ruote;
- tettoia ricovero attrezzi;
- serbatoio per riserva gasolio da 5 mc;
- vasca percolato con 4 cisterne da 30 mc.
E’ previsto un impianto antincendio dimensionato come dettato dalla normativa UNI 10779. Tale accorgimento va a favore della sicurezza anche considerata la vicinanza dall’Autostrada A27.
L’analisi dei rischi, infatti, indica come rischio di elevata gravità l’incendio diffuso con emissione di fumo che causi una riduzione della visibilità sul piano stradale.
A tal fine si propone la posa di un filare di alberi ad alto fusto utile per diradare e innalzare di quota dell’eventuale fumo.
Il progetto prevede cinque coppie di pozzi lungo il perimetro dell’impianto esterni al diaframma con un filtro posto in corrispondenza della I° e II° falda.
La ricomposizione finale oltre la copertura prevede la posa di un filare a siepe, alberi ad alto fusto posati a filare e a macchia.
Dopo trenta anni dalla chiusura le aree saranno restituite ai proprietario.
Il progetto prevede a compensazione un “Laghetto”.
2.3 Quadro di Riferimento Ambientale
Il progetto per l’impianto di una discarica di rifiuti non pericolosi non putrescibili insiste in un’area usata per il passato per l’estrazione di argilla.
Lo studio di impatto è stato condotto nell’ambito del territorio comunale ed esteso ad una superficie di 4 km di raggio da perimetro della discarica.
Dallo studio emerge che si tratta di un’area fortemente isolata e con una barriera significativa rappresentata dall’autostrada.
Il progetto riguarda la realizzazione di una discarica controllata ove saranno smaltiti i rifiuti prodotti dalle Imprese Consorziate nei rispettivi impianti produttivi.
Il piano campagna si presenta depresso rispetto al livello storico di 1,40 m, favorendo il ristagno di acque meteoriche.
Il progetto prevede la realizzazione di una discarica e l’utilizzo del terreno risultante dallo scavo per l’innalzamento del livello dei terreni circostanti.
Il territorio
Il territorio è caratterizzato da un alternarsi di ampie distese di campi coltivati, con edifici produttivi confinati entro spazi ben delimitati e disseminati a macchia di leopardo.
Inoltre sono presenti centri urbani con l’aspetto di moderne cittadine.
Nel raggio di 850 m dal sito non sono presenti nuclei, borghi e centri abitati: i primi 2 insediamenti sono collocati a 955 m dall’impianto nel caso della stazione di Lughignano, a 850 nella frazione di Conscio e a 1025 nel caso del capoluogo di Casale sul Sile.
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Pertanto l’area è a bassa sensibilità, fatta esclusione per l’area sud est ed ad ovest data la vicinanza ad alcune abitazioni seppure a distanza rilevante.
Il sistema viario è caratterizzato da una serie di vie di comunicazioni, in particolare Strade Provinciali, che emergono da una serie di strade minori.
La vegetazione
Il territorio ha una spiccata vocazione agricola.
Le specie arboree presenti sono quelle tipiche della pianura padana.
Le presenze arboree si ritrovano lungo i filari che seguono i bordi delle strade, i confini dei campi e lungo i corsi d’acqua.
Alcune delle specie arboree maggiormente presenti sono: i platani, la robinia, il pioppo etc.
Per quanto riguarda il sito, nella parte nord dell’area sono presenti tre siepi per uno sviluppo di 400 metri.
Esiste anche un piccolo angolo di 1500 mq di recente rimboschimento, con piante di alnus, carpinus, acer ed ulmus.
La fauna
Premettendo che l’ambiente, data la presenza di inquinanti, non è favorevole alla fauna, la tipologia di fauna presente nel territorio è tipica della pianura veneta.
Alcune delle principali specie rilevabili sono:
- Uccelli: storno, merlo, cardellino, rondine etc.;
- Anfibi: rana ed rospo;
- Rettili: orbettino e natrix;
- Mammiferi: talpa, riccio e pipistrello.
Il sistema viario
Le arterie principali sono:
- la S.P. 67 “Jesolana”, la S.P.10 “Peschiere”, la S.P.107 “Est Terraglio”, la S.P.63 “della bassa Trevigiana”, S.P.64 “ Zermanesa”e la S.P.62 “ Treviso Mare”;
- l’autostrada A27 che taglia la zona secondo la direzione Nord-Sud.
La Carta dell’uso del Suolo
Dall’analisi dei dati che emergono dalla Carta per l’uso del Suolo riferita al Comune di Casale sul Sile emerge che:
• la prevalenza delle colture è a seminativo, vigneto e frutteto,
• le abitazioni sono concentrate nel centro di Casale sul Sile,
• sono presenti attività estrattive passate, alcune occupate da laghetti di cava,
• il sito interessato dal progetto è allo stato attuale in parte incolto ed in parte utilizzato a seminativo generico con un laghetto di cava presente a circa metà del lato est.
Geologia
Le caratteristiche geologiche dei terreni sono caratterizzate dalla presenza di materiale argilloso per una decina di metri, intercalata a sabbia e ghiaia nei primi 100 metri di profondità; alternanza di materiali alluvionali con granulometria variabile da argillosa a sabbiosa .
L’area del progetto è stata per il passato usata per l’estrazione di argilla e pertanto presenta una depressione.
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I dati analitici, ottenuti con metodo stratigrafico, evidenziano che negli strati più vicini al p.c. c’è una prevalenza di sedimenti con granulometria da sabbiosa a limosa ed in profondità vi è la sostanziale continuità di due strati a composizione prevalente limoso-argilloso ed argilloso-limoso.
Il tetto del primo strato è a 3 m sul livello del mare ed il tetto del secondo strato è a –0,3 e –4,5m sul livello del mare.
Idrogeologia
Le caratteristiche idrogeologiche del sottosuolo evidenziano la presenza di un sistema multifalda, costituito da una falda superficiale e da una serie di falde profonde.
Estrapolando i dati forniti dalle stratigrafie, si evidenzia che:
• fino a 360 m di profondità il sottosuolo è formato da un alternanza di livelli limoso- argilloso con letti ghiaiosi-sabbiosi.
Le falde profonde sono poste ad una profondità superiore ai 30 metri dal piano campagna. Più precisamente sono state evidenziate 6 falde in pressione poste alle seguenti profondità:
• 30-50 m, 60-80 m, 170-190 m, 260-280 m, 360m.
Il sottosuolo è disomogeneo, con diminuzione della percentuale della frazione fine spostandosi verso il Sile.
Le falde superficiali sono caratterizzate da acqua a lentissimo movimento, di qualità significativamente compromessa in conseguenza delle pratiche agricole.
L’esecuzione dei sondaggi ha messo in evidenza 3 falde superficiali confinate da strati impermeabili:
- primo acquifero superficiale con tetto alla quota compresa fra 2,8 e 0,1 m s.l.m., caratterizzato da una granulometria variabile da sabbia medio-fine a limo sabbioso
- secondo acquifero confinato, sostanzialmente supportata dal livello a granulometria fine con tetto posto ad una quota all’incirca compresa fra –0,3 e –4,6 slm
- terzo acquifero confinato con tetto posto a quota variabile fra –2,3 e –9,6.
In relazione al piano di imposta dello strato inferiore della barriera geologica di confinamento, vengono rispettati i dettami fissati dal punto 2.4.2. dell’all. 1del D.Lgs. n. 36/2003 che prevede un franco di falda minimo di m 1,50 dall’acquifero confinato.
Idrologia
L’elemento morfologico di rilievo è il fiume Sile, con una serie di affluenti fra i quali i più prossimi alla zona sono il canale consortile artificiale Rigolo, lo scolo Bigonzo e lo scolo Serva.
Sono inoltre presenti degli specchi di acqua all’interno di aree che per il passato sono state aree di escavazione. Si tratta di acqua che è defluita dai canali e dai fossati, nonché dalla falda freatica.
Il più importante di tali invasi è quello ad est in prossimità dell’abitato di Casale sul Sile.
Per quanto riguarda l’area dell’intervento, essa presenta una serie di scoline e di canalizzazioni minori per il drenaggio superficiale dei terreni agricoli che fanno confluire le acque nei fossati principali che sfociano nei laghetti ex cava dopo un percorso di 1,9 km.
Rapporti fra progetto e fattori ambientali
Popolazione
I centri abitati sono ad una distanza di 1 km dal perimetro delle vasche di deposito. Sono da evidenziare alcune case sparse uniformemente distribuite, di cui le più vicine sono ad una distanza di almeno 150 m.
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I rifiuti trattati non sono odoriferi e rumori e vibrazioni prodotti durante l’attività lavorativa sono simili a quelli di qualunque pratica agricola.
Suolo e sottosuolo
Il sito era utilizzato come una ex-cava e pertanto il fatto che il progetto preveda la sopraelevazione e il rimbonimento dell’aria va considerato positivamente dal punto di vista agronomico.
Il progetto prevede per controllare la discarica:
- la costruzione di pozzi controllo e sollevamento del percolato dal fondo delle vasche di deposito
- pozzi piezometrici con filtri posti in corrispondenza della I e II falda come punti di presa delle falde circostanti.
Autostrada, elettrodotto, terreno ricadente nel sedime del progetto.
Il progetto presenta un netto miglioramento rispetto all’attuale stato di fatto in quanto:
- il rapporto fra l’insediamento e l’autostrada appare ridotto in quanto essa presenta un minor coinvolgimento rispetto al progetto a suo tempo autorizzato di discarica 2A
- si ritrae per oltre 60 metri
- il rifiuto non è polverulento e ciò è una differenza dalle macerie di provenienza civile collocabili attualmente in quel sito
- per quanto riguarda l’elettrodotto A.T. da 220 kV denominato Salgareda –Treviso Sud è previsto l’innalzamento di due piloni ricadenti nel sito di progetto di almeno 10 m.
Viabilità
Il traffico dovuto al transito dei vettori di conferimento dei rifiuti è accettabile, anche in quanto è possibile usare una viabilità alternativa.
Paesaggio
Il sito ricade in una zona caratterizzata dalla presenza di due cavalcavia.
In passato l’area era usata come cava. Il progetto prevede la rimodellazione dell’intera area:
- una parte con quota superiore al piano autostradale (circa 10 ha) - una parte con quota superiore al piano campagna storico (circa 13 ha).
Sintesi degli impatti individuati
Potrebbero essere sottoposti ad impatto significativo a seguito della presenza della discarica:
- la popolazione che vive nelle vicinanze a causa del disturbo legato alle attività di realizzazione e di esercizio
- il paesaggio
dall’analisi dei dati emerge che:
- le risorse idriche sono salvaguardate
- nessuna altra componente ambientale è coinvolta le misure di mitigazione previste sono:
- una barriera arborea - orario di lavoro
- scelta dei percorsi esterni
- la conformazione morfologica in raccordo con rilevati esterni - monitoraggio delle acque di falda
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- sistema di regimentazione delle acque meteoriche l’analisi degli impatti è stata condotta nelle tre fasi:
- fase di cantiere (opere preliminari, realizzazione di un diaframma, predisposizione lotti, realizzazione area servizi)
- fase di esercizio (conferimento e chiusura dei lotti, movimento mezzi esterni) - fase di post-esercizio (effetto finale e manutenzione di post-chiusura)
le componenti ambientali considerate sono:
- atmosfera: emissioni gassose, polverose, rumorose e inquinamento elettromagnetico - acqua: acque superficiali e sotterranee
- suolo: uso agronomico - flora
- fauna
- insediamenti urbani - viabilità e paesaggio
dall’analisi degli impatti si evidenzia che:
- la componente “atmosfera” subisce un impatto negativo in misura maggiore in tutte e tre le fasi (-60)
- la componente “insediamenti umani” subisce un impatto negativo, ma in misura minore (- 40) in quanto in parte compensato da un parziale ripristino finale
- la componente “viabilità”subisce un impatto negativo (-24) in quanto vi è una maggiore presenza di mezzi di trasporto
- la componente “suolo” subisce un impatto leggermente negativo (-10), in quanto l’imbonimento delle aree depresse va considerato positivamente dal punto di vista morfologico, e permette una migliore gestione delle acque superficiali; ma tuttavia non sarà possibile valutare il rendimento agricolo del terreno ricavato
- la componente “acque” subisce un impatto leggermente negativo (-4), in quanto la realizzazione del diaframma produce in sé delle alterazioni che sono comunque compensate dalla impermeabilizzazione e dalla nuova altimetria.
- la componente “fauna” subisce un impatto leggermente negativo generato dalla realizzazione dell’opera
- la componente “flora” subisce un impatto positivo - la componente “acqua”subisce un impatto positivo.
In conclusione, le 3 componenti che subiscono l’impatto negativo maggiore sono:
- “atmosfera” data la presenza di emissioni rumorose, gassose, polverose, nonché odorose derivanti dai rifiuti,
- “insediamenti umani”, data la rumorosità conseguente alle attività in fase di cantiere e di esercizio,
- “paesaggio”, data la presenza dell’opera che comunque sarà resa meno visibile dalla presenza di una barriera arborea.
PIANO DI GESTIONE OPERATIVA
Il piano di adeguamento contiene il Piano di Gestione operativa della discarica in linea con quanto stabilito dal Punto 2, dell’Allegato 2 del D. Lgs. 36/2003.
In dettaglio sono previste le seguenti fasi di gestione operative:
1. Accettazione dei rifiuti:
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a) Caratterizzazione di base;
b) Procedure di accettazione.
2. Procedure di chiusura;
3. Piano di intervento per allagamento, per incendio e gestione delle emergenze.
Il Piano di Gestione operativa tuttavia contempla l’eventualità che presso la discarica sia possibile effettuare la caratterizzazione dei rifiuti secondo i criteri fissati dal D.M. 13.03.2003.
PIANO DI GESTIONE POST OPERATIVA
Il piano di gestione post operativa prevede le opere di ricomposizione ambientale della discarica, i controlli di post esercizio riguardanti le manutenzioni delle varie infrastrutture, secondo quanto stabilito dal punto 4 dell’allegato 2 del D.Lgs. 36/03 e dagli articoli 8, lett. g,h,l, e 13 del medesimo decreto.
PIANO FINANZIARIO
Il piano finanziario ha la valenza esclusiva di esplicitare i costi di realizzo di gestione e post – esercizio dell’impianto in quanto la copertura finanziaria dell’intervento e le relative garanzie finanziarie saranno accese dal gestore che utilizza il sito per il conferimento dei rifiuti prodotti dai propri centri produzione.
PIANO DI RIPRISTINO AMBIENTALE
Il piano di ripristino ambientale è conforme alle linee contenute al punto 3 dell’allegato 2, del D.Lgs n. 36/2003, e tiene conto degli aspetti in essi individuati in relazione alla destinazione d’uso dell’area. La destinazione finale dell’area prevede la restituzione della stessa ad uso agricolo che però non deve essere finalizzato a produzioni alimentari destinate al consumo umano o zootecnico, ma unitamente a vegetazione erbacea.
PIANO DI SORVEGLIANZA E CONTROLLO
Il piano di sorveglianza e controllo nella sua configurazione generale non è conforme a quanto stabilito dall’allegato 2, punto 5, del D.Lgs. n. 36/2003:
Frequenze previste dal Piano di Sorveglianza e controllo
Frequenze previste dalla tab.2 dell’allegato 2 al D.Lgs
n.36/2003 Fattori
ambientali Parametro Fase operativa Fase post-
operativa Fase operativa Fase post- operativa Composizione
conforme Conforme Trimestrale Semestrale
Acque
sotterranee Livello dei
piezometri Trimestrale
Non conforme Non specificato Mensile Semestrale Acque
superficiali Composizione conforme conforme Trimestrale semestrale Composizione Non conforme conforme Trimestrale semestrale Percolato
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Precipitazione Mensile
Non conforme Non conforme
Giornaliera
Giornaliera rapportata alla media mensile
Temperatura Non conforme Non conforme Giornaliera media mensile Direzione e
intensità del vento Non conforme Non conforme Giornaliera -
Evaporazione Non conforme Non conforme Giornaliera
Giornaliera rapportata alla media mensile Dati
meteorologici
Umidità atm. Non conforme Non conforme Giornaliera media mensile Gas di discarica Composizione Semestrale
Non conforme Conforme Mensile semestrale Qualità
dell’aria (immissioni)
Immissioni
gassose potenziale Non specificato Non specificato Mensile Semestrale Struttura e
composizione della discarica
Non completa Annuale -
Topografia
dell’area Comportamento d’assestamento del
corpo della discarica
Non conforme Conforme semestrale
Semestrale per i primi 3
anni quindi annuale
CLASSIFICAZIONE DELLA DISCARICA
Ai sensi dell’art. 4, del D.Lgs. n. 36/2003, la discarica viene classificata come “Discarica per rifiuti non pericolosi”.
CRITERI DI AMMISSIBILITA’ DEI RIFIUTI IN DISCARICA
Le tipologie dei rifiuti conferibili sono quelle elencate nel precedente paragrafo 2.2., Quadro di riferimento progettuale, individuate per codice CER e descrizione dei rifiuti.
I rifiuti saranno ammessi in discarica dopo le fasi di caratterizzazione (vedi PSC) sui medesimi da eseguirsi secondo i criteri di cui al D.M. 13.03.2003, così come modificato dal D. M. 03.08.2005.
3. SITI DI IMPORTANZA COMUNITARIA: VALUTAZIONE DI INCIDENZA
L’impianto non ricade all’interno di aree protette, aree sensibili o aree S.I.C. e Z.P.S. E’ stata prodotta la Relazione di Valutazione d’incidenza che evidenzia l’assenza di impatti, in conseguenza anche della distanza dei siti più vicini di Rete Natura 2000: Parco del Sile, da cui dista 510 m.
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4. OSSERVAZIONI E PARERI
Non essendosi riaperta la fase della pubblicazione e della presentazione al pubblico come stabilito dalla sentenza del TAR n. 18 del 12/12/06 sono pervenute solamente le note sotto indicate.
- Comune di Casale sul Sile (TV). Presenta la seguente documentazione:
- Permesso di agibilità del fabbricato ad uso magazzino agricolo, di proprietà della Ditta Immobiliare Dotto Grazia, sito in Via Bigone Conscio con i seguenti riferimenti catastali:
Foglio 3 Mappali 106-202-337-340-382, Foglio 3 Mappali 383-384.
- Comunicazione, pervenuta allo stesso Comune, dai sigg. Maria Oribelli, Anna Oribelli, Carlo Scudeler e Elena Bassetto, proprietari dei terreni soggetti a servitù di passaggio per parte dei terreni proposti a discarica che ribadiscono di non aver mai concesso la disponibilità all’accesso.
- Atti notarili rep. 5857 del 16 maggio 1972 e rep. 10229 del 11 giugno 1974 redatti dal notaio dott. Paolo Ripa di Spresiano da cui si evincono i soggetti e le modalità di concessione la servitù di passaggio.
- Provincia di Treviso. Presenta osservazioni in merito:
- alla presentazione delle opzioni alternative al progetto presentato;
- alla non correttezza delle informazioni sulle previsioni dei tassi di conferimento dei rifiuti;
- alla mancanza di opzioni alternative alla viabilità di accesso alla provinciale;
- alla valutazione sull’incidenza di eventi di incendio in discarica sulla vicina autostrada;
- alla mancanza di una modellizzazione della propagazione del biogas di discarica;
- all’assenza di una caratterizzazione dei rifiuti, in quanto la stessa viene condotta secondo normativa non più in vigore per le nuove discariche;
- alla non completa analisi dell’incidenza della discarica sul traffico che è stata condotta solo parzialmente;
- alla valutazione dei cedimenti della fondazione della discarica;
- alla impermeabilizzazione e all’approntamento dell’isolamento del fondo della discarica;
- al dimensionamento del diaframma;
- alla stratigrafia del capping;
- alla mancanza sistema di aspirazione del biogas adeguato;
- alle caratteristiche progettuale del sistema di captazione e prelevamento del percolato;
- alla difficoltà di analisi dei piani gestionali ed al piano di sorveglianza e controllo.
- Lorella Martignon. Fa presente che la distanza tra la discarica e la propria abitazione è stata valutata solo rispetto al corpo centrale della casa stessa. Inoltre dichiara che ad una distanza inferiore ai 150 m indicati nel progetto, esiste un ulteriore fabbricato, ad uso civile, dalla stesso utilizzato, con certificato di agibilità rilasciato dal Comune di Casale sul Sile.
5. VALUTAZIONI COMPLESSIVE
L’analisi del progetto “ambito ridotto” e del relativo SIA ha comportato la necessità di un riesame complessivo della documentazione non essendo in generale evidenziate le parti modificate. Da detto esame si evidenzia che:
a. Dalla documentazione presentata dalla società (capitolo 11 del documento “Progetto Definitivo di Bonifica – Relazione Tecnica”) si evince che sul sito sono state condotte limitate indagini ricognitive che hanno permesso di accertare superamenti di limiti tabellari non solo per quanto attiene la Colonna A di Allegato 1 al D.M. 471/99, ma anche in due casi di quelli di colonna B del medesimo Decreto Ministeriale. Pertanto appariva necessario che fossero avviate le
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procedure di rito a cominciare da un Piano di Caratterizzazione redatto secondo le prescrizioni di Allegato 2 e 3 del citato Decreto Ministeriale.
Per di più dal documento depositato dal Comune di Casale sul Sile, in data 19 maggio 2003 con prot. n. 5222/46/01, si rileva dall’esame delle stratigrafie, delle prospezioni, fatte attuare a cura del Comune stesso, la presenza di riporti per spessori variabili intorno a 2 m. L’estensione di detti riporti, che ricoprono una superficie pari a metà dell’area proposta a discarica, è risultata evidente da una fotografica aerea consegnata da Comune di Casale sul Sile durante la sessione della Commissione Regionale V.I.A. del 16 maggio 2005 che viene allegata alla presente.
D’altro canto come da documentazione citata dal Proponente, si è rilevato che lo stesso “ha effettuato n. 8 carotaggi nel terreno naturale imposto”. Essi pertanto non danno nessun apporto alla conoscenza della porzione critica dell’area eventualmente da adibire a discarica.
Nel documento A.4.1 “Analisi Costi/Benifici”, appare inopinatamente ai punti 3.7 “Scavo e carico su mezzo e conferimento di terreni inquinati” e 3.8 “Campionamento ed analisi del terreno” la declaratoria dei costi di bonifica, di cui in tutto il documento progettuale del 2005, non si trova traccia. Nello stesso documento, invece, al paragrafo 5.3.1.1 ”Creazione della fossa”, si afferma che l’argine di contenimento di perimetrazione e quelli intermedi saranno realizzati utilizzando i terreni di risulta degli scavi e quindi anche con i terreni di riporto.
Pertanto alla luce di quanto sopra esposto, si possono trarre le seguenti conclusioni:
- si è in presenza di riporti, anche di notevole spessore (valutazione media di circa 120.000- 130.000 m3) che risultano caratterizzati in maniera assolutamente insufficiente, in presenza di riscontri puntuali che hanno evidenziato contaminazioni;
- a detta dello stesso Proponente vi è la necessità di “movimentazione e conferimenti di sostanze inquinanti” sulla cui compatibilità con la ricollocazione nel sito nulla su può affermare in coerenza dei necessari riscontri analitici;
- il riutilizzo dei terreni di risulta degli scavi non può essere accettato nei termini generici esposti nella relazione in quanto, manca ogni approfondimento sulla gestione dei materiali.
Esso è ineluttabile quando ci si trova di fronte a situazioni eterogenee (riporti contaminati, riporti a standard, terreni naturali imposto) tipici della situazioni in oggetto.
b) A partire dalle considerazioni sulla classificazione della discarica in oggetto, in funzione della tipologia di rifiuti conferiti, la Commissione ha valutato le relative distanze di rispetto dalle abitazioni limitrofe.
La Commissione Regionale V.I.A. ha ritenuto idonea la classificazione della tipologia di rifiuti conferiti presso la discarica come biodegradabili non putrescibili.
La normativa regionale di riferimento per quanto riguarda le emissioni di biogas prodotto dalle discariche, sono la DGR n. 995/00 e la Delibera del Consiglio Regionale n. 57 dell’11 novembre 2004 (Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera).
Il progetto è incongruente con entrambe le normative citate, che, con riferimento alla produzione ipotizzata dal proponente, non consentono la dispersione del biogas prevista dal proponente, ma bensì l'obbligo di un'estrazione forzata e la sua combustione. Condizione quest'ultima posta in maniera ancora più restrittiva dalla DGRV 995/2000, che stabilisce che "la libera dispersione in atmosfera del biogas è ammissibile solo se la portata del biogas estratto (riferita ad un contenuto di O2 del 5%) è minore di 10 m3/h, facendo funzionare l’impianto anche solo per 8 h/giorno".
Per quanto detto, il referente conclude affermando che, sulla base del modello di previsione sulla produzione del biogas ed estrazione presentato dal proponente, risulta necessario prevedere nel progetto una rete completa ed adeguata di captazione forzata ed adduzione del gas dalla
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discarica nonché del sistema di combustione. Inoltre, nel rispetto della normativa regionale citata, deve essere incrementata l'estraibilità dal 50% previsto dal proponente al 70%.
c. L’area di intervento è classificata dal PRG comunale come Zona E2 – Aree agricole di pregio.
Secondo quanto previsto dalla Legge regionale n° 3 del 2000, le discariche devono essere collocate in aree omogenee di tipo E o F. L'approvazione del progetto in Conferenza di servizi costituisce, ove occorra, variante allo strumento urbanistico comunale e comporta la dichiarazione di pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità dei lavori.
L’accesso alla discarica avverrebbe, secondo progetto, utilizzando una strada di proprietà privata e quindi non in disponibilità del proponente, che attualmente viene impiegata per l’ingresso di mezzi agricoli nei terreni adiacenti la discarica.
Inoltre, dalle planimetrie presentate, si evince che alcuni edifici si collocano al limite della fascia di rispetto dei 150 m dalla discarica.
d. Dalla verifica della documentazione progettuale non risultano specificate in modo esauriente le modalità di intervento per lo spostamento dei tralicci dell’elettrodotto esistente.
Il progetto è lacunoso per una serie di aspetti e la compatibilità ambientale è possibile solo con l'introduzione di prescrizioni relativamente a:
- l’intervento per lo spostamento dei tralicci dell’elettrodotto;
- la caratterizzazione dei rifiuti in ingresso nella discarica, secondo quanto disposto dalle normative vigenti;
- la documentazione comprovante la disponibilità delle aree relativamente alla strada di accesso alla discarica.
- a riguardo del piano di caratterizzazione ed eventualmente bonifica delle aree contaminate, - la progettazione di un idoneo impianto di estrazione e trattamento dei biogas prodotti dalla
discarica.
Nell’elaborato A7, viene presentata la documentazione attestante la disponibilità totale delle seguenti aree interessate dall’intervento.
Le aree in disponibilità totale del proponente sono quelle presentate a pagina 7 dell’elaborato A1
“Relazione tecnica descrittiva”, relativa al progetto denominato “ambito ridotto” e allegata al presente parere (Allegato 1). Per ogni proprietà sono specificati i relativi fogli e i mappali:
Proprietà
Battilana Lisa e Antonio Foglio 3-83-104-105-405-406-407-96-97-65-66.
Scudeler Tiziano Foglio 3 227-122-123-124-126 Foglio 10 174
Zanetti Danilo Foglio 3 51-53-54-55-81-82-121-125-127 Foglio10 232
Si richiama il proponente al pieno rispetto della normativa, in particolare: si evidenzia quanto segue
giunta regionale – 8^ legislatura
ALLEGATOA alla Dgr n. 478 del 06 marzo 2007 pag. 21/22
- "Nelle discariche di cui al comma 1 è riservata una quota, non superiore al venticinque per cento della capacità ricettiva, per lo smaltimento di rifiuti speciali conferiti da soggetti diversi da quelli indicati al medesimo comma." (art. 33 l.r 3/2000, comma 2);
- il piano di sorveglianza e controllo presentato non è conforme a quanto stabilito dall’allegato 2, punto 5, del D. Lgs. n. 36/2003.
Per quanto concerne gli ulteriori aspetti evidenziati nelle note pervenute e citate nel Paragrafo 4 del citato parere, si rimanda a quanto già riportato nei precedenti paragrafi di cui al presente parere.
VALUTAZIONI CONCLUSIVE
Tutto ciò premesso, la Commissione Regionale VIA, presenti tutti i suoi componenti (ad eccezione del Direttore Generale ARPAV, il Dott. Franco Secchieri, Componente esperto della Commissione ed assenti giustificati il Dott. Gerry Boratto, l’Ing. Guido Cuzzolin e l’Arch. Filippo Tonero, Componenti esperti della Commissione), esprime a maggioranza (con voto contrario della Provincia di Treviso e dell’ARPAV di Treviso)
parere favorevole
al rilascio del giudizio positivo di compatibilità ambientale sul progetto, subordinatamente al rispetto delle prescrizioni di seguito indicate.
PRESCRIZIONI
1. venga predisposto e presentato agli Enti competenti, secondo quanto disposto dalle normative vigenti:
a) un dettagliato piano di caratterizzazione dell’area oggetto dell’intervento e i risultati delle analisi condotte. Sia fornito ad ARPAV un calendario, costantemente aggiornato, delle operazioni di campionamento;
b) il progetto di bonifica delle aree contaminate;
2. venga verificata l’emissione del biogas dalla discarica, secondo quanto disposto dalle norme vigenti, in particolare anche dal Piano Regionale di Tutela di Risanamento dell'Atmosfera e dalla DGRV 995/2000, e conseguentemente venga progettato un idoneo impianto di estrazione forzata e trattamento del biogas prodotto dalla discarica, secondo quanto disposto dalle normative vigenti;
3. vengano specificate le modalità di intervento per lo spostamento dei tralicci dell’elettrodotto, e fornita la documentazione amministrativa necessaria;
4. venga effettuata la caratterizzazione dei rifiuti in ingresso nella discarica, secondo quanto disposto dalle normative vigenti;
5. venga prodotta la documentazione comprovante la disponibilità delle aree relativamente alla strada di accesso alla discarica.
La medesima Commissione Regionale V.I.A., integrata ai sensi dell’art. 23, tenuto conto del parere favorevole al rilascio del giudizio di compatibilità ambientale precedentemente reso, che l’opera in esame, ritiene di rinviare l’approvazione del progetto e l’autorizzazione alla realizzazione
giunta regionale – 8^ legislatura
ALLEGATOA alla Dgr n. 478 del 06 marzo 2007 pag. 22/22
dell’intervento, subordinatamente all’ottemperanza, da parte del proponente, delle prescrizioni specificate.
Il Segretario della Commissione V.I.A.
Eva Maria Lunger
Il Presidente della Commissione V.I.A.
Ing. Silvano Vernizzi
Il Dirigente Unità Complessa V.I.A.
Dott.ssa Laura Salvatore
Il Vice-Presidente della Commissione V.I.A.
Avv. Paola Noemi Furlanis
Vanno vistati n. 92 elaborati
LS/……
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