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Per quale motivo avete scelto di sposare in Chiesa? Cosa significa per voi credere nel sacramento del matrimonio?

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Academic year: 2022

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Fascicolo 1/2011

“Per quale motivo avete scelto di sposare in Chiesa?”

“Cosa significa per voi credere nel sacramento del matrimonio?”

1.

Alberto: Per me il matrimonio è la conseguenza dell’amore tra due persone che decidono di iniziare un cammino di vita insieme, sicuramente pieno di difficoltà ma sento di essere pronto per questa scelta soprattutto perché ho incontrato la persona con i miei stessi principi e valori.

Germana : Ho scelto di sposarmi in chiesa perché sia io che Alberto vogliamo consacrare davanti al Signore il nostro amore avendo avuto come esempio i miei genitori. Quindi credere nel matrimonio come già detto prima la consacrazione dell’amore nel rispetto per la persona di cui si è innamorati.

***

2.

Alessandro: Fin da bambino ho avuto un’educazione cristiana e cattolica frequentando il catechismo, servendo la messa, etc… pertanto ho ritenuto da sempre di comportarmi secondo il Vangelo e ciò che ci ha insegnato Gesù. Ritengo il matrimonio in Chiesa e quindi il sacramento una prosecuzione del mio cammino di cristiano avendo il desiderio di celebrare e consacrare la mia unione con Danila davanti a Dio. Tante persone ritengono il matrimonio un atto “inutile”, in questi mesi mesi di preparazione tanta gente mi chiede “ma perché ti sposi? Se stai bene con una persona non è necessario”. Io ritengo invece che il matrimonio sia la consacrazione davanti a Dio dell’amore con un’altra persona oltre ad essere un’assunzione di responsabilità con l’altra ed appunto un impegno per la vita futura. Sicuramente non sarà tutto semplice ma sono convinto che l’amore quello vero riesce a risolvere tutti i problemi.

Danila: Il motivo più semplice per cui ho deciso di sposarmi in Chiesa è la mia fede religiosa: sono cristiana e, pertanto, non potevo immaginare un matrimonio diverso da quello celebrato in chiesa. La motivazione più difficile da spiegare è quella relativa al significato che io attribuisco al sacramento del matrimonio. Sposarsi in chiesa significa sublimare un sentimento che lega due persone al di là delle convenzioni civilistiche. Infatti, per quanto mi riguarda, il matrimonio celebrato con rito civile non ha nulla di diverso da un qualsiasi negozio giuridico: sia nell’uno che nell’altro caso si risolve nella semplice firma di un pezzo di carta, ossia di un contratto. Nell’occasione, vi può essere un’emozione ma tale emozione si consuma nella “fredda” lettura di una serie di articoli del codice civile e nell’esecuzione di una serie di formalità prive del coinvolgimento mentale spirituale dei due nubendi.

Il matrimonio religioso è un’altra cosa. Dà vita ad una profonda esperienza spirituale che coinvolge i suoi protagonisti su diversi livelli fino al raggiungimento di un risultato unico che è rappresentato dall’unione di due anime e non solo di due persone. Questa esperienza è carica di numerosi significati

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e coinvolge non solo gli sposi ma anche le loro famiglie e la comunità di cui fanno parte. Inoltre ha come protagonista un ospite di tutto rispetto: Nostro Signore. Anche se Dio è in ogni luogo, non credo che il matrimonio civile possa vantare una presenza così importante che suggella un momento così profondo. Infatti, ho deciso di sposarmi nella Chiesa di San Michele Arcangelo (non solo per Don Gaetano, al quale sono legata affettivamente) ma soprattutto per il crocifisso ed il Cristo che c’è in questa chiesa. Quel Cristo e quel Crocifisso mi danno un senso di pace ed una forza che non sento in nessun’ altra Chiesa.

***

3.

Alessio: Abbiamo scelto la Chiesa perché per noi vuol dire sposarci nella casa di Dio, ricevere il sacramento vuol dire rafforzare il nostro amore infatti Dio dice:”non osate dividere ciò che Dio ha unito” e in futuro ricevere anche il dono di Dio cioè un figlio.

Eleonora : Ho scelto di sposare in Chiesa perché anche se non molto praticante credo molto in Dio e il ricevere il sacramento del matrimonio di fronte a Lui per me è fondamentale, credere nel sacramento del matrimonio è di fondamentale importanza, secondo me Dio è in grado, una volta ricevuto il sacramento, di unire ancora di più la coppia di aiutarla nei momenti di difficoltà che possono esserci.

***

4.

Andrea: Ho deciso di sposarmi in Chiesa perché credo in Dio e nella consacrazione del matrimonio e all’unione di due persone per tutta la vita. Secondo me il significato del sacramento del matrimonio è la dimostrazione del nostro amore davanti a Dio e alle persone.

Caterina: Ho deciso di sposarmi in Chiesa perché per me significa ricevere la benedizione di Dio e rendere, così, la nostra unione più sacra di quanto già lo sia e anche perché è una tradizione che voglio seguire. Infine credo nel sacramento del matrimonio perché credo nel suo significato ovvero la rappresentazione dell’amore di Dio nei confronti dell’uomo tramite il nostro reciproco amore.

***

5.

Andrea: Perché la chiesa? E’ innegabile che la società in cui viviamo influenza parecchio certi tipi di scelta. Sono cresciuto vedendo decine di coppie che si sposano in chiesa e soltanto una altrove (in municipio). Sposarsi in chiesa fa parte della nostra cultura. A me personalmente sarebbe piaciuto

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allestire una cappella sotto le palme al mar dei Caraibi, dire di si davanti a Dio e al prete e poi fare festa sulla spiaggia fino a sera. Sono convinto che Dio è ovunque ed in ogni cosa ma i Caraibi sono così lontani e come scelta appare piuttosto proibitiva. Allora ecco la chiesa così bella, ampia e spaziosa dove c’è posto a sedere per tutti e tutti stanno in silenzio, sembra quasi che Dio con tutto quel silenzio ascolti meglio. Già perché quel giorno deve ascoltare e ascoltare bene quello che si dice poiché ci sono due persone che attraverso il sacramento del matrimonio vanno a completare la loro cristianità. Due persone che si giureranno amore eterno e Lui sarà il testimone della loro promessa. Lui starà per sempre con loro. Un sindaco non può farlo, non ci riesce, non è in grado, come non lo è nessuno. Solo Dio può ed io farò di tutto per non deluderlo.

Moira : Sono una cristiana poco praticante in quanto non frequento assiduamente la chiesa ma credo nei sacramenti ed ho scelto di sposare in chiesa perché quel giorno celebrerò un sacramento: il matrimonio. Una promessa scambiata da due persone di condividere le gioie e i dolori che la vita ci riserva e questo davanti a Dio perché Lui fa parte della mia vita da quando sono nata e la chiesa rappresenta il luogo in cui Lui si unisce a noi, in cui ci sentiamo veramente fra le sue braccia. Certo questo non cambierà di molto la mia vita con Andrea perché noi già siamo una famiglia in quanto conviviamo ma non lo siamo davanti a Dio, è questo per me il matrimonio.

***

6.

Cristian: Io mi sposo in Chiesa non tanto per me ma per lei, non perché non credo nel matrimonio ma perché secondo me non è necessario. Credere nel sacramento del matrimonio significa amarsi e accettarsi nel bene e nel male sempre e comunque.

Michela : Ho scelto di sposarmi in Chiesa perché credo nel sacramento e credere nel sacramento significa amarsi l’un l’altra in eterno come Gesù Cristo si è unito alla Chiesa e l’ha amat per sempre.

Quindi condividere la nostra unione con Dio e crederci come lui ha creduto nella sua unione con la Chiesa...

***

7.

Fabrizio: Abbiamo scelto di sposare in chiesa… perché noi abbiamo accelerato i tempi e già siamo genitori… e per “regolarizzare” le cose… anzi noi facciamo un passo in più oltre al matrimonio…

battezziamo anche il nostro piccoletto, perciò per noi quel giorno sarà ancora più speciale… in più in una data che per noi è speciale.. 07 maggio. Creder nel sacramento del matrimonio è sottolineare alla donna che ami … che ci sarai per sempre… per sempre al suo fianco.

Desirè: Inizialmente (e parlo di circa due anni fa) non ero affatto favorevole al matrimonio religioso, questo perché non credevo nella Chiesa o almeno così mi dicevo. Vedevo nella chiesa solo un’istituzione, un insieme di regole e di schemi fissi vecchi dei secoli che ormai nessuno rispetta più

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perché troppo ancestrali e in collisione col nostro mondo quotidiano sempre di fretta. Per non parlare poi dei preti e del cosiddetto “clero”… quelli poi! Ero fermamente convinta che per sposare davanti a Dio bastasse un prete e una croce, senza tutti quegli intermezzi che la chiesa impone. Poi ho cambiato idea. Dovendo battezzare il mio nipotino, ho dovuto prendere il sacramento della cresima e ho frequentato un corso tipo questo. Ho risposto a delle domande e mi “confessavo”, così ho capito. La chiesa non è l’insieme di quei quattro muri che vediamo fuori di qui, delle candele, dei crocefissi, delle preghiere da imparare a memoria sennò le vecchiette che ti vedono pensano “Hiiii, non la sa!!!” La chiesa siamo noi, la chiesa sono io, mio (futuro) marito e mio figlio, la chiesa è comunità e di fronte a tutto questo ho deciso di consacrare il mio amore e la mia famiglia battezzando la luce della mia vita nello stesso giorno del mio matrimonio.

***

8.

Fabrizio: Se la guardo negli occhi so che esistono i Sentimenti. Un avvolgersi inspiegabile di emozioni, voglia di stare insieme, di un’intensità così profonda da poter essere interpretata solo in chiave spirituale. E non c’è modo in cui io riesca a spiegarmi queste emozioni in modo puramente terreno, fisico o biologico: sento che i sentimenti intorno a me esistono, sono là pronti a scatenarsi a una parola, uno sguardo. E anche se in misura differente, tutto ciò accade nel quotidiano con la famiglia, gli amici, gli affetti insomma: sentimenti, probabilmente la maniera più terrena e meno limitata con cui esprimiamo la Creazione (Dio) nei confronti degli altri. In questa chiave di lettura, non poteva essere un ordinario atto burocratico a consacrare un legame così importante. Così è nella chiesa, nel suo messaggio di Amore e rispetto reciproco alla base di qualunque insegnamento elementare che mi trovo più vicino. Ed è in questa permeante atmosfera spirituale che anche quel giorno e in quelli a venire voglio guardarla ancora una volta negli occhi.

Credere nel matrimonio, credere nell’unione spirituale significa per me credere nella Creazione. Solo la Creazione avrebbe potuto creare qualcosa di così perfetto e profondo. E non si tratta solo di un legame ma del Legame: l’unico così intimo che nella vita siamo naturalmente portati a scegliere. La Vita ti impone la maggior parte dei legami quali la Famiglia, legame fortunato nel mio caso ma è il matrimonio l’unica vera intesa affettiva che stringiamo con qualcun altro. Un’unione che non è un traguardo, semmai il più amabile dei punti di partenza verso qualcosa di ancora più grande: la Famiglia, l’unione che diventa “tanti”, la Vita che genera la Vita, l’Amore che genera l’Amore. Forse è ingenuo da parte mia pensarlo, non posso credere che quanto di così dolce e importante la Creazione abbia unito nella vita terrena possa essere in una qualche maniera dissolto un attimo prima del trapasso verso “una sconosciuta eternità ultraterrena” (peraltro dalle interpretazioni discutibili …). Forse saremo solo chiamati ad esprimerlo in modo diverso, magari in maniera più profonda e completa. E dunque, pur sapendo di non essere del tutto canonico, mi piace (con delirio?) credere che il Sacramento del Matrimonio possa avere un significato non solo in quel giorno ma anche “per il resto della nostra Vita finchè neppure la morte ci separi”.

Manuela : Considerando la chiesa come una Comunità composta da persone diverse tra loro, con esperienze di vita altrettanto diverse ma che allo stesso tempo condividono gli stessi principi (cristiani- cattolici) ed essendo io e il mio fidanzato di religione cristiano-cattolica, abbiamo deciso di condividere l’esperienza del matrimonio insieme, all’interno di tale Comunità, alla quale ci sentiamo di appartenere, pur avendo un nostro pensiero nei confronti di quella che è la Chiesa Cristiano Cattolica,

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intesa invece più generalmente come “Istituzione Religiosa”. Il giorno in cui abbiamo deciso di stabilire la data del nostro matrimonio (era la notte del 25 dicembre scorso in occasione della Santa Messa) è stato in parte come affrontare un esame difficile, su cui ci si è impegnati tanto e finalmente dopo tante prove, dopo tanta fatica e impegno e non senza preoccupazioni, paure, ansie (ecco perché il paragone –forse azzardato) si decide di stabilirne la data. Alla fine, dopo tale decisione, abbiamo assistito alla Messa celebrata da Don Gaetano Zaralli, “condividendo” la nostra scelta insieme a molte altre persone lì presenti, sebbene del tutto ignare di quello che avevamo appena deciso….Dico “condividendo”

perché credo che ricorderò e porterò a lungo la sensazione positiva, bella provata nello stare tra tanta gente che condivide (nonostante la diversità di ognuno) con te il fatto di sentirsi parte comunque di una Comunità, di essere come si ricordava nell’ultimo incontro “sale della Terra e luce del mondo”.

Credere nel sacramento del Matrimonio in quanto tale non è facile, né scontato… E’ come se si facesse un “atto di fede” nei confronti della persona che si ama, la quale però come ogni individuo ha pregi e difetti. Con il matrimonio si decide di essere tutto per quella persona, di rispettarla, di essere sinceri, di essere presenti qualora necessario ecc. Il matrimonio è quindi un sacramento importante UNICO perché avviene tra due individui unici che provano amore l’uno per l’altra che probabilmente creeranno una famiglia e che si supporteranno/sopporteranno a vicenda nelle situazioni difficili e nei momenti più belli.

***

9.

Pierangelo: Provengo da una famiglia cattolica, ho frequentato asilo, elementari e medie in istituti cattolici, da piccolo per me essere cristiano cattolico e sposarsi in chiesa era normale. Quando giunse il momento della cresima mia madre mi diede la possibilità di confermare la mia fede quando volessi, ne fossi cosciente e maturo. Durante l’adolescenza nuovi interessi e priorità misero la religione in secondo piano e con il tempo mi allontanai dalla chiesa. Qualche anno fa un amico, fortemente cattolico, mi mostrò pazientemente come la chiesa non fosse poi così distante dai giovani e mi riavvicinai ad essa e decisi con il tempo che volevo cresimarmi. Poi conobbi Sara, anche lei cattolica, ci innamorammo e quando decidemmo di sposarci fu chiaro che sarebbe stato in chiesa. Per noi il matrimonio è giurarsi amore e fedeltà, farlo davanti a Dio significa completare e rendere più sacra la nostra unione.

Sara: Abbiamo deciso di sposarci in chiesa perché entrambi proveniamo da famiglie cattoliche e, pertanto, solo il matrimonio concordatario rappresenta per noi il completamento della nostra unione.

Scegliere di fare solo il matrimonio civile o quello religioso significherebbe realizzarci per metà.

Personalmente credo che il sacramento del matrimonio rappresenti l’unione spirituale di due persone;

non si tratta solo della sottoscrizione di un contratto, deciso dallo stato civile dove si dichiara di voler accettare dei diritti e dei doveri e, qualora si voglia recedere, basta avviare le opportune pratiche per cancellare il tutto. Penso invece che tale sacramento vada a toccare l’intimo della nostra coscienza, dove non si può prendere in giro né se stessi né tantomeno gli altri.

***

10.

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Luca: Perché sono cattolico ed in quanto tale la cerimonia in Chiesa rappresenta la consacrazione religiosa del nostro rapporto.

Cristiana: Ho scelto di sposare in chiesa perché sono cristiana, ho fede e per come sono stata educata dai miei genitori ho sempre considerato il matrimonio innanzitutto come un sacramento e non solo come un contratto tra due persone. Il matrimonio significa fedeltà e rappresenta l’inizio di una nuova vita tra due persone che si amano e che nel momento in cui si rendono conto che non possono fare a meno l’uno dell’altra e decidono di percorrere un percorso di vita insieme nel bene e nel male.

***

11.

Gianfranco: ___________________________________________________.

Romina: Questa domanda mi ha accompagnata tutta la settimana e nonostante abbia frequentato scuole cattoliche e nonostante i diversi anni di catechismo non ho le idee molto chiare. In effetti, fatta salva la conoscenza delle conseguenze dello scioglimento del matrimonio religioso, non so motivare oggettivamente la scelta del matrimonio in chiesa rispetto a quello celebrato con rito civile. So che ho sempre pensato al matrimonio come al momento in cui un uomo e una donna decidono di riconoscersi come l’uno appartenente all’altra di fronte alle proprie “comunità” e di fronte ad uno spirito che non riusciamo a vedere. So che rappresenta il momento in cui un uomo e una donna formalizzano il loro legame, pronunciando ad alta voce una promessa di amore, di rispetto e cura reciproca, ponendo le basi per una vita insieme che tante volte li metterà alla prova che spesso li sorprenderà stanchi, privi di energie e facilmente condizionabili dallo stress, dalle insoddisfazioni, dagli altri al di fuori della coppia, dai problemi di tutti i giorni e so che questo mi spaventa molto. So anche che non ho mai pensato, per me, ad un matrimonio diverso da quello in chiesa, nonostante non abbia nessun tipo di chiusura rispetto a scelte diverse perché credo nell’amore e basta, indipendentemente dalla formalizzazione dello stesso e dalle modalità di formalizzazione scelte. Ecco, io vorrei realizzare per me e per la persona che mi è accanto quell’amore che pone il bene dell’altro sopra al proprio, che supera gli egoismi, che ti fa dedicare ad un altro individuo e che ti fa dire “ecco io sono qui, con tutti i miei pregi e i miei difetti e ti sarò accanto quando avrai bisogno di essere sostenuto e quando invece non avrai problemi, quando vorrai sorridere e quando vorrai piangere” e sinceramente credo che si tratti dello stesso amore che tanti anni fa un uomo fatto di carne e ossa di nome Gesù Cristo ha cercato di insegnare e trasmettere agli altri e, tutto questo indipendentemente dalle sovrastrutture che altri uomini hanno creato nei secoli successivi. Oggi quindi mi sento un po’ in imbarazzo e dentro di me spero che l’incontro di stasera alleggerisca questo disagio e mi rassicuri sul fatto che le mie motivazioni siano adeguate per “consentire” la celebrazione del mio matrimonio in un luogo sacro.

***

12.

Marco: Abbiamo deciso di sposare in chiesa perché per me è il modo di rendere pubblico ed ufficiale davanti ai nostri parenti ma soprattutto davanti a Dio la volontà di unirci per sempre e dare origine ad

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una famiglia: la mia famiglia. Credere nel matrimonio significa prendersi cura dell’altro, rispettarlo, capirlo, soprattutto quando ci sono quei momenti difficili dove tutto sembra non andare nel verso giusto e superare insieme gli ostacoli della vita per crescere più forti insieme.

Simona: Quando abbiamo deciso di sposarci sinceramente non abbiamo neanche preso in considerazione l’idea di sposare solamente in Comune. E questo perché crediamo in Dio e nel sacramento del matrimonio. Personalmente io lo considero come il punto di partenza per costruire una famiglia e condividere tutto dal singolo giorno insieme al prendere tutte le decisioni più importanti che riguardano la casa, la famiglia e i figli. Il matrimonio è condivisione, amore e rispetto.

***

13.

Alessandro: Il motivo è perché credo che la nostra unione debba essere “regolarizzata” sia davanti alla società laica (matrimonio civile) sia di fronte alla comunità religiosa perché anche quest’ultima rappresenta una istituzione fondamentale nella società in cui vivo; e, poi, non ultimo, il sacramento del matrimonio è un altro passo che ci avvicina al nostro Padre Celeste.

Justyna: Il matrimonio è un sacramento per me molto importante. In questo giorno davanti a Dio creo la mia famiglia con la benedizione di Dio. E’ il giorno più bello della vita di ogni donna che da bambina sognava di andare con il suo amato all’altare per incontrare Dio. Abbiamo deciso di sposarci in Chiesa perché non vogliamo che il nostro matrimonio sia solo fogli di carta ma pieno legame fatto davanti a Dio. Tutta la cerimonia lo stato d’animo è ben ricordato per tutta la vita. Mi auguro che in cerimonia ci saranno tutti i miei parenti in modo che tutti hanno condiviso la nostra gioia. Il sacramento del matrimonio significa per me opportunità di condividere la mia vita con un’altra persona ed avere figli.

***

14.

Alessio: Ho scelto di sposarmi in chiesa perché provenendo da una famiglia cattolica che mi ha portato verso la chiesa con il battesimo, poi verso la comunione e io poi con il crescere ho fatto la cresima, voglio raggiungere l’ultimo importante tassello della vita e avere la benedizione per il matrimonio perché credo nella famiglia e spero di crearne una di sani valori e principi verso la chiesa. Quindi sposandomi in chiesa spero di ricevere la benedizione e la grazia di Dio per vivere questo sacramento in felicità e serenità.

Tulena: Ho scelto di sposarmi in chiesa per lo stesso motivo per cui ho deciso di confermare il battesimo con il sacramento della cresima a 26 anni passati … perché oggi più che mai sono pienamente cosciente che tutto ha avuto inizio da una “Entità” maggiore che va oltre il nostro essere…

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il matrimonio è una conferma della scelta di vita più personale ed individuale che una persona possa fare … e solo da lì si può vedere se e quanta fede c’è! Credere nel matrimonio è un qualcosa che non si può spiegare con qualche parola, è un sentire, è un bisogno, un’esigenza di conferma, di un completare un qualcosa che era iniziato già dal battesimo. Mi sposo in chiesa perché credo nei valori della famiglia la stessa famiglia che a Natale si riunisce per fare il presepe piuttosto che l’albero e che ti insegna la differenza tra il bene ed il male, il buono e il cattivo… magari queste cose accadono anche in una famiglia che si è sposata al Comune ma per me gli insegnamenti e i valori fondamentali della vita sono i principi con i quali sono cresciuta: i 10 Comandamenti e da lì parte il tutto. Per concludere mi sposo in Chiesa per ricevere la benedizione di Dio, a conferma di una fede che, anche se non praticata, c’è e oggi più che mai mi sento pronta a confermare e a suggellare con cresima e matrimonio.

***

15.

Michele: Perché essendo cristiano ho voluto seguire gli insegnamenti ricevuti dai miei genitori e dalla Chiesa. Per me il sacramento del Matrimonio è l’unione eterna della vita che unisce due persone che si promettono rispetto, amore e che cresceranno una famiglia nella fede cristiana e che la seguiranno nel loro cammino per tutta la vita.

Dahyana: Sono cattolica e credo in Dio, la mia famiglia mi ha educata seguendo dei valori e per me sposarmi in Chiesa è un valore importante, non importa farlo prima o dopo, l’importante è seguire quello che la Chiesa ci ha insegnato. credo nel Sacramento del Matrimonio, è l’unione e la promessa di due persone che decidono di vivere uniti per tutta la vita, costruendo insieme con fede un futuro.

***

16.

Daniele: Ho deciso di sposarmi in Chiesa perché vorrei la benedizione di Dio, vorrei che sia Lui a testimoniare eterna fedeltà alla mia amata. Per me significa credere nell’amore, dimostrarlo, ed essere fedele sempre, come Gesù è fedele alla Chiesa.

Valentina: Abbiamo deciso di sposarci in Chiesa perché vorremmo la benedizione di Dio e perché crediamo in Dio! Il significato del Sacramento del Matrimonio, secondo me, parla di Gesù Cristo che ha l’unione con la Chiesa, e come Lui ha amato fedelmente con amore eterno, anche gli sposi si promettono amore eterno e fedeltà l’un l’altro per sempre.

***

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17.

Massimo: Ho scelto di sposarmi in Chiesa perché essendo religioso e credendo in Dio, vorrei che la mia famiglia avesse una consacrazione e una benedizione, per essere protetta sempre, nel bene e nel male, nei momenti di bisogno.

Sara: Sono cresciuta sfogliando le pagine dell’album delle foto del Matrimonio dei miei genitori e, fin da piccola, ho sempre sognato di sposarmi in Chiesa. È una cerimonia bellissima che regala e mozioni indimenticabili. Spero un giorno di poter far vedere le foto di quei meravigliosi momenti ai miei figli.

credere nel Matrimonio significa credere in quel Sacramento che unisce due persone che si amano e che si sentono così forti da testimoniare la loro unione davanti a Dio.

Fascicolo 2/2011

“Cosa pensate a proposito di una convivenza anticipata rispetto alla celebrazione del matrimonio?”

“Se vivete già in questa condizione, come motivate la vostra scelta?”

1.

Alberto:

Avendo come riferimento i miei genitori che sono sposati da 33 anni, credo nel matrimonio e quindi non sono d’accordo ad una convivenza anticipata in quanto secondo il mio parere e dalle esperienze di qualche conoscente, la convivenza viene scelta per non assumersi delle responsabilità che invece secondo me il matrimonio impone.

Germana :

Sono favorevole ad una convivenza anticipata perché secondo me si arriva alla scelta del matrimonio più consapevoli delle difficoltà che ci sono nella vita quotidiana di una coppia.

***

2.

Alessandro:

Tranne casi particolari (esigenze personali, distanza, etc...) non ritengo che la convivenza anticipata sia utile. Forse ho un’idea “antica” ma credo che se due persone vogliono stare insieme per la vita non sia un problema il fatto di vivere insieme o provare a farlo durante la convivenza. In poche parole sono convinto che la convivenza sia una sorta di prova generale che se

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non è positiva si può tornare indietro, allora dico che se due persone si amano veramente non devono temere nulla.

Danila :

Sono favorevole alla convivenza prima del matrimonio. Potrebbe sembrare un controsenso ma i vari matrimoni dei familiari e amici che ho visto crollare nel corso degli anni mi hanno convinto che, se possibile, una convivenza prematrimoniale sia auspicabile. Questo non significa privare di senso o di significato il matrimonio anzi la convivenza ti dà la possibilità di capire che il matrimonio non è tutto rosa e fiori e amore sempiterno ma il più delle volte è caratterizzato da incomprensioni, problemi e difficoltà che possono essere superate solo se la coppia è effettivamente affiatata ed ha voglia di stare insieme. Altrimenti, se non si possiede la forza ed il coraggio di affrontare tutto e tutti insieme, è meglio lasciar perdere prima di creare danni che poi puntualmente si riverberano su persone che non c’entrano niente.

***

3.

Andrea:

A proposito di convivenza prima del matrimonio sono d’accordo perché così si può conoscere fino in fondo ed in tutti i suoi lati e sfaccettature, la persona che hai scelto per tutta la vita con la quale coronare il matrimonio. Noi già conviviamo, la scelta è stata come tutti i casi per mancanza di fondi e perché dopo tanto tempo si cerca di più in un rapporto. Affrontare i problemi di tutti i giorni ed andare avanti creando così una famigliari rende più responsabile nei confronti della persona che hai vicino.

Caterina :

La convivenza ti permette di conoscere a fondo la persona che hai vicino, secondo me è giusto che, prima di sposarsi, si abbia la possibilità di valutare bene la situazione che si andrà ad affrontare dopo il matrimonio. Devo dire che a me ha aiutato molto la convivenza perché mi ha fatto capire e mi ha dato la conferma che proprio non riesco a vivere senza di lui al mio fianco; ecco secondo me, la convivenza è una prova per confermare l’amore tra due persone. E’ ovvio che avrei affrontato ugualmente il matrimonio senza prima convivere. La nostra scelta di convivere in realtà è stata dovuta al fatto che non potevamo permetterci di sposarci e, dato che comunque erano già otto anni che stavamo insieme, abbiamo deciso che era arrivato il momento di andare avanti con il nostro rapporto.

Se potessi tornare indietro lo farei altre 1000 volte!

***

4.

Cristian:

Io credo che sia utile ma non necessario quando due persone sono fidanzate e vivono ognuno a casa sua è una cosa e quando vivono sotto lo stesso tetto è un’altra per questo è utile ma non necessario quando una persona è sicura dell’amore che prova per l’altra.

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Michela :

Non trovo niente di anomalo in una convivenza prima del matrimonio, anzi può servire a capire molte cose.

***

5.

Fabrizio:

Il matrimonio è una scelta di vita, i sentimenti no. E se i sentimenti sono un’espressione spirituale di intensità tale da essere la prova evidente della Creazione, dovrebbero in qualche maniera essere limitati? Ha senso quindi inibire la manifestazione del più prezioso dei sentimenti prima (o dopo) il matrimonio? Ho sempre ritenuto che la Creazione è in tutto ciò che siamo e si esprime attraverso il nostro relazionarci nei confronti degli altri e in maniera del tutto speciale si esprime attraverso l’Amore. Limitare gli effetti dunque, non significherebbe in un certo senso ostacolare il principio alla base del nostro Credo? Nei secoli, l’umanità ha sempre provato angoscia nei confronti di tutto ciò che è diverso, che pur non danneggiando nessuno appare non “opportunamente”

regolarizzato. E’ una paura primordiale che un po’ abbiamo tutti, sarebbe ipocrita negarlo. Ma è altrettanto ipocrita catalogare ogni situazione senza entrare nel vivo di ogni realtà (in questo caso sentimentale) senza avere la possibilità di provare le medesime emozioni, senza empatia insomma.

Non mi vergogno nel dire che nei periodo più sereni ma soprattutto in quelli più difficili (non sentimentalmente) c’è già stata occasione di una seppur breve convivenza. E sempre, ogni volta, il nostro rapporto ne è uscito più saldo e, con meno esitazioni, più proiettato verso il matrimonio. La convivenza non è un’alternativa al matrimonio e molto spesso è lungi dall’essere soltanto una “prova”.

I sentimenti non si esprimono in modo diverso, più profondo o completo il giorno dopo il matrimonio.

La convivenza semmai può essere percepita come una scelta “incompleta”.Un po’ come la cresima è stata la riconferma di un vincolo spirituale che mi ha accompagnato nei primi anni della mia vita, così la scelta del matrimonio è la riconferma del legame affettivo che per anni ho avuto con la mia ragazza.

Ma non è nella riconferma che ho trovato e troverò ogni giorno le ragioni di ogni mio sentimento nei suoi confronti. Mi piace pensare che la creazione sia testimone e protagonista di ogni relazione sentimentale che glorifichi ogni tipo di espressione affettiva e il frutto di ciò che questa matura negli anni a venire che abbia benedetto e continui a benedire alla stessa maniera ogni giorno dello splendido rapporto che più di undici anni fa ebbe inizio quando gli sguardi di due ragazzini si incrociarono in modo del tutto casuale. O forse non fu affatto un caso. Amare non è mai casuale.

Manuela :

L’Amore che provo per Fabrizio ha un valore assoluto, una verità a prescindere dal fatto che la persona che amo possa essere il mio fidanzato, compagno, marito o convivente. Penso che alla base ci debbano essere per entrambi i casi (matrimonio/convivenza) le condizioni necessarie per una vita insieme: amore, rispetto reciproco, sincerità, etc.

Spesso si rischia che l’uno possa divenire surrogato dell’altro nel senso che si ripiega alla convivenza per motivi economici piuttosto che al matrimonio perché si pensa solo all’aspetto “celebrativo”

esteriore. La decisione del nostro matrimonio è arrivata perché entrambi sentiamo che siamo pronti per questa scelta importante e che ha in sé molti principi in cui crediamo. Gli aspetti del dove, del come etc. sono secondari per noi, il perché invece lo vedo ogni giorno in noi, in quello che siamo dopo aver trascorso molti anni ed esperienze insieme …

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***

6.

Pierangelo:

Non sono contrario alla convivenza ma io e Sara non abbiamo ritenuto necessario di convivere in quanto pensiamo di conoscerci a sufficienza per affrontare direttamente il matrimonio.

Sara:

Io credo che oggi, in generale, la convivenza anticipata al matrimonio sia diventata una scelta di comodo e perciò è molto sottovalutata per quello che effettivamente è, cioè un “matrimonio di fatto”. Personalmente sono quindi contraria alla convivenza a meno che non vi siano delle necessità oggettive per la coppia, come la nascita di un figlio, dei problemi economici o semplicemente logistici (ad esempio connessi con la casa in cui si vive). Io e Pierangelo non abbiamo avuto finora la necessità di andare a convivere e perciò abbiamo deciso di vivere le nostre quotidianità insieme solo dopo il matrimonio.

***

7.

Luca:

Abbiamo fatto una scelta diversa ma ciò non vuol dire che non capiamo ed accettiamo la scelta di chi decide di convivere insieme prima di essere sposati. Non c’è niente di male nel convivere se tale decisione è presa in modo consapevole e con l’obiettivo di seguire un progetto di vita insieme.

Cristiana:

Non ho mai preso in considerazione la convivenza non perché sono contraria ma semplicemente perché ho sempre pensato che il matrimonio sarebbe stato il coronamento della nostra storia. Rispetto chi decide di convivere prima del matrimonio. La voglia di vivere insieme è tanta e spesso la convivenza secondo me è data dalla paura di affrontare un passo così importante come il matrimonio.

***

8.

Marco:

Personalmente non condivido a pieno la scelta di una convivenza anticipata rispetto al matrimonio perché la vedo come una mancanza di fiducia nel rapporto che si sta vivendo. C’è da dire che visti i costi notevoli che sii devono affrontare per organizzare un matrimonio a volte è una scelta obbligata. In conclusione non è una scelta che condanno ma personalmente non la farei perché inutile se si è sicuri di voler bene a duna persona e di voler passare il resto della propria vita con lei.

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Simona:

Non sono contraria alla convivenza prima del matrimonio; vivere insieme aiuta a conoscersi a fondo e a porre le basi per una vita di coppia. Magari chi sceglie di convivere lo fa per motivi economici. Conoscersi bene credo aiuti anche ad arrivare al matrimonio più sicuri e convinti, visto che molto spesso, soprattutto tra i giovani, si fanno scelte un po’ affrettate. Personalmente ho, anzi abbiamo deciso di non convivere, sia per motivi tecnici, in quanto la nostra casa è in fase di ristrutturazione, sia è soprattutto perché non abbiamo paura di vivere ogni istante della nostra vita insieme o di scoprire magari che abbiamo modi diversi di vedere le cose. Abbiamo più o meno le stesse abitudini e desideri, facciamo lo stesso lavoro e soprattutto ci amiamo. Questo credo sia il motivo fondamentale che spinge due persone a desiderare di sposarsi e vivere insieme giorno dopo giorno.

***

9.

Alessandro:

Credo che la convivenza sia necessaria anche prima del matrimonio per testare un periodo di “rodaggio” o conoscenza di quelle cose che con il fidanzamento non si manifestano. Credo però che una convivenza prolungata oltre il periodo di conoscenza e approfondimento, generi poi una certa noncuranza rispetto al matrimonio, e si arriva poi a credere che esso in realtà non serva. Questo è deleterio per lo sviluppo della coppia nella società e nella creazione di una vera famiglia.

Justyna:

Il matrimonio è una cosa troppo importante per me, per pianificare con qualcuno che non conosco troppo , è come sposare uno straniero. Io con mio marito prima che ci siamo sposati, ci ha costretto la mia situazione. Ma adesso lo so che era la decisione giusta, ho conosciuto mio marito bene, so cosa mi posso aspettare da lui e lui anche lo sa che persona sono.

***

10.

Alessio :

Nel mio specifico ho sempre pensato che per coronare il sogno di una bella famiglia ci si debba sposare. Non sono stato mai portato ad una convivenza perché il mio pensiero verso l’unione di due persone è sempre stato quello di dimostrarlo davanti ad un altare davanti allo sguardo del Signore per ricevere anche la sua benedizione. Comunque penso che chi sceglie la convivenza fa una scelta a lui più consona o favorevole per le proprie esigenze o interessi.

Tulena:

La convivenza è solo non avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. E’

l’insicurezza che uno manifesta nei confronti dell’altro. Credo che la convivenza non serva a null’altro che prendere sicurezza e coraggio in se stessi prima e poi nell’altro. Ma non credo che sia una soluzione nel capire se il matrimonio vada a buon fine o meno. Il matrimonio, scegliere di celebrarlo insieme alle persone che ami, è il gesto più alto che due persone possono fare. Rendere partecipi tutti coloro che ami ed allargare la famiglia sia una cosa splendida. La convivenza è un qualcosa che si vive solo in due, così come se finisse e come nessuno ne gioisce, nessuno ne soffrirebbe o avrebbe a che ridire.

(14)

***

11.

Fabrizio:

Io e il mio amore già viviamo insieme da più di un anno … penso che la convivenza è molto importante … è un prematrimonio… che serve a capire al 100% con chi avrai a che fare per tutta la vita

… cosa che con il fidanzamento non potrai mai capire… a noi è andata più che bene, qanzi ha rafforzato al massimo il nostro amore tanto che abbiamo voluto un figlio… e siamo diventati 3! Meglio di così non poteva andare … dopo questo prematrimonio adesso abbiamo deciso di sposarci!.

Dèsirèe:

La mia è una risposta alla seconda domanda. Fortunatamente (e ora motivo il perché) convivo con il mio compagno da più di un anno. La nostra è stata una storia travagliata, una storia “tira e molla” ma con alla base un amore così forte che ha travolto perfino le nostre decisioni. Io tornavo da un’esperienza precedente di convivenza da “single” e no ero più in grado di abitare con i miei… lui lo stesso. E così abbiamo detto: “proviamo!”. Ed è andata bene, così bene che siamo diventati in tre, una famiglia! La convivenza prima del matrimonio aiuta a conoscere l’altro e a conoscere se stessi perché credetemi, un fidanzamento, sebbene lungo, non ha niente a che vedere con una convivenza!

Impari ad amare, a rispettare ed impari soprattutto ad abbassare la testa se serve. Concludo affermando che la convivenza prima del matrimonio è un bene e fa arrivare all’altare più responsabili e maturi.

***

12.

Andrea:

Da bambino quando iniziavo a programmare la mia vita tra i vari obiettivi che mi ponevo da raggiungere avevo incluso pure quello di sposarmi e fare figli. Immaginavo non so perché che avrei detto si alla mia amata intorno ai 22-23 anni. Crescendo poi la vita prende direzioni che quasi mai sono quelle che uno si era programmato nell’infanzia. Si cresce pure dovendo affrontare determinate circostanze e sfruttando delle opportunità. Io non mi sono sposato a 22 anni perché non c’erano le circostanze ma ho avuto l’opportunità di iniziare una convivenza a 28 anni. Io non lo so se in generale la convivenza sia giusta o sbagliata, se sia un bene o un male, so solo che per me è stato splendido e sfido chiunque a togliere qualcosa di splendido dalle pagine della loro vita. Penso che la vita di coppia sia come un grande percorso ad ostacoli, dove solo chi si ama per davvero arriva fino al traguardo da vincitore e se due persone si sposano e si amano tutta la vita credo che quelle due persone meritano un premio grande grande. Credo pure che rispetto a coloro che non hanno convissuto prima del matrimonio io e Moira partiamo in vantaggio e che possiamo tranquillamente ambire a vincere quel premio.

Moira:

La convivenza è la scelta in cui mi trovo da quasi sette anni quando ho incontrato Andrea è stato così naturale decidere di convivere ogni momento insieme, d’altronde erano solo due mesi che eravamo fidanzati, quindi è stato un vero colpo di fulmine. Abbiamo fatto tanti sacrifici soprattutto quando è arrivato nostro figlio ed è stata molto dura, ognuno di noi ha dovuto mettersi in gioco e tirare fuori veramente la parte di noi stessi che non vedi quando sei fidanzato. E lì in mezzo ai problemi

(15)

veri, quelli di ogni giorno che capisci se veramente la persona che hai scelto sa che cosa significa essere una famiglia. In questo mondo pieno di incertezze, la famiglia è una delle poche certezze che abbiamo e se la convivenza può renderci più responsabili nell’affrontare poi il matrimonio, allora è giusto che chi affronta questo passo possa farlo senza timore. Per la chiesa noi viviamo nel peccato perché oltretutto abbiamo un figlio concepito al di fuori del matrimonio ma io non mi sento una peccatrice, in ogni giorno da quando viviamo insieme, ho pensato, vissuto e amato come una famiglia. Certo la convivenza non deve essere una prerogativa ma decisamente può aiutare ad avere le idee chiare riguardo al matrimonio ed io mai come ora sono sicura della scelta che sto facendo.

***

13.

Alessio:

Io sono sempre stato favorevole alla convivenza perché per me vivere insieme non è come vivere ognuno a casa propria ci sono spazi da condividere, problemi da risolvere insieme, sapersi sopportare e superare i litigi. Credo che basterebbe anche una settimana per vedere se si va d’accordo perché in molti casi non si sa cosa vuol dire sposarsi. Poi alla prima difficoltà si divorzia invece la convivenza aiuta a fortificare l’amore se c’è o a farlo finire ma per me se finisce con la convivenza non c’era l’amore forte come dovrebbe essere per chi si sta per sposare.

Eleonora:

Io ho sempre detto che se sarei riuscita a portare mio marito all’altare e farmi una famiglia e ci sto riuscendo e posso dire che la convivenza molte persone la prendono con superficialità mentre il matrimonio è una cosa importante è l’unione di due persone davanti a Dio.

***

14.

Daniele

: Della convivenza anticipata penso in positivo, avendola provata anche io ho scoperto profondi sentimenti e sicurezza per affrontare l’unione a vita.

Valentina:

Io penso che il Matrimonio sia una cosa importantissima, quindi prima di essere sicuri di quello che si fa bisogna pensarci bene, davanti alla Chiesa è un impegno e se non si è sicuri al 100%

è preferibile pensare prima alla convivenza e poi al Matrimonio. Noi viviamo insieme da due anni e mezzo, se tornassi indietro farei sicuramente il Matrimonio perché non pensavo potesse essere così bello andare d’accordo con la persona che ami e che ti ama, e sposarci è stato sempre il nostro sogno.

***

15.

(16)

Michele

: Secondo il mio punto di vista, la convivenza è una cosa molto giusta e da provare perché aiuta a conoscere meglio chi hai vicino, se si è fatti l’uno per l’altro, per crescere insieme e formare una famiglia. anche se la Chiesa non è favorevole alla convivenza. È un’esperienza significativa e molto importante che mi ha aiutato moltissimo e mi ha portato alla scelta di ricevere il Sacramento del Matrimonio in modo più sicuro, convinto di aver scelto la persona giusta della mia vita con cui creare e crescere la mia famiglia.

Dahyana

: Per me la convivenza è sempre stata un punto su cui doverci pensare perché ho sempre pensato che è un modo per conoscere meglio la persona che si ha accanto e, appunto per questo, insieme al mio compagno abbiamo deciso di completare la nostra unione con il Sacramento del Matrimonio, più sicuri e convinti di affrontare il nostro percorso insieme.

***

16.

Massimo

: Penso che ognuno sia libero di scegliere come attraversare il proprio percorso, dato che Gesù ci ha resi sani e liberi di fare qualsiasi scelta e di conseguenza anche quella del Matrimonio. Penso che qualsiasi scelta faccia la coppia la fede nei riguardi di Gesù, Dio e la Chiesa resterà sempre la stessa.

Sara

: Sono contraria perché sposarsi vuol dire amare una persona e avere voglia di condividere con lei la vita futura senza avere paura dei problemi che sicuramente incontreranno. Pertanto voler convivere prima di sposarsi per “provare” se effettivamente l’unione è forte mi sembra di partire in svantaggio, con il presentimento che qualcosa non potrebbe andare per il verso giusto. Se si vuole bene ad una persona bisogna crederci fino in fondo, senza cercare soluzioni di comodo.

Fascicolo 3/2011

“La Chiesa è per l’indissolubilità del matrimonio. Nelle vostre intenzioni è

presente l’idea di un eventuale divorzio se per caso si dovessero verificare

determinati fatti? O lo escludete perentoriamente? Cosa pensate del divorzio

in genere?”

(17)

1.

Alberto:

Credendo nel matrimonio non credo di conseguenza al divorzio anche se nel rapporto di coppia ci sono mille difficoltà, però personalmente a meno che non ci siano situazioni estreme che portano alla rottura del vero rapporto prendere una decisione così definitiva sia la cosa migliore.

Germana :

Premesso che credo nel matrimonio penso che il divorzio possa accadere in qualsiasi coppia, bisogna sempre considerare i motivi di questa difficile decisione. Quindi, non escludo a priori il divorzio perché la vita di coppia è piena di ostacoli e magari non tutti hanno la volontà e la forza di superarli con la persona che si ha accanto.

***

2.

Alessandro:

Ritengo che se due persone decidono di sposarsi è perché credono nella loro unione per tutta la vita. Per questo credo che il divorzio sia una soluzione del tutto remota e alla quale non credo che arriveremo. In linea di principio però lo escludo perché penso che l’amore quello vero possa durare tutta la vita e aiuti a superare tutte le difficoltà che possono crearsi.

Danila :

E’una domanda a cui trovo difficoltà a rispondere. Un’enorme difficoltà. Devo premettere che inizialmente, pur amando tantissimo Alessandro, non ero intenzionata a sposarmi ma volevo fortemente andare a convivere con lui. Questo perché il matrimonio mi terrorizzava. Mi terrorizzava la cerimonia, i preparativi, le famiglie e perfino indossare l’abito da sposa. La mia paura nasceva proprio dal fatto che ho vissuto in prima persona il divorzio dei miei genitori, l’ho vissuto quando ero molto piccola con tutte le sofferenze, le difficoltà e le paure che questo ha comportato e con l’innocenza di chi non capiva che cosa le stesse succedendo intorno. Un’esperienza che mi ha ferita, per la cattiveria e la malignità che ha accompagnato questa situazione, tanto da determinare e formare il mio carattere ed il mio modo di vedere la vita in modo incisivo. Il divorzio può essere la conseguenza di un matrimonio, per cui io pensavo, niente matrimonio, niente possibilità di divorzio.

Rifiuto l’idea di un divorzio. Rifiuto l’idea di far passare ai miei figli e a chi mi sta vicino quello che abbiamo subìto io e mia madre. Per questo fin da piccola mi sono sempre ripromessa che se e quando mi sarei sposata, non lo avrei fatto per capriccio o con superficialità ma perché ero assolutamente certa dei miei sentimenti e della persona che avevo al mio fianco, in modo da non dover mai correre il rischio anche solo di pensare al divorzio. Il divorzio non è di per sé un istituto negativo perché ci sono delle situazioni estreme in cui non vi sono altre soluzioni, però oggigiorno ha perso il significato suo proprio, soprattutto per la facilità con cui si ricorre ad esso. E’ la soluzione più semplice e veloce per molte persone per affrontare i problemi che ogni giorno mettono alla prova il matrimonio. Ho sentito affermazioni scioccanti uscire dalla bocca di persone in procinto di sposarsi, tipo: ”Provo, tanto se non va bene, poi c’è il divorzio”. Non funziona così. Così non va bene. Il matrimonio oltre ad essere un atto di amore profondo tra due persone è altresì un atto di assunzione di responsabilità nei confronti dell’altro, delle proprie famiglie, della comunità e soprattutto davanti a Dio. Un impegno che può

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onorare soltanto chi si dà completamente all’altro e guarda al di là dei propri limiti, delle difficoltà, della sofferenza e delle perizie che quotidianamente mettono il matrimonio a dura prova. Partire con il presupposto di un possibile e futuro scioglimento non è certo un buon inizio. Alessandro la pensa e la vive diversamente, questo perché oltre a non aver mai affrontato in famiglia una situazione del genere è fortunato perché per la sua famiglia e le persone che frequenta pronunciare la parola divorzio equivale a bestemmiare, figuriamoci a metterne in pratica uno. Ed è stato proprio lui che mi ha fatto cambiare idea. Lui, pur comprendendo i miei trascorsi non si è fatto impaurire e mi ha sempre detto che stare insieme o lasciarsi non dipendeva da nessun’altro se non da noi due e per questo non dovevo temere nulla. Oggi, pur non dimenticando il passato, ho una grande fiducia nel futuro, nel mio futuro con Alessandro e so che farò di tutto per mantenere vivo e forte il nostro matrimonio anche perché sono convinta che lui farà lo stesso, senza però illudermi che andrà sempre tutto bene perché la vita non è una favola e non si può mai sapere che cosa ti riserva.

***

3.

Andrea:

Secondo me due persone che si sposano dovrebbero sapere che non è un gioco. Comunque il divorzio lo escluderei subito perché se si coltiva bene il matrimonio non si dovrebbe verificare nessuna situazione che lo metta a rischio. Io penso del divorzio che lo si usi troppo spesso solo per scappare da situazioni e problemi fastidiosi. Ammetto il divorzio solo in una coppia dove uno dei due tradisca in modo scorretto il proprio partner.

Caterina :

Purtroppo sto vivendo questa situazione nella mia famiglia. Da figlia dico che non è una cosa facile ma rispetto quelle che sono le decisioni che sono state prese. Riguardo il divorzio in genere sono dell’idea che due persone che si sposano hanno alla base dell’unione un amore consolidato e profondo. I problemi che potrebbero contaminare un rapporto credo che siano legati al fatto che non ci sia vero amore dal principio. Quando non si riescono a superare anche le piccole incomprensioni significa che non c’è un legame profondo. Purtroppo molte persone non prendono il matrimonio come una cosa sacra e indissolubile ma come una situazione che, se non va, è reversibile. Da qui la leggerezza con cui si affronta il matrimonio. La mia convinzione è che in ogni rapporto è fondamentale il dialogo che ti permette di conoscere la persona che hai vicino e di farti conoscere. In conclusione non c’è nelle mie intenzioni l’idea di un divorzio confidando nel fatto di continuare a seguire la linea del dialogo e, di conseguenza, di non trovarmi in situazioni che hanno come unica soluzione la fine del matrimonio.

***

4.

Cristian:

____________________________________________________________________.

Michela :

___________________________________________________________________.

(19)

***

5.

Fabrizio:

E’ decisamente difficile rispondere a una domanda che ne pone tante altre. Perché si dovrebbe prendere in considerazione l’idea di un eventuale divorzio? Cosa dovrebbe venir meno nel rapporto con la mia ragazza dopo quasi 12 anni di emozioni, momenti difficili, vita e battaglie quotidiane sostenute insieme? Decisamente difficile se non addirittura impossibile immaginare una risoluzione così drastica in un momento così sereno, forse persino deleterio per l’umore impersonificarsi in una tale circostanza. Purtroppo, per come la vedo oggi, il divorzio è un fallimento, sotto ogni profilo lo si voglia considerare. E’ innanzitutto il fallimento del matrimonio, non considerato come una bigotta e impassibile istituzione, quanto piuttosto come l’incontro degli animi e del volere di due persone. Probabilmente la prima conseguenza del divorzio è una scelta di vita non così ponderata in fondo, causa forse la presenza di un “tarlo sentimentale” già presente al momento della scelta stessa. Mi riesce difficile credere che i sentimenti col tempo siano evanescenti. I sentimenti non svaniscono, cambiano forse: come l’infatuazione iniziale che con il tempo diventa Amore, rispetto, empatia. Eppure, se questi vengono meno a un componente della coppia, è giusto continuare a tenerlo in ostaggio di un affetto non corrisposto? E nel caso capiti ad entrambi che senso ha continuare una vita di coppia tra due persone che a stento si sopportano? Può alla lunga portare a qualcosa di buono? Domande… Diverso e più triste ancora è il caso in cui oltre ai sentimenti viene meno il riguardo per l’altro o per l’altra, una mancanza che può manifestarsi in diverse maniere e nei casi più gravi con la violenza. E’ il fallimento totale di tutti i principi alla base del Cristianesimo: il rispetto per gli altri.

D’accordo, “porgere l’altra guancia”, e sia, ma può risultare difficile porgere un’altra vita (anche in senso non figurato). Drasticamente parlando, perché il suicidio deve essere considerato una totale mancanza di rispetto verso il dono della vita e il rischio forzato di viverla nel peggiore dei modi ogni giorno non dovrebbe esserlo? Domande… e contraddizioni. Personalmente non mi permetto di giudicare il divorzio in modo “soggettivo” senza valutare caso per caso, nessuno dovrebbe avere il diritto di farlo. Così pure l’indissolubilità del matrimonio dovrebbe essere riconsiderata in funzione dell’indissolubilità dei presupposti spirituali che hanno portato al matrimonio stesso. Se i presupposti tristemente vengono meno, il “vincolo” è poi ancora così sacro e spirituale? Per quanto mi riguarda, oggi non ho risposte o percezioni sul futuro. Solo domande e una certezza: che da parte mia cercherò di non far mai mancare rispetto, sostegno sentimenti e Amore alla mia futura moglie e con questi presupposti mi avvio al matrimonio. Finchè “morte non ci separi”. Ah, a proposito: è lecito invece che la morte ci separi? E non mi riferisco solo a questa vita….

Manuela :

“E’ giusto dividere ciò che Dio ha unito”? Se in Dio si riconosce il sentimento, il principio che è l’Amore che si prova nei confronti della persona che si è decisa di sposare, allora mi sento di rispondere in maniera ferma e convinta di no: non è giusto dividere due persone che si amano.

Quando si decide di affrontare una scelta importante quale il matrimonio si è piacevolmente consapevoli che tale unione sia eterna. Se Fabrizio ed io abbiamo deciso di sposarci è perché crediamo nel nostro Amore e crediamo anche che tale Sentimento sia eterno, addirittura oltre la clausola liturgica “Finchè morte non vi separi”. In quasi 12 anni che stiamo insieme è normale che si sia affrontato l’argomento del divorzio anche solo come elemento su cui riflettere in quanto fatto sociale

… In generale credo che se due persone decidono liberamente di unirsi per sempre e quindi di sposarsi, possano al tempo stesso essere liberi di decidere nella rottura della loro unione, se alla base manca

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l’Amore, il rispetto, il volere stare insieme e la volontà di condividere tutto del rispettivo marito o della rispettiva moglie. Credo anche che non si possa costringere a provare Amore verso una persona e che il matrimonio non può e non debba essere una costrizione. Sempre in generale, penso che il divorzio in quanto fatto sociale sia rilevante per molti “matrimoni difficili” in cui all’Amore si sostituisce invece l’Odio, la Violenza. In quest’ultimo caso particolare credo fermamente che la Dignità e la Libertà di ogni individuo prevalgano e debbano prevalere su un sacramento, il quale in assenza di ogni principio umano – prima ancora che religioso – diventa in tal caso inevitabilmente nullo.

***

6.

Pierangelo:

Credo che prima di compiere un passo così importante come il matrimonio bisognerebbe pensare seriamente a tante situazioni che potrebbero verificarsi nel bene o nel male.

Pertanto, solo dopo una sincera valutazione di tutte queste circostanze si può pensare di sposare una persona che abbia la stessa concezione del matrimonio. L’indissolubilità di tale sacramento è certamente un principio di base necessario per la stabilità della futura famiglia. E’ innegabile però che in presenza di alcuni fatti (come in caso di infedeltà o di atti di violenza) sia estremamente difficile mantenere saldo il rapporto di coppia perciò sia quasi indispensabile ricorrere al divorzio. Penso quindi che solo mediante altri fattori, come il reciproco rispetto e la fedeltà, sia possibile mantenere indissolubile l’unione del matrimonio.

Sara:

L’unione di un uomo e di una donna attraverso un rito è uno dei pochi elementi che accomunano tutte le civiltà di ogni tempo. Questo perché “l’ufficializzazione” dell’unione permette di sviluppare quella sicurezza che serve alle coppie per formare una famiglia. E’ chiaro che se una coppia decide di sposarsi in Chiesa, sarà senz’altro d’accordo con l’idea di indissolubilità del matrimonio poiché rappresenta il migliore presupposto per iniziare insieme un nuovo cammino. Tuttavia, anche se ciò è presente nelle intenzioni pre-matrimoniali, non significa che poi la coppia riuscirà davvero a tenerne fede in quanto non si conoscono tutte le situazioni che possono verificarsi nel corso della vita.

Proprio per questo motivo, non sento di criticare l’istituzione del divorzio, anche se mi auguro di non doverlo mai affrontare. Personalmente posso dire che non ho in mente già determinati fatti che, se dovessero accadere, mi porterebbero a chiedere subito il divorzio poichè credo che bisognerebbe sempre valutare le circostanze dell’evenienza e cercare di capire il fatto nello specifico prima di prendere una decisione così importante.

***

7.

Luca:

Sicuramente non ho mai pensato all’eventualità di un divorzio, sono convinto della scelta che ho fatto e che con amore e volontà i momenti difficili possono essere superati senza per forza una separazione. La migliore cura per i problemi è il dialogo, la comprensione, il buon senso. Mi sposo perché credo nel matrimonio e nella persona che amo.

(21)

Cristiana:

Credo che oggi si prenda troppo alla leggera sia il matrimonio sia il divorzio e soprattutto non si riesce a dare la giusta importanza alla promessa fatta di fronte a Dio nel giorno del matrimonio.

Una promessa difficile da mantenere solo se non si ama profondamente l’altra persona. Molte situazioni e molti problemi della vita quotidiana possono rendere difficile la vita di coppia ma la cosa più bella è ceercare di superare le difficoltà insieme con amore e rispetto. Il divorzio forse è la strada più semplice da seguire ma non sempre la più giusta. Il divorzio rappresenta solo la fine del matrimonio civile; ho scelto di sposare in chiesa perché credo nel matrimonio, perché amo profondamente Luca ed il mio amore per lui è indissolubile, non sarà mai un divorzio (che non vorrei mai affrontare) a cancellare il mio amore per lui.

***

8.

Marco:

No assolutamente no, neanche il pensiero di un eventuale divorzio mi ha mai sfiorato perché sono convinto al cento per cento della scelta che stiamo portando avanti cioè vivere insieme per sempre. Sinceramente non condivido personalmente questa scelta ma avendo avuto in famiglia un divorzio per cause davvero serie non condanno chi per necessità si trova ad affrontare questa scelta dolorosa che segna comunque per tutta la vita ancor di più se vengono coinvolti figli.

Simona:

Nessuno può sapere cosa succederà in futuro e ciascuno di noi spera sempre di non trovarsi mai in una situazione simile. Purtroppo oggigiorno il divorzio sembra essere diventata l’unica via d’uscita ad un rapporto giunto ormai al termine e questo credo perché non si ha più il tempo di parlare veramente e molto spesso il dialogo passa in secondo piano come se magari i problemi si possano in qualche modo risolvere da soli. Non credo di poter mai accettare un divorzio a meno che non accadano fatti talmente gravi da non lasciare altra scelta. Penso che se in un rapporto ci sono amore, fiducia e rispetto e non per ultimo il dialogo si possano superare le difficoltà della vita di coppia e della convivenza.

***

9.

Alessandro:

_________________________________________________________________.

Justyna:

____________________________________________________________________.

***

(22)

10.

Alessio :

Io penso che nel momento in cui si prende la decisione di coronare il sogno più bello della propria vita sposandosi non si possa pensare ad un eventuale divorzio perché in quel giorno si fanno delle promesse davanti alla persona amata e nella casa del Signore. Spero che nella mia vita non si manifesti mai un eventuale discorso perché sono una persona che cerca sempre di creare pace e chiarimenti in qualsiasi momento e penso sempre che il dialogo sia sempre la miglior cosa da fare. Il divorzio penso che sia il culmine di un rapporto che non sia mai stato basato su dei principi ben stabiliti all’inizio di un rapporto tra le due persone.

Tulena:

No, non mi sposo con la prospettiva che se un giorno dovrebbero presentarsi dei problemi avrei come soluzione il divorzio! Il divorzio è solo il fallimento totale della vita di una persona … non ne parliamo se poi ci sono di mezzo dei figli. Certo chi sposa nella prospettiva che la vita sia tutta rose e fiori o è un grande stupido o è un gran romanziere! La vita non è facile ma in due puoi soltanto affrontarla meglio! Il divorzio non è la soluzione ma è solo ripiegare a proprio comodo una situazione che non si ha più voglia di sostenere. Io mi sposo con la prospettiva di passare tutta la mia vita al fianco della persona che amo. Nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia finché morte non ci separi.

***

11.

Fabrizio:

___________________________________________________________________.

Dèsirèe:

___________________________________________________________________.

***

12.

Andrea:

Divorzio è una parola brutta. E’la fine dell’amore, del rispetto, della famiglia, dei sogni e dei progetti che due persone si erano posti. Colpa di lui? Colpa di lei? Colpa di tutti e due? Di chiunque sia la colpa il divorzio è il fallimento del progetto ambizioso del matrimonio. Se ci sono le giuste motivazioni credo che il divorzio sia imprescindibile ma spero che a me non tocchi mai.

Moira:

Sono cresciuta in una famiglia cristiana dove la parola divorzio è ancora sinonimo della fine di un cammino intrapreso insieme. Oggi si prende troppo alla leggera il divorzio ed alcuni lo intraprendono per semplice incomprensione o per mancanza di volontà nell’impegnarsi e far si che la famiglia funzioni. Non bisogna pensare che il matrimonio sia solo una via d’uscita ad una situazione familiare troppo oppressiva o un ripiego ai troppi anni passati insieme perché allora diventa quasi inevitabile ricorrere alla separazione proprio per incompatibilità. Sicuramente non sono per il divorzio ma penso che uno dei due ha smesso di amare ed ha smesso di considerare la famiglia come un rifugio caldo e rassicurante dove stare allora ha bisogno di aiuto per capire veramente se è ancora pronto a

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far fede alla sua promessa e se dopotutto la sua risposta è ancora no allora è all’inizio del suo cammino che aveva già intrapreso la strada sbagliata.

***

13.

Alessio:

Io purtroppo sono già passato a sperimentare il divorzio e posso dire che quando succede è una cosa bruttissima da superare perché per me è come se la mia vita è stata un fallimento sia come marito che come padre ma quando non ci sono caratteri compatibili tra i due è il male minore specialmente se si hanno figli perché soffrono di più vedere i genitori litigare che lontani. Adesso non ci voglio neanche pensare ad un secondo divorzio perché è stata sempre un’esperienza anche se negativa perché ti aiuta a non commettere gli stessi errori fatti in precedenza.

Eleonora:

Durante il nostro fidanzamento di scontri e litigi ce ne sono stati molti ma alla fine parlando e ragionando con calma se l’amore c’è veramente, si riescono a capire i difetti dell’uno e dell’altro ovviamente non è facile affrontare una vita matrimoniale ma spero di non arrivare mai al divorzio.

***

14.

Gianfranco

: Al divorzio? Non ci aveva mai pensato prima di questa domanda! Rispondo a questo quesito in un corso prematrimoniale! Se avessi pensato a questa cosa non lo avrei mai iniziato. Il divorzio? E’ il risolvere un problema se il matrimonio è il matrimonio e non sono contrario. Penso anche che una persona divorziata è una persona che ha sofferto forse più di altre e non ritengo che debba portare il peso del marchio che la Chiesa e la società le imprime, con tutti i divieti e le discriminazioni che conosciamo.

Romina

: Partendo dal presupposto che ho sempre creduto nella possibilità di poter costruire un amore che durasse nel tempo, che avendo avuto la fortuna di conoscere coppie non scalfite dal passare degli anni ma anzi più complici ed avendo assistito a scenate di gelosia di coppie di ottantenni con i capelli bianchi, immaginando il mio futuro ho sempre rifuggito l’eventualità di una separazione e di un successivo divorzio, “invidiando” quegli stessi vecchietti. Conoscendomi non riuscirei ad accettare l’idea di un fallimento così grande, se dipendesse da me sarei divorata dai sensi di colpa e se dovessi subire tale scelta, non sarei sicuramente in grado di superare l’abbandono. Ma nonostante queste premesse, oggi sono più realista di qualche anno fa e forse anche più disillusa e non posso negare in modo assoluto tale eventualità come non posso non riconoscere il valore di tale istituto che ha rappresentato per la nostra società una conquista, soprattutto per tante donne che anche attraverso questo strumento, hanno progressivamente ottenuto il riconoscimento della loro

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autonomia e libertà. Non ho mai giudicato chi ha scelto di porre fine alla propria unione, posso provare solo rispetto per il dolore che vive chi viene a trovarsi in questa situazione ma, nello stesso tempo, sono spaventata dalla facilità con cui a volte ci si arrende, dalla superficialità con cui non si tenta l’impossibile e con cui, invece, si getta la spugna e con essa la fiducia, il rispetto e le promesse.

***

15.

Daniele

: Non penso al divorzio, se pensassi a questo sicuramente non mi sposerei. Sicuramente ci saranno dei piccoli sbagli nella vita, saper perdonare come fa Gesù con tutti i peccatori.

Valentina

: Nella mia idea non esiste il divorzio, se ci si rispetta e si va d’accordo non esiste né divorzio né l’idea di eventuali divorzi. Il divorzio, secondo me, si fa quando una persona non si è sentita sicura al momento del Matrimonio, o hanno fatto le cose di fretta perché è una cosa importante e se le cose si fanno con il cervello non serve nessun divorzio.

***

16.

Michele

: Anche per me il Matrimonio deve essere indissolubile altrimenti meglio non farlo. Il divorzio è una cosa a cui non penso altrimenti non mi sposerei. I divorzi avvengono a causa di tradimento, maltrattamenti e perdita d’amore però prima di affrontare questo passo bisognerebbe pensare, sempre, prima ai figli che sono quelli che ne soffrono di più.

Dahyana

: Purtroppo esiste anche questo, preferisco non pensarci, vorrei vivere nei migliori dei modi la mia vita insieme alla persona che ho deciso di avere al mio fianco per tutta la vita e con lui continuare a formare una famiglia.

***

17.

Massimo

: Sinceramente non penso proprio al divorzio, e adesso come adesso lo escludo proprio, ma non escludo che possa capitare, se si dovesse verificare, spero di no, spero che io e Sara ci metteremo d’impegno nell’affrontare anche tale momento. L’unica cosa che mi viene in mente ora del divorzio è che non ci dovrebbe essere, però il principale elemento del Matrimonio è l’amore e se non c’è più allora forse è l’unica soluzione.

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