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Monitoraggio Media. Martedì 07 aprile SIFA srl - Via G. Mameli, MILANO

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Monitoraggio Media

SIFA srl - Via G. Mameli, 11 – 20129 MILANO +390243990431

Martedì 07 aprile 2020

(2)

N. Data Pag Testata Articolo Argomento 1 07/04/2020 21,22 IL GAZZETTINO DI PORDENONE LA CURA FUNZIONA, IL VIRUS ORA FRENA SANITÀ LOCALE 2 07/04/2020 23 IL GAZZETTINO DI PORDENONE NUOVA SPERIMENTAZIONE AL SANTA MARIA DEGLI ANGELI IL FARMACO È CONTRO L'ARTRITE SANITÀ LOCALE 3 07/04/2020 25 IL GAZZETTINO DI PORDENONE PRONTO SOCCORSO, IMMERSI NEL CUORE DELL'EMERGENZA SANITÀ LOCALE 4 07/04/2020 25 IL GAZZETTINO DI PORDENONE TEST RAPIDI SOSPESI, MANCA IL COORDINAMENTO PUBBLICO-PRIVATO SANITÀ LOCALE 5 07/04/2020 21,22,23IL GAZZETTINO DI UDINE IL VIRUS ORA ALLENTA LA SUA MORSA SANITÀ LOCALE 6 07/04/2020 23 IL GAZZETTINO DI UDINE "INFODEMIA, TROPPI CLIC SUI SOCIAL E CARENZA DI COMUNICAZIONE" SANITÀ LOCALE 7 07/04/2020 1,2 IL PICCOLO CASE DI RIPOSO, È INCUBO FOCOLAI LA REGIONE: TAMPONI A TAPPETO SANITÀ LOCALE 8 07/04/2020 2 IL PICCOLO LA RICERCA SVELA ZIKA E DENGUE L'IPOTESI DEL BIS SUL COVID-19 SANITÀ LOCALE 9 07/04/2020 3 IL PICCOLO IL CONTAGIO RALLENTA LA SUA CORSA CALANO INFETTI E RICOVERI GRAVI SANITÀ LOCALE 10 07/04/2020 7 IL PICCOLO "PORTE CHIUSE E CORRIDOI DESERTI LA SOLITUDINE È ENTRATA IN CORSIA" SANITÀ LOCALE 11 07/04/2020 32 IL PICCOLO ED. GORIZIA VIDEO LETTURE PER I BIMBI E PRESTITO DIGITALE IN BIBLIOTECA A ROMANS SANITÀ LOCALE

12 07/04/2020 1,3 MESSAGGERO VENETO PIANO SALVA ANZIANI SANITÀ LOCALE

13 07/04/2020 4 MESSAGGERO VENETO VIA GLI OSPITI DALLE PICCOLE CASE DI RIPOSO SANITÀ LOCALE 14 07/04/2020 7 MESSAGGERO VENETO QUATTRO NUOVI DECESSI ANCORA MENO CONTAGI E RICOVERI IN INTENSIVA SANITÀ LOCALE 15 07/04/2020 8,9 MESSAGGERO VENETO POSITIVI ANCORA IN CALO LA CURVA RALLENTA TERAPIE INTENSIVE SEMPRE MENO INTASATE SANITÀ LOCALE

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La cura funziona, il virus ora frena

`Una delle vittime era di Sacile che nel numero dei decessi

`Ieri in regione si è registrato il numero più basso in assoluto

di contagiati, non accadeva da settimane. Da registrare 4 morti ora supera Pordenone. Liberati metà letti in terapia intensiva

È decisamente presto per canta­

re vittoria, ma la giornata di ieri ha ridato speranza. Anzi, sono in molti tra gli esperti a ritenere che potrebbe essere lo spartiac­

que. Il perchè è presto spiegato:

la stretta sui contatti sta dando i risultati sperati visto che ieri si è registrato il numero più basso in assoluto di contagi in regio­

ne. Non accadeva da settimane che fossero solo 55. Restano da registrare 4 morti (uno a Sacile che nel conto complessivo dei decessi supera Pordenone), ma anche questo è un numero in de­

cisa flessione. Di più: si sono li­

berati metà letti nelle terapie in­

tensive.

Da pagina II a pagina VII

La guerra al contagio

Il virus molla la presa La frenata dei contagi

`La stretta inizia a dare risultati: ieri solo 55 malati, il numero più basso

da alcune settimane. Calano anche i morti: quattro di cui uno a Sacile

LA SITUAZIONE

PORDENONE Sino a ieri il triste pri­

mato del maggior numero di vit­

time causate dal Coronavirus in provincia ce l'aveva il capoluo­

go. Ieri invece Sacile ha raggiun­

to la città, salendo a quota cin­

que morti dall'inizio dell'emer­

genza. Nel reparto di Terapia in­

tensiva dell'ospedale Santa Ma­

ria della Misericordia di Udine si è spento infatti Luciano Preva­

rin, classe 1940. Da qualche gior­

no le sue condizioni si erano ag­

gravate. Prevarin abitava nella

zona a sud di Sacile. Si tratta del­

la ventisettesima vittima del Co­

ronavirus della provincia di Por­

denone, in una giornata che ha fatto segnare altri tre decessi in regione, per un totale di 163 per­

sone che hanno perso la vita dall'inizio dell'emergenza.

L'ANDAMENTO

Date: 07.04.2020 Page: 21,22

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Ma quella di ieri è stata una giornata marcatamente positiva per molti altri aspetti. E parago­

nando i dati delle ultime tre setti­

mane, si può tranquillamente parlare delle 24 ore migliori da quando il contagio da Coronavi­

rus ha causato la chiusura quasi totale anche del Friuli Venezia Giulia. Se quella degli scorsi giorni era la luce in fondo al tun­

nel, quello di ieri assomiglia in­

vece molto di più a un bagliore di speranza. Ma forse anche a qualcosa di più concreto. Si par­

ta dal dato più importante di tut­

ti, perché questa è prima di tutto un'emergenza interna al siste­

ma sanitario. Ieri in Fvg altre quattro persone hanno lasciato i reparti di Terapia intensiva, che ora contano 46 letti occupati sui quasi 100 disponibili. Siamo arri­

vati al 50 per cento di spazi di­

sponibili, quindi a un'ossigena­

zione del sistema dei ricoveri che permette di gestire la situa­

zione senza affanno.

I CONTAGI

Positivo anche il dato del con­

tagio: i nuovi malati ieri sono stati 55, il dato più basso da mol­

ti giorni a questa parte, con una concentrazione più alta nella

provincia di Trieste e nelle strut­

ture per l'assistenza agli anzia­

ni. Ma c'è un altro dato che inco­

raggia: i tamponi effettuati nell'arco di una giornata sono stati 1146: significa che ormai si trova un malato ogni venti test.

E ancora, i guariti sono 273, mentre i clinicamente guariti (persone senza più sintomi ma non ancora negativi al tampone) sono 276. In definitiva, il virus in Fvg si sta diradando, anche se non è il momento di abbandona­

re le armi. Le persone che sono state contagiate dall'inizio dell'emergenza sono 2.103, ma quelle attualmente positive so­

no scese a 1.558.

LA CONFERMA

"I protocolli operativi e i mo­

delli d'azione sviluppati in Fvg dall'inizio della crisi saranno trasmessi all'Istituto superiore di sanità e contribuiranno all'ag­

giornamento delle procedure nazionali". Lo ha confermato il vicepresidente della Regione, Riccardo Riccardi, al termine della riunione odierna con i rap­

presentanti del ministero della Salute, durante la quale è stato sottolineato che il Friuli Venezia Giulia è tra le regioni migliori

sia per numero di contagi rispet­

to alla popolazione complessiva sia per il numero di decessi. "I dati analizzati dimostrano la fondatezza della scelta di

adottare provvedimenti come la chiusura delle scuole ancora prima che ci fossero casi confer­

mati, a cui si associa il forte po­

tenziamento, con risorse regio­

nali, dei posti letto in Terapia in­

tensiva ­ ha detto Riccardi ­. Ora dobbiamo tenere duro e affron­

tare le problematiche connesse alle residenze per anziani, favo­

rendo la strutturazione di una rete territoriale che dia risposte concrete alle problematiche del­

le persone più fragili".

IN PROVINCIA

In provincia di Pordenone le persone risultate positive nelle ultime 24 ore sono solo sette, tra cui un'anziana di San Quirino (già ricoverata in ospedale) e un altro ospite della casa di riposo di Castions di Zoppola. Cala, gra­

zie ai nove guariti in più, il nu­

mero dei pazienti attualmente positivi al Covid 19: sono 431 con­

tro i 437 di domenica. Sono nove anche le persone che hanno la­

sciato gli ospedali. L'ultima, fon­

damentale, buona notizia.

Marco Agrusti

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I FARMACI

Nuova sperimentazione

al Santa Maria degli Angeli Il farmaco è contro l'artrite

PORDENONE Mentre a Udine è in

corso la sperimentazione della terapia all'ozono, che ha ottenu­

to risultati incoraggianti nelle prime applicazioni pratiche, a Pordenone arriva il farmaco an­

ti­artrite utilizzato per la prima volta all'istituto Pascale di Napo­

li. E anche al Santa Maria degli Angeli si dichiara guerra con al­

tri mezzi al Coronavirus. La con­

ferma ufficiale del via ai tratta­

menti arriva direttamente dalla direzione dell'assistenza farma­

ceutica dell'Azienda sanitaria pordenonese. Il farmaco si chia­

ma Tocilizumab e solitamente veniva usato contro gli effetti dell'artrite reumatoide. Non agi­

sce tecnicamente contro il vi­

rus, cioè non è un antivirale, ma può interrompere o sciogliere la catena di eventi negativi provo­

cati dal virus stesso, in primis la polmonite. Il fenomeno infiam­

matorio, responsabile della gran parte dei decessi da Co­

vid­19, verrebbe limitato dall'uso del farmaco sbarcato a Pordenone.

`Per ora sono due i pazienti sottoposti alla somministrazione

Entrambi erano stati ricoverati nei giorni scorsi in condizioni serie

GLI EFFETTI

La sperimentazione al Santa Maria degli Angeli è appena par­

tita, e le prime dosi sono state somministrate a due pazienti, uno dei quali però presentava un quadro clinico già compro­

messo. Il secondo è quello su cui si concentrano ora gli studi, e fortunatamente anche i risultati incoraggianti. Si tratta di una persona in gravi condizioni, che dopo la somministrazione del farmaco anti­artrite ha mostra­

to di reagire bene alla nuova te­

rapia. Per fare chiarezza, non si tratta ancora di un'evidenza sta­

tistica, perché la sperimentazio­

ne riguarda di fatto un solo pa­

ziente. Ma il risultati ottenuti in via Montereale sono incorag­

gianti. E ora è pronto un secon­

do protocollo che riguarda lo stesso farmaco anti­artrite, che potrà essere usato non solo per il trattamento dei pazienti in gravissime condizioni, ma an­

che per lenire e aggredire in an­

ticipo i sintomi di chi ancora non necessita delle cure intensi­

ve.

LE SCORTE

Le prime scorte importanti del prodotto sono arrivate in ospedale ieri. Per quanto riguar­

da le altre terapie che vengono utilizzate a Pordenone, domina l'associazione di tre anti­retrovi­

rali impiegati nella lotta al virus dell'Hiv. Sempre più spesso ven­

gono associati agli anti­malari­

ci, che potranno essere impiega­

ti anche per le cure a domicilio dei pazienti ancora positivi al Covid­19.

PROTEZIONE

Soprattutto negli ospedali, è necessario mantenere il ritmo di approvvigionamento dei di­

spositivi di protezione. Ieri il presidente della Regione, Massi­

miliano Fedriga, ha proposto di

creare una rete di protezione re­

gionale per la produzione inter­

na di dispositivi di produzione individuale volta a coprire il fab­

bisogno del Friuli Venezia Giu­

lia. Vista anche la situazione in­

ternazionale, allo stato attuale, diventa imprescindibile poter contare su un'autoproduzione di mascherine e altro materiale.

Il presidente ha chiesto alle cate­

gorie economiche di verificare con i loro associati la possibilità di convertire la produzione a fa­

vore di dispositivi di sicurezza e nel contempo dare opportunità alle imprese del territorio. Il vi­

cepresidente Riccardo Riccardi ha confermato che "verrà tra­

smesso alle categorie economi­

che un elenco dettagliato dei prodotti necessari al servizio sa­

nitario regionale". La procedu­

ra per ottenere la certificazione dei dpi medicali, indicata dal de­

creto governativo all'articolo 15, prevede l'invio delle mascheri­

ne all'Istituto superiore delle sa­

nità per la certificazione. Ma per agevolare le aziende, in re­

gione si sta organizzato in colla­

borazione con l'agenzia Arpa e l'Università degli studi di Udine una verifica sui materiali delle mascherine filtranti, una sorta di pre­validazione, prima dell'invio all'Istituto superiore della sanità. La richiesta di di­

spositivi di protezione indivi­

duale è elevata anche tra i medi­

ci di base e nelle strutture assi­

stenziali per anziani.

M.A.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Date: 07.04.2020 Page: 23

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(6)

Pronto soccorso, immersi nel cuore dell'emergenza

`Ecco come il primario Laura De Santi ha riorganizzato la sua unità operativa

Dal filtro dei pazienti alla diagnosi: tutto ruota attorno allo staff in prima linea

PORDENONE In pronto soccorso c'è

una parete bianca che i figli degli operatori sanitari hanno trasfor­

mato, con i loro colorati disegni, in un enorme arcobaleno. È il lo­

ro modo di ricordare ai genitori che "tutto andrà bene". L'Unità operativa di Pronto soccorso e Medicina d'urgenza di Pordeno­

ne, 15 professionisti guidati dalla dottoressa Laura De Santi, da feb­

braio è in prima linea nella lotta al Coronavirus. Uno sforzo che

"prosciuga le forze".

Dottoressa De Santi, come ha cambiato il vostro lavoro il Co­

vid­19?

"La terapia intensiva funziona se a monte c'è un filtro adeguato.

Noi facciamo filtro e diagnostica, uno sforzo che permette agli altri reparti di funzionare e ai pazienti di trovare la miglior risposta. In più abbiamo la Medicina d'ur­

genza, che adesso riaccoglie i pa­

zienti Covid free".

Come ha reagito il persona­

le?

"Ci sono le mamme che a fine turno devono ritornare a casa, l'abbraccio e il bacio che ti ver­

rebbe da dare ai tuoi figli è limita­

to, devi fare un passo indietro perchè non sai se ti sei contagia­

to. C'è un sentimento di protezio­

ne da parte del sanitario nei con­

fronti dei figli"

E i pazienti che trovate posi­

tivi?

"Sanno che stanno attraver­

sando un momento difficile. Il dolore c'è, la fatica anche e quan­

do si sta male si è anche preoccu­

pati. Ma percepisco un senso di positività finale".

La pandemia come ha tra­

sformato la sua unità operati­

va?

"È una situazione mai affron­

SU UNA PARETE BIANCA I DISEGNI DEI FIGLI DI MEDICI E INFERMIERI UN GRANDE ARCOBALENO PER RICORDARE AI GENITORI CHE TUTTO ANDRÀ BENE

tata prima di oggi. Abbiamo su­

bìto una profonda rielaborazio­

ne sia in termini di logistica che di organizzazione. Con le indica­

zioni maturate dal continuo con­

fronto della Direzione sanitaria con l'Unità di crisi regionale so­

no stati definiti percorsi volti alla netta separazione dei casi sospet­

ti o accertati di Covid da quello dedicato ai pazienti affetti da al­

tre patologie".

Come funziona?

"È stata creata una zona dedi­

cata all'accoglienza: il pre­triage, gestita in collaborazione con i vo­

lontari della Croce Rossa. Poi c'è un'area nel Pronto soccorso dedi­

cata ai pazienti Covid sospetti o accertati. Quest'ultima è dotata di accesso diretto dall'esterno, anche per le ambulanze. Com­

prende tre ambulatori visita, do­

ve oltre alla valutazione clinica viene eseguita l'ecografia integra­

ta bed­side, cruciale per questi soggetti, e una sala urgenze­Co­

vid completamente attrezzata per la gestione del paziente insta­

bile, dove c'è anche il ventilato­

re".

Che cosa succede nella sala urgenza­Covid?

"In collaborazione con i colle­

ghi della terapia intensiva viene trattato anche il paziente intuba­

to in attesa della sua collocazione in rianimazione. Vi è inoltre un'area dedicata con 4 posti letto monitorizzati per la gestione di quei pazienti che necessitano di una stabilizzazione prima di ac­

cedere al reparto­Covid e dove si arriva anche alla ventilazione

non invasiva. Ci sono poi 4 letti

poltrona per i pazienti stabili in attesa di completare l'iter diagno­

stico. Disponiamo di un ambula­

torio radiologico per l'indagine del torace e l'accesso a una Tac dedicata".

Il 40% dei contagi viene ri­

scontrato in pronto soccorso.

Come fate con gli altri pazienti?

"È stata creata un'area autono­

ma dove si possano trattare an­

che le acuzie cardiologiche, neu­

rologiche in quei pazienti in cui non sia escludibile a priori l'infe­

zione da coronavirus".

Sono cambiati anche i rap­

porti con i pazienti?

"La relazione medico­infer­

miere­paziente è stravolta nella sua essenza in questi giorni diffi­

cili. Non è mai mancata una paro­

la di rassicurazione e di conforto, nè ai loro congiunti, che dovendo rimanere separati sono stati rag­

giunti con dei servizi di comuni­

cazione telefonica".

E il personale?

"Oltre all'aggiornamento sui percorsi clinico­diagnostici in continua evoluzione, teniamo a scadenza pressochè quotidiana briefing rivolti a stemperare il ca­

rico emotivo che questo momen­

to ci ha imposto".

Chi vuole ringraziare?

"I medici Paola, Fabiana, Do­

menico, Giuseppina, Carlo, Stefa­

no, Alessandro, Luigi, Carla, Sil­

via, Elena, Fabrizio, Raffaella, De­

siree, Elisa, Giuseppe e Silvia. La coordinatrice infermieristica Cri­

stina, a cui va il merito di aver permesso la coesione di tutto il personale, gli infermieri e opera­

tori socio sanitari di Pronto soc­

corso, Degenza breve internisti­

ca, Medicina d'urgenza e la re­

sponsabile di piattaforma infer­

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(7)

mieristica. Grazie anche al perso­

nale sanitario del primo interven­

to di Sacile e alla sua coordinatri­

ce infermieristica Olga. Insieme continuiamo a fare, per scelta, questo duro lavoro, disposti a sa­

crificare molto della nostra vita quotidiana per il bene comune, a

conferma del valore della nostra

professione. Un ultimo ringrazia­

mento va a tutti quelli che hanno fatto e che continuano a fare do­

nazioni per la nostra Unità opera­

tiva, convinti che il percorso di superamento di questa pande­

mia si giochi iniziando proprio a supportare il lavoro del Pronto soccorso".

Un messaggio per i pordeno­

nesi?

"Restiamo a casa. Insieme ce la possiamo fare".

Cristina Antonutti

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Test rapidi sospesi, manca il coordinamento pubblico­privato

PORDENONE Test sierologici sospe­

si alla Polismedica di San Vito al Tagliamento finchè non ci sarà un coordinamento tra ente pub­

blico e privato. Sono queste le di­

sposizioni ricevute dal direttore generale Luca Polidori, contatta­

to dal responsabile del Diparti­

mento di prevenzione, Lucio Bomben, dopo la struttura sanvi­

tese la scorsa settimana aveva cominciato a i prelievi a domici­

lio. "Ci è stato detto di fermarci ­ spiega Polidori ­ finchè, a livello regionale, non ci sarà un coordi­

namento. Io ho messo a disposi­

zione la nostra struttura: ho per­

sonale, laboratori, kit e, soprat­

tutto, reagenti. Lavoriamo con lo stesso obiettivo: fermare il virus.

Avevo anche chiesto all'Azienda sanitaria di condividere un pro­

tocollo per coordinare la gestio­

ne degli esiti positivi". Polismedi­

ca per i test si è rivolta a un'azien­

da tedesca, la Nal Von Milden che produce il Nadal Covid­19.

"L'abbiamo scelto ­ afferma Poli­

dori ­ perchè ha una sensibilità del 97,4% per le IgG e dell'86,8%

per le IgM, mentre i valori di spe­

cificità sono del 99,3% (IgG) e del 98,6% (IgM). L'accuratezza dia­

gnostica è del 98,9% (IgG) e del 96,1% (IgM)".

Il test sierologico, attraverso il prelievo del sangue, consente di trovare le IgM, cioè gli anticorpi che segnalano la fase iniziale del contagio, e le IgG, che sono gli anticorpi che compaiono al ter­

mine della fase acuta. Ha una va­

lenza diversa rispetto al tampo­

ne, che al momento resta l'unica strada percorribile per la diagno­

si. "In caso di positività ­ precisa infatti Polidori ­ raccomandia­

mo di eseguire il tampone di con­

ferma nelle Aziende sanitarie".

La scorsa settimana Polismedica ha eseguito centinaia di test, al­

cuni sono risultati positivi e ne è

stata data subito notizia alla

struttura sanitaria.

Nella lista d'attesa del centro medico di San Vito adesso ci so­

no circa 800 persone ­ tutte del Friuli Venezia Giulia, perchè Po­

lismedica non può operare in Ve­

neto ­ che attendono di sottopor­

si al test a domicilio, a cui si ag­

giungono aziende ed enti. Per le aziende che stanno cercando di ottenere l'autorizzazione a ria­

prire l'attività, infatti, è impor­

tante effettuare uno screening sui propri dipendenti, una stra­

da su cui stanno insistendo an­

che gli industriali. Ma su questi test sierologici di recente produ­

zione il sistema sanitario regio­

nale è prudente e prima di vali­

darli vuole testarli.

CI SONO 800 PERSONE IN LISTA D'ATTESA E MOLTE AZIENDE CHE VOGLIONO UNO SCREENING SUI DIPENDENTI

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(9)

Il virus ora allenta la sua morsa

`Dimezzati i posti letto occupati dai pazienti nei reparti

di terapia intensiva a Udine e anche a Palmanova

`Quattro nuovi decessi in regione, un caso anche a Udine

Focus sulle case di riposo con i sindaci. Minoranze all'attacco

Il virus allenta la sua morsa in

Friuli. Ma continua lo stillici­

dio dei contagi nelle case di ri­

poso, al centro di un focus oggi fra l'assessore Riccardi e i sin­

daci interessati. Intanto in

ospedale a Udine e a Palmano­

va i posti letto delle terapie in­

tensive si vanno svuotando,

perché i pazienti vengono di­

messi e non viene richiesto di accoglierne di nuovi. A Udine

a ieri c'erano 11 posti occupati su 21 e a Palmanova 4 su 7. Il conto di ieri parla di 2.103 casi positivi in Fvg (+55) e quattro decessi in più, uno dei quali ha riguardato la provincia di Udi­

ne.

Dimezzati i posti occupati nelle terapie intensive

`A Udine 11 pazienti su 21 letti. Scatta il piano per le case di riposo piccole

Il Pd: ascoltateci. A Mortegliano decessi raddoppiati rispetto a un anno fa

UDINE Il virus sembra allentare la

sua morsa sul Friuli. Rallenta l'in­

cremento dei casi positivi (ieri 2.103, un aumento di 55, contro i +62 del giorno prima) e si conta­

no meno morti (quattro decessi in più, di cui uno a Udine, contro i +9 del giorno prima), Ma, soprat­

tutto, si svuotano le terapie inten­

sive. A ieri sera, il dirigente medi­

co Amato De Monte contava "il 50% dei posti vuoti nei reparti di Udine e Palmanova. Stiamo di­

mettendo pazienti e non ne stia­

mo accogliendo di nuovi: abbia­

mo 4 posti occupati a Palmanova e 11 su 21 a Udine. Non siamo mai arrivati a questo punto da quan­

do è partita l'emergenza". Prossi­

mo alle dimissioni dovrebbe esse­

re anche il comandante della Poli­

zia locale di Monfalcone, origina­

rio di San Daniele. Anche le altre terapie intensive si stanno svuo­

tando: il dato dei pazienti è sceso in un giorno da 50 a 46. Intanto, a Udine, da 4 settimane è stato adottata l'ozonoterapia nel repar­

to di malattie infettive: L'azienda, spiega De Monte, intende "avvia­

re lo studio con due gruppi di pa­

zienti tutti faranno la stessa tera­

pia antivirale, ma un gruppo sarà anche sottoposto all'ozonotera­

pia". Intanto, rimbalza sulle agen­

zie la stima elaborata a titolo per­

sonale da uno statistico dell'Istat, Livio Fenga, che stima per il Friu­

li che i casi positivi, al netto di po­

sitivi e guariti potrebbero essere da un minimo di 9.474 a 10.236 (9.708 di media). Ma il vicepresi­

dente Riccardo Riccardi assicura che "sulle proiezioni ho dati di­

versi" e che "lo racconterò mer­

coledì in commissione". Sull'alta incidenza di sanitari contagiati in Fvg (l'Iss il 3 aprile parlava di 257 casi, il 16% dei contagi), sostiene che "i dati dei sanitari sono sba­

gliati perché non allineati a quelli delle altre regioni".

I DATI

In ospedale a Udine, in terapia intensiva, è morta una badante rumena che lavorava a Udine. Il totale delle vittime per le compli­

cazioni dovute al coronavirus sa­

le così a 49 nella nostra provin­

cia. Udine piange a distanza an­

che il professor Ugo Rozzo, ex do­

cente dell'ateneo friulano per 22 anni, morto a 80 anni nella sua Tortona. "Il virus ci ha tolto un uomo colto e sensibile. Ugo Roz­

zo era un erudito, sulla storia del Date: 07.04.2020 Page: 21,22,23

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Piemonte e delle biblioteche", lo ricorda il direttore della bibliote­

ca Joppi Romano Vecchiet, che lo aveva incontrato l'ultima volta 5 anni fa proprio in città per la pre­

sentazione del libro di un suo ex allievo. Originario di Viguzzolo, dopo essere stato direttore della biblioteca di Tortona, "dall'87 aveva insegnato all'ateneo di Udi­

ne storia delle biblioteche e quin­

di storia del libro. Era una perso­

na di grande cultura, quasi frater­

no con i suoi studenti. Dava una grande importanza alle loro ricer­

che e, se erano fatte bene, li stima­

va come se fossero suoi pari. Lo avevo conosciuto dopo la nomina a direttore nel '91: la Joppi con i suoi fondi antichi costituiva un bacino a cui attingere informazio­

ni per le tesi. Dopo la pensione, era rimasto a Udine, dove ha vis­

suto fino a quando non è morta la moglie, a cui era molto legato.

Quindi si è trasferito nella sua Tortona". Nel santuario di Castel­

monte, diventato focolaio del vi­

rus, i frati cappuccini sono risul­

tati tutti positivi tranne uno e da

un mese "tutto è cambiato", co­

me spiega il rettore Gianantonio Campagnolo. Anche lui è risulta­

to positivo. Ora i frati vivono riti­

rati nelle loro stanze, uno è stato ricoverato "ma non è grave". "So­

no stati giorni duri".

CASE DI RIPOSO

La Regione accende un focus sulle case di riposo. Oggi il con­

fronto con i sindaci, domani se ne parlerà in commissione. Riccardi ha annunciato che la giunta sta valutando "l'ipotesi di trasferire altrove gli ospiti delle case di ripo­

so più piccole che non riescono a garantire spazi totalmente sepa­

rati fra persone sane e contagia­

te". Si stanno identificando strut­

ture "filtro". Ma, spiega Riccardi, non c'è intenzione di spostare nessuno "da Lovaria e Pradama­

no". E "a Paluzza gli ospiti non si muovono". Eventuali spostamen­

ti, chiarisce, riguarderanno solo i centri in cui non si possono sepa­

rare i percorsi, "fatto che potreb­

be accadere in alcune strutture private e piccole presenti in parti­

colare a Trieste". A Mortegliano,

il sindaco Roberto Zuliani, ricor­

da che la casa di riposo "è grande, ha 90 posti, e ci sono tre gruppi separati: una zona "rossa", una con i casi sospetti e una con i sa­

ni" e che è bene che gli anziani re­

stino "dove hanno un rapporto con il personale". L'effetto coro­

navirus è nei numeri, tragici, dei decessi: dal 1. ottobre 2018 al 31 marzo 2019 ci furono 12 decessi in casa di riposo, quest'anno, dal 1.

ottobre 2019 allo scorso 31 marzo ce ne sono stati 24, il doppio, di cui 17 in meno di un mese. Anche Enrico Mossenta (Pradamano) spiega che "a Lovaria gli spazi so­

no ampi. Stiamo valutando di creare una nuova area interme­

dia, nella palestra e in un'altra stanza". I consiglieri del Pd Coso­

lini, Conficoni e Santoro ricorda­

no che da giorni hanno fatto alla giunta le loro proposte per le case di riposo e che serve "reciproci­

tà". Salvatore Spitalerisu Twitter ricorda come già il 23 marzo aves­

se detto che le strutture andava­

no evacuate e andavano creati dei centri ad hoc per i nonni.

Camilla De Mori

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"Infodemia, troppi clic sui social e carenza

di comunicazione"

`Ricercatore friulano in Libano studia 1.300 interviste

e propone l'idea a Udine. L'ateneo: "Valuteremo il progetto"

UDINE Se i medici e gli infermieri

combattono la pandemia, lui, con gli altri esperti di comunica­

zione sanitaria, cerca di sconfig­

gere "l'infodemia". Un termine con cui abbiamo cominciato a fa­

miliarizzare anche noi non ad­

detti ai lavori, ma che per Marco Bardus, 38 anni, di Buttrio, che oggi fa ricerca e insegna all'uni­

versità americana di Beirut, è un terreno di studio quotidiano.

"La comunicazione sul coronavi­

rus a livello globale non è stata gestita molto bene e a diversi Paesi le cose sono sfuggite di ma­

no, la gente ha iniziato ad avere paura. E la paura non permette alle informazioni di circolare in modo razionale. Si vede l'effetto branco", spiega. Per capire dove il meccanismo si è inceppato, Bardus ha promosso una ricer­

ca, con un progetto di tesi affida­

to ad una delle sue studentesse in Health communication in Li­

bano. "Stiamo facendo una ricer­

ca su come le persone cercano le informazioni on line. Il progetto era partito prima della pande­

mia, a fine gennaio, ma adesso ha un'attenzione ancora maggio­

re. In poche settimane abbiamo raccolto circa 1300 risposte, re­

clutando i partecipanti on line con pubblicità sui social, fra per­

sone che vivano in libano. Lo stu­

dio ci servirà a capire quali sono le caratteristiche delle persone che cercano informazioni su in­

ternet. Quello che manca, a livel­

lo generale, è la capacità delle persone di trovare informazioni da fonti ufficiali. Tante persone condividono le informazioni sui

social senza leggere quello che condividono". Ed è così che na­

scono le "fake". Ora, spiega, gli piacerebbe fare uno studio ana­

logo in Friuli. "Potrei replicare le modalità di reclutamento che ho usato in Libano facendo leva sui social locali. Ho studiato al corso di laurea in Relazioni pub­

bliche all'ateneo di Udine e, se ci fosse un aggancio, mi piacereb­

be fare un progetto analogo in collaborazione con l'università del Friuli". Dall'ateneo di Udine, Renata Kodilija, coordinatrice del corso di laurea triennale in Relazioni pubbliche che ha avu­

to Bardus fra i suoi studenti apre a questa possibilità: "Certamen­

te il corso di laurea che lo ha for­

mato sarebbe più che disponibi­

le ad un'eventuale collaborazio­

ne. Bisognerebbe ragionarci. Ma in linea di principio potrebbe es­

sere interessante per riuscire a fare una ricerca analoga anche qui. Vedremo di metterci in con­

tatto".

TRACCIAMENTO

Bardus, però, sta coltivando anche un altro progetto. In Liba­

no "ci sono circa 500 casi positi­

vi e finora una dozzina di morti per coronavirus. Il problema è che non si sa quanti siano i con­

tagiati. Ci si basa sul numero di test, ma è una sottostima. Per quello vorrei proporre un pro­

getto creando una sorta di data­

base per monitorare gli sposta­

menti, come hanno fatto all'uni­

versità di Singapore. Un sistema di tracciamento che si basa sulla tecnologia bluetooth dei cellula­

ri". Il nodo maggiore, in Libano, però, resta quello dei rifugiati.

"Qui ci sono 1,5 milioni di rifu­

giati siriani che vivono in barac­

copoli, tutti ammassati. Se il co­

ronavirus si sviluppasse lì si ri­

schierebbe la strage". Intanto, la sua università ha chiuso per tut­

to il semestre e il primo ministro ha invitato a restare a casa.

"La comunicazione sanitaria in Italia non viene insegnata, neanche a livello europeo. Ci so­

no dei percorsi negli Usa. Io ho studiato a Lugano. Sono fuori dall'Italia dal 2008, da quando ho preso la strada del dottorato, poi sono andato in Inghilterra e in Libano, dove vivo dal 2016. Il nostro è il primo corso di questo tipo del Medio Oriente". Ma co­

me si comunica un'emergenza?

"Ai nostri studenti insegniamo che ci sono dei modelli da segui­

re per comunicare il rischio di emergenza, che prevedono una pianificazione a priori". Insom­

ma, una sorta di prova generale, un'esercitazione per prepararsi a quando ci sarà un focolaio di contagio. "Un responsabile della Protezione civile dovrebbe aller­

tare un rappresentante dell'azienda sanitaria che do­

vrebbe essere attaccato al telefo­

no con i media. Sono procedure che andrebbero fatte come eser­

citazioni e validate. Tutto an­

drebbe pianificato in preceden­

za. Non credo che ci siano piani del genere in Italia. Alla fine hai esperti di ogni tipo che dicono la loro opinione. Vista da fuori, la comunicazione mi sembra un po' disorganizzata, ma non solo in Italia".

Date: 07.04.2020 Page: 23

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coronavirus: continua la frenata in friuli venezia giulia in linea con il trend nazionale. ieri sette decessi e 55 neo­infetti

Case di riposo, è incubo focolai La Regione: tamponi a tappeto

"Lì il maggior numero dei nuovi positivi". Verranno sottoposti al controllo anti­contagio anche tutti i parenti degli addetti A Trieste già quasi 1200 le domande per il bonus spesa da 600 euro. Intasato dalle telefonate il numero comunale attivato

L'epidemia sembra in frenata anche in Friuli Venezia Giulia dove ieri si sono registrati 55 nuovi contagi e 7 decessi. Ma a creare forte preoccu­

pazione è la situazione nelle case di riposo, da dove provengono quasi

tutti gli ultimi infetti. Il primo morto si era verificato a Casa Serena a Trie­

ste, poi il caso della Rovere Bianchi di Mortegliano (17 deceduti) e ora il focolaio di Paluzza. La Regione in­

terviene: tamponi per i parenti degli

operatori e strutture­filtro per gli ospiti sani. Boom di domande per il bonus spesa a Trieste: già quasi due­

mila. Intasato il numero di telefono attivato dal Comune.

/ DA PAG. 2 A PAG. 19

Tamponi obbligatori

ai parenti degli addetti delle case di riposo

Gli esperti regionali: viene da quelle strutture il maggior numero di nuovi positivi Individuate le "sedi filtro" dove trasferire gli ospiti ancora sani dei centri più colpiti

Marco Ballico / TRIESTE

Dal primo decesso in Friuli Ve­

nezia Giulia, a Casa Serena di Trieste, esattamente un mese fa, al focolaio di Paluzza. Un lungo elenco di contagi e di vittime con diagnosi Co­

vid­19, con il triste primato al­

la Rovere Bianchi di Morte­

gliano, dove sono morte 17 persone. Le case di riposo, con operatori che arrivano quotidianamente dall'ester­

no per assistere anziani spes­

so con pluripatologie, sono le più esposte al rischio di con­

trarre l'infezione. Regione e sanitari non forniscono un da­

to preciso, ma la sensazione è che la maggior parte dei nuo­

vi positivi giornalieri abbia

proprio quell'origine e non sia

invece il frutto di condotte sre­

golate adottate nelle ultime settimane. "Gran parte della popolazione della regione ri­

spetta le regole ­ afferma Fa­

bio Barbone, epidemiologo e direttore scientifico del Burlo

­. Questi aumenti sono legati ai focolai delle case di riposo, rsa e ospedali, cioè a quei luo­

ghi dove il virus circola di più e c'è concentrazione di sogget­

ti fragili. Se isoleremo questi focolai i nostri numeri miglio­

reranno ulteriormente, ma serve un lavoro capillare".

Non a caso ieri Riccardo Ric­

cardi, vicegovernatore e asses­

sore alla Salute, ha messo in

cantiere una doppia strate­

gia: i tamponi ai parenti degli operatori e il trasferimento dei pazienti non contagiati in strutture "filtro". Già indivi­

duati il Sanatorio Triestino, la Salus e l'Ospizio Marino di Grado.

L'ultimo, drammatico bol­

lettino arriva da Paluzza. Nel­

la Matteo Brunetti, Casa degli operai vecchi e inabili al lavo­

ro – Covil, sinistra assonanza –, domenica si contavano 5 de­

cessi e 83 positività tra ospiti (67) e operatori (16). Una si­

tuazione pesantissima che ha determinato la scelta di effet­

tuare alcuni tamponi ai paren­

ti di infermieri e fisioterapisti,

operazione eseguita nell'abi­

tacolo dell'auto, attraverso il finestrino, nel parcheggio di via Gortani a Tolmezzo. Una procedura di monitoraggio della rete dei possibili contagi conseguenti a contatti con il personale in servizio che non è escluso possa essere utilizza­

ta anche a Trieste. "Faremo Gli anziani verranno spostati al Sanatorio Triestino, Salus e

Ospizio Marino di Grado

valutazioni caso per caso –

precisa Riccardi –. Quello del­

le case di riposo è un fronte

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aperto, si tratta di verificare soprattutto l'origine del conta­

gio. A Paluzza era esterna e ab­

biamo dunque deciso di inter­

venire con quella modalità".

Su Trieste la Regione ha fat­

to ieri un approfondimento in videoconferenza con l'asses­

sore alla Protezione sociale Carlo Grilli e i suoi collabora­

tori. Il Comune ha evidenzia­

to un quadro "complesso, ma sotto controllo" dopo una pri­

ma fase "critica" di diffusione dell'epidemia, mentre Riccar­

di ha evidenziato come la si­

tuazione più delicata è ora quella delle strutture private, di piccole dimensioni, in cui è difficile separare i sani dagli

infetti. Di qui l'ipotesi di trasfe­

rire altrove gli ospiti sani delle case di riposo che non riesco­

no a garantire spazi e percorsi di assistenza totalmente sepa­

rati dai Covid­19. "È fonda­

mentale tutelare ospiti e ope­

ratori – sottolinea il vicepresi­

dente –, evitando che questi ultimi possano involontaria­

mente divenire portatori di contagio in ambienti dove si trovano soggetti fragili. Stia­

mo quindi identificando real­

tà come il Sanatorio, la Salus e l'Ospizio Marino che potran­

no accogliere gli anziani che si trovano nelle strutture più critiche e quelli ricoverati in ospedale in attesa della dimis­

sione".

Nelle case di riposo in cui siano invece garantiti isola­

mento tra pazienti sani e infet­

ti e una chiara divisione del personale, prosegue Riccardi,

"non intendiamo spostare gli ospiti, ma fornire loro terapie e supporto in loco". L'iniziati­

va della Regione viene appro­

vata anche dall'opposizione dem. "Già da giorni abbiamo tra l'altro proposto piani di evacuazione e trasferimento in altre strutture – si legge in una nota firmata dai consiglie­

ri Roberto Cosolini, Nicola Conficoni e Mariagrazia San­

toro –. Ribadiamo il nostro spi­

rito collaborativo, ma chiedia­

mo una necessaria reciproci­

tà, solo così usciremo dalla cri­

si".

Nota critica, invece, da Ro­

berto Treu, dei pensionati Cgil: "Solo oggi l'assessore sembra accorgersi di quanto sia drammatica la situazione nelle case di riposo private.

Date: 07.04.2020 Page: 1,2

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(14)

il progetto zidechip tutto triestino

La ricerca svela Zika e Dengue L'ipotesi del bis sul Covid­19

Lorenzo Degrassi / TRIESTE

C'è un progetto tutto triestino che in futuro potrebbe velociz­

zare l'individuazione dei sog­

getti portatori del coronavi­

rus. Si tratta della ricerca "Zi­

dechip" che attualmente mira a rilevare simultaneamente i virus Zika, Dengue e Chikun­

gunya i quali, esattamente co­

me il Covid­19, sono responsa­

bili di tre tipologie diverse di in­

fluenza. Vengono trasmessi at­

traverso le punture di zanza­

ra.

Malattie di tipo tropicale, ma che a causa della globaliz­

zazione si stanno espandendo anche in Europa. Il Zidechip è un progetto di ricerca finanzia­

to con i fondi regionali Por Fe­

sr che abbraccia in modo com­

plementare tre realtà scientifi­

che: la Alifax R&D (azienda pa­

dovana con filiali in tutto il mondo e insediata anche in Area di Ricerca a Basovizza),

l'Icgeb e i Laboratori Riuniti di Trieste. Un lavoro di gruppo che testimonia una volta di più le potenzialità e le eccellenze nel campo della ricerca esisten­

ti sul territorio. "Lo sviluppo del progetto Zidechip prevede l'ottenimento di un saggio mo­

lecolare per la rilevazione si­

multanea dei tre virus patoge­

ni (Zika, Dengue e Chikungu­

nya, OES) – spiega la dottores­

sa Milena Sinigaglia, Scienti­

fic R&D manager di Alifax – e

un software per generare un report clinico al fine di consen­

tire un pronto ed efficace trat­

tamento personalizzato del pa­

ziente. Con Zidechip siamo riu­

sciti a dimostrare che questa piattaforma può gestire più campioni e quindi tre referti dati da una stessa cartuccia, pertanto ora ne stiamo svilup­

pando una analoga per identi­

ficare il Sars­Cov­2, ovverosia l'agente patogeno del Co­

vid­19".

Il team di esperti in questi giorni sta lavorando con l'o­

biettivo di ottimizzare questo sistema per poi partecipare ai bandi che riguardano le moda­

lità di diagnosi del Covid­19.

Ciò che propone il team triesti­

no è una soluzione alternativa al classico tampone in uso fino ad ora. "Il flusso utilizzato per

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(15)

il bilancio sanitario in regione

Il contagio rallenta la sua corsa Calano infetti e ricoveri gravi

Guariti a quota 549, 7 morti in più. L'epidemiologo: "La curva sta scendendo"

Dalla Banca d'Italia fondi per i posti letto per la Terapia intensiva a Cattinara

Diego D'Amelio / TRIESTE

La frenata del coronavirus è iniziata. Resta osservata spe­

ciale l'evoluzione dell'emer­

genza nelle case di riposo, ma il calo ormai costante dei rico­

veri in terapia intensiva fa in­

travedere un po' di luce in Friuli Venezia Giulia. Non possono invece ancora dirsi stabilizzati i numeri dei deces­

si e dei nuovi contagiati, ma questi ultimi si mostrano al­

meno più contenuti rispetto ai giorni precedenti.

I casi positivi accertati in re­

gione da fine febbraio sono or­

mai 2.103, con un incremen­

to di 55 rispetto al giorno pre­

cedente. Le morti registrate sono 161 (+7): 84 a Trieste (+1), 50 a Udine (+2), 24 a Pordenone (+3) e 3 a Gorizia (+1). Al momento risultano ancora infettati 1.396 pazien­

ti, dopo oltre 22 mila tamponi effettuati: al totale vanno in­

fatti sottratti 549 i guariti (+17) e 158 deceduti in pre­

senza di Covid­19. La provin­

cia più colpita è Udine con 793 casi (+7), ma l'incidenza maggiore è a Trieste, che con­

ta 708 positivi (+38)su una popolazione che è meno della metà di quella friulana e dove la curva dei contagi continua non appiattirsi. Seguono Por­

denone con 477 (+7)perso­

ne colpite e Gorizia con 119 (+3).

Il dato che fa ben sperare è quello dei ricoverati: il ricor­

so alle terapie intensive cala ancora e sono 46 le persone al momento in rianimazione (­4), che occupano meno del 50% dei 102 posti disponibili per il coronavirus. L'aumento della capacità delle terapie in­

tensive Covid­19 si deve all'i­

naugurazione del dodicesi­

mo piano di Cattinara: un'o­

perazione da oltre 5 milioni, coperti in parte da uno stan­

ziamento accordato ieri dalla Banca d'Italia. In altri reparti si trovano invece 189 amma­

lati: 4 in più del giorno prece­

dente, ma comunque su livel­

li più bassi della settimana scorsa. In isolamento domici­

liare ci sono infine 1.161 per­

sone, fra cui si contano tanto i casi meno gravi, quanto i mol­

ti anziani positivi assistiti nel­

le case di riposo.

Il miglioramento in atto fa parte di un trend nazionale, se il presidente dell'Istituto su­

periore di sanità Silvio Brusa­

ferro riconosce che in Italia

"la curva ha raggiunto il suo plateau e adesso ha iniziato la discesa. Comincia a scendere anche il numero dei morti. Do­

vremo cominciare a pensare

alla fase 2". Riccardo Riccardi sottolinea che, per quanto ri­

guarda il Fvg, "i dati dimostra­

no la fondatezza della scelta di adottare provvedimenti co­

me la chiusura delle scuole prima che ci fossero casi con­

fermati, a cui si associa il forte potenziamento, con risorse regionali, dei posti letto in te­

rapia intensiva. Ora dobbia­

mo tenere duro e affrontare le problematiche delle residen­

ze per anziani".

Il professor Fabio Barbone, epidemiologo a capo del grup­

po scientifico consulente del­

la Regione, mostra cauto otti­

mismo: "La curva sta scenden­

do. Accade per i posti in tera­

pia intensiva e per i ricoverati in genere, il che permette di stimare che anche il trend del­

la mortalità stia calando. Le cose per il Fvg stanno andan­

do meglio del previsto: entro il 2 aprile i nostri modelli pre­

vedevano 287 decessi, ma ce ne sono stati meno della me­

tà. E intanto diminuiscono le persone ancora positive e au­

mentano i guariti, che da gior­

ni crescono più dei nuovi ca­

si".

Barbone pensa alla fase 2:

"Per la svolta serviranno i me­

si necessari ad avere il vacci­

no. Nel mentre dovremo au­

mentare il numero di tampo­

ni e velocizzare gli esami: i te­

st sierologici non sono ancora validati, ma facendo più tam­

poni possiamo testare con ra­

pidità i contatti dei positivi at­

tuali e i contatti dei contatti, allargando poi i test a ospeda­

li e case di riposo. Testare ripe­

tutamente e contenere dove necessario è cruciale per ria­

prire il Paese, continuando pe­

rò anche a usare i dispositivi di protezione, evitare assem­

bramenti, tenere la distanza, finché non ridurremo la circo­

lazione del virus". La riparten­

za passa anzitutto per la boni­

fica di ospedali e case di ripo­

so, diventati spesso luoghi di contagio e non di cura, per­

ché presi in contropiede da un nemico sconosciuto: "So­

no i posti più a rischio", dice il medico. Barbone riconosce che l'alta incidenza dei conta­

gi fra gli operatori sia stata do­

vuta a impreparazione: "Ci siamo trovati di fronte un agente molto diverso da quel­

li che conoscevamo e che dal­

la Cina era sembrato un'in­

fluenza senza particolari con­

seguenze. Il virus ha invece al­

ta trasmissibilità e ha richie­

sto sistemi di protezione supe­

riori a quelli cui eravamo abi­

tuati". ­

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(16)

I NUMERI DEL CORONAVIRUS IN FVG

Pazienti contagiati

TTotale 2103 (+55) Trieste 708 Gorizia 119 Udine 793 Pordenone 477 Residenti fuori Fvg 6

CROMASIA

Decessi 161 (+7) Ricoverati 189

di cui In terapia intensiva 46

a Trieste 84 (+1)

In isolamento domiciliare 1161 a Udine 50(+2)

Guariti clinicamente 276 a Pordenone 24 (+3)

a Gorizia 3 (+1) Guariti negativi al tampone 273

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(17)

Le riflessioni del responsabile infermieristico della Medicina interna di Cattinara. "In 20 anni mai vista una situazione così difficile. I pazienti la affrontano bene e a volte sdrammatizzano"

"Porte chiuse e corridoi deserti La solitudine è entrata in corsia"

Andrea Pierini

Un lavoro costante per impedire il con­

tagio, creando delle zone di quarantena e spostando pazienti al fine di ridurre al massimo i rischi. Nel­

la Struttura complessa di Medi­

cina interna a Cattinara il lavo­

ro è continuo per cercare di tu­

telare i pazienti, soprattutto anziani con patologie croni­

che, dal Covid­19. Antonio De Chiara è il responsabile infer­

mieristico, insieme ad Angelo Iaquaneillo, della struttura di­

retta dal dottor Dario Bianchi­

ni, a capo anche del Dai (Dipar­

timento attività integrate) di Nedicina che racchiude anche la Geriatria, la Nefrologia e dia­

lisi, la Clinica medica, la medi­

cina Clinica e la Formazione e ricerca traslazionale di ultraso­

nografia vascolare e angiolo­

gia.

Nel reparto di Medicina in­

terna, al nono piano, solita­

mente ci sono 14 infermieri e 16 Oss, ma alcuni in questo pe­

riodo sono stati spostati a sup­

porto di altre strutture. "È un gruppo giovane ­ racconta De Chiara ­ con una età media in­

torno ai 30 anni che gestisco da tre anni. Sono ragazzi motivati che hanno fatto squadra anche fuori dal reparto. In 20 anni di esperienza non mi ero mai tro­

vato a dover affrontare qualco­

sa di simile: a loro sta capitan­

do appena finita l'università e questo è sicuramente un impat­

to professionale molto forte".

Nel reparto ci sono 41 posti let­

to. "Con l'arrivo del Covid­19 ­ spiega il responsabile infermie­

ristico ­ abbiamo creato delle stanze di isolamento per i casi sospetti mentre quelli concla­

mati sono stati subito trasferiti all'ospedale Maggiore nel re­

parto Infettivi. Non bisogna di­

menticare che questi pazienti sono i soggetti più a rischio".

Un cambio radicale anche nelle abitudini di tutti i giorni visto che "Trieste ha una popo­

lazione anziana e l'ospedale è un punto di riferimento impor­

tante e per questo è sempre af­

follato da persone che magari non necessitano di cure ospe­

daliere. Con l'arrivo dell'epide­

mia abbiamo dovuto chiudere il reparto ai familiari, inizial­

mente consentendo le visite a un solo parente, ora non può entrare nessuno. La maggior parte delle stanze ha la porta chiusa e questa per noi è una novità assoluta. Eravamo abi­

tuati a poter guardare dentro le stanze magari anche solo per un sorriso che a volte era prezioso per chi è costretto a letto tutto il giorno. Non sap­

piamo neanche quello che ac­

cade dentro le stanze, gli ospi­

ti hanno il campanello per chia­

mare, però non è la stessa co­

sa".

Solitudine è la parola che più ricorre nei discorsi legati al coronavirus. "Abbiamo sosti­

tuto le visite di persona ­ spie­

ga De Chiara ­ con quelle vir­

tuali attraverso i telefonini di ultima generazione, e nel caso in cui il paziente non riesce a farlo da solo, siamo noi a sup­

portarlo". Esiste poi il tema

più delicato: in ospedale pur­

troppo non sempre si guari­

sce. "E in genere familiari e pa­

renti erano presenti per l'ulti­

mo viaggio. Ora questo non è più possibile". Cattinara e il Maggiore sono "Ospedali in emergenza" questo significa che le strutture sono completa­

mente blindate. "Trovi corri­

doi vuoti ­ prosegue De Chiara

­ e nei pochi spostamenti inter­

ni non incontri quasi nessuno, non è Cattinara di alcune setti­

mane fa".

Il reparto di Medicina ha vi­

sto un calo dei ricoveri: "La po­

polazione sta reagendo bene e molti hanno ridotto gli accessi al Pronto soccorso, questo si­

gnifica una diminuzione an­

che degli arrivi di pazienti nel nostro reparto. Nel dipartimen­

to di Medicina la Clinica medi­

ca è stata allestita per ospitare i casi sospetti di Covid­19: se do­

po i due tamponi i pazienti ri­

sultano negativi, vengono tra­

sferiti da noi dove solitamente i ricoveri durano dai sei agli ot­

to giorni. Al momento abbia­

mo un tasso più basso di occu­

pazione dei letti, però la situa­

zione cambia continuamen­

te". I pazienti stanno reagendo bene. "Negli anziani ­ prose­

gue il referente ­ c'è una certa razionalità nell'affrontare la si­

tuazione. Qualcuno ogni tanto prova anche a sdrammatizza­

re: capita magari quando spo­

stiamo un paziente da una stan­

za da due a una da quattro. Al­

la fine comprendono anche le nostre difficoltà in questo mo­

mento così complesso. Molti si

informano e ci chiedono come stanno procedendo le cose all'esterno. Poi ci sono dei casi in cui i pazienti non sono lucidi e quindi l'approccio attraverso le mascherine e le protezioni di­

"I miei cari vivono al Sud i ma mai mi sarei sognato di andare lì violando le regole"

venta più complesso perché manca il contatto fisico e visi­

vo. Anche tra il personale c'è qualche timore, però cerchia­

mo con i turni di creare delle squadre che siano il più possibi­

le in grado anche di sostenersi a vicenda". Asugi ha attivato per tempo tutte le procedure e i protocolli necessari per af­

frontare la situazione: "L'uni­

co ritardo ha riguardato la di­

stribuzione dei dispositivi di protezione, ma è stata una criti­

cità a livello nazionale. All'ini­

zio abbiamo dovuto razionarli per evitarne un uso improprio magari legato anche alla paura di contrarre il virus. Ora stan­

no arrivando, all'inizio però è stata dura".

De Chiara è originario di Aversa, in provincia di Caser­

ta, e quando è scoppiata l'e­

mergenza Coronavirus ha ov­

viamente pensato ai suoi fami­

liari in Campania: "Mai però mi sarei sognato di prendere un treno o di andare giù: chi lo ha fatto è un criminale. La sani­

tà del Sud è molto più fragile, siamo preoccupati per i nostri cari, ma li abbiamo voluti pro­

teggere". ­

Date: 07.04.2020 Page: 7

Size: 352 cm2 AVE: € 10560.00

Publishing: 23562 Circulation: 20697 Readers: 138000

(18)

l'iniziativa

Video letture per i bimbi e prestito digitale

in biblioteca a Romans

Edo Calligaris / ROMANS

Videoletture per bambini e prestito digitale per supera­

re le barriere della quarante­

na. Alla biblioteca comuna­

le di Romans d'Isonzo man­

ca la presenza dei suoi fedeli lettori, che numerosi fre­

quentavano la sede di Casa Candussi ­ Pasiani, prima che scoppiasse l'epidemia da cornonavirus, che di fatto

ha chiuso loro le porte. E an­

che ai lettori romanesi man­

ca il profumo dei libri che re­

spiravano facendo quotidia­

na visita al locale di piazza Garibaldi. Una separazione che pesa da entrambe le par­

ti e che tutti sperano non du­

ri molto.

In attesa che tutto finisca, i responsabili la biblioteca si rivolgono ai loro frequenta­

tori dicendo: "È passato un

po' di tempo da quando ci siamo fatti sentire l'ultima volta, ma vogliamo assicu­

rarvi che non ci siamo dimen­

ticati di voi. Noi bibliotecari, coadiuvati dai nostri prezio­

sissimi lettori volontari, ab­

biamo infatti preparato dei video di letture da guardare e ascoltare con i vostri bam­

bini. Un modo per poter con­

tinuare, seppur a distanza, la bellissima abitudine dei ri­

trovi Nati per Leggere".

I video si possono trovare sul sito biblioGo, nella sezio­

ne eventi: www.biblio­

go.it/library/Pieris­S­Can­

zian­d­Is­/cal/bibliogo­leg­

ge­con­te/.

In merito alla possibilità di accedere al prestito digita­

le Mlol la biblioteca si è atti­

vata affinché sia possibile an­

che a chi non è iscritto alla stessa biblioteca. Sarà suffi­

ciente inviare una mail all'in­

dirizzo bibgradi­

[email protected], oppure a federi­

ca.marabini@comunegra­

do.it, indicando nome e co­

gnome, data e luogo di nasci­

ta, indirizzo di residenza, in­

dirizzo di domiciliazione (se esistente) e un recapito tele­

fonico. Alla richiesta ­ evi­

denziano i bibliotecari ­ va al­

legata copia della carta d'i­

dentità in formato pdf (o una foto da cellulare se non si riesce diversamente). A quel punto l'utente sarà ri­

contattato e gli saranno for­

nite le credenziali di acces­

so. ­

IL PICCOLO ED. GORIZIA

Date: 07.04.2020 Page: 32

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