Monitoraggio Media
SIFA srl - Via G. Mameli, 11 – 20129 MILANO
Mercoledì 05 febbraio 2020
Sommario
N. Data Pag Testata Articolo Argomento
1 05/02/2020 29, 3 IL GAZZETTINO DI PORDENONE IL BILANCIO AZIENDA SANITARIA IL PASSIVO SFIORA I DUE MILIONI SANITÀ LOCALE 2 05/02/2020 38 IL GAZZETTINO DI PORDENONE SANITÀ, PROTESTA DEGLI ADDETTI ALLA NOSTRA FAMIGLIA SANITÀ LOCALE 3 05/02/2020 29, 3 IL GAZZETTINO DI PORDENONE UN POLMONE VERDE E UN PARK AL VECCHIO OSPEDALE SANITÀ LOCALE
4 05/02/2020 40 IL GAZZETTINO DI PORDENONE SANITÀ CONFICONI ATTACCA LA LEGA SANITÀ LOCALE
5 05/02/2020 35 IL GAZZETTINO DI UDINE DAI SOCIAL UN AIUTO PER GII ADOLESCENTI CON MALATTIE CRONICHE SANITÀ LOCALE 6 05/02/2020 34 IL PICCOLO DIBATTITO I RITARDI DEL TERRITORIO NELL'APPLICAZIONE DELLA LEGGE SUL FINE VITA SANITÀ LOCALE 7 05/02/2020 32 MESSAGGERO VENETO SAN DANIELE VERTICE SULL'OSPEDALE «IL PRONTO SOCCORSO COMPLETATO NEL 2021» SANITÀ LOCALE 8 05/02/2020 3 MESSAGGERO VENETO FEDRIGA CONFERMA LA RICHIESTA DI QUARANTENA SANITÀ LOCALE 9 05/02/2020 16 MESSAGGERO VENETO ASSISTENZA AI MINORI RICCARDI: RIDURRE IL RICORSO ALLA SANITÀ EXTRAREGIONALE SANITÀ LOCALE
Il bilancio
Azienda sanitaria Il passivo sfiora i due milioni
Sono i primi numeri relativi al bilancio 2019 dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale. Il vicepresidente regionale Riccardi ha annunciato la possibilità di un
rifinanziamento.
Comisso a pagina IX
Azienda sanitaria, conti in rosso Si va verso un passivo di 2 milioni
•Prime proiezioni sul bilancio chiuso il 31 dicembre •La Regione è pronta a intervenire per ripianare Negli esercizi precedenti erano stati registrati avanzi la perdita e integrare i finanziamenti già previsti
I CONTI
PORDENONE La sanità vede ros- so. Il bilancio del 2019 dell'Azienda sanitaria del Friu- li Occidentale, che per legge dovrà essere approvato entro aprile, rischia di chiudere con un pesante passivo.
Il rendiconto di gestione sa- rà pronto tra qualche settima- na ma le prime proiezioni par- lano di un rosso di 2 milioni di euro. Che potrebbe salire an- che a 2 milioni e mezzo. Pensa- re che gli ultimi due esercizi fi- nanziari avevano fatto segnare chiusure abbondantemente in attivo: uno con un avanzo di 3 milioni e 400mila euro, l'altro di 240mila euro. «Troppi» ave- va fatto notare più di qualcu- no, facendo presente che un'azienda che eroga presta- zioni medico-sanitarie non può avere un bilancio così in salute. Ora la situazione pare essersi completamente capo- volta. Con la Regione che, mol- to probabilmente, dovrà corre- re ai ripari per ripianare il "bu- co".
IDATI
Insomma se prima l'avanzo dell'AsFo poteva servire per ri- pianare i conti in rosso delle al- tre aziende sanitarie del Friuli
Venezia Giulia, ora la Regione sarà costretta, con ogni proba- bilità, ad integrare il contribu- to iniziale già assegnato. Il vi- cepresidente della giunta non- ché assessore alla Sanità, Ric- cardo Riccardi, è ancora in at- tesa di ricevere i dati ufficiali del bilancio: «Non li conosco - ammette - e pertanto non pos- so parlare di qualcosa che non so. Una cosa è certa: il sistema sanitario locale e regionale è in assestamento e, proprio per questo, sarà necessario vedere le proiezioni economico-finan- ziarie prima di ponderare qualsiasi scelta. Ma se sarà ne- cessario cercheremo di ripia- nare il debito dell'Azienda por- denonese». Riccardi non inten- de polemizzare con nessuno ma una domanda se l'è fatta:
«Perché, negli esercizi prece- denti, è stato prodotto così tan- to utile e adesso i conti sono in rosso? Faccio presente che ho stanziato più soldi io all'Azien- da sanitaria del Friuli Occiden- tale rispetto a chi c'era prima di me (Maria Sandra Telesca, ndr)». Dal 9 maggio del 2016 al 30 maggio del 2019 al vertice dell'Azienda sanitaria porde- nonese è stato Giorgio Simon.
Un rapporto difficile, quello in- staurato con Riccardi, con i
due che in più di un'occasione si sono confrontati a muso du- ro. Punti di vista diversi. Ora dal primo gennaio in sella c'è Joseph Polimeni. Da lui il vice- presidente Riccardi si aspetta molto ma non gli ha certo chie- sto di fare i miracoli. L'AsFo, di fatto, è come se fosse paralizza- ta da un anno. Gli ultimi mesi di Simon sono stati difficili, tra assunzioni congelate (si ricor- di l'ispezione di marzo) e idee non appoggiate. Poi, dopo le sue dimissioni, è toccato al commissario Eugenio Possa- mai traghettare l'azienda sino al 31 dicembre.
LE CONSEGUENZE
In questo momento il bilan- cio (in passivo) è forse l'ele- mento che preoccupa meno.
Lì la Regione dovrà soltanto decidere se ripianare il debito oppure dare indicazioni speci- fiche su come gestire al meglio la spesa e, di conseguenza, con- tenere i costi. Un dettaglio vor- rebbe dire dare una sforbiciata ad alcuni servizi ma questa, con una riforma sanitaria ap- pena approvata, appare l'ulti- ma soluzione da adottare per ridurre il gap. Ci sono ben altre esigenze.
PRIORITÀ
RESTA SEMPRE ATTUALE LA NECESSITÀ
DI PROVVEDERE ALL'INTEGRAZIONE DEI PRIMARI CHE MANCANO
La prima, senza dubbio, è quella di provvedere alla nomi- na dei nuovi primari: all'appel- lo, attualmente, ne mancano
venti. I posti vacanti, tra l'altro, sono tutt'altro che irrilevanti:
si va dalla pneumologia all'oculistica, dalla radiologia alla nefrologia. Non va meglio all'ospedale di Spilimbergo tra pronto soccorso esternalizza- to e un reparto importante, co- me quello di ortopedia, che ri- sulta praticamente chiuso. C'è un'altra partita aperta che ri- guarda l'organico, tra carenze di infermieri e medici (per esempio gli anestesisti) che si faticano a trovare. Tutte situa- zioni che, una per una, dovran-
no essere prese in considera- zione e risolte in tempi brevi.
Del resto la validità di una ri- forma sanitaria passa anche da questo.
Alberto Comisso
IL VICEPRESIDENTE RICCARDI:
«VOGLIO VEDERE I DOCUMENTI E POI PRENDERÒ UNA DECISIONE»
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+PR0H10 SOCCORSO - ACCETTAZIONE
OSPEDALE Prime indiscrezioni relative al bilancio 2019 dell'Azienda sanitaria del Friuli Occidentale: si va verso un passivo di 2 milioni, [n basso Riccardo Riccardi
La mobilitazione
Sanità, protesta degli addetti alla Nostra Famiglia
Mobilitazione in vista per i lavoratori e le lavoratrici della Nostra Famiglia, il gruppo della sanità privata
specializzato nella cura e nella riabilitazione di disabili, in particolare bambini e minori.
Riunitisi in assemblea ieri a Pasian di Prato, i dipendenti hanno bocciato all'unanimità la scelta della proprietà, che ha recentemente deciso l'uscita unilaterale dall'attuale contratto nazionale Aris della sanità privata per applicare quello adottato nell'ambito delle Rsa, con pesanti
conseguenze sia in termini di trattamento salariale (fino al 30% di riduzione) che nella parte normativa. Immediata la reazione del personale, che ha conferito ai sindacati di categoria Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl il mandato a
proclamare lo stato di
agitazione per tutto il gruppo, che in regione conta circa 350 dipendenti dislocati nelle due sedi di Pasian di Prato e San Vito al Tagliamento. «La vertenza- sostiene il sindacato - è l'effetto della estenuante trattativa sul rinnovo dei due contratti nazionali della sanità privata, fermi addirittura al biennio economico 2006-2007.
Le forti distanze tra le parti hanno portato, nelle scorse settimane, al ritiro delle
LA STRUTTURA HA DECISO
DI ABBANDONARE IL CONTRATTO DI LAVORO DEL PRIVATO
delegazione trattante da parte dell'Aiop e all'uscita
unilaterale dal contratto da parte dell'Aris, l'associazione datoriale di cui fa parte la Nostra Famiglia». Una scelta che sta già determinando conseguenze concrete per i lavoratori della Nostra famiglia, dal momento che le ultime assunzioni di personale all'interno del gruppo sono avvenute con il nuovo
inquadramento contrattuale,
«sensibilmente peggiorativo rispetto al precedente». «In questa maniera- spiegano le segreterie regionali di categoria di Cgil, Cisl e Uil - non si crea soltanto un inaccettabile doppio regime all'interno dello stesso gruppo, ma si pongono le premesse per un arretramento complessivo sul fronte delle tutele
economiche e contrattuali».
Un polmone verde e un park al vecchio ospedale
•Svelato il progetto per attenuare i disagi legati al traffico
Il lungo "tubo" dell'ospedale Santa Maria degli Angeli è desti- nato ad essere demolito. E nel cuore dell'attuale complesso di edifici che ospita i diversi repar- ti del polo medico, ci sarà spazio per un parco. Sono i due proget- ti su cui si sta lavorando al tavo- lo istituito tra il Comune e il nuovo direttore generale dell'Azienda sanitaria, Joseph Polimeni. I due "disegni" rispon-
dono ad altrettante necessità:
dare ossigeno a una zona della città ormai stretta in una morsa di muri e cemento (e qui ci va di mezzo il verde e quindi il parco) e provare almeno a mettere una pezza a uno dei problemi più gravi che esploderà già quando sarà pronta la cittadella della sa- lute, cioè la cronica mancanza di parcheggi.
Per affrontare il problema più grave, Ciriani, Polimeni e i tecnici sono già al lavoro attor- no a un tavolo che però avrà bi- sogno di nuovi finanziamenti da parte di Roma e Trieste.
Agrusti a pagina II L'OSPEDALE Si lavora per ridurre i disagi legati al nuovo ospedale
Pareheggi e alberi
nel vecchio ospedale
•La rivelazione trapela dal tavolo tecnico tra Azienda sanitaria e Comune Giù il "tubo" dell'ingresso, libererà posti auto. Nascerà anche un'area verde
IL PIANO
PORDENONE II lungo "tubo"
dell'ospedale Santa Maria degli Angeli è destinato ad essere de- molito. E nel cuore dell'attuale complesso di edifici che ospita i diversi reparti del polo medico, ci sarà spazio per un parco. So- no i due progetti su cui si sta la- vorando al tavolo istituito tra il Comune e il nuovo direttore ge- nerale dell'Azienda sanitaria, Joseph Polimeni. I due "disegni"
rispondono ad altrettante neces- sità: dare ossigeno a una zona della città ormai stretta in una morsa di muri e cemento (e qui ci va di mezzo il verde e quindi il parco) e provare almeno a met- tere una pezza a uno dei proble- mi più gravi che esploderà già quando sarà pronta la cittadella della salute, cioè la cronica man- canza di parcheggi.
LA SOSTA
Per affrontare il problema
più grave, Ciriani, Polimeni e i tecnici sono partiti da una non-notizia. Nel quartiere dell'ospedale non c'è posto per parcheggiare. La scoperta dell'acqua calda. È già così ades- so, figurarsi quando sarà vera e reale la somma tra cittadella e nuova struttura sanitaria. E la caserma Mittica, che rappresen- terebbe l'area di sfogo naturale, per quel giorno sarà probabil- mente ancora in attività. «Ri- schiano di volerci dieci anni per una sua riconversione», ammet- te Ciriani. Bene, quindi come fa- re per evitare di consegnare un quartiere al caos assoluto? Uti- lizzando il vecchio ospedale co- me un Tetris, con i mattoncini da spostare per creare spazio. E si partirebbe dal "tubo", il mi- ni-padiglione dell'ingresso che oggi ospita reception e uffici.
«L'idea - spiega Ciriani - è quella di demolirlo per ricavare posti auto necessari all'accessibilità del nuovo ospedale e della citt-
della della salute». L'ingresso del nuovo ospedale, com'è noto, si troverà su vial Rotto, quindi sul lato opposto, ma ricavare già qualche parcheggio in più al posto dell'attuale ingresso non sarebbe male. La seconda opera- zione avverrebbe addentrando- si nei meandri dell'ospedale at- tuale, dove ci sono diverse aiuo- le spartitraffico che possono es- sere rimosse per trovare qual- che altro parcheggio. Cure pal- liative, verrebbe da dire, cara- melle per chi ha bisogno di tera- pie intensive. Ma tant'è, altro al momento non si può fare, per- ché la zona è già satura e non c'è spazio neanche per un altro par- cheggio sotterraneo. L'unica speranza deriva dall'abbatti- mento dei padiglioni del vec- chio ospedale. «Stiamo allesten- do quello che abbiamo chiama- to un "cantiere di pensiero" per arrivare il più possibile pronti al primo stress test per la zona, che sarà rappresentato dall'au-
mento di traffico diretto alla cit- tadella della salute, pronta nel 2021. Abbiamo bisogno di spazi, e la direzione intrapresa è quel- la che porta alla demolizione dei padiglioni del vecchio ospe- dale che non saranno più utiliz- zati dopo lo spostamento dei re- parti all'interno della nuova struttura sanitaria che nascerà a fianco».
IMPRATICABILE PER MOLTI ANNI
LA RICONVERSIONE DELLA "MITTICA"
SI RISCHIERÀ
IL COLLASSO DEL TRAFFICO
IL POLMONE
C'è poi un secondo progetto che riguarda sempre l'interno dell'attuale Santa Maria degli Angeli. Per la prima volta, infat- ti, si parla di un nuovo parco da inserire artificialmente nel vec- chio ospedale. La chiave resta sempre l'abbattimento dei padi- glioni che saranno scartati
dall'Azienda sanitaria. «L'inte- ro quartiere - conclude Ciriani - ha bisogno di ossigeno e di ver- de, per non essere soffocato dal cemento. Per questo stiamo pro- vando a trovare all'interno del vecchio ospedale lo spazio per un polmone verde da realizzare al posto di uno o più padiglio- ni». Alberi e piante, perché non basterà trovare parcheggi, biso- gnerà anche pensare non lascia- re in piedi eco-mostri vuoti in una zona già scolorita dal gri- giume.
Marco Agrusti
Il progetto c'è, i soldi no: servirà un altro finanziamento
IL NODO
PORDENONE Prima di Natale, il presidente della Regione Mas- similiano Fedriga e il vicepresi- dente cond elega alla Salute Riccardo Riccardi hanno con- segnato nelle mani del sindaco Alessandro Ciriani e dell'allora commissario dell'Azienda sani- taria Possamai un assegno da 50 milioni di euro. Soldi neces- sari a riempire il nuovo ospeda- le con attrezzature moderne.
Ottima notizia per tutta la cit- tà, ma per far partire il proget- to di riconversione del vecchio polo medico, l'attuale Santa Maria degli Angeli, rischiano di volercene altrettanti. E al momento non ci sono. Il piano finanziario necessario a copri- re tutti i costi del nuovo ospe- dale e delle opere collaterali è già coperto al 100 per cento.
Tradotto, i 50 milioni arrivati sotto l'albero di Natale sono stati anche gli ultimi, almeno se si considera solamente la prima tranche del progetto.
Tradotto una seconda volta,
ogni piano che immagini la de- molizione e la riconversione dei padiglioni che resteranno inutilizzati dovrà essere rifi- nanziato. Lo ammette anche il sindaco Alessandro Ciriani. «Il tavolo c'è, i primi progetti an- che - spiega -, ma i soldi al mo- mento no, perché la copertura finanziaria è stata utilizzata tutta per il nuovo ospedale e la cittadella della salute». Il pro- blema però è che la viabilità, proprio a causa del nuovo ospedale, diventerà caotica im- mediatamente, e i fondi do- vranno essere reperiti con ur- genza. «Allo stato - prosegue Ciriani - siamo a quota zero.
Non c'è nemmeno un soldo per trasformare il vecchio ospeda- le di Pordenone. Dovremo chie- derli nelle varie sedi, dalla Re- gione allo Stato, sino all'Unio- ne europea». Perché demolire spesso non ha un costo tanto diverso dal costruire. Servirà quindi un piano-bis nella stes- sa area, che dovrà tenere conto di un'emergenza in grado di va-
nificare lo sforzo compiuto per migliorare la sanità di tutta la provincia. E questo al netto del- le polemiche relative alla posi- zione del nuovo ospedale, dal momento che non si può spo- stare il cantiere e portarlo in mezzo a un campo.
M.A.
SARÀ NECESSARIO BUSSARE
ALLA PORTE DELLA REGIONE DEL MINISTERO
E DELL'UNIONE EUROPEA IL SINDACO CIRIANI:
«LA COPERTURA ECONOMICA
È STATA ESAURITA
PER IL CANTIERE
DEL NUOVO POLO»
CONSIGLIERE REGIONALE N i c o l a Conficoni del PD
SACILE
«Colpita dall'accusa che la sua proposta di insediare un policlinico privato in città sia priva di riscontri concreti, la Lega di Sacile reagisce attac- cando la Regione da lei go-
Sanità
Conficoni attacca la Lega
vernata per la mancata aper- tura 24 ore su 24 del locale Centro di salute mentale». Lo sottolinea il consigliere re- gionale del Partito democra- tico Nicola Conficoni, che non nasconde il suo stupore dopo aver letto le dichiara- zioni del capogruppo della Lega in consiglio comunale Marco Bottecchia. Quest'ulti- mo, dopo aver attaccato la maggioranza colpevole di non aver accolto un proprio ordine del giorno sul Centro di salute mentale, aveva criti- cato «il PD che in cinque an- ni di governo non ha fatto nulla per l'ospedale sacile- se». «Visto l'oggetto del con- tendere - aggiunge Conficoni - mi sia permesso di chieder- mi se hanno perso la testa».
Secondo il consigliere regio- nale, in merito al problema del Centro di salute mentale,
«giova ricordare che rispon-
dendo ad un'interrogazione del Partito Democratico sul tema, il vicepresidente della regione Riccardo Riccardi ha già assicurato la volontà dell'Asfo (ex Aas5) di aumen- tare l'orario di fruizione del- la struttura, seppure senza fornire indicazioni sui tem- pi. Vigileremo affinché alle parole seguano i fatti». Poi Conficoni allarga il discorso:
«Per rilanciare la Cittadella della salute integrata alla cit- tà è altresì fondamentale po- tenziare il servizio di riabili- tazione e i posti letto per post acuti della struttura interme- dia polivalente». E conclude con l'auspicio che «la Regio- ne, per migliorare la capacità di risposta alla domanda di salute dei cittadini, invece di farsi attrarre dalle sirene pri- vate, investa nella sanità pub- blica».
M.S.
Dai social un aiuto per gli adolescenti
con malattie croniche
•La ricerca del Burlo su 212 ragazzi con patologie
«Un mezzo per superare l'isolamento sociale»
LA RICERCA
UDINE Facebook? Una preziosa ri- sorsa per adolescenti con malat- tie croniche. Lo rivela una ricer- ca della Clinica pediatrica dell'Irccs Burlo Garofolo di Trie- ste che suggerisce di riconsidera- re il ruolo di Facebook fra adole- scenti malati cronici, come mez- zo per superare l'isolamento so- ciale e condividere l'esperienza con chi ha problemi di salute analoghi. Non sempre, dunque, i social media vanno demonizza- ti. Per adolescenti con malattie croniche, l'accesso a uno spazio online condiviso può rappresen- tare un ausilio psicologico im- portante, permettendo di supera- re l'isolamento che le patologie croniche impongono e di condi- videre la propria condizione con i pari scambiando informazioni.
L'ANALISI
L'ospedale infantile, in colla- borazione con il Dipartimento di medicina e chirurgia dell'Univer- sità di Trieste, ha analizzato l'uso che un gruppo di 212 adole- scenti e giovani adulti (fra 13 e 24 anni) con malattie croniche face- va di Facebook nei periodi di ri- covero ospedaliero - cioè duran- te le fasi acute - e in quelle non acute della malattia. Le patolo- gie selezionate per lo studio han- no incluso fibrosi cistica, morbo di Crohn, diabete mellito di tipo 1
e malattie infiammatorie croni- che intestinali. Due le conclusio- ni dell'indagine: per questi giova- ni pazienti il noto social network è uno strumento importante per- ché aiuta a soddisfare i bisogni di socialità fortemente limitati dal- la loro condizione, offrendo la possibilità di condividere l'espe- rienza difficile con i pari ed inol- tre, nei periodi acuti della malat- tia il tempo trascorso in rete au-
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RICERCA Analizzato un campione
L'OSPEDALE INFANTILE CON L'ATENEO
HA ANALIZZATO L'UTILIZZO DI FACEBOOK
DA PARTE DI UN GRUPPO
menta da una media di 5 fino a 11 ore, e in parallelo c'è la volontà di evitare le ingerenze da parte di medici e personale sanitario.
L'indagine si è avvalsa di un que- stionario ideato da Valentina Taucar, infermiera del team di Egidio Barbi, direttore della struttura complessa Clinica pe- diatrica, con un master in cure palliative pediatriche e vent'anni di esperienza a contatto con ado- lescenti cronici. «I pazienti croni- ci sono spesso trascurati a livello psicologico proprio per il perdu- rare della loro condizione che, al- la fine, viene considerata quasi la normalità. Il fatto di trascorre- re lunghi periodi di degenza pro- voca dunque isolamento, noia, ansia e vulnerabilità emotiva»
spiega Taucar. Secondo una ri- cerca della Società Italiana di pe- diatria (2017), circa il 20-30% de- gli adolescenti italiani soffre di una malattia cronica che si pro- trae per più di 6 mesi, e circa il 10-13% di essi percepisce tale con- dizione come assai penalizzante per la qualità di vita. «Per reclu- tare i pazienti ho lanciato un ap- pello su Facebook, cui hanno ri- sposto in 72 dopo appena 10 mi- nuti». Importante è stato il ruolo del passaparola: molti ragazzi hanno chiesto il permesso di condividere la partecipazione al- lo studio con amici di Facebook affetti da patologie simili: «In breve ho raccolto 212 volontari».
Elisabetta Batic
DIBATTITO
I ritardi del territorio nell'applicazione
della legge sul fine vita
A due anni dall'entrata in vi- gore della legge 219/2017 sulle norme in materia di con- senso informato e di disposi- zioni anticipate di trattamen- to, prosegue il dibattito su una norma che rimane «bella e sconosciuta, caduta nel di- menticatoio, una legge che non minaccia ma consente di fare cose utili e giuste». Così almeno l'ha definita Luigi Gaudino, professore di Dirit- to comparato all'ateneo udi- nese, intervenuto ieri pome- riggio all'incontro organizza- to dal consigliere regionale Pd, Roberto Cosolini, sul te- ma dei diritti delle persone nel trattamento sanitario.
La riflessione è partita ap- punto dal fine vita e dalle
"Dat", ovvero le disposizioni anticipate di trattamento, co- munemente definite testa- mento biologico o biotesta- mento, ma ha investito in mo- do più generale anche il dirit- to del paziente, e delle perso- ne che gli stanno vicino, alla conoscenza e alla condivisio- ne dei percorsi di trattamen- to. «Una legge - ha sottolinea- to Gaudino - che cerca di smuovere quell'aspetto per il quale chi oggi entra in ospe- dale non si sente a casa pro- pria. Innanzitutto un medico
deve saper ascoltare, deve avere tempo da dedicare, co- sì come il soggetto deve ave- re il diritto di sapere o non sa- pere, e di delegare».
Flavio Paoletti, presidente dell'Ordine degli infermieri di Trieste, dopo aver sottoli- neato il fatto che al confron- to avrebbero dovuto parteci- pare tutti i rappresentanti della politica, non il solo Pd, ha spiegato che «il problema è che nella nostra cultura non è contemplato il concet- to della morte, motivo per cui credo che ci vorranno an- ni prima che il registro nazio- nale si riempia. È un tema che andrebbe affrontato pri- ma di stare male, ricordando che è possibile cambiare idea sempre e in qualsiasi momen- to. Gli infermieri - ha conclu- so Paoletti - faranno di tutto per divulgare la legge, ma bi- sogna informare al meglio i cittadini sulla possibilità di decidere sulla questione e sulle modalità d'accesso al re- gistro». Cosolini, infine, ha ri- cordato che, a differenza di altre regioni, «il Fvg non ha ancora approvato una nor- ma per il riconoscimento ed il sostegno dei caregiver». — L.P.
©RIPR0DUZI0NERISERVA1A
SAN DANIELE
Vertice sull'ospedale
«Il pronto soccorso
completato nel 2021»
Incontro tra il sindaco e la direzione dell'Azienda sanitaria Valent: la risonanza magnetica sarà installata in estate
Luciano Patat
SAN DANIELE. I lavori nell'ospe- dale Sant'Antonio di San Da- niele procederanno secondo il cronoprogramma già stabi- lito. L'annuncio è arrivato ie- ri, nel corso dell'incontro fra il sindaco, Pietro Valent, e i vertici dell'Azienda sanitaria universitaria "Friuli Centra- le", svoltosi inmunicipio a Vil- la Serravallo. All'appunta- mento hanno preso parte, ol- tre al primo cittadino, anche ilneo segretario comunale Si- mona Santoro, il direttore ge- nerale dell'Azienda sanitaria, Massimo Braganti, il diretto- re sanitario Laura Regattin, il direttore amministrativo Alessandro Faldon e il diretto- re dei Servizi socio sanitari Denis Caporale. «È stata l'oc- casione per fare il punto sui la- vori in ospedale, in particola-
re per quanto riguarda la riso- nanza magnetica, un tema che da tempo sta a cuore alla cittadinanza- evidenzia il sin- daco Valent -. Il direttore ge- nerale Braganti ha assicurato che l'apparecchiatura sarà in- stallata attorno alla metà del 2020 e che, a ruota, si comin- cerà ad ampliare e potenziare sotto il profilo tecnologico il Pronto soccorso. Per la nostra città e per l'area collinare si tratta sicuramente di due no- tizie positive». Una volta par- tite le opere, l'obiettivo è con- segnare all'utenza il Pronto soccorso nella sua veste rinno- vata il prossimo anno.
Molti altri i temi trattati du- rante il vertice in municipio, nel quale il primo cittadino ha illustrato a Braganti - che si è insediato negli scorsi mesi - le peculiarità del Sandanie- lese. «Ho voluto segnalare ai dirigenti dell'Azienda sanita-
ria una caratteristica partico- lare del nostro territorio, che ha fatto dell'integrazione so- cio-sanitaria uno dei suoi pun- ti di forza - aggiunge il sinda- co -. Abbiamo portato all'at- tenzione dei vertici anche la nostra casa di riposo di via Dalmazia, che dispone di 146 posti letto: si tratta di un fiore all'occhiello per i servizi all'u- tenza e che proprio con il no- socomio San'Antonio ha un rapporto privilegiato». Nel corso dell'incontro è stato trattato anche il rapporto tra l'ospedale spoke di San Danie- le e quello hub di Udine. «Il di- rettore Braganti - conclude Valent -, che proviene da esperienze importanti in al- tre regioni, haben colto il ruo- lo e la rilevanza di San Danie- le sia come ospedale, sia co- me sistema di integrazione so- cio-sanitario».—
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Fedriga conferma la richiesta di quarantena
Il governatore non si allinea alla posizione di Conte sui bambini cinesi. Replica al premier citando Ricciardi e Burloni
Mattia Pertoldi
UDINE. Nessun passo indietro, nemmeno dopo l'appello del premier Giuseppe Conte.
Massimiliano Fedriga - così come gli altri governatori del- le Regioni del Nord dove la Le- ga siede in maggioranza - continua infatti a sostenere la necessità che non siano sol- tanto gli italiani di rientro dal- la Cina a dover essere sottopo- sti a quarantena sanitaria ob- bligatoria.
Fedriga, assieme ai colle- ghi di Lombardia, Veneto e Trentino Alto Adige, ha infat- ti inviato lunedì pomeriggio, al ministro della Salute Rober- to Speranza, una lettera in cui chiede al Governo di im- porre l'isolamento anche a quegli alunni, ed eventual- mente pure ai docenti, di ritor- no da zone della Cina affette da coronavirus prima di auto- rizzarne l'ingresso negli istitu- ti scolastici italiani.
Una richiesta, quella dei go- vernatori, che non ha soltan-
to alzato un polverone di pole- miche - con Debora Serrac- chiani e Nicola Zingaretti a bocciare l'iniziativa -, ma che ha portato pure il premier a in- tervenire chiedendo ai quat- tro presidenti di «fidarsi di chi ha competenze specifiche sul tema». Il problema, per il pre- sidente del Consiglio, è che nel corso della giornata sono intervenuti anche due esperti di caratura internazionale co- me Walter Ricciardi - ex presi- dente dell'Istituto superiore di sanità e professore di Igie- ne e Medicina Preventiva all'università Cattolica di Ro- m a - e Roberto Burioni schie- randosi a fianco della richie- sta leghista.
Tanto è bastato, quindi, per rafforzare la convinzione di Fedriga di aver fatto bene a inviare quella lettera. «Mante- niamo la posizione perché il nostro è semplice buon senso - ha spiegato -, mentre dalla maggioranza di Governo è ar- rivata soltanto una bieca spe- culazione. Tutti noi stiamo
collaborando con l'esecutivo e con il ministero cercando di portare un contributo, aven- do anche molta competenza su materie sanitarie. Anche in queste ore persone che non possono dirsi certamente affi- ni alla Lega, ma professionisti del settore di acclamata fama come Burioni e Ricciardi, di- cono che abbiamo ragione.
Noi sosteniamo semplice- mente, agganciandoci alla cir- colare che lo stesso ministero ha emesso, la necessità di trat- tare con maggior cautela i sog- getti provenienti da aree affet- te dalla Cina chiedendo i 14 giorni precauzionali nei quali non accedano a scuole e uni- versità».
Per il presidente «in questa
fase non si devono fare con-
trapposizioni, e sono molto
sorpreso per l'attacco di Italia
Viva e Leu che denota un com-
portamento irresponsabile di
alcuni membri della maggio-
ranza e di alcuni parlamenta-
ri con la solita, bieca, specula-
zione contro la Lega». —
Assistenza ai minori Riccardi: ridurre il ricorso alla sanità extraregionale