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28 febbraio Angius Casari

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Academic year: 2022

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Testo completo

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28 febbraio Angius

Casari

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Con il contributo di

Comune di Padova Fondazione

Orchestra di Padova e del Veneto

Sergio Giordani

Sindaco di Padova, Presidente Paolo Giaretta

Vicepresidente Marco Angius

Direttore musicale e artistico

Via Marsilio da Padova 19 35139 Padova

T 049 656848 - 656626 info@opvorchestra.it www.opvorchestra.it

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Sostenitore e partner tecnico Mecenati Art Bonus 2019

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53

a

stagione concertistica 2018/2019 Giovedì 28 febbraio 2019

Ciclo completo, ciclo parziale Verde Auditorium Pollini – ore 20.45 Concerto n° 6747

Direttore

Marco Angius

Tenore

Enrico Casari

In collaborazione con

SaMPL / Sound and Music Processing Lab CSC / Centro di Sonologia Computazionale

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Programma

PROGR AMMA

Luigi Boccherini (1743-1805) / Luciano Berio (1925-2003) Quattro versioni originali della Ritirata notturna di Madrid sovrapposte e trascritte per orchestra

Ferruccio Busoni (1866-1924) Rondò arlecchinesco

Allegro molto

Giuseppe Verdi (1813-1901) Ballabili da Macbeth

{ intervallo }

Nicola Sani (1961)

Tempestate, per orchestra e live electronics (Commissione OPV, prima esecuzione assoluta) Giuseppe Verdi (1813-1901) / Luciano Berio Otto romanze per tenore e orchestra

In solitaria stanza Il poveretto Il mistero L’esule

Deh, pietoso, oh addolorata Il tramonto

Ad una stella Brindisi

Nicola Sani è compositore in residenza per la Stagione 2018/2019 dell’Orchestra di Padova e del Veneto.

Alle Otto romanze per tenore e orchestra di Verdi / Berio

è dedicata la Lezione di sabato di Sandro Cappelletto del 2 marzo 2019.

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MARCO ANGIUS

È un direttore d’orchestra e d’ensemble. Ha diretto Ensemble Intercontemporain, London Sinfonietta, Tokyo Philharmonic, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino, Orchestra Toscanini di Parma, Orchestra Haydn di Trento e Bolzano, Orchestra Verdi, Orchestra della Svizzera Italiana, Orchestre de Lausanne, Orchestre de Nancy, Orchestra della Toscana, I Pomeriggi Musicali, Luxembourg Philharmonie, Muziekgebouw/

Bimhuis di Amsterdam. Tra i teatri La Fenice di Venezia, Opera di Firenze/Maggio Musicale Fiorentino, Comunale di Bologna, Massimo di Palermo, Regio di Torino, Lirico di Cagliari, Regio di Parma. Nella vasta discografia spiccano Luci mie traditrici di Salvatore Sciarrino, Mosaîque e Mixtim di Ivan Fedele, Die Schachtel di Evangelisti, Risonanze erranti di Nono, Abyss di Donatoni, Quodlibet di Castiglioni, Noîse di Adámek (con l’Ensemble Intercontemporain) fino a Die Kunst der Fuge di Bach. Nell’ambito del teatro musicale ha diretto La volpe astuta e Káťa Kabanová di Janáček, Sancta Susanna di Hindemith, Aspern di Sciarrino, Jakob Lenz di Rihm, Don Perlimplin di Maderna, L’Italia del destino di Luca Mosca, Il suono giallo di Alessandro Solbiati (Premio Abbiati 2016), Medematerial

di Dusapin (Premio Abbiati 2018), Alfred, Alfred di Donatoni, Il diario di Nijinsky di Detlev Glanert. Già direttore principale dell’Ensemble Bernasconi dell’Accademia Teatro alla Scala, dal settembre 2015 è direttore musicale e artistico dell’Orchestra di Padova e del Veneto con cui ha all’attivo numerosi dischi e integrali sinfoniche (in particolare quelle di Beethoven e Schubert). Tra i suoi libri: Come avvicinare il silenzio (Rai Eri, 2007), Del suono estremo (Aracne, 2014). Ha inaugurato la Stagione 2016/2017 del Teatro La Fenice con l’opera Aquagranda di Filippo Perocco (Premio Abbiati 2017), oltre a una nuova edizione del Prometeo di Luigi Nono al Teatro Regio di Parma (di imminente uscita discografica). Ha recentemente inaugurato la Stagione 2018/2019 dell’Opera di Firenze con Le villi di Puccini.

ENRICO CASARI

Ha iniziato lo studio del canto al Conservatorio di Verona con Maria Sokolinska Noto. Successivamente ha proseguito i suoi studi con Augusto Vicentini, Ivo Vinco e Sherman Lowe. Ha inoltre approfondito la sua formazione musicale presso la Facoltà di Musicologia dell’Università di Pavia. Nel 2006 è stato selezionato per partecipare al Laboratorio Teatro Musicale del Settecento diretto da

Interpreti

INTERPRETI

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6 INTERPRETI

Enzo Dara, debuttando nel ruolo di Bastiano in Bastiano e Bastiana di Mozart al Teatro Bibiena di Mantova.

È stato poi membro presso l’Opera Studio della Vlaamse Opera a Gand e presso l’Opera Studio dell’Opéra National du Rhin di Strasburgo.

Vincitore di numerosi concorsi internazionali, tra gli ultimi impegni nel 2015 ha interpretato Beppe in Pagliacci al fianco di Marcelo Álvarez e Leo Nucci all’Opéra de Monte- Carlo, e poi Normanno nella Lucia di Lammermoor all’Opéra de Lille, Rouen, Limoges e Reims e Die Schöpfung di Haydn a Liegi. Il 2016 lo ha visto impegnato in Věc Makropulos (Janek) con la regia di Robert Carsen all’Opéra National du Rhin e al Teatro La Fenice in Manon Lescaut (Des Grieux) di Auber al fianco di Sumi Jo, nel Requiem di Mozart all’Opéra Royal de Wallonie e di nuovo in Pagliacci all’Opéra de Metz. Nel 2017 ha cantato Kudrjas in Kat’a Kabanová con la regia ancora di Carsen al Regio di Torino e in seguito ha partecipato alla Gazzetta (Alberto) alla Israeli Opera di Tel Aviv, alla Scala di seta (Dormont) al Théâtre des Champs Elysées e a Pagliacci all’Opéra National du Rhin. Nella Stagione 2017/2018 si segnalano Adriana Lecouvreur di Cilea al fianco di Roberto Alagna e I puritani di Bellini a Montecarlo, il debutto nel ruolo di Narraboth nella Salome di Strauss al Regio di Torino, Carmen e in Turandot all’Arena di Verona. Nella Stagione in corso ha cantato in A quiet place di Bernstein (debuttando il ruolo di François) e ancora una volta Salome al Teatro Comunale di Bologna (Narraboth).

NICOLA SANI

Nato a Ferrara nel 1961, ha studiato composizione con Domenico Guaccero, specializzandosi con Karlheinz Stockhausen e Giorgio Nottoli. Ha seguito inoltre i seminari di composizione di Tristan Murail, George Benjamin e Jonathan Harvey. È autore di opere di teatro musicale, opere per la danza, composizioni sinfoniche e da camera, opere elettroniche e installazioni intermediali, eseguite e presentate nei principali Festival e Stagioni internazionali. I suoi lavori sono stati interpretati da direttori, solisti e formazioni strumentali di fama internazionale. Ha collaborato inoltre con alcuni tra i più grandi artisti nel campo del cinema e della videoarte, tra cui Michelangelo Antonioni e Nam June Paik. Per le sue opere e per la sua attività nel campo della direzione artistica nel 2011 è stato insignito dal Ministro della Cultura francese del titolo di “Chevalier des Arts et des Lettres”. Ha inoltre ottenuto numerosi premi e riconoscimenti in Italia e all’estero, tra i quali il New Connections Award del British Council, il Prix “Ars Electronica” del Festival di Linz, il Premio Guggenheim, il Premio

“Capitani dell’Anno” per la Cultura, il Premio Scanno “Fondazione Tanturri”

per la musica, il Premio “Giuseppe Verdi” alla carriera, il premio “Erato Farnesina” del Ministero degli Affari Esteri. Con il Teatro Comunale di Bologna ha ottenuto quattro “Premi Abbiati” per altrettante produzioni realizzate nelle Stagioni 2015 e 2017. È autore di libri, saggi e articoli pubblicati in Italia, Europa e negli USA. Il catalogo delle sue opere è pubblicato dalle Edizioni

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7 INTERPRETI

Suvini Zerboni, Milano. Svolge parallelamente all’attività compositiva quella di direttore artistico e manager di istituzioni musicali. Attualmente è direttore artistico dell’Accademia Chigiana di Siena, consigliere di amministrazione della Fondazione

“Archivio Luigi Nono di Venezia”, consigliere artistico della IUC- Istituzione Universitaria dei Concerti di Roma, consulente dell’Accademia Tedesca “Villa Massimo” e

dell’American Academy in Rome per l’Italian Affiliated Fellowship. È stato sovrintendente e direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna, Presidente dell’Istituto Nazionale di Studi Verdiani di Parma, consigliere di amministrazione e direttore artistico del Teatro dell’Opera di Roma, presidente della Fondazione Isabella Scelsi di Roma, dedita al lascito culturale del compositore Giacinto Scelsi. Ha ideato il Progetto “Sonora”

promosso dal Ministero degli Affari Esteri italiano per il sostegno e la diffusione della nuova musica italiana all’estero, realizzato in collaborazione con la Federazione CEMAT. È stato inoltre membro del board di Opera Europa.

ORCHESTRA DI PADOVA E DEL VENETO

Fondata nell’ottobre 1966, in oltre 50 anni di attività l’Orchestra di Padova e del Veneto si è affermata come una delle principali orchestre italiane. Unica Istituzione Concertistico-Orchestrale attiva in Veneto, l’OPV realizza circa 120 tra concerti e opere liriche ogni anno, con una propria Stagione a Padova, concerti in Regione e per

le più importanti Società di concerti e Festival in Italia e all’estero.

La direzione artistica e musicale dell’Orchestra è stata affidata a Claudio Scimone (dalla fondazione al 1983), Peter Maag (direttore principale, 1983-2001), Bruno Giuranna, Guido Turchi, Mario Brunello (direttore musicale, 2002-2003), Filippo Juvarra. Nel settembre 2015 Marco Angius ha assunto l’incarico di direttore musicale e artistico.

L’OPV annovera collaborazioni con i nomi più insigni del concertismo internazionale, tra i quali si ricordano S. Accardo, M. Argerich, V. Ashkenazy, R. Chailly, G. Gavazzeni, R. Goebel, P. Herreweghe, C. Hogwood, S. Isserlis, L. Kavakos, T. Koopman, R. Lupu, M. Maisky, Sir N. Marriner, V. Mullova, O. Mustonen, A. S. Mutter, M. Perahia, I. Perlman, S. Richter, M. Rostropovich, K. Zimerman. Accanto all’esperienza sinfonica l’Orchestra si è distinta anche nel repertorio operistico, riscuotendo unanimi apprezzamenti in diversi allestimenti di Don Giovanni, Le nozze di Figaro, Così fan tutte e Il flauto magico di Mozart, Il barbiere di Siviglia, Il turco in Italia e La Cenerentola di Rossini, Norma e I Capuleti e i Montecchi di Bellini, L’elisir d’amore, Don Pasquale, Lucrezia Borgia, Lucia di Lammermoor di Donizetti, Rigoletto, Il Trovatore e Nabucco di Verdi, La vedova allegra di Lehár. Nella Stagione 2015/2016, su ideazione di Marco Angius, l’OPV ha ospitato Salvatore Sciarrino come compositore in residenza realizzando il primo ciclo di Lezioni di suono, esperienza che si è poi rinnovata nelle Stagioni successive con Ivan Fedele e Giorgio Battistelli. Sempre nel 2016, l’esecuzione integrale delle Sinfonie

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8 INTERPRETI

di Beethoven dirette da Angius nell’ambito del “Ludwig Van Festival”

è stata accolta da un eccezionale consenso di pubblico e di critica, confermato nel 2017 con l’integrale delle Sinfonie di Schubert. Negli ultimi anni l’Orchestra ha ampliato il proprio impegno in ambito educational, sviluppando programmi specifici per il pubblico delle famiglie e dei bambini e percorsi di formazione dedicati alle scuole dell’infanzia.

L’Orchestra è protagonista di una nutrita serie di trasmissioni televisive per Rai 5 con i tre cicli di Lezioni di suono e con Inori di Stockhausen (concerto di inaugurazione del 61°

Festival Internazionale di Musica Contemporanea della Biennale di Venezia), oltre che di una vastissima attività discografica che conta più di 60 incisioni per le più importanti etichette. Tra le pubblicazioni più recenti Quodlibet con musiche di Castiglioni, Abyss con musiche di Donatoni, An Mathilde con musiche di Dallapiccola e Togni e L’Arte della fuga di Bach/Scherchen (Stradivarius), Altri volti e nuovi 1 e 2 dedicati all’opera di Salvatore Sciarrino (Decca Italia), tutti diretti da Marco Angius. L’OPV è sostenuta da Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Regione del Veneto, Comune di Padova e Fondazione Antonveneta.

Violino principale Giacomo Bianchi Violini I

Enrico Rebellato **

Stefano Bencivenga Davide Dal Paos Ivan Malaspina Laura Maniscalco Federica Fersini Annie Hsu Violini II

Gianluca Baruffa*

Pavel Cardas Simone Castiglia Chiara Di Bert Rebecca Innocenti Elena Meneghinello Viole

Alberto Salomon * Floriano Bolzonella Silvina Sapere Alberto Belli Giada Broz

Marcella Campagnaro Violoncelli

Francesco Martignon * Caterina Libero Fernando Sartor Giancarlo Trimboli Piero Bonato Irene Zatta Contrabbassi

Francesco Di Giovannantonio * Daniele Carnio

Emiliano Piccolini Flauti

Mario Folena * Riccardo Pozzato Simone Candiotto °

continua e

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N o te

53a stagione concertistica 2018/2019 Giovedì 28 febbraio 2019

Ciclo completo, ciclo parziale Verde Auditorium Pollini – ore 20.45 Concerto n° 6747

Direttore Marco Angius Tenore Enrico Casari

Luigi Boccherini (1743-1805) / Luciano Berio (1925-2003) Quattro versioni originali della Ritirata notturna di Madrid sovrapposte e trascritte per orchestra

Ferruccio Busoni (1866-1924) Rondò arlecchinesco

Giuseppe Verdi (1813-1901) Ballabili da Macbeth Nicola Sani (1961)

Tempestate, per orchestra e live electronics (Commissione OPV, prima esecuzione assoluta) Giuseppe Verdi (1813-1901) / Luciano Berio Otto romanze per tenore e orchestra

In collaborazione con

SaMPL / Sound and Music Processing Lab CSC / Centro di Sonologia Computazionale

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10 NOTE

Una novità di Nicola Sani, compositore tra i più originali nel lavoro di ricerca sul rapporto che unisce suono degli strumenti, tecnologie digitali interattive e no- stra percezione emotiva, inaugura un concerto di indubbia originalità. Così l’autore, attuale compositore in residenza dell’Orchestra di Padova e del Veneto, presenta il proprio lavoro: «Ho intitolato Tempestate la mia composizione per due ragioni:

la prima è perché sono stato molto stimolato dal titolo della stagione dell’OPV di quest’anno, Tempi e Tempeste. La seconda perché trovo che questa parola, tra i suoi molteplici significati, esprima l’inquietudine di una necessità di ricerca. Tempestate è un invito ad agire, a rompere forme precostituite, è una sorta di irruzione e di devastazione di un contesto sonoro, un atto di ribellione che non avviene neces- sariamente per contrasti violenti, ma che penetra e frantuma qualsiasi vincolo.

Tempestate è un progetto per orchestra e live electronics nel quale lo spazio ha un ruolo fondamentale, grazie all’introduzione all’interno dell’orchestra del motion capture, tecnologia usata prevalentemente in ambito cinematografico e che viene qui portata in una dimensione di esplorazione spazio-timbrico-temporale del suo- no. Ci sarà dunque un’orchestra che vedremo davanti a noi e una che, grazie alla magia oggi consentita dalle tecnologie, avvolgerà gli spettatori senza che questi possano rendersene conto». Il brano, dedicato alla memoria del compositore e amico Mario Bertoncini, recentemente scomparso, è realizzato grazie alla colla- borazione con Alvise Vidolin, che cura la regia del suono, e alla coproduzione tra il Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova e il Laboratorio SaMPL del Conservatorio Pollini.

Due volte ritorna il nome di Luciano Berio. Il nostro grande compositore, scom- parso nel 2003, si è spesso appassionato a rivisitare e ricreare brani del passato, riuscendo in un progetto arduo: non tradire né l’autore di partenza, né se stesso.

Così accade per La musica notturna delle strade di Madrid di Luigi Boccherini, brano nato nel 1780 e destinato a un tale successo che lo stesso Boccherini ne preparò quattro versioni per altrettanti diversi organici cameristici. Berio sovrappone que- ste versioni, amplia l’organico per orchestra, si concentra sull’aspetto della Ritirata notturna: l’esercito sta arrivando, si avvicina, sfila proprio davanti a noi, prima di allontanarsi, dolcemente svanendo nel buio di una festosa notte di Spagna.

Preciso è il riferimento che ispira il Rondò arlecchinesco di Ferruccio Busoni, un brano del 1916. Il compositore immagina la maschera bergamasca «in un vestito di toppe variopinte / in un agile corpo / in un coraggioso e saggio spirito» e ci offre una chiave per vederla mentre ascoltiamo: «Il linguaggio di Arlecchino è universale.

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11 NOTE

Ora egli afferma decisamente i suoi princìpi con la tromba; ora irride al mondo con il suono dell’ottavino; ora minaccia con i contrabbassi, geme con il violoncello, cerca terre lontane con l’agilità di un violino». Oltre la maschera, Busoni insegue l’umanità del personaggio, la sua natura amorosa, che emerge in una serenata, la spiccata tendenza a fuggire e mettersi in salvo quando, per vicende sentimentali o per i frequenti litigi, la situazione si complica. E finalmente, lontano, al sicuro (cioè, cantando fuori scena) Arlecchino fa sentire la sua voce in una risata di scherno verso il mondo.

Volevi avere una tua opera rappresentata a Parigi? Dovevi aggiungere un bal- letto per venire incontro ai gusti del pubblico. Una regola ferrea, imposta dalle consuetudini del grand-opéra, che Verdi impara presto a conoscere e rispettare.

Nascono così i Ballabili del Macbeth; non musica d’occasione, ma una partitura ric- chissima di intenzioni e carattere nella quale, grazie a un ritmo spesso travolgente, il compositore riesce a non snaturare il contesto della sua opera, dove convivono il reale e il fantastico, gli esseri umani, i loro intrighi, delitti e allucinazioni.

Da un Verdi in prima persona a un Verdi rivisitato. Berio sceglie Otto romanze per tenore e orchestra dalle 17 liriche per voce e pianoforte pubblicate da Verdi tra il 1838 (la sua prima opera a venire pubblicata!) e il 1849, quando è ormai diventato un compositore molto affermato. Scrive Berio: «Penso che queste Otto romanze per voce e pianoforte (non conosco la data di composizione per la mag- gior parte di esse) possano essere considerate dei veri e propri studi per scene, arie e cabalette di melodrammi verdiani in fieri. Vi si ritrovano infatti echi del Nabucco, de La forza del destino, del Don Carlos e, addirittura, una intera frase da

“Tacea la notte placida” del Trovatore. Avrei potuto orchestrare “alla Verdi” queste espressive e idiomatiche romanze, riesumando cioè i manierismi orchestrali del primo Verdi rintracciabili nella parte pianistica... Invece, la linea di condotta da me perseguita nell’orchestrazione non è omogenea perché questi otto brani - pur nella loro “verdianità” - sono assai diversi fra loro nel carattere espressivo, nello spesso- re musicale e nella qualità, spesso sconsolante, dei testi». Poi, parlando dei propri interventi, precisa che questi «adattamenti contribuiscono a collocare le Otto ro- manze in un rispettoso e sottile tessuto di riferimenti musicali, che commenta, con il senno e il distacco di centocinquanta anni dopo, i rapporti del linguaggio, dello stile e della maniere verdiane col tempo che passa».

L’infinita storia della musica, del suo farsi, appunto, nel tempo.

[Sandro Cappelletto]

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Le note di sala per i concerti della 53a Stagione OPV sono commissionate a illu- stri musicologi e critici musicali dall’Associazione Amici dell’Orchestra di Padova e del Veneto. L’Associazione Amici dell’OPV è un’associazione senza scopo di lucro che riunisce appassionati di musica, sul modello di analoghi sodalizi creatisi intorno alle più importanti istituzioni concertistico-musicali. Gli Amici dell’OPV condividono più da vicino la realtà dell’Orchestra promuovendo ogni possibile iniziativa destinata a valorizzarne l’attività e lo sviluppo.

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Oboi

Paolo Brunello * Nicolò Dotti Corno inglese Erika Rampin Clarinetti Luca Lucchetta * Rocco Carbonara Clarinetto basso Massimiliano Limonetti Fagotti

Aligi Voltan * Paolo Furegato Controfagotto Matteo Scavazza Corni

Marco Bertona * Alberto Prandina Claude Padoan * Giovanni Catania Trombe

Simone Lonardi * Roberto Caterini Alessandro Ferrari Daniele Casarotti Tromboni Alessio Savio Alessio Brontesi Fabio Rovere Tuba e cimbasso Roberto Ronchetti Timpani

Alberto Macchini

Percussioni Federica Biondi Antonio Ceravolo Saverio Rufo Arpa

Cristina Centa

* Prima parte

** Concertino

° Anche ottavino

INTERPRETI

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14 TESTI

Verdi / Berio

Otto romanze per tenore e orchestra

In solitaria stanza

di Jacopo Vittorelli (1749-1835) In solitaria stanza

Langue per doglia atroce;

Il labbro è senza voce, Senza respiro il sen, Come in deserta aiuola, Che di rugiade è priva, Sotto alla vampa estiva Molle narcisso svien.

Io, dall’affanno oppresso, Corro per vie rimote E grido in suon che puote Le rupi intenerir

Salvate, o Dei pietosi, Quella beltà celeste;

Voi forse non sapreste Un’altra Irene ordir.

Il poveretto

di S. Manfredo Maggioni (1810-1870) Passegger, che al dolce aspetto Par che serbi un gentil cor, Porgi un soldo al poveretto Che da man digiuno è ancor.

Fin da quando era figliuolo Sono stato militar

E pugnando pel mio suolo Ho trascorso e terra e mar;

Ma or che il tempo su me pesa, Or che forza più non ho, Fin la terra che ho difesa, La mia patria m’obliò.

Testi

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15 TESTI

Il mistero

di Felice Romani (1788-1865) Se tranquillo a te d’accanto, Donna mia, talun mi vede, O felice appien mi crede, O guarito dall’amor:

Ma non tu, che sai pur quanto Combattuto e oppresso ho il cor.

Come lago, che stagnante Par che dorma, e appena mova, Ma tempeste in fondo cova Sconosciute al vïator,

Muta calma ho nel sembiante, Ho scompiglio in fondo al cor.

Se un sospiro, se un lamento Il timore a me contende, Dell’amore che m’accende Non scemò l’intenso ardor;

Come lampa in monumento, Non veduto avvampa in cor.

E vivrà benchè represso, Benchè privo di conforto;

E vivrebbe, ancor che morto Lo volesse il tuo rigor:

Chè alimento da sè stesso Prende amore in nobil cor.

L’esule

di Temistocle Solera (1815-1878) Vedi! la bianca luna

Splende sui colli;

La notturna brezza

Scorre leggera ad increspare il vago Grembo del queto lago.

Perché, perché sol io

Nell’ora più tranquilla e più soave Muto e pensoso mi starò? Qui tutto È gioia; il ciel, la terra

Di natura sorridono all’incanto.

L’esule solo è condannato al pianto.

Ed io pure fra l’aure native Palpitava d’ignoto piacer.

Oh, del tempo felice ancor vive La memoria nel caldo pensier.

Corsi lande, deserti, foreste, Vidi luoghi olezzanti di fior;

M’aggirai fra le danze e le feste, Ma compagno ebbi sempre il dolor.

Or che mi resta?... togliere alla vita Quella forza che misero mi fa.

Deh, vieni, vieni, o morte, a chi t’invita E l’alma ai primi gaudi tornerà.

Oh, che allor le patrie sponde Non saranno a me vietate;

Fra quell’aure, su quell’onde Nudo spirto volerò;

Bacerò le guance amate Della cara genitrice Ed il pianto all’infelice Non veduto tergerò.

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16 TESTI

Deh, pietoso, oh addolorata di J. W. v. Goethe (1749-1832), trad. di Luigi Balestra (1808-1863) Deh, pietoso, oh addolorata, China il guardo al mio dolore;

Tu, una spada fitta in core, Volgi gl’occhi desolata Al morente tuo figliuol.

Quelle occhiate, i sospir vanno Lassù al padre e son preghiera Che il suo tempri ed il tuo affanno.

Come a me squarcin le viscere Gl’insoffribili miei guai E dell’ansio petto i palpiti Chi comprendere può mai?

Di che trema il cor? Che vuol?

Ah! tu sola il sai, tu sol!

Sempre, ovunque il passo io giro, Qual martiro, qual martiro Qui nel sen porto con me!

Solitaria appena, oh, quanto Verso allora, oh, quanto pianto E di dentro scoppia il cor.

Sul vasel del finestrino La mia la crima scendea Quando all’alba del mattino Questi fior per te cogliea, Ché del sole il primo raggio La mia stanza rischiarava E dal letto mi cacciava Agitandomi il dolor.

Ah, per te dal disonore, Dalla morte io sia salvata.

Deh, pietoso al mio dolore China il guardo, oh addolorata!

Il tramonto

di Andrea Maffei (1798-1885) Amo l’or del giorno che muore Quando il sole già stanco declina, E nell’onde di queta marina Veggo il raggio supremo languir.

In quell’ora mi torna nel core Un’età più felice di questa;

In quell’ora dolcissima e mesta Volgo a te, cara donna, il sospir.

L’occhio immoto ed immoto il pensiero,

Io contemplo la striscia lucente Che mi vien dal seren, dal sereno

occidente

La quiete solcando, solcando del mar E desio di quell’aureo sentiero Ravviarmi sull’orma infinita Quasi debba la stanca mia vita Ad un porto di pace guidar.

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Ad una stella di Andrea Maffei Bell’astro della terra, Luce amorosa e bella, Come desia quest’anima Oppressa e prigioniera Le sue catene infrangere, Libera a te volar!

Gl’ignoti abitatori Che mi nascondi, o stella, Cogl’angeli s’abbracciano Puri fraterni amori, Fan d’armonie cogl’angeli La spera tua sonar.

Le colpe e i nostri affanni Vi sono a lor segreti, Inavvertiti e placidi Scorrono i giorni e gli anni, Né mai pensier li novera, Né li richiama in duol.

Bell’astro della sera, Gemma che il cielo allieti, Come alzerà quest’anima Oppressa e prigioniera Dal suo terreno carcere Al tuo bel raggio il vol!

Brindisi

di Andrea Maffei

Mescetemi il vino! Tu solo, o bicchiero, Fra gaudi terreni non sei menzognero, Tu, vita de’ sensi, letizia del cor.

Amai; m’infiammaro due sguardi fatali;

Credei l’amicizia fanciulla senz’ali, Follia de’ prim’anni, fantasma illusor.

Mescetemi il vino, letizia del cor.

L’amico, l’amante col tempo ne fugge, Ma tu non paventi chi tutto distrugge:

L’età non t’offende, t’accresce virtù.

Sfiorito l’aprile, cadute le rose, Tu sei che n’allegri le cure noiose:

Sei tu che ne torni la gioia che fu.

Mescetemi il vino, letizia del cor.

Chi meglio risana del cor le ferite?

Se te non ci desse la provvida vite, Sarebbe immortale l’umano dolor.

Mescetemi il vino! Tu sol, o bicchiero, Fra gaudi terreni non sei menzognero, Tu, vita de’ sensi, letizia del cor.

TESTI

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e risparmia il 65%

di imposta.

Detraibilità Fiscale delle donazioni Art Bonus D.L. N° 83/2014:

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ART BONUS

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Orchestra di Padova e del Veneto si impegna a rendere pubblico sul proprio sito, sui social network, nella propria corrispondenza, nel proprio programma e nei propri libretti di sala i nomi e i marchi dei donatori. Per l’adesione a sostegno di specifici programmi, OPV si impegna ad effettuare edizioni speciali e citazioni specifiche del donatore.

COME SI CERTIFICA IL BONUS?

Una volta ricevuta la donazione, farà tutto OPV: la donazione e il donatore verranno dichiarati sul sito artbonus.gov.it che rappresenta lo strumento di certificazione per l’Agenzia delle Entrate. Anche il donatore può registrarsi al sito e rendere nota la propria attività di sostegno all’Arte e alla Musica.

PROGETTI SPECIALI

Per interventi di sostegno consistenti, OPV promuoverà attraverso il sito opvorchestra.it il sostegno ricevuto dal donatore, e proporrà progetti speciali – anche con la collaborazione del donatore – da sostenere a favore della cultura musicale, delle scolaresche, della cittadinanza, e del territorio, per favorire la crescita di Padova come “Casa della Musica” del Veneto.

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Stagione concertistica 2018/2019 TEMPI E TEMPESTE

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Joseph Mallord William Turner (1775-1851) Tempesta di neve - Nave a vapore all’ingresso di un porto © Tate, London 2018

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