• Non ci sono risultati.

Scelgo uno dei due dadi a caso, con la stessa probabilità, e lo lancio per n volte, dove n ∈ N è un numero fissato

N/A
N/A
Protected

Academic year: 2021

Condividi "Scelgo uno dei due dadi a caso, con la stessa probabilità, e lo lancio per n volte, dove n ∈ N è un numero fissato"

Copied!
10
0
0

Testo completo

(1)

Laurea Triennale in Matematica 2011/12 Nome:

10 settembre 2012 Email:

Quando non è espressamente indicato il contrario, per la soluzione degli esercizi è possibile usare tutti i risultati visti a lezione (compresi quelli di cui non è stata fornita la dimostrazione).

Esercizio 1. Ho due dadi regolari: il dado α ha sei facce, su cui sono scritti i numeri interi da1 a 6, mentre il dado β ha dodici facce, su cui sono scritti i numeri interi da 1 a 12. Scelgo uno dei due dadi a caso, con la stessa probabilità, e lo lancio per n volte, dove n ∈ N è un numero fissato.

(a) Qual è la probabilità che tutti i lanci diano come risultato il numero3?

(b) Qual è la probabilità che tutti i lanci diano come risultato lo stesso numero?

(c) Se tutti i lanci danno come risultato il numero 3, qual è la probabilità che il dado scelto sia stato α? Si mostri che tale probabilità (condizionale) è sempre > 12 e se ne studi il comportamento per n → ∞.

Soluzione 1. (a) Introduciamo gli eventi A:= “il dado scelto è A” e C := “tutti i lanci danno come risultato il numero3”. Allora P(A) = 12, mentreP(C|A) = (16)n e P(C|B) = (121)n, da cui

P(C) = P(C|A) P(A) + P(C|Ac) P(Ac) =  1 6

n

1 2+ 1

12

n

1 2 = 1

2

 1 6

n

+ 1 12

n . (b) Introduciamo l’ulteriore evento D:= “tutti i lanci danno come risultato lo stesso il numero

3”. Allora P(D|A) = 6(16)n mentre P(D|B) = 12(121)n, dunque P(D) = P(D|A) P(A) + P(D|Ac) P(Ac) = 1

2

 1 6

n−1

+ 1 12

n−1 . (c) Per la formula di Bayes

P(A|C) = P(C|A) P(A)

P(C) = (16)n

(16)n+ (121)n = 1

1 + (12)n = 2n 2n+ 1.

Dato che 2n > 1 per ogni n ∈ N e che limn→∞(12)n = 0, segue che P(A|C) > 12 e che P(A|C) → 1 per n → ∞.

(2)

Esercizio 2. Siano ϕ, ψ: R → R due funzioni crescenti e limitate. L’obiettivo di questo esercizio è di mostrare che

Cov ϕ(X), ψ(X)

≥ 0 , per ogni variabile aleatoria reale X . (1) (PerchéCov(ϕ(X), ψ(X)) è ben definita?)

(a) Si mostri che

ϕ(x) − ϕ(y)

ψ(x) − ψ(y)

≥ 0 , ∀x, y ∈ R . (2)

[Sugg.: si distinguano i casi x > y, x= y e x < y.] Si deduca che, per ogni coppia di variabili aleatorie reali X, Y definite sullo stesso spazio di probabilità(Ω, A, P), vale la relazione

ϕ(X) − ϕ(Y )

ψ(X) − ψ(Y )

≥ 0 .

(b) Se X, Y sono variabili aleatorie reali indipendenti e con la stessa legge, si spieghi con precisione perché valgono le seguenti relazioni:

E ϕ(X)ψ(Y )

= E ϕ(X) E ψ(X) , E ϕ(Y )ψ(Y )

= E ϕ(X)ψ(X) . (c) Si dimostri la relazione (1).

Soluzione 2. (a) Dato che le funzioni ϕ e ψ sono limitate per ipotesi, le variabili aleatorie ϕ(X) e ψ(X) sono in L2, pertanto la loro covarianza è ben definita.

Se x ≥ y allora ϕ(x) ≥ ϕ(y) e ψ(x) ≥ ψ(y), perché le funzioni ϕ e ψ sono crescenti, pertanto(ϕ(x) − ϕ(y)) ≥ 0 e (ψ(x) − ψ(y)) ≥ 0, dunque anche il loro prodotto è positivo e (2) è verificata. Viceversa, se x ≤ y si ha (ϕ(x) − ϕ(y)) ≤ 0 e (ψ(x) − ψ(y)) ≤ 0, dunque il

loro prodotto è ancora positivo e (2) è verificata per ogni x, y ∈ R.

Scegliendo x = X(ω) e y = Y (ω), per un arbitrario ω ∈ Ω, segue che ϕ(X) − ϕ(Y )

ψ(X) − ψ(Y )

≥ 0, come dovevasi dimostrare.

(b) Se X e Y sono indipendenti, anche ϕ(X) e ψ(Y ) sono indipendenti per un risultato visto a lezione (funzioni di variabili indipendenti sono indipendenti). Dato che ϕ(X) ∈ L1 e ψ(Y ) ∈ L1, per una proprietà ben nota il valore atteso del prodotto si fattorizza e dunque E ϕ(X)ψ(Y )

= E ϕ(X) E ψ(X).

Se X e Y hanno la stessa legge, allora g(X) e g(Y ) hanno la stessa legge, quale che sia la funzione misurabile g, per un risultato visto a lezione (conservazione della legge). Scegliendo g(x) := ϕ(x)ψ(x) segue che ϕ(X)ψ(X) e ϕ(Y )ψ(Y ) hanno la stessa legge. Dato che il valore atteso dipende solo dalla legge (ed è ben definito per variabili aleatorie limitate), segue che E ϕ(Y )ψ(Y )

= E ϕ(X)ψ(X).

(c) Dato che ϕ(X) − ϕ(Y )

ψ(X) − ψ(Y )

≥ 0, per monotonia del valore atteso di ha che E

ϕ(X) − ϕ(Y )

ψ(X) − ψ(Y )

≥ 0 . Per linearità

Eϕ(X)ψ(X) + E ϕ(Y )ψ(Y ) − E ϕ(X)ψ(Y ) − E ψ(Y )ϕ(Y ) ≥ 0 , e ricordando i punti precedenti

2 Eϕ(X)ψ(X) − 2 E ϕ(X) E ψ(X) ≥ 0 , ossia, per definizione di covarianza,

2 Cov ϕ(X), ψ(X)

≥ 0 .

(3)

Esercizio 3. Siano X e U variabili aleatorie reali indipendenti, definite sullo stesso spazio di probabilità(Ω, A, P), entrambe a valori in N0 = {0, 1, 2, . . .}. Supponiamo che U abbia distribuzione uniforme (discreta) sull’insieme {0, . . . , n}, dove n ∈ N0 è un numero fissato.

(a) Si mostri che

P(X + U = n) = 1

n+ 1 P(X ≤ n) . [Sugg.: si noti che {X+ U = n} =Sn

m=0{X = m, U = n − m}.]

(b) Si mostri che

P(X = k | X + U = n) = P(X = k | X ≤ n) , ∀k ∈ N0. Si noti che basta verificare la relazione per k ∈ {0, . . . , n} (perché?).

(c) Si deduca che

E(X | X + U = n) = E(X | X ≤ n) ,

dove il membro sinistro indica il valore atteso della variabile aleatoria X rispetto alla probabilità condizionaleP(· | X + U = n), e analogamente per il membro destro.

(d) (*) Utilizzando la relazione (1) dell’Esercizio 2, per un’opportuna scelta delle funzioni crescenti (non necessariamente limitate) ϕ e ψ, si mostri che

E(X | X > n) ≥ E(X) . Si deduca che

E(X | X ≤ n) ≤ E(X) .

[Sugg.: si scrivaP(X > n) = E(ψ(X)) per un’opportuna funzione ψ.]

Soluzione 3. (a) Per ipotesi

P(U = m) = 1

n+ 11{0,...,n}(m) , ∀m ∈ N0, quindi

P(X + U = n) =

n

X

m=0

P(X = m, U = n − m) =

n

X

m=0

P(X = m) P(U = n − m)

= 1

n+ 1

n

X

m=0

P(X = m) = 1

n+ 1P(X ≤ n) . (b) Per definizione di probabilità condizionale, per k ∈ {0, . . . , n}

P(X = k | X + U = n) = P(X = k, X + U = n)

P(X + U = n) = P(X = k) P(U = n − k)

1

n+1P(X ≤ n) , e dato cheP(U = n − k) = n+11 ,

P(X = k | X + U = n) = P(X = k)

P(X ≤ n) = P(X = k, X ≤ n)

P(X ≤ n) = P(X = k |, X ≤ n) , dove nella seconda uguaglianza abbiamo usato il fatto che {X = k} ⊆ {X ≤ n} se k ≤ n e dunque {X = k} = {X = k} ∩ {X ≤ n}.

(c) Per ogni variabile aleatoria Y a valori in N0, definita su uno spazio di probabilità(Ω, A, Q), per le proprietà del valore atteso possiamo scriverre

EQ(Y ) = X

k∈N0

kQ(Y = k) ,

(4)

dove indichiamo conEQ il valore atteso rispetto alla probabilitàQ. Scegliendo Q = P(· | X + U = n) e Q = P(· | X ≤ n) rispettivamente, otteniamo che

E(X | X + U = n) = X

k∈N0

k P(X = k | X + U = n) , E(X | X ≤ n) = X

k∈N0

k P(X = k | X ≤ n) ,

e dato che i termini nei membri di queste relazioni sono uguali, per quanto mostrato nei punti precedenti, l’uguaglianza dei membri sinistri segue.

(d) La relazione da dimostrare può essere riscritta come

E(X 1{X>n}) ≥ E(X) P(X > n) . (3) Se introduciamo le funzioni ϕ(x) := x e ψ(x) := 1(n,+∞)(x), notando che 1{X>n}= ψ(X) e P(X > n) = E(1{X>n}) = E(ψ(X)), la relazione diventa

E(ϕ(X) ψ(X)) ≥ E(ϕ(X)) E(ψ(X)) , ossia precisamente la relazione (1) dell’Esercizio 2.

Infine, notando che 1{X>n} = 1 − 1{X≤n} e P(X > n) = 1 − P(X ≤ n), la relazione (3) può essere riscritta come

E(X (1 − 1{X≤n})) ≥ E(X) (1 − P(X ≤ n)) , ossia

E(X) − E(X 1{X≤n}) ≥ E(X) − E(X) P(X ≤ n) , cioè

E(X 1{X≤n}) ≤ E(X) P(X ≤ n) .

(5)

Esercizio 4. Sia {Xn}n∈N una successione di variabili aleatorie reali i.i.d., definite sullo stesso spazio di probabilità(Ω, A, P). Supponiamo che funzione di ripartizione di X1 sia data da

FX1(x) =



1 − 1

√x



1[1,∞)(x) .

(a) Si mostri che X1 ha legge assolutamente continua e se ne determini la densità. Per quali valori di p ∈(0, ∞) si ha che X1 ∈ Lp?

(b) Si determini la funzione di ripartizione delle variabili aleatorie Mn e Wn, definite da Mn := max{X1, . . . , Xn} , Wn := 1

n2Mn.

(c) Si mostri che per n → ∞ la successione Wn converge in legge verso una variabile Y , la cui funzione di ripartizione è data da

FY(y) = e−1/y1(0,∞)(y) . Si deduca che

n→∞lim P(Mn> n2) = c > 0 e si determini il valore di c.

(d) Dopo aver osservato che le variabili Xi sono q.c. positive (perché?), si spieghi perché X1+ . . . + Xn ≥ Mn q.c. ,

e si deduca che

lim inf

n→∞ P X1+ . . . + Xn

n > n



≥ c > 0 . (4)

(e) Siano ora {Yn}n∈N variabili aleatorie reali i.i.d. in L1 e sia µ:= E(Y1) ∈ R. Si deduca dalla legge debole dei grandi numeri che

n→∞lim P Y1+ . . . + Yn

n > n



= 0 .

Come si spiega il contrasto con la relazione (4) ottenuta in precedenza?

Soluzione 4. (a) La funzione FX1(·) è C1 a tratti, dunque X1 è assolutamente continua con densità

fX1(x) = FX01(x) = 1

2 x3/21[1,∞)(x) . Si ha che

E(|X1|p) = Z

R

|x|pfX1(x) dx = Z

1

1

2 x3/2−p dx ,

da cui segue che E(|X1|p) < ∞, e dunque X1 ∈ Lp, se e solo se 3/2 − p > 1, ossia p < 12. Notiamo in particolare che X1 non appartiene a Lp per nessun valore di p ≥1.

(b)

FMn(y) = P(max{X1, . . . , Xn} ≤ y) = FX1(y)n =



1 − 1

√y

n

1[1,∞)(y) , FWn(w) = P(Wn≤ w) = P(Mn≤ n2w) = FMn(n2w) =



1 − 1 n√

w

n

1[ 1

n2,∞)(w) . (c) Si noti che limn→∞1[1

n2,∞)(w) = 1 se w > 0 mentre limn→∞1[1

n2,∞)(w) = 0 se w ≤ 0. Di conseguenza

n→∞lim FWn(w) = e−1/

w1(0,∞)(w) = FY(w) , come volevasi dimostrare. Scegliendo w= 1 si ottiene in particolare che

e−1 = FY(1) = lim

n→∞FWn(1) = lim

n→∞P(Wn≤ 1) = lim

n→∞P(Mn≤ n2) ,

(6)

e dunque

c := 1 − e−1 = lim

n→∞(1 − P(Mn≤ n2)) = lim

n→∞P(Mn> n2) .

(d) Le variabili Xi sono q.c. positive (anzi ≥1) perché FXi(x) = FX1(x) = 0 per x ≤ 1. Dato che per definizione Mn coincide con una delle variabili X1, . . . , Xn (quella con il valore massimo) e le altre sono positive, la somma X1+ . . . + Xn vale almeno Mn. Di conseguenza, se Mn> t allora a maggior ragione X1+ . . . + Xn> t. Più formalmente, q.c. vale l’inclusione di eventi

{Mn> t} ⊆ {X1+ . . . + Xn> t} , ∀t ∈ R . Scegliendo t= n2 e usando la monotonia della probabilità, si ha

P(X1+ . . . + Xn> n2) ≥ P(Mn> n2) .

Per il punto precedente, la successione nel membro destro converge a c > 0 per n → ∞, quindi illim inf della successione al membro sinistro vale almeno c.

(e) Per la legge debole dei grandi numeri, per ogni ε >0

n→∞lim P



Y1+ . . . + Yn

n − µ

> ε



= 0 . Per n > µ+ ε si ha

 Y1+ . . . + Yn n > n





Y1+ . . . + Yn

n − µ

> ε

 , dunque

n→∞lim P Y1+ . . . + Yn

n > n



= 0 .

Non c’è contraddizione con la relazione (4) ottenuta in precedenza, perché le variabili Xi non sono in L1, come mostrato in precedenza, e dunque non si può applicare la legge debole dei grandi numeri.

(7)

Esercizio 5. Sia (X, Y ) un vettore aleatorio bidimensionale, ossia a valori in R2, con legge assolutamente continua, con la seguente densità:

fX,Y(x, y) = (y − x) e−y1[0,∞)(x) 1[0,∞)(y) 1[0,∞)(y − x) = (y − x) e−y1{0≤x≤y}.

(a) Si determinino le densità marginali di X e di Y . Si identifichino quindi le distribuzioni di X e Y come leggi note: X ∼ Exp(1) mentre Y ∼ . . . .

[Sugg.: Può essere utile integrare per parti.]

(b) Le variabili aleatorie X e Y sono indipendenti?

(c) Sia ϕ : (0, ∞) → (0, 1) una funzione biunivoca, differenziabile e (strettamente) crescente.

Definiamo la variabile aleatoria W := ϕ(X). Si esprima la funzione di ripartizione di W in termini di ϕ−1(·). Si determini quindi ϕ affinché W abbia distribuzione uniforme continua sull’intervallo(0, 1).

[Sugg.: La distribuzione di X è già nota dal punto (a).]

(d) (*) Si calcoli la funzione di ripartizione della variabile Z := Y − X, mostrando che è assolutamente continua e determinandone la densità.

Soluzione 5. (a) Chiaramente fX(x) = 0 per x < 0, mentre per ogni x ≥ 0 fX(x) =

Z

R

fX,Y(x, y) dy = Z

x

(y − x)e−ydy = Z

x

y e−ydy − x Z

x

e−ydy

= x e−x + Z

x

e−ydy − x e−x = e−x,

dunque X ∼ Exp(1) = Γ(1, 1). Per quanto riguarda Y , analogamente, fY(y) = 0 per y < 0, mentre per ogni y ≥0

fY(y) = Z

R

fX,Y(x, y) dx = Z y

0

(y − x)e−ydx = y e−y Z y

0

1 dx − e−y Z y

0

x dx

= y2e−y−y2

2 e−y = y2 2 e−y, dunque Y ∼Γ(3, 1).

(b) Se le variabili aleatorie X e Y fossero indipendenti, la loro densità congiunta coinciderebbe q.o. con il prodotto delle densità marginali, ossia con la funzione

g(x, y) = fX(x) fY(y) = y2

2 e−x−y1[0,∞)(x) 1{[0,∞)}(y) .

È facile mostrare che le funzioni fX,Y(x, y) e g(x, y) non coincidono q.c.. Per esempio, sull’insieme aperto {(x, y) ∈ R2 : x > y > 0} si ha che fX,Y(x, y) = 0, mentre g(x, y) > 0.

Di conseguenza X e Y non sono indipendenti.

(c) Per costruzione W = ϕ(X) ∈ (0, 1), quindi FW(w) = 0 se w ≤ 0 e FW(w) = 1 se w ≥ 1. Per w ∈(0, 1), la controimmagine ϕ−1(w) è ben definita. Inoltre, essendo ϕ crescente, si ha che ϕ(x) ≤ w se e solo se x ≤ ϕ−1(w), per ogni x ∈ (0, ∞) e w ∈ (0, 1). Quindi, per w ∈ (0, 1) FW(w) = P(W ≤ w) = P(ϕ(X) ≤ w) = P(X ≤ ϕ−1(w)) = FX−1(w)) = 1 − e−ϕ−1(w),

perché FX(x) = 1 − e−x per x >0, essendo X ∼ Exp(1).

Affinché W ∼ U(0, 1) si deve avere che FW(w) = w per w ∈ (0, 1), ossia 1 − e−ϕ−1(w) = w .

Ponendo w= ϕ(x) per x ∈ (0, ∞) si ha dunque

1 − e−ϕ−1(ϕ(x)) = ϕ(x) ⇐⇒ ϕ(x) = 1 − e−x.

(8)

(d) Si ha che

FZ(z) = P(Y − X ≤ z) = P((X, Y ) ∈ {(x, y) : y − x ≤ z}) = Z

R2

1{y−x≤z}fX,Y(x, y) dx dy , da cui segue che per z <0 si ha FZ(z) = 0, a causa della restrizione 1[0,∞)(y − x) nella densityà fX,Y(x, y). Per z ≥ 0, scrivendo {y − x ≤ z} = {x ≥ y − z}, le restrizioni globali su x sono:

x ≥0 , x ≤ y , x ≥(y − z) , quindi

x ∈[max{0, y − z}, y] . Di conseguenza

FZ(z) = Z

0

dy

 Z y

max{0,y−z}

fX,Y(x, y) dx



= Z z

0

dy

 Z y 0

fX,Y(x, y) dx

 +

Z +∞

z

dy

 Z y y−z

fX,Y(x, y) dx



= Z z

0

dy e−y

 Z y 0

(y − x) dx

 +

Z +∞

z

dy e−y

 Z y y−z

(y − x) dx



= Z z

0

dy e−yy2 2 +

Z +∞

z

dy e−y z2

2 = −z2 2 e−z +

Z z 0

dy e−yy + e−zz2 2

= −z e−z + Z z

0

dy e−y = 1 − (1 + z)e−z.

Dato che FZ è C1 a tratti, segue che Z è assolutamente continua con densità fZ(z) = FZ0(z) = z e−z1[0,∞)(z) ,

ossia Z ∼Γ(2, 1).

(9)

Esercizio 6 (Catene di Markov). In cortile ci sono cinque piastrelle, numerate da1 a 5. A ogni istante, Andrea salta da una piastrella all’altra, secondo le regole seguenti.

• All’istante iniziale n = 0 Andrea si trova sulla piastrella numero 3.

• Se a un certo istante si trova sulla piastrella numero 2, 3 o 4, Andrea lancia una moneta regolare: se esce testa, salta sulla piastrella col numero successivo (i → i+ 1); se esce croce, salta sulla piastrella col numero precedente (i → i −1).

• Se a un certo istante si trova sulla piastrella numero 1, Andrea lancia due monete regolari:

se escono due teste, salta sulla piastrella numero5; altrimenti, salta su quella numero 2.

• Se a un certo istante si trova sulla piastrella numero 5, Andrea lancia tre monete regolari: se escono tre teste, oppure tre croci, salta sulla piastrella numero1; altrimenti, salta su quella numero4.

Descriviamo il moto di Andrea mediante una catena di Markov {Xn}n∈N0 sull’insieme {1, 2, 3, 4, 5}, dove Xn indica la piastrella su cui si trova Andrea all’istante n ∈ N0.

(a) Si disegni il grafo che indica le transizioni della catena di Markov. Si scriva quindi la matrice di transizione, identificando le classi di irriducibilità e classificandone gli stati (transitori, ricorrenti positivi, ricorrenti nulli). La catena è aperiodica?

(b) Si determinino le probabilità invarianti della catena.

Soluzione 6. (a) Il grafo della catena di Markov è il seguente:

1 2

1

2 1

2 2

3 4

5

1 1 2

1 2

3 4

3 4

1

2 1

4 1

4

La matrice di transizione p= (pij)1≤i,j≤5 è data da

p=

0 34 0 0 14

1

2 0 12 0 0 0 12 0 12 0 0 0 12 0 12

1

4 0 0 34 0

 .

Esiste una sola classe di irriducibilità, ossia la catena è irriducibile. Pertanto, essendo lo spazio degli stati finito, tutti gli stati sono ricorrenti positivi.

La catena è aperiodica: partendo dallo stato 1, è possibile ritornare allo stato 1 in due passi, mediante le transizioni1 → 2 → 1, e anche in cinque passi, mediante le transizioni 1 → 2 → 3 → 4 → 5 → 1. Dato che il M.C.D. tra 2 e 5 è 1, la catena è aperidica.

(10)

(b) Trattandosi di una catena irriducibile su uno spazio degli stati finito, esiste un’unica proba- bilità {µi}1≤i≤5 invariante. Conviene provare a vedere se tale probabilità è reversibile, ossia se soddisfa le relazioni

µipij = µjpji, ∀i, j ∈ E .

Dato che p23= p32= 12 e p34= p43= 12, segue che µ2 = µ3 = µ4 = c, con c da determinare.

Dato che p12= 34 e p21= 12, segue che µ134 = µ221, ossia µ1 = 23c. Dato che p45= 12 e p54= 34, segue che µ412 = µ53

4, ossia µ5 = 23c. Infine, dato che p15= 14 e p51= 14, l’ultima condizione da verificare è µ114 = µ51

4, ossia µ1 = µ5, che è già soddisfatta. Ricapitolando:

µ1= 2

3c , µ2 = µ3= µ4= c , µ5 = 2 3c . Imponendo cheP5

i=1µi = 1 si trova c = 133 , e dunque µ1 = 2

13, µ2= µ3 = µ4 = 3

13, µ5 = 2 13.

Riferimenti

Documenti correlati

iv) Date due v.a.. Tre giocatori giocano tirando tre monete eque. Se escono tre teste, il giocatore che ha lanciato le monete vince la partita e il gioco termina; se escono tre

ogni giorno l’albergatore riceve al massimo una richiesta di camera doppia e ciò avviene in media un giorno su due. Calcolare la probabilità che la camera numero uno resti vuota per

Un addetto al controllo di qualità ha considerato un campione di 30 confezioni e sulla base dei dati raccolti deve decidere se interrompere o meno il processo produttivo.. Se il

1,6 punti: risposta corretta, soluzione migliore ma senza una buona proprietà di linguaggio o senza una buona esposizione.. 1,4 punti: risposta corretta ma non la

Esercizi di algebra elementare (Ilaria

Il numero che ottengo è MULTIPLO del numero che ho scelto

Da un’urna, contenente 3 palline bianche, 4 palline nere, e 2 palline rosse, vengono estratte quattro palline senza reimbussola- mento.. Si determini la probabilità di ottenere

[r]