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ELETTROSTATICA / ELETTROLOGIA Cap I

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Academic year: 2021

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ELETTROSTATICA / ELETTROLOGIA Cap I

(2)

Fenomeno noto fin dall’antichità greca!

(Talete di Mileto VI secolo a.C)

Strofinando con un panno di “opportuno materiale” (lana, “pelle di gatto!!”…) del vetro o dell’ambra, si attirano segatura, pezzi di lana, ecc.

Ambra (in greco antico: ἤλεκτρον, elektron) Cilindretto di vetro con decorazione

spiraliforme (1250 a.C.).

(3)

Nel XVI secolo si inizia a studiare estesamente il fenomeno:

W. Gilbert (1600) definisce questo effetto “Forza elettrica”

Si scopre che gli oggetti “elettrizzati”

si respingono (se uguali), altri invece (diversi) si attirano. Es. Ambra e Vetro Viene dato il nome di positiva alla elettrizzazione dell’ambra e di negativa a quella del vetro.

Legge generale:

Due corpi elettrizzati dello stesso segno si respingono,

di segno opposto si attraggono.

(4)

Un corpo carico (+ o ) esercita una forza “elettrica” attrattiva anche su materiali non carichi.

Ma se i due corpi vengono in contatto si respingono!

(5)

Un corpo “elettrizzato” si definisce “carico” ovvero possiede una

“carica elettrica”

(di segno positivo o negativo).

La carica (lo stato di carica) si crea e si trasferisce!|

Il meccanismo per il quale un corpo carico ne attira un altro scarico si chiama INDUZIONE (Elettrica)

e la carica che appare si dice Carica Indotta

(6)

Caricamento per strofinio: tipico dei materiali isolanti.

Ma anche i metalli possono caricarsi per strofinio (in opportune condizioni)

Nei metalli la carica si muove facilmente e si distribuisce in tutto il corpo

(7)

La carica elettrica non si crea né si distrugge !

E’ già presente nella materia in entrambi i segni.

In genere le cariche + e – si compensano, ma a volte possono separarsi:

Definitivamente: Es. strofinio

Temporaneamente: Induzione

(8)

Come quantificare la presenza di carica elettrica ?

Primo “strumento” : L’Elettroscopio (qualitativo/semi-quantitativo)

(9)

Anche con il semplice Elettroscopio si è potuto verificare che:

Mettendo a contatto due sfere metalliche identiche, una carica e una scarica, la carica si divide tra le due in parti uguali.

Allora, anche in tre, quattro, … parti uguali

Si possono, allora, fare esperimenti più precisi.

Charles Augustin de Coulomb

Coulomb, essendo prima di tutto ingegnere e avendo studiato le torsione dei fili, poté costruire la prima “Bilancia di torsione”, sensibilissimo strumento per misurare le forze di attrazione/repulsione (1785). ( Cavendish la userà più di dieci anni dopo, per misurare la forza di gravità)

(10)

Bilancia di torsione

F -F

Uguaglianza tra momenti: F L cos(/2) = K  F = K /L cos(/2) distanza di equilibrio tra le due sferette d = 2 L sin(/2)

Un filo torto di , reagisce con un momento M = K 

L

(11)

Facendo diversi esperimenti cambiando i valori della carica e delle distanze di equilibrio Coulomb determinò che:

La forza elettrica che agisce tra due cariche q1 e q2 poste a distanza r ha la forma:

Se q1 e q2 hanno lo stesso segno F > 0 , repulsiva (q2 è l’origine di un sistema di rif. sferico!)

se hanno segno opposto F < 0, F attrattiva

(12)

Altro Problema : Le unità di misura

Se K fosse 1 allora

Attenzione! In un sistema cartesiano il segno della forza non è legato all’essere attrattiva o repulsiva!

0 x Fx > 0, //

Fx < 0, // - Es.: Fx repulsiva

(13)

Si preferì, invece, introdurre una (ulteriore) unità di misura per la carica elettrica : il Coulomb, C

Se q1 = q2 = 1C e r = 1 m, K = |F|, F = 8.987 109 N !! (il peso di circa 9.105 Ton).

Ma invece di usare K si preferisce porre:

0 = 1/4K = 8.86 10-12 C2/Nm2 (!) : Permettività del vuoto Quindi dato: si ha da cui

(14)

Ma la carica di 1C è una carica enorme.

La carica fondamentale è quella dell’elettrone qe = 1.6 10-19 C Per cui 1C = 6.25 1018 elettroni

Per strofinio si può “creare” (separare) una carica di ~ 10-7 C = 6.25 1011 e- su ~ 1015 atomi/cm2

Forza Coulombiana vs. Forza di gravità

Atomo di Idrogeno: mp =1.67 10-27 Kg, me = 9.1 10-31 Kg, r = 5 10-11 m, Qp = - qe

 = 6.67 10-11, K = 8.9 109

FG =  = 3.61 10-47 N , FC = = 8.2 10-8 N !!

(15)

Per cui, infine: Legge di Coulomb

è il vettore che unisce la carica q2 alla carica q1 in un sistema di coordinate sferiche del quale q2 è il centro

In un sistema di coordinate cartesiane ortogonali si ha:

(16)

Si può utilizzare la Forza di Coulomb su di una carica “di prova” (q0) per misurare il valor di altre cariche!

Così si è trovato che se si mettono a contatto sfere conduttrici di diverso raggio, la carica si distribuisce proporzionalmente al raggio.

(17)

La forza elettrica (di Coulomb o Coulombiana) è un vettore per il quale valgono le note regole di composizione.

Ftot

Per n cariche si ha:

Principio di Sovrapposizione (o Indipendenza) delle Forze

Simultanee

(18)

Riprendiamo l’espressione della forza totale prodotta dalle cariche qi , fisse, sulla carica q0 che si trova nel punto p0

Se dividiamo per q0 otteniamo =

(q

i

, r

i0

)

Il vettore è funzione solo delle cariche (fisse) e della posizione di p0 quindi è un campo: il Campo Elettrico! (Campo elettrostatico)

F(q0) (x,y,z) = q0 E (x,y,z)

(19)

Per il vettore valgono le stesse regole del vettore ,

Eiy

= ….

Eiz

= ….

Convenzione : Si assume che q

0

sia positiva !

Quindi il segno di E (q1) dipende dal segno di q1.

Se q1 è > 0, E (q1) >0, se q1 <0, E (q1) <0 ,

(20)

Unità di Misura ?

E = F/q quindi E  N/C (ma se ne usa un’altra !)

Ricordiamo la presenza delle Linee di Campo o di Forza (in questo caso!) Es.: Date tre cariche uguali ai vertici di un triangolo equilatero, trovare E su una carica e al centro

tot y

(21)

In generale le cariche non sono puntiformi ma sono distribuite su corpi estesi.

Difficile il calcolo del campo vicino.

Ma quello a media-grande distanza si può calcolare.

La carica può essere distribuita in un volume, superficie o linea.

Si parla allora di

densità di volume (volumica)  (x,y,z): C/m3 Q = dq = d

densità di superficie (areale) (x,y): C/m2 Q = dq = d

densità lineare (x): C/m Q = dq = d

(22)

(x,y,z)

(x’,y’,z’) Campo in un punto P(x,y,z) dovuto ad una distribuzione continua di carica nel volume , con densità  (x’,y’,z’)

dE (x,y,z, x’,y’,z’)

=

d = dx’ dy’ dz’

Componenti !

E(x,y,z) =

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