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N U M E R O S P E C I A L E F E S T A D E L L A T O S C A N A

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Academic year: 2022

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mondo, ha assunto in quegli anni gran parte della sua fisionomia, perfi-

no paesaggistica.

Appena insediato il gran- duca comincia a mettere in pratica uno dei cardini della sua filosofia di sovra- no: l’attenzione al popolo.

Scrive di suo pugno: “È essenziale per chi governa di mostrarsi popolare, di salutare indistintamente tutte le persone, anche del popolo, di farsi vedere a piedi […]. Nei primi giorni del suo regno si verifica un piccolo incidente che mette in luce l’indole affabile del principe. Desideran- do recarsi alla villa di Poggio Imperiale, viene subito ordinato un biroccio, una vettu- ra scoperta a due o quattro posti, ma, sicco- me a Firenze quella parola non era cono- sciuta, viene mandato a palazzo un barroccio, cioè un carro per trasportare materiali.

Chiarito l’equivoco (in parte dovuto a una corte di lingua tedesca che governava su sudditi italiani), la faccenda non finisce qui.

Continua pag.2 Editoriale del Prof. Scipio Scipioni

La Festa della Toscana di quest’anno celebra la figura di Pietro Leopoldo.Il 13 settembre 1765 Pietro Leopoldo d’Asburgo-Lorena, appena diciottenne, giungeva a Firenze per insediarsi come governatore reggente del granducato di Toscana, di cui, a seguito della rinuncia del fratello maggiore ai propri diritti di succes- sione, assunse, nel gennaio successivo, il titolo di granduca. Il nuovo principe, nono- stante la giovane età, rivelò una grande capacità organizzativa e una volontà di modernizzazione che l’avrebbero portato a realizzare riforme innovative, destinate a lasciare un segno nella storia delle istituzio- ni politiche e giuridiche. Il suo pensiero, ispirato ai princìpi dell’Illuminismo, e la coerenza della sua azione di governo lo faranno ricordare come uno dei sovrani più “illuminati”. La dinastia degli Asburgo- Lorena era succeduta, per decisione e accordo delle case regnanti europee,

all’ultimo rappre- sentante della famiglia dei Medi- ci, il granduca Gian Gastone, morto nel 1737.

Pietro Leopoldo regnò a Firenze fino al 1790, quan- do, per l’improvvisa scom- parsa del fratello Giusep- pe, assunse la corona imperiale, con il nome di Leopoldo II. Sono, quelli del suo governo toscano, venticinque

anni in cui tutto cambia:

si rinnovano l’agricoltura e la vita produttiva, la giustizia e la sanità, la cultura e il costume, mentre si licenzia l’esercito, si aprono scuole

e ospedali e si trascorre un periodo di pace.

La vicenda leopoldina, e in generale lorene- se, è rimasta schiacciata tra quello che l’ha preceduta e ciò che l’ha conclusa, ossia tra gloria dei Medici e l’epica risorgimentale. Ma la Toscana di oggi, luogo di bellezza e di cultura, di cui ci sentiamo legittimamente orgogliosi e che suscita ammirazione nel

Pietro Leopoldo: un sovrano relativamente assoluto

S O M M A R I O :

Pubblicazione realizzata a cura della tipografia del Consiglio regionale della Toscana ai sensi della LR 4/2009

EFFETTI COLLAT ERALI EFFETTI COLLAT EFFETTI COLLAT ERALI ERALI EFFETTI COLLAT ERALI

OCCHIO AI DIRIT TI OCCHIO AI DIRIT OCCHIO AI DIRIT TI TI OCCHIO AI DIRIT TI

F E B B R A I O 2 0 1 6 N U M E R O S P E C I A L E

F E S T A D E L L A T O S C A N A

Istituto Comprensivo Statale “Guido Monaco”

Disegno di Alessia Bellon 2A The great dicta-

tor The help

2

3

13 Novembre 2015, attentati a Parigi

4

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Iniziative festa della Toscana Cesare Beccaria

6

La storia di Iqbal 7

Le organizzazio- ni umanitarie non governative Olympie de Gou- ges

8

Il cammino dei diritti La statua della libertà

9

L’accoglienza in Toscana

10

Letture sul raz- zismo

Gaetano Filange- ri

11

10

Le riforme di Pietro Leopoldo e la Toscana moderna: iniziativa eco- nomica, delle comunità, dell’organizzazione corporativa, dei diritti umani

Presentazione del Presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani

Nel 2015 si è svolta la quindicesima edizione della Festa della Toscana. Le iniziative che il Consiglio regionale ha promosso sul territorio sono state finalizzate a sottolineare l’alto valore di questa ricorrenza, non solo come evocazione di un avvenimento storico coincidente con l’abolizione della pena di morte nel 1786 ad opera del Granduca Leopoldo di Toscana, ma anche come rappresentazione e riflessione sui diritti dell’uomo e della pace.

La Festa della Toscana è stata dedicata a “Le riforme di Pietro Leopoldo e la Toscana moderna: iniziativa econo- mica (liberalizzazioni); delle comunità (enti locali e loro identità); dell’organizzazione corporativa (scioglimento delle corporazioni e costituzione delle camere di commercio); dei diritti umani (abrogazione della pena di mor- te e della tortura)”.

La stagione di Pietro Leopoldo ha rappresentato infatti un momento storico di grandi riforme, un balzo in avan- ti per i diritti civili, con l’abrogazione della pena di morte e della tortura, ma anche un periodo che ha lasciato il segno indelebile nell’organizzazione dei comuni contribuendo a fare crescere l’identità e l’autonomia degli enti locali, tratto distintivo della Toscana.

Oggi si auspicano le grandi riforme e la Toscana rappresenta il territorio che storicamente ha dato la spinta più forte in questa direzione e quindi un esempio attuale da seguire.

Voglio anche aggiungere che la memoria del Granduca di Toscana ci deve servire a non dimenticare quale stra- ordinaria vittoria civile sia stata l’abolizione della pena di morte, una forma di giustizia arroccata su radici bar- bare e medioevali la cui abolizione ha significato l’ingresso nell’era moderna. La memoria non ha una data di scadenza, al contrario lancia un messaggio sempre attuale sul quale si fondano le solide radici della libertà.

(2)

Immagine of Chiara Mugnai

THE GREAT DICTATOR THE GREAT DICTATOR THE GREAT DICTATOR THE GREAT DICTATOR

Last month, at school, we watched the film “ The Great Dictator” dur- ing English lessons, dealt with the teacher for a school project linked to the Human Rights. The movie was written, interpreted and di- rected by Charlie Chaplin in 1940, it denounces the absurdity of dicta- torship and the violated human

rights during the 2nd World War.

The main characters are Adenoid Hynkel (Hitler) and a Jewish barber, interpreted by Charlie Chaplin in the double role, Benzino Napoloni (Benito Mussolini), Hannah: the sweet girl living in the Jews district and Mr. Jaeckel. The story is set in Tomania (Germany) between the two World Wars. It starts with the wounding of the barber during the 1st World War and his awakening at the hospital, where the doctors realize that he has lost his memory.

Then he leaves the hospital believ- ing that nothing has changed in Tomania, but when he opens his shop and tries to clean the written

“Jew” from the showcase, the Grey Shirts (Tomania soldiers) try to ar- rest him twice ( he will be rescued by Hannah first and Schultz later).

The film carries on with Hynkel in- tent to invade Ostrich (Austria), willing obstructed by Napoloni, Batalia dictator, who has lined his Army up along the Ostrich border.

So the Great Dictator decides to invite him to visit Tomania, in order to get Batalia Army retreat. An- other character is hostile to Hynkel intent to invade Ostria: Schultz, one of his advisers, he declares himself against the invasion, so Hynkel shut him up in a concentration camp with the barber. The film ends with the most intense scene: when the Jewish barber, wearing Hynkel clothes, pronounces his touching speech to the Nation, spreading a message full of peaceful, hopeless and love words, among all the countries and its cultures.

E F F E T T I C O L L A T E R A L I

Charlie Chaplin

Riordinò e semplificò l’organizzazione ammi- nistrativa dello Stato. Giunse anche a conce- pire una Costituzione, Contratto sociale di Rousseau e avrebbe che si ispirava alle tesi del costituito una rivoluzione per un sovrano dell’”ancien régime”, ma che non poté attua- re. Pietro Leopoldo, amico di …Benjamin Franklin e seguì con grande interesse le vicen- de della Rivoluzione Americana. Appassiona- to di scienza, promosse gli studi e l’attività delle accademie. Ma il suo provvedimento più famoso fu l’abolizione della pena di morte nel 1786, mettendo in pratica i principi enun- ciati da Cesare Beccaria e facendo della To- scana, primo Stato ad adottare questa misu- ra, un’avanguardia di civiltà giuridica. Il gran- duca di Toscana aveva realizzato l’ideale, auspicato da Voltaire, del “dispotismo illumi- nato”. Il grande filosofo illuminista, infatti, scettico sull’efficacia delle rivoluzioni, affer- mava che la società andava cambiata affidan- dosi piuttosto a sovrani assoluti ma

“illuminati”, che impiegassero il loro potere al servizio del bene comune. Così, mentre in

altri Stati d’Europa imperversavano guer- re e rivolte, la Toscana divenne uno Stato libero e moderno.

Mentre altri monarchi usavano il pugno duro contro il popolo, Pietro Leopoldo auspicava e promuoveva la partecipazio- ne del popolo al governo. Quando altre famiglie regnanti distruggevano, il grandu- ca di Toscana costruiva fondamenta di cultura e civiltà ed era amato dal suo popolo. Al contrario, l’odio verso sovrani oppressori avrebbe portato, in Francia, all’uccisione della stessa sorella del gran- duca, la regina Maria Antonietta. Dopo la morte del fratello Giuseppe II, Pietro Leopoldo dovette prendere il suo posto sul trono imperiale asburgico. Il primo giorno di marzo del 1790 prese commiato dalla “sua” Toscana. Nonostante i tanti progetti incompiuti, molte erano le rifor- me che aveva saputo condurre in porto, guadagnandosi l’ammirazione del mondo illuminista e facendo della Toscana uno Stato europeo.

Continua da pag. 1

Anche il cavallo inviato successivamente con la carrozza adeguata non si rivela all’altezza del compito, perché durante la salita cade malamente. ll principe prosegue allora, sorridente, il breve viaggio a piedi, consolan- do il povero mortificatissimo cocchiere.

Il giovane granduca di Toscana dovette affrontare, iniziando il suo periodo di gover- no, una situazione molto difficile. Lo Stato era a pezzi e soffriva ancora le conseguenze di una carestia. Pietro Leopoldo cercò innan- zitutto di avere un quadro esatto della situa- zione economica del granducato, ispirandosi al principio del “conoscere per provvedere”, che fu applicato in tutti i settori. Avvalendosi di persone preparate e competenti, Pietro Leopoldo dette nuovo impulso

all’agricoltura, liberandola da vincoli atavici e preoccupandosi di migliorare le condizioni abitative e lavorative dei contadini. Fece bonificare zone paludose. Promosse lo svi- luppo dell’artigianato e dell’industria. Mi- gliorò le strade esistenti e ne costruì di nuo- ve, come la Firenze-Passo della Consuma- Casentino.

(3)

THE HELP

P A G I N A 3

This schoolyear, during English lessons, we watched the movie “The Help”, dealt with the teacher for ‘The Human

Rights’ project.

The film is the story of a book, collecting touching stories of black maids, living in the south area of the USA, where Blacks have been discriminated for a long time. All these black ser- vants work for rich white la- dies, they take care of their kids and their houses and all their stories are full of epi- sodes of injustice and dis- crimination.

The main characters are two black servants; Aibileen Clark who lost his only son, dead tragically in a car accident and Minny Jackson ‘the best cook

in Mississippi’, a bold woman that, unfortunately, is fired by Mrs Hilly but that finds a new job offered by Mrs Celia Foote, a sweet white lady and a positive character in the story. The most negative person in the film is Mrs Hilly, she humiliates black people in different ways but, at the end of the film, she shows us her weakness and fragility.

Eugenia, called ‘Skeeter’, is a white girl, rich and sensitive, she is very different from other young ladies, because she is not interested in mar- riage but in her future career,

in fact she wants to be a jour- nalist. So she decides to write a book collecting black maids

stories and Aibileen is the first person to tell Skeeter her touching exsperience.

Her courage inspires Minny and other black servants who decide to share the experi- ence.

The book is published and it is a liteary success. The story is set in Mississippi, in 1963, and underlines the theme of racism in the USA at the time.

The theme is very strong and the story is populated with courageous and interesting female characters, all looking for their place in the world, becoming the heroes of eve- ryday life. We liked this film because it pulls you into the story, touching your heart and mind , and opens your eyes to reflect on a very im- portant question: racism and its absurd discrimination . It is also funny, full of humour, hopes and good feelings. We think that this movie can be considered a timeless and universal story that cele- brates the courage of chang- ing.

Sofia Baglioni, Giulia Senesi 3^A

The great dictator

The film is set in the state of Mississippi '60s, a time when there was still no e q u a l i t y b e t w e e n whites and blacks.

The book that inspi- red the movie

We think that this film is very interesting and constructive because it talks about an im- portant question: The Funda- mental Freedoms, violated by all the dictatorships. More- over we like Charlie Chaplin use of irony, it shows us his

intuitive mind and smart intelli- gence, in fact he is able to pre- dict Hitler real intents before the events.

Emma Bendoni, Sara Pietrini 3^

B

(4)

COSA NE PENSI DEI FATTI ACCADUTI A PARIGI?

13 Novembre 2015, attentati a Parigi:

parlano i bambini

Il 13 Novembre 2015, a Parigi, ci sono stati degli attentati terroristici in vari punti della città che hanno causato la morte di 129 persone e provocato tanti feriti. Un commando di attentatori kamikaze ha col- pito sparando all'impazzata sulla folla, in strada e in alcuni locali. Gli attentati sono stati rivendicati dall’ISIS. I bambini della quinta della scuola primaria di Rassina, i giorni immediatamente successiva gli atti terroristici, hanno espresso, attraverso brevi testi e disegni, le loro emozioni e riflessioni sui fatti accaduti.

Io, pensando ai fatti accaduti a Parigi, mi sono mes- sa contro tutto il razzismo possibile e soprattutto contro l’ISIS che continua a cercare di uccidere tut- ti.

In Francia, inoltre, è rimasta uccisa anche una gio- vane ragazza di Venezia e questo mi rattrista an- cora di più.

Ogni sera penso ad una preghierina per i parigi- ni ,come “Fai che l’ISIS smetta di fare queste cose “ ,

“Mi dispiace per Parigi “. Io vorrei che finisse TUTTO.

Elettra Piantini

E F F E T T I C O L L A T E R A L I O C C H I O A I D I R I T T I

Penso che i fatti accaduti in Francia siano inutili e disa-

strosi.

Quel teatro attaccato o le bombe fatte esplodere nel centro di Parigi che hanno causato dei morti e alcuni

feriti gravemente.

Tutto questo potrebbe essere evitato.

Silvia Falsini

A me dispiace moltissimo che a Parigi siano scoppiate delle bom- be, l’ho sentito dire al telegiornale del pomeriggio ed anche oggi a

scuola ne abbiamo parlato.

Ho sentito dire che una collabora-

trice di Emergency è scomparsa.

Tante sono le persone scomparse e morte per via di questi attentati;

io vorrei che nel mondo non ci fossero queste orribili cose.

Io ho visto al telegiornale che hanno preso a sparare dentro a un bar che hanno ucciso 129 persone e lo stesso al teatro hanno anche but- tato delle bombe in piazza per fare paura alle persone.

Ora lo stato di Parigi ha chiamato [ 1.500 militari francesi intorno alla piazza con il mitra o pistole a

cercare il delinquente ].

W LA FRANCE !!!!!!

MANUEL ROMAGNOLI

(5)

P A G I N A 5

N U M E R O S P E C I A L E F E S T A D E L L A T O S C A N A

Io penso che i fatti accaduti a Parigi non siano giusti poiché noi viviamo la nostra vita tranquil- la, mentre i musulmani ci vogliono costringere a vivere la loro vita. Inoltre ho sentito anche che sono scoppiate alcune bombe. Sabato verso le 14.00 alla televisione hanno fatto vedere la par- tita fra Francia e Germania ed un giocatore, Evra, si è fermato poiché era morta sua cugina.

In settimana si svolgerà la partita tra Francia ed Inghilterra ma la Francia ha chiesto di sospen- derla. Se non mi ricordo male sono morti 8 at- tentatori e più di 100 persone. Io spero che la polizia li catturi tutti per il bene della Francia e di tutto il mondo. MARCO DATTILE.

Io penso che la strage avvenuta venerdì a Parigi non sia giusta per niente, i musulmani si sono fatti esplodere così causando morte e distruzione, insomma hanno sbagliato.

In più oggi a scuola ne abbiamo parlato . Lì sono morte 129 persone, forse di più .

Ci sono stati 8 assalitori è uno è ancora in libertà per que- sto hanno chiuso il traforo del monte Bianco.

Una ragazza di Venezia, volontaria di EMERGENCY (ospedali che si trovano in altri continenti,fondati da Gino Strada) è morta.

Infine non è per niente giusto.

Questo è quello che penso.

Marco Mazzi

Io penso che, questi tre attentati siano soltanto per gelo- sia poiché almeno tre delinquenti erano francesi dun- que, sapevano del concerto e sono entrati nel teatro sparando per 15-20 minuti. Inoltre ieri alla televisione,

hanno intervistato un signore che era allo spettacolo con una sua amica, Laura, sono scappati insieme fino ad un certo punto poi si sono divisi, lui è andato in una stanzi- na mentre lei ha tentato di scappare dal tetto ma all’

improvviso le hanno sparato e adesso è all’ ospedale in attesa che si rimetta. Ho visto anche altri due fatti, uno, durante la partita Francia - Germania ,Evrà, un giocatore si è fermato sentendo delle esplosioni mentre, l’ altra notizia è di una ragazza italiana morta negli attentati che

in questi anni è stata collaboratrice di EMERGENCY.

Laura Piccardi

(6)

PRENDONO IL VIA LE INIZIATIVE PER LA FESTA DELLA TOSCANA

Le rappresentanti degli alunni delle classi terze, nonché redattrici del Giornalino scolastico, sono interve- nute alla conferenza del 28 Novem- bre per presentare le varie iniziati- ve che saranno svolte nei mesi di Dicembre, Gennaio e Febbraio, pro- gettate dal nostro Ics Guido Mona- co. Molte delle iniziative coinvolge- ranno la redazione del Giornalino scolastico che in alcune occasioni intervisterà chi interverrà alle tavole

r o t o n d e p r e v i s t e . Il tema di quest’anno della Festa del-

la Toscana è il seguente “Le riforme

d i

Pietro Leopoldo e la Toscana Moder- na: iniziativa economica, delle comuni- tà, dell’organizzazione corporativa, dei diritti umani”. A introdurre l’argomento è stata l’Assessore Comu- nale Sassoli Elisa e la Preside Giuntini

Cristina. Il Professor Scipioni ha esposto dal punto di vista storico la vita e del Granduca evidenziando le riforme civili, agrarie e soprattutto l’abolizione della pena di morte e della tortura. In seguito è intervenuta la Professoressa Biagiotti Alida che ha presentato i vari eventi e le

attività d id attich e collegate.

Il 28 febbraio ci sarà il lancio del Giorna- lino cartaceo “Effetti Collaterali/Occhio ai diritti” che tratterrà con gli articoli degli alunni delle classi seconde e terze

ilm tema dei diritti umani.

Sara Pietrini, Emma Bendoni 3B

leggi della futura Costituzione americana.

La pena di morte non è un deterrente e non è necessaria in tempo di pace. La tor- tura non rispetta i diritti dell’uomo e le

persone alla fine confessano anche se in nocenti. La sua opera influenzò Pietro Leopoldo, Granduca di Toscana, che fu il primo a mettere in atto il pensiero rac- chiuso nel libro Beccaria nel Codice Penale Leopoldino.

Beccaria morì il 28 novembre 1794 a Mila- no a causa di un ictus. Fu sepolto nel cimi- tero della Mojazza.

Innocenti Matteo, Norcini Giulia, Tondelli Anita, Vezzosi Eleonora 2 A Pietrini Ales- sandro, Scortecci Maurizio 2 B

L’opera “DEI DELITTI E DEL- LE PENE”

L’opera fu pubblicata nel 1764 da Beccaria e riscosse molto successo. Il suo trattato sosteneva che era inutile e dannosa la pena capitale come punizione contro i crimini: uccidere una persona come puni- zione per ciò che ha compiuto non significa applicare la giustizia ma commettere un omicidio. Il reato contro le leggi, sosteneva Beccaria, era un danno arrecato agli uomi- ni e alla società, doveva essere punito dalla giustizia in modo da scoraggiare altri uomini dal compiere atti criminali, ma non con la pena di morte: la pena ai lavori for- zati avrebbe invece risarcito in parte la società per il danno subito. La reclusione in prigione, così come i lavori forzati erano forme più durature ed efficaci per una punizione più coerente. Nell’opera Becca- ria si batteva contro i trattamenti disumani dei carcerati e soprattutto contro il ripetu- to uso della tortura che riusciva a estorce- re informazioni anche agli innocenti. La pena di morte e la tortura violavano quindi i diritti umani fondamentali. Il peccato religioso era qualcosa di cui ognuno ri- spondeva davanti a Dio. La giustizia non doveva occuparsi di giudicare i peccati, c’era quindi distinzione tra peccato e rea- to. Ma siccome questo pensiero indeboliva l’autorità della Chiesa, l’opera di Beccaria fu inserita nell’Indice dei libri proibiti . L’opera fece scalpore e fu studiata da qua- si tutti i sovrani d’Europa anche se la pena di morte rimase in vigore quasi dovunque.

Classe 2 A e 2B Cesare Bonesana-Beccaria nato a Milano

il 15 marzo 1738, da Giovanni Saverio Beccaria e Maria dei Visconti di Saliceto, giurista ed economista, filosofo e lettera- to, fu uno dei massimi esponenti dell’illuminismo italiano. Studiò a Parma dai gesuiti, , poi a Pavia dove si laureò nel 1758; lesse le opere dell’illuminista fran- cese Montesquieu, iniziò a frequentare il circolo intellettuale milanese che si racco- glieva intorno ai fratelli Verri, collaboran- do alla rivista “Il Caffè” e maturando in breve tempo alcune concezioni filosofiche e giuridiche. Nel 1760, contro la volontà del padre, Beccaria sposò la sedicenne Teresa Blasco con cui ebbe quattro figli, la prima Giulia, la futura madre di Alessan- dro Manzoni. Il padre cacciò Cesare dopo il matrimonio e lui fu ospitato da Pietro Verri che lo mantenne anche economica- mente. Teresa morì il 14 marzo 1774 a causa della tubercolosi. Dopo quaranta giorni dalla morte di Teresa, Beccaria firmò il contratto di matrimonio con Anna dei Conti Barnaba Barbò da cui eb- be un figlio, Giulio Beccaria. Nel 1764 pubblicò il libro”DEI DELITTI E DELLE PE- NE” che parla dell’ingiustizia della tortura e della pena di morte: il libro ebbe molto successo in tutto il mondo. L’opera fu letta in italiano da Thomas Jefferson, Benjamin Franklin, John Adams dalla quale presero spunto per la stesura delle

Un illuminista italiano: CESARE BECCARIA

Disegno di Eleonora Vezzosi

(7)

P A G I N A 7

La storia di Iqbal

troppo però quando l’uomo dà loro del denaro per farli tacere, essi lo accettano.

Neanche questo episodio lo scoraggia ed egli sa che per riuscire a salvare tutti deve rivolgersi direttamente agli uomini del Fronte per la Liberazione dal Lavoro

Minorile.

Così, scap- pa nuova- mente di nascosto per andare a parlare con gli uomini del Fronte e per con- durli al laboratorio di Hussain Khan. Al suo ritor- no, questa volta, il ragazzo è accompa- gnato da Eshan Khan, un uomo che dedi- ca la sua vita a liberare bambini costretti a lavorare, altri due uomini del Fronte, un poliziotto ed un magistrato. Essi arre- stano Hussain Khan e liberano tutti i bambini che lavoravano nella fabbrica, conducendoli nella sede del Fronte per la Liberazione dal Lavoro Minorile fino a quando non verranno rintracciate le loro famiglie. Essi vengono ben accolti da Eshan Khan, da sua moglie e dagli altri uomini del Fronte, ma soprattutto si divertono molto giocando liberamente

come normali bambini.

Iqbal lotta con Eshan Khan per salvare molti altri bambini, infatti ne libera tren- tadue da una tessitura di tappeti clande- stina. Egli, però, non si accontenta di questo perché vuole aiutare Eshan Khan in modo ancora più attivo, anche se l’uomo lo ritiene troppo giovane per fare questo lavoro così rischioso. Iqbal conti- nua a liberare bambini e a parlare in

piazza insieme ad Eshan Khan.

Una sera egli chiama Iqbal e Fatima nel suo ufficio per comunicargli una bellissi- ma notizia: Iqbal ha vinto il premio

“Gioventù in azione” che ogni anno pre- mia un ragazzo che si è distinto per fare qualcosa di utile. Inoltre Iqbal andrà a Stoccolma per discutere sulla sua lotta, e infine a Boston dove terrà un altro incon- tro e ritirerà il premio. Iqbal parte con Eshan Khan, mentre Fatima, dopo averlo salutato, ritorna dalla sua famiglia. Prima della sua partenza, però, chiede a Maria, una bambina rimasta ancora alla sede del

Fronte, di scriverle una lettera per tenerla informata su tutto ciò che accade. Infine, Fatima, tornata dalla sua famiglia, deve ripartire con i suoi fratelli per andare in Europa per una nuova vita. Il giorno prima della par- tenza le arriva una lettera da parte di Maria che la rattrista molto: Iqbal è morto assassinato mentre trascorreva felicemente la Pasqua al suo pae- se con la sua famiglia. Al giorno d’

oggi Iqbal è diventato il simbolo della lotta contro lo sfruttamento minorile, ed è un ragazzo da apprezzare per tutto ciò che ha fatto.

PERSONAGGIO PRINCIPALE : Iqbal Descrizione: Non molto alto, sottile, bruno. Aveva gli occhi dolci e profon- di.

Carattere: testardo e dotato di gran- de tenacia,coraggioso, generoso e solidale con gli altri.

Personaggio reale, veramente esistito.

PERSONAGGIO SECONDARIO ( narra- tore) : Fatima

Descrizione: Ragazza paurosa e molto fragile caratterialmente.

Grande amica di Iqbal.

Poiché divenne schiava a pochi anni dalla sua nascita non ricorda molto della sua vita prima della schiavitù.

Personaggio inventato, frutto della fantasia dell’autore.

LUOGHI DOVE AVVENGONO I FATTI : Pakistan. L‘autore si è inventato le descrizioni dei luoghi poiché non vi è mai stato.

CONSIDERAZIONI PERSONALI:

Il romanzo ci è piaciuto molto, poiché intende “denunciare“ un aspetto della società molto drammatico: lo SFRUT- TAMENTO MINORILE.

È scandaloso che esista una sopraffa- zione come questa ,poiché non è giu- sto e non è umano sfruttare bambini innocenti e incatenarli al telaio, o costringerli a lavorare nelle fornaci per fabbricare mattoni, trattandoli come schiavi.

Abbiamo trovato molto avvincente la storia nel complesso e ci sono piaciuti molto i modi di fare di Iqbal, che gra- zie alla sua determinazione e coraggio è riuscito a liberare alcuni bambini dalla schiavitù.

E’ anche molto scorrevole e piacevo- le da leggere.

Classe III C Chiusi della Verna AUTORE : Francesco D'Adamo.

TITOLO : La storia di Iqbal.

EDIZIONE : Einaudi Ragazzi NARRATORE : In prima persona. La voce narrante è quella di Fatima, una ragazzina amica di Iqbal.

NOTIZIE SULL’ AUTORE: Francesco D'Adamo è nato nel 1949 a Milano, dove vive e lavora. E’ insegnante, scrittore e giornalista .

NOTIZIE SUL LIBRO : Il libro è stato scritto nel 2001 ed ha avuto molto successo perché è una storia affasci- nante, ispirata alla vita di Iqbal Ma- sih,. L’autore con questo romanzo ha vinto nel 2002 il Premio Cento ; il tema affrontato è quello dello sfrutta- mento minorile.

TRAMA Il romanzo racconta della storia di

Iqbal, ragazzino di 12 anni, costretto in Pakistan, a lavorare in una fabbrica di tappeti. Quando era più piccolo fu ceduto, per necessità, dalla sua fami- glia al proprietario di una fabbrica di tappeti perché con il suo lavoro a- vrebbe potuto estinguere il debito contratto dai genitori. In realtà in queste fabbriche si sfrutta solamente il lavoro dei bambini. Iqbal fu vendu- to poi ad Hussain Khan, proprietario

anche lui di una fabbrica di tappeti.

Iqbal è molto abile, lavora instancabil- mente e produce tappeti bellissimi e perciò il padrone conta molto sulle sue capacità. Nella fabbrica fa amicizia con tutti gli altri bambini, ma special- mente con Fatima, una bambina che da anni lavora lì. Iqbal crede che ci sia un modo per scappare da lì, ritrovare la propria libertà e poter giocare co- me fanno i bambini liberi. Per fare questo deve trovare un modo per ribellarsi. Un giorno, dopo aver con- cluso un bellissimo tappeto, lo di- strugge davanti al padrone, che per punizione lo manda nella Tomba, una specie di prigione dove vengono rin- chiusi e tenuti per alcuni giorni i bam- bini che sbagliano qualcosa o che disobbediscono ad Hussain Khan.

Quando esce dalla Tomba, anche se stanco e stremato, non si da per vinto e continua la sua lotta per salvare se

stesso e i suoi compagni.

Una mattina Iqbal riesce a scappare via dalla fabbrica di tappeti, torna il giorno dopo accompagnato da due poliziotti, che perquisiscono la casa e il laboratorio di Hussain Khan, pur-

E F F E T T I C O L L A T E R A L I

I diritti dei bambini

(8)

Organizzazioni umanitarie non governative

Per la difesa dei diritti u- mani si battono numerose organizzazioni non gover- native costituite da volon- tari. Amnesty Internatio- nal fondata nel 1961 dall’inglese Peter Benen- son è impegnata soprattut- to nella denuncia delle violazioni dei diritti umani e dell’uso della tortura, è presente in più di 140 Pae- si. Assiste inoltre coloro

che richiedono asilo politico per sfuggi- re alle persecuzioni del proprio paese.

Le indagini e le denunce di Amnesty svolgono un importante ruolo di stimo- lo nei confronti dei governi e delle Na- zioni Unite. Ha contribuito alla decisio- ne dell’Onu di creare il Tribunale pena- le internazionale per giudicare i respon-

sabili dei crimini contro l’umanità.Medici senza frontiere è sorta nel 1971 per iniziativa di un gruppo di medici francesi della Croce Rossa. E’ costituita da persone specializzate

nell’assistenza sanitaria che prestano la loro opera come volontari nei paesi poveri, dove l’assistenza medica non è adeguata o non esiste, o dove ci sono conflitti dove viene richiesta assistenza ai feriti e ai malati. Inoltre questa associazione si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica sulle violazioni dei diritti u- mani.

La Croce Rossa Internazionale La Croce Rossa fu

fondata a Ginevra nel 1863 da Henry Dunant con i compi- to di soccorrere i feriti in guerra. Con la Convenzione di

Ginevra fu rico- nosciuta la neu- tralità del personale sanitario. La sua azione ora è anche orientata verso l’assistenza alle vittime delle calamità e verso la prevenzione sanitaria. Il movi- mento della Croce Rossa è presente in più di 150 Paesi e si ispira a sette principi fondamentali: umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato,

unità e universalità.

Pentangelo Giacomo 2A Viska Michele 2B

Disagno di Moraru Vasi- le 2A

Disegno di Cecilia Vantini 2B

figlio scrivendo romanzi, testi teatrali e critiche politiche.

Fu insieme a Etta Palm e Theorigine de Mericourt, una delle principali protagoniste delle prime battaglie a favore dei diritti delle donne: aveva idee molto chiare per quanto riguar- dava la tutela dei diritti che rivendi- cava non solo per le donne ma anche per i lavoratori, i disoccupati e per i neri delle colonie.

La de Gouges dopo aver tentato di lanciare un giornale diretto da lei

“L’impatient” ,alla vigilia del 1789 fece pubblicistica politica a difesa dei più deboli e delle donne . Nel suo scritto più celebre ,”I diritti delle donne e della cittadine” (1791) con- dannò il modo con cui la nuova Co- stituzione francese ,firmata dall’Assemblea Nazionale Costituen- Olympe de Gouges (il suo vero no-

me era Marie Gouges), nacque nel

maggio 1748, apparteneva al ceto borghese, figlia di commercianti a Montauban, nel sud della Francia.

Sposa a 16 anni, madre a 17 e ve- dova a 18 anni mantenne sé e suo

te, non aveva di fatto considerato le donne nei principi di Libertà, Egua- glianza e Fraternità. Con la proposta di una dichiarazione dei diritti della don- na e della cittadina, Olympe de Gou- ges rivendicò il diritto all’eguaglianza fra uomini e donne e quindi l’estensione alle donne dei diritti natu- rali dell’uomo. Inoltre invitava le don- ne a riprendere la lotta per ottenere il diritto all’istruzione. Si mise contro Marat e Robespierre perché avevano tradito gli ideali della Rivoluzione fran- cese a favore della violenza. La Con- venzione, dopo aver chiuso tutti i club femminili, ordinò che fosse ghigliotti- nata nel 1793.

Bellon Alessia, Giglio Sofia, Marcia Manuele, Viska Francesco 2 A Bartolini M.Vittoria, Gnassi Martina, Maestrini Laura, Nassini Elena, Vanti- ni Cecilia 2B

Olympe de Gouges

(9)

P A G I N A 9

Il cammino dei diritti

IERI Nel XVII secolo le monarchie che

reggono i più importanti stati euro- pei dovettero affrontare rivoluzioni e rivolte. In questo periodo furono scritti due documenti destinati ad avere un’enorme influenza nelle scelte politiche dell’Occidente: la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America

(Filadelphia1776) e la Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino (Parigi 1789-1791) emanata durante la Rivoluzione francese. Entrambe le dichiarazioni si ispirarono ai principi illuministi. Ma già

in Inghilterra nel 1689 il Parlamen- to aveva decreta- to il documento Bill of Right che riconosceva alcu- ni principi fonda- mentali come la libertà

dell’individuo,

libertà di stampa e di espressione e obbligava il sovrano a rispettare una serie di diritti vecchi e nuovi del Par-

lamento.

Da questi documenti derivano due concetti base: La democrazia è il

sistema di governo più adatto al be- nessere e al progresso dell’umanità Lo Stato deve ga- rantire a tutti li- bertà di religione e di pensiero.

OGGI

Il percorso per l’affermazione dei diritti dell’uomo è una strada cospar- sa di ostacoli e, guardando il mon- do, si deve constatare che spesso i diritti umani non sono rispettati, an- che i più elementari.

Dopo le guerre mondiali nasce l’esigenza di riproporre i valori e i prin-

cipi, ormai dimenticati delle dichia- razioni settecentesche. A questo scopo nel dicembre 1948, i capi di 51 Stati fondatori dell’ONU approva- rono la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

Per la prima volta si stabiliva l’universalità dei diritti rivolti ai po- poli del mondo intero. Sono chiama- ti diritti inviolabili quei diritti che non sono concessi da una autorità ma appartengono alla persona per natura, ciascun essere umano per il fatto di esistere possiede questi di- ritti che sono: diritto alla vita e alla sicurezza, al rispetto della propria dignità, diritto alla libertà personale, di pensiero e di coscienza e altri an- cora… Dal primo al trentesimo articolo venivano affer- mati l’uguaglianza e la libertà di tutti gli esseri umani, riconosciuti a tutti i diritti civili, economici, sociali e cul- turali. L’uomo non potrà mai realiz- zarsi pienamente

come individuo se prima non vengo- no considerati come diritti alcune prerogative irrinunciabili degli esseri umani, come nutrirsi, avere un lavo- ro, ricevere cure mediche, esprimer- si liberamente, ecc…

La Dichiarazione universale ha ispi- rato la nostra Costituzione italiana (gennaio 1948) e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea (dicembre 2000).

Caccialupi Pietro, Sequino Matteo, Vigiani Francesca 2B

E F F E T T I C O L L A T E R A L I

Uniti. Ai suoi piedi, alcune catene spezzate sono il simbolo della fine della sottomissione all’Inghilterra, mentre i sette raggi che si irradiano dalla corona sul capo, rappresentano i sette mari e i sette continenti del mondo, sui quali si propaga la luce della liber- tà.

Moraru Vasile 2A La Statua della Libertà che si in-

nalza nella città di New York, all’entrata del porto sul fiume Hudson, raffigura una donna che solleva con il braccio destro una fiaccola simboleggiante il fuoco eterno della libertà. Nella mano sinistra porta un libro con la data 4 luglio 1776, giorno della Dichia- razione di indipendenza degli Stati

Disegno di Francesca Vigiani 2B

, Gnassi, Vantini, Nassini, Racovita, Tondelli 2A e 2B

La Statua della Libertà

(10)

L’accoglienza in Toscana:

un modello “semplicemente umano”

Nell’ambito delle iniziative legate alla Festa della Toscana, lo scorso 12 di- cembre, presso l’Auditorium del ples- so scolastico di Rassina, si è svolta la conferenza sul tema “Il modello to- scano, come le amministrazioni si pongono al servizio del cittadino:

l’accoglienza ai profughi”con diversi relatori in rappresentanza delle istitu-

zioni locali e di Arezzo.

Hanno preso parte all’evento gli alun- ni delle classi terze della Scuola Me- dia che hanno intervistato il Sindaco di Talla, dr.ssa Eleonora Ducci, il refe- rente della Prefettura di Arezzo del settore integrazione e immigrazione, dr. Antonio Falso, il Direttore della Caritas della Diocesi di Arezzo, dr.

Andrea della Verde.

I relatori, anche a valle delle doman- de effettuate dagli alunni, hanno pre- sentato in modo chiaro e completo il citato modello della regione Toscana per l’accoglienza dei profughi, adotta-

to fin dal 2011.

La dr.ssa Ducci ha introdotto il tema informandoci, fra l’altro, che il feno- meno migratorio verso i paesi euro- pei, per varie cause, è in continuo aumento e che è un dovere istituzio- nale, nonché sociale-umanitario, dare accoglienza a tutte queste persone che bussano alle nostre

porte.

Il dr. Falso ha fatto chiarezza su alcuni termini tecnici relativi al

“movimento” di persone da un paese all’altro, quegli stessi voca- boli che vengono usati nei tratta- ti internazionali, quali: migrante, profugo, rifugiato, asilante. Il migrante in generale è colui che decide, per vari motivi per lo più personali (per es. per cercare un lavoro) di lasciare il proprio paese per spostarsi in un altro; profugo è colui che è costretto a lasciare il proprio paese perché vi è in corso una guerra o una persecuzione politica-religiosa o perché c’è stata una grave calamità naturale; rifugiato è un profugo che ha ottenuto asilo (accoglienza e pro- tezione) in un paese diverso dal pro- prio, perché se tornasse nel proprio

paese d’origine potrebbe essere vittima di persecuzioni; asilante è un profugo che avendo lasciato il proprio paese, chiede asilo mediante il proprio ricono-

scimento dello status di rifugiato.

La Toscana dal 2011 ha adottato un sistema organizzativo che assicura ai profughi una buona accoglienza e, allo stesso tempo, garantisce al territorio la

“non intrusività” del fenomeno stesso.

L’accoglienza è stata diffusa su tutto il territorio toscano, portando piccoli gruppi di profughi (5, al massimo 10) nei comuni e frazioni individuati, anche attraverso associazioni accreditate all’ospitalità, per la disponibilità di acco- glienza in piccole strutture. Questo ha fatto sì che l’accoglienza potesse essere qualitativamente molto buona. Altre

regioni hanno scelto di concentrare i profughi in grandi strutture

d’accoglienza (es. ex caserme militari, campi profughi, …) determinando, a volte, problematiche con la popolazione locale e anche tra i profughi stessi, per- ché di etnie diverse e incompatibili fra

loro.

Il dr. Della Verde attraverso un filmato dal titolo “Karibo”, che in una lingua dell’Africa orientale significa

“Benvenuto”, ci ha mostrato sia come la Caritas accoglie i profughi nelle proprie strutture, sia le attività che gli operatori svolgono per organizzare gli ospiti per quanto riguarda le loro necessità. In particolare vengono accompagnati a effettuare visite mediche, avviati alla prima alfabetizzazione in italiano, non- ché aiutati nella compilazione dei docu- menti per la richiesta di status di rifugia- to attraverso la ricostruzione della loro storia personale La provincia di Arezzo ha venti gestori accreditati per l’accoglienza dei profu- ghi, in particolare alla loro distribuzione

sul territorio.

In Toscana, nel 2014, sono arrivati 7.000 profughi e la Provincia di Arezzo ne ha accolti 629; nel 2015 sono aumentati di

ben il 60%, essendo stati 11.000 gli arrivi nell’intera Regione, in Provincia 1068 ed in Casentino 110. General- mente i profughi sono per il 75% uo- mini, per il 14% donne e per l’11%

minori. La loro provenienza è la se- guente; il 26% dall’Eritrea, il 14%

dalla Nigeria, l’8%, dalla Somalia, il 6% dal Sudan, il 5% dalla Siria e dal Gambia, in percentuali simili da Mali, Senegal, Bangladesh e Marocco. Al termine dell’incontro il dr. Falso ha ricordato, attraverso la citazione dell’articolo 10 della Costituzione Italiana, che l’Italia rispetta le norme del diritto internazionale nel garantire dirit- to d’asilo allo straniero “al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo eserci- zio delle libertà democratiche”. Comun- que sia, l’accoglienza di persone soffe- renti è un diritto “semplicemente uma- no” che tutti noi dobbiamo tener pre-

sente.

La redazione della 3A e 3B

E F F E T T I C O L L A T E R A L I

Disegno di Enrico Buonavita 3A Disegno di Chiara Mugnai 3B

(11)

Letture sul razzismo

P A G I N A 1 1 N U M E R O S P E C I A L E

Potremmo parlare di star, ministri e moda. Ma parleremo invece di una cosa più seria e importante: il razzi- smo, un problema che ha bisogno di essere risolto. Come?, vi chiederete voi. La prima cosa è capirlo, e per que- sto proponiamo un libro di Tahar Ben Jelloun che si intitola Il razzismo spie-

gato a mia figlia.

Questo libro, di poche pagine, spiega con precisione cos’è il razzismo e co- me si riconoscono i razzisti. La spiega- zione avviene attraverso un dialogo tra un padre affettuoso e una figlia curiosa e piena di voglia di imparare.

Ma non basta una presentazione solo scientifica del razzismo. Bisogna vede- re dove nasce e cercare di convincere il più gran numero di persone possibile

a lottare contro questo fenomeno. Per rendersi conto di quanto orribile e crudele sia il razzismo proponiamo La capanna dello zio Tom di Harriet Bee-

cher Stowe, un libro ambientato negli Stati Uniti di fine Ottocento, che rac- conta la storia di schiavi di colore

sfruttati e torturati da padroni violenti e disumani. Abbiamo scelto un libro del passato perché parla di fatti che accade- vano mentre il libro veniva scritto. Tom, il protagonista, è un personaggio letterario, ma in quel luogo e in quel tempo esiste- vano davvero tanti schiavi come lui. In questo modo, abbiamo pensato di sot- trarci alla retorica dei nostri giorni, per affrontare la questione del razzismo in senso universale. Perché il razzismo è accaduto in passato, ma accade ancora oggi nei confronti di tante persone. Ogni persona “diversa” viene considerata infe-

riore.

Questo è il razzismo e questi libri lo de- scrivono in tutti i suoi aspetti. Sono libri scritti molto bene e vi invitiamo a legger- li.

Gli alunni della II C della Scuola Seconda- ria di primo grado di Chiusi della Verna

GAETANO FILANGIERI

Disegno di Vasile Moraru

to dal Supremo Consiglio di Finanza retto da Giambattista Albertini. Morì malato di tubercolosi a Vico Equense nel castello Giusso, il 21 luglio 1788. Fu iniziato alla massoneria in una loggia napoletana ed ebbe solenni funerali massonici.

La sua eloquenza e la sua profonda co- noscenza giuridica lo resero ben visto alla corte di Carlo III di Borbone, in par- ticolare per la sua difesa del decreto reale che riformava gli abusi dell’amministrazione della giustizia. Sul piano giuridico, Filangieri espose un pensiero frutto della grande cultura napoletana che unì con le teorie dei filosofi francesi, in particolare con le dottrine di Montesquieu e soprattutto di Rosseau . L’opera principale del filo- sofo e giurista “La scienza della legisla- zione”(1780-1791) in otto volumi, con- tiene una serie di proposte di riforma di stampo illuminista. In essa si portano alla luce le ingiustizie sociali e le disu- guaglianze fra ricchi e poveri esistenti Terzogenito di Cesare Filangieri, principe

di Arianiello, e di Marianna Montalto, figlia del duca di Fragnito, nacque il 18 Agosto del 1752 a Napoli. Fu avviato dal

padre alla carriera militare sin dall’età di 7 anni ma ben presto iniziò a dedicarsi agli studi storici e giuridici, conseguendo nel 1774 la laurea in avvocatura. Dal 1777 fu al servizio di Ferdinando IV di Borbone. Nel 1783 abbandonò la carrie- ra militare per sposare la dama unghere- se Caroline Frendel, e decise di lasciare Napoli. Nel 1787 rientrò a Napoli chiama-

nel Regno di Napoli e in altri parti d’Europa ( Parigi, Londra, San Pietro- burgo ecc.) con il lusso sfrenato dei privilegi feudali della aristocrazia e del clero, sfruttatori del popolo; allo stes- so tempo nell’opera si chiede al re di fare delle riforme illuministe: propone la ridistribuzione delle terre e il raffor- zamento delle scuole pubbliche e pri- vate; attacca i privilegi del clero e dei nobili.

Inoltre Filangieri dà una nuova defini- zione di delitto: non tutte le violazioni alle leggi sono delitti e non tutti coloro che le commettono sono delinquenti;

l’azione senza volontà non è punibile;

il delitto consiste solo nella violazione della legge accompagnata dalla volon- tà di violarla.

L’opera fu tradotta in inglese, france- se, tedesco e spagnolo ed ebbe molto successo fra gli intellettuali delle colo- nie americane, che la usarono per scrivere la Costituzione statunitense.

Per le sue idee riformatrici e per gli attacchi ai diritti del clero, l’opera fu inserita nell’Indice dei libri proibiti.

Moraru Vasile, Pentangelo Giacomo,

(12)

ta, Tortelli Michael, Vezzosi Eleo- nora, Viska Francesco

Classe 2B Bartolini Maria Vittoria, Caccia- lupi Pietro, Cesaroni Francesco, Checcucci Manuel, Gnassi Marti- na, Loreto Alessandro, Maestrini Laura, Nannucci Alessia, Nassini Elena, Palombi Elisa, Pietrini A- lessandro, Rolloni Martina, Salvi Eleonora, Scortecci Maurizio, Sequino Matteo, Vagnoli Leonar- do, Vantini Cecilia, Vigiani Fran- cesca, Viska Michele

Classe2C Bedodi Nicola, cassi Thais, Gabel- li Elisa, Lusini Francesco, Raffi Cristian Classe 3C Acciai Alessio, Gabiccini Fabio, Classi 3A- 3B

Martina Angioloni, Sofia Baglioni, Emma Bendoni, Enrico Buonavita, Valentina Buraglio, Nichol De Sury, Lucrezia Fratini, Cristina Giusti, Luca Lottini, Arianna Mae- strini, Victor Maillard, Emanuele Metozzi, Chiara Mugnai, Matteo Oretti, Alice Panci, Rubina Pianti- ni, Sara Pietrini, Giulia Senesi, Luca Tamborrini, Asia Teghini, Costanza Tellini, Zoe Vignoli, Cur- zio Vio Ninchi,

Classe2A Bellon Alessia, Burca Emanuela, Chini Jacopo, Fani Telene, Giglio- Sofia, Innocenti Matteo, Marcia Manuele, Moraru Vasile, Norcini Giulia, Pastorini Luca, Pentangelo Giacomo, Racovita Victor Vincen- zo, Rosadini Niccolò, Tondelli Ani-

Ferrini Carlos, Montaini Ru- ben, Pettinari Siria, Proietti Pietro

La redazione ringrazia tutto il personale scolastico che ha collaborato alla realizzazio- ne del Giornalino scolastico online e cartaceo, in par- ticolare la prof.ssa Anna Guerrieri , la prof.ssa Alida Biagiotti, la prof.ssa Anna Bernacchi, prof.ssa Scilla Lucci, il prof.

Scipio Scipioni, la maestra Monica Mazzoni.

Insegnante Maria Teresa Pierallini

Dirigente Scolastico Cristina Giuntini

Visita il giornalino online Www.effetticollaterali.ea23.com

Per qualsiasi informazione consultare il sito:

www.icsguidomonaco .gov.co

2 A

La redazione 3A e 3 B

2 B

2 e 3 C

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