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PIZZERIA STURABOTTE, UNA STORIA ALL INSEGNA DELLA TRADIZIONE, DEDIZIONE E AMORE

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Academic year: 2022

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PIZZERIA STURABOTTE, UNA STORIA ALL’INSEGNA DELLA TRADIZIONE,

DEDIZIONE E AMORE

15 Aprile 2022

SCOPPITO – Sturabotte è una pizzeria e ristorante a Madonna della Strada, nel comune di Scoppito (L’Aquila), sulla strada statale 17. Protagonista di questa storia è Andreina

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Marrone, moglie del compianto Vincenzo Pipitone. Insieme hanno avviato questa attività negli anni Ottanta. Lei, con il suo spirito di non arrendevolezza, e i figli oggi portano avanti l’esercizio che ancora mantiene salda la sua identità.

Si può partire dal nulla e costruire tanto, quando il vento soffia forte e contrario? Andreina, oggi ottantunenne, è la prova che si può fare. Il destino sembrava aver scelto per lei una vita dura, fatta di stenti e soli sacrifici. Ma il suo spirito battagliero ha fatto sì che lei non potesse restare ferma in balia degli eventi. Quel vento contrario doveva attraversarlo: “Bisognava darsi da fare. Nella vita bisogna guadagnarsi tutto”, dice Andreina.

Ha sempre lavorato nella sua vita, sempre. Finita la quinta elementare subito ha prestato servizio come infermiera. È vissuta a Torino dove anche lì si è resa operativa confezionando pacchi di abiti. E poi è stata a Roma dove ha aperto un negozietto di alimentari.

In tutto questo suo da fare ha avuto anche occasione di conoscere Vincenzo, marito e

compagno di una vita. Come dice Andreina, “Vincenzo mi ha dato tutto”. Purtroppo Vincenzo è venuto a mancare pochi mesi fa e Andreina sente forte la sua mancanza: il loro era un legame strettissimo.

Quando Andreina ha deciso di mettere su un’attività nella località Sturabotte era il 1983 e Vincenzo l’ha appoggiata suggerendo il nome, che tuttora la pizzeria e ristorante mantiene:

“Sturabotte”.

L’idea di Andreina si era sviluppata soprattutto perché lì aveva già costruito la casa e il viavai favorito dall’attrazione del Ponte Nascosto la incoraggiava. Si tratta di un’architettura romana risalente al III secolo a.C. conosciuta dai residenti come “Ponte Nascuci”. Inoltre, serpeggiava la notizia che, vicino al sito Sturabotte, avrebbero aperto lo svincolo di Tornimparte per l’autostrada A24. Quindi ad Andreina sembrò una buona mossa: “Aprire un ristorante all’uscita dell’autostrada… mi posso azzardare, ho pensato”.

Da subito Andreina ha voluto imparare tutto ciò che potesse rendere la sua attività

ammirevole. A partire dalla conoscenza della cucina tradizionale e all’uso di ingredienti di

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prima scelta che vengono dalle aziende del posto. Forte è l’attenzione rivolta alla pulizia del locale e della cucina, e fondamentale è la cortesia nel servizio che offre. “Mai nessun cliente si è lamentato. E tanti vengono apposta da noi: da Antrodoco, da Roma per i supplì, ma anche da Roio per prendere anche solo due pizze”.

A fare visita al locale sono passati cardinali e segretari di Stato oltre che personaggi pubblici, come l’ormai scomparso presentatore televisivo Gigi Sabani, loro grande fan che, come ricorda Andreina, “quando ripassava sull’autostrada, ci chiamava per poter mangiare la nostra amatriciana”.

La cucina è tradizionale e per molti clienti affezionati alcuni piatti, oltre ad essere

inconfondibili, hanno sapore nostalgico. Primo fra tutti: gli “Schiaffi alla pecorara”. Un primo piatto con funghi, prosciutto, panna un po’ di pepe e prezzemolo. O il piatto “Sturabotte”, dice Andreina: “Fusilli con panna salsiccia un po’ piccantini e poco pomodoro. Un piatto né bianco né rosso: rosato”. E aggiunge: “Richiedono ancora la ‘Tarantina’: spaghetti con cozze e vongole veraci”.

Rinomato è il loro buffet di verdure, che sotto il Covid è stato ridimensionato nel rispetto della normativa per limitare i contagi.

Tra i dolci fatti in casa quello che va per la maggiore è la torta all’amaretto e mele. Ma anche il tiramisù classico. Nel pensiero di Andreina sta prendendo forma una nuova ricetta, una rivisitazione del tiramisù come tutti lo conoscono. Chissà, magari lo sfoggerà per il 2023, quando Sturabotte festeggerà i suoi 40 anni.

Il locale è stato ristrutturato da qualche anno e ha vita nuova ma, mantiene sempre la sua anima tradizionale e genuina. Un ambiente sobrio, ordinato che ispira tranquillità. Prima le pareti erano rivestite in legno e i clienti incidevano lì sopra le loro “recensioni”; un po’

un’anticipazione di quello che oggi accade sul web.

Il forno è rimasto quello a legna. Andreina sottolinea “Forno a legna e tufo. L’originale”. E ci tiene a dire che non ha paragoni con il forno elettrico e che importante è bruciare legna vera,

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naturale, perché anche da lì dipende il sapore di ciò che si mangia. Nulla è lasciato al caso.

Andreina dalla vita ha imparato sulla sua pelle che ognuno, se vuole, attraverso un lavoro duro, può cambiare le carte in tavola.

Oggi lei stessa è operativa e nella sua squadra ci sono anche i figli Andrea e Paolo Pipitone. Tutti insieme portano avanti l’attività che è aperta solo negli orari serali. Oggi Andreina sente la stanchezza, forse sente il peso dei suoi 81 anni e sorride meno perché le manca il suo Vincenzo; ma può dirsi soddisfatta per quello che è riuscita a costruire senza arrendersi ad un destino che sembrava remarle contro. Annachiara Valente

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