VALUTARE LA SALUTE MENTALE, I BISOGNI E LE RISORSE PSICOSOCIALI
Strumenti di assessment per i contesti umanitari
Società Italiana di Psicologia dell'Emergenza Emilia Romagna - ODV
Strada Del Taglio, 6 Parma
Italia
Pubblicato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (2012)
Con il titolo: Assessing Mental Health and Psychosocial Needs and Resources: Toolkit for Humanitarian Settings Autori/Editori della versione originale: Wietse A. Tol (Johns Hopkins University School of Public Health) and Mark van Ommeren (WHO).
© Organizzazione Mondiale della Sanità 2011
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha concesso i diritti di traduzione e di pubblicazione per un’edizione in Italiano alla Società Italiana di Psicologia dell’Emergenza - SOS - Emilia Romagna, che è l’unica responsabile della qualità e della fedeltà della versione italiana. In caso di incongruenze tra la versione inglese e quella italiana, la versione inglese originale sarà considerata la versione vincolante e autentica.
Valutare La Salute Mentale, I Bisogni E Le Risorse Psicosociali - Strumenti di assessment per i contesti umanitari
© Società Italiana di Psicologia dell’Emergenza - SOS - Emilia Romagna 2022 Versione italiana a cura di: Alex Iacconi e Anna Sozzi Soranzo
Editore della versione italiana: Società Italiana di Psicologia dell’Emergenza - SOS - Emilia Romagna
Il download gratuito della versione italiana è disponibile sul sito web della Società Italiana di Psicologia dell’Emergenza - SOS - Emilia Romagna http://sipem-er.it/
Il download della versione originale sul sito web dell’Organizzazione Mondiale della Sanità
https://www.who.int/publications/i/item/assessing-mental-health-and-psychosocial-needs-and-resources
Foto di copertina: Kenya/UNHCR/B. Bando/2011.
Prefazione
Sebbene i problemi di salute mentale e psicosociali siano comuni in tutte le comunità del mondo, questi problemi sono molto più frequenti tra le persone che hanno affrontato avversità, come l'esposizione a una crisi umanitaria. Un elemento chiave per rispondere a questi problemi è una migliore comprensione dei bisogni e delle risorse. L'OMS e l'UNHCR ricevono frequenti richieste per fornire consulenza sulla valutazione della salute mentale e delle questioni psicosociali in contesti umanitari.
Salute mentale e supporto psicosociale (MHPSS) è un termine usato per descrivere un'ampia gamma di azioni che affrontano problemi sociali, psicologici e psichiatrici che sono preesistenti o indotti dall'emergenza. Queste azioni sono svolte in contesti molto diversi da organizzazioni e persone con background professionali diversi, in diversi settori e con diversi tipi di risorse. Tutti questi diversi attori - e i loro finanziatori - necessitano di valutazioni pratiche che portino a raccomandazioni che possano essere utilizzate immediatamente per migliorare la salute mentale e il benessere delle persone.
Sebbene esista una gamma di strumenti di valutazione, ciò che è mancato è un approccio globale che chiarisca quando utilizzare quale strumento per quale scopo. Questo documento offre un approccio alla valutazione che dovrebbe aiutare a rivedere le informazioni già disponibili e raccogliere solo quei nuovi dati che saranno utilizzabili nella pratica, secondo le risorse disponibili e in relazione alle specifiche fasi della crisi umanitaria.
Questo documento deriva da due documenti politici, Mental Health and Psychosocial Support in Humanitarian Emergencies: What Should Humanitarian Health Actors Know? IASC Reference Group(2010) e Sphere Handbook’s Standard on Mental Health (Sphere Project, 2011).
Questo documento è dedicato principalmente agli operatori della sanità pubblica. Poiché i determinanti sociali della salute mentale e dei problemi psicosociali si verificano in tutti i settori, metà degli strumenti nel kit copre questioni di valutazione MHPSS rilevanti per altri settori oltre che per il settore sanitario.
Questo documento dovrebbe aiutare a raccogliere le informazioni necessarie per assistere in modo più efficace le persone colpite da crisi umanitarie.
Shekhar Saxena Director
Department of Mental Health and Substance Abuse WHO, Geneva
Steve Corliss Director
Division of Programme Support and Management UNHCR, Geneva
Ringraziamenti
Questo progetto congiunto tra l'OMS e l'UNHCR è stato coordinato da Mark van Ommeren (Department of Mental Health and Substance Abuse, WHO). Il lavoro è stato supervisionato da Shekhar Saxena (Director, Department of Mental Health and Substance Abuse, WHO) e Marian Schilperoord (Chief, Public Health and HIV Section, UNHCR).
Il documento è stato scritto da Wietse A. Tol (Johns Hopkins University School of Public Health) e Mark van Ommeren (OMS).
Siamo lieti di ringraziare l'UNHCR per aver condotto i primi test degli strumenti selezionati presentati in questo documento.
Siamo grati alle seguenti persone per la peer review o il test di uno o più dei nuovi strumenti in questo documento:
Jonathan Abrahams (OMS), Alastair Ager (Colombia University), Heni Anastasia (Christian World Services), Giuseppe Annunziata (OMS) , Nancy Baron (Global Psycho-Social Initiative), Anja Baumann (OMS), Theresa Betancourt (Harvard University), Cecile Bizouerne (Action Contre le Faim), Paul Bolton (Johns Hopkins University), Maria Bray (Terre des Hommes), Jorge Castilla (European Community Humanitarian Office), Joseph Coyne (University of Pennsylvania), Nathalie Drew (WHO), Carolina Echeverri (consulente UNHCR), Tonka Elbs (CARE Austria), Rabih El Chammay
(consulente), Richard Garfield (Colombia University), Rita Giacaman (Birzeit University), Jane Gilbert (consulente), Andre Griekspoor (OMS), Sarah Harrison (Chiesa di Svezia), Lynne Jones (consulente), Mark Jordans (HealthNet TPO), Devora Kestel (OMS/PAHO), Albert Maramis (OMS), Anita Marini (OMS), Amanda Melville (UNICEF), Ken Miller (consulente), Matthijs Muijen (OMS), Bhava Nath Poudyal (consulente), Ruth O'Connell (UNICEF), Pau Perez-Sales (MdM-Spagna), Sabine Rakatomalala (Terre des Hommes), Khalid Saeed (OMS) , Benedetto Saraceno (Nova University of Lisbon), Norman Sartorius (Association for the Improvement of Mental Health Programmes), Alison Schafer (World Vision International), Maya Semrau (Institute of Psychiatry King's College London), Derrick Silove (University of New South Wales ), Mike Slade (Institute of Psychiatry King's College London), Leslie Snider (War Trauma Foundation), Egbert Sondorp (London School of Hygiene and Tropical Medicine), Renato Souza (International Committee of the Red Cross), Lindsay Stark (Colombia University) , Emmanuel Streel (UNICEF), Marian Tankink (HealthNet TPO), Matthias Themel (European Commission), Graham Thornicroft (Institute of Psychiatry King's College London), Liv Torheim (FAFO), Peter Ventevogel (HealthNet TPO), Kristian Wahlbeck (OMS) , Inka Weissbecker (International Medical Corps), Michael Wessells (Colombia University) e Nana Wiedemann (International Federation of Red Cross and Red Crescent Societies).
Indice
Prefazione 3
Ringraziamenti 4
Una guida rapida per scegliere gli strumenti 6
1. Introduzione 7
1.1 Come utilizzare questo toolkit? 7
1.2 Chi dovrebbe usare il toolkit? 8
1.3. Come è stato sviluppato il toolkit? 8
1.4. Cultura e salute mentale 8
2. Panoramica del processo di valutazione 9
3. Metodologia di valutazione 11
3.1 Scegliere gli argomenti da valutare e gli strumenti di valutazione con il toolkit 11
3.2 Stima della prevalenza dei problemi di salute mentale 14
3.3. Raccolta dati qualitativi e quantitativi 15
3.3.1 Linee guida generali sulla raccolta di dati qualitativi e quantitativi 15
3.3.2 Valutazioni qualitative 17
3.3.2.1 Interviste agli informatori chiave 17
3.3.2.2 Interviste di gruppo 18
3.3.2.3 Free Listing 18
3.3.2.4 Decidere il numero di partecipanti alle valutazioni qualitative 19
3.3.2.5 Analisi dei dati qualitativi 19
4. Tradurre la valutazione in azione 20
4.1 Redazione di un rapporto con raccomandazioni 20
4.2 Raccomandazioni per la comunicazione 21
Strumenti di Assessment 23
STRUMENTO 1 24
STRUMENTO 2 28
STRUMENTO 3 35
STRUMENTO 4 36
STRUMENTO 5 41
STRUMENTO 6 47
STRUMENTO 7 49
STRUMENTO 8 53
STRUMENTO 9 55
STRUMENTO 10 58
STRUMENTO 11 64
STRUMENTO 12 68
Bibliografia 72
Una guida rapida per scegliere gli strumenti
# Titolo Metodo Perche usarlo
Per il coordinamento e l'advocacy
1 Chi e Dove, Quando, Cosa fa (4Ws) per la tutela della salute mentale e per erogare il supporto psicosociale (MHPSS): riepilogo del manuale con codici attività
Interviste ai Program manager delle Agenzie e dei Servizi di salute e supporto psicosociale presenti sul campo
Per mappare e coordinare i supporti di salute mentale e psicosociale disponibili.
2 Assessment OMS e UNHCR per la valutazione dei sintomi gravi in contesti umanitari (WASS)
Raccolta dati sulle famiglie della comunità (su un campione rappresentativo)
Per il l'advocacy, rilevando la prevalenza dei problemi di salute mentale nella comunità
3 Scala dei bisogni percepiti (HESPER) Raccolta dati sulle famiglie della comunità (su un campione rappresentativo)
Oppure, eccezionalmente (in gravi emergenze acute) con campione di convenienza
Per indirizzare la risposta, attraverso la raccolta di dati sulla frequenza dei bisogni percepiti nella comunità (fisici, sociali e psicologici)
Per implementare i servizi di salute mentale e supporto psicosociale nei servizi sanitari 4 Check list per le visite presso le
strutture presenti in contesti umanitari
Visite in loco e interviste al personale e ai pazienti
Per la protezione e la cura delle persone con disabilità mentali o neurologiche nelle strutture
5 Lista di controllo per l'integrazione della salute mentale nell'assistenza sanitaria primaria (PHC) in contesti umanitari
Visite in loco e interviste con i responsabili dei programmi di assistenza sanitaria di base
Per la pianificazione di una risposta di salute mentale in nelle cure primarie
6 Componente neuropsichiatrica del Sistema Informativo Sanitario (SIS)
Epidemiologia clinica utilizzando il SIS Per il l'advocacy e per la pianificazione e il monitoraggio di una risposta di salute mentale nel SIS
7 Questionario per valutare le risorse formali del sistema di salute mentale in contesti umanitari
Revisione di documenti e interviste ai gestori dei servizi
Per la pianificazione di interventi nel breve e medio termine, attraverso la conoscenza delle risorse formali del sistema di salute mentale regionale/nazionale
Per MHPSS nei diversi ambiti incluso il supporto della comunità 8 Check list per ottenere informazioni
generali (non specifiche per MHPSS) dai leader del settore
Revisione dei documenti disponibili Per riassumere le informazioni generali (non specifiche MHPSS) già note sull'attuale emergenza umanitaria (per evitare di raccogliere dati su questioni già note)
9 Questionario per la revisione documentale di informazioni
preesistenti rilevanti per MHPSS nella regione/Paese
Revisione della letteratura scientifica Per riassumere le informazioni MHPSS su questa regione/paese -
già note prima dell'attuale emergenza umanitaria (per evitare di raccogliere dati su questioni già note)
10 Valutazione partecipativa: la percezione di bisogni e risorse da parte dei membri della comunità
Interviste ai membri della comunità (free listing con ulteriori domande)
Per conoscere il punto di vista locale su problemi e risorse per organizzare una risposta MHPSS appropriata.
11 Valutazione partecipativa: la percezione di bisogni e risorse da parte di persone che hanno una conoscenza
approfondita della comunità
Interviste con informatori o gruppi chiave
1. Introduzione
1.1 Come utilizzare questo toolkit?
Questo documento fornisce un approccio e un kit di strumenti per aiutare coloro che progettano e conducono una valutazione della salute mentale e dei bisogni e delle risorse psicosociali nelle principali crisi umanitarie. Inclusi gravi disastri naturali causati dall'uomo ed emergenze complesse (ad esempio conflitti armati).
In generale, le valutazioni sono rivolte a:
● fornire un'ampia comprensione della situazione umanitaria;
● analizzare i problemi delle persone e la loro capacità di affrontarli; e
● analizzare le risorse per decidere, insieme agli stakeholder, gli interventi da erogare.
Le valutazioni sono utili anche per avviare il coinvolgimento degli stakeholder, inclusi i governi, le comunità e le agenzie nazionali e internazionali.
Le Linee guida IASC (2007) sulla salute mentale e il supporto psicosociale in contesti di emergenza suggeriscono aspetti che dovrebbero essere considerati nelle valutazioni della salute mentale e delle questioni psicosociali. Tuttavia, queste linee guida non offrono indicazioni su come raccogliere i dati o quali informazioni sono in genere necessarie e per quali azioni del settore sanitario. Questo documento, scritto principalmente per gli operatori umanitari del settore sanitario, ha lo scopo di aiutare a colmare queste lacune.
Questo documento deriva da due documenti politici, Mental Health and Psychosocial Support in Humanitarian
Emergencies: What Should Humanitarian Health Actors Know? di IASC Reference Group (2010): cosa dovrebbero sapere gli attori della salute umanitaria? e lo Standard on Mental Health dello Sphere Handbook (Sphere Project, 2011).
Le pagina 6 di questo documento fornisce una guida rapida per identificare gli strumenti e mostra come gli strumenti di questo toolkit siano collegati alle principali azioni raccomandate nell'area della salute mentale e del supporto psicosociale (MHPSS) del settore sanitario.
Data l'ampia portata degli argomenti di valutazione, le valutazioni dovrebbero, per quanto possibile, essere condotte con uno sforzo coordinato e traggono grande vantaggio dalla collaborazione tra gli attori in campo. Per indicazioni sulle valutazioni coordinate, vedere il lavoro della Task Force IASC sulla valutazione dei bisogni (IASC NATF, 2011).
Non esiste "una valutazione adatta a tutti". Questo documento non è un libro di cucina. Piuttosto, fornisce un toolkit e un approccio per selezionare gli strumenti giusti. È necessario selezionare alcuni strumenti e adattarli all'interno di ciascun progetto di valutazione e situazione specifica, a seconda di ciò che si desidera ottenere dalla valutazione.
Gli obiettivi di valutazione dipendono da:
● quali informazioni sono già disponibili;
● la fase dell'emergenza; e
● le capacità, le risorse e gli interessi del gruppo che effettua la valutazione.
L'approccio in questo documento – in linea con le recenti raccomandazioni (IASC NATF 2011, IASC 2012) – contempla la raccolta sia di dati primari (nuovi dati) sia di dati secondari (dati esistenti).
1.2 Chi dovrebbe usare il toolkit?
Sebbene questo documento sia scritto principalmente per le agenzie di sanità pubblica, molti degli strumenti di valutazione presentati sono molto rilevanti per il personale che lavora in altri settori. Gli operatori sanitari possono lavorare a uno qualsiasi dei seguenti diversi livelli del sistema sanitario:
● nella comunità (ad esempio a casa delle persone);
● nelle strutture sanitarie di primo e secondo livello (ad esempio ambulatori di medicina generale, policlinici, ospedali generali); e
● nelle cure terziarie (ad esempio ospedali psichiatrici).
Poiché le condizioni sociali che contribuiscono alla salute mentale e ai problemi psicosociali sono presenti in tutti i settori, circa la metà degli strumenti presenti in questo documento serve per valutare temi di MHPSS rilevanti in altri settori e l’altra metà per il settore sanitario.
Chi usa questo documento deve conoscere i concetti di salute mentale e psicosociali come delineati nelle Linee guida IASC MHPSS (2007). Sebbene alcune spiegazioni siano fornite nel testo, questo documento presuppone anche che ci sia una conoscenza di base delle tecniche di valutazione, ad esempio come:
● condurre, analizzare e riferire su interviste semi-strutturate con informatori chiave e interviste di gruppo;
● condurre, analizzare e riferire sui sondaggi; e
● gestire la logistica di una valutazione, budget e formare chi raccoglie i dati e così via.
Gran parte del rigore e della qualità della valutazione dipenderanno dalle capacità del leader del team di valutazione e del suo team. Come minimo, i leader del team di valutazione dovrebbero avere una precedente esperienza nella progettazione, conduzione, analisi e rendicontazione su metodi di valutazione qualitativi e quantitativi in contesti umanitari. I membri del team dovrebbero avere una buona conoscenza:
● del contesto socio-culturale in cui si svolge la crisi umanitaria; e
● problemi di salute mentale e programmazione in contesti umanitari.
1.3. Come è stato sviluppato il toolkit?
Il toolkit è stato sviluppato attraverso un processo iterativo che ha coinvolto la consulenza di esperti, lo svolgimento di più cicli di revisione tra pari e il test pilota dei diversi strumenti. Inizialmente si è stilato un elenco di tutti gli argomenti di valutazione raccomandati nel Foglio d'azione sulla valutazione delle linee guida MHPSS dello IASC. Eventuali domande (le tecniche di valutazione definite e intervistati target) su ciascuno di questi argomenti sono state quindi inserite in un grande tavolo di lavoro. Per quanto possibile, sono state inserite nella tabella domande e strumenti precedentemente testati. Successivamente, le domande sono state raggruppate per argomenti, in base alla tecnica di valutazione e al tipo di intervistato. Le domande duplicate e superflue sono state rimosse. Sono state rimosse anche le domande che non avevano alcuna relazione evidente con l'azione del settore sanitario. Le domande raggruppate sono state quindi convertite in strumenti di valutazione, ciascuno con un obiettivo esplicito che si riferisce a una delle azioni chiave elencate nel manuale Mental Health Standard Sphere Handbook , Revisione del 2011. Il gruppo di riferimento dello IASC sull'MHPSS ha esaminato alcuni strumenti di valutazione che hanno selezionato diversi settori (strumenti 1, 9, 10, 11) e ha scelto questi quattro strumenti.
1.4. Cultura e salute mentale
I coordinatori della valutazione saranno sempre chiamati a trovare un equilibrio tra l’acquisizione di:
● informazioni rapide e pratiche (attraverso, ad esempio, valutazioni rapide delle principali problematiche per
Sfortunatamente, non esiste una risposta facile per raggiungere questo equilibrio.
Le dimensioni culturali dell'assistenza in questo toolkit sono affrontate in diversi modi, tra cui:
● un questionario per le revisioni della letteratura delle scienze sociali e della letteratura medica che si applicano al contesto specifico; e
● strumenti di valutazione che raccolgono rapidamente le prospettive dei membri della comunità locale e di altri stakeholder in materia di salute mentale e supporto psicosociale.
Sarà importante tenere a mente che gli strumenti di questo toolkit generalmente forniscono risposte rapide e superficiali a domande complesse. Le informazioni raccolte con questi strumenti richiedono una riflessione critica e, laddove la situazione si evolve, un'ulteriore raccolta di dati.
2. Panoramica del processo di valutazione
La valutazione dei bisogni è un processo continuo. La figura 2.1 di seguito illustra questo processo continuo e delinea i diversi passaggi coinvolti nella valutazione dei bisogni.
Prima di iniziare qualsiasi valutazione è fondamentale coordinarsi con gli stakeholders, inclusi, se del caso, il governo, i dirigenti del settore, i rappresentanti del gruppo target e altri attori umanitari.
È consigliabile coordinare le valutazioni (ad esempio suddividendo argomenti o aree geografiche tra agenzie umanitarie) per una serie di motivi, tra cui:
● fare un uso efficiente delle risorse;
● ottenere un quadro più completo dei bisogni;
● evitare di porre le stesse domande agli stessi partecipanti.
Se si è parte di un'agenzia esterna, si deve cercare di coordinare le valutazioni con i ricercatori locali e sfruttare le risorse del governo e dell'università presenti sul territorio.
Si raccomanda vivamente che le agenzie che intendono effettuare valutazioni MHPSS coordinate applichino le linee guida operative sulla valutazione coordinata dei bisogni dell'IASC NATF, 2011.
L'approccio di questo kit di strumenti sui bisogni e le risorse di salute mentale e supporto psicosociale prevede i seguenti quattro tipi di raccolta di dati:
● Revisione della letteratura (Strumento 9).
● Raccogliere dai principali stakeholder le informazioni più rilevanti, incluso il governo (ad esempio, Strumenti 7 e 8).
● Raccogliere nuove informazioni aggiungendo domande su problemi di salute psicosociale e mentale che attengono la salute generale, la nutrizione, la protezione o ad altre valutazioni effettuate da operatori non MHPSS1(ad esempio lo strumento 2 può essere aggiunto a tali valutazioni).
● Colmare eventuali lacune nelle conoscenze raccogliendo nuove informazioni sulle questioni di salute mentale e psicosociali attraverso una specifica valutazione MHPSS tra cui, ad esempio, interviste e visite in loco, sondaggi e interviste di gruppo e con informatori chiave (ad esempio, Strumento 11).
1Idealmente, l'integrazione delle domande rilevanti nei modelli di valutazione avviene durante la preparazione alle emergenze, cioè prima che si verifichino.
Tabella 2.1 principi di buona pratica per la valutazione
1. Assicurarsi di coordinarsi con le parti interessate (inclusi, ove possibile, governi, ONG, comunità e
organizzazioni religiose, università locali e popolazioni interessate) e farle partecipare alla progettazione della valutazione; interpretare i risultati; e tradurre i risultati in raccomandazioni.
2. Includere diverse fasce della popolazione colpita, prestando attenzione ai bambini, ai giovani, alle donne, agli uomini, agli anziani e ai diversi gruppi culturali, religiosi e socio-economici.
3. Progettare e analizzare valutazioni con un focus sull'azione, piuttosto che sulla raccolta di sole informazioni.
Raccogliere troppi dati (cioè così tanti dati che diventa impossibile analizzarli tutti o utilizzarli in modo significativo) rappresenta uno spreco di risorse e pone oneri inutili agli intervistati.
4. Attenzione ai conflitti, ad esempio mantene imparzialità e indipendenza, considerando possibili tensioni e non mettere a rischio le persone ponendo domande improprie.
5. Essere consapevoli del fatto che la metodologia di valutazione e il comportamento dei membri del gruppo di valutazione devono essere adeguati alla cultura locale.
6. Valutare sia i bisogni che le risorse per aumentare la probabilità che qualsiasi risposta umanitaria si basi sui supporti e sulle risorse che sono già presenti.
7. Essere consapevoli dei principi etici, compreso il rispetto della privacy, la riservatezza, la partecipazione informata e volontaria e il miglior interesse dell'intervistato (vedere la sezione 3.3 sul consenso informato di seguito).
8. I team di valutazione dovrebbero essere formati sui principi etici e sulla conduzione dei colloqui. Dovrebbero conoscere il contesto locale ed essere equilibrati in termini di genere. Alcuni dei membri del team dovrebbero essere essi stessi membri (o avere molta familiarità con) la popolazione locale. Dovrebbero conoscere le fonti di riferimento.
9. I metodi di raccolta dei dati possono includere la revisione della letteratura, interviste di gruppo, interviste con informatori chiave, osservazione e visite in loco.
10. Le valutazioni dovrebbero essere tempestive in modo da essere adattate alla fase della crisi umanitaria, prevedendo la possibilità che valutazioni più dettagliate vengano condotte nelle fasi successive.
3. Metodologia di valutazione
3.1 Scegliere gli argomenti da valutare e gli strumenti di valutazione con il toolkit
Le valutazioni di solito devono concentrarsi su un numero selezionato di argomenti e strumenti. La guida rapida a pagina 6 di questo documento fornisce un elenco di potenziali azioni chiave per le agenzie sanitarie nell'area della salute mentale e del supporto psicosociale. Questo elenco copre tutte le azioni chiave presenti nel manuale Sphere Mental Health Standard (Sphere Project, 2011)2. Per ciascuna azione chiave menzionata sono descritti uno o più strumenti di valutazione in questo toolkit.
Quando si selezionano gli strumenti da questo toolkit, è importante tenere a mente quanto segue:
1. Sviluppare un quadro chiaro e gli obiettivi della vostra valutazione. Questo aiuterà a dare la priorità alle informazioni di cui hai bisogno e guiderà la scelta degli strumenti.
2. Ricordare che il tempo è poco e le risorse sono limitate. Non appesantire inutilmente le persone colpite; uno studio delle informazioni già disponibili è fondamentale per ridurre al minimo gli argomenti di un'ulteriore valutazione. Non ha senso raccogliere due volte le stesse informazioni a meno che non vi sia il dubbio che le informazioni esistenti non siano aggiornate o non siano di qualità sufficiente. Raccogliere solo informazioni che possono portare ad un'azione di soccorso umanitario.
3. Raramente c'è bisogno di informazioni approfondite su tutti gli argomenti. Le informazioni necessarie
dipendono dal mandato di un'agenzia e dalla sua capacità di mettere in campo azioni coerenti con la valutazione effettuata. Quando le valutazioni diventano troppo ampie, è difficile raccogliere, analizzare e riportare
informazioni di buona qualità.
4. La collaborazione è utile. Quando vengono eseguite le valutazioni (coordinate) tra le agenzie, l'onere di eseguire le valutazioni può essere condiviso tra le agenzie. Tali valutazioni sono raccomandate perché tendono ad essere più credibili e tendono a favorire la pianificazione collaborativa (IASC NATF, 2011). Le agenzie possono dividere gli argomenti e selezionare un numero di argomenti più specifici in base alle loro possibilità.
5. La raccolta di informazioni da diversi tipi di fonti fornisce un quadro più ampio (cfr. IASC NATF, 2011). Questo toolkit contiene strumenti per le seguenti fonti.
a. Percezioni di se stessi da parte degli intervistati (Strumento 2, parte A; Strumento 12) b. Percezioni che hanno gli intervistati degli altri (Strumento 2, parte B, Strumenti 10, 11) c. Percezioni che hanno gli intervistati di se stessi e degli altri (Strumento 3)
d. Dati del sistema informativo sanitario (strumento 6) e. Servizi offerti dalle agenzie (Strumenti 1, 4, 5, 7)
f. Dati secondari sull'area interessata nel suo insieme (Strumenti 8, 9)
6. Occorre a valutare la validità delle informazioni raccolte. Le scelte metodologiche dovrebbero basarsi su:
a. le risorse disponibili (competenze, tempo, denaro); e
b. la decisione di verificare la validità dei rilievi raccogliendo le relative informazioni con modalità diverse (triangolazione).
2L'unica azione chiave contenuta in Sphere che non si riflette in questo toolkit è quella sull’aumento del consumo di alcol e droghe, poiché la valutazione delle questioni relative all'uso di alcol e sostanze è stata trattata in precedenza in una pubblicazione
UNHCR/OMS (2008). La pubblicazione precedente completa quindi questo toolkit.
Ad esempio, è possibile confrontare i dati della revisione documentale della letteratura con le informazioni ottenute durante una visita in loco e le risposte dei membri della comunità sulla necessità di cure.
Questo documento a volte fornisce più di un metodo per valutare un problema e vanno selezionati i metodi più appropriati e più facilmente realizzabili. L’incrocio dei dati primari (nuovi dati) con i dati secondari (dati esistenti) rappresenta una forma efficiente di triangolazione.
La figura 3.1 mostra il processo di scelta degli argomenti e della metodologia di valutazione. Dopo aver selezionato argomenti e metodologia, si può stimare il tempo e le risorse umane necessarie per la valutazione. È possibile adattare gli strumenti selezionati al contesto e allo scopo della valutazione. Per un buon esempio di come adattare e utilizzare gli strumenti in questo kit, vedere la valutazione IMC (2011) in Libia.
Non esiste una stretta corrispondenza tra la fase di una crisi e l'utilizzo di specifici strumenti di valutazione. Tuttavia, possono essere fornite le seguenti indicazioni.
All'interno del sistema internazionale di risposta umanitaria, le agenzie tendono sempre più a considerare la valutazione in 4 fasi descritte nella tabella 3.1.
TABELLA 3.1 FASI, TEMPI E QUANTITÀ DI ATTENZIONE DA DEDICARE ALLA SALUTE MENTALE NELLA VALUTAZIONE DELLE GRAVI CRISI A INSORGENZA IMPROVVISA
Fasi con esempi di finestre temporali dopo l'inizio di una grave crisi ad esordio improvviso (come suggerito dallo IASC NATF (2011))3
Uso degli strumenti in questo toolkit
Fase 0 (prima della crisi improvvisa)
Condurre un esame documentale (strumento 9) e identificare i servizi e gli attori disponibili (strumento 1).
Se le risorse sono disponibili, condurre una valutazione approfondita incentrata sulla salute mentale e sul benessere psicosociale applicati al settore sanitario (utilizzare uno qualsiasi degli strumenti in questo kit).
Fase 1 (ad esempio, le prime Avviare o aggiornare una revisione documentale (strumento 9).
72 ore di una crisi improvvisa) Esaminare le proiezioni sui disturbi mentali sulla base della conoscenza delle crisi precedenti (ad esempio, vedere la Tabella 3.2).
Predisporre una valutazione delle risorse di base, della protezione e della cura delle persone negli istituti (strumento 4).
Fase 2 (ad esempio, le prime due settimane di una crisi improvvisa)
Includere alcune domande sui problemi di salute mentale (ad esempio, sull'assistenza alle persone negli istituti) come parte di qualsiasi valutazione rapida iniziale multi-cluster/settore (MIRA; IASC, 2012) e considerare l'utilizzo della scala dei bisogni percepiti per l'impostazione delle emergenze umanitarie (HESPER, strumento 3) in un campione di convenienza.
Predisporre valutazioni partecipative per garantire la salute mentale e il supporto psicosociale (ad esempio, Strumenti da 10 a 12).
Fase 3 (ad esempio, settimane 3 e 4 dopo una crisi
improvvisa)
Includere una sottosezione sugli aspetti mentali e sociali della salute all'interno delle valutazioni generali della salute (ad esempio, Strumenti 2, 4, 5, 6).
Preparare una valutazione approfondita sulla salute mentale e sul benessere psicosociale (qualsiasi strumento in questo kit).
Fase 4 (il tempo rimanente) Valutare le risorse nel sistema formale di salute mentale (Strumento 7) per indirizzare le attività di recupero.
Condurre una valutazione approfondita incentrata sulla salute mentale e sul benessere psicosociale (qualsiasi strumento in questo kit).
Per quanto riguarda queste quattro fasi, si tenga presente quanto segue:
● Sebbene imperfetto, questo linguaggio comune che descrive l'ordine delle fasi e dei compiti è utile per la comunicazione e la progettazione collaborativa.
● I tempi nella tabella 3.1 di cui sopra variano con l'entità e la gravità delle crisi umanitarie e con la capacità di risposta.
● È necessario completare, analizzare e produrre un report rapidamente su tutte le valutazioni nelle fasi da 1 a 3 affinché possano essere utili, perché la situazione sul campo può cambiare rapidamente.
● In generale la maggior parte dell'assistenza umanitaria (compresa la quasi totalità del supporto in emergenze complesse) è fornita nella fase 4.
● La maggior parte delle valutazioni della salute mentale tendono a svolgersi nella fase 4.
● Ove possibile, si devono evitare valutazioni verticali (autonome) della salute mentale nelle fasi da 1 a 3. Si dovrebbero includere nelle valutazioni multisettoriali o del settore sanitario.
● Se una zona è stata aperta solo di recente dopo un periodo di tempo lungo (ad esempio, per motivi di sicurezza), si dovrebbe iniziare la valutazione della fase 1.
La maggior parte degli strumenti e delle domande trattati in questo documento sono per la fase 4. Tuttavia è possibile applicare gli strumenti nelle fasi precedenti come parte di valutazioni multisettoriali e sanitarie come segue:
● Di solito si possono porre domande sui bisogni percepiti attraverso la Scala dei Bisogni Percepiti (HESPER4, Strumento 3) in campioni di convenienza già nella fase 2. Al momento della stesura, le domande HESPER sono la base della bozza delle domande sulla raccolta dei dati primari nella fase 2 della valutazione rapida iniziale multi-cluster/settore dello IASC (MIRA; IASC, 2012).5
● Lo strumento 4 (sulle istituzioni) si applica dall'inizio dell'emergenza, perché una questione chiave è se le persone negli ospedali psichiatrici o in altre istituzioni (ad esempio case di riposo, orfanotrofi e carceri) sono state dimenticate o abbandonate senza accesso all'acqua potabile , cibo, assistenza sanitaria o protezione da violenze e abusi. Dato che le persone negli ospedali psichiatrici vengono troppo spesso dimenticate, è necessario l'advocacy per assicurarsi che qualsiasi valutazione MIRA avvenga automaticamente anche nelle istituzioni.
5L'approccio Multi-cluster/settore Initial Rapid Assessment (MIRA) (che è attualmente in fase di sviluppo) mira a essere lo strumento intersettoriale standard utilizzato dallo IASC per la valutazione della situazione umanitaria nelle prime due settimane dopo una grave emergenza improvvisa.
4Tutti gli item HESPER (vedi Strumento 3) misurano l'esperienza soggettiva delle persone e sono quindi di natura psicosociale.
● È possibile aggiungere domande sui sintomi gravi di stress (vedi Strumento 2) nelle valutazioni effettuate per la valutazione della salute generale della popolazione (fase 3).
● Si dovrebbero aggiungere categorie di salute mentale (vedi Strumento 6) al sistema informativo sanitario (SIS) (fase 3).
3.2 Stima della prevalenza dei problemi di salute mentale
I tentativi di stimare la prevalenza di vari disturbi mentali sono stati frequenti. Questo documento, tuttavia, non copre le indagini sulla prevalenza dei disturbi mentali (cioè l'epidemiologia psichiatrica). Tali sondaggi possono essere importanti per l'advocacy e il valore accademico ma, il più delle volte, hanno un valore pratico limitato quando si progetta una risposta umanitaria. Inoltre, tali sondaggi sono molto difficili da condurre in contesti umanitari. Le indagini sui disturbi mentali in contesti umanitari devono essere accompagnate da studi che convalidino lo strumento utilizzato per
diagnosticare i disturbi. La convalida dello strumento garantisce che vi sia una distinzione significativa tra disturbi mentali e disagio psicologico non patologico (vedi anche IASC, 2007, pagina 45).6
Se si deve fare una rapida stima della prevalenza dei disturbi mentali, si possono utilizzare le proiezioni dell'OMS esistenti per un'indicazione generale dei disturbi mentali nelle popolazioni colpite da crisi (vedi sotto nella Tabella 3.2).
Tuttavia, si deve tenere presente che questa è solo una stima e che i tassi osservati variano ampiamente a seconda del contesto e del metodo di studio.
In generale, è importante notare quanto segue:
● Sia (a) gli eventi (perdite ed eventi potenzialmente traumatici) sia (b) un soccorso insicuro e privo di supporto ambientale sono associati tassi più elevati di disturbi mentali (Steel et al, 2009).
● Gli studi di qualità superiore (che coinvolgono strumenti diagnostici, campioni casuali e campioni di grandi dimensioni) rilevano tassi più bassi di disturbo mentale (Steel et al, 2009).7
● Gli studi che non tengono conto della valutazione della significatività clinica o del funzionamento alterato identificano tassi molto più elevati di disturbi (Breslau et al, 2007). Questo è generalmente il caso della maggior parte degli studi che coinvolgono misure di autovalutazione.
Sebbene il toolkit non misuri i disturbi mentali ma i gravi sintomi di salute mentale. I servizi sono spesso interessati a conoscere, monitorare e riferire su tali problemi in una popolazione, e questo può essere fatto in tempi relativamente brevi senza valutare i disturbi mentali (vedi Strumento 2). L'esperienza con lo Strumento 2 ha dimostrato che è possibile utilizzare efficacemente tali sondaggi per cercare di ottenere (advocacy) maggiore attenzione alla salute mentale in contesti umanitari.
TABELLA 3.2 CHI PROIEZIONI DEI DISTURBI MENTALI NELLE POPOLAZIONI ADULTE AFFETTE DA EMERGENZEi Prima dell'emergenza: prevalenza a
12 mesi (mediana tra paesi e livello di esposizione alle avversità)ii
Dopo l'emergenza: prevalenza a 12 mesi (mediana tra paesi e livello di esposizione alle avversità)
Disturbo grave
(ad esempio, psicosi, depressione
Da 2% a 3% Da 3% a 4%iii
7La meta-analisi di Steel et al (2009) delle indagini epidemiologiche più solide (quelle che utilizzano campioni casuali e interviste diagnostiche) tra le popolazioni colpite da conflitto ha rilevato tassi di prevalenza medi del 15,4% (30 studi) e del 17,3% (26 studi ) rispettivamente per il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) e la depressione. Questi tassi sono sostanzialmente superiori alla
6Per ulteriori informazioni su questo argomento, vedere Bolton & Betancourt, 2004, Horwith, 2007, Rodin & van Ommeren, 2009.
grave, forma gravemente invalidante di disturbo d'ansia)
Disturbo mentale lieve o moderato (ad esempio, forme lievi e moderate di depressione e disturbi d'ansia, incluso PTSD lieve e moderato)
10% Da 15% a 20%iv
Normale angoscia/altre reazioni psicologiche
(nessun disturbo)
Nessuna stima Larga percentuale
Note: adattato dall'OMS (2005). Il PTSD indica un disturbo da stress post-traumatico.
i. I tassi osservati variano a seconda del contesto (ad esempio, tempo trascorso dall'emergenza, fattori
socio-culturali nella gestione e supporto sociale della comunità, esposizione precedente e attuale al disastro) e del metodo di valutazione.
ii. I tassi di riferimento presunti sono i tassi mediani tra i paesi osservati nel World Mental Health Survey 2000.
iii. Questa è un'ipotesi migliore basata sul presupposto che eventi traumatici e perdite possono contribuire a una ricaduta verso disturbi mentali sofferti in precedenza e possono anche causare forme gravemente invalidanti di disturbi dell'umore e d'ansia.
iv. È accertato che gli eventi traumatici e la perdita aumentano il rischio di depressione e disturbi d'ansia, incluso il disturbo da stress post-traumatico.
3.3. Raccolta dati qualitativi e quantitativi
3.3.1 Linee guida generali sulla raccolta di dati qualitativi e quantitativi
Di seguito alcune indicazioni generali sulla raccolta di dati qualitativi e quantitativi.
1. Consenso informato: le valutazioni rappresentano un onere significativo per i partecipanti. Occupano tempo ed energie importanti e possono riattivare nelle persone le difficoltà e appesantire una situazione già difficile. È molto importante che i partecipanti accettino di partecipare alle valutazioni solo su base volontaria e comprendano bene cosa viene loro richiesto. In una crisi umanitaria questo è spesso più difficile, perché i valutatori rappresentano spesso le agenzie che offrono assistenza. Le persone possono partecipare alle valutazioni perché si aspettano assistenza da queste agenzie. È importante essere completamente onesti con i potenziali partecipanti; se non si è sicuri che la valutazione si tradurrà in azioni di soccorso, si deve chiarirlo. Non si devono ingenerare aspettative e fare false promesse. Le false promesse minano la partecipazione della comunità e compromettono assistenza umanitaria.
Approfondimenti
World Health Organization (2003). WHO Ethical and Safety Recommendations for Interviewing Trafficked Women.
Geneva: WHO
http://www.who.int/gender/documents/en/final%20recommendations%2023%20oct.pdf
2. Luogo del colloquio: il luogo in cui si conduce un colloquio può avere una grande influenza sui risultati. Ci si deve assicurare, per quanto possibile, che i partecipanti si sentano liberi di parlare senza essere guardati, interrotti dagli altri,
o che qualcuno ricordi loro cosa dovrebbero fare e così via. È importante pensare alla logistica di dove si terranno i colloqui, prima che il team di valutazione si rechi sul posto.
3. Linguaggio: i partecipanti possono discutere di problemi di salute mentale e psicosociali in molti modi. I disturbi mentali possono essere facilmente confusi con il normale stress, che si prova quando ci si sente infelici o sconvolti. Le lingue locali possono avere o meno parole per questa distinzione (ad esempio in nepalese viene fatta una distinzione tra l'uomo cuore-mente e il dimaag cervello-mente, i problemi cuore-mente sono meno stigmatizzati). La stessa parola può significare qualcosa di diverso in culture diverse. Ad esempio, la parola "annoiato" in inglese è resa come "frustrazione"
in alcune comunità dell'Asia meridionale e la parola traumatizzato può avere un significato diverso nelle diverse culture.
Inoltre, culture diverse avranno modi diversi di distinguere i problemi di salute mentale da altri problemi. Ad esempio, i problemi di salute mentale possono essere vissuti come problemi soprannaturali dai partecipanti (ad esempio udire voci di spiriti maligni o svenimenti). A volte il linguaggio laico per i disturbi mentali è stigmatizzante (ad esempio, in inglese crazy "matto" o has a screw loose "svitato"). Si devono scegliere le parole con grande attenzione per non stigmatizzare i partecipanti. È fondamentale tradurre i termini tecnici con attenzione in ogni strumento di valutazione, servendosi della revisione documentale o delle interviste preliminari con informatori chiave.
4. Atteggiamento: un aspetto importante dell'intervista risiede nel modo in cui l'intervistatore si avvicina ai partecipanti ed è in grado di creare una relazione di fiducia e un rapporto significativo. Questo argomento dovrebbe essere incluso nella formazione del team di valutazione, ad esempio attraverso un brainstorming con tutti i membri del team su quali siano le caratteristiche essenziali per condurre una buona intervista. Queste caratteristiche possono includere:
● atteggiamenti, ad esempio: disponibilità all'ascolto; apertura verso altre opinioni; non giudicare; curiosità;
flessibilità; disponibilità a viaggiare e lavorare in luoghi diversi ad orari irregolari; e
● competenze, per esempio; ascolto attivo; capacità di creare un'atmosfera di fiducia; capacità di prendere appunti; capacità di seguire le istruzioni per il colloquio; acquisire esperienza di colloquio attraverso il gioco di ruolo; e capacità di pensare a strategie alternative se si verificano situazioni inaspettate.
Approfondimenti
Hardon, A. (2001). Ricerca sulla salute applicata. Amsterdam: Het Spinhuis.
http://openlibrary.org/books/OL9106217M/Applied_Health_Research-Manual
5. Bias: Bias si riferisce a un'influenza sistematica sulle informazioni che non era prevista. Ad esempio, le persone possono rispondere a domande su come stanno andando con risposte fortemente negative perché pensano che ciò possa aiutarli ad accedere ai servizi. Oppure, le persone potrebbero non descrivere emozioni negative perché non vogliono apparire deboli agli occhi degli altri. Inoltre, gli intervistatori possono essere di parte, il che può influenzare le risposte. È importante che i team di valutazione riflettano e riferiscano su come le risposte alle domande potrebbero essere distorte.
6. Registrazione di dati testuali: molti degli strumenti in questo toolkit richiedono informazioni specifiche che possono essere registrate testualmente (cioè, letteralmente, mentre le parole vengono pronunciate) su carta. Idealmente, i dati qualitativi vengono raccolti alla lettera e nella maggior parte delle situazioni di intervista è possibile utilizzare i
registratori a nastro per questo scopo. Tuttavia, in contesti umanitari, l'uso di un registratore può causare problemi di sicurezza o spesso semplicemente non è fattibile o appropriato. Nelle situazioni in cui la raccolta e l'analisi rapida delle informazioni sono cruciali (ad esempio dalle fasi 1 a 3), prendere bene gli appunti può essere una buona alternativa alla registrazione su nastro.
7. Archiviazione dei dati: le informazioni raccolte durante una valutazione (ad esempio dati registrati su nastro,
partecipanti. Quindi è necessario trattare i dati con la massima cura e rispetto. In particolare i dati vanno conservati in modo tale che:
● rimangano al sicuro (ad esempio, custoditi dal personale dell'esercito o dalla dirigenza del campo);
● rimangano puliti (ad esempio vanno conservati in teli di plastica per proteggerli da umidità, cibo, sporco);
● vengano conservati in ordine (ad esempio in caselle numerate); e
● vengano resi anonimi per tutelare la riservatezza. Per ottenere l'anonimato, i moduli con i dati dovrebbero solo
● contenere i numeri dei partecipanti, mentre è buona norma conservare un elenco con nomi e numeri corrispondenti bloccato in modo sicuro sotto la responsabilità del caposquadra.
3.3.2 Valutazioni qualitative
Alcuni degli strumenti in questo toolkit riguardano la raccolta di dati qualitativi, all'interno di un modello di valutazione rapida. Le prossime sezioni sono intese come una breve introduzione al tema della raccolta di dati qualitativi. Si possono trovare maggiori informazioni nelle caselle "ulteriori letture".
3.3.2.1 Interviste agli informatori chiave
Le interviste agli informatori chiave (una tecnica utilizzata negli Strumenti 1, 4, 5, 9, 10, 11 e 12) sono interviste con persone che si pensa siano in una buona posizione per fornire le informazioni di cui si ha bisogno. Ad esempio, se si è interessati ai rituali di lutto locali, si possono considerare i leader religiosi come informatori chiave. Le interviste con gli informatori chiave spesso implicano ripetute interviste aperte con la stessa persona.
Ci sono una serie di punti di forza associati all'utilizzo di interviste con informatori chiave, tra cui:
● la possibilità di approfondire temi chiedendo chiarimenti o spiegazioni a informatori chiave più volte in modo flessibile;
● gli informatori chiave possono fornire un accesso relativamente facile a un patrimonio di conoscenze; e
● gli informatori chiave spesso sono lieti di condividere le loro conoscenze.
Una limitazione dell'utilizzo di informatori chiave è che le informazioni provengono da un gruppo selezionato di individui relativamente piccolo. Inoltre, non si può presumere che le persone che si selezionano come informatori chiave abbiano effettivamente una conoscenza accurata dei problemi che si stanno valutando. Non è sempre facile valutare se le opinioni di questi individui sono rappresentative dell'intero gruppo di persone che si stanno valutando. Inoltre, intervistare gli informatori chiave richiede buone competenze nell’intervista, che potrebbero non essere sempre
prontamente disponibili. Un'importante limitazione dell'utilizzo delle interviste agli informatori chiave nelle emergenze è che l'analisi dei dati narrativi richiede abilità e tempo notevoli.
Approfondimenti
- IASC (2012). Annex IV Key informant interviews. In The Multi Cluster/Sector Initial Rapid Assessment (MIRA) (provisional version) IASC. ochanet.unocha.org/p/Documents/mira_final_version2012.pdf
- Center for Substance Abuse Prevention’s Northeast Center for the Application of Prevention Technologies (2004). Data Collection Methods: Getting Down to Basics: Key Informant Interviews. New York: Education Development Center http://www.oasas.ny.gov/prevention/needs/documents/KeyInformantInterviews.pdf - Kumar, K. (1989) Conducting Key Informant Interviews in Developing Countries. Agency for International
Development/. http://pdf.usaid.gov/pdf_docs/pnaax226.pdf
- Varkevisser, C.M., Pathmanathan, I., Brownlee, A. (2003). Developing and Conducting Health Systems
Research Projects. Volume II: Data Analysis and Report Writing. Amsterdam: KIT Publishers/ IDRC/ WHO AFRO http://www.kit.nl/net/KIT_Publicaties_output/ShowFile2.aspx?e=587
3.3.2.2 Interviste di gruppo
Le interviste di gruppo (una tecnica utilizzata nello Strumento 11) sono incontri in cui ai partecipanti (spesso selezionati perché simili per età, sesso, professione, stato sociale e così via) viene chiesto di rispondere a domande. Quando i partecipanti sono incoraggiati a reagire ai commenti degli altri e ad ampliare le reciproche risposte, vengono chiamati interviste di focus group.
Le interviste di gruppo sono un buon modo per identificare le opinioni della comunità e i punti di vista dei diversi sottogruppi. Sono anche utili per raggiungere un numero maggiore di persone contemporaneamente e per iniziare a identificare la lingua locale che le persone usano per discutere le cose. Non ci si aspetta che il gruppo produca un consenso, poiché i valutatori cercano tutti i punti di vista su un argomento.
Uno dei rischi principali nelle interviste di gruppo è che alcune persone nel gruppo possano dominare la discussione (ad esempio quelle con una posizione sociale più elevata), oscurando così le diverse opinioni dei membri del gruppo.
Quando si effettuano interviste di gruppo è importante:
● limitare la dimensione del gruppo da 8 a 12 partecipanti; e
● mantenere i membri del gruppo il più possibile omogenei (simili), soprattutto per quanto riguarda l'età e il sesso, in modo che le persone abbiano maggiori probabilità di avere la sicurezza di partecipare attivamente.
Inoltre, la facilitazione di un buon colloquio di gruppo richiede una formazione sulle capacità di indagine e facilitazione di gruppo. In generale, le interviste di gruppo vengono condotte da due persone, di cui una una persona che fa domande e guida la discussione, mentre l'altra persona prende appunti.
Le interviste di gruppo generalmente non sono appropriate per domande su argomenti molto delicati, quando le persone potrebbero sentirsi a disagio nel rispondere onestamente in presenza di altri. Infine, poiché gruppi diversi possono avere risposte diverse alle domande, è necessario organizzare almeno due interviste di gruppo per ogni argomento per essere sicuri di raccogliere tutte le opinioni (saturazione).
Approfondimenti
- Heary, C.M. & Hennessy, E. (2002). The use of focus groups in pediatric health research. Journal of Pediatric Psychology, 27, 47-57. http://jpepsy.oxfordjournals.org/cgi/content/full/27/1/47
- Wong, L.P. (2008). Focus Group Discussion: a tool for health and medical research. Singapore Medical Journal, 49, 256-260. http://smj.sma.org.sg/4903/4903me1.pdf
3.3.2.3 Free Listing
Il Free Listing (una tecnica utilizzata negli Strumenti 10 e 12) implica chiedere a un individuo (spesso un membro della comunità) di fornire quante più risposte possibili a una singola domanda. Ad esempio, è possibile chiedere chiedere alle persone di elencare i tipi di problemi che hanno o i metodi di coping che usano. In seguito si può chiedere ai
partecipanti di dare la priorità o classificare le loro risposte. Da un free listing, si possono selezionare alcuni problemi (ad esempio, salute mentale e problemi psicosociali) per un'ulteriore valutazione attraverso altri tipi di metodi di valutazione (ad esempio colloqui individuali o di gruppo). In generale, è più facile chiedere ai partecipanti di discutere le esperienze degli altri (per esempio sui membri della loro comunità) che le proprie esperienze, specialmente in contesti di gruppo. Il free listing è spesso utile all'inizio di una valutazione per avere una panoramica dei tipi di problemi e delle risorse in una comunità.
Il Partecipative Ranking (Ager, Stark & Potts, 2009) è simile al Free Listing. Ai partecipanti viene chiesto, generalmente in un contesto di gruppo, quali tipi di problemi ritengono siano presenti in un contesto umanitario. Quindi, ai partecipanti viene chiesto di identificare oggetti che rappresentino tali problemi (ad esempio, un bicchiere di birra per l'uso di alcol, una pietra per la violenza domestica). Quindi, tutti gli oggetti vengono posizionati in una riga in ordine di importanza (classifica). L'intero processo può quindi essere ripetuto per le risorse (ad esempio un libro per insegnanti di supporto, un ramo di un albero per i gruppi di donne). Questo metodo può avere vantaggi quando si valutano concetti
relativamente astratti come la salute mentale e i problemi psicosociali.
Il principale vantaggio delle tecniche di Free Listing è che sono modi relativamente veloci per raccogliere informazioni su questioni specifiche e possono essere fatte con una varietà di informatori (ad esempio giovani, uomini, donne, persone con disabilità). Inoltre, i risultati sono molto più rapidi e facili da analizzare e compilare rispetto ai dati narrativi raccolti attraverso domande a risposta aperta da interviste con informatori chiave o focus group. Gli svantaggi di questi metodi sono che generalmente forniscono informazioni meno dettagliate sul contesto. Un altro svantaggio è che queste
tecniche dipendono fortemente dall'esatta formulazione della domanda, il che aumenta il rischio di perdere informazioni importanti. Inoltre, quando applichi queste tecniche in un gruppo, gli intervistati risultano essere influenzati nelle loro risposte verso ciò che gli altri membri del gruppo potrebbero voler sentire. Tuttavia, queste tecniche sono utili nelle emergenze acute, perché sono in grado di fornire informazioni preziose in un arco di tempo molto breve.
Approfondimenti
- Ager, A, Stark, L & Potts, A (2009) Participative Ranking Methodology: A Brief Guide (Version 1.1, February 2010). Program on Forced Migration & Health, Mailman School of Public Health, Columbia University, New York.
- Public Health Action Support Team (2010). Qualitative methods. In Public Health Action Support Team. Public Health Textbook. London: Public Health Action Support Team
http://www.healthknowledge.org.uk/public-health-textbook/ research-methods/1d-qualitative-methods - Applied Mental Health Research Group. (forthcoming). Design, implementation, monitoring, and evaluation of
cross-cultural mental health and psychosocial assistance programs: a user’s manual for researchers and program implementers . Baltimore: Center for Refugee and Disaster Response, Johns Hopkins University School of Public Health
3.3.2.4 Decidere il numero di partecipanti alle valutazioni qualitative
Quando si effettuano valutazioni qualitative, si raccolgono principalmente dati fino a quando non si verifica la
"saturazione dei dati". La saturazione dei dati si verifica quando le stesse risposte vengono fornite ripetutamente. Ad esempio, dopo quattordici interviste semi-strutturate, le ultime due o tre interviste potrebbero non fornire risposte nuove o diverse. Quando si utilizzano tecniche qualitative di solito non è possibile determinare in anticipo quante persone siano necessarie. In pratica, tuttavia, la pianificazione e il budgeting sono difficili senza una stima del numero di interviste che si intende condurre. Sono state inserite queste stime nell'introduzione agli strumenti.
3.3.2.5 Analisi dei dati qualitativi
Quando si raccolgono dati qualitativi, è generalmente utile effettuare un'analisi preliminare dei dati mentre la raccolta è in corso (ad esempio, al termine di ogni sessione di raccolta dati). Questo può aiutare a definire meglio le idee
preliminari e rafforzare di conseguenza il piano di raccolta dei dati (ad esempio, colmando le lacune nelle conoscenze su gruppi specifici di partecipanti o modificando il tipo di domande). I leader del team di valutazione dovrebbero analizzare almeno alcuni dati mentre vengono raccolti, per monitorare la qualità della raccolta dei dati e la natura dei dati man mano che arrivano. E’ consigliabile farlo attraverso incontri giornalieri con il team di valutazione o effettuando
regolarmente un debriefing tecnico con gli intervistatori al ritorno dalle interviste. Queste riunioni dovrebbero anche funzionare per monitorare il benessere del personale addetto alla valutazione che lavora in circostanze difficili. Durante questi incontri possono essere discussi temi generali scaturiti dalle interviste e rivisti di conseguenza i piani di raccolta dati.
Esistono diversi modi per analizzare i dati qualitativi. Questi vanno da analisi sofisticate e dispendiose in termini di tempo volte a costruire teorie sui fenomeni sociali al semplice raggruppamento di risposte e alla loro catalogazione. Per scopi umanitari, spesso è opportuno raggruppare le risposte e catalogarle. Ad esempio l'analista legge il testo e individua i temi. Poi si rileggono tutte le risposte per classificare il testo secondo i temi individuati. Idealmente, questo viene fatto da due analisti indipendenti che confrontano i risultati per ridurre il rischio di bias.
Per quanto riguarda la triangolazione, può accadere che dati provenienti da fonti diverse sullo stesso argomento siano incoerenti. Eventuali incongruenze di questo tipo devono essere segnalate e discusse.
4. Tradurre la valutazione in azione
4.1 Redazione di un rapporto con raccomandazioni
L'obiettivo principale di una valutazione è fornire raccomandazioni per l'azione. In genere, più una raccomandazione è precisa, più è utile.
Le raccomandazioni per le attività umanitarie dovrebbero specificare:
● a chi si sta facendo la raccomandazione;
● il gruppo target;
● il problema preso di mira;
● l'intervento suggerito, ovvero come l'intervento può essere sviluppato insieme alla popolazione target; e
● collegamenti con linee guida pertinenti (ad esempio scegliendo un foglio di azione dalle linee guida MHPSS dello IASC).
Quando ci sono una serie di raccomandazioni, si devono mettere in ordine di priorità. La relazione dovrebbe comunicare che le azioni devono essere eseguite seguendo un ordine di priorità.
Nel rapporto dovrebbe essere chiaro quali raccomandazioni sono a breve termine (ovvero dovrebbero essere messe in atto immediatamente) e quali raccomandazioni sono a più lungo termine. Per quanto possibile, si devono discutere le idee per le raccomandazioni con il gruppo target prima di metterle per iscritto.
Le linee guida IASC MHPSS raccomandano di fornire MHPSS in un sistema di assistenza a più livelli. Spesso può essere utile incrociare le raccomandazioni con i quattro livelli della piramide IASC (per un esempio, vedere Healthnet TPO (2009) assessment report on Afghanistan )
4.2 Raccomandazioni per la comunicazione
Per ottenere il massimo da qualsiasi valutazione, si devono condividere le raccomandazioni con tutte le parti interessate.
Questi includono il governo, le persone a cui ci si rivolge con i programmi e le comunità locali e altri attori umanitari e sanitari. Se non si forniscono informazioni sulla valutazione alle comunità, si può ingenerare nelle vittime l’impressione di essere state sfruttate. È possibile condividere le raccomandazioni con le parti interessate organizzando riunioni per discutere i risultati chiave.
Tutti i rapporti di valutazione dovrebbero includere una sintesi in un linguaggio semplice per garantire che le parti interessate possano comprendere i risultati chiave insieme ai limiti e alle raccomandazioni della valutazione. Ove possibile, si deve accompagnare la valutazione con una breve presentazione in powerpoint di questa sintesi tradotta in un linguaggio semplice.
La condivisione della relazione di valutazione con le parti interessate è fondamentale per attuare l'azione umanitaria in linea con le migliori informazioni disponibili, massimizzando l'impatto positivo dell'azione e riducendo al contempo il rischio di danni non intenzionali.
Pertanto, le agenzie dovrebbero rendere i loro risultati di pubblico dominio e prestare attenzione ai seguenti rischi.
1. Rischi per la sicurezza. I rischi per la sicurezza possono verificarsi quando il rapporto di valutazione identifica informazioni che possono mettere le persone a rischio di danni. È più probabile che questa situazione si verifichi nelle valutazioni incentrate su questioni di protezione. Ad esempio, durante le interviste con gli informatori chiave, i
partecipanti possono segnalare informazioni sulle violazioni dei diritti umani contro il loro gruppo religioso o etnico. In tali situazioni, è necessario segnalare le informazioni a organismi di protezione affidabili e competenti e non includerle nella segnalazione pubblica generale.
2. Competizione tra agenzie. La competizione dell'Agenzia per i finanziamenti non deve impedire la diffusione dei principali risultati e raccomandazioni. Le agenzie dovrebbero essere in grado di utilizzare i rispettivi rapporti di valutazione e dovrebbero farlo con il corretto riconoscimento dell'agenzia che ha raccolto le informazioni.
3. Dati sensibili. Una valutazione può mostrare che le agenzie nazionali o internazionali stanno fornendo servizi e supporto scadenti. L'opportunità di rendere tali informazioni di pubblico dominio dipenderà dalla situazione. In ogni caso, si dovrebbe fare tutto il possibile per comunicare le informazioni in modo costruttivo all'agenzia competente. Si dovrebbero inserire tutti gli altri risultati della valutazione nel rapporto generale di valutazione delle esigenze MHPSS che dovrebbe diventare di pubblico dominio.
4. Pubblicazione accademica. Le riviste accademiche a volte non consentono la pubblicazione di rapporti di valutazione che sono già stati ampiamente diffusi (ad esempio tramite pubblicazione su un sito web). Tuttavia, questo non è un motivo accettabile per rimandare la diffusione almeno di una versione in linguaggio semplice del rapporto con i principali risultati e le raccomandazioni.
Strumenti di Assessment
STRUMENTO 1 CHI È DOVE, QUANDO, FACENDO COSA (4WS) NELLA SALUTE MENTALE E SUPPORTO PSICOSOCIALE (MHPSS): RIEPILOGO DEL MANUALE CON CODICI ATTIVITÀ8
Perché utilizzare questo strumento: per il coordinamento, attraverso la mappatura di quali supporti per la salute mentale e psicosociali sono disponibili
Metodo: interviste con i program manager delle agenzie
Tempo necessario: a seconda dell'entità della crisi, inizialmente circa due settimane (necessita di aggiornamenti regolari)
Risorse umane necessarie: due persone
Background
● Uno strumento Who is, Where, When, doing What (4Ws) per MHPSS è utile per:
a. Fornire un quadro generale delle dimensioni e della natura della risposta.
b. Identificare le lacune nella risposta per favorire un'azione coordinata.
c. Favorire la diffusione delle informazioni relative a chi è presente sul campo, dove e cosa fa.
d. Indirizzare i processi di rivalutazione (ad esempio, il ciclo di programmazione CAP, Consolidated Appeal Process).
e. Migliorare la trasparenza e la legittimità dell'MHPSS attraverso una documentazione strutturata.
f. Migliorare le possibilità di rivedere i modelli di pratica e trarre lezioni per le risposte future..
● Questo strumento 4Ws è un sistema di dati basato su software per mappare le attività MHPSS in contesti umanitari in tutti i settori.
● In molte situazioni potrebbe non essere semplice raccogliere questo genere di dati. La raccolta di dati dalle diverse agenzie richiede di trovarsi in una posizione meta ed è meglio eseguita da agenzie (governo, ONU o ONG) che hanno responsabilità di coordinamento.
● I dati vengono raccolti tramite un foglio di calcolo Excel. Il file deve essere completato da ciascuna organizzazione che partecipa alla valutazione 4W. Gli elementi da completare per questo foglio sono riportati nella Tabella 1.
Questo foglio si riferisce ai codici attività MHPSS visualizzati nella Tabella 2.
● La relazione tra i codici attività nella Tabella 2 e i Fogli di Azione e la Piramide delle Linee Guida IASC è descritta in un allegato del manuale fornito con lo strumento 4Ws.
● Leggere attentamente l'intero manuale prima di utilizzare lo strumento. Il manuale descrive i passaggi suggeriti per implementare lo strumento 4Ws per MHPSS, tra cui:
a. tradurre e adattare il foglio di calcolo della raccolta dati 4Ws al contesto locale;
b. contattare il governo o l'agenzia di coordinamento delle Nazioni Unite per ottenere l'ortografia e i codici standard delle aree geografiche, specificando i confini delle aree geografiche;
c. decidere l'ambito e la strategia per la raccolta dei dati;
d. contattare le agenzie, raccogliere dati e rivedere i dati raccolti;
e. riesaminare i dati raccolti per rilevare incongruenze o errori importanti, ripulire e unire i dati;
f. analizzare i dati e preparare e diffondere una relazione sui risultati;
g. discutere le lacune individuate con le parti interessate e decidere come migliorare la programmazione; e h. l’aggiornamento dei dati e delle relazioni.
● Come accennato, questo strumento 4Ws mappa MHPSS tra i settori. Per mappare MHPSS all'interno di un settore specifico, si deve utilizzare uno strumento 4Ws specifico per il settore. Lo strumento 4Ws del cluster
8Fonte: ASC Reference Group on Mental Health and Psychosocial Support in Emergency Settings. Who is Where, When, doing What
sanitario globale è il sistema di mappatura della disponibilità delle risorse sanitarie (HeRAMS) dello IASC Global Health Cluster (2009).
a. HeRAMS dovrebbe essere implementato da o sotto la guida del settore sanitario (ad esempio Ministero della Salute, Cluster sanitario).
b. HeRAMS fornisce una lista di controllo dei servizi sanitari per livello di assistenza, per sottosettori sanitari e per strutture sanitarie/cliniche mobili/interventi basati sulla comunità in ciascun punto di erogazione. Ci sono specifiche checklist di controllo per la salute mentale per i livelli di assistenza comunitaria, assistenza primaria e assistenza secondaria e terziaria.
c. Le persone che organizzano le valutazioni della salute mentale di solito non sono nella posizione di avviare HeRAMS. Tuttavia, ovunque sia implementato HeRAMS, dovrebbero garantire che i servizi di salute mentale siano registrati in HeRAMS e utilizzare HeRAMS come fonte chiave di informazioni rilevanti sui servizi di salute mentale.
TABELLA 1 DELLO STRUMENTO 1: VOCI DA COMPLETARE NEL SECONDO FOGLIO DEL FOGLIO DI CALCOLO DELLA RACCOLTA DATI 4WS
A. Data di rilevazione o aggiornamento di queste informazioni B. Nome dell'agenzia che se ne è occupata
C. Nome/i di altra/e organizzazione/i con cui viene svolta questa attività (in caso di attività congiunta) D. Nome del centro di coordinamento
E. Numero di telefono del centro di coordinamento F. Indirizzo e-mail del centro di coordinamento G. Regione/distretto in cui si svolge l'attività H. Città/quartiere in cui si svolge l'attività
I. Codice geografico del governo/OCHA per la località J. Codice attività MHPSS
K. Sottocodice attività MHPSS
L. Descrizione dell'attività in una frase (per il sottocodice “Altro” o per qualsiasi altra attività non chiaramente descritta dal sottocodice)
M. Gruppo target (o gruppi target) specificare gruppi di età se pertinente
N. Numero di persone nel gruppo target supportato direttamente nei 30 giorni precedenti
O. Questa attività è (1) attualmente in fase di attuazione, (2) finanziata ma non ancora implementata o (3) non finanziata e non ancora implementata
P. Data di inizio per l'attuazione dell'attività (per le attività in corso, fornire la data di inizio effettiva e non la data di inizio originariamente proposta)
Q. Data di fine (specificare in quale data termina il finanziamento impegnato per implementare l'attività)
Facoltativo (I seguenti 5 elementi facoltativi forniscono una migliore comprensione della possibile qualità e volume dei servizi disponibili ma: potrebbero essere troppo dettagliati per le prime settimane o mesi di una grave crisi acuta.)
R. Numero e tipologia di operatori MHPSS che svolgono questa attività (es. 4 volontari di comunità, 1 psicologo e 1 infermiere)
S. Argomento e durata della formazione non universitaria sull'MHPSS (es. infermieri hanno ricevuto 1 giorno di formazione sul primo soccorso psicologico)
T. (se applicabile) Disponibilità dell'attività (es. spazio a misura di bambino o clinica aperta 40 ore/settimana) U. Dove viene fornito MHPSS? (case delle persone, clinica, spazi pubblici ecc.)
V. Le persone devono pagare per utilizzare questi servizi/supporti?