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3 IL SISMA IN EMILIA ROMAGNA

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Academic year: 2021

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3 IL SISMA IN EMILIA ROMAGNA

Alle 4:03 del 20 maggio 2012 è stata registrata una scossa di terremoto di magnitudo 5.9 con epicentro a Finale Emilia, comune in provincia di Modena che ha interessato un’ampia zona della Pianura Padana tra le regioni dell’Emilia Romagna, Veneto e Lombardia, in particolare le province di Ferrara, Modena, Mantova, Bologna e Rovigo.

Questa prima forte scossa ha dato inizio ad un’importante e lunga sequenza sismica (Figura 4), proseguita per settimane con oltre 2400 repliche con magnitudo compresa tra 2, non avvertite dalla popolazione, e magnitudo 5 o superiore che hanno aggravato la situazione dei comuni colpiti, già fortemente compromessa.

Gli eventi successivi di maggior entità sono avvenuti nel giorno 29 maggio alle 9:00 ed alle ore 12:55, rispettivamente di Magnitudo 5.8 e 5.3 e hanno interessato il settore occidentale della zona interessata dall’evento del 20 maggio, evidenziando uno spostamento verso ovest degli epicentri.

Le due scosse più forti del 20 e 29 maggio sono state avvertite in un’area molto vasta comprendente tutta l’Italia centro-settentrionale e parte della Svizzera, della Slovenia, della Croazia, dell’Austria, della Francia sud- orientale e della Germania meridionale.

Da un’analisi dei dati storici relativi a eventi sismici passati è risultato che l’area non è stata colpita da eventi particolarmente rilevanti, eccezion fatta per il sisma avvenuto nell’anno 1570 con magnitudo 5.5 che colpì la zona di Ferrara e che dette il via ad una catena di episodi con magnitudo inferiore a 4 che si protrassero per molti mesi.

Più significativa, invece, la sismicità che interessa il settore settentrionale dell’Appennino e la fascia pedappenninica emiliana, caratterizzata da eventi

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In alcuni casi gli effetti di questa sismicità sono arrivati a sfiorare anche parte della zona di pianura maggiormente colpita dai terremoti del maggio 2012.

Un esempio è rappresentato dall’evento di Correggio (RE) del 15 ottobre 1996 con magnitudo 5.4.

Figura 4: Mappa della sequenza sismica Emiliana aggiornata all'8 ottobre 2012.

3.1 Sopralluoghi e rilievi

Subito dopo la prima scossa, il Gruppo Operativo QUEST, composto dalle squadre di rilievo macrosismico dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), si è immediatamente messo in azione per ottenere un primo resoconto degli effetti provocati dal sisma.

È stato necessario un lavoro di aggiornamento costante della stima dei danni a causa dall’andamento della sequenza sismica, del suo spostamento epicentrale progressivo e del conseguente allargamento dell’area interessata in modo da definire gli effetti cumulati dalle varie scosse nelle diverse località. Il rilievo

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si è protratto dal 20 maggio al 3 luglio e si è svolto nell’area maggiormente danneggiata, osservando il danno visibile all’esterno degli edifici.

Le tipologie edilizie presenti nell’area sono rappresentate da edifici tradizionali, con pareti portanti in mattoni solitamente pieni, diffusi soprattutto nei centri storici e nelle campagne e da costruzioni residenziali recenti, anch’esse solitamente realizzate in mattoni e c.a o interamente in c.a, prevalentemente di 1-2 piani, distribuiti nelle periferie dei centri abitati.

Le costruzioni tradizionali sono generalmente edifici antichi o comunque precedenti all’ultima guerra, nei quali si è riscontrata la quasi totale assenza di elementi di collegamento e rinforzi tra le varie parti strutturali, come cordoli, cantonali, ammorsamenti tra pareti o catene e tiranti.

Gli edifici residenziali recenti invece presentano solai e tetti in c.a. insistenti su una struttura portante in muratura.

Nella maggior parte delle località esaminate, l’area di espansione prevale sulla parte di edilizia storica. Nelle aree periferiche dei centri abitati sono talvolta presenti concentrazioni di edifici industriali, come capannoni, magazzini e laboratori.

In tutta l'area, inoltre, è stata segnalata la presenza di numerosi cascinali, fienili e altri edifici agricoli alcuni dei quali in stato di abbandono che, pur avendo riportato in molti casi gravissimi danni, trovandosi in insediamenti isolati dall’ambiente urbano, non sono stati presi in esame per una completa stima dei danni.

3.2 Provvedimenti e riferimenti normativi

In favore delle popolazioni compite dallo sciame sismico di maggio, sono state emanate leggi e redatte linee guida da tecnici esperti, per superare le emergenze e per una rapida ricostruzione delle aree terremotate.

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I documenti principali sono il Decreto Legge n°74 del 6 giugno 2012, recante gli interventi urgenti da attuare in favore delle popolazioni colpite dal terremoto e la Legge attuativa 01 agosto 2012, n°122 contenente modificazioni apportate in sede di conversione al DL n°74 del 6 giugno 2012.

In questi sono contenute le disposizioni volte a disciplinare gli interventi immediati per la ricostruzione, l’assistenza alle popolazioni e la rapida ripresa dell’attività produttiva, delle normali condizioni di vita e di lavoro nei territori delle province di Bologna, Modena, Ferrara, Mantova, Reggio Emilia e Rovigo.

Oltre alle leggi che includono le disposizioni generali riferite a ciascuna tipologia di edificio e per qualsiasi tipo di danno, sono stati redatti documenti che mirano alla risoluzione di problemi legati a particolari tipologie edilizie quali gli edifici prefabbricati non progettati con criteri antisismici che rappresentano un patrimonio essenziale da redimere prioritariamente per una rapida ripresa economica.

Si tratta delle Linee guida Reluis, stilate dal Gruppo di Lavoro Agibilità Sismica dei Capannoni Industriali, le quali forniscono un supporto tecnico per affrontare il problema degli interventi locali e globali ma che non hanno né carattere prescrittivo né cogente ovvero mirano a fornire soluzioni tecniche consultabili facilmente per dare risposta a particolari questioni di sicurezza, economiche e sociali.

3.2.1 Decreto Legge 6 giugno 2012, n°74

Al fine di favorire una rapida ripresa delle normali condizioni di vita dei cittadini dei comuni colpiti dal sisma, è stato emanato il Decreto Legge 6 giugno 2012, n°74, successivamente integrato con la Legge di conversione 1 agosto 2012, n°122 che riporta spiegazioni e prescrizioni riguardo alla

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gestione delle risorse, ai provvedimenti di ricostruzione e alle tempistiche degli interventi da eseguirsi sul patrimonio edilizio sia pubblico che privato.

Di particolare importanza è l’articolo 3 in cui si impone l’obbligo, al titolare di un’attività, di provvedere all’acquisizione della certificazione di agibilità sismica rilasciata a seguito di una verifica di sicurezza effettuata da un professionista abilitato.

La verifica suddetta non è effettuata indistintamente su tutti i fabbricati ma vi è un criterio di scelta che si basa sulla percentuale di accelerazione spettrale a cui è stata sottoposta la costruzione durante l’evento sismico, in base alle mappe di scuotimento (o ShakeMap) fornite dall’INGV.

Qualora il fabbricato sia stato sottoposto al 70% dell’accelerazione spettrale elastica richiesta dalle norme, come dedotto dalle ShakeMap e, questo, inteso come insieme di struttura, elementi non strutturali e impianti, non sia uscito dall’ambito del comportamento elastico lineare, non occorre verifica di sicurezza poiché si intende verificato sperimentalmente.

Viceversa, nel caso che l’edificio rientri in quei territori che sono stati sottoposti ad un’accelerazione spettrale inferiore al 70%, occorrerà valutazione della sicurezza in conformità all’articolo 8 delle norme tecniche per le costruzioni, di cui al decreto del Ministero delle Infrastrutture 14 gennaio 2008.

Se il livello di sicurezza risulta inferiore al 60% della sicurezza richiesta ad un edificio nuovo, dovranno obbligatoriamente eseguirsi interventi di miglioramento sismico per raggiungere almeno quel 60% di sicurezza richiesto.

Di seguito si riportano le ShakeMap relative ai due eventi sismici più importanti verificatisi in Emilia Romagna il 20 e il 29 maggio (Figura 5,

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Figura 6) con indicata la posizione del comune di Vigarano Mainarda, sito in cui, come si vedrà in seguito, si trova l’edificio oggetto di studio.

Figura 5: Mappa di scuotimento relativa la sisma del 20 maggio 2012.

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Figura 6: Mappa di scuotimento relativa la sisma del 29 maggio 2012.

3.2.2 Linee guida Reluis

Le linee guida Reluis, forniscono alcuni principi fondamentali sulla messa in sicurezza degli edifici industriali monopiano che consentono di eliminare temporaneamente le carenze strutturali con interventi di tipo macroscopici, in

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vista di una più accurata valutazione sismica che condurrà ad eventuali ulteriori interventi volti all’ottenimento dell’attesa sicurezza strutturale.

In particolare, il cap.3, Principi e criteri d’intervento, si descrivono le mancanze strutturali manifestatesi maggiormente negli edifici prefabbricati monopiano rispetto all’azione sismica, indicando possibili schemi di intervento che seguano i principi fondamentali per la messa in sicurezza della struttura.

Si dichiara espressamente che, da studi condotti sui fabbricati danneggiati e sulle carenze da essi denunciate poiché sottoposti ai recenti eventi sismici come quello dell’Aquila e quelli dell’Emilia Romagna, i collegamenti hanno rappresentato gli elementi critici in termini di prestazioni sismiche.

Le deficienze prestazionali hanno determinato, infatti, la maggior parte dei danni più gravi, nonché dei crolli.

Questo perché le connessioni non sono rappresentate da unioni meccaniche bensì, molto frequentemente, da semplici appoggi che sfruttano il principio dell’attrito ma che non hanno possibilità alcuna di trasferire gli sforzi dinamici indotti dal sisma.

Per questo motivo, nelle linee guida, si forniscono indicazioni specifiche sul calcolo degli spostamenti relativi tra elementi verticali così da verificare l’impossibilità di istaurarsi di perdita di appoggio.

Riferimenti

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