Epidemiologia dell’invecchiamento
Stefania Maggi, Chiara Marzari, Gaetano Crepaldi
Aspetti demografici
Da secoli ormai la popolazione anziana mondiale sta aumentando, ma un fatto nuovo si è inserito recentemente nell’andamento demografico: la rapidità di tale crescita. A metà del 2000 la popolazione mondiale di ultrasessantacinquenni era intorno ai 420 milioni ed era aumentata, rispetto a un anno prima, di circa 9,5 milioni, ossia di circa 795.000 anziani al mese. Quello che spesso non viene considerato, però, è che il 77% di questo aumento (615.000 soggetti al mese), avviene nei Paesi in via di sviluppo. Nel 1990 erano 26 i Paesi del mondo che avevano almeno due milioni di anziani; nel 2000 erano 31 e si prevede che nel 2030 saranno più di 60 [1].
La speranza di vita ha subito un aumento molto marcato nell’ultimo secolo a causa di diversi fattori, quali il miglioramento delle condizioni sociali e sanitarie della popo- lazione e il progresso della medicina preventiva e curativa, nonché della sanità pubbli- ca. Paesi come l’Italia, il Giappone e Singapore hanno raggiunto una speranza di vita alla nascita di 80 anni; la Svizzera, la Svezia, l’Islanda, l’Australia e il Canada di 79 anni; tutti gli altri Paesi industrializzati variano tra 76 e 78 anni. Bisogna sottolineare, però, che men- tre a livello mondiale la speranza di vita è aumentata durante tutto questo secolo, le differenze tra una regione e l’altra restano marcate. Per esempio, i Paesi del sud Saha- ra hanno una speranza di vita inferiore ai 50 anni, ossia di oltre 20 anni inferiore rispet- to ai Paesi industrializzati. Inoltre, 3 su 4 morti nei Paesi meno sviluppati sono, anco- ra oggi, in persone al di sotto dei 50 anni [1].
Per quanto riguarda la mortalità, le cause di morte sono radicalmente cambiate nel corso di questo secolo, in Italia come in quasi tutto il resto del mondo. Nella prima metà del diciannovesimo secolo la mortalità generale era molto più elevata, soprat- tutto per malattie infettive e parassitarie che colpivano per lo più i bambini, mentre le donne giovani spesso morivano per condizioni legate al parto. Solo un piccolo seg- mento della popolazione viveva abbastanza a lungo da trovarsi a dover affrontare i problemi e le malattie che accompagnano la vecchiaia. La struttura per età della popo- lazione aveva la forma di una piramide, con una larga base costituita dal grande nume- ro di bambini. Al vertice, c’erano le poche persone che vivevano oltre l’età riprodutti- va. L’età media della popolazione era bassa. Poi, man mano, la piramide è venuta assu- mendo una forma diversa, in quanto un numero proporzionalmente maggiore di indi- vidui sopravvive fino a età più avanzate. Verso la metà di questo secolo, la piramide assumerà una conformazione rovesciata [2].
Le due principali cause di morte nella popolazione anziana italiana sono le malattie
cardiovascolari (CV) e i tumori maligni che, nel 2001, nella popolazione ultrasessanta-
cinquenne avevano rispettivamente tassi di circa 200/10.000 e 118/10.000 (Tabella 1).
Per quanto riguarda i tumori maligni la prevalenza è stimata intorno al 3% e nel 2001 i decessi sono stati circa il 28,5% della mortalità nella popolazione generale.
Tabella 1. Numero di decessi e tassi di mortalità (10.000) per causa nella popolazione italiana 65+
Maschi Femmine Totale
ND TM ND TM ND TM
Malattie sistema circolatorio 90.900
218,12124.482
154,62215.382
201,9Malattie ischemiche cuore 31.626
75,2933.027
42,2864.653
60,54Disturbi circolatori encefalo 24.077
58,3937.487
46,5561.564
57,76Tutti i tumori 71.236
167,354.265
79,02125.501 117,84
Tumori apparato digerente 23.584
55,4421.481
31,0345.065
42,31Tumori apparato respiratorio 21.092
48,735.130
7,8226.222
24,63Malattie apparato respiratorio 18.451
44,8213.262
16,3731.713
29,76Diabete 5.854
14,0110.291
14,0116.145
15,14Fonte: Dati ISTAT, anno 2001. ND, numero decessi; TM, tasso di mortalità