報, 敬請淹博諸君子見之, 有以賜教, 幸勿閟金玉之音焉。
146Interrogativi sulle vicende dell’italiano Marco Polo. Inviato da Qiu Zhizi, SB, 30 gennaio 1874
Diversi occidentali mi hanno raccontato che nel 1274, durante il regno di Yuan Shizu147, il
grande mercante italiano Marco Polo venne in Oriente per commercio e rimase in Cina ventiquattro anni. Kublai Khan lo nominò funzionario di alto rango del Zhejiang, [titolo] con il quale restò in carica per tre anni. Costui era un mercante italiano e persona di grandi conoscenze e abilità. Inoltre, una volta tornato in patria scrisse un libro raccontando le cose della Cina in modo molto dettagliato. Vi riportò la magnificenza del palazzo imperiale di Hangzhou e la stravaganza delle pietanze e del vestiario, quasi incomparabile in tutto il mondo. A quel tempo gli occidentali che lessero questo libro lo schernirono [credendolo] inventato e senza senso. Quando, molti anni dopo la morte di Marco Polo, alcuni Occidentali giunsero nuovamente in Cina, verificarono quanto detto nel suo libro e non v’era cosa che non fosse veritiera; solo allora affermarono che se egli non aveva ottenuto la fiducia degli occidentali, ciò fu perché nessuno aveva personalmente visitato tali luoghi. Oggi questo libro incontra i gusti degli stranieri che lo considerano un testo di valore da prendere come esempio e da diffondere.
Secondo il sottoscritto, questi fatti non si trovano nei libri di storia, né si sono mai sentiti raccontare dalle generazioni precedenti. Forse questa persona si è basata sul suo talento per inventarli o forse dei posteri hanno usato il suo nome e hanno scritto [tali cose]. Ma gli occidentali sono precisi; se leggendo questo libro l’avessero trovato inappropriato, da tempo tutti lo avrebbero saputo e lo avrebbero screditato. Com’è possibile che sia ancora oggi apprezzato e che sia ritenuto affidabile oltre ogni dubbio? Io non sono colto e non ne ho la certezza; mi permetto di presentare questo scritto alla redazione affinché venga pubblicato e invito gli emeriti signori a leggerlo e a fornire delle delucidazioni, nella speranza che non mi neghino una loro preziosa risposta.
Fino alla fine degli anni Novanta, gli studiosi che si occuparono dello studio delle fonti su Marco Polo in Cina avevano identificato il precedente articolo come la prima testimonianza sul viaggiatore italiano in lingua cinese. Nel 1990, infatti in un articolo intitolato Guoren yanjiu yu jieshao «Make Boluo riji» shi yu heshi? 国人研究《马可波 罗日记》始于何时?(Quando ebbero inizio le ricerche e i riferimenti al Milione di Marco Polo da parte dei cinesi?), Li Changlin 李长林 aveva retrodatato di pochi mesi quella che era stata precedentemente identificata come prima trattazione sul diario di Marco Polo, apparsa sullo Zhong-Xi wenjian lu 中西聞見錄 (Notizie sulla Cina e !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
146 “Xun Yiguo Ma jun shi” 詢意國馬君事 (Interrogativi sulle vicende dell’italiano Marco Polo), SB, n.
542, 30 gennaio 1874, p. 1.
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sull’Occidente) nell’aprile del 1874. Si trattò di una retrodatazione di soli pochi mesi, poiché l’articolo dello Shenbao era apparso soltanto nel gennaio dello stesso anno.148
Ad ogni modo, tale filone di studi ha visto ulteriori approfondimenti che hanno rintracciato precedenti fonti già forse a partire dal 1837, quando, all’interno del periodico Dong-
Xiyang kao meiyue tongji zhuan 東西洋考每月統計傳 (Eastern Western Monthly
Magazine) diretto da Karl Gützlaff (1803-1851), si fece menzione di un mercante italiano giunto a Pechino in epoca Yuan. Sebbene non ne sia esplicitato il nome, pare che in tale testo ci si riferisca proprio al veneziano Polo. Altri riferimenti in opere cinesi a cura, però, sempre di editori e compilatori stranieri si ebbero inoltre nel 1853 nello
Xia’er guanzhen 遐邇貫珍 (Gemme raccolte vicino e lontano; anche noto come Chinese Serial) e nel 1854 nel Dili quanzhi 地理全志 (Raccolta completa della
geografia del mondo) di William Muirhead (1822-1900), mentre la prima fonte a opera di un cinese pare risalga già al 1855, quando nel suo diario Guo Songtao 郭嵩燾 (1818- 1891) appuntò nelle pagine del proprio diario alcune annotazioni del suo collaboratore Zhou Tenghu 周騰虎 (1816-1862) riguardo il viaggiatore italiano in Cina. Da questo momento in poi, fino agli inizi del Novecento ammontano a circa una quarantina le fonti cinesi in cui è possibile trovare informazioni su Polo.149
Tra queste fonti lo Shenbao compare ripetutamente fin dal 1874, data in cui apparve anche l’edizione rivista della traduzione del diario di Henry Yule (1820-1889) pubblicata per la prima volta nel 1871, che pare fosse in circolazione tra missionari e letterati degli ambienti culturali della Cina dell’epoca.150
Sebbene la prima traduzione integrale in cinese sarebbe stata pubblicata solo nel 1913 grazie al lavoro di Wei Yi 魏易, dopo essere parzialmente apparsa a puntate sullo Jingbao 京報 (Giornale di Pechino),151
dagli esempi sopra citati è possibile notare come la circolazione delle notizie su Marco Polo in Cina e il dibattito sulla sua presenza e sulle fonte che la attestassero fosse stato avviato diversi decenni prima.
L’appello di Qiu Zhizi apparso in prima pagina sullo Shenbao il 30 gennaio 1874 fu seguito, infatti, da una risposta della redazione del quotidiano pubblicata in coda, nella quale vengono formulate alcune ipotesi su possibili fonti cinesi.
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148 Li Changlin 1990: 40-41; Zou Zhenhuan 1999: 79.
149 Uno studio molto completo sulle fonti cinesi che menzionano Polo e il suo diario è quello di Wu Guoyi
邬国义, Make Boluo ji «Youji» zai Zhongguo zaiqi de chuanbo 马可波罗在中国早期的传播, che contiene in calce una lista di tutte le fonti. Wu Guoyi 2012: 147.
150 Wu Guoyi 2012: 134-135. 151 Wu Guoyi 2012: 145.
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附本館書
,申報,同治年癸酉十二月十三日求知子詢意國馬君之事,某等學問譾陋於《元史》不能記憶,
於《浙江通志》亦未[蒐]閱,有辱其謙虚下問厚意。苐果實
有其事,細查兩書,必有録載,惟未知此書何名,曾否傳于
中國。倘中國已知其書,即令未傳於世,而兩書《藝文志》
亦必已列其書名矣。
夫西學之傳於中國者,自明徐文定公始。厥後徵聘西士南、
湯
152諸善至京修歷,而西學遂盛。南、湯諸君,本朝尚存,
故中國學士大夫尚有見而知之者,亦有聞而知之者。若馬君,
事在元初,為時較遠,且其姓名頗類蒙古諸人,若非細心詳
檢,必至誤為蒙古之人矣。
敝館書籍不多,無從考究,故待錄此兩件以呈衆覽。倘有藏
書之家、渊博之士,務祈代查兩書,詳示同人,以為考據家
之助。不徒求知子與敝館之幸,實中西各學士之幸也。
曷勝禱跂之至。
153Segue risposta della redazione, SB, 30 gennaio 1874
Quanto agli interrogativi di Qiu Zhizi sulle vicende di Marco Polo, le nostre modeste conoscenze non [ci permettono] di rammentare se [esso viene citato] nella Storia degli
Yuan, né abbiamo potuto verificare le Cronache del Zhejiang; ci rincresce [non poter far
nulla] per la domanda che ci ha umilmente rivolto. Ma se tali cose sono accadute, consultando questi due volumi sicuramente se ne troverà notizia. Tuttavia non si conosce il titolo di questo [suo] libro e se questo abbia precedentemente trovato diffusione in Cina. Se tale [libro] fu noto in Cina, sebbene non si sia poi tramandato ai posteri, nei trattati biografici delle due opere [citate] sicuramente ne sarà menzionato il titolo.
La circolazione degli studi occidentali in Cina è iniziata nell’epoca Ming con Xu Wending154. In seguito gli studiosi Giulio Aleni e Adam Schall von Bell furono chiamati a
Pechino per riformare il calendario e gli studi occidentali fiorirono. Aleni e Von Bell sono ancora noti ai nostri giorni e i letterati cinesi li conoscono tutti. Poiché Marco Polo risale all’epoca Yuan, che è piuttosto remota, e inoltre il suo nome è alquanto simile a quello della gente mongola, se non si conducesse una ricerca scrupolosa, lo si potrebbe scambiare per un mongolo.
I testi disponibili nella nostra redazione non sono numerosi [per cui] non siamo in grado di procedere a un’accurata ricerca, dunque pubblichiamo questa corrispondenza a beneficio dei lettori. Se ci fosse qualcuno che possiede questi libri o qualche erudito studioso, lo
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152 Forme abbreviate dei nomi Nan Huairen 南懷仁 (Giulio Aleni) e Tang Ruowang 湯若望 (Adam Shall
von Bell).
153 “Fu benguan shu” 附本館書 (Segue risposta della redazione), SB, n. 542, 30 gennaio 1874, p. 1. 154 Xu Wending 徐文定 era uno dei nomi alternativi di Xu Guangqi 徐光啟. ZRYDC 2002: I, 1283.
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preghiamo di consultarli e di renderlo noto, fornendo il suo contributo alla ricerca. Ciò non solo sarà d’aiuto a Qiu Zhizi e a noi, ma a tutti gli studiosi di ambiti sino-occidentali. I nostri sentiti ringraziamenti.
Come è possibile evincere dalla corrispondenza tra Qiu Zhizi e la redazione dello
Shenbao, il maggiore interrogativo sorse dal contrasto tra la fama e l’autorevolezza che
il resoconto di Polo guadagnò in Occidente e il silenzio che invece vigeva in Cina sulla sua persona. I titoli proposti dalla redazione come fonti storiche che avrebbero senza dubbio contenuto riferimenti al diario di Polo e che avrebbero consentito di verificarne la sua veridicità, ovvero lo Yuanshi 元史 (Storia della dinastia Yuan) e il Zhejiang
tongzhi 浙江通志 (Cronache generali della provincia del Zhejiang), sono per l’appunto
tra le principali fonti alle quali hanno fatto ricorso gli studiosi contemporanei, che hanno però dovuto constatare l’assenza di ogni menzione al veneziano e alla sua opera, contraddicendo, più di un secolo più tardi, le supposizioni della redazione del quotidiano di Shanghai. Come è stato detto in precedenza, però, da tali studi è risultato che Polo non fu il solo occidentale in Cina a rimanere escluso dalle fonti storiche cinesi e tale assenza è stata interpretata come diretta conseguenza del contrasto politico ed etnico in corso durante la reggenza mongola, che ha portato a una voluta omissione di diversi aspetti su mongoli e stranieri nelle opere storiche e dinastiche compilate in epoca Ming.155
Passando ai successivi contributi sul tema, qualche anno dopo questa prima coppia di articoli, il pieno riconoscimento del contributo dato da Marco Polo alla promozione delle reciproche conoscenze tra Cina e Occidente venne pienamente riconosciuto grazie all’operato del missionario protestante Gilbert Reid, noto anche con il nome cinese Li Jiabai 李佳白 (1857-1927).
Sin dalla sua prima missione nel 1882 a Chefoo (Yantai), nella provincia dello Shandong, Reid, sperimentando l’incontro-scontro con l’élite locale fautrice di una ribellione xenofoba contro la missione americana, ebbe chiara l’importanza di dirigere la propria opera di conversione non solo tra le fasce più povere e bisognose della popolazione, ma principalmente tra le élites che detenevano un certo potere e controllo sociale. Promuovere il progresso della Cina divenne ai suoi occhi un duplice obiettivo, non solo come parte della missione di uomo di Dio il cui dovere era essenzialmente assistere la popolazione presso la quale svolgeva la propria opera missionaria, ma anche come mezzo per superare le ostilità delle élites di funzionari e burocrati, tanto statali !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
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quanto locali, nei confronti dei missionari, visti prima di tutto come stranieri e quindi come rappresentanti di potenze ostili.156
Nominata quindi Mission among the Higher Classes in China (MHCC, in cinese
Shangceng shehui budaohui 上層社會布道會), la sua missione si propose un obiettivo
che andava ben oltre il semplice proselitismo, spesso da impedimento alla ricezione delle conoscenze occidentali, avanzando la promozione della reciproca amicizia e conoscenza tra popoli e culture, e proponendosi non come una confessione religiosa, ma come una missione internazionale aperta a tutti i credenti delle varie religioni. Sebbene la sede venne fissata a Pechino per poter essere più vicina al centro politico della nazione, il fallimento delle riforme del 1898 e lo scoppio della Rivolta dei Boxer lo costrinsero a realizzare che Pechino non era più un terreno fertile per la propria attività e che la fervida Shanghai sarebbe stata una sede più adatta per il suo International
Institute of China (Shangxian tang 尚賢堂). Nel 1903 l’Istituto poté così riaprire le
porte all’interno della concessione francese,157
ottenendo anche l’approvazione ufficiale della corte Qing.158
Tra le principali attività dell’Istituto, oltre alle lezioni di inglese, aritmetica, geografia, traduzione, scienze politiche, storia eccetera, rivolte ad allievi cinesi in numero sempre crescente, vi fu la pubblicazione di volumi, la creazione di gruppi di ricerca, nonché l’organizzazione di mostre ed esposizioni.159
Il crescente numero di membri, sia cinesi che stranieri, fecero dell’Istituto un punto di incontro e sede di discussione dell’ambiente culturale cittadino, ma ciò che soprattutto attrasse l’attenzione del pubblico furono i cicli di conferenze che si configurarono come momenti di incontro e di dibattito, volti a coinvolgere pubblico tanto cinese quanto straniero e destinati ad attrarre in particolar modo l’interesse della stampa locale che si fece forum di discussione e di dibattito sulle tematiche trattate di volta in volta da Reid. Spaziando tra argomenti relativi a religione, istruzione, dottrine tradizionali eccetera, tali incontri non furono mai mezzo di proselitismo, ma ebbero come scopo primario quello di promuovere la reciproca conoscenza di eventi, concetti e personalità relativi sia alla cultura occidentale in favore del pubblico cinese, che a quella cinese per il !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
156 Reid. G., “Meiguo jiaoshi xiankao yuehan xingzhuang” 美國教士顯考約翰府君行狀 (In memoria del
Rev. John Reid, mio rispettato padre e missionario americano), in Wanguo gongbao 萬國公報 (The Globe Magazine), vol. 9/104, n. 8, f. 3r-4r.
157 Rao Lingyi 2010: 305.
158 “Prospectus of an International Institute in Peking: an official Sanction”, NCH, vol. LVIII, n. 1556, 28
maggio 1897, p. 985.
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pubblico occidentale, diventando un mezzo per diffondere le conoscenze occidentali utili al progresso della società cinese e per stimolare il confronto tra le due realtà che erano ormai inevitabilmente a contatto. La pubblicazione dei contenuti di tali incontri da parte della stampa locale, come avrà occasione di mostrare in seguito, amplificò ancor più l’intento divulgativo di tali incontri.
Nel 1906, anno del ciclo di conferenze di cui si occupa questo studio, Reid organizzò presso l’Istituto una prima serie di incontri incentrata sul tema dell’armonia, declinata sotto otto diversi punti di vista, tra cui l’armonia tra Cina e nazioni straniere, tra antichi e nuovi insegnamenti, armonia all’interno dell’amministrazione straniera di Shanghai, tra cinesi e missionari cristiani, tra mercanti cinesi e mandarini eccetera.160
Questo tema, insieme al progresso e alla propagazione delle conoscenze occidentali, si configurò fin dall’inizio come uno dei capisaldi dell’operato di Reid e in questo ciclo di conferenze venne sviluppato in tutte le possibili declinazioni del rapporto e delle problematiche dell’incontro tra Cina e mondo esterno su suolo cinese.
Nel semestre successivo al ciclo di conferenze sull’armonia, le lezioni aperte di Reid si concentrarono ancora su un elemento chiave della sua linea di pensiero in vista del disfacimento dei pregiudizi nei confronti degli stranieri, in primo luogo missionari, e della promozione delle rispettive culture di Cina e Occidente. Fu questo il ciclo che avrebbe ospitato come tematiche principali le biografie di due illustri italiani la cui vita si intrecciò profondamente con la storia della Cina: Marco Polo e Matteo Ricci. Il ciclo di conferenze ebbe come titolo Noted men who helped China e fu organizzato anch’esso in otto incontri dedicati a personalità di spicco le quali fornirono in diversi modi un contributo alla società cinese. Si trattò di otto personalità equamente suddivise tra Cina e Occidente: Confucio, Marco Polo, Zhu Xi, Matteo Ricci, l’imperatore Kangxi, il Generale Gordon, Zeng Guofan e Anson Burlingame. Elenco, quest’ultimo, all’interno del quale salta visibilmente agli occhi come due delle quattro personalità scelte da Reid a rappresentare i maggiori contributori occidentali al progresso della Cina fossero italiane.
L’eco mediatico e culturale di tali interventi fu inoltre ufficialmente riconosciuto dalla stampa locale che, come evidenziato in precedenza, ne riportò puntualmente una particolareggiata descrizione che includeva dettagli riguardo la sede e la presenza di pubblico e personalità, ma soprattutto ne ripropose integralmente i contenuti, fungendo !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
160 “The International Institute: The Director’s Report”, NCH, 18 maggio 1906, vol. LXXIX, n. 2022, pp.
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da cassa di risonanza e diffondendo le conoscenze trasmesse da Reid anche ai lettori non presenti in sala. Al contempo, la stampa contribuì a mettere in pratica anche uno dei principali intenti di Reid, ovvero quello di proporsi come mediatore tra gli ambienti culturali cinese e occidentale, e ciò si realizzò in questo specifico caso grazie a due organi di stampa che si occuparono di pubblicare i suoi interventi tenuti in lingua cinese, trasposti “in un cinese più elegante” sullo Shenbao e tradotti in inglese sul North China
Daily News e sul rispettivo settimanale, il North China Herald.161
Il primo intervento preso in analisi in questa sede, per come riportato sulle pagine dello Shenbao, venne pubblicato in due giorni successivi tra il 21 e il 22 aprile 1906 e si concentrò sulla figura di Marco Polo.
Il settimo giorno del terzo mese del trentaduesimo anno Guangxu, ovvero il 31 marzo del 1906, il consueto appuntamento del sabato con le lezioni aperte del prof. Reid, secondo incontro del ciclo sugli uomini illustri che hanno contribuito al progresso della Cina subito dopo il primo dedicato a Confucio, trattò la vita e l’operato di Marco Polo, divenendo addirittura “an enthusiastic celebration of the Italian traveller”,162
come riportato in apertura degli articoli dalle testate inglese del North China Herald. Decisamente più distaccato risulta, invece, il resoconto fatto dallo Shenbao, il quale si limitò a registrare i dettagli di una sala gremita di funzionari, gentiluomini e personalità ufficiali, sia cinesi che stranieri, di cui però non vengono riportati i nomi come invece accade sul quotidiano inglese. Tra i presenti vi erano infatti il Console Generale d’Italia a Shanghai Cesare Nerazzini (1849-1912), il comandante Como, capitano dell’incrociatore italiano Marco Polo con vari membri della flotta, il Ministro per i trattati commerciali e gongbao Sheng Xingsun 盛杏蓀163
e alcuni membri del comitato esecutivo dell’Istituto tra cui il mercante e guancha Zhu Baosan 朱葆三164
, i quali si riunirono al cospetto di due dipinti che per l’occasione decoravano la sala: il ritratto di Marco Polo e il dipinto del Lugou qiao 盧溝橋, il cosiddetto Ponte di Marco Polo. Alle !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
161 Ibidem.
162 “Noted Men Who Have Helped China: Marco Polo”, NCDN, vol. LXXVI, n. 12823, 5 aprile 1906, p.
10 e NCH, vol. LXXIX, n. 2017, 6 aprile 1906, pp. 31-33.
163 Sheng Xingsun 盛杏蓀 o Sheng Xuanhuai 盛宣怀 (1844-1916) fu, insieme a Li Hongzhang 李鴻章,
fondatore e direttore della China Merchant Steam Navigation Company e successivamente nominato Ministro per i trattati commerciali (shangyue dachen 商約大臣). ZRYDC 2002: I, 1414. Il titolo di
gongbao 宫保 corrisponde invece a una delle sei nomine semi-onorarie di Consigliere degli appartamenti