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CAPITOLO 2: INARI ŌKAM

5. Kitsunetsuki 狐憑き

Essere semplicemente illusi da una volpe per essere derubati o presi in giro non è affatto il tipo di incantesimo peggiore di cui si possa diventare vittima. Le volpi sono infatti legate ai casi di possessione, eventi che hanno delle conseguenze molto gravi: anche quando lo spirito della volpe abbandonerà il corpo della sua vittima, quest’ultima vivrà una vita incompleta, poiché parte della sua energia vitale sarà stata assorbita dallo spirito, e molto probabilmente morirà giovane.

Bisogna premettere che anche le volpi hanno una loro comunità, e di conseguenza i loro emarginati. Non sono i membri della comunità coloro che agiscono a danno dell’essere umano, ma i rinnegati, coloro che sono stati espulsi dal gruppo. Olper e Hashima parlano addirittura di una “corte delle volpi”, da cui i membri vengono espulsi proprio perché hanno recato danno ad un essere umano183. I sacerdoti del tempio di Inari saranno comunque in grado di controllare la

181 ASHKENAZY, Handbook of Japanese Mythology, cit., p. 148.

182 Ricordiamo che è la donna a rappresentare la tentazione nella tradizione buddhista sin dalla sua prima

apparizione nelle sembianze del demone Mara.

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volpe e rimuoverla dal corpo della vittima in caso di possessione, ma non sarà reintegrata nel gruppo, perché una volta che avrà commesso questo errore sarà sempre tentata di ripeterlo.

Le volpi che, solitamente, si rendono colpevoli di questi atti sono dette nogitsune, ninko ニンコ o Hito-kitsune 人狐.184 Ninko e hitogitsune sono due diverse pronunce di un termine

traducibile come “uomo-volpe”, mentre nogitsune, come si accennava, è la volpe selvatica. La ninko non ha l’aspetto di una volpe normale, bensì viene descritta come «non più grande di una donnola, e simile a questa nella forma, eccetto che per la coda, che è come quella di tutte le altre volpi»185. Non recano danno a meno di non subirne per prime. Se trattate bene, infatti,

vivranno nelle case degli uomini, lasciandosi vedere da essi186, e si prenderanno cura della famiglia e del raccolto. Se trattate male, si vendicheranno distruggendo i raccolti e causando sciagure alla famiglia. Le nogitsune, invece, può rendersi invisibile a tutti tranne che al cane, ma può assumere anche qualunque altra forma. Il riflesso dell’acqua, tuttavia, sarà sempre capace di rivelare la vera forma della volpe. Spesso, i contadini uccidono la nogitsune, finendo per attirare grandi sventure: i suoi simili incanteranno qualcuno, o il ki, lo spirito stesso della volpe uccisa, lo possederà.187 È interessante notare che nessuna di queste volpi sia bianca. Infatti, Hearn spiega che le volpi di Inari non sono considerate negative, e che infatti le nogitsune diventano sue volpi solo dopo aver vissuto per secoli, quando ormai bianche si recano al tempio di Inari per servirlo.

Quando una persona è vittima di possessione da parte di una volpe, questo fenomeno è chiamato in giapponese kitsunetsuki. La questione è legata ad Inari perché, sebbene non fossero le sue volpi ad essere colpevoli dell’attacco, le persone possedute venivano portate al tempio di Inari per essere guarite. Inari non era sempre del tutto innocente nei confronti delle vittime:

184 Hearn elenca anche altri nomi di volpi con poteri soprannaturali, come byakko, kokko, jenko e reiko, ma non

tra le volpi dannifiche.

185 HEARN, Glimpses of Unfamiliar Japan…, cit., p. 317. Mia la traduzione. 186 Altrimenti risultano invisibili.

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Smyers spiega che la possessione da parte di una volpe poteva avvenire anche in casi di Inari sage 稲 荷 下 げ o Inari oroshi 稲 荷 降 ろ し , ovvero casi in cui le persone invocavano

deliberatamente oracoli da parte del kami188. Qualunque fosse la causa della possessione, di

solito una persona posseduta assumeva il comportamento della volpe, ad esempio mangiando da una ciotola a terra senza usare le mani, gattonando per terra o abbaiando come una volpe. Secondo la testimonianza riportata da Opler e Hashima, aumentava anche l’appetito per alimenti oleosi o dolcetti di riso, i preferiti delle volpi, e l’essere umano assumeva anche le capacità fisiche della volpe, come quella di saltare molto in alto, tanto da riuscire a saltare un torii 鳥居 di quasi quattro metri189. Inoltre, le persone possedute si arricchivano o diventavano

più potenti a scapito dei loro vicini190. La possessione inoltre poteva colpire una sola persona o una famiglia intera per generazioni, e in tal caso la comunità tendeva a respingere la famiglia e a non intrattenere rapporti con essa. Questo atteggiamento è stato utilizzato a volte anche come scusa per allontanare una famiglia benestante di cui si era invidiosi: sarebbe stato antisociale dichiararsi apertamente gelosi della fortuna altrui, mentre discriminare qualcuno perché sotto effetto di kitsunetsuki era socialmente accettabile191.

Quello che è invece un semplice incantare la vittima è chiamato kitsune damashi 狐騙

し, e non prevede il solo farsi apparire umani da parte della volpe ma anche il far vedere alla vittima cose che non esistono, addirittura interi eventi come le battaglie. Tanto quanto le ninko o le nogitsune, queste non sono le volpi di Inari. Quelle che vengono collegate al kami sono, infatti, quelle che hanno la capacità di cambiare forma (bakeru 化ける) senza tuttavia recare

188 SMYERS, The Fox and the Jewel…, cit., p. 90.

189 OPLER e SEIDO HASHIMA, The Rice Goddess and the Fox…, cit., p. 48. 190 ASHKENAZY, Handbook of Japanese Mythology, cit., p. 150.

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danno. Questa classificazione delle volpi e dei poteri che hanno non è uniforme né standardizzata. Chiaramente versioni diverse, anche contraddittorie, appaiono sia in base alla zona geografica che all’epoca. La differenza delle tradizioni poteva dipendere, infine, anche dalla classe sociale. Ad esempio, i casi di possessione da parte di ninko e nogitsune non erano diffusi tra i samurai di Matsue durante l’era feudale, ma lo diventarono dopo che la casta militare fu abolita e i vecchi samurai entrarono in contatto con i mercanti, che invece avevano sempre creduto in questi fenomeni, possibilmente perché molto più portati ad essere gelosi l’uno della fortuna dell’altro192. E non bisogna dimenticare che la concezione che i giapponesi

hanno della volpe è in realtà un’eredità cinese, ulteriormente rinforzata dal credo buddhista. È interessante menzionare che le volpi non sono le uniche a potersi rendere colpevoli di possessione. Tassi, draghi o serpenti possono fare altrettanto. Si parlerà comunque sempre di “possessione” perché lo spirito maligno prenderà possesso della mente e del corpo dell’ospite senza il consenso di quest’ultimo. La divinità che si occuperà di ripristinare l’ordine sarà sempre Inari, ed è per questo motivo che la sua figura si lega particolarmente alla tradizione sciamanica in Giappone.