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I siti web delle testate televisive all news italiane

12. Accessibilità dei sit

RaiNews, TgCom24, Sky TG24

In quest’ultimo punto, compariamo i siti web delle tre testate sotto il profilo dell’accessibilità. Con il termine accessibilità ci si riferisce a tutta quella serie di regole e convenzioni atte a rendere un sito web fruibile da utenti con disabilità di vario genere (ipo- o non-vedenti, utenti con diffi- coltà motorie, utenti con difficoltà cognitive). In Italia, l’accessibilità ai sistemi informatici è normata dalla legge 4/2004, nota anche come Legge Stanca, e dalle sue successive modificazioni. Secondo tale legge, per ac- cessibilità si intende “la capacità dei sistemi informatici, nelle forme e nei limiti consentiti dalle conoscenze tecnologiche, di erogare servizi e fornire informazioni fruibili, senza discriminazioni, anche da parte di coloro che a causa di disabilità necessitano di tecnologie assistive o configurazioni particolari” (art. 2, comma a, Legge 4/2004). In particolare, per quanto riguarda un sito web, questo si definisce accessibile quando fornisce infor- mazioni fruibili da parte di tutti gli utenti, compresi coloro che si trovino in situazioni di disabilità. I siti web di istituzioni pubbliche hanno natural- mente l’obbligo di rispettare tale legge.

A indicare i criteri di valutazione dell’accessibilità di un sito web è il decre- to del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (MIUR) del 20 marzo 2013, che specifica i “Requisiti tecnici e i diversi livelli per l’accessibili- tà agli strumenti informatici”. A titolo di esempio, riportiamo i primi tre requi- siti (in tutto sono dodici), così come descritti nell’Allegato A del decreto citato: “Requisito 1 – Alternative testuali: fornire alternative testuali per qual- siasi contenuto di natura non testuale in modo che il testo predisposto come alternativa possa essere fruito e trasformato secondo le necessità degli utenti, come per esempio convertito in stampa a caratteri ingranditi, in stampa Braille, letto da una sintesi vocale, simboli o altra modalità di rappresentazione del contenuto.

Requisito 2 – Contenuti audio, contenuti video, animazioni: fornire alternative testuali equivalenti per le informazioni veicolate da formati audio, formati video, formati contenenti immagini animate (animazioni), formati multisensoriali in genere.

Requisito 3 – Adattabile: creare contenuti che possano essere presentati in modalità differenti (ad esempio, con layout più semplici), senza perdita di informazioni o struttura.”

Anche solo leggendo questi tre requisiti, si capisce come nei tre siti web analizzati alcune di queste regole siano state prese in considerazione, ma non in maniera sistematica. Sul sito di Sky TG24, per esempio, il testo alternativo alle immagini (visibile prima che l’immagine venga scaricata o anche nel caso in cui questa non venga scaricata dal server) è applicato con sufficiente diligenza, ma molta meno cura è messa nel porre i titoli ai link (sempre assenti), necessari per descriverne brevemente il contenuto. Il sito di RaiNews purtroppo non si cura del fatto che le immagini abbiano testi alternativi, mentre quello del TgCom24 in effetti pone i testi alternativi relativi alle immagini, ma sono uguali al titolo dell’articolo che illustrano, e quindi tipicamente non descrittivi dell’immagine di cui dovrebbero ap- punto rappresentare l’alternativa testuale.

Lo stesso problema si verifica in tutti e tre i siti per i video, le cui alterna- tive testuali si limitano a essere equivalenti al titolo del video stesso. Meno problemi si verificano quando il video è comunque visualizzato all’interno di una pagina comprendente una descrizione testuale, come accade, per esempio, nel sito di RaiNews. Viceversa, i video di TgCom24 e Sky TG24 possono essere visualizzati direttamente dalla pagina di archivio, senza che questi vengano contestualizzati e ne venga perciò reso comprensibile il contenuto senza essere costretti a guardare tutto il video.

Al requisito 3, i siti rispondono naturalmente con le app messe a di- sposizione per i dispositivi mobili, anche se, come accennato, il sito di RaiNews è già progettato secondo le regole del “responsive web design”, per cui è l’unico a rispettare nativamente tale requisito.

Per i tre siti la scelta dei colori è buona, anche se l’alternarsi di sfondi chiari e scuri – presente in diverse pagine nei tre casi analizzati (in parti- colare il cambio di sfondo si osserva nelle pagine di archivio delle gallerie fotografiche e dei video) – e il conseguente uso di caratteri neri o bian- chi può creare problemi agli ipovedenti (il testo è comunque sempre ben contrastato rispetto allo sfondo). Anche la scelta dei caratteri tipografici è buona, ma in alcune pagine vengono talvolta variati di dimensione e/o di

colore (è il caso di alcuni speciali, oppure di pagine di categorie particola- ri), potendo ingenerare difficoltà di lettura e di messa a fuoco.

Passando dalle problematiche visive a quelle motorie, una certa dif- ficoltà di navigazione potrebbe venire dai menù a tendina e dai filtri dei motori di ricerca, in particolar modo da quelli molto lunghi, presenti sia nel sito di RaiNews che di TgCom24.

Meritoria per tutti sarebbe senz’altro la scelta di sobrietà consistente nel non fare impiego di animazioni, effetti speciali o grafiche psichedeliche, che rappresenta già un passo importante verso l’accessibilità. Purtroppo, però, questo sforzo è totalmente vanificato dalla insistente e persistente presenza di inserzioni pubblicitarie, alcune molto invadenti e difficili da eliminare alla vista (molto fastidiosi, in particolare, i video pubblicitari messi in “autoplay” – ovvero che partono automaticamente – prima della visione del video richiesto).

Uno sforzo di tutti gli editori indirizzato a evitare questo genere di prati- che sarebbe apprezzabile e soprattutto apprezzato da coloro i quali vedono in questo momento i propri diritti di accesso all’informazione on line lesi da siti che invece proprio dell’accesso all’informazione dovrebbero fare la loro forza.

13. Conclusioni

Arriviamo dunque al termine di questo percorso di analisi, che ci ha portati ad approfondire le diverse modalità di gestione e di presentazione delle notizie da parte delle tre testate televisive all news italiane. Prima però di chiudere il capitolo, vogliamo fare un’ultima riflessione sul rappor- to fra le forme della narrazione osservate nei tre siti analizzati e quelle dei siti delle due principali testate italiane, come Repubblica.it, versione onli- ne del quotidiano “La Repubblica”, e Corriere.it, omologo web del quoti- diano “Il Corriere della Sera”. Certamente perché iniziato da più tempo, il processo di maturazione di questi ultimi è senz’altro molto più avanzato rispetto a quanto si osserva per le testate televisive analizzate. L’interazio- ne – e, soprattutto, l’integrazione – fra i siti web dei due principali quoti- diani italiani e le rispettive testate cartacee è ormai assestata e, per quanto migliorabile, è già di buon livello. I siti, grazie al fatto di non avere limiti né di spazio né di tempo, raccontano, estendono e aggiornano le notizie pubblicate sui rispettivi quotidiani cartacei, che trovano quindi nelle pa- gine web un importante alleato nel complicato processo di fidelizzazione dei lettori e di trasferimento di questi dal medium tradizionale a quello digitale. In generale, poi, le notizie passano prima dal sito (anche solo per motivi di tempestività nell’uscita) e solo successivamente sono selezionate per andare sull’edizione cartacea del quotidiano.

Nel caso dei quotidiani non esiste più, quindi, quel rapporto di “suddi- tanza” fra i due media, dove il web era asservito alla carta e, anzi, consi- derato nella migliore delle ipotesi uno strumento di seconda classe, nella peggiore un inutile orpello. Da quanto descritto nelle pagine precedenti, emerge piuttosto chiaramente come i siti web delle testate all news siano ancora vincolati, chi più chi meno, a una visione centrata sul medium tra- dizionale, quello televisivo, e, seppure con esiti diversi gli uni dagli altri, stentino a trovare una reale integrazione.

sponda ed eco in quelle dei rispettivi siti web, i siti web delle testate all news si trovano in una situazione più complessa rispetto alla loro contro- parte televisiva. A parziale giustificazione di questa complessità di relazio- ni c’è senz’altro la difficoltà di integrare due media profondamente diversi fra loro nelle modalità di rappresentazione delle notizie. Difficoltà che non si è presentata quando si è passati a riversare sul web (e poi ad ampliare) i contenuti dei quotidiani cartacei. In questo caso, infatti, il linguaggio è rimasto comunque lo stesso: testo scritto per il web, testo scritto per la carta. Il web, anzi, è arrivato in aiuto proprio là dove la carta non poteva arrivare: la multimedialità (ma anche, aggiungiamo noi, l’ipertestualità e l’interattività).

Per il medium televisivo la multimedialità è nativa, quindi apparente- mente sente meno l’esigenza di altri supporti e canali di diffusione. Eppure sappiamo bene quanto sia diventata sempre più significativa, come numero di utenti, la fruizione di video online, sia di dirette in “streaming”, che, so- prattutto, di video “on demand”. E forse è proprio quest’ultima considera- zione, solo apparentemente vera – che si può esprimere più esplicitamente così: il servizio video contiene in sé già tutti gli elementi necessari per completare la fruizione di una notizia – a frenare in un certo senso l’evolu- zione e la sperimentazione di nuove forme narrative sui siti delle testate all news analizzate, che ancora oggi usano il sito web come deposito ordinato cronologicamente e per categorie dei servizi video prodotti per il medium televisivo. Ma forse è solo questione di tempo.

Dal punto di vista metodologico, abbiamo volutamente condotto l’inda- gine riducendo per quanto possibile i commenti e le impressioni, lasciando invece parlare i fatti osservati, indicativi in maniera spesso diretta dei pro- cessi sottostanti ai meccanismi di produzione e pubblicazione delle notizie. Siamo tuttavia consapevoli che alcuni elementi dell’indagine, in partico- lare certe valutazioni, sono frutto del nostro grado di soddisfazione nel provare una determinata esperienza utente. E questo, lo sappiamo, come lo sanno bene i valutatori di usabilità dei siti, è un dato necessariamente soggettivo e per questo arbitrario.

Arrivati a questo punto, ci permettiamo in conclusione di esprimere un nostro giudizio complessivo sulle tre testate, e in particolare sulla loro pre- senza in rete: si capisce che questa è stata sicuramente ben studiata e che è accuratamente gestita, in tutti e tre i casi, resta però il fatto che i tre siti, al di là delle ovvie differenze di progettazione, gestione e design grafico, raccontano sostanzialmente i fatti nella maniera tradizionale, tenendo an- cora separati i vari media e facendoli interagire al minimo, quando accade

(se accade). Ecco, da ricercatori in questo ambito, verrebbe da auspicare un maggior coraggio nella sperimentazione di nuove soluzioni e nel tentativo di cercare sempre nuove strade per raccontare la realtà. Una realtà dalle mille sfaccettature, che ormai mal si adatta a essere trattata nell’ambito dei tradizionali confini di una notizia.

Bibliografia essenziale

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