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L’accesso delle donne in internet

LE NUOVE TECNOLOGIE: UN PATRIMONIO PER TUTTI?

2.2 L’accesso delle donne in internet

Le differenze di genere rispetto alle nuove tecnologie vanno indagate non soltanto in relazione alla presenza o all'assenza delle donne in internet, ma anche in relazione ai diversi stili di consumo della rete e il radicamento delle tecnologie nella vita quotidiana dei diversi segmenti della popolazione femminile.

Infatti, se il genere rappresenta una delle classiche fonti di diseguaglianze sociale che si rivela particolarmente evidente quando si parla di accesso ed uso di internet, la sua portata di esclusione si amplifica quando si combina con altre variabili personali.

È opinione largamente diffusa tra gli studiosi e tra tutti coloro che osservano con attenzione i mutamenti sociali ed economici che le tecnologie abbiano dato vita a un’onda lunga dei cambiamento,che si protrarrà ancora per molti anni.

L’economista Gary S. Becker che, nel corso del suo intervento al Festival dell’Economia tenutosi a Trento nel giugno 2007, ha dichiarato:

“Stiamo assistendo a un’altra grande ondata tecnologica, spinta dal computer, da internet, con implicazioni per la scienza e per la medicina [...].Dunque enormi potenzialità, con qualche situazione concreta già oggi,anche se i grandi vantaggi si avranno fra venti, trenta anni, non durante il corso della mia vita, ma sicuramente nel corso di questo secolo.”(Becker G., 2007)

Dopo la prima e la seconda rivoluzione industriale, stiamo vivendo, oggi, una nuova rivoluzione, frutto dell’ondata tecnologica.

Così come è accaduto con le precedenti, la rivoluzione attuale sta trasformando non solo il sistema economico e le modalità di produzione, ma anche la vita quotidiana dell’intero mondo contemporaneo.

A fronte della pervasività e della durata delle trasformazioni in corso, è bene accogliere l’invito formulato da Castells (2002) e mettersi a studiare le interrelazioni esistenti tra tecnologie e onda lunga del cambiamento.

Un primo dato utile a tracciare le coordinate dello studio proviene dagli studiosi dell’economia, che analizzano l’impatto delle tecnologie in relazione a una molteplicità di ambiti. In virtù di tale approccio:

“le tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono viste come General Purpose Technologies, dal momento che i computer e le apparecchiature ad essi connessi sono usati in molti settori dell’economia. Le tecnologie hanno anche mostrato un livello sostanziale di dinamismo producendo non solo radicali miglioramenti nella capacità degli stessi computer ma, anche, una successiva ondata di nuove tecnologie”

(Guerrieri, Padoan, 2007, p. 7).

L’approccio economico, in breve, sostiene che gli effetti spill-over attivati dalle tecnologie sono numerosi e differenziati e tali da trasformare significativamente il contesto nel quale esse sono inserite.

Le tecnologie hanno assunto un ruolo rilevante nella determinazione dello sviluppo economico nei paesi industrialmente più avanzati. A dire il vero tale rilevanza supera i confini dell’economia in senso stretto per coinvolgere il vasto terreno dell’inclusione

sociale degli individui nelle società contemporanee.

In questo caso, come si può intuire, vi sono difficoltà maggiori per la determinazione in termini quantitativi dell’impatto verificatosi.

La consapevolezza che vi siano vantaggi per chi accede alle nuove opportunità e svantaggi per chi ne è tagliato fuori, spinge ad un’accurata riflessione intorno alle variabili che intervengono nel processo creando le condizioni per un risultato piuttosto che un altro.

L’Italia certamente non è ancora una nazione online ma, più correttamente una nazione “in parte” online e “in parte” off-line.

È una nazione, in breve, che vede una sua parte accedere alle opportunità di internet e utilizzarle nell’intento di raggiungere obiettivi personali e collettivi e un’altra rimanere estranea alle nuove opportunità, inconsapevole o incapace di sfruttare le nuove potenzialità.

Situare socialmente internet significa prestare attenzione a quell’insieme di condizioni che influiscono sul processo di appropriazione della rete al quale sono chiamati tutti i soggetti che interagiscono con le nuove tecnologie.

L’adozione di questo focus di attenzione comporta l’introduzione di nuove dimensioni che incorporano e rielaborano le variabili personali e posizionali relative agli individui, ottenendo un contributo conoscitivo di gran lunga più ricco di quello prodotto a livello disaggregato.

Volendo utilizzare un linguaggio familiare e comune, questa operazione si traduce nella formulazione di interrogativi articolati nei seguenti termini: quali sono le risorse principali che determinano l’accesso e l’uso di internet? Ovvero cosa differenzia i soggetti che utilizzano internet da coloro che non lo utilizzano?

E' chiaro che porsi interrogativi di questo tipo non significa affatto disconoscere la rilevanza di attitudini personali, interessi e propensioni individuali nell’accesso, prima, e nell’appropriazione di internet, poi.

Significa, piuttosto, tentare di coniugare tali elementi con altri di natura sociale che determinano ritmi e modalità di adozione/interpretazione delle nuove tecnologie all’interno di società complesse come quelle contemporanee.

Inoltre, percorrere questa strada equivale non solo a situare socialmente internet, ma anche a entrare in possesso di dati utili alla realizzazione di piani di intervento mirati a rendere disponibili le risorse necessarie per ampliare le dimensioni del bacino di utenza.

L’adozione del concetto di risorsa riduce sensibilmente la complessità delle dimensioni coinvolte, ma non elimina la problematicità dell’individuazione di quelle più rilevanti nella riuscita dei processi di appropriazione tecnologica.

Nella determinazione dell’accesso, prima, e nell’elaborazione di pratiche di uso, poi, giocano un ruolo significativo le risorse fisiche ovvero la disponibilità di mezzi (PC, cellulari, ecc.) e servizi (tipologie e modalità di connessione), le risorse culturali ossia quel patrimonio a disposizione degli individui per leggere e interpretare il mondo circostante nelle sue molteplici rappresentazioni (tra queste vi è quella offerta da internet e dalle numerose applicazioni delle tecnologie della comunicazione, tanto in termini di riproduzione dell’esistente quanto di produzione di nuovi simboli) e anche le cosiddette risorse relazionali, vale a dire quelle risorse delle quali l’individuo dispone a seguito della sua appartenenza a una rete di relazioni (DiMaggio, 2004, p. 23).

L’appartenenza del soggetto a una rete di relazioni, infatti, viene considerata come una opportunità di sostegno nella fase di alfabetizzazione(richiesta di consigli e assistenza in caso di difficoltà), nonché come una ulteriore possibilità di entrare in contatto con internet e la sua offerta.

In ultimo è necessario prestare attenzione alle risorse comunicative ovvero a quello che può essere definito il potenziale comunicativo del quale dispongono gli individui. Ciò si traduce nell’accesso a informazioni utili ad attribuire rilevanza all’universo di internet nonché ad elaborare strategie di uso.

La descrizione minuziosa del profilo di coloro che accedono a internet è l’elemento comune a molte delle analisi descrittive in circolazione: sul versante statunitense, ad esempio, numerosi sono gli studi che hanno enfatizzato il peso delle variabili istruzione,razza e reddito nella previsione delle probabilità di accesso da parte degli individui, così come efficacemente ricostruito da Mossberger, Tolbert e Stansbury (2003).

Più rari, invece, sono i tentativi di individuare l’esistenza di nessi tra insiemi di variabili e accesso a internet.

I tratti che definiscono il profilo di coloro che accedono a internet sono: giovane età alla quale si accompagna una fase più matura, un titolo di studio pari alla laurea o al diploma, una condizione occupazionale stabile o identificabile con quella studentesca, una zona di residenza geografica collocata al Centro-Nord.

Il profilo di coloro che non accedono a internet, invece, si caratterizza in relazione a un’età anziana, a un basso titolo di studio, a una condizione di estraneità al mercato

del lavoro declinata ora nei termini di casalinga ora di pensionato, a una residenza geografica concentrata per lo più al Sud e nelle isole.

Questo profilo sintetico di coloro che accedono a internet e di coloro che non lo fanno si arricchisce significativamente allorché si introduce il “pacchetto” di risorse che intervengono nel favorire la scelta dell’accesso. Trova conferma la leggera prevalenza dell’universo maschile su quello femminile.

In conclusione, risulta abbastanza chiaro che, ancora oggi, un basso livello di istruzione, una condizione di estraneità al mercato del lavoro (per esempio, casalinga o pensionato), l’età avanzata e l’indisponibilità di risorse utili a partecipare a pieno titolo al mondo contemporaneo si configurano come veri e propri “predittori” di esclusione digitale.

In Italia persiste un sistema di disuguaglianze che, prima ancora di essere digitale, è di natura sociale.

Esiste uno spartiacque di genere determinato dalla contrapposizione della presenza degli uomini tra i soggetti maggiormente “ricchi” di accesso e delle donne tra i soggetti più “poveri”, che si mitiga con riferimento agli internauti più giovani, agli studenti e ai non occupati.

Tutti segmenti di popolazione che sembrano avere un comune e unico denominatore: l’appartenenza alle fasce di popolazione più giovani.

E' solo l’età che per la componente femminile della popolazione sembra essere in grado di incidere sulla chiusura dei gap di genere, tutti gli altri fattori che concorrono a determinare una minore inclusione della popolazione tout court nel mondo digitale si trovano anche tra gli internauti e sembrano pesare in maniera analoga sulle dinamiche di appropriazione del mezzo nella propria vita quotidiana.

I soggetti in una condizione sociale migliore accedono con un esito vantaggioso ai processi di digitalizzazione, chi ha già una posizione sociale meno favorevole rimane ai margini della società dell’informazione. Il genere, purtroppo non sembra essere derubricabile a un semplice divario “civetta”, almeno in Italia, poiché i gap tra uomini e donne nella dimensione dell’accesso alla rete sembrano persistere anche tra la porzione di popolazione che detiene risorse personali più elevate.

In altri termini, se per gli uomini con “capitali personali più ricchi sono rilevabili processi di un più evidente radicamento delle tecnologie, rispondenti alla logica del “chi più ha, più avrà”, per le donne, anche a parità di“capitali personali”, sembra prevalere la logica del “a chi meno ha, sarà tolto anche quello che ha”.

Lungo il continuum che va dal successo dell’incorporazione di internet nelle nostre case e nella nostra vita alla totale estraneità al mondo della rete, gli individui si collocano quindi a partire dalle coordinate che li posizionano nella struttura sociale contemporanea.

Questa prima indicazione consente di rifiutare, forti di un valido sostegno empirico, qualsiasi lettura frutto di interpretazioni del determinismo tecnologico (radicate o temperate che siano).

Non vi è alcun dubbio, infatti, che uno sguardo ravvicinato alla sola dimensione dell’accesso nel nostro paese permetta di liquidare qualsiasi tentativo di limitare piani di intervento al solo versante tecnologico.

Pur non disponendo di informazioni dettagliate sulla consapevolezza diffusa nel nostro paese su internet e il suo mondo, si intuisce l’esistenza di un problema al riguardo, che deve essere affrontato prima ancora di potenziare le reti di connessione.