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L'importanza dei collegamenti satellitar

POLITICHE DI GENDER GAP

3.5 L'importanza dei collegamenti satellitar

In base ai dati analizzati fin qui risulta evidente come sia fondamentale per lo sviluppo sia economico che sociale del nostro Paese, garantire a tutti, cittadini, aziende e Pubblica Amministrazione, l’accesso a Internet a banda larga e alle applicazioni che grazie a esso possono essere gestite. Si è però anche evidenziato come nel nostro Paese, nonostante una diffusione apparentemente molto capillare della banda larga a 2Mbps, rimangano numerose zone “buie”, ovvero non coperte dal servizio. La frammentazione territoriale di queste aree in digital divide, unita alle caratteristiche insediative non attrattive che le caratterizzano (per la morfologia del territorio, per la numerosità della popolazione, per la scarsa presenza di attività economiche, per le caratteristiche della popolazione residente), rendono incerti i tempi di un recupero di queste zone alla banda larga, se ciò deve avvenire unicamente attraverso tecnologie, fisse e wireless, che richiedono infrastrutture nel territorio, e quindi investimenti difficilmente giustificabili economicamente e/o lo sviluppo di progetti concertati tra amministratori locali e ISP o operatori di telecomunicazioni tradizionali. La chiusura del digital divide non è però un’opzione lasciata alla libera scelta e iniziativa dei singoli soggetti coinvolti: è una necessità inderogabile per il Paese. Sotto questo aspetto, il satellite può dare un contributo determinante, sia in termini di investimenti richiesti, che di tempi di attuazione che di prestazioni offerte e costi del servizio (De Tommaso A., Festa S., Ambrogi G., 2012, p. 52).

Fig. 19 – Copertura banda larga con tecnologie fisse e mobili (almeno 2Mbps).

Fonte: Between, Osservatorio banda larga – Obiettivo Ultrabroadband, 2012.

Per quanto estremamente diffuse e consolidate, queste tecnologie non sono sempre la soluzione migliore per una soluzione rapida e cost-effective al problema del digital divide. Innanzi tutto c’ è un problema tecnologico legato alle caratteristiche delle zone e alle prestazioni delle reti a banda larga terrestri: è risaputo, infatti che queste ultime tendono a decadere significativamente all’aumentare della distanza tra l’utente da collegare e la centrale alla quale è attestata la linea a banda larga, e che questo decadimento delle prestazioni riguarda tutte le principali tecnologie di rete fissa.

Se per le tecnologie che consentono la maggiore ampiezza di banda (VDSL) il peggioramento nelle prestazioni avviene già entro il raggio di un chilometro dalla centrale cui sono attestati i relativi collegamenti, per le tecnologie più diffuse (ADSL e ADSL2+) la distanza massima che consente di fruire di prestazioni realmente a banda larga è maggiore rispetto al caso precedente, ma comunque non permette di coprire

tutti i casi di digital divide, molto spesso riferiti a contesti territoriali molto distanti rispetto alle reti degli operatori di telecomunicazioni e/o morfologicamente poco adatti alla copertura a banda larga in rete fissa.

Fig. 20 – Impatto della distanza sulle prestazioni delle tecnologie di rete fissa a banda larga

Fonte: Between, Osservatorio banda larga – Obiettivo Ultrabroadband, 2012.

A maggior ragione questi vincoli di contesto valgono per le reti in fibra: come si è detto, la posa di fibra ottica in aree pubbliche richiede opere civili (scavi, pose pozzetti, palificazioni ecc.) particolarmente onerose e ciò fa sì che questa tecnologia sia circoscritta alle aree più densamente popolate ed economicamente più sviluppate. Recenti analisi dimostrano come il costo della posa in opera della fibra ottica sul territorio italiano cresca in proporzione alla distanza dalle aree urbane.

Un discorso parzialmente simile vale per le reti wireless. Anche in questo caso i vincoli sono sia economici che tecnologici. Nel primo caso i problemi possono sorgere proprio per lo sviluppo atteso delle reti mobili di quarta generazione (LTE) che dovranno, tra l’altro, garantire la diffusione dei servizi di Mobile Internet e l’incremento delle prestazioni attualmente disponibili.

Gli investimenti che gli operatori mobili dovranno sostenere per implementare queste nuove reti inevitabilmente dreneranno risorse allo sviluppo delle reti mobili delle generazioni precedenti (oltre che allo sviluppo della banda ultra-larga su rete fissa, nel caso degli operatori integrati) e ciò potrà impedire o limitare lo sviluppo di servizi a banda larga mobili nelle aree attualmente non servite che sono anche, tranne casi particolari, quelle meno redditizie dal punto di vista della domanda potenziale. Nel caso delle reti wireless (Wi-Fi-WLan, Wi-Max) il problema è invece anche tecnologico. Infatti, le reti WLAN sono soggette a limitazioni per ciò che riguarda le potenze dei trasmettitori per ridurre la possibilità di interferenze con altri apparati simili e di conseguenza le coperture vanno da qualche decina a poche centinaia di metri e possono diminuire, sia per la presenza di ostruzioni sia per effetto di disturbi dovuti a fenomeni trasmissivi (De Tommaso A., Festa S., Ambrogi G., 2012, p. 54).

Nel caso del Wi-Fi le prestazioni variano in funzione degli standard adottati, sia in termini di velocità nominale che di copertura del servizio. Nel caso delle reti Wi-Max, l’effettivo utilizzo di tali soluzioni dipende dalla disponibilità di adeguate porzioni di spettro radio. Inoltre, come in tutti i sistemi radio, va tenuto conto che la banda complessiva resa disponibile da una singola antenna deve essere condivisa fra tutti gli utenti attivi coperti dall’antenna stessa, e ciò comporta limitazioni nella velocità di trasmissione massima per il singolo utente.

Fig. 21 – Standard WiFi e prestazioni (velocità, copertura).

Fonte: Between, Osservatorio banda larga – Obiettivo Ultrabroadband, 2012.

Con il satellite il problema della copertura del territorio è risolto alla fonte: in particolare nel caso del satellite KA-SAT la sua “impronta” copre infatti sia l’Europa che i principali paesi del bacino del Mediterraneo e quindi raggiunge già oggi il 100% della popolazione italiana con servizi di accesso a Internet a banda larga fino a 18Mbps.

Ciò permette di annullare il digital divide su tutto il territorio italiano senza attendere l’intervento degli operatori di telecomunicazioni fisse e mobili e senza richiedere investimenti infrastrutturali di sorta, ovunque si trovino le aree non raggiunte dalla banda larga.

Fig. 22 – Copertura KaSAT Eutelsat-Skylogic – copertura su tutta Europa e parte del bacino del Mediterraneo.

Fonte: Between, Osservatorio banda larga – Obiettivo Ultrabroadband, 2012.

Il servizio satellitare, infatti, non richiede alcuna infrastruttura “terrestre” se non l’installazione della parabola e i collegamenti alle reti degli operatori di telecomunicazioni e ISP nazionali e internazionali gestiti attraverso i “teleporti” distribuiti sul territorio coperto dal segnale satellitare. Nel caso del satellite KA-SAT di Eutelsat, come si è anticipato nel primo capitolo, i teleporti sono 10, dei quali ben tre localizzati in Italia, a Torino, Scanzano e Udine.

Fig. 23 – Il contributo del satellite alla copertura del digital-divide (copertura di rete fissa e mobile ad almeno 2Mbps).

Fonte: Between, Osservatorio banda larga – Obiettivo Ultrabroadband, 2012.

Il punto di forza del satellite non è però solo nella velocità del deployment del servizio sul territorio: grazie alla tecnologia KA-SAT, infatti, sia le prestazioni del servizio di connettività a Internet (fino a 18Mbps in download e 6Mbps in upload), che i prezzi ad essi associati, sono assolutamente competitivi rispetto alle principali offerte a banda larga non satellitari presenti sul mercato italiano. Ricorrere al satellite non è più un’opzione per pochi, caratterizzati da esigenze “estreme” (di copertura del servizio in

aree delocalizzate, di continuità del servizio ecc.), ma una possibilità per tutti, sia nel mercato residenziale che tra le aziende, anche di piccole dimensioni (De Tommaso A., Festa S., Ambrogi G., 2012, p. 59-61).

Fig. 24 – Localizzazione dei teleporti Ka-SAT

Fonte: Between, Osservatorio banda larga – Obiettivo Ultrabroadband, 2012.

3.6 La disponibilità di collegamenti a banda larga è un elemento di