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Fattori che possono rallentare l’accesso alle ICT

POLITICHE DI GENDER GAP

3.14 Fattori che possono rallentare l’accesso alle ICT

L’OCSE in un uno studio del 2007 (OECD, ICTs and Gender, in OECD Report

DSTI/ICCP/IE(2006)9/FINAL, Paris, France, March 2007, pp. 1-44) nel valutare l’accesso

alle ICT nelle differenze di genere osserva che, seppure la criticità primaria che riguarda il sesso persiste, tuttavia vi sono delle evoluzioni costanti anche se lente. Ciò viene spiegato per l’Irlanda (cfr. Fig. 37) e per gli Usa (cfr. Fig. 38), dove l’utilizzo del computer negli ultimi 12 mesi del 2005 dei paesi OCSE va dal 20% a quasi il 90% degli individui. Le differenze di genere variano dai 4 ai 18 punti percentuali.

Fig. 37 – Presenza di PC nelle case in Irlanda, 1998-2005.

Nel grafico di Fig. 38 osserviamo che l’uso del computer per genere sembra aumentare con l’età. Le diffusioni dei divari di genere varia dal 9% per la categoria 16- 24 anni al 35% per la categoria 55-74 anni. Le ultime generazioni, cresciute con internet, hanno minori difficoltà ad usare il personal computer. Almeno il 60% del gruppo tra i 16 e i 24 anni hanno utilizzato un PC negli ultimi 12 mesi. Questa quota scende a solo il 6% per la fascia 55-74 anni. In molti paesi la percentuale di donne con un PC è superiore a quella degli uomini, nelle ultime generazioni.

Fig. 38 – Presenza di un PC nelle case in USA, 1984-2003.

Fonte: OECD.

In un già citato report del 2009, White Paper. Women and ICT. Why are girls still not

attracted to ICT studies and careers? (Gras-Velazquez A., Joyce A., Debry M., White Paper.

Women and ICT. Why are girls still not attracted to ICT studies and careers?, European

Schoolnet, Bruxelles, Belgium, June 2009, pp. 1-23) nell’intento di individuare le ragioni dei problemi che le donne hanno ad intraprendere studi e professioni ICT, vengono in termini percentuali individuate alcune criticità:

- il 55% delle donne trova le ICT più difficili di altre materie,

- il 90% delle ragazze vorrebbe lavorare da autonome, ma solo il 50% di queste crede di poterlo fare nelle ICT,

- il 20% delle studentesse pensa che lavorare nelle ICT comporti uno spostamento in altri paesi, ma l’80% di loro sarebbe disposta a viaggiare in prospettiva,

- per le studentesse un lavoro che sia utile agli altri è importante, ma solo poche pensano che questo sia offerto dalle professioni ICT,

utilità sociale delle professioni ICT espressa dall’azienda, solo il 55% delle ragazze la conferma e la percentuale si abbassa ulteriormente tra le madri e le insegnanti (40%). Inoltre emerge che ulteriori difficoltà nella scelta ICT sono legate ai modelli di ruolo. Modelli che in parte sono dettati dalle famiglie con un 64% che cita i genitori come maggiore fonte di influenza nelle scelte scolastiche e professionali. Solo il 2% riporta di aver subito una qualche influenza da parte degli insegnanti.

Il lavoro nei settori ICT viene poi percepito da ambo i sessi come più di pertinenza maschile. Nessuno che faccia riferimento a modelli femminili crede che le donne sarebbero più capaci nelle professioni ICT rispetto agli uomini. Questo è percepito in eguale misura dagli uomini. Anzi le donne sono considerate adatte ai ruoli di vendita in questi settori. Nel Report on equality between women and men (European Commission, Report on equality between women and men 2008, European Union, Bruxelles, Belgium,

January 2008, pp.10-12) del 2008, se da un lato si ribadisce con forza che il divario di genere deve essere eliminato, più che di difficoltà si parla di soluzioni alle criticità. Infatti si fa presente la necessità di una conciliazione tra vita privata e lavorativa, di una formazione su più livelli da garantire in ogni modo, dell’obbligo di combattere l’insalubrità dei luoghi di lavoro e infine di appoggiarsi ai fondi strutturali europei.

Un problema fondamentale sono gli stereotipi che rappresentano degli ostacoli alla scelta individuale sia per gli uomini che per le donne. Gli stereotipi di genere sono già presenti sin dalla più tenera età. Ci sono poi delle forti barriere culturali che impediscono l’accesso agli uomini e alle donne a molte professioni anche di tipo dirigenziale. Gli orientamenti professionali, poi, sono spesso influenzati da stereotipi di genere. I mezzi di comunicazione trasmettono spesso immagini stereotipate di uomini e donne e non trasferiscono al pubblico un’immagine reale delle capacità in gioco. Resta comunque il fatto che se accantoniamo momentaneamente difficoltà economiche ed eccessiva arretratezza culturale tipica ad esempio di zone economicamente svantaggiate, le ragioni del rallentamento dell’entrata delle donne nelle professioni ICT possono essere singolarmente isolate o rappresentare il concorso di più motivazioni tra quelle appena elencate. Anche nelle ricerche italiane (Cfr. materiale online disponibile su www.istitutomusatti.it relativamente al progetto Formez, IPO (istruzione e pari opportunità), Presidenza Consiglio dei Ministri, Che genere di cura?, 2010)

sugli ostacoli alle donne nel lavoro emerge quale fattore primario di inibizione la difficoltà di conciliare responsabilità familiari e domestiche con l’attività professionale.

Non è scontato poi sottolineare che ciò avviene a prescindere dalla cultura e dalla situazione occupazionale. In Italia il problema è acuito dalla mancanza di misure sociali incapaci di tutelare le madri lavoratrici che spesso si trovano in condizione di dovere scegliere tra famiglia e lavoro in maniera lacerante. Timidi tentativi si stanno conducendo con il telelavoro legato alla temporaneità della vita professionale di un individuo, con la prospettiva di poter garantire soluzioni tali anche per periodi più lunghi. Ma si è ancora in fase di valutazione della bontà di tale possibilità.

3.15 E-government

Un altro ambito fondamentale nello sviluppo informatico e delle telecomunicazioni all’interno dello stato è rappresentato dalla transizione verso il cosiddetto “e- Government”.

Per “e-Government”, o “amministrazione digitale”, intendiamo «la ridefinizione dei processi relativi ai servizi che l’amministrazione è obbligata a prestare alla comunità, e della loro disponibilità di fruizione sulla rete (Zocchi, 2003, p. 157)». Sostanzialmente ci riferiamo ad un ammodernamento, o meglio un aggiornamento, dell’amministrazione pubblica, che si deve adeguare alle nuove esigenze sociali e comunicative richieste dal nuovo paradigma tecnologico della società informazionale. Semplici esempi di servizi riconducibili all’ambito dell’e-Government possono essere la creazione di siti web delle amministrazioni locali, attraverso i quali il cittadino può accedere on line ai servizi offerti e alle informazioni e comunicati emanati dai diversi uffici amministrativi. Informazioni e servizi inerenti l’istruzione, le pratiche burocratiche e amministrative, la gestione delle incombenze finanziarie e perché no il pagamento di tasse e imposte, informazioni su concorsi, gare e appalti, atti del governo locale e centrale, modulistica e rilascio di certificazioni: sono tutti ambiti nei quali l’utilizzo delle ICT e di Internet può essere un utile mezzo per facilitare e velocizzare il rapporto tra cittadino e amministrazione

(Norris, 2001).

Analizzando l’e-Government dal punto di vista della relazione tra stato e cittadini, questa dimensione di intervento pubblico, anche se a prima vista parrebbe sembrare a se stante e per nulla relazionabile al problema del digital divide, è invece considerata

da molti autori come una delle chiavi fondamentali per il superamento del Divario Digitale, e come uno strumento per un più generale sviluppo umano e sociale dei paesi. Intervenendo alla seconda sessione del “High-Level Formun on City Informatization” tenutosi a Shanghai nel 2001, al quale parteciparono numerose delegazioni di governi da tutto il mondo, Franco Bassanini, l’allora Ministro Italiano delle Funzione Pubblica, affermò che «le ICT possono diventare un utile strumento per ristabilire la fiducia tra le istituzioni e i cittadini permettendo l’aperta discussioni di importanti problemi di governance ed aprendo così prospettive reali di coinvolgimento dei cittadini nei processi di decisione pubblica ed offrendo loro la possibilità di conoscere e valutare i risultati raggiunti dall’azione pubblica. Ciò porterà ad un incremento dell’apertura e della trasparenza dei processi di governo. […] Un strumento basilare di partecipazione democratica, come la rete, non può essere a disposizione di pochi. L’accesso deve essere consentito a tutti». In questo spezzone di discorso ritroviamo tutti gli elementi centrali del dibattito riguardo l’e-Government.

Secondo questo punto di vista, la creazione di una società informazionale armoniosa ed equa passa attraverso una rivoluzione tecnologica in seno all’amministrazione pubblica, centrale e locale, degli stati. Il tema dell’e-Government quindi, sottintende al rapporto tra e cittadini di uno stato e i governatori. Ma non si ferma qui perché, partendo da un miglioramento di questa relazione di fiducia reciproca tra governanti e governati, passando per un maggiore trasparenza dei processi decisionali ed una conseguente maggiore possibilità di valutare i risultati delle politiche pubbliche da parte dei cittadini, si giunge ad un incremento della democratizzazione dello stato. La creazione di una efficiente rete di dialogo e partecipazione tra i cittadini e le istituzioni non può che rappresentare un perfezionamento dei meccanismi della democrazia rappresentativa (Zocchi, 2003).

Alla base della creazione di una rete di dialogo tra cittadini e stato veramente efficiente, come ha sottolineato Bassanini nel discorso sopraccitato, sta una capillare diffusione delle ICT e di Internet. Ciò è facilmente comprensibile: efficienza e democrazia, in un processo di dialogo tra cittadini e stato, passano necessariamente attraverso il raggiungimento di un livello di accesso il più possibilmente allargato, se non addirittura universale, ai nodi di comunicazione tra i due attori coinvolti, cioè governanti e governati. Nodi di comunicazione nel senso di finestre, o mezzi di incontro tra cittadino e amministrazione.

Pertanto, politiche pubbliche volte alla creazione di una funzionale rete di dialogo e partecipazione dovranno partire dalla necessità di fornire accesso alla rete delle reti. In questo ritorniamo al dibattito sul digital divide. In sostanza possiamo affermare che gli interventi pubblici volti all’attuazione di effettivi ed efficienti programmi di e-Government rappresentano anche uno strumento funzionale al superamento delle disuguaglianze nell’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Chiaramente esistono forti disparità nel livello di e-Government raggiunto dai diversi paesi del mondo, basti osservare l'indice “e-Government Index”. Questo indice, che misura il grado di informatizzazione delle amministrazioni dei diversi paesi del mondo, è composto da molti e diversi parametri, tra i quali il numero delle amministrazioni locali connesse e la disponibilità di servizi da esse offerti. I paesi del mondo sono stati catalogati in quattro gruppi principali in base al livello di e-Government raggiunto: rispettivamente High, Medium, Minimal e Deficent “e-Government Capacity”. Nella prima categoria, “High E-Gov Capacity”, figurano praticamente tutte le democrazie occidentali, partendo dagli Stati Uniti al primo posto, seguiti da Australia, Nuova Zelanda e Singapore. Nel quarto gruppo, “Deficent E-Gov Capacity” figurano sostanzialmente i paesi più poveri del mondo, quasi tutti del continente africano con qualche eccezione asiatica, quali Nepal e Tailandia. Etiopia, Ciad, Nigeria e Uganda sono i paesi del mondo a più basso livello di e-Government (UNDPEPA e ASPA, (2002))

(34).

Dopo questa breve disanima sul divario di e-Government internazionale, concludiamo il discorso sottolineando che, se è vero che l’e-Government è un elemento strategico nella crescita e nello sviluppo dell’amministrazione statale, e conseguentemente può portare ad un miglioramento della modalità di applicazione della democrazia in un paese, allora esso diventa anche uno strumento di sviluppo umano. Restringere l’ambito di analisi dell’e-Government ad un semplice processo di informatizzazione di un settore ristretto come quello della pubblica amministrazione sarebbe un grave errore. Nell’ottica della società digitale, caratterizzata da un paradigma tecnologico incentrato sulla presenza o assenza in rete, l’e-Government rappresenta un utile strumento di partecipazione ed inclusione per quelle categorie escluse dai processi di partecipazione democratica attiva. Chiudendo il cerchio affermiamo che, dato che l’e- Government serve «soprattutto a coloro i quali non possono in modo semplice accedere ai luoghi nei quali l’amministrazione stessa viene esercitata», politiche

pubbliche ed interventi volti a raggiungere questa componente marginale della società saranno automaticamente anche azioni di superamento del digital divide.

Per rendere più chiaro questa ultima affermazione proviamo a prendere in considerazione un caso reale: il “Gyandoot Project” (35). Si tratta di un eccellente

esempio di come l’e-Government può essere uno strumento efficace per dare voce a quei gruppi marginali presenti nella società, se progettato per andare incontro alle loro esigenze. Questo programma è stato attivato nella regione di Dhar, nello stato indiano del Madhya Pradesh, il secondo distretto più povero dell’India. Nella regione di Dahr vivono circa 1,7 milioni di persone, di cui circa il 60% vive sotto la soglia di povertà e il 57% è analfabeta. Il progetto Gyandoot è stato partorito, attivato e supportato esclusivamente dalle autorità locali, senza il supporto e l’aiuto di nessun altro ente, organizzazione, ONG o fondazione indiana o straniera, allo scopo di migliorare l’accesso ai servizi e alle informazioni dell’amministrazione. I destinatari del progetto sono principalmente gli individui e i gruppi più poveri e marginalizzati. Il progetto è costituito da due principali componenti:

1) L’istallazione di numerosi chioschi che forniscono accesso ad Internet, connettendo 36 villaggi del distretto: ciascun chiosco è gestito da un piccolo imprenditore locale e fornisce accesso ad un costo bassissimo.

2) La realizzazione di una piccola Intranet, gestita dagli ufficiale amministrativi responsabili del progetto, sulla quale sono disponibili molte informazioni specificamente utili agli abitanti del distretto e facilmente consultabili perché scritte in Hindi. Per esempio, si possono trovare documenti amministrativi, informazioni sui prezzi del grano al mercato nazionale, programmi di educazione e alfabetizzazione e tanti altri contenuti e informazioni utili per gli abitanti più poveri.

Ma la parte più interessante e che ha avuto più successo del progetto è la possibilità di comunicazione che la rete fornisce. I cittadini infatti, oltre ad accedere ad utili servizi, possono anche immettere loro stessi delle informazioni in rete: per esempio alcuni hanno usato il portale per vendere mucche e biciclette, altri per inserire degli annunci matrimoniali, ma soprattutto, il servizio che ha riscosso più successo di tutti è quello dei reclami.

35 Il sito del progetto http://www.gyandoot.nic.in , per approfondimenti vedi anche Warschauer (2003, pp. 178-181).

Questo servizio on line permette ai cittadini di denunciare diversi tipi di ingerenze o abusi, quali per esempio: il mancato pagamento del salario, l’assenza dell’insegnante a scuola, la chiusura della scuola senza motivo, lamentele nei confronti il consiglio del villaggio e così via, per un totale di 21 categorie predefinite dagli amministratori. La parte eccezionale di tutto ciò è il fatto che l’amministrazione locale ha promesso di intervenire nel caso di reclami in questi 21 ambiti in un massimo di 7 giorni. Nel caso di lamentele al di fuori delle categorie predefinite l’amministrazione garantisce comunque di agire per risolvere il problema, ma non necessariamente entro sette giorni.

Incredibilmente il progetto ha dato dei risultati straordinari. L’amministrazione si è dimostrate all’altezza delle promesse fatte ed è sempre intervenuta i caso di lamentele. Per esempio, molti reclami riguardavano la frequente assenza degli insegnanti alle lezioni: intervenendo prontamente l’amministrazione ha interrotto questa piaga, costringendo gli insegnanti ad una maggiore presenza. Nel giro di qualche mese il servizio scolastico della regione è migliorato notevolmente, come anche altri ambiti della tanto che nel 2000 il Gyandoot Project è stato premiato dall’università di Stoccolma con il prestigioso “Stockholm Challenge Award” (36) come miglior progetto di

sviluppo tramite le Information and Communication Technologies.

3.16 Un piano di azione per agevolare l’accesso alla pubblica amministrazione