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Le competenze digitali e le donne in rete

LE NUOVE TECNOLOGIE: UN PATRIMONIO PER TUTTI?

2.3 Le competenze digitali e le donne in rete

Le competenze digitali rappresentano un fattore importante per spiegare le differenze di utilizzo di internet da parte degli individui.

Solo pochi studi hanno considerato le competenze come validi indicatori nelle ricerche empiriche che cercano di spiegare l'uso di internet. (Freese et al, 2006;. Hargittai, 2010; Mossberger et al, 2003;. van Dijk, 2005).

Recentemente, Van Deursen & Van Dijk (2010) hanno proposto una serie di competenze internet che combinano diverse concettualizzazioni di abilità digitali.

Si parte dalla definizione degli aspetti tecnici o di supporto per finire con gli aspetti relativi ai contenuti. La conoscenza di internet prende in considerazione le competenze operative che comprendono comandi di base di internet, e le competenze formali, che comprendono la possibilità di navigare e orientarsi all'interno della struttura di internet. In primo luogo si parla di competenze informazionali, ossia la capacità di trovare, selezionare e valutare le fonti di informazione. In secondo luogo, le competenze strategiche fanno riferimento alla capacità di utilizzare internet come mezzo per raggiungere un obiettivo personale o professionale.

L'uso di internet richiede una serie distinta di competenze proprio perché è privo di segnali verbali (ad esempio, il discorso, l'intonazione) e di spunti visivi (ad esempio, sorrisi, espressioni del viso).

E' necessario abituarsi a modelli di comunicazione asincrona ed agli innumerevoli messaggi che è in gran parte arrivano da altri mezzi di informazione. Più in particolare, la gente deve imparare a familiarizzare con strumenti quali l'instant messaging, il social networking e altre applicazioni disponibili su internet perché in caso contrario rimarrebbero esclusi dai molti vantaggi che la rete può offrire.

Van Deursen & Van Dijk (2010), hanno elaborato un quadro teorico distinto in quattro tipi di conoscenza di internet:

La prima tipologia è legata a concetti che indicano un insieme di competenze di base nell'uso della tecnologia internet.

La seconda tipologia è legata alle competenze formali di internet e si riferiscono alle strutture su cui è costruita un mezzo, internet ne è un esempio evidente di iper-media, che richiede competenze di navigazione.

La terza tipologia è legata ad un approccio graduale che spiega le azioni attraverso le quali gli utenti soddisfano le loro esigenze di informazioni (Marchionini, 1997) come ad esempio la capacità di utilizzare internet come mezzo per raggiungere obiettivi particolari o per migliorare la propria posizione nella società.

Negli ultimi anni, queste competenze sono diventati sempre più importanti data l'espansione del web sociale sotto l'influenza dei vari social network come Facebook e Twitter. Queste applicazioni sociali richiedono di mantenere una costante crescita dei contatti, per cui strumenti quali messaggi, e-mail e social network richiedono una vasta conoscenza di come postare un messaggio e come e quando rispondere. In contrasto con la comunicazione faccia a faccia, la comunicazione mediata dal computer spesso manca di una serie di segnali naturali che facilitano la reciproca comprensione e che faccia da guida alle dinamiche di comunicazione.

La quarta abilità di comunicazione è quello di sapere come presentare se stessi e come costruire una coerente identità online. Creare un profilo personale on-line che si distingua, che rifletta l'io e ciò che vorrebbe rivelare ad altri costituisce un'attività non semplice in quanto la creazione dei profili, avviene durante le interazioni con gli altri che ci forniscono feedback. La capacità di rispondere adeguatamente ai feedback ed essere ispirati dai profili e le identità degli altri sono importanti capacità di comunicazione su internet (Jenkins, 2006, p. 42).

Se analizziamo la fig. 4, si vede chiaramente come sono organizzate le quattro abilità internet e la capacità di comunicazione in un ordine che chiarisce la natura subordinata di queste abilità. La conoscenza di internet di media correlate sono poste in basso perché entrambe le competenze devono essere considerati prerequisiti per l'utilizzo di internet. In sostanza, l'informazione e la capacità di comunicazione richiedono le stesse competenze operative e formale.

Le cinque categorie di abilità internet proposti comprendono le competenze necessarie per la popolazione in generale per funzionare al meglio in un ambiente sempre più on-line.

Fig. 4 - Cinque abilità internet con una natura condizionale. (Van Deursen A.J.A.M.; Van Dijk, J.A.G.M. (2011). Internet Skills and support matter.

Partendo da dati di natura socio-demografici è possibile analizzare l'esito di altri studi che partono dalla classificazione degli utenti in:

- primo internauta

- internauta ritardatario o disconnesso.

Tracciando dei profili a grandi linee si può affermare che i primi utilizzatori sono soggetti di giovane età, di sesso maschile, hanno un alto livello di istruzione, un elevato

Competenze relative ai contenuti

Competenze strategiche internet

Competenze media-correlati Competenze di informazioni su internet Competenze di comunicazione su internet Competenze operative di internet Competenze formali di internet

status economico e per lo più sono residenti in grandi città. Fra coloro che entrano solo successivamente a far parte della platea degli utenti virtuali, o coloro che non sono ancora entrati nel mondo virtuale, possiamo inserire gli appartenenti a razze, etnie, gruppi minoritari, persone con un’avanzata età, di genere femminile, con un basso livello d’istruzione e basso status economico (su dati Bentivegna, 2009).

Da questi profili si può capire come avvenga oggi l’approccio alle nuove tecnologie e quali siano gli elementi caratterizzanti.

l genere è uno degli elementi sul quale si è concentrato l’interesse di molti studiosi, rilevando in esso una delle maggiori discrepanze tra i diversi utenti della rete. Tanti approcci hanno cercato di spiegare quali motivi sono alla base del tormentato rapporto che si instaura tra le donne e le tecnologie.

Interessanti le riflessioni cyber femministe ‐ sull’argomento, che individuano tra le cause del gap fattori socio culturali della società contemporanea: le tecnologie sono costruite a “misura d’uomo” con contenuti prettamente maschili costruiti e dedicati agli uomini (anzi, agli uomini bianchi, giovani e con un elevato status socio economico). Inoltre i tempi e gli stili di vita quotidiana femminili e gli stereotipi di genere producono un differente feeling con le tecnologie (Bracciale, 2010).

Sulla stessa linea di pensiero molti altri studiosi (Edwards,1995; Wajcman, 1995 cit. in Ono Hiroshi; Zavodny, June 24, 2002) fanno notare come la tecnologia possa essere considerata essa stessa un prodotto delle relazioni sociali esistenti e che quindi, riproducendo tali relazioni, essa incentivi il suo utilizzo all’interno di specifici gruppi per i quali è stata, in un certo senso, “ideata”.

Infatti non sconvolge più di tanto il fatto che agli inizi della diffusione di internet i primi utenti in maggioranza siano stati proprio uomini. Questo carattere “mascolino” della rete ha indotto fin dagli albori di internet ad una esclusione delle donne. Tale processo ha dato vita, inserendosi su una preesistente differenza, dei sessi, ad una sorta di sub- popolazione, quella femminile, con un identità ben precisa e distinta da quella maschile nell’uso delle tecnologie.

Uno degli studiosi per eccellenza che si è occupato delle differenze di genere riguardanti l’uso di internet è stato Bruce Bimber che nel suo articolo intitolato “Measuring the Gender Gap on the internet”(2000) afferma che:

L’uomo è strategicamente avvantaggiato nell’uso e lo studio di internet poiché ha di solito un livello d’istruzione più alto, ricopre cariche professionali di alto calibro che consentono una maggiore probabilità dell’uso di internet oltre ad una migliore

dimestichezza nell’uso dato dalla maggiore pratica. Le donne al contrario ne fanno un minore uso, perché spesso hanno un basso livello d’istruzione, e occupazioni meno specializzate che danno meno possibilità di utilizzo della rete e di conseguenza una minore pratica nell’uso del mezzo. Ma ciò che differenzia maggiormente le donne nell’uso di internet è la provenienza geografica e le motivazioni che le spingono ad utilizzare la rete.

Lo studioso sottolinea che la donna è svantaggiata rispetto all’uomo per quanto riguarda l’uso: per il livello di istruzione, per motivi occupazionali oltre alla collocazione geografica. A simile conclusione arrivano anche gli studiosi Rogers (1995) e Norris (2001) entrambi d’accordo sulla minore predisposizione delle donne all’utilizzo di internet facendo risalire il gap al tempo della diffusione di internet.

Nel Maggio del 2008 Sabine C. Koch, Stephanie M. Müller, Monika Sieverding hanno pubblicato una ricerca intitolata “Women and computers. Effects of stereotype threat on attribution of failure” nella quale si occupano del problema di gap tra uomini e donne. Il loro esperimento aveva come campione 86 studenti, di età compresa tra i 16 e i 21 anni, maschi e femmine, i quali dovevano svolgere un progetto al computer che non aveva una soluzione possibile. L’unica differenza avuta tra uomini e donne è stata solo di reazione. Le donne davano la colpa a loro stesse per una mancanza di competenza loro. Gli uomini davano la colpa ad un malfunzionamento non veritiero del computer. Da tale esperimento si evince come non sia la comprensione o la manualità nell’uso delle tecnologie a distinguere i due sessi. Una possibile ragione può essere rintracciata nel fatto che le donne non sfruttano tutto il loro potenziale, per la mancanza di modelli femminili che usano il computer o per la specificità di genere dei software per computer (Cooper, 2006) o magari si possono rintracciare in potenziali ostacoli psicologici che inibiscono le donne nell'utilizzo del computer.

Ma è veramente così? Interessante a questo proposito lo studio condotto da Eszter Hargittai e Steven Shafer (2006, p. 13), nel quale si arriva alla conclusione che:

«la donna ha un approccio più sistematico e preciso alle problematiche di internet. L’uso in genere è più moderato ma soprattutto dall’indagine scaturisce che l’uomo ha la tendenza a sciorinare meglio le proprie qualità tecniche pratiche mentre la donna cela molto di più queste tecniche dando l’impressione finale che la donna, in genere, non ha la stessa preparazione e propensione verso l’uso di internet. La realtà è che, come la vita insegna, le conoscenze sono ripartite equamente».

Non ci sono veri e propri ostacoli fisici o cognitivi a svantaggio di un gruppo di genere sull'altro. Inoltre gli ostacoli precedenti riguardanti l’accesso e le differenze nell'uso dei computer sono sostanzialmente diminuiti (Cooper, 2006; Cooper & Weaver, 2003; Todman, 2000 cit. in Sabine C. Koch , Stephanie M. Müller, Monika Sieverding) o addirittura scomparsi

(Wasserman & Richmond-Abbott, 2005 cit.in Sabine C. Koch , Stephanie M. Müller, Monika Sieverding). Inoltre, se questo è vero, quali sono allora le ragioni che portano a dire che permane il divario tra i due sessi?

Molti studiosi affermano che il gender gap è solo uno stereotipo: le donne stanno in linea meno degli uomini. Si connettono con minore frequenza, e quando lo fanno ci passano meno tempo. (Kennedy T., Wellman B., Klement K., 2003, pp. 72-96).

A confermare una possibile chiusura del gap tra donne e uomini un’altra ricerca è stata svolta da John C. Molluzzo e Catherine Dwyer (2009) nella quale svolgendo un indagine su un campione di trecento studenti universitari si è riscontrato una parità delle competenze digitali ed in alcuni casi una maggiore propensione delle donne nella risoluzione dei compiti dati.

Dagli ultimi rilevamenti ISTAT del 2012 si può rilevare che le donne risultano essere sempre più coinvolte nelle attività su internet.

Numerosi studi mettono in rilievo che la percentuale di donne sul totale di coloro che usufruiscono e utilizzano la rete è progressivamente aumentata nel corso degli anni. In particolare se avviciniamo lo sguardo ai primi anni di diffusione della rete proprio nel 1997 si ha un incremento non indifferente della percentuale di donne sul totale dei fruitori. Incremento che è proseguito negli ultimi anni dando appunto l’impressione che il gap di genere sia stato colmato.

Tantissime variabili e analisi approfondite devono essere svolte per capire in

profondità il problema. La definizione originaria di digital divide è stata superata e riadattata da tempo, arricchita da nuove sfaccettature e dimensioni che rendono il digital divide multidimensionale e in costante evoluzione. Ciò che è importante quindi nell’analisi del gender gap è proprio la multidimensionalità che ne sta alla base che concerne alle differenze tra uomini e donne non solo riguardanti l’accesso ma anche l’uso, le motivazioni, e le competenze digitali, il luogo di accesso, la frequenza. Procederemo quindi proprio con questo tipo di analisi cercando di evidenziare con l’aiuto dei più recenti dati statistici le differenze che dividono donne e uomini nella fruizione di internet.

Riguardo alle difficoltà di uso delle nuove tecnologie della comunicazione, (van Dijk, 2005, p. 73) ricorda come:

“la prima cosa nuova e diversa rispetto ai computer e alle reti aveva a che fare con la difficoltà a operare con essi. Specialmente nella fase iniziale dello sviluppo tecnologico dei computer, vi erano difficoltà sicuramente superiori a quelle che si incontravano nel maneggiare radio, televisioni, telefoni, registratori, lettori di cd e addirittura videoregistratori. Competenze tecniche speciali sembravano essere richieste.”

Entrato ormai nelle case di molti italiani, e di molti individui in tutto il mondo, l’universo di internet e delle tecnologie in senso lato ha perso quel velo di mistero che lo accompagnava ai suoi esordi ma, nonostante ciò, determinate competenze continuano a essere necessarie, lo diventano ancor di più allorché le differenze nell’uso “influenzano la capacità di trarre benefici da internet da parte degli individui” (Hargittai, 2007b, p. 2).

Prima di entrare nel merito delle competenze richieste, vale la pena di ricordare come tale distribuzione nella popolazione contribuisca a creare/ricreare un sistema di disuguaglianze che segue e potenzia quello rintracciabile nella fase dell’accesso. Le disuguaglianze tra individui, dunque, non solo nascono in relazione all’accesso a internet ma rischiano, addirittura, di approfondirsi sul versante delle competenze che consentono di trarre benefici — a livello individuale e/o collettivo — dall’uso della rete. Le competenze richieste a livello elementare, vale a dire che precedono la capacità d'uso tanto del computer quanto di internet, sono di tipo cognitivo e si traducono nell’alfabetizzazione (nella sua accezione minima di saper leggere e scrivere) e nella conoscenza della lingua inglese, ossia la lingua madre nel mondo della rete.

Sul fronte dei problemi connessi a un’alfabetizzazione diseguale tra gli individui, la strada della proliferazione delle icone per la visualizzazione delle operazioni disponibili è stata la risposta più semplice e immediata che è stata tentata.

Tuttavia si tratta di una risposta che, pur contribuendo a rendere più user-friendly i computer e la rete, non risolve la questione della necessità di digitare gli URL o di scrivere correttamente ciò che si vuole trovare tramite un motore di ricerca.

Volgendo ora lo sguardo alla tematica specifica dell’uso di internet, ovvero delle competenze necessarie per il suo utilizzo, è possibile contare su una letteratura sicuramente meno ricca e più recente di quella dedicata alla questione dell’accesso,

ma certamente utile a elaborare categorie di analisi per il contesto italiano.

Negli ultimi anni, infatti, da quando si è diffusa l’impostazione analitica che si propone di andare oltre il classico divario nell’accesso, sono state prodotte numerose ricerche e riflessioni teoriche.

Prendendo le mosse da queste ultime, vale la pena di iniziare da quella che individua e analizza il profondo legame che lega le nuove tecnologie della comunicazione e i processi di alfabetizzazione.

Secondo Warschauer (2003) questo legame può essere indagato a partire dai seguenti elementi:

1) tanto l’alfabetizzazione quanto l’accesso alle nuove tecnologie della comunicazione sono strettamente correlati allo sviluppo della comunicazione e dei mezzi di produzione della conoscenza: così, se nel passato, la conoscenza si produceva/diffondeva per lo più tramite la scrittura e i libri, oggi, si produce/diffonde attraverso la comunicazione mediata dal computer;

2) così come l’alfabetizzazione (intesa propriamente come capacità di leggere e scrivere) era (e rimane) un prerequisito per la partecipazione nelle fasi iniziali dello sviluppo industriale e capitalistico, analogamente, l’accesso alle nuove tecnologie della comunicazione si configura come un prerequisito per la piena partecipazione nella fase dello sviluppo economico attuale;

3) sia l’alfabetizzazione che l’accesso alle nuove tecnologie della comunicazione richiedono tanto la connessione a un artefatto fisico (il libro o il computer) dal quale trarre informazioni che si esprimono come un contenuto, quanto un livello di competenza sufficiente a elaborare e a utilizzare le informazioni stesse;

4) ancora, entrambi i fenomeni presuppongono non solo la ricezione delle informazioni, ma anche la produzione delle stesse;

5) in ultimo, l’alfabetizzazione e l’accesso alle nuove tecnologie della comunicazione sono legate a una profonda dimensione di differenziazione sociale: una diseguale alfabetizzazione, da un lato, e una disuguaglianza digitale, dall’altro.

Il filo rosso che lega i due fenomeni si individua nel profondo radicamento sociale che accompagna i processi dl acquisizione delle competenze richieste.

Inoltre, in entrambi i casi, tali processi sono strettamente correlati alla realizzazione di pratiche sociali significative. In breve, gli individui devono essere in grado di attribuire senso e significato alla loro acquisizione di competenze nonché di utilizzarle per

raggiungere determinati obiettivi. Non a caso, si tratta di processi che, nella riflessione di Warschauer, sono strettamente connessi a una questione di accesso al potere e tali da produrre squilibri nella sua distribuzione.

L’individuazione di un parallelismo tra l’alfabetizzazione, nel suo senso tradizionale, e l’accesso a internet consente di determinare il contesto entro il quale devono essere collocati e analizzati i processi attraverso cui gli individui si appropriano delle competenze utili a sviluppare forme di partecipazione più o meno integrate nelle società all’interno delle quali vivono. Consente, altresì, di far emergere la forte componente di rischio di produzione di disuguaglianze sociali connessa alla realizzazione di processi di alfabetizzazione diversificati. Riguardo a internet e alle nuove tecnologie, tuttavia, è necessario approfondire la riflessione sul fronte delle competenze specifiche che devono essere acquisite. In breve, di quale bagaglio di conoscenze si deve disporre per poter trarre benefici dall’uso di internet? E quanto sono diffuse tali conoscenze tra gli individui?

E’ bene chiarire da subito che le competenze delle quali si deve disporre per massimizzare i benefici prodotti da internet non si riducono alla sola capacità d'uso ma investono anche la capacità di effettuare ricerche ed elaborare le informazioni selezionate.

A titolo esemplificativo, basti pensare alla enorme quantità di informazioni disponibile su internet e ai problemi derivanti da tale disponibilità, in questo caso si parla di problema delle “4M” (Burbules, Callister, 2000) ovvero: misinformation (informazioni false, vecchie, o incomplete), mal information (istruzioni per la costruzione di ordigni, materiale pedopornografico ecc.), messed-up-information (informazioni disorganizzate e difficilmente utilizzabili), mostly useless information (informazioni di nessun valore o utilità largamente abbondanti sul web). Come si può intuire, il compito al quale è chiamato l’utente internet è complesso e tale da richiedere competenze diversificate. Prima di affrontare le competenze più complesse, tuttavia, è bene procedere con la disamina di quelle più semplici. Tra queste figura certamente quella che è stata definita già negli anni Ottanta dal «Washington Post»(7) come computer literacy, vale a dire la

più elementare forma di alfabetizzazione tecnologica che consente di operare con un personal computer. Questa forma di alfabetizzazione, considerata decisiva da tutti gli studiosi, pur se talvolta presentata in modo diverso, è il primo passo lungo il cammino

7 Il primo riferimento alla computer literacy nell’accezione prevalente si trova, secondo Warschauer, in un articolo apparso su «The Washington Post» il 5 novembre 1981 dal titolo

che porta alla padronanza dei mondo di internet. La connessione a internet, infatti, avviene principalmente tramite il computer, anche se può essere realizzata tramite piattaforme alternative come il cellulare, la consolle e il televisore.

Vi è poi la digital literacy, ovvero la capacità di comprendere e utilizzare informazioni che assumono formati diversi, che provengono da un vasto raggio di fonti e che vengono presentate tramite il computer (Gilster, 1997, p. 72).

E’ una competenza legata al mondo di internet in maniera specifica, dove convivono fianco a fianco fonti plurime che offrono informazioni con formati differenti.

Warschauer (2003),dal canto suo propone una classificazione diversa.

Oltre alla computer literacy, intesa comunemente come la padronanza del computer, propone la information literacy — vale a dire la capacità di padroneggiare una grande quantità di informazioni — la multimedia literacy — ovvero l’abilità di comprendere e produrre contenuti in formato multimediale — e la computer-mediated communication literacy — cioè la capacità di gestire forme di comunicazione online.

Con un intento semplificatorio e una forte propensione operativa, van Dijk (2005) propone di sostituire il termine literacy con competenze digitali. Questo nuovo concetto