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Due “acque scure” a confronto: Black Water e Mudwoman

1. Black Water: ricostruzione e archetipizzazione di un personaggio

1.8. Due “acque scure” a confronto: Black Water e Mudwoman

L’immagine della “drowing girl”, come si è visto in precedenza240, aveva ossessionato Oates per più di vent’anni, spingendola infine a tradurre quell’immagine nel romanzo

Black Water. A distanza di altri vent’anni, la scrittrice ha ripreso quell’immagine nel

romanzo del 2012 Mudwoman, una storia che ha diverse analogie con la precedente. Protagonista del romanzo è Meredith Ruth Neukirchen, una donna di mezza età, docente di filosofia e Presidente di una non precisata università Ivy League nello Stato di New York. Meredith, o M.R., era nata in realtà come Jedina Kraek, e da bambina era stata gettata in un fiume, il Black Snake River, insieme alla sorella Jewell dalla loro madre psicopatica. Jewell era morta annegata, mentre Jedina/Meredith, che era stata chiusa in un frigorifero e poi gettata in acqua, era stata salvata. Aveva assunto l’identità della sorella (il cui cadavere era stato ritrovato solo molti anni dopo), e in seguito era stata data in adozione ai coniugi Agatha e Konrad Neukirchen, rivelandosi una bambina, e poi una ragazza, studiosa e intelligente. Il romanzo, ambientato tra il 2002 e il 2003, ripercorre l’infanzia e la giovinezza di Meredith dal suo punto di vista di donna adulta, e la sua riscoperta del periodo antecedente all’adozione.

Mudwoman si configura come il romanzo della salvezza, quello in cui la protagonista,

che come si vedrà ha qualche analogia con Kelly Kelleher, riesce a salvarsi dall’acqua scura e può raccontare la sua storia. L’acqua, che in Black Water era foriera di morte, in Mudwoman non riesce ad annientare la vita di Jedina/Meredith. Infatti, quel luogo in cui la bambina doveva morire, resterà nei suoi ricordi per sempre, “For we most cherish those places to which we have been brought to die but have not died”241.

La descrizione che Oates fa del Black Snake River riprende, nell’atmosfera e soprattutto nel lessico, quella del luogo in cui Kelly muore. Come si può notare dai brani seguenti, la scrittrice utilizza gli stessi aggettivi, o parole affini, per descrivere le caratteristiche dell’acqua in cui annegano le protagoniste dei due romanzi:

On all sides a powerful brackish marshland odor, the odor of damp, and decay, and black earth, black water. (BW, 8)

240 Cfr. Nota 29.

71 In sleep smelling the sharp brackish odor of still water and of rich dark earth and broken and rotted things in the earth. (MW, 1)

Entrambe le acque sono “salmastre” (brackish), quindi con un elemento marino, ed è una caratteristica che sicuramente può essere associata all’acqua in cui è annegata la Kopechne che, come scrive Robert Sherrill in The Last Kennedy era salata242. La terra circostante è scura, e l’odore riporta l’idea di decomposizione e marciume che viene espressa con il sostantivo “decay” (in Black Water) e con il participio passato “rotted” (in Mudwoman). Ma se il primo brano presenta queste percezioni sensoriali sul luogo una alla volta, grazie all’uso della virgola che permette all’autrice di elencarle, il secondo non ha punteggiatura, e quindi le pone tutte sullo stesso piano, riproducendo lo stordimento della bambina che, addormentata, viene portata a morire nel Black Snake River.

La fauna presente nei due luoghi è diversa, Kelly infatti percepisce la presenza di zanzare e di insetti notturni (p. 48), mentre la scena apocalittica in cui Meredith viene portata a morire, è dominata da uccelli neri e dai loro “raucous and accusing cries” (p. 8). Tuttavia, sia Kelly che Meredith focalizzano l’attenzione sulla flora circostante:

[…] so many of the trees in the marsh seemed to be dead…were they dead?...isolated tree trunks in the twilit gloom denuded of leaves, limbs, bark gray and shiny-smooth as old as scar tissue. (BW, 59)

They [the birds] settled in the skeletal trees fierce and clattering. (MW, 8)

In entrambi i casi, gli alberi sono spogli, e contribuiscono a conferire un aspetto spettrale ai due luoghi, ottenuto anche attraverso l’uso di aggettivi come “dead” e “skeletal”. Ma ancora più evidente è l’umanizzazione degli alberi. Nel paragrafo tratto da Black Water, si può notare come Oates utilizzi termini di solito associati all’uomo per descriverli: il participio passato “denuded” rimanda inevitabilmente ad un denudarsi umano, e anche la corteccia grigia dei tronchi viene paragonata a tessuto cicatriziale, come se si trattasse di pelle.

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Anche nella frase di Mudwoman, dove gli alberi vengono descritti dal solo aggettivo “skeletal”, è ravvisabile un’umanizzazione connessa proprio con la scelta di un termine che per istinto si associa allo scheletro umano.

E’ probabilmente un’operazione con cui Oates intende configurare i due luoghi come “magici”, dato che, come scrive Mario Domenichelli, “lakes and ponds are magic places, of the kind of magic touched by melancholy”243.

L’aspetto cupo delle due acque viene esaltato ulteriormente nel descriverne la consistenza:

[…] the car plunged into what appeared to be a pit, a pool, stagnant water in the marshland […] (p. 63) […] an evil muck-water, thick, viscous, tasting of sewage, gasoline, oil. (BW, 97)

No smells more pungent than the sharp muck-smell of the mudflats where the brackish river water seeps and is trapped and stagnant with algae the bright vivid green of Crayola. (BW, 8)

L’aggettivo “stagnant” è presente in entrambe le descrizioni ed è accompagnato da “muck”, sempre in composti (“muck-water” e “muck-smell”) che danno una connotazione anche olfattiva all’acqua. Nel paragrafo tratto da Black Water si può notare come l’umanizzazione degli elementi naturali coinvolga anche l’acqua, che viene definita “evil”. In questo passo, ha persino un sapore, dato che Kelly inizia ad inghiottirla “in quick small mouthfuls” (p. 151). La stessa cosa accade anche a Meredith, poiché Oates evidenzia in tutti e due i romanzi come l’acqua inizi a penetrare nei corpi delle due protagoniste. Come si è visto in precedenza, una formula ricorrente di Black Water è proprio “[a]s the black water filled her lungs, and she died”244, la stessa che chiude il romanzo. Anche in Mudwoman, Oates utilizza lo stesso verbo, “to fill”, nel raccontare il momento in cui Meredith inizia ad annegare:

[…] a mud that filled the child’s mouth, and a mud that filled the child’s eyes, and a mud that filled the child’s ears […] (MW, 10)

243 Mario Domenichelli, “Surfacing and Sinking: Journeys Back to Waterworlds”, Laura Ferri, Fabio

Mugnaini, Caterina Ricciardi (a cura di), Acqua, Realtà e Metafora (Roma: Semar, 1998), p. 137.

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Oates questa volta fa riempire di acqua fangosa tutte le parti del corpo della bambina collegate ai sensi (bocca, occhi, orecchie) come per eliminarne le percezioni, e quindi per bloccarne l’interazione con il mondo circostante. Lo fa attraverso la ripetizione di “a mud that filled”, e l’uso di “and” con funzione anaforica. Più avanti, nel ricordare quel momento una volta adulta, Oates ripeterà:

Mud in eyes, nose. Mud in mouth so all speech is lost. (MW, 201)

La relazione tra il fango e l’acqua, penetrati nel corpo, e l’incapacità di parlare, appare evidente, ma non esplicitata dall’autrice in Black Water: Kelly non può raccontare la sua storia perché l’acqua, riempiendo i suoi polmoni, l’ha uccisa. Eppure, nel caso di Meredith, la sopravvivenza non garantisce la capacità di poter raccontare la propria esperienza. Il fango che aveva riempito la bocca della bambina, ritorna idealmente a bloccare il suo eloquio anche da adulta. La donna viene infatti descritta come una persona incapace di interrompere i discorsi altrui anche nel suo lavoro di docente:

As, teaching, when she’d approach a seminar room hearing the voices and laughter of the students inside, she’d hesitate to intrude—to evoke an abrupt and too-respectful silence. (MW, 13)

L’esitazione verbale, che era una caratteristica ravvisata anche in Kelly245, non dipende in questo caso dal timore di esprimersi in presenza degli uomini, ma è una diretta conseguenza del tentativo di sua madre di ucciderla:

And Mudgirl’s mother, who had filled her mouth with mud to silence all speech in her, forever. (MW, 191)

Meredith, il cui nome viene spesso cambiato in “Mudgirl” o “Mudwoman” (come in questo caso), a differenza di Kelly viene salvata. A correre in suo soccorso è un uomo, ma non è il prince charming fiabesco che Kelly Kelleher aspettava con fiducia intrappolata nella Toyota del Senatore. Meredith viene ritrovata da un ragazzo ritardato, Suttis Coldham, che è convinto di essere stato mandato in quel luogo da una misteriosa entità che lui chiama “King of the Crows”:

74 […] for in his heart it will seem a certainty that the King of the Crows had chosen Suttis Coldham to rescue the mud-child not because Suttis Coldham happened to be close by but because of all men, Suttis Coldham was singled out for the task.

He was the chosen one. Suttis Coldham, that nobody gave a God damn for, before. Without him, the child would not be rescued. (MW, 66)

La prima parte del brano, con il nome e cognome del ragazzo ripetuti tre volte, e la formula “of all men, Suttis Coldham was singled out for the task”, ha un tono epico. La scelta di un ragazzo ritardato come salvatore della bambina è probabilmente dovuta alla purezza del personaggio, l’unico uomo (inteso come “maschio”) che potesse assolvere ad un così delicato compito. La seconda frase, in corsivo, spegne il tono epico della prima con l’espressione “nobody gave a God damn for”. E’ proprio questa frase a sottolineare quanto si possa trovare l’eroismo negli esseri più inaspettati, come allo stesso modo (in Black Water) un personaggio definito “manly man” non ne abbia. I due romanzi, per certi versi speculari, hanno, oltre agli elementi già evidenziati, altre similitudini che in alcuni casi sembrano piuttosto citazioni.

Tra le formule reiterate all’interno di Black Water, nel capitolo quattordici compare per tre volte “Am I ready?” (pp. 55, 59, 60): la voce di Kelly che sembra chiedersi se sia pronta a vivere l’avventura con il Senatore o a morire. Mudwoman risponde idealmente alla domanda con la prima frase del romanzo: “You must be readied […]” (p. 1). Si tratta della frase che Marit Kraek, in preda al suo delirio, dice alla figlia nell’atto di scaraventarla nella palude. Ed è, nonostante tutto, un precetto che Meredith tiene presente anche nella sua vita di donna adulta. In altri due capitoli, ambientati nel presente, questa formula viene rielaborata:

Readied. She believed yes, she was.

She was not one to be taken by surprise. (p. 11)

[…]

Must ready yourself. Hurry! (MW, 69)

La ripetizione di una frase usata dalla madre, è forse l’unica traccia della donna che si può riscontrare nel personaggio di Meredith, che verso la fine del romanzo sceglie di venire a patti con il passato e di incontrarla.

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Il collegamento più evidente fra i due romanzi, oltre a quello dell’acqua, è un passo di

Mudwoman in cui Meredith torna al Black Snake River guidando una Toyota, la stessa

auto guidata dal Senatore, ed è costretta a fermarsi a causa di una deviazione dovuta al crollo di parte della strada nel fiume:

She was thinking how swiftly it must have happened: the road caving in beneath a moving vehicle, a car, a truck- a school bus?- plunging into the river, trapped and terrified and no one to witness the horror. Not likely that the road had simply collapsed beneath its own weight.

Death by (sheer) accident. Surely this was the most merciful of deaths! Death by the hands of another: the cruelest. (MW, 44)

La riflessione di Meredith sembra l’ideale commento degli avvenimenti di Black Water. La donna immagina il momento in cui la strada è crollata, escludendo che possa averlo fatto in assenza di vetture, e pensa che tutto ciò sia avvenuto “rapidamente” (swiftly), proprio come l’incidente in cui è stata coinvolta Kelly. L’espressione “[a car] plunging into the river, trapped and terrified, and no one to witness the horror” riporta inevitabilmente alla donna intrappolata nell’auto, sola e terrorizzata, di Black Water. Le due riflessioni che seguono, sulla morte, possono essere applicate agli avvenimenti di questo romanzo. Nell’affermare che la morte per incidente è la più clemente di tutte, Oates inserisce tra parentesi l’aggettivo “sheer” (“vero e proprio”), una definizione che mal si adatta al Chappaquiddick Incident, dato che Mary Jo Kopechne avrebbe potuto essere salvata. L’omissione di soccorso la rende la morte “più crudele”, perché è una morte “per mano di qualcun altro”.

Mudwoman è l’ideale romanzo della sopravvivenza, non solo della persona che non

muore, ma soprattutto della memoria. Meredith Neukirchen, a differenza di Kelly Kelleher, vive per ricordare e raccontare la sua storia. Non è un caso che Oates scelga proprio l’acqua, per quanto impura e fangosa, come luogo da cui rinascere e da ricordare per sempre. Perché, come scrive Domenichelli, “[…] the waterlands […] are the lands of the dead, the lands of oblivion and therefore the lands of memory. […] They bear witness to the life that once was there”.246

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