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Dal ricordo al perdono: una lettura ricoeuriana di My Sister, My

3. My Sister, My Love: Memoria, oblio e critica sociale

3.5. Dal ricordo al perdono: una lettura ricoeuriana di My Sister, My

Nel saggio Memory, History, Forgetting (2004), Ricoeur affronta i temi della memoria, della storia e dell’oblio, tracciandone le caratteristiche principali, e delineando il percorso che dal ricordo porta al perdono, attraverso la trattazione di altri sottotemi come la morte, il dolore e la colpa. Si tratta di un percorso che può essere ascritto anche al protagonista di My Sister, My Love, il quale, attraverso la scrittura del suo memoir, attraversa tutte le tappe presenti nel lavoro del filosofo francese. In questo paragrafo si vedrà come il romanzo di Oates sia l’ideale realizzazione del discorso teorico di Ricoeur.

Come si è già potuto notare nel paragrafo sul genere, la memoria è l’elemento principale che caratterizza il genere memoir. Ricoeur ritiene infatti che la scrittura di “a diary, memoirs or anti-memoirs, autobiographies” serva a conferire “materiality to the traces preserved521”. In questo modo, “provisions of memories are stored up for days to come […]522”.

Il protagonista del romanzo di Oates, crea la sua “scorta” di ricordi attraverso la scrittura di un memoir a tema familiare, rimanendo nell’ambito dei fatti privati, e non concedendosi mai (in modo del tutto differente dai due romanzi analizzati precedentemente) digressioni sulla storia che fa da sfondo agli eventi raccontati. Il livello è quello della microstoria523, dato che le relazioni raccontate sono quelle di Skyler con la famiglia; al massimo si estendono agli abitanti di Fair Hills e, in seguito, alla scuola che frequenterà e al centro in cui inizierà la disintossicazione.

Ciò che il narratore stabilisce fin dall’inizio è un “contratto con il lettore”, in cui si accetta che il documento presentato “will deal with situations, events, connections and characters who once really existed524”. Skyler si rivolge direttamente al lettore quando dichiara:

For I intend to approach this subject from the inside purely, as one who lived through it. Trust me! I swear, I will tell only the truth as I have lived it. (MS, 13)

521 Ricoeur, Memory, History, Forgetting, cit., pp. 28-29. 522 Ibidem, p. 29.

523 Ricoeur definisce la microstoria come una narrazione che “privileges the level on interactions on the

scale of a village, of a group of individuals or families”. (Memory, History, Forgetting, pp. 244-245).

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La dichiarazione del narratore è che fornirà un documento autentico e veritiero sulla vicenda che ha vissuto, e stabilisce fin dall’inizio che lo affronterà “dall’interno”. L’esortazione ad avere fiducia in lui (“Trust me!”) è rivolta ai lettori, ai quali giura, come se fosse davanti ad una corte di tribunale, che scriverà solo la verità per come l’ha vissuta.

La prima tappa del percorso di Skyler è quella del ricordo: un dovere, secondo Ricoeur. Si tratta del dovere di estrarre “the exemplary value from traumatic memories” poiché “it is justice that turns memory into a project; and it is this same project of justice that gives the form of the future and of the imperative to the duty of memory525”. E’ proprio la giustizia, per sè e per la sorella morta, che guida Skyler nella scrittura del memoir, e che il ragazzo sente come una sua responsabilità, essendo sopravvissuto:

Skyler has no choice, Skyler has to live. One day, Skyler has to reveal all he knows of his sister Bliss’s life/death. It his Skyler Rampike’s responsibility. (MS, 26-27)

La responsabilità che il narratore percepisce come sua, lo porta a scavare nella memoria per recuperare i ricordi dell’infanzia. La rievocazione di un ricordo ha determinate caratteristiche che vengono messe in luce da Ricoeur. In primis, la natura “visiva” dei ricordi, dato che, “the presence in which the representation of the past seems to consist does indeed appear to be that of an image526”. Uno dei primi ricordi evocati da Skyler viene rappresentato proprio con un’immagine: quella della foto natalizia ufficiale di famiglia del 1996, l’ultimo Natale con Bliss ancora viva, quella preferita dai media:

You could hardly avoid seeing photographs of the little girl with her family, particularly the media favorite taken just before Christmas 1996 of the Rampikes seated before the ten foot extravagantly decorated fir tree in the living room of their Fair Hills, New Jersey, “part-restored” Colonial: broad-shouldered good-looking Bruce “Bix” Rampike, who is Bliss’s daddy; strikingly dressed, eagerly smiling Betsey Rampike, who is Bliss’s mummy; little Bliss in a crimson velvet frock trimmed in white (ermine) fur, with the glittery Jersey Ice Princess tiara on her small head, white eyelet stockings ad shiny black patent-leather ballerina flats and that famous sweet-shy-angel smile, between Daddy and Mummy and each is clasping Bliss firmly in the crook of an arm;

525 Ibidem, p. 87. 526 Ibidem, p. 5.

170 and, at the edge of the family portrait, in a vulnerable position to be handily cropped from the photo, the older, talentless brother Skyler. (MS, 6)

La scelta dell’immagine si rivela particolarmente felice poiché fornisce fin da subito un ritratto non solo dell’aspetto, ma soprattutto dei meccanismi della famiglia Rampike. La descrizione dell’albero di Natale e della casa, li colloca nel ceto sociale medio-alto a cui appartengono. I vari membri della famiglia vengono descritti nelle loro caratteristiche fisiche più evidenti, e nel caso di Bliss, anche nell’abbigliamento. Solo Skyler resta in una posizione marginale rispetto agli altri tre, segnalando fin dall’inizio la natura di “footnote” che ha all’interno della famiglia: una figura che può facilmente essere rimossa dalla foto.

Altra caratteristica di questa prima immagine, è il fatto che Skyler possa fare affidamento sulla sua popolarità, e quindi su una memoria condivisa con i lettori. Il narratore dà per scontato che quella sia una fotografia conosciuta da tutti, e che faccia parte di una memoria collettiva, una delle tracce “left by the events that have affected the course of history of the groups concerned527”. Per Ricoeur, come si è già potuto notare nel capitolo dedicato a Blonde, la memoria collettiva è una controparte essenziale di quella individuale, ed è solo grazie ad essa e “through the instruction received from others, that individual memory takes possession of itself528”. Nonostante ciò, è maggiormente sulla memoria individuale che questo testo si concentra, con tutte le sue caratteristiche. Ad esempio, il costante pericolo di confondere il ricordo con l’immaginazione, circostanza che “affects the goal of faithfulness corresponding to the truth claim of memory529”. Nel romanzo di Oates, questo pericolo si realizza attraverso le richieste d’aiuto di Bliss che il fratello continua a sentire costantemente per dieci anni:

SKYLER HELP ME SKYLER I AM SO LONELY IN THIS PLACE SKYLER I AM so afraid I hurt so Skyler you won’t leave me in this terrible place will you Skyler?

(MS, 3)

527 Ibidem, p. 95. 528 Ibidem, p. 120. 529 Ibidem, p. 7.

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Le frasi di Bliss, che Skyler continua a ricordare specialmente di notte, gli fanno credere di poter essere l’assassino di sua sorella. Ma il finale, e la rivelazione di chi ha realmente ucciso la bambina, dimostrano che queste frasi erano solo immaginate: perché sono le frasi che avrebbe potuto pronunciare Bliss se fosse stata portata nel seminterrato (“this terrible place”) dal fratello, legata e colpita alla testa (“I hurt so”) e lasciata lì sola a morire (“I am so lonely in this place”).

Questa non è che una prova dell’inaffidabilità della memoria, una grave mancanza, se si tiene presente che è “our one and only resource for signifying the past character of what we declare we remember530”. E’ per questa ragione che il racconto di Skyler è frammentato, e che la sua vita è del tutto infelice, perché per dieci anni non riesce a ricordare gli avvenimenti di quella notte, ed è tormentato dall’idea di poter essere il responsabile della morte di Bliss. La voce che sente, e che crede di ricordare, non è che una delle forme che la “resurrezione del passato” può assumere: quella allucinatoria.531 Si tratta di una caratteristica che costituisce una debolezza, “a loss of reliability for memory532”.

Un’altra caratteristica della memoria è che essa “does not only bear on time: it also requires time […]533”. Il fatto che siano stati necessari dieci anni per ricomporre l’intero puzzle della misteriosa scomparsa di Bliss, mostra la veridicità della frase di Ricoeur. Dieci anni che, senza memoria, sono stati quasi “rubati” a Skyler:

A heavy booted foot on the nape of his neck for the fact was Ten years of my life taken

from me, and my sister taken from me. (MS, 545)

Il dolore per la morte della sorella, e quello di non sapere cosa fosse realmente successo, vengono affiancati come se non solo Bliss, ma la vita stessa, gli fosse stata tolta in quei dieci anni.

Prima di giungere alla rivelazione che permette a Skyler di ricostruire la dinamica degli eventi, egli deve affidarsi al ricordo che è “fundamentally a critical memory534”. La memoria di Skyler, per come viene ricomposta nel memoir, è totalmente critica. La funzione delle note, di cui il testo abbonda, è proprio di riflettere sui ricordi raccontati.

530 Ibidem, p. 21. 531 Ibidem, p. 54. 532 Ibidem. 533 Ibidem, p. 74. 534 Ibidem, p. 79.

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Uno di questi è quello di un capodanno di molti anni prima, che Skyler non ricorda esattamente. E’ nella nota che riflette sulla cosa:

*Poor dumb kid! He’d have been dazed/dazzled by Mummy’s perfume and Mummy’s creamy breasts in danger of spilling out of the tight peach-chiffon bodice. And maybe there was Daddy, or a tall hulking Terminator-figure in a “tux”, looming in the doorway behind Mummy. By my calculation the new year Mummy promised had to be 1992. Fact: it wouldn’t be much different from the old. (MS, 54)

Skyler commenta la sua stupidità (“poor dumb kid”), e quanto fosse sensibile, in un modo che rasenta l’incestuoso, alle grazie di sua madre. Riflettendo su quel ricordo, giunge alla conclusione che si trattasse dell’anno 1992, giudicandolo, a posteriori, un anno per nulla diverso dal precedente.

Tutti gli sforzi di memoria, e l’assetto critico che Skyler conferisce loro nel memoir, hanno principalmente due funzioni. La prima è di dare una “present representation of an absent past”.535 I ricordi, per come vengono ricomposti, sono qualcosa che “sta” per qualcos’altro. Un concetto che Ricoeur definisce in questo modo: “[…] the reconstructions of what actually took place ‘as though actually having been’ […]536”. La “present image of an absent thing537”, è appunto non solo quella di Bliss, rappresentata attraverso fotografie note anche ai lettori, ma anche quella della famiglia Rampike quando era ancora unita.

La seconda funzione è legata alla prima: darsi, attraverso la rappresentazione del passato nel presente, un’identità.

La memoria è uno degli elementi che permettono di costruirsi un’identità538, e di affermare che siamo qualcosa piuttosto che qualcos’altro. Ma data la prossimità della memoria con l’immaginazione, quest’ultima rappresenta, ai fini della ricerca della propria identità, “its spur and its helper539”. Per Skyler, immaginare (o ricordare) la voce della sorella che lo implora di non lasciarla “in this terrible place” è sia un supporto alla memoria (che, perciò, lo convince di esserne l’assassino) sia, in quanto prodotto dell’immaginazione, qualcosa che lo confonde ancora di più sulla propria identità.

535 Ibidem, p. 364. 536 Ibidem, p. 363. 537 Ibidem, p. 280. 538 Ibidem, p. 80. 539 Ibidem.

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Il problema ha un’unica soluzione, che è allo stesso tempo anche la sua “minaccia”: il confronto con gli altri.540

Nel caso di Skyler, il confronto con chi condivide l’esperienza della morte di Bliss (i genitori) all’inizio è fonte di confusione, quindi un ulteriore attentato alla già poca chiarezza dei suoi ricordi. I genitori lasciano che Skyler pensi di essere il responsabile dell’uccisione della sorella, senza mai dichiarare apertamente che sia lui l’assassino. E’ solo grazie al confronto, in contumacia, con la madre ormai morta, che l’identità di Skyler viene chiarita per sempre: non è stato lui a uccidere Bliss, “Not me! Never me […]” (p. 543).

A rendere difficoltoso l’intero processo di rimembranza è l’oblio, “the problematic of memory and faithfulness to the past; […]541”. Il ricordo, quindi, si configura come “a struggle against forgetting542”.

Ricoeur distingue due tipi di oblio: quello ottenuto attraverso la cancellazione delle tracce di un ricordo, e quello che definisce oubli de résérve: ricordi che non sono stati definitivamente cancellati, ma solo resi inaccessibili.543 E’ il caso dei ricordi riguardanti la notte della morte di Bliss. Skyler ne fa più di una ricostruzione, e andando avanti con la scrittura del memoir, questi si rivestono di nuovi particolari, apparentemente rimossi, ma che poi si rivelano nuovamente accessibili. Un fenomeno che neanche lui riesce a spiegarsi, e che analizza in una nota alla seconda ricostruzione di quella notte:

*This painful account of Skyler’s recollection of the night of his sister’s death differs in small but (possibly?) significant ways from the account in Part I. How to explain this? I’m stumped. (MS, 306)

Si tratta naturalmente di una condizione di cui neanche Skyler è consapevole, e che non riesce a spiegarsi, tanto da rimanere “stumped”, senza parole. Ma è una prova della riserva di ricordi, apparentemente inaccessibili, che permettono a Ricoeur di affermare che “one forgets less than one thinks or fears544”. Il filosofo sostiene anche che l’oblio è causato da impedimenti che bloccano l’accesso “to the treasures buried in

540 Ibidem, p. 81. 541 Ibidem, p. 412. 542 Ibidem, p. 413. 543 Ibidem, pp. 414-416. 544 Ibidem.

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memory545”. Nel caso di Skyler, sono senza dubbio gli psicofarmaci assunti nel corso degli anni a confondere le linee della sua storia. Ma non solo, il ragazzo ha il sospetto che qualcuno glieli abbia somministrati anche nella notte della morte di Bliss:

[…] but Skyler will not help because Skyler is sleeping in his bed in his room oblivious of his sister’s struggle so deep/dreamless/leaden a sleep you would think (possibly) the nine-year-old had been drugged for his frightened mother will have a difficult time waking him hours later and now it has been nine years, ten months, and twenty days and still the accursèd child has not fully awakened. (MS, 14)

Il brano, in cui Skyler abbozza la prima e breve ricostruzione della notte dell’omicidio, ricrea la confusione di quel sonno impenetrabile alle richieste d’aiuto della sorella tramite l’uso molto limitato della punteggiatura (le virgole finali scandiscono semplicemente il tempo trascorso dalla morte di Bliss) e la ripetizione del suo nome e dell’aggettivo possessivo “his” per due volte a breve distanza, appesantendo la sintassi di una frase già resa poco fluida dall’assenza di punteggiatura. Inoltre, Skyler descrive la natura del suo sonno come “deep/dreamless/leaden” (profondo/senza sogni/di piombo), tipica dell’assunzione di benzodiazepine546. Il ragazzo valuta la possibilità che possa essere stato sedato, e quella sensazione di “non essersi totalmente svegliato” dopo quasi dieci anni, dipende forse dall’assunzione prolungata di simili farmaci. Infine, il brano contiene un errore ortografico: “accursed” (dannato) viene scritto come “accursèd”.

Al centro del memoir c’è un altro dei sottotemi trattati da Ricoeur: la morte. Il filofoso distingue due forme di morte, quella “violenta” (come nel caso dell’omicidio), che riguarda la sfera dell’esistenza pubblica, e quella delle persone a noi vicine547. Quest’ultima viene definita come “an ‘easy’ death, even if it is disfigured by the horror of agony”, ed è proprio su di essa che le persone generalmente meditano548.

Nel romanzo di Oates, i due tipi di morte sono virtualmente inscindibili. L’omicidio di Bliss riguarda sia la sfera pubblica che quella privata, e quindi quella di Skyler si configura come una duplice meditazione su di esso. La morte, continua Ricoeur,

545 Ibidem, p. 444.

546 John Marks e C.M. Pare riportano nel loro testo The Scientific Basis of Drug Therapy in Psychiatry

(Oxford: Pergamon Press, 2013), che i pazienti a cui erano state somministrate benzodiazepine prima di dormire, al risveglio avevano definito il loro sonno “very sound, pleasant, dreamless” (p.48).

547 Ibidem, p. 360. 548 Ibidem.

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caratterizza colui che è “assente nella storia”, e l’atto stesso di scriverne non è che l’equivalente “of the social ritual of entombment, of the act of sepulcher549”.

La “sepoltura” simbolica di Bliss avviene alla fine del romanzo, quando tutti i segreti vengono svelati, e il fratello si accinge a distruggerne le prove (la lettera di sua madre e un filmato girato da lei per insinuare il dubbio che fosse stato Skyler a uccidere la sorella) dando loro fuoco. Il ragazzo definisce quell’atto come “the most beautifully ‘symbolic’ gesture of his young life” (p. 560), ma solo poche righe più avanti si rende conto che la vera sepoltura di Bliss è avvenuta nel momento in cui ha smesso di sentire la sua voce implorante (p. 561).

Alla morte sono legati poi i temi della depressione e del lutto. Ricoeur opera una distinzione tra il lutto (Mourning), in cui l’universo appare come impoverito e vuoto in assenza dell’oggetto amato, e la depressione (Melancholia) in cui è l’io a trovarsi in una condizione di desolazione e svalutazione550. I rimproveri che l’io indirizza a se stesso, altro non sono che un modo di mascherare i rimproveri rivolti all’oggetto amato551. L’ambivalenza del sentimento verso l’oggetto d’amore perduto si rivela in tutta la sua forza in questa fase, in cui odio e amore sono contigui, persino nel dolore della perdita552.

Nel memoir è evidente l’ambivalenza del sentimento di Skyler verso la sorella. Per quasi tutto il tempo, emerge una certa gelosia nei confronti di Bliss che è più bella, dotata e amata di lui. Oltretutto, è a causa sua che Skyler viene declassato ad una “footnote” (p. 280). Il risentimento del ragazzino per la situazione giunge al suo culmine quando Bix decide di abbandonare la famiglia, e Betsey insinua nei figli il dubbio che l’abbia fatto a causa della recente sconfitta di Bliss ad una gara e ad un’altra cancellata per via di quello che viene definito “a phantom pain”, un dolore fantasma alla gamba (p. 200). Skyler sente allora di poter instillare nella sorella un ulteriore senso di colpa dicendole “[y]our fault, Daddy isn’t here! Damn you” (p. 201). In seguito, vedendo la sorella piangere, si scusa con lei, ma nel constatare quanto in fondo anche questa circostanza la renda protagonista, conclude dicendo “Damn you, Bliss! Everything in this damn house has to do with you” (p. 203).

549 Ibidem, p. 365. 550 Ibidem, pp. 72-73. 551 Ibidem.

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Un altro episodio che rivela l’ambivalenza del sentimento di Skyler è quello in cui racconta di quando a scuola gli consegnano una spilla con la sigla “H.I.P.”, acronimo di “High Ivy Potential553”. La spilla viene notata da Bliss:

“Is it for me, Skyler?”

Skyler laughed harshly. “No! For once, it’s something for me”.

This was unfair. This was cruel. Bliss adored Skyler. Skyler knew better. (MS, 284)

Il dialogo tra i due fratelli mostra come Skyler sia felice di esibire, per una volta, un riconoscimento destinato a lui e non a lei. Anche il modo in cui ride della sorella, “aspramente” (“harshly”), è il sintomo di un risentimento costante nei confronti di una bambina che, come ammette alla fine, lo adora, e non gli fa mai pesare i suoi successi. Questa continua altalena di sentimenti, caratteristica della depressione che fa seguito alla morte dell’oggetto amato, è per Ricoeur qualcosa che a lungo andare diventa sinonimo di “insanity, madness554”. E’ ciò che accade a Skyler, per anni in cura da vari psichiatri che non riescono mai del tutto a chiarire quale sia il suo problema, perdendosi in varie diagnosi.

E’ solo alla fine che si comprende quanto il ragazzo avesse solo bisogno di “lasciar andare” sua sorella. Ricoeur afferma che il dolore e la depressione sono caratteristiche di un lutto che non ha ancora compiuto il suo percorso555. Una volta che si completa questa fase, si lascia andare l’oggetto perduto e ci si riconcilia con esso556. Non è un caso che solo alla fine, concluso il suo percorso anche narrativo, Skyler può risolvere l’ambivalenza del suo sentimento per la sorella:

How could his father have believed, these long years of Skyler’s exile, ten long years