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- afferma un suo bio-

Nel documento IL SISTEMA PREVEI\'IIVO (pagine 163-169)

bio-grafo

-

che non si omeftesse Ia lezione settimanale

di

galateo (codificata anche nei Regolamenti dei suoi

Istituti)

che all'ingresso degli alunni si prendesse nota

in

apposito registro dei loro oggetti

di

vestiario,

di

bian-cheria

o di

arredamento

del

letto; che

si

avessero cure speciali pcrchè anche

i

più piccoli andassero puliti,

e

da qualche chierico,

o

coadiutorg

od anche da qualche brava donna attempata, venissero pettinati » 18.

E a

proposito

di

certe espressroni volgari come « uccidenti, conracc, E MB 6, 301-302.

1€ MB 10, 1022. Medesime raccomaodazioni

ai

Salesiani-educatori agli Esercizi di

r6r

ua sulla

fucd, eccr, egli

dice,

in

una b.n.

del

18

dic.

1859,

ai

suoi

artigiani:

«

Voi

che avete maggior isuuzione

e

siete occupati

in

cose

ben più alte, non dovete usare parole

e

modi gossoleni, ma dimostrare coi

fatti la

vostra educazione » 17.

E

agli srudenti,

a

proposito

di

altre

espressioni

e di

gerghi poco educati: «

...

Agite come vedete agrre gli

altri

uomini rispettabili...; agrte come rredete agire

tanti

uomini serii e prudenti... »r8. Così

si

dica

per

quanro riguarda I'ordine

e Ia

pulizia.

Per garantirla maggiormente introduce pcrfino pene pecuniarie

per

i

trasgressori le.

Di

raccomandazioti, notmg esortazioni, intorno

a

questo tema, ab-bondano le Memorie Biografiche 20.

Esiste persino

un

abbozzo

di

commedia da

lui

steso per insegnare

il

Galateo ai suoi ragazzi zr.

Nei Regolamenti tra le attribuizioni del prefetto (o vice-direttore) c'è anche questa: a

lui è

«

in

pafticolare affidata

la

cura de,la puli"ia della persona, e degli abiti dei gtovani... » u.

Otto caprtoli, di cui Ia maggior pafte apparrengono al piano primitivo del Regolamenro, riguardan o rI << conte gno

d:

Cap. IY

:

Conugno in Chicsa,

dove le numerose norme pratiche e minute sono illuminate dall'avvertenza iniziale: « La chiesa, o cari figliuoli, è la casa di Dio, è luogo di orazione »;

Cap. Vl:Contegno nella scuola

c

nello studio; Cap.

V[:

Contegno nci laborutori (ill"r'rns3e

da

questo pensiero:

art. 9:

«Pensi ognuno che Laozo, sett. 1872, confer. di Don Bosco ai Direttori (MB 10, 1081); La cooferenza setti-manale di galateo, ci dice il biograto, fu i.izftta dal prefetto D. Alasonatu nd 1655

(Mts 6, 210).

" MB 6, 355. Una Coofere.ra ai direnori (le solite conferenze annuali 4l direttori in prossimità della fesu di s. Fraucesco di salcs) del febbr, lE76 è tutta (rcupata a rac-comandare e a insegnare a scrivere le lenere (MB 12, 67-68). In Appeadicc ai Regola-mesti del 1877 si uama a lungo «sul modo di scrivere lettere».

'E MB 8, 37, b. n. del 9 febbr. 1865.

il Si veda, per esempio, per I'ordiae dei leni e della camerata, la b. n, deL 26 rrarzo i865-. Dopo aver parlato di disordile in camerata, prosegue: «Ma per noa fare una gri-data a nessuao, ho uovato \n meuzo eficace per consegu.ire questo scopo, che si iaco-mincerà 6a da domani maftiaa a rnettere ia pratica, Ecco quel è. Deputerò una persoua

la quale abbia I'incarico di visitare tutti i gioroi Ie camerate e sarà suo dovere fare tutti quei letti che si troveranno in disordine. costui però avra il guadagao di quatuo soldi per letto, i qua-li verranao pagati da quei giovani stessi ai quali il letto appartieoe... »

(MB 8, 85).

Ed è significativa ua'altra b. n.,,. di colore: « Un'ultima cosa debbo io aacora raccornaodare, cioè che pettiniate bene i vosui capetrli" viene la primavera, la quale

fa moltiplicare certe,bestioline. Lo sa il povero Enria, che alcune volte è disperato e bisogna che lavi qualche testa due o tre volte. Ne hanno anche certi giovani che voglioo parer belli e si lisciaao la capigliatura, la dividono, sqgÀano la riga, ma non si pettiaaao. A costoro io vorrei dire: o sciocconi siate rneno vanerelli; p€nsate a pulirvi e aoq a lisciarvi»

(MB 8, 85-86, b. t 26-j-1865).

E MB 6, 219.

@ Reg. Parte I, Cap. II, art 14.

a Pane II.

162

I'uomo è nato per

il

lavoro, e che solamente chi lavora con afilore e assi-duita ha la pace nel cuore e rrova lievc la fatica »); cap.

vIII :

contegno

aerso

i

Superiori, ispirato dal pensiero

di

fare

ai

superiori « come fareste

a Dio

»

(art.

r);

Cap.

IXz

Contegflo aerso

i

compagni, an@ra motivato

dal

pensiero della carita soprannaturale: « onorate

ed

amate

i

vostri

compagni comc altrettanti fratelli... Amatevi

tutti

scambievolmenre, come dice

il

signore » (art.

r

e

z);

Cap. XII

;

cantzgno ner regime deila casa,

a

cui serve

di

« tema

» il r. art.:

« Ricordatevi

o

giovani, che ogni cri-stiano

è

tenuto

di

mostrarsi edificante verso

il

prossimo,

e

che nessuna predica è più efEcace del buon esempio »; cap.

xy

z contegno nel teatrino.

un

capitolo a parte è dedicato ùla

puliùa:

« La pulizia deve starvi molro

a

cuore,

la

nettezza

e

I'ordine esteriore indica mond ezza

e

purita dd-l'anima » (Cap.

XI,

art. r).

E'

così esplicitata, sempre, la preoccupazione fondamentale, che è spi-rituale e cristiana, dell'opera educativa

di

Don Bosco:

il

nesso

di

questi due dementi umani ed estrinseci con

il

fine supremo. La bontà dell'anima ha rapporti invisibili e spesso ispiegabili, ma non per questo irreali, con

la compostezza esterne. Questo

il

senso della sua « educativita ».

Così termina Don Bosco la prima parte

di

una b.n. del

7

gennaio

1876 dedicata a suggerimenti pratici conrro

il

freddo: «

vi

prego di menere

in

pratica questi

miei

avvisi, perchè vedete,

io

voglio che stiate bene

nell'anima perchè così potrete stare anche bene

di -rp". Dio

prowede

ai

suoi figli » 2{.

E

viceversa, nella giusta posizione: «

Noi

faremo stare

un poco allegro e contentercmo

il

corpo

in

ciò che giustanrente desidera,

ma bisogna che

il

corpo poi sia ben disposto ad obbedire anche all'anima ed a fare ciò che sarà

di

suo bene » 25. E anzitutto la sanitàzs e la buona educalioncz?:

«Non

permettere

mai, o

cari figliuoli, che

il

corpo

co-mandi; mortificatelo

e

fatelo star soggetto,.. » 28.

E,

infine, una formula conclusiva e perfetta

di

umanesimo integrale

e di

teologia pedagogica delle realtà terrene

:

« Dobbiamo

far

buon uso della sanità in servizio ed in gloria di Dio. La sanità è un dono del signore

e

tutta

per lui

dobbiamo impiegarla » 2s.

Il

circolo

dei fini si

chiude

per tornare al suo Pincipiuru e al xrc Fundamentun.

12,28.

12, ztE.

E, 830; 10, l0l6i 12, 28; 13, 89.

4,275, 276, 354, 750.

12,143, 7,834.

*MB.MB

EMB tMB 6MB .MB

c) Teolo,gia pedagogica della realtà socia|e.

Nè Ia teoria nè la pratica

di

Don Bosco sembrano a prima vista dar motivo ad aprire questo « capitolo ».

In

realtà,

la

sua concezione sociale (economico-politica)

è

legata

al

tempo

in cui è

vissuto, epoca

di liberl

lismo e

di

ionservatorismo contrastanti, ma

in

fondo, meno sensibile dle istanze sociali dell'educazione, aJla f.ormazione allo

s/iito

cotnwùta/io, alla solidarietà, all'impegno sociale.

Anzi,

pouebbero costituire

un

argomento

in

sfavore certi

atteggia-menti

di Don

Bosco

di

fronte

a

manifestazioni

di

patriottismo,

a

cui furono invitati anche

i

suoi giovani e che avrebbero Potuto costituire posi-tive occasioni per

la

formazione

di

una sensibilità

e

co§cienza sociale e

nazionalel soprattutto nel focoso e fervido '48, quandq a dire del biografo, da più parti giunge I'invito a partecipare a manifestazioni e dimostrazioni patriottiche 30. Potrebbero costituire

un

argomento sfavorevole, se non si tenesse presente un duplice ordine

di

idee.

Il

primo, piunosto negativo

è

costituito dalla sfiducia

di

Don Bosco nel poliiicantismo e nella retorica patriottarda, fatta

di

coccarde,

di

discorsi

e

di inni

altisonanti 31 e dal suo desiderio

di

non compromettere un'òpera neonata e precaria con complicazioni partitiche e beghe settarie P.

Più

positivamente, invece,

si

potrebbe aflermare che una concezione degti orientamenti sociali

e

patriottici dell'educazione,

Don

Bosco I'ha

implicita e di sostanza. Ma non è da

lui

concepita come « indottrinamento » o propaganda, ma come generale formazione

di

personalita e

di

cittadini

."p".i e

solidali, impegnati nel lavoro

e

nella loro specifica vocazione 33.

- In

tale concezione sembra contenuto

il

principio della socialità del-I'educazione come scopo coessenziale

e

subordinato

al fine

supremo.

L'impegno nella citta terrena diventa esigenza della città celeste. Tale concett; sembra compreso abbastanza chiaramente oltre che nei fatti, nella risposta che

il

biografo afierma che

Don

Bosco avrebbe dato

al

march.

DiA,zeglio

in

una sua visita

a

valdocco:

«Io la

ringrazio del suo buon volere, ma è mio fermo proposito

di

attenermi all'unico scopo

di

fare del

. MB 3, 293-294: garbata negativa al march. Roberto D'Azeglio. Cfr. anche M 217'219.

e Episodi caratteristici e penosi erano avvenuti anche nel suo Oratoriol per es. MB 3,410 ss.

u MB 3,294.

a Anche Rosmini in una tettera del 14 dicem rc 7852, scriveva a Don Ambrogio Gatti di Tortona: « ...Io spero ch'Ella si acquistera molti meriti e fara molto bene al prossimo nell'importante officio che assunse con rette intenzioni e con matura delibe' iarioo.. Io non posso che confermarla nel suo avviso, circa la massima di tener lontaaa

la gioventù a Lei afidata dai partiti o dalle discussioni politiche, ed occup,arsi coÀ tutto t'im]pegno a formare in essa un retto criterio, e mantenerle I'animo libero dalle prevenzioni

.h.'.Àl facilmente e fatalmente oggidì si bevono, direi quasi, coll'aria che si respira... » (Epist. Cornpl., vol. )(I, p. 731).

r64

bene morde

ai

poveri giovanetti, per mezzo dell'istruzione

e

del lavoro, senza ingombrare loro

il

capo d'idee che non sono da essi. Col raccogliere giovanetti abbandonati e colT'adoperarmi

di

renderli alla famiglia ed alla società brnni

figli

ed istrùiti citudini, io fo vedere abbastanza chiaramente che I'Opera

mia lungi

dall'essere contraria

alle

moderne isriruzioni, è anzi tutta affatto conforme ed utile alle medesime » 34. E

il

giornale tori-nesel'Armonia invitava così

i

suoi

lettori:

«Visitino

i

democratici questi luoghi dove

la

pietà cristiana opera incessantemente

la

RIFORMA della

società... » 35.

Poichè, appunto, questo connubio

ua

pietà

e

socialità,

tra

temPo e eternità,

è

ancora

e

sempre Presente nella teologia pedagogica

di

Don

Bosco.

Lo

confermava, ancora, negli

ultimi

anni della sua vita,

in

un C-onvegno

di

ex-allievi Sacerdoti: « Vivete sempre

da

buoni sacerdott, come

vi

ha insegnato

e vi

ha inculcato questo vostro amico, zelate Ia salute delle anime che si vanno miseramente

a

perdere; prendetevi spe-cialmente cura della gioventù dei vostri paesi, nella quale

è la

speranza

della società; state

uniti

al Capo della Chiesa,

al

Vicario

di

Gesù Cristo.

Vogliamoci sempre bene, preghiamo a vicenda

gli uni

per

gli

altri, e voi soprattutto pregate per

il

povero Don Bosco che

si

avvicina ogni

più

alla morte, afrnchè per

la

misericordia

di Dio

possiamo

tutti

salvarci e

con noi salvare innumerevoli altri » 36.

2,

Articol,azione dell'i.deale eduratiuo cristinno.

a)

Il

sensus Ecclesiae

e

papale.

Abbiamo dimostrato altrove

il

vivissimo sen§us Eccleiiae che caratte'

rizza l'onentamento spirituale

di Don

Bosco

in

tutte

le

manifestazioni della sua vastissima attività sacerdotale. L'abbiamo dimostrato predomi-nante

in

quella forma

di

educazione popolare, da

lui

attuata, che sono le I-ctture Cattoliche 37.

Non

diverso

è

l'atteggiamentq quando

dal

piano della polemica, delt'apologetica, della dogmatica

e

della predicazione,

Don

Bosco passa

all'opera

di

educatore

di

giovani

e

alla sua concezione generale delle

* MB 3, 293. Sul significato e sull'utilità soàale della sua opera di beneficenza e di educazione Don Bosco ritornerà spesso, soprattutto in conferenze e discorsi a ex-allievi e a Cooperatori, nell'ultimo decennio di vita.

* 1849, N. 50, cit. in MB 3, 524'525.

s 19 luglio 1883, MB 16' 292-293.

o Cfr. P. Braido, art. cit. swll'azione educatita di D. Bosco attfaverso le Letturc

Cdroliche.

Iìnalità educative: dalla tesi della centralità storicodogmatica del Papato nella storia della chiesa 38 alla sua predicazione domenicale, centrata nella storia dei Papi, alle sollecitudini per festeggiare avvenimenti riferentisi al Papa 30 e fafti di interessamento del Papa per la vita dell'Oratorio, giornali

o libri

che osino vilipendere I'altissima dignità del Vicario di Gesù Cristo » {8. Questo deve pensare

a

realizzare, secondo D. Boscq

il

cri-stiano formato seriamente e integralmente. Questa esigenza egli presenta ai suoi giovani; come manifestava in un grazioso biglietto latino a un giovane che si preparava a diventar sacerdoté: « Dilecto filio Rua Michaeli salutem

in

Domino. Litteris gallicis conscriptam epistolam ad me misisti; et bene

fecisti. Esto gallus tantum lingua et sermone; sed animq corde et opere

iae,

se

da

un ragazra

di

Mondonio, non ancora quindicenne, ottiene parole

di

preoccupazione per

la

chiesa d'Inghilterra

e

interesse per

il

problema missionario: « Parlava volentieri

dei

missionari, che faticano tanto

in

lontani paesi pel bene delle anime, e non potendo mandar loro soccorsi materidi, offriva ogni giorno

al

Signore qualche preghiera, e almeno una volta alla settimana faceva per loro la santa comunione.

, Più

volte

l'ho

udito esclamare: Quante anime aspettano

il

nostro

aiuto

nell'Inghilterra:

oh se

avessi

forza e virtù vorrei

andarvi sul

Nel documento IL SISTEMA PREVEI\'IIVO (pagine 163-169)