« L'Istituzione
di
questo Regio stabilimento non avendo altro scopo che di formare abili operai nelle varie artiin
esso insegnate, e di procurare agli Allievi con una cristiana educazione mezzi per guadagnarsi un'onestas p. 743.
*
p.743.*
Esiste anche un foglio più antico a stampa con la data: Pineroloil
7. Tbre 7837 96sussistenza..., Essa (la Regia Direz.) limita
le
sue provvidenze riguardoai
Maesui delle medesime (manifatture)a
somministrareil
conveniente locale adattato al.l'esercizio deila rispettiva Ioro arte, ed a procurarsi per tal fine abili e morigerati fabbricanti disposti a stabilirvi le rispettive offi-cine, ed aventii
mezzidi
procacciarsitutto
l'occorrente per continuo Iavoro adattato aI progresso degii Aliievi, che loro vengano gradatamente assegnati, sino àl numero con ciascuno convenuto, e che perciò essi devono,purchè riuniscano
i
prescritti requisiti, ricevere senza difficoltà, ritenere sotto la loro direzione, ed ammaestrare nelle migliori regole della rispet-tiva loroartg
edin
ogni partedi
essa durante quel numerodi
anni di apprendissaggio stabilito per ciascun'arre...»
(art. r5).Le «arti»
er2no: fabbricazionedi
stofiein
setadi
qudunque sorta,Nasui, Passamani e Cappelli (6 anni);
C-alzettari, Sarti, Calzolai, Minusiere, Serragliere, Ebanista, 'Iornitore, Scultore, Fonditore
di
metailo (5 anni).« Si applicano pur
ivi gli dlievi
perlo
spaziodi
un'orain
ciascungiorno, secondo la rispertiva capacità
e
bisogno, alle scuoledi
calligrafia e lettura corr€tta, di grammatis2 ilaliens,di
aritmetica, di disegno linsil's, architettura ecc., edi
ornato, come purea
quella reoria perla
fabbrica-zione
di
tessuti...» (art.
ror).Art. rro: «Nel
caso cheil
Giovane nel decorso del suo apprendiv saggio si rendesse indocile talmente, e recidivo, nelle mancatzeu
propri doveri, che nonvi
fossepiù
speranzadi
emendazione,o
venisse a ricenoscersi vizioso
in
modo da far temere qualche pericolo perla
moralità degli altri..., verrà cacciato dall'Ospizio » 58.b) Don Bosco e I'Opera di Lod.oaico Pauoni\l..
Ricordiamo Ia notizia tramandataci
dal
biografo: «Sul finire
del-I'anno 1849 mandava eziandio
D.
Pietro Ponte, Direttore dell'Oratoriodi
S. Luigi, a Milanq a Brescia ein
alcune altre città a prenderecogni-zioni sull'ordinamento
e le
costumanze religiose, professionali, discipli-nari ed economichedi
certi ricoveri peri figli
del popolo... Don Ponte ritornavain
Torino sul principiodel
r85o avendo raccolte mernorie edappunti che giovassero allo scopo pel quale aveva fatto quel viaggio... >r 58.
& Tip. Marieni, Toriao 1850.
e Lodovico Pavooi (1784-1849) fondatore di una congregazione festiva (1812) e poi
di un Ospizio per artigiani soprattutto tipografii orfani e poveri (1821) e di una Con-gregazione di educatori (1847).
*
MB 3, 574-575.97
Don Bosco pua essere, dunque, venuto a cÒntafto con l'opera bresciana
degii Artigianelli
di Don
Pavoni?Di
particolare interesse sonoi primi
documenti u.fficiali dell'Opera Pavonianase e cioè I'Organizzazione e Regolamcnto della Congregazionc dei Goaani sottola
protezionedi
S.Luigi
Gonzaga, eretta nell'Oratoiodi
S.M. di
Passione ed aggregata alla Prima Primaria del Collcgio Ro-nzano(tlry); il
Regolamento del Pio Istitwtoretto in
Bresàa dalCano-ni.co Loàouico Paaoni
a
ticouero ed educazione dc'Figli
Poueli ed Ab-bandoaati. Tipografia del Pio Istitutoin
S. Barnabafi3r.
Regole Fon-damentali della Religiosa Cangregazionedei Figli di
Maria, ereta
inBresàa nell'anno
fi47
con su?€rior€ approuazione. Brcscia, Tipografia Vescouile i,n S. Barnabafi47;
Costituzione dclla Congregazione religiosadèi
Figii di
Maria. Brescia. Tipografa Vescouilc 1847.Mentre
il
primo Regolamento riguarda una Associazione particolare esistentein un
oratoriodal
tradizionale stile lombardoe quindi
nonnuovo
per Don
Boscqil
secondo pouebbe avergli suggerito qualche particolare interessante I'orgarizzairone dell'Ospizio artigianoe la
com-pilazione del suo Rcgolarncnto pergli
interni. Ma sono suggestioni molto comunia
Istituzioni del genere,nè
hanno generalmenteun
contenutodi
pensiero così caratteristicoda
poterinfuire
sensibilmente sulle idee costitutive del « Sistema preventivo ». Esistono, tuttavia, anche qui,somi-gllanze
e
particolari coincidenze m.* Cfu. Congregazione religiosa dà Figli ili Moia Imm. coa seilc ia Bresàa. Raccolu ufficìale di docurnenti e memorie d'Archioio. Brescia, Opoa Patoniana 1947, Serie 1", Sez.
A. I Regolanzenri. Quelli che citeremo si trovano rispettivamente a pag. 12-31, p. 39-58,
p. 63-71, e p. 72-122.
@ Si tengano presenti alcune indicazioni più notevoli desunte dal Regolomento dcl Pio Istitatot «Il,supesiore presiede e regola il tutto sì nello.spirituale cLe nel temporale.
Da lui, come da capo, dipendono tutti gllncaricati ed a Lui rassegnano ogni loro opera-zioae anche Ia più piccola. Esso si occupa con paterno cristiano interessametrto nel dirigere
la gioventìr alla pratica eseorzione delle regole dell'Istituto ed all'esercizio delle morali virnI. A lui solo appartiene I'accettare i giovani che venissero presenuti » (art 2, p. 44).
Del Diratore Spiituale (si pensi al catechista o Direttore Spirituaie di Don Bosco): « Spette
al Direttore Spirituale I'assistere la gioventìr oella pratica degli esercizi di pietà; l'aiutare
il Superiore nell'amministrazione de' SS. Saoamenti; il presiedere alla Dottrioa Cristiana;
ed il procurare da vero Fadre la pace e la quiete degli aaimi; (xn. 4, p. 45), De' Macaiz
« Devono aver cura che i giovani a loro affidati attendano con assiduità alle proprie incon-benz€, ed assisterli con carità, perchè s'avanzino nelle cognizioni dell'ane che professano,
a lorma del loro talento e della loro capacità. Invigilare perchè nell'OÉcina vi si uatten-Bano con quel contegno che è prescritto dalle regole, e perciò occorrendo ch'essi manchino un qualche istante, devooo incombenzare il piùr saggio de' lavoranti a sorvegliare pel buoo ordi.ne » (art 6, p. 45).
Deì prefati di soruegliaaza Gli assistenti di Don Bosco): « E' ulficio speciale dei prefetti di sorvqliare sugli andamenti dei giovani loro affidati, specialmente in tempo di ricreazione e di passeggio; raccoglierli ed accompagnarli ogni qualvolta passano da un'oc-cupazione all'altra; vigilare perchè stiano devoti in Chiesa, ben cornposti in refettorio...;
corregBere caritatevolrnente' dei loro giovani le mancanze; e teDer mirutamente informato
il Superiore di ogni cosa» (art 1, p, 45-46). Del Portinaioz «Il gelosissimo u6cio di Portinaio richiede lo scrupoloco dovere di custodire la porta della Pia Casa » (art. 8, p. 46).
La sezione II della parte lY (Delle regole disciplincri e metodo di conezione), intitolat 98
Un
indiretto influssoo un
incoraggiamento possono aver, pure, of-fertoa
Don Boscoi
Pavoniani con I'ideadi
una tipografia, idea giunta all'educatore piemontese, anche tramiteil
Rosmini.Ne
abbiamo un certa documentazionein
questa lettera:fl
«
Mio
Reverendo signore ed amico,Pensando
alla
sua .bell'operadei
poveri ardgianelli,mi
rammemoraun Istituto
in
qualche parte simile chevidi in
Brescia, fondato da uno zelante Canonico che conobbi, e chemi
pare si chiamasse Bellati,il
qualeper dar lavoro ad alcuni poveri giovani e qualche guadagno allo stabili-mento
ci
aveva introdotto I'arte tipografica.Mi
venne dunqueil
pensiero Maodo di correzione contiene anche questo articolo: « Onde agevolare lo scrupoloso adem.pimento delle prescritte regole disciplinari, dall'osservanza delle quali dipende il buon go-verno di quesu Pia Casa, e I'esito felice della religiosa e civile educazione, anzichè grave insubordinazione non va esente d'immediato castigo, siccome ogni maliziosa e s"a.-dalosa mancaqza in parole o ia fatti i-n materia d'impuriù, i recidivi vengono immedia-tamente licenziati dall'Istituto; e soro pure con paterne ammonizioni giornaLnente cor-rette le leggiere malczr[ze acciocchè i figliuoli ri.fletuno ai loro piccoli errori e si emen-dino » (art. 64, p. 55),
Altre iuteressanti coincidenze si trovano rella Costitazione': <ln questi Convitti avrassi
cura speciale di ben informare il cuore dei giovanetti, di istruirli rettamente secondo la sicuro successo. Tratterassi soveite a pafticolare conferenza or coll'uno, or coll'altro, e dara
a ciascuno quel pascolo che troverà conveniente. Veda tutto, dissimuli e corr€ga pruden-temente, e castighi poco, ma i castighi all'uopo siano salutari ed eficaci. Vada molto garco nel punire quei difetti che provengono da vivacita giovanile, da leggerezze od inconside-raziooe; ma sia inesorabile nel punir quelli che hanno origine da mala volontà e so.oo urbanita e dolcaza, procureranno instillar loro dociliè, rispetto e confidenza ai Superio{
non li lasceraoqo mai soli uelle scuole e olf,cine, ma mancando essi per qualche interesse
di
prÒporrea Lei
questo esempiodi
Brescia, acciocchè EIla consideri seuna tat'arte potesse ssssl's stitmente lnuoootta nella sua istrtuzrone di Vardocco. Quando
ElIa
trovasseIa
cosa possrbilee
oPPortuna,io
sarei disposto a sommmistrare moderato caprtaie per la spesa dr primo rmPlanto.Le
maggiori diihcoltà cheio ci
veoessi sarebbero quelledr
uovare un proto valente e onesto, e un amministratore attivo e rtrtegro per tenere Ia corrispondenza e dirigere I'economia. lvlediante una tare upografia sr po-uebbero di-ffondere togii, opuscoli ed operé utili, eil
lavoro 10 credo non rnancherebbe somminrstrandone una parte anche I'lstituto della Carità.Voglia EIia considerare Ia cosa
e
scrivermene, e baciandole Ia mano ho I'onoredi
essere suo servo e fratelloin
Cristod.
fts5mini p.Stresa senza data, ma
di
questo temPo t65g»62.c) Scuole Apostaliche.
Il
primo documento riferentesi alle scuole ApostolicheI lo
troviamonelle Mts
in
una letteradi
Don Boscoin
viaggio per Roma da Genova a Don Berto (metà febbraio fi75)-: <<Car.mol)on
llerto,Ho
fatto qualche dimsadgan2a cui riparerair"
Prendendo l'orario della ferrovia e quei li-bretti francesi che trattano delle Scuole Apostoliche... » 6a.Gti ultimi
f-guardano energici accenni
di
Don Bosco in una seduta del CapitoloSupe-u' In MB 4, 687 e 'n E, Ceria, Epistolario, I, p. 81, alla lettera si assegna la data del
7 dicembre 1853. In dara,29 dicembre, D. Bosco ua l'aluo rispoodeva: «...Tale idea Iorrna un oggetto principale de' mrei pensicri da più a..i, e la sola maÀciuza dt mezit e di locale me ne ha tatto sospeodere la esecuziooe» (M.B 4, 688 e Eptstolwto' I, p. El).
Rapporti molto suetti ebbe anche Don Bosco con Don Francesco Mootebruao
(ltJI-1895), ch€ nel 1857 aveva iniziato a Geuova un lstituto artrgiane con iaboratori propri dal f859-60. Di lui Don Bosco fu ospite lin dal IE57 (MB 5, 599 e 604 e 761) e poi diverse volte in seguito (MB 5, 809; 7,754). I temperameati dei due uomi.oi §o8o tuolto diversi e si può peosare piuttosto a una dipendenza di ispiraziooi pedagogrche e orgamz-zative di Don Moatebruno da Don Bosco chc viceversa. Si veda, ad es., una lettera del Sacerdote genovese a J)on Bosco, oella quale prega di « comunicargli copia del suo rego' lamento relativamente in ispecie a.[ Portinaro » e sottopotre a lui alue partr del regolanelto, chiedendo osservazioni: «e me Ie faccia, conti.nua, con libertà di padre» \MB 7t 754).
Per notizie su'D. Montebruuo, si veda soprattutto: P. Gzuseppe Pxtalugaz ll Sac. Fran' cesco Montebruno londaore degli Artigianelli e Artigianelle c Ricordi dell'lstituto, Gc-nova, Tipografia della Gioveatri 1920.
*Foudate dal giovane Padre Gesuita francese di Arx, Albéric de L'oresta (1818-1876);
la pri-ura ad Avignone nel 1865 con Io scopo di formare uomini di abnegazione capaci
di voursi alle missioni all'estero. Praticamente alla fine degli studi umaDisuci si lasciava
libertà ai candidati di scegliere l'Ordine, Ia Congregazione religiosa o la Diocesi preterita
(a parte coloro che toroavano in famiglia). Il Fondatore espose le sue idee direttive in ua Opuscolo: Oeuure des écoles apostoliques tondécs et dirigées par les pp. de la Compagnie de lésus. Poitrers 1870, di cui esiste una uaduzione iuliana già nel 78772 Opoa delle Scuole Apostoliche bmedetta ed arcicchita d.'indulgenzc dal Santo Padre Pio lX. Notizia sc'ritu dal R. P. De Foresta della Compagnia di Gesrì. Bologna, Tipogra6a Pontificia Maraggiani 1877, p. 40, L'opuscolo coutieue notizie e informazioai di carattere organizzativo piut.
tosto che attiaenti al problema educativo propriamente detto.
q MB ll, ll0.
IOO
riore del 5 giugno 1884,
a
proposito delle sue volontà circa l'Ospizio di valdocco: «A
mio parerenoi
dovremmo prendere una misurasull'or-ganizzazione dei nostri studi. Dovremmo ridudi a ciò che sono Ie scuole apostoliche
in
Francia. Sarà cosa difficile, ma pure bisognerà riuscire » 65.Si tratta, quindi, solo di imitazione
di
alcuni particolari organizzativi (che vedremo solo alla fine parzialmente attuati). Potrebbe anche essersi avutauna qualche suggestione alla fondazione dell'Opera dei
Figli di
MariaAusiliatrice. Non si può invece pensare ad una più profonda dipendenza
di
idee,di
procedimentie di
metodinel
trattamentodelle
vocazioni, quando si ricordi che per Don Boscoil
problema e, più ancora,la
realtàdella orra delle vocazioni e l'esistenza di un metodo deve riportarsi almeno a quindici anni prima della nascita della prima scuola Apostolica e a venti
o
venticinque anni dalla conoscenzadi
documenti letterariin
proposito.3.
L'opuscolosul
Sistema preùenth)o.In
che misurail
contatto con Istituzionie i loro
regolamenti hainfluito
sulla formazione delle idee, dello spirito,e
quasi, sulla compo-sizione letteraria dell'opuscolo sul Sistema Preuenriuo(r87ù,
documento« teorico » base degli ideali
e
dei metodi educatividi
Don BoscoPMentre la storia dell'opuscolo è abbastanza chiara e lineare, non così è la sua « preistoria ».
E'
facile ripercorrere le ultime tapPe attraverso cui essoè
arrivato alla compilazione definitiva. Esso trae origine immediata da un discorso tenuto da Don Bosco a Nizza (Francia)il n
marzo 1877,in
occasione dell'inaugurazione del Patronage St. Pierre 68. «Il
discorsodi
Don Bosco parve così notevole, che fece nascere l'ideadi
pubblicado...Rifettendovi sopra, allargò I'idea... » 67. Durante
il
viaggiodi
ritornoDon Bosco pensa subito a tale compilazione. Ce
lo
documentano due suc-cessive lettere a Don Ronchail direttore aNizza:
una da Sampierdarena del 43-772«Il
mio exposé è terminato;lo
dò a copiare e primadi
par'tire
da Sampierdarena telo
manderò » 88.Ma
essofu
spedito realmente soltanto da Torino, come apParein
una seconda lettera allo stesso, senzadata: «
Ti
mando tExposé de quo. Sono stato occupatissimo, ritardaiil
primo ritorno
a
Torino;fui
alquanto incomodato: eccola
ragione per cui non sono stato diligente. Adesso cercao
meglio pregaI'aw.
Michel6 MB 17, 183, L'idea è ribadita qualche minuto più tardi (MB t7' 184) e sarà an-cora ripetuta nella seduta Cap. del 18 luglio (MB 17' 186).
d MB 13, lo8.
d MB 13, 112.
B MB 13, 1I7.
ed
il B.
Héraud che ne procurino la uaduzione con tuttele
note neccs-sarie. Perla
stampa si dica se dobbiamo stamparlo quio
a Nizza. Non occorre che sia rinviatoil
quaderno, giacchè ne abbiamo copia » 8s. Viene pubblicatoin
italianoa
Valdocco: Inaugurazione del Patronatodi
SanPietro'in Nizza a Mare e scopo del medesirno es?osto dal sacerdote
Gio-rl
aanni Bosco, con ap?endice sul sistema preuentiuo nella cducazione della giouentù. Torino, Tipografia e Libreria Salesianafi77.
Dopo pochi mesi ricomparve con I'aggiunta del capitolo Altre raccomandazioni nell'edtzione dei Regolantenti.Don Bosco che nella compilazione non dovette, probabil-mente, servirsi di libri e di fonti (nella cronaca di D. Barberis è notato comeDon Bosco dicesse
di
averlo composto con vari giornidi
fatica, facendolo e rifacendolo tre volte) 70, tuttavia non scrisse cose sorte nella sua mente all'improvviso. Pochi giorni prima della sua conferenza, ospite a Marsiglia dei Fratelli delle Scuole Cristianee
da loro interrogato, aveva espostoi
concetti fondamentali della sua metodologia educativa 71.
E
quantofor rt
sero antiche le ideedi
tale opuscololo
dimostranoi
due colloqui (giàac-i
cennati e riportati) con U. Rattazzi (1854) e il Maesrro Bodrato (r86a).Lo confermano due notizie, che potrebbero servire anche a far rintrac-ciare altre fonti ispiratrici.
E'
Don Bonetti che nei cinque lustri di stoia dell'oratorio salesiano, riferendosiai
primissimi anni dell'apostolato di Don Bosco (1864-185o), scrive: « Affinchè poitutti
conoscessero appieno/
e seguisseroiI
suo paterno sistema, Don Bosco teneva sovente appositecon-i
ferenze alle quali prendevano parte parecchi Sacerdotidi
Torino, tra cuiil
compianto Mons. Eugenio Galletti, Vescovo d'Alba, allora Canonico del Corpus Domini. Infine egli ne scrisse brevemente... » 72.E il
biografoD.
Lemoyne: « Questo sistemaDon
Boscolo
aveva sperimentatodi
sìfelice riuscita pel benessere morale dei giovanetti, che dopo averne instil-lata la pratica a tutti
i
suoi aiutanti, e tenutene varie conferenze col Teol.Eugenio Galletti canonico del corpus Domini, infine ne scrisse breve-mente... »
B.
Orail
Galletti, forseil
più intimo e affercuoso dei Vescovi amicidi
Don Bosco (e le Memorie Biografiche sovrabbandonatodi
testi-monianzein
proposito), fu Canonico del Corpus Domini dal fi42al
fi49, finchèvi
rinunziò per passareal
Cottolengo, dove rimase 6noal
186o,anno
in
cui succedette al cafasso a dirigereil
convitto. come Rettore egli« continuò, come Don Cafasso, a lasciare
a
sua(di Don
Bosco)disposi-@ MB 73, 122.
m MB t3, 112.
'1 Cfr. Cronaca di Don Barberis, 6 aprile 1877, MB 13, l0I.
12 Giouanni Boaettit Cinque lasti di aoria ilell'Aratorio Sahesiano di Valdocco. To-rino, Tipografa Salesiana 1892, p, 201.
B MB 4, 546.
to2
zione una camera e la biblioteca del Convitto Ecclesiastico,
e a
volerloogni anno agli Esercizi Spirituali
al
Santuariodi
S. Ignazio » 76.Mons. Galletti (18161879),
dal fi67
Vescovo d'Alba,ci
viene pre-sentato dal suo biografo, chefu
anche suo segretario,il
Can. FeliceAl'
laria: DellaViw
e delle Opere ?astoral;di
Monsignore Eugenio Galletti Vescouo d Alba 76,di
carattere mitissimo,di
una carità ardentee
6nis-sima e studioso, da giovane sacerdote,di
S. Francescodi
Sdes,di
S.Al'
fonsq e
di
S. Carlo Boromeo 76.Il
suo carattere, le sue preferenze di studio, congiunte ad una amicizia aflettuosissima conDon
Bosco 77, che diventa spesso protezionee
aiutodisinteressato e sacrificato, non potrebbero aver contributo a far sì che Don Bosco si sentisse, per
lo
meno, riconfermato, per non dire incoraggiato eorientato, nell'impronta decisamente « salesiana
»
della sua pedagogia? t.1Ogni amicizia
si
risolvein un
vicendevole arricchimento.Non ci
può essere stato qualcosadi
simile nell'amiciziadi
Don Bosco con Mons.Gal-letti, da
lui
definito «il più
santo trai
Vescovi»
propostial
Papa nelt867 78 e che, a sua volta, così scriveva a Don Rua nei riguardi
di
Don Bosco: verso dilui
« nutro tanta stima, tale rispettoso affetto e venerazione che forse non la cedo un grado a verun altro suo ammiratore » l?s7a A. Amalei: Prefazione all'edb. 1925 della Vita del Calasso di Don Bosco, p, 21, oota 2 e MB 6, 652.
t
Alba, Tip. e Libr. Diocesana Sansoldi 1880, pp. 463.'o Allaia, o. c., p. 73.
7 Nella malattia del 187L-L872 egli si offre viaima per la salutc di Don Bosco (MB 10, 250-251 e 18, 584).
G MB 10, 707.
D MB 8, 508.
Clprror,o