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di Virtù di Torino:

Nel documento IL SISTEMA PREVEI\'IIVO (pagine 98-107)

« L'Istituzione

di

questo Regio stabilimento non avendo altro scopo che di formare abili operai nelle varie arti

in

esso insegnate, e di procurare agli Allievi con una cristiana educazione mezzi per guadagnarsi un'onesta

s p. 743.

*

p.743.

*

Esiste anche un foglio più antico a stampa con la data: Pinerolo

il

7. Tbre 7837 96

sussistenza..., Essa (la Regia Direz.) limita

le

sue provvidenze riguardo

ai

Maesui delle medesime (manifatture)

a

somministrare

il

conveniente locale adattato al.l'esercizio deila rispettiva Ioro arte, ed a procurarsi per tal fine abili e morigerati fabbricanti disposti a stabilirvi le rispettive offi-cine, ed aventi

i

mezzi

di

procacciarsi

tutto

l'occorrente per continuo Iavoro adattato aI progresso degii Aliievi, che loro vengano gradatamente assegnati, sino àl numero con ciascuno convenuto, e che perciò essi devono,

purchè riuniscano

i

prescritti requisiti, ricevere senza difficoltà, ritenere sotto la loro direzione, ed ammaestrare nelle migliori regole della rispet-tiva loro

artg

ed

in

ogni parte

di

essa durante quel numero

di

anni di apprendissaggio stabilito per ciascun'arre...

»

(art. r5).

Le «arti»

er2no: fabbricazione

di

stofie

in

seta

di

qudunque sorta,

Nasui, Passamani e Cappelli (6 anni);

C-alzettari, Sarti, Calzolai, Minusiere, Serragliere, Ebanista, 'Iornitore, Scultore, Fonditore

di

metailo (5 anni).

« Si applicano pur

ivi gli dlievi

per

lo

spazio

di

un'ora

in

ciascun

giorno, secondo la rispertiva capacità

e

bisogno, alle scuole

di

calligrafia e lettura corr€tta, di grammatis2 ilaliens,

di

aritmetica, di disegno linsil's, architettura ecc., e

di

ornato, come pure

a

quella reoria per

la

fabbrica-zione

di

tessuti...

» (art.

ror).

Art. rro: «Nel

caso che

il

Giovane nel decorso del suo apprendiv saggio si rendesse indocile talmente, e recidivo, nelle mancatze

u

propri doveri, che non

vi

fosse

più

speranza

di

emendazione,

o

venisse a rice

noscersi vizioso

in

modo da far temere qualche pericolo per

la

moralità degli altri..., verrà cacciato dall'Ospizio » 58.

b) Don Bosco e I'Opera di Lod.oaico Pauoni\l..

Ricordiamo Ia notizia tramandataci

dal

biografo: «

Sul finire

del-I'anno 1849 mandava eziandio

D.

Pietro Ponte, Direttore dell'Oratorio

di

S. Luigi, a Milanq a Brescia e

in

alcune altre città a prendere

cogni-zioni sull'ordinamento

e le

costumanze religiose, professionali, discipli-nari ed economiche

di

certi ricoveri per

i figli

del popolo... Don Ponte ritornava

in

Torino sul principio

del

r85o avendo raccolte mernorie ed

appunti che giovassero allo scopo pel quale aveva fatto quel viaggio... >r 58.

& Tip. Marieni, Toriao 1850.

e Lodovico Pavooi (1784-1849) fondatore di una congregazione festiva (1812) e poi

di un Ospizio per artigiani soprattutto tipografii orfani e poveri (1821) e di una Con-gregazione di educatori (1847).

*

MB 3, 574-575.

97

Don Bosco pua essere, dunque, venuto a cÒntafto con l'opera bresciana

degii Artigianelli

di Don

Pavoni?

Di

particolare interesse sono

i primi

documenti u.fficiali dell'Opera Pavonianase e cioè I'Organizzazione e Regolamcnto della Congregazionc dei Goaani sotto

la

protezione

di

S.

Luigi

Gonzaga, eretta nell'Oratoio

di

S.

M. di

Passione ed aggregata alla Prima Primaria del Collcgio Ro-nzano

(tlry); il

Regolamento del Pio Istitwto

retto in

Bresàa dal

Cano-ni.co Loàouico Paaoni

a

ticouero ed educazione dc'

Figli

Poueli ed Ab-bandoaati. Tipografia del Pio Istituto

in

S. Barnaba

fi3r.

Regole Fon-damentali della Religiosa Cangregazione

dei Figli di

Maria, eret

a

in

Bresàa nell'anno

fi47

con su?€rior€ approuazione. Brcscia, Tipografia Vescouile i,n S. Barnaba

fi47;

Costituzione dclla Congregazione religiosa

dèi

Figii di

Maria. Brescia. Tipografa Vescouilc 1847.

Mentre

il

primo Regolamento riguarda una Associazione particolare esistente

in un

oratorio

dal

tradizionale stile lombardo

e quindi

non

nuovo

per Don

Boscq

il

secondo pouebbe avergli suggerito qualche particolare interessante I'orgarizzairone dell'Ospizio artigiano

e la

com-pilazione del suo Rcgolarncnto per

gli

interni. Ma sono suggestioni molto comuni

a

Istituzioni del genere,

hanno generalmente

un

contenuto

di

pensiero così caratteristico

da

poter

infuire

sensibilmente sulle idee costitutive del « Sistema preventivo ». Esistono, tuttavia, anche qui,

somi-gllanze

e

particolari coincidenze m.

* Cfu. Congregazione religiosa Figli ili Moia Imm. coa seilc ia Bresàa. Raccolu ufficìale di docurnenti e memorie d'Archioio. Brescia, Opoa Patoniana 1947, Serie 1", Sez.

A. I Regolanzenri. Quelli che citeremo si trovano rispettivamente a pag. 12-31, p. 39-58,

p. 63-71, e p. 72-122.

@ Si tengano presenti alcune indicazioni più notevoli desunte dal Regolomento dcl Pio Istitatot «Il,supesiore presiede e regola il tutto nello.spirituale cLe nel temporale.

Da lui, come da capo, dipendono tutti gllncaricati ed a Lui rassegnano ogni loro opera-zioae anche Ia più piccola. Esso si occupa con paterno cristiano interessametrto nel dirigere

la gioventìr alla pratica eseorzione delle regole dell'Istituto ed all'esercizio delle morali virnI. A lui solo appartiene I'accettare i giovani che venissero presenuti » (art 2, p. 44).

Del Diratore Spiituale (si pensi al catechista o Direttore Spirituaie di Don Bosco): « Spette

al Direttore Spirituale I'assistere la gioventìr oella pratica degli esercizi di pietà; l'aiutare

il Superiore nell'amministrazione de' SS. Saoamenti; il presiedere alla Dottrioa Cristiana;

ed il procurare da vero Fadre la pace e la quiete degli aaimi; (xn. 4, p. 45), De' Macaiz

« Devono aver cura che i giovani a loro affidati attendano con assiduità alle proprie incon-benz€, ed assisterli con carità, perchè s'avanzino nelle cognizioni dell'ane che professano,

a lorma del loro talento e della loro capacità. Invigilare perchè nell'OÉcina vi si uatten-Bano con quel contegno che è prescritto dalle regole, e perciò occorrendo ch'essi manchino un qualche istante, devooo incombenzare il piùr saggio de' lavoranti a sorvegliare pel buoo ordi.ne » (art 6, p. 45).

Deì prefati di soruegliaaza Gli assistenti di Don Bosco): « E' ulficio speciale dei prefetti di sorvqliare sugli andamenti dei giovani loro affidati, specialmente in tempo di ricreazione e di passeggio; raccoglierli ed accompagnarli ogni qualvolta passano da un'oc-cupazione all'altra; vigilare perchè stiano devoti in Chiesa, ben cornposti in refettorio...;

corregBere caritatevolrnente' dei loro giovani le mancanze; e teDer mirutamente informato

il Superiore di ogni cosa» (art 1, p, 45-46). Del Portinaioz «Il gelosissimo u6cio di Portinaio richiede lo scrupoloco dovere di custodire la porta della Pia Casa » (art. 8, p. 46).

La sezione II della parte lY (Delle regole disciplincri e metodo di conezione), intitolat 98

Un

indiretto influsso

o un

incoraggiamento possono aver, pure, of-ferto

a

Don Bosco

i

Pavoniani con I'idea

di

una tipografia, idea giunta all'educatore piemontese, anche tramite

il

Rosmini.

Ne

abbiamo un certa documentazione

in

questa lettera:

fl

«

Mio

Reverendo signore ed amico,

Pensando

alla

sua .bell'opera

dei

poveri ardgianelli,

mi

rammemora

un Istituto

in

qualche parte simile che

vidi in

Brescia, fondato da uno zelante Canonico che conobbi, e che

mi

pare si chiamasse Bellati,

il

quale

per dar lavoro ad alcuni poveri giovani e qualche guadagno allo stabili-mento

ci

aveva introdotto I'arte tipografica.

Mi

venne dunque

il

pensiero Maodo di correzione contiene anche questo articolo: « Onde agevolare lo scrupoloso adem.

pimento delle prescritte regole disciplinari, dall'osservanza delle quali dipende il buon go-verno di quesu Pia Casa, e I'esito felice della religiosa e civile educazione, anzichè grave insubordinazione non va esente d'immediato castigo, siccome ogni maliziosa e s"a.-dalosa mancaqza in parole o ia fatti i-n materia d'impuriù, i recidivi vengono immedia-tamente licenziati dall'Istituto; e soro pure con paterne ammonizioni giornaLnente cor-rette le leggiere malczr[ze acciocchè i figliuoli ri.fletuno ai loro piccoli errori e si emen-dino » (art. 64, p. 55),

Altre iuteressanti coincidenze si trovano rella Costitazione': <ln questi Convitti avrassi

cura speciale di ben informare il cuore dei giovanetti, di istruirli rettamente secondo la sicuro successo. Tratterassi soveite a pafticolare conferenza or coll'uno, or coll'altro, e dara

a ciascuno quel pascolo che troverà conveniente. Veda tutto, dissimuli e corr€ga pruden-temente, e castighi poco, ma i castighi all'uopo siano salutari ed eficaci. Vada molto garco nel punire quei difetti che provengono da vivacita giovanile, da leggerezze od inconside-raziooe; ma sia inesorabile nel punir quelli che hanno origine da mala volontà e so.oo urbanita e dolcaza, procureranno instillar loro dociliè, rispetto e confidenza ai Superio{

non li lasceraoqo mai soli uelle scuole e olf,cine, ma mancando essi per qualche interesse

di

prÒporre

a Lei

questo esempio

di

Brescia, acciocchè EIla consideri se

una tat'arte potesse ssssl's stitmente lnuoootta nella sua istrtuzrone di Vardocco. Quando

ElIa

trovasse

Ia

cosa possrbile

e

oPPortuna,

io

sarei disposto a sommmistrare moderato caprtaie per la spesa dr primo rmPlanto.

Le

maggiori diihcoltà che

io ci

veoessi sarebbero quelle

dr

uovare un proto valente e onesto, e un amministratore attivo e rtrtegro per tenere Ia corrispondenza e dirigere I'economia. lvlediante una tare upografia sr po-uebbero di-ffondere togii, opuscoli ed operé utili, e

il

lavoro 10 credo non rnancherebbe somminrstrandone una parte anche I'lstituto della Carità.

Voglia EIia considerare Ia cosa

e

scrivermene, e baciandole Ia mano ho I'onore

di

essere suo servo e fratello

in

Cristo

d.

fts5mini p.

Stresa senza data, ma

di

questo temPo t65g»62.

c) Scuole Apostaliche.

Il

primo documento riferentesi alle scuole Apostoliche

I lo

troviamo

nelle Mts

in

una lettera

di

Don Bosco

in

viaggio per Roma da Genova a Don Berto (metà febbraio fi75)-: <<Car.mo

l)on

llerto,

Ho

fatto qualche dimsadgan2a cui riparerai

r"

Prendendo l'orario della ferrovia e quei li-bretti francesi che trattano delle Scuole Apostoliche... » 6a.

Gti ultimi

f-guardano energici accenni

di

Don Bosco in una seduta del Capitolo

Supe-u' In MB 4, 687 e 'n E, Ceria, Epistolario, I, p. 81, alla lettera si assegna la data del

7 dicembre 1853. In dara,29 dicembre, D. Bosco ua l'aluo rispoodeva: «...Tale idea Iorrna un oggetto principale de' mrei pensicri da più a..i, e la sola maÀciuza dt mezit e di locale me ne ha tatto sospeodere la esecuziooe» (M.B 4, 688 e Eptstolwto' I, p. El).

Rapporti molto suetti ebbe anche Don Bosco con Don Francesco Mootebruao

(ltJI-1895), ch€ nel 1857 aveva iniziato a Geuova un lstituto artrgiane con iaboratori propri dal f859-60. Di lui Don Bosco fu ospite lin dal IE57 (MB 5, 599 e 604 e 761) e poi diverse volte in seguito (MB 5, 809; 7,754). I temperameati dei due uomi.oi §o8o tuolto diversi e si può peosare piuttosto a una dipendenza di ispiraziooi pedagogrche e orgamz-zative di Don Moatebruno da Don Bosco chc viceversa. Si veda, ad es., una lettera del Sacerdote genovese a J)on Bosco, oella quale prega di « comunicargli copia del suo rego' lamento relativamente in ispecie a.[ Portinaro » e sottopotre a lui alue partr del regolanelto, chiedendo osservazioni: «e me Ie faccia, conti.nua, con libertà di padre» \MB 7t 754).

Per notizie su'D. Montebruuo, si veda soprattutto: P. Gzuseppe Pxtalugaz ll Sac. Fran' cesco Montebruno londaore degli Artigianelli e Artigianelle c Ricordi dell'lstituto, Gc-nova, Tipografia della Gioveatri 1920.

*Foudate dal giovane Padre Gesuita francese di Arx, Albéric de L'oresta (1818-1876);

la pri-ura ad Avignone nel 1865 con Io scopo di formare uomini di abnegazione capaci

di voursi alle missioni all'estero. Praticamente alla fine degli studi umaDisuci si lasciava

libertà ai candidati di scegliere l'Ordine, Ia Congregazione religiosa o la Diocesi preterita

(a parte coloro che toroavano in famiglia). Il Fondatore espose le sue idee direttive in ua Opuscolo: Oeuure des écoles apostoliques tondécs et dirigées par les pp. de la Compagnie de lésus. Poitrers 1870, di cui esiste una uaduzione iuliana già nel 78772 Opoa delle Scuole Apostoliche bmedetta ed arcicchita d.'indulgenzc dal Santo Padre Pio lX. Notizia sc'ritu dal R. P. De Foresta della Compagnia di Gesrì. Bologna, Tipogra6a Pontificia Maraggiani 1877, p. 40, L'opuscolo coutieue notizie e informazioai di carattere organizzativo piut.

tosto che attiaenti al problema educativo propriamente detto.

q MB ll, ll0.

IOO

riore del 5 giugno 1884,

a

proposito delle sue volontà circa l'Ospizio di valdocco: «

A

mio parere

noi

dovremmo prendere una misura

sull'or-ganizzazione dei nostri studi. Dovremmo ridudi a ciò che sono Ie scuole apostoliche

in

Francia. Sarà cosa difficile, ma pure bisognerà riuscire » 65.

Si tratta, quindi, solo di imitazione

di

alcuni particolari organizzativi (che vedremo solo alla fine parzialmente attuati). Potrebbe anche essersi avuta

una qualche suggestione alla fondazione dell'Opera dei

Figli di

Maria

Ausiliatrice. Non si può invece pensare ad una più profonda dipendenza

di

idee,

di

procedimenti

e di

metodi

nel

trattamento

delle

vocazioni, quando si ricordi che per Don Bosco

il

problema e, più ancora,

la

realtà

della orra delle vocazioni e l'esistenza di un metodo deve riportarsi almeno a quindici anni prima della nascita della prima scuola Apostolica e a venti

o

venticinque anni dalla conoscenza

di

documenti letterari

in

proposito.

3.

L'opuscolo

sul

Sistema preùenth)o.

In

che misura

il

contatto con Istituzioni

e i loro

regolamenti ha

influito

sulla formazione delle idee, dello spirito,

e

quasi, sulla compo-sizione letteraria dell'opuscolo sul Sistema Preuenriuo

(r87ù,

documento

« teorico » base degli ideali

e

dei metodi educativi

di

Don BoscoP

Mentre la storia dell'opuscolo è abbastanza chiara e lineare, non così è la sua « preistoria ».

E'

facile ripercorrere le ultime tapPe attraverso cui esso

è

arrivato alla compilazione definitiva. Esso trae origine immediata da un discorso tenuto da Don Bosco a Nizza (Francia)

il n

marzo 1877,

in

occasione dell'inaugurazione del Patronage St. Pierre 68. «

Il

discorso

di

Don Bosco parve così notevole, che fece nascere l'idea

di

pubblicado...

Rifettendovi sopra, allargò I'idea... » 67. Durante

il

viaggio

di

ritorno

Don Bosco pensa subito a tale compilazione. Ce

lo

documentano due suc-cessive lettere a Don Ronchail direttore a

Nizza:

una da Sampierdarena del 43-772

«Il

mio exposé è terminato;

lo

dò a copiare e prima

di

par'

tire

da Sampierdarena te

lo

manderò » 88.

Ma

esso

fu

spedito realmente soltanto da Torino, come apPare

in

una seconda lettera allo stesso, senza

data: «

Ti

mando tExposé de quo. Sono stato occupatissimo, ritardai

il

primo ritorno

a

Torino;

fui

alquanto incomodato: ecco

la

ragione per cui non sono stato diligente. Adesso cerca

o

meglio prega

I'aw.

Michel

6 MB 17, 183, L'idea è ribadita qualche minuto più tardi (MB t7' 184) e sarà an-cora ripetuta nella seduta Cap. del 18 luglio (MB 17' 186).

d MB 13, lo8.

d MB 13, 112.

B MB 13, 1I7.

ed

il B.

Héraud che ne procurino la uaduzione con tutte

le

note neccs-sarie. Per

la

stampa si dica se dobbiamo stamparlo qui

o

a Nizza. Non occorre che sia rinviato

il

quaderno, giacchè ne abbiamo copia » 8s. Viene pubblicato

in

italiano

a

Valdocco: Inaugurazione del Patronato

di

San

Pietro'in Nizza a Mare e scopo del medesirno es?osto dal sacerdote

Gio-rl

aanni Bosco, con ap?endice sul sistema preuentiuo nella cducazione della giouentù. Torino, Tipografia e Libreria Salesiana

fi77.

Dopo pochi mesi ricomparve con I'aggiunta del capitolo Altre raccomandazioni nell'edtzione dei Regolantenti.Don Bosco che nella compilazione non dovette, probabil-mente, servirsi di libri e di fonti (nella cronaca di D. Barberis è notato come

Don Bosco dicesse

di

averlo composto con vari giorni

di

fatica, facendolo e rifacendolo tre volte) 70, tuttavia non scrisse cose sorte nella sua mente all'improvviso. Pochi giorni prima della sua conferenza, ospite a Marsiglia dei Fratelli delle Scuole Cristiane

e

da loro interrogato, aveva esposto

i

concetti fondamentali della sua metodologia educativa 71.

E

quanto

for rt

sero antiche le idee

di

tale opuscolo

lo

dimostrano

i

due colloqui (già

ac-i

cennati e riportati) con U. Rattazzi (1854) e il Maesrro Bodrato (r86a).

Lo confermano due notizie, che potrebbero servire anche a far rintrac-ciare altre fonti ispiratrici.

E'

Don Bonetti che nei cinque lustri di stoia dell'oratorio salesiano, riferendosi

ai

primissimi anni dell'apostolato di Don Bosco (1864-185o), scrive: « Affinchè poi

tutti

conoscessero appieno

/

e seguissero

iI

suo paterno sistema, Don Bosco teneva sovente apposite

con-i

ferenze alle quali prendevano parte parecchi Sacerdoti

di

Torino, tra cui

il

compianto Mons. Eugenio Galletti, Vescovo d'Alba, allora Canonico del Corpus Domini. Infine egli ne scrisse brevemente... » 72.

E il

biografo

D.

Lemoyne: « Questo sistema

Don

Bosco

lo

aveva sperimentato

di

felice riuscita pel benessere morale dei giovanetti, che dopo averne instil-lata la pratica a tutti

i

suoi aiutanti, e tenutene varie conferenze col Teol.

Eugenio Galletti canonico del corpus Domini, infine ne scrisse breve-mente... »

B.

Ora

il

Galletti, forse

il

più intimo e affercuoso dei Vescovi amici

di

Don Bosco (e le Memorie Biografiche sovrabbandonato

di

testi-monianze

in

proposito), fu Canonico del Corpus Domini dal fi42

al

fi49, finchè

vi

rinunziò per passare

al

Cottolengo, dove rimase 6no

al

186o,

anno

in

cui succedette al cafasso a dirigere

il

convitto. come Rettore egli

« continuò, come Don Cafasso, a lasciare

a

sua

(di Don

Bosco)

disposi-@ MB 73, 122.

m MB t3, 112.

'1 Cfr. Cronaca di Don Barberis, 6 aprile 1877, MB 13, l0I.

12 Giouanni Boaettit Cinque lasti di aoria ilell'Aratorio Sahesiano di Valdocco. To-rino, Tipografa Salesiana 1892, p, 201.

B MB 4, 546.

to2

zione una camera e la biblioteca del Convitto Ecclesiastico,

e a

volerlo

ogni anno agli Esercizi Spirituali

al

Santuario

di

S. Ignazio » 76.

Mons. Galletti (18161879),

dal fi67

Vescovo d'Alba,

ci

viene pre-sentato dal suo biografo, che

fu

anche suo segretario,

il

Can. Felice

Al'

laria: Della

Viw

e delle Opere ?astoral;

di

Monsignore Eugenio Galletti Vescouo d Alba 76,

di

carattere mitissimo,

di

una carità ardente

e

6nis-sima e studioso, da giovane sacerdote,

di

S. Francesco

di

Sdes,

di

S.

Al'

fonsq e

di

S. Carlo Boromeo 76.

Il

suo carattere, le sue preferenze di studio, congiunte ad una amicizia aflettuosissima con

Don

Bosco 77, che diventa spesso protezione

e

aiuto

disinteressato e sacrificato, non potrebbero aver contributo a far sì che Don Bosco si sentisse, per

lo

meno, riconfermato, per non dire incoraggiato e

orientato, nell'impronta decisamente « salesiana

»

della sua pedagogia? t.1

Ogni amicizia

si

risolve

in un

vicendevole arricchimento.

Non ci

può essere stato qualcosa

di

simile nell'amicizia

di

Don Bosco con Mons.

Gal-letti, da

lui

definito «

il più

santo tra

i

Vescovi

»

proposti

al

Papa nel

t867 78 e che, a sua volta, così scriveva a Don Rua nei riguardi

di

Don Bosco: verso di

lui

« nutro tanta stima, tale rispettoso affetto e venerazione che forse non la cedo un grado a verun altro suo ammiratore » l?s

7a A. Amalei: Prefazione all'edb. 1925 della Vita del Calasso di Don Bosco, p, 21, oota 2 e MB 6, 652.

t

Alba, Tip. e Libr. Diocesana Sansoldi 1880, pp. 463.

'o Allaia, o. c., p. 73.

7 Nella malattia del 187L-L872 egli si offre viaima per la salutc di Don Bosco (MB 10, 250-251 e 18, 584).

G MB 10, 707.

D MB 8, 508.

Clprror,o

ffl

DON

BOSCO

NELLA

STORIA

Nel documento IL SISTEMA PREVEI\'IIVO (pagine 98-107)