-
Assai, assai...-
Per qual motivo desidereresti studiare?- Per
abbracciarelo
stato ecclesiastico.Per
avvicinarmi, parlare, istruire nella religione tuttii
miei compagni che non sono cattivi, ma diven-tano tali, perchè niuno di loro ha cura » 21.E da allora si mette nelle mani di
D.
Calosso: « Direzione spirituale, Confessione e Cornunione, breve meditazione o lettura spiriruale, per quanto possibile Messa nei giorni feriali » P.Così,
a
settembrg dà mano alla grammatica italiana, « a Natale ho dato mano al Donatq a Pasqua dieci principio alle traduzioni dal latino all'italiano e vicendevolmente » 23.Dopo le restrizioni da parte del fratellastro e dopo aver fatto
il
garzone presso famigliedi
contadini (dal febbraio r8z8 alla fine dicembre 1829, secondole
correzioni apportateda Don
Ceria alle Mernoie),egli
vive pressoD.
Calosso dall'aprile r83o al Novembre r83o.L'obiettivo rimane chiaro
e
indiscutibile.Non si
notano crisi nellat(
30.
33 35.
36.
36-3
DM EM rM BM BM
ss.
7
t\
voÉzione sacerdotale. «In
quel terrpo feciun
altro sogno»
(dopo la l] mortedi Don
CalossoMB r,
244: «a
sedici anniho
fattoun
dtrosogno ») 2{.
E
continua: « Intanto ero sempre accompagnato dal pensierodi pre
gredire negli studi.Io
vedeva parecchi buoni preti che lavoravano nel sacro ministero, ma non poteva con loro contrarre alcuna familiarità, Mi avveme spessodi
incontrare per viail
mio prevosto col suo vice-parroco.Li
salutavadi
lontano, più vicino faceva eziandio un inchino. Ma essi in modo grave e cortese restituivanoil
saluto continuandoil
loro cammino.Più volte piangendo diceva tra me ed anche con
altri:
"Seio
fossi prete,vorrei fare diversamentel vorrei avvicinarmi
ai
fanciulli, vorrei dire loro delle buone parole, dare dei buoni consigli"»8.
Più tardi, la divisione dei beni e la separazione
di
Anronio dànno la possibilità di un regolare inizio degli studi a Castelnuovo (r83o. In pensione, sarto e musico) m. L'ideale domina semp,re. Talmente che, quandoil
sartogli propone
il
mestiere, dice:
« Ma diverse erano le mie vedute: desideravadi
avanzarmi negli srudi. Perciò mentre per evitare I'oziomi
occupavadi
molte cose, faceva ogni sforzo per raggiungerelo
scopo principale » 27.Successivamente,
a
Chieri,è
datutti
riconosciuto come capo spiri-tude, in fondq diremmo noi, un « prete in erba »I
Società dell'Allegria m, pratiche religiose, conferenze, ecc., confermanola
cettezza dell'ideale sacer-dotale, garantitq anche, dalla forte amicizia conil
Comollo, certamente aspirante allo stato ecclesiastico 2s. Ancora quando diventa barista ('anno di umanità r8:l-g+) da Pianta e gli è fatta la proposta di fermarvisi, rifiuta:« Io però faceva quei lavori soltanto per divertimento e ricreaziong la mia intenzione era di continuare gli studi » 30.
E' a
questo punto che avvienela
decisione vocazionale: diventare prete, anche se non, necessariamente, educatore: « Intanto si awicinavail
fine dell'annodi
retorica, epocain
cuigli
studenti sogliono deliberare in-tortro alla loro vocazione.Il
sogno di Murialdomi
stava sempre impresso;aazi mi si era altre volte rinnovato in modo assai più chiaro, per cui volen-doci prestar fede, doveva scegliere lo stato ecclesiastico, cui appunto
mi
sen-tiva propensione: ma non volendo credere ai sogni, e la mia maniera di vivere, certe abitudini del mio cuore, e
la
mancanza assoluta delle virtùnecessarie a questo statq rendevano dubbiosa e assai difficile quella deli-w
%M43.
4M44.
6M45.
n M 45-46.
4M52.
PM58ss.
DM62 ss.
54
berazione... Consigliatomi cotr me stesso, dopo aver letto qualche libro, che trattava della scelta dello stato, mi sono deciso di entrare nell'Ordine Fran-cescano. "Se io mi fo chierico nel secolo", diceva tra me, "la mia vocazione corre gran pericolo
di
naufragio. Abbraccieròlo
stato ecclesiastico, rinun-cierò al mondo, andrò in un chiostro, mi darò allo studiq alla meditazione, e così nella solitudine potrò combattere le passioni, specialmente la super-bia, che nel mio cuore aveva messe profonde radici". Feci pertanto domandaai
conventuali riformati, ne subii l'esame,fui
accettatoe
tutto era pre-parato per entrare nel convento della Pace in Chieri » 31.Dunque, vocazione sacerdorale,
in
primo piano. La domanda fu cfiet-tivamente fatta (marzo 1834), I'esamedi
vocazione a Torinofu
dato nel convento di S. Maria degli Angeli,il
z8 dello stesso mese, come risultadd
registro dei Postulanri. E pur avendo avuto un sogno, non è quello che lo determina a non eseguire
il
proposito-
Ma « in quel tempo succedette uncaso, che mi pose nella impossibilità di effenuare
il
mio progetto,, az. Quale?-
Secondo Don Lemoyne, seguito daldi
Robilant, Don Boscq inquieto,chiede consiglio a Don Cafasso studente al Convitto. Don Cafasso « lo dis.
suase dall'aggregarsi
ai
Francescani » ffi.Poi
continua: «E
siccome gli ostacoli erano molti e duraturi, così io ho deliberato di esporre tutto all'amico Comollo » 34.E
segueil
consiglio dello zio dell'amico del Comollo,pre-vosto: « Considerato attentamente
Ie
cose esposte,io
consigliereiil
nro compagnodi
rcprassederedi
entrarein un
convento. Vesta egli I'abito chericale, e mentre farài
suoi studi conoscerà viemeglio quello che Dio vuole da lui... » 3E.Il
3o ottobre 1835 entra nel seminario Arcivescoviledi
Chieri.Note-I
vole I'insoddisfazione per
il
comportamento sostenuto dei Superiori: «Ciò
laccendeva sempre di più
il
mio cuore di essere presto prete per trattenermiin
mezzo ai giovanetti, per assisterli, ed appagarli ad ogni occorrenza >>s.
Ma
nonci
siinpnnil Il
suo intento era quellodi
diventare prete,un prete, che nel suo ministero darà una gran parte anche ai giovanil Ed infatti, nelle vacanze degli anni
di
filosofia edi
teologia, vari e molteplici sonoi
zuoi interessi: lavori materiali, predicazione, ripetizioni, catechismi a giovani e adulti, oltre cheil
solito Oratorio domenicalefl.
c' M 79-90.
80 M gl.
§ ab. Luìgi Nicolis di Robilantt Vita ilel Venerabile Giaseppe Calasso conlonìlatorc del Conaitto Ecclesiaaico di Toino, Toriao, Scuola Tipografica Salesiana 1912, vol. II (2 voll.), p. 210. MB l, 303.
-'J1 .-'--'
93.r0r eM t!M laM tM
8l 8l 9l
Così nel primissimo ministero sacerdotale a Castelnuovo: « Provava
il
più grande piacere a lavorare. Predicava tutte le domeniche, visitava gli ammalati, amministrava loro
i
santi sacramenti, eccetto la penitenzar perchènon aveva ancora I'esarne
di
confessione. Assisteva alla sepolturg tenevain
ordinei libri
parrocchiali, faceva certificati di povertà odi
altro genere.Ma
la
mia delizia era fare carechismoai
fanciulli, trattenermi con loro, parlare con loro... » s.Il
problema della qualifica della sua vocazione si presentava partico-larmente pressante, alla fine degli studi teologici, con il'sacerdozio. Anche a Don Bosco si offrono le eventualitàdi
ogni prete: « Sul finiredi
quelle vacanze mi erano oflerti tre impieghi, di cui doveva sceglierne uno: I'uficiodi
rnaestroin
casadi
un signore genovese collo stipendiodi
mille franchi annuildi
Cappellanodi
Murialdo, dovei
popolani, pel vivo desiderio di avermi, raddoppiavano lo stipendio dei cappellani antecedenti;di
vice-cu-rato
in
mia patria. Primadi
prendere alcuna definitiva deliberazione ho voluto fare una gita a Torino per chiedere un consiglio aD.
Cafassq cheda parecchi anni era divenuta mia guida nelle cose spirituali e temporali...
.
"voi
avete bisognodi
studiare la morale e la predicazione. Rinunciate per ora.ad ogni proposta e venite al convifto'!. seguii con piacereil
saviocon-siglio, e
il
3 novembie r84r entrai nel mentovato Convitto » 3e.E'
allora che, Quasi definitivamente, sul tronco della vocazione sacer-dotale incomincia a vigoreggiare la zua voca2ione di prete educatore. Dopo aver dettodi D.
cafasso 'suo direttore spiirinrdle,infatti
prosegue:
« perprima cosa egli prese a condurmi nelle carceri, dove imparai tosto a cono-scere quanto sia grande
la
mahzia e la miseria degli uomini. vedere turbedi
giovanetti, sull'età deirz ai
r8 anni,tutti
sani, robusti, d'ingegnosve-gliato, ma vederli là inoperosi, rosicchiati dagli insetti, stenrar
di
pane spi-riruale e temporale,fu
cosa che mi fece inorridire... Fu in quelle occesioni chemi
accorsi come parecchi erano ricondottiin
quel sito, perchèabban-donati a se stessi. "c-hi sa", diceva tra me, "se questi giovanetti avessero
'fuori un amicq che si prendesse cura di loro,
li
assistesse eli
istruisse nella religione nei"giorni festivi, chissà che non possano tènersi lontani dalla rovina o almeno dimirruitoil
numero di coloro, che ritornano in carcere?".comunicai questo mio pensiero a
D.
cafasso, e col suo consiglio e co' suoi lumi mi sono messo a studiar modo di effetuarlo, abbandonandoneil
frutto alla grazia del signore, senza cui sono vani tutti gli sforzi degli uomini » r0.Mentre era circondato da turbe
di
giovani, l'episodiodi
Bartolomeo Garelli « porse occasionedi
tentare I'azione del progettoin
favore deigio-88
&
0 M 117.
M 120-121.
M 123.
56
vanetti vaganti per
le vie
dellacittà,
specialmente quelli uscitiddle l:
'carceri » 4.
«
A
questo primo allievo se ne aggiunsero altri, e nel corso di quell'in-vernomi
limitai ad alcuni adulti chc avevano bisognodi
catechismo spe-ciale e soprattutto per quelli che uscivano dalle carceri.Fu
allora che io toccai con mano, chei
giovaneni usciti dal luogodi
punizione, §e trovano una mano benevola, che di loro si prenda cura,li
assista nei giorni festivi, studi di collocarli a lavorare presso di qualche onesto padrone, e andandoli qualche volta a visitare lungo la settimana, questi giovanetti si davano ad una vita onorata, dimenticavanoil
passatq divenivano buoni cristiani ed onesti cittadini. Questo èil
primordio del nostro Oratorio, che benedetto dal Signore prese quell'incremento, che certamente non avrei potuto allora immaginare » @.Tuttavia, nellmeno
a
questo punto è risolta, senz'altro,la
questione i della qualifica « educativa » della sua vocazione sacerdotale. « Sul 6nire deltriennio di morale doveva applicarmi a qualche parte determinata dal sacro ministero >> 48, La decisione
di
sostanza è risolta definitivamentein
un col-loquio conD.
Cafasso:«Vi
sono tre impieghi: vicecuraroa
Buniglierad'Asti, ripetitore di morale qui al convitto, direnore del piccolo Ospedaletto accanto al rifugio. Quale sceglieresre? Non
vi
sentite propensione ad unacosa più che ad un'alrra?
- La
mia propensioneè di
occuparmi perla
Lgioventù. EIla poi faccia
di
me 'quel che vuole:io
conosco la volontàdel
trSignore nel suo consiglio.