• Non ci sono risultati.

E FORMAZIONE PEDAGOGICA DI DON BOSCO

Nel documento IL SISTEMA PREVEI\'IIVO (pagine 51-55)

7.

Vocazione sacerdotale e'aocaziane ed,ucathta

in Don

Bosco.

« Come altri nasce per far versi, altri per far viaggr, Don Bosco era nato pcr fare

il

prete e prete educatore. Lo dimostrò frn da ragazzo. Aggiun-gendosi poi alle disposizioni innare I'affinarsi dell'inruizioni psicologiL e

della carità, la figura

di

Don Bosco educatore s'impose » 1. «

Del

sisteina preventivo ebbe la prima nozione nel celebre togrr" frtto a nove anni... » 2.

«La

sua era "yocazione" educativa»;

«il

centrq insomma,

è

lo spirito cristiano

di

Don Boscq che si svolge anche nell'ordine"educativq perchè sa e ama

di

sapere che vita sacerdotale è vita

di

maestro che vive la religione cristiana

»;

« la fonte, dunque, non solo del metodo educativo, preso unilateralmente, ma dell'intera opera

di

Don.Bosco è la sua anima sacerdotalg che è concreta e unitaria vita

di

ogni istante e

di

tutta llesi-stenza.

E

perciò

la

complessa organizzazione salesiana

è, in

ogni s,o aspetto, opera per I'educazioner perchè sacerdotale sempre, anchè nelle forme commerciali, senz'altro fine che l'educazione dell'uomo cristiano e

la sua salvezza spirituale » 3.

Non ci

soffermeremo, ora, su alcuni aspetti

di

queste afr.ermazionl I E. Ceiiz San Giou. Bosco nella oita e nelle opere, p, 150.

_ 8 E. ceriaz Annalì l, p. 662, c.ome a fonti della sua pedagogia, conri-nua il .biogràfo,

< D. Bosco accennò, a ispirazioni del signore e a esperienie pèrsonali, m, tacqu. Ji ur,

terzo elemento fondamentale, che non spettava certo a lui di rilevare. Ebbe àa natura spiccata inclinazione, doti esimie per essere educatore... Al pari di chi nasce poeta o husico o 6losofo, D. Bosco nacque educatorc», Cetia, Anndti I, -p. 661.

8 San Gioa. Bosco: Il sistema Edacatioo. Sctixi e tcstirnonia?tze a cura di Vito Giu-seppe Galati, Varese, Istiruto Editoriale Cisalpiao 1943, p. 23-24.

49

t\

t\

il

j

alcune del massimo storico di Don Bosco e l'altra di un suo acuto

conosci-tore. Forse arriveremo alla conclusione che molti elementi materiaii del sisterna educativo realizzato da Don Bosco provengono da determinate fonti teoriche

e

pratiche. Giungeremo facilmente ad assodare che

Don

Bosco

molto ha assimilato da suoi studi personali

di

Storia Ecclesiastica e umani-stici, molto si è ispirato a istituzioni educative antiche e moderne. E si arri-verà, forse, a concludere che qualcosa possa essere stato mutuato da contatti di studio e di conoscenza con pedagogisti e studiosi dei problemi

pedagogico-didattici torinesi

o

piemontesi del suo tempo.

Ma quello che può venire subito indiscutibilmente afiermato è

il

con-nettersi vigoroso, vitale e intimo della uocozione educatiua di Don Bosco con

il

suo genio particolare, che si esprime

in

concreto nella sua aocaziole sacerdotale.

Questo è

il

punto di vista esatto per capire Don Bosco Educatore. L'o-rientamento fondamentale di Don Bosco che cosrituirà l'anirna della sua vita e della sua opera, per predisposizioni e doti naturali e, soprannaturalmentel per dono divino di vocazione, supera sogni e propositi educativi e pedago-gici, trascende la stessa particolare vocazione all'educazione giovanilg ha

{

radicalmente

un

nome solo: carità soprannatural

e

sacerdoralc.

La

stessa

vocazione e opera educativa

di

Don Bosco fa capo come a suo principio giustificativo e vitahzzaite a quesra più fondamentale vocazione

di

pcte,

di

korno Dei ab hotni.nibus assumptus ct pro hominibus (e

non

wlo pro iuuenibu) constitutws. Don Bosco è educatore perchè è prete e non prete perchè educatore. Gloria di Dio e salute delle anime, da mihi animas cctera Y tolle, rimane I'obieniuo

e

lideale,

in cui si

inserisce prepotente l'idealc

della salvezza delle anime giovanili.

Quindi, prete anzitutto e sempre e, per questo, « come

fu

prete in tutte le altre anività della multiforme sua vira, così

fu

pre.te nella peda-gogia » a. Anche al settore educativo-pedagoglco si riferiscono le fiere parole pronunciate da

lui

a Firenze,

di

fronte al ministro Ricasoli, come pream-bolo a delicate e complicate tra.ttative

5;

« Eccellenza, sappia che

D.

Bosco è prete all'altare, prete in confessione, prete in mflzo ai suoi

gova'i,

e come

;

è prete in Torino, così è prete in Firenze, prete nella casa del povero, prete nel palazzn del Re e dei Ministri » 8.

In

D.

Bosco non è, dunqug

il

riformatore sociale o I'agitatore politico che fa sorgere

il

« pedagogista » o I'educatore, come per pestalozzi

. tra"trtr-knko...;

e non è nè I'istinto l'inclinazione, la passione che fa nascere

'E, Ctiaz.5. Gioo. Bosco aclla oita e nelle opere, p. 150.

t si uatu di un colloquio raccotrtato da Don Bosco stesso, ci dice il biografo (MB 8, 533).

s MB 8, 534.

50

I'educatore filantropoumanitario. Non è nemmeno, per (e ne spieghe-remo fra poco

il

senso), una speciale vocazione superiore. Le stesse visioni o u sogni

»

non hanno detto a

Lui

I'ultima parola riguardo l'orientarnento spécifico della sua vita

di

educatore. Anche se nelle sue intenzioni, le sue Mentorie 7 « dovrebbero servire a far conoscere come Dio abbia egli stesso

guidato ogni cosa in ogni tempo » 8, tuttavia

i

procedimenti rimasero legati

a

considerazioni, riflessioni, direttive

di

uomini

e

schiettamente normali, senza interventi miracolistici.

E'

stata la vocazione sacerdotale e

il

vincolo

dell'obbedienza ad essa connessa, sono state finalita apostolico-sacrdotalì all'origine della sua decisione per Ia particolare vocazione

di

educatore e padre dei grovani.

Non si intende dire, con questq che

la

vocazione educativa

si

inse-risca quasi casualmente in questo quadrq come una delle tante possibilita, una delle millg yig. Chè essere educatore è, per Don Bosco, qualcosa di legato alle sue inclinazioni e capacità e straordinarie doti naturaii. Ma è

innegabile che, nell'ordine ontologico, psicologico

e

cronologico,

le

due vocazioni in

lui

si subordinano e quella pedagogica murua da quella

il

suo

stile inconfondibile e

la

sua caratteristica

e

intensissima ispirazione reli-giosa soprannaturale. Se

Don

Bosco non fosse staro prete, difficilnente

sarebbe stato educatore e, certamente, non lo sarebbe stato

in

quel modo.

La dimostrazione? Emerge

in

forma convincenre e inoppugnabile da quel preziosq inestimabile documento che sono le autobiografrche Mcmorie dell'Oratorio

di

S. Francesco

di

Saless.

Dopo aver descritto I'educazione materna, squisiamente cristiana e soprannaturale, Don Bosco parla del problema posto ai

9

anni, e cioè la

frequenza alla scuola elementare: «

In

quel tempo d'inverno frequentavo la s$ola del vicino paesello

di

capriglio, dove potei imparare

gli

elementi di lefttrra e scrittura.

Il

mio maestro era un sacerdote di molto pietà, a nome Giuseppe Delacqua,

il

quale mi usò molti riguardi, occupandosi assai volen-tieri della mia istruzione e più ancora della mia educazione cristiana » 10.

La questione della vocazione sacerdotale, quale poteva sentire e sognare un bimbo di 9 anni, per « imitazione » di un maestro sacerdote e sotto la guida di una mamma cristiana, doveva essere già posta. Si spiegherebbero anche meglio

i

« molti riguardi » di quel sacerdote.

1 san Giou. Bosco: Memorìe dell'oratorio di s. Franccsco iti sztcs dat lgl5 dl lE i.

Torino, S.E.I., 1946.

8 Memoàe, ediz. Ceria 1946, p. 16,

e Scritte da D. Bosco per ordine del Papa Pio IX (incomiaciate non dopo il lE73)

c pei miei carissimi 6gli salesiani con proibizione di dare pubbliàta a queste cose sia

?rima sia ilopo lz mia morte », furono edite la prima volta ael 1946, Noi citeremo con

la sola sigla M.

ro M 22.

lr

IL

t-\)

II

sogno dei nove anni 11, da Don Bosco raccontato subito dopo, sorge

in questo « clirna » di più o meno vaga e tacita aspirazione infantile, quale sua conferma

e

sigillo, profondamente impressionante.

Non è

necessario

considerarlo come l'« ispirazione

»

prima

al

sacerdozio: «

mi

ordinò di porrni alla testa

di

que' fanciulli aggiungendo queste parole:

"Non

colle

percosse, ma colla mansuetudine e colla carità dovrai guadagnare questi tuoi amici.

Meniti

adunque immediatamente

a

fare loro un'istruzione sulla bruttezza del peccato

e

sulla preziosità della virtù" »12. Obbedendo,

stu-diando e facendosi guidare dalla « Maestra

»

(con

la

divozione alla Ma-donna, già istillatagli dalla madre) avrebbe realizzato

la

sua vocazione:

« Ecco

il

tuo campo, ecco dove devi lavorale »

u.

E I'interpretazione della madre, la più sacra c credibile, certq Per un bambino di 9 anni: « Chi sa .che non abbia a diventar Prete » 14, nonostante che Don Bosco dica: « Io ero del parere

di

mia nonna », e

il

Parere era: « Non bisogna badarc ai

.'so^gni » 15. Del resto

un

motivo c'era, pcrchè « mia madre desiderava di mandarmi a scuola, ma era assai impacciata Per Ia distrtt"a di cinque chilo-metri. Recarmi in collegio si opponeva

il

fratello Antonio. Si prese un tem-perarnento. In tempo d'inverno frequentava la scuola del vicino paesello di Capriglio, dove potei imparare

gli

elementi

di

letnrra e scrittura » 16- I-Ina motivazione

di

questo genere, tenendo conto delle modeste condizioni eco-nomiche della famiglia

e

delle dificoltà, induce a ritenere con certflza 'che se l'aspirazione allo studio c'era, questa era

in

funzione del sacerdozio,

dello « studiare da prete ».

Lo

conferma

il

seguito, quel suo occuparsi già a dieci anni dei com-pagni; quell'essere riconosciuto come caPo e giudice e predicatore e dottore un gran dottore »), d'invernq novellatore nelle stalle e, d'estate, saltim-banco: ma sempre piccolo « Prete

»,

« studente

» tra

coetanei analfabeti, uno studente che faceva già

in

anticipo

il

parroco (accorrevano ragazzi e

adulti|?. « Siccome però dicevasi che venivano ad ascoltare la predica, così

prima e dopo

i

miei racconti facevano tutti

il

segno deha santa Croce colla recita

dell'l

ue

Maria.

18z6 » 18. « Quando

ogni

cosa era prepe.rata ed

ognuno stava ansioso

di

ammirare novita, allora

li

invitava

tutti a

reci-tare la terza parte del Rosario, dopo cui si cantava una lode sacra. Finito questo, montava sopra la sedia, faceva Ia predica, o meglio ripeteva quanto

u Don Bosco dira qualche pagiaa dopo: « il sogno fatto in età di nove in dieci

anni » (p. 26).

eM23.

8M24,

tM25.

sM25.

ao M 22.

n M 27-29,

'B M 29.

52

mi ricordava della spiegazione del vangelo udita

d

mattino in chiesa; oPPure raccontava fatti od esempi uditi o letti in qualchc libro. Terminata la

pre-dica, si f.acsva breve preghiera, e tosto si dava principio ai trattenimenti...

Dopo alcune ore

di

questa ricreazione, quando

io

era ben stanco, ces§ava

ogni trastullo facevasi breve preghiera ed ognuno se ne andava pe'fatti suoi.

Da queste radunaaze erano esclusi

tutti

quelli che avessero bestemmiato;

fatti

canivi discorsi

o

avessero rifiutato

di

prendere parte alle pratiche religiose » 1s.

Mamma Margherita peffnetteva che

il

figlio tenesse una vita « cotanto dissipata » (andare alle fiere o ai mercati, certalnente con qualche Parente o conoscente, ad imparare a fare

il

saltimbancot) proprio perchè non era poi tanto « dissipata

»

quella vita!, infiorata com'era

di

preghiere, prediche, Rosari, ecc.

Tanto è vero, che quando avviene l'incontro decisivo con

D.

Calosso, cappellano

a

Morialdo (aprile t8z6)20,

lo

sbocco del colloquio è chiaro e

perentorio:

«

-

...

Ho

imparato a leggerc e

un

poco a scrivere.

-

Non hai studiato

il

Donatq o la grammaÉca?

-

Non so che cosa siano.

Nel documento IL SISTEMA PREVEI\'IIVO (pagine 51-55)