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COME « PRINCIPIO » PEDAGOGICO

Nel documento IL SISTEMA PREVEI\'IIVO (pagine 177-180)

Ci

siamo

già

imbatnrti

in un

testq rappresentato

da una

buona notte

di Don

Boscq dove

il

rapporto

tra

fine educativo che

è

sopran-naturale

e

cristiano

(il

prirnum

in

ardine tintentionis)

e il

metodo

(il

primurn

in

ordine executìonis)

è

definito nella forma

più limpida:

è la confidenza, l'amore

e la

collaborazione efrettuosa dell'educando

la

con-dizione

di

ogni autentico rappofto educalivo.

C'è un

« unico mouvo »

dell'azione educativa:

la

salyezza dell'anima.

Ma è,

anche,

unico il

mezzo. «

ho

bisogno che

ci

mettiamo d'accordo

e

che

fra me e

voi

regni vera amicizia e confidenza » 1.

In

questo sensq

Ia

carità, che diventa,

da

parte dell'educatore,

« ragione

» e

« amorevolezza

» e, da

parte dell'educandq confidenza, amicizia, spontanea collaborazione,

è

«

la

fonte del sistema educativo di Don Bosco » 2.

Ci

troviamo

qui,

decisamente,

di

fronte all'elemento caratteristico

e

distintivo della concezione

e

dell'azione educativa

di Don

Bosco: è

sao quello stile

di

carità che si traduce

in

amorcaolezza (amore

sopran-naturale, misto

a

ragionevolezza

e

comprensione ufit?nar paterna

e

fra-terna),

la

quale

fa

sì che I'educatore viva

la vita

dei suoi allievi, ami non solo

le

loro anime, ma anche ciò che essi amano. Questa « amore-volezza

»

qe!É9ryS4jl rapporto educativo

in

rapporto filiale e fraterno e

\ MB 7,504.

^ Vito G. Galati, nell'Introduzione al vol. S. Giou. Bosco. Il sistema educatiuo. Scritti e ,estimoùanze a cura di Vito G. Galati. Milano-Varese, Istituto Edit. Cisalpino 1943, p. 28.

r

!

I'ambiente

di

educazione (Oratoriq Ospiziq Scuola...)

in

unLa famiglia.s.

., In

questo senso, I'amorevolezza

è

veramente «

il

principio

informa-'

tore del Sistema Preventivo », I'« anima del Sistema Preventivo » a.

Persino

i

problemi che

la

pedagogia « ufficiale

»

affronta, talvolta, come problemi

a

sè, problemi

di

« patologia

»

educativa,

quelli

della disciplina, della correzione e dei castighi,

Don

Bosco risolve sempre alla luce della sua pedagogia del cuore, dell'amorevolezza.

Non c'è atto educativq anche

il

più difficile,

il

più discutibile, quello dell'espwlsione, che Don Bosco non voglia soffuso

di

carità e

di

amore'

uolezza.

E'

caratterisuca

in

proposito

la

paginetta

sui

castighi. Mentre

vi sono promesse e si attendono regole per castigare, ci sono oflerte norme

per

non castigare ed esortazioni

ad

amare.

La

« parola

sui

castighi » diventa

invito

all'amore educativo: « Dove

la

necessità chiede

rePres-sioni, si ritenga quanto segue:

r.

L'educatore

tra gli

allievi cerchi

di

farsi amare, se vuol farsi temere.

In

questo caso

la

sottrazione

di

benevolenza

è un

castigo che eccita I'emulazione, dà coraggio e non avvilisce mai.

2. Presso

ai

giovanetti

è un

castigo quello che

si fa

servire per

castigo. Si è osservato che uno sguardo non amorevole soPra taluni produce maggior efletto che non farebbe uno schiaflo ».

1. Il

"

fondanletlto"

metodologico. L' amoreoolezza.

« La pratica di questo sistema

-

scrive Don Bosco

-

è tutta

ePPog-giata sopra le parole

di

S. Paolo che dice: Charins Patiens est... Omnia sufrcrt, omnia sPerat, omnia swstinct

(I

Cor.,

XfiI,

4,7) ... Perciò soltanto

il

cristiano può con successo applicare

il

Sistema Preventivo. Ragione e

Religione sono

gli

strumenti di cui deve costantemente far uso l'educatore, insegnarli,

egli

stesso praticarli, se

vuol

essere ubbidito

ed

ottenere

il

suo fine » 5.

E'

questo

il

fondamento, anche cronologico, della sua opera e risale

al

ricordo

più

vivo della sua fancitllezza,

al

sogno dei nove anni, in cui domina I'avvertimento: «

Non

colle percosse, ma con

la

mansuetu-dine e colla carità dovrai guadagnare questi

tuoi

amici » 6.

" Cfr. 11. Bou.quier: Don Bosco Educateur, Paris, Téqui 1950, Le cadre lamilial en éda' cotiott

vérité (p.

de

7l-82). «A vrai dire, tout le mérite de Don Bosco aura consisté à retrouver la Dicu en éducation: la famille », p. 82.

I P, Ncaldonet, 148-L62. La ùattazione dell'argomento è ampia e sostanziale (p, 148'229).

É Il Siaema Pretmtiuo nell'edotcazione della giouentìt.

sM23.

r76

E' la

legge suprema del suo codice educativo: «L'educatorc

è

un individuo consacrato

al

bene

de'

suoi allievi, perciò deve essere pronto ad affrontare ogni disturbo, ogni fatica per conseguire

il

suo fine, che è

la

civile, morale, scientifica educazione

de'

suoi allievi » 7.

Intorno

a

questo tema

si

intrecciano

le

« variazioni

» di cui

sono

costellati

i

suoi scritti. Nel|'opuscolo suJ Sistema Preuentiuo,

si

allude

a

direttori

e

assistenti « che come padri « atnorosi

»

parlino, servano di guida ad ogni evento, diano consigli ed arnoreuolmenre correggano... ».

Si ripete che « questo sistema si appoggia tutto sopra

la

ragione,

la

reli-gione,

e

sopra l'amorcuolezza ». Si afferma che, anche nel castigo, I'edu-cando deve vedere che «

vi

è sempre

un

avviso amichevole

e

preventivo che lo ragiona, e per Io più riesce a guadagnare

il

cuore»; che l'allievo avrebbe evitato

un fallo

« se

una

voce amica l'avesse ammonito

»;

che

«il

Sistema Preventivo rende amico I'allievo»;

«il

Sistema Preveutivo rende ayvisato I'allievo

in

modo che I'educatore potrà tuttora parlare col

linguaggio del cuore sia

in

tempo dell'educazione, sia dopo di essa. L'edu-catore, guadagnato

il

cuore

del

suo protetto, potrà esercitare su

di

lui

un

grande impero...

». Si

raccomanda, perciò, che « ogni sera dopo le

ordinarie preghiere, e prima che

gli

allievi vadano

a

riposq

il

direttore,

o chi per esso, indirizzi alcune affettuose parole

in

pubblico ».

In

fine,

si

promettono risultati conformi

a

queste premesse: « L'al-lievo sarà sempre pieno

di

rispetto verso l'educatore

e

ricorderà ognor con grande piacere

la

direzione avuta, considerando tuttora quali padri e fratelli

i

suoi maestri e

gli

altri superiori ».

I

Re golamenti, aloro volta, ricantano

il

motivo dell'amore educativo:

« Ognuno procuri

di

larsi amarc se vuol farsi temere... ».

Il

Superiore,

riguardo alla categoria dei

difficili

« si mostri loro amico>»B.

Da

tutti gli

studiosi

di

Don Bosco

è

riconosciuta

la

centralità

peda-gosca

di

questa ispirazione intesa

in un

senso

più o

meno generico.

«

Il

genio della carità

in lui

era, dunque, genio creativo,

e

perciè

Ia

sua carità era carità dotta, senza perdere

nulla

della vibrante torza della dedizione amorosa,

si

faceva sollecita

e

intelligente azione preven-tiva del male e preparatrice delle condizioni più favorevoli per

il

nascere,

perdurare e svilupparsi del bene morale e intellettivo »e.

Più

concretamente,

Auffray:

«

Egli ha

tentato, quasi sempre con successo,

di

ricosuuire intorno al fanciullo

lo

spirito

di

famiglia... Ogni suo sforzo

fu

continuamente diretto ad ottenere nelle sue case

di

educa-1 Il Sistema Prcucntiuo nell'edacazione della giouentù.

8 Regolamento per le Case,.., Articoli generuli (preliminari).

e S. Gioa Bosco: Il Sistema Preuentiao, Sc-ritti e testimonianze, a cura di Vito G.

Ga-lati. Milano-Varese, Istit, Edit. Cisalpiao, 1943, p. 29.

177

zione

la

fusione dei cuori, ad affiatare,

in

una intimità

di

buona lega, superiore

ed

alunni... » 10. Secondo

il prof.

Habrich 11,

Don

Bosco ha lasciato soprattutto « l'esempio mirabile... dell'amore edwcatiao >>. E

«Metodo dell'aruore » è

il

titolo

di

uno studio

di M.

Casottilz.

Ancora vivente Don Boscq

il

Sac. Domenico Giordani aveva scritto un'opera

dal titolo

significativo

: I-a

Carità nell'educare

ed il

Siaerna

Preuentiuo del

più

grande educatore aiuente,

il

uenerando

D.

Gioaanni BoscoLS.

« I1 terzo elemento del sistema educativo preventivo

è

l'amore del-I'educatore verso l'educando...

Don

Bosco dice precisamente |'amoreao-lezza, che è l'amore che si esterna

in

parole, atti e perfino nell'espressione

degli occhi

e

del volto » 14.

E'

questo

un

lineamento caratteristico dello stesso temperamento

di

Don Bosco,

il

quale, nelle sue Memorie, ricorda come

il

bisogno di cuore e

di

famigliarità

fu

una delle esigenze giovanili da

lui più

forte-mente sentite, fino

a

soffrirne e a piangere. Ricordando

il

periodo della sua adolescenza, egli scrive: «

Io

vedeva parecchi buoni preti che lavo-ravano nel sacro ministero, ma non poteva contrarre con loro nessuna

famigliarità.

Mi

avvenne spesso

di

incontrare per

via il mio

prevosto

col suo viceparroco.

Li

salutava

di

lontano,

più

vicino faceva eziandio un inchino. Ma essi

in

modo grave

e

cortese restituivano

il

saluto conti-nuando

il

loro cammino.

Più

volte piangendo diceva

tra

me

ed

anche

Nel documento IL SISTEMA PREVEI\'IIVO (pagine 177-180)