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Aggettivi con interpretazione intersettiva vs non-intersettiva (semantica intensionale vs estensionale)

1.4. Classificazione degli aggett

1.4.1. Aggettivi con interpretazione intersettiva vs non-intersettiva (semantica intensionale vs estensionale)

La prima suddivisione che illustreremo riguarda quella che oppone gli aggettivi con interpretazione intersettiva a quelli con interpretazione non-intersettiva. Tale opposizione può essere esemplificata tramite la seguente frase inglese, ampiamente discussa in letteratura (cfr. ad esempio Vendler 1968: cap. VI, Siegel 1976, 1980, Larson 1995, 1998, 1999, Cinque 2005b, 2007b, Alexiadou, Haegeman & Stavrou 2007):

(45) Olga is a beautiful dancer

Il sintagma nominale che funge da predicato in (45) (i.e., a beautiful dancer) è ambiguo fra un’interpretazione intersettiva ed una non-intersettiva. Nel primo caso, l’individuo denotato da beautiful dancer è un membro dell’intersezione fra l’insieme degli elementi che hanno la proprietà di essere belli e quello degli elementi che hanno la proprietà di essere ballerini: in altre parole, l’aggettivo si applica all’estensione di dancer, vale a dire al referente che esso denota. Nel secondo

caratteristiche e le restrizioni osservate per la prima dicotomia si riscontrino anche nel caso della seconda. Tale predizione è infatti confermata dai dati: ad esempio, per ciò che concerne la differenza di presupposizione, è possibile osservare che la frase (44b), nella sua lettura restrittiva, presuppone l’esistenza di altre lezioni (oltre a quelle noiose a cui il parlante si riferisce) tenute da Ferri; al contrario, in (44a), così come nella lettura non-restrittiva di (44b), tale presupposizione è assente. Inoltre, i seguenti esempi illustrano che un aggettivo non-restrittivo si comporta come uno appositivo (opponendosi pertanto ad uno restrittivo) per ciò che concerne la possibilità che esso ha di modificare un nome proprio o un nome a referente unico (cfr. supra gli esempi (21) vs. (24) e (23) vs. (26)):

(i) La simpatica Giovanna è rimasta a casa (ii) Ho appena telefonato al mio caro padre

52 Come indica il titolo di questa sezione, l’opposizione fra aggettivi intersettivi e non-intersettivi è correlata a quella fra i concetti semantici di intensione ed estensione: il primo indica l’insieme delle proprietà o dei tratti pertinenti che caratterizzano i membri di un certo insieme o classe di entità; il secondo invece si riferisce all’insieme degli individui caratterizzati da tali proprietà.

caso, invece, l’aggettivo modifica l’intensione, o il ‘senso’, di dancer, e la sua interpretazione non è intersettiva quanto piuttosto avverbiale.53 Indichiamo qui di seguito due parafrasi corrispondenti alle

due possibili interpretazioni dell’esempio (45):

(46) a. Olga is beautiful and a dancer (cfr. interpretazione intersettiva di (45)) b. Olga dances beautifully (cfr. interpretazione non-intersettiva di (45))

Si noti che l’opposizione intersettivo vs. non-intersettivo è rilevante solo per gli aggettivi attributivi, vale a dire per quelli che fungono da modificatori (cfr. supra § 1.3.1). Al contrario, un aggettivo predicativo si applica sempre all’estensione del nome che funge da soggetto. Si consideri il seguente esempio:

(47) The dancer is beautiful

Nella frase in (47) l’aggettivo ed il nome a cui esso si riferisce sono gli stessi che abbiamo illustrato in (45), e la differenza fra i due esempi risiede nella funzione attributiva vs. predicativa dell’aggettivo stesso. Come è possibile osservare, a tale differenza di funzione è associata una differenza di interpretazione. Mentre infatti, come appena illustrato, l’aggettivo beautiful in (45) è ambiguo in quanto può applicarsi tanto all’estensione quanto all’intensione di dancer, in (47) questa seconda possibilità è esclusa: la proprietà di essere bello può soltanto applicarsi all’individuo denotato da dancer, e non al suo modo di ballare. In altre parole, l’unica interpretazione disponibile in (47) corrisponde a quella intersettiva di (45).

Tra le proposte di analisi del contrasto fra modificazione intersettiva e modificazione non- intersettiva, illustriamo qui di seguito quella di Siegel (1976, 1980) e quella di Larson (1995, 1998, 1999) e Larson & Segal (1995), che rappresentano due contributi particolarmente importanti per l’analisi semantica degli aggettivi.

Siegel (1976, 1980) propone un’analisi della modificazione aggettivale all’interno del quadro della Grammatica di Montague. Alla base di tale proposta c’è l’assunzione che “[a]djectives may be relative to common nouns they modify, or they may be free, absolute modifiers of individuals” (da Siegel 1980: v). In particolare, tale distinzione fra aggettivi relativi e assoluti è alla base dell’ambiguità del predicato in (45): l’esempio in questione, infatti, può significare da un lato che

53 Cfr. Jespersen (1924), Bolinger (1967), Benveniste (1974: cap. VIII), Lyons (1977: I, cap. 7), Demonte (1982, 1999a: 58, 1999b), Higginbotham (1985), Bouchard (1998, 2002), Alexiadou, Haegeman & Stavrou (2007). Come osservato da Dimitrova-Vulchanova (2003: 95) nella sua illustrazione dell’analisi di Bouchard (2002), gli aggettivi con semantica intensionale “modify something internal to N” (cfr. anche Lamarche 1991: 225, Demonte in stampa). Questa osservazione riflette la proposta di Pustejovsky (1991, 1995: 127-sgg.), secondo cui tali aggettivi vengono interpretati come modificatori di una parte dei ‘qualia’ che costituiscono la semantica del nome (cfr. anche Jackendoff 1997: 62- sgg.); questo punto verrà illustrato più in dettaglio nei §§ 2.1.3 e 2.2.

Olga è bella in quanto ballerina (aggettivo relativo), dall’altro che Olga stessa è bella (aggettivo assoluto).

Secondo l’autrice, un aggettivo con interpretazione intersettiva si distingue da uno con interpretazione non-intersettiva in quanto essi sono correlati ad una diversa funzione semantica. Il primo occorre a livello sottostante come predicato e dal punto di vista semantico esprime una funzione da entità a valori di verità (t///e) ed è estensionale. La combinazione di un aggettivo di questo tipo ed un nome viene interpretata come una congiunzione di predicati, che può essere espressa tramite un operatore-λ; tale risultato semantico corrisponde all’interpretazione intersettiva: (48) Modificazione intersettiva (t///e):

beautiful → beautiful'

beautiful dancer → λx[beautiful'(x) & dancer'(x)]

Un aggettivo con interpretazione non-intersettiva occorre invece, nell’analisi di Siegel (1976, 1980), come modificatore nominale e dal punto di vista semantico esprime una funzione da una denotazione di nome comune ad una denotazione di nome comune (CN/CN). Quando un aggettivo di questo tipo si combina con un nome, il risultato semantico che ne deriva è intensionale e corrisponde all’interpretazione non-intersettiva:

(49) Modificazione non-intersettiva (CN/CN): beautiful → beautiful'

beautiful dancer → beautiful(^dancer')

Nell’analisi proposta da Siegel (1976, 1980), dunque, l’ambiguità del predicato in (45) risiede nel fatto che beautiful è un aggettivo che appartiene ad entrambe le categorie illustrate in (48) e (49). Invece altri aggettivi appartengono solo ad una di queste due categorie: ad esempio, aggettivi come futuro, presunto, etc., che possono ricevere solo un’interpretazione non-intersettiva, appartengono solo alla categoria CN/CN (cfr. (49)), mentre quelli che possono ricevere solo un’interpretazione intersettiva (ad esempio carnivoro) appartengono solo alla categoria t///e (cfr. (48)).

Un’altra analisi formale che si propone di derivare l’asimmetria fra l’interpretazione intersettiva e quella non-intersettiva dei modificatori nominali è quella di Larson (1995, 1998, 1999) e Larson & Segal (1995: 497-sgg.). Tale analisi rappresenta una rielaborazione della teoria della modificazione avverbiale proposta in Davidson (1967) (nonché delle osservazioni di Davies 1991) ed una sua applicazione alla struttura del sintagma nominale. Nella teoria di Davidson (1967),

un verbo come dance non è un semplice predicato intransitivo (i.e., che seleziona un solo argomento), ma contiene una posizione argomentale per l’evento e:54

(50) dancing(e,x)

Tale proposta consente di analizzare la modificazione avverbiale come predicazione a proposito dell’evento introdotto dal verbo. Una frase come Olga dances beautifully avrà dunque una rappresentazione semantica come la seguente, in cui l’essere bello è predicato a proposito dell’evento e del danzare da parte di Olga:55

(51) ∃e[dancing(e,olga) & beautiful(e)]

Applicando l’ipotesi della presenza di una posizione per l’evento e alla struttura argomentale di un nome, Larson (1995, 1998, 1999) e Larson & Segal (1995: 497-sgg.) propongono di derivare l’ambiguità di un sintagma come quello in (45) nel modo seguente. Un aggettivo viene sempre interpretato come predicato56 (dunque, la sua semantica è sempre composizionale, vale a dire

intersettiva); tuttavia, poiché nella proiezione nominale è presente una posizione argomentale per l’evento e, un modificatore può predicare a proposito di due elementi differenti (i.e., l’individuo x denotato dal nome, oppure l’argomento-evento e). In altre parole, quando un modificatore (l’aggettivo beautiful, nel nostro caso) si combina con un nome che denota una coppia evento- individuo, tale modificatore può essere un predicato del parametro x (i.e., l’individuo dancer) oppure del parametro e (i.e., l’evento dancing):57

(52) Modificazione intersettiva:

Qe[dancing(e,olga) … beautiful(olga,C)] (53) Modificazione non-intersettiva:

Qe[dancing(e,olga) … beautiful(e,C)]

Come si può osservare, nell’analisi di Larson (1995, 1998, 1999) e di Larson & Segal (1995), l’interpretazione intersettiva illustrata in (52) può essere parafrasata come ‘Olga is a dancer and

54 Occorre tuttavia osservare che l’ipotesi dell’esistenza di un argomento-evento e non è priva di problemi all’interno della teoria-ϑ (su cui cfr. Chomsky 1981, 1986a).

55 La rappresentazione semantica in (51) è parafrasabile come ‘Esiste un evento e di danzare da parte di Olga, e tale evento è bello’.

56 Per una discussione su questo punto, cfr. Szabó (2001).

57 Nelle rappresentazioni semantiche in (52-53), tratte da Larson (1998), Q è un quantificatore dell’evento, mentre C indica la classe di comparazione dell’aggettivo beautiful; ad esempio, nell’interpretazione in (53), l’evento di danzare è bello in quanto evento-di-danzare (i.e., relativamente ad uno standard definito dall’insieme degli eventi-di-danzare); su questo punto, cfr. infra § 1.4.2.

Olga is beautiful’, mentre quella non-intersettiva in (53) come ‘Olga is a dancer and her dancing is beautiful’.