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Costruzioni monodefinite

Aggettivi attribut

2.4. Greco moderno

2.4.2. Costruzioni monodefinite

Come è possibile notare sulla base dei dati presentati nel § 2.4.1, le costruzioni MD costituiscono le strutture non marcate di modificazione aggettivale in greco, mentre quelle PD presentano invece un’articolazione dell’informazione marcata in quanto, come illustrato in (268-270), il nome-testa codifica informazione data o presupposta ed il modificatore viene interpretato come contrastivo.198

La nostra ipotesi iniziale per l’analisi di queste due strutture è dunque che ai MD possa essere applicato quanto abbiamo proposto nel § 2.2, mentre la derivazione dei PD richiede la presenza (e, dunque, la verifica) di ulteriori tratti correlati alla grammatica del discorso. In questa sezione presenteremo la nostra analisi dei MD, mentre la prossima sarà dedicata a quella delle strutture marcate rappresentate dai PD.

Come abbiamo già osservato in (255) e (257), nei MD gli aggettivi devono essere realizzati alla sinistra del nome, rispettando l’ordine fisso tipico dei modificatori prenominali (cfr. le gerarchie in (94-96), (137), (139) e (178)). Si noti inoltre che la posizione prenominale nei MD riguarda tutti i tipi di aggettivi; in ciò il greco si differenzia dunque da una lingua come l’inglese, che, come discusso a lungo nel § 2.2, presenta alcune “eccezioni” alla generalizzazione secondo cui gli aggettivi precedono il nome-testa (si considerino ad esempio gli aggettivi con complementi e gli altri casi di aggettivi postnominali che abbiamo mostrato nel § 2.2). Applicando ai MD la nostra analisi, tale posizione prenominale di tutti gli aggettivi attributivi suggerisce che qualsiasi aggettivo lessicale, a partire dalla posizione postnominale in cui viene generato (i.e., Compl,ConjP), sia attratto in Spec,AgrP, in modo analogo a quanto abbiamo proposto per gli aggettivi prenominali inglesi (cfr. (201)). Occorre tuttavia osservare che, se da un lato il tipo di movimento che ipotizziamo equivale a quello che abbiamo proposto nel caso dell’inglese, dall’altro la motivazione di tale movimento non può essere la stessa nelle due lingue, altrimenti non sarebbe possibile rendere

198 Si noti che la non marcatezza delle strutture MD è confermata anche dal fatto che, come osservato nel § 2.4.1, esse ammettono sempre due letture per ciò che concerne le opposizioni fra interpretazione intersettiva vs. non-intersettiva, restrittiva vs. non-restrittiva, etc., mentre le costruzioni PD hanno possibilità interpretative più limitate.

conto del fatto che in inglese, ma non in greco, esistono aggettivi postnominali. Vediamo dunque più in dettaglio la differenza fra quanto abbiamo osservato nel § 2.2 a proposito dell’inglese e le strutture MD del greco.

Per quanto riguarda l’inglese, abbiamo proposto che, mentre la posizione prenominale degli aggettivi funzionali corrisponde a quella di Merge, quella degli aggettivi lessicali è invece derivata da un movimento necessario per la verifica del tratto di numero: come abbiamo visto, tale analisi rende conto del fatto che da questo movimento sono esclusi gli aggettivi che non devono accordarsi in numero con il nome-testa in quanto non contribuiscono alla determinazione dell’estensione dell’espressione nominale nella quale occorrono (per questi aggettivi abbiamo proposto che essi vengono inseriti in una posizione esterna a NumP, come illustrato nella struttura in (208)). Poiché invece in greco anche gli aggettivi con complementi ed altri che non hanno alcun ruolo nel definire l’estensione del nome occorrono obbligatoriamente alla sua sinistra, bisogna ipotizzare che in questo caso il loro movimento sia causato dalla necessità di verificare tratti diversi da (o comunque non limitati a) quello di numero. In particolare, se si osserva con attenzione l’accordo che viene realizzato in maniera esplicita fra un nome ed i suoi modificatori aggettivali in greco, si può osservare che esso non è limitato al tratto di numero, ma riguarda anche il genere ed il caso, come illustrano i seguenti esempi:

(274) a. O kalos anthropos

ART.NOM.SG.M bello.NOM.SG.M uomo.NOM.SG.(M)

“Il bell’uomo/L’uomo bello”

b. I orea gineka

ART.NOM.SG.F bello.NOM.SG.F donna.NOM.SG.(F)

“La bella donna/La donna bella”

c. To kalo vivlio

ART.NOM.SG.NT bello.NOM.SG.NT libro.NOM.SG.(NT)

“Il bel libro/Il libro bello”

d. Tu kalu anthropu

ART.GEN.SG.M bello.GEN.SG.M uomo.GEN.SG.(M)

“Del bell’uomo/Dell’uomo bello”

e. Tis oreas ginekas

ART.GEN.SG.F bello.GEN.SG.F donna.GEN.SG.(F)

“Della bella donna/Della donna bella”

f. Tu kalu vivliu

ART.GEN.SG.NT bello.GEN.SG.NT libro.GEN.SG.(NT)

“Del bel libro/Del libro bello”

g. Oi kaloi anthropoi

ART.NOM.PL.M bello.NOM.PL.M uomo.NOM.PL.(M)

“I begli uomini/Gli uomini belli”

h. Oi orees ginekes

ART.NOM.PL.F bello.NOM.PL.F donna.NOM.PL.(F)

i. Ta kala vivlia

ART.NOM.PL.NT bello.NOM.PL.NT libro.NOM.PL.(NT)

“I bei libri/I libri belli”

Come è possibile osservare in (274), in greco sia il determinante sia gli aggettivi presentano una marca esplicita di accordo in genere, numero e caso con il nome-testa. La nostra proposta è dunque che (almeno) uno di questi tratti sia responsabile del movimento di tutti gli aggettivi lessicali alla sinistra del nome. Data la differenza che abbiamo riscontrato con l’inglese, ipotizziamo che in greco il sollevamento di un aggettivo lessicale dalla sua posizione di Merge (i.e., Compl,ConjP) a quella di Spec,AgrP sia reso necessario, oltre che dalla verifica del tratto di numero (che abbiamo proposto per l’inglese), anche da quella degli altri due tratti (i.e., genere e caso). In particolare, proponiamo che essi siano codificati in N° come tratti interpretabili e che siano condivisi dalle teste della proiezione estesa del NP tramite una relazione di Agree fra teste contigue, così come abbiamo illustrato in (199-200) per il tratto di numero:

(275)

Occorre tuttavia notare a questo proposito che, mentre l’ipotesi che il numero in inglese sia codificato in N° come tratto [+ interpretabile] è supportata empiricamente dal fatto che in questa lingua l’opposizione fra singolare e plurale è formalmente realizzata sempre e solo sulla testa

ColourP NP N° [iNUM] [iGND] [iCASO] Colour° [NUM] [GND] [CASO] … AgrP Agr° [NUM] [GND] [CASO] D’ D° [NUM] [GND] [CASO] DP Agree Agree ConjP (= ColourP) Conj’ Conj° APcolore Agree

nominale, nel caso del greco l’individuazione del locus sintattico in cui i tratti nominali hanno valore [+ interpretabile] appare più problematica. Come mostrano gli esempi in (274), infatti, i tratti di genere, numero e caso sono sistematicamente realizzati sia sul nome-testa sia sul determinante (oltre che su eventuali modificatori aggettivali); ciò impedisce dunque di capire quale delle due posizioni sia quella che codifica i tratti in questione in un modo rilevante per l’interpretazione semantica e quale invece realizzi gli stessi tratti in base ad un meccanismo di accordo superficiale. È tuttavia importante notare come in greco la presenza del determinante sia obbligatoria solo nel caso dei DP definiti: come osserveremo nel § 2.4.4, infatti, l’articolo indefinito è nullo. Di conseguenza, è ragionevole escludere l’ipotesi che i tratti di genere, numero e caso (che ovviamente marcano tutti i DP, indipendentemente dal valore del loro tratto di definitezza) siano interpretabili nella posizione di D° in quanto, almeno nel caso dei DP indefiniti, la realizzazione delle marche grammaticali ad essi associate non può avvenire su tale elemento. Il fatto che invece queste marche appaiano sempre (i.e., sia nei DP definiti sia in quelli indefiniti) in maniera esplicita sul nome-testa suggerisce che il locus sintattico in cui i tratti in questione sono interpretabili in greco sia la testa N°; la nostra proposta è dunque che la necessità di verificare i tratti di genere, numero e caso forzi il movimento di tutti gli aggettivi lessicali in Spec,AgrP, vale a dire in una posizione in cui (a differenza di quella di Compl,ConjP, in cui essi sono generati) essi possono instaurare una configurazione locale con una testa (i.e., Agr°) che codifica tali tratti.

Secondo quanto abbiamo proposto, quindi, ciò che distingue il greco dall’inglese è da un lato la natura rispettivamente “esplicita” vs. “astratta” dell’accordo degli aggettivi con la testa nominale nelle due lingue (solo in greco, infatti, tale accordo è morfologicamente visibile); dall’altro, mentre in inglese gli aggettivi inseriti all’esterno di NumP rimangono in situ (i.e., in Compl,ConjP) perché non devono verificare il tratto di numero in quanto non hanno alcun ruolo nel determinare l’estensione dell’espressione nominale in cui occorrono, in greco anche questi aggettivi sono attratti in posizione prenominale per accordarsi per altri tratti (i.e., genere e caso) con il nome-testa.

Sintetizzando ciò che abbiamo osservato finora, l’applicazione della nostra analisi ai modificatori aggettivali del greco prevede che gli aggettivi funzionali sono generati in posizione di Spec delle varie teste che costituiscono la proiezione estesa del NP, mentre quelli lessicali sono inseriti come predicati all’interno di una struttura di ConjP e sono poi obbligatoriamente attratti nello Spec della proiezione AgrP che domina immediatamente il ConjP per poter verificare l’accordo con il nome-testa in genere, numero e caso. Per maggiore chiarezza, illustriamo qui di seguito l’intera struttura di un sintagma nominale MD in greco, in modo che sia maggiormente evidente la posizione sintattica dei diversi aggettivi attributivi (per semplificare il diagramma, oltre

a tralasciare l’indicazione degli aggettivi relazionali, così come abbiamo già fatto nella struttura in (223), tralasciamo anche quella delle varie teste funzionali):

(276) DP AgrP QualityP AgrP ConjP (= QualityP) APquality APquality SizeP AgrP ConjP (= SizeP) APsize APsize TemporalP AgrP ConjP (= TemporalP) APtemp APtemp ShapeP AgrP ConjP (= ShapeP) APshape APshape ColourP ConjP (= ColourP) APcolour APcolour NP … N° … [iNUM] [iGND] [iCASO] tAPquality tAPsize tAPtemp tAPshape tAPcolour

Come mostra questa struttura, la nostra analisi dei due tipi di aggettivi (i.e., funzionali e lessicali), insieme con l’ipotesi del movimento di tutti gli aggettivi lessicali in Spec,AgrP, permette di rendere conto della posizione necessariamente prenominale di tutti i modificatori aggettivali in greco, dell’ordine rigido in cui essi sono realizzati e del loro accordo esplicito in genere, numero e caso con la testa nominale che modificano (oltre che dell’interpretazione dei vari aggettivi, su cui ci siamo soffermati nel § 2.2).