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2. L’uscita dalla tratta sessuale e le traiettorie di vita nel post trafficking

2.1 Verso l’affrancamento dal sex trafficking

2.1.3 Alcune riflessioni conclusive

finanziaria per sé stessi e la propria famiglia (figli, genitori e gli altri membri) (Cordisco Tsai, 2017). La difficoltà di trovare un impiego professionale alternativo influenza la possibilità di avere accesso al controllo delle finanze delle famiglie, ridistribuendo al proprio interno il reddito percepito e rendendo più faticoso l’abbandono di eventuali relazioni violente (Cordisco Tsai, 2017). A tal proposito il ruolo rivestito dai servizi anti-tratta appare controverso: in uno studio nepalese condotto su trenta giovani adulti, le ong locali impegnate in servizi di sostegno alle donne non godevano di una buona reputazione in quanto non preparavano le ragazze ad avere i giusti strumenti per l’inserimento nel mercato lavorativo/professionale (Dahal, Joshi, & Swahnberg, 2015). È evidente che avere basso capitale economico rende difficile l’uscita dalla prostituzione (Bincy & Nochajski, 2018) e anche nel percorso di presa in carico può facilitare il drop-out dai circuiti di supporto e la ricaduta nella prostituzione (Gonzalez, Spencer & Stith, 2019). Se la persona non viene accompagnata a rafforzare la propria posizione sociale, si corre il rischio di ricadere nella prostituzione (volontaria) una volta usciti dai programmi di assistenza, ricadendo tuttavia nel problema dello stigma sociale. In riferimento alle azioni di sistema, anche la presenza e gli interventi delle forze dell’ordine sono risultati essere significativi aiuti per l’uscita dallo sfruttamento dalla prostituzione (Dahal, Joshi, & Swahnberg, 2015).

Rispetto al piano socio-strutturale che stiamo osservando, occorre soffermarsi anche sull’influenza che il sistema culturale gioca nei percorsi di emancipazione. In questo senso, alcuni studi hanno cercato di comprendere se l’appartenere a una cultura collettivista o individualista crea differenze di percorsi di vita: in realtà l’aspetto interessante emerso dalle ricerche coincide con il fatto che lo sviluppare un atteggiamento in controtendenza rispetto all’andamento culturale comunitario sembra facilitare l’uscita. A titolo di esempio ci riferiamo allo studio condotto da Wilson & Nochajski (2016) in cui le donne indiane con un orientamento individualista (opposto alla cultura più ampia, che rientra tra quelle collettiviste) hanno maggior possibilità di sviluppare la prontezza al cambiamento e dunque di uscire dallo sfruttamento61.

Con questo lavoro di revisione della letteratura empirica concernente la tratta sessuale, siamo riusciti a dipingere un quadro più analitico ed evidence-based per quanto riguarda i fattori che intervengono su più livelli durante il percorso di uscita dalla tratta sessuale. Il lavoro di analisi della letteratura ha consentito di tenere insieme sia gli studi qualitative, ma anche quelli quantitative e mixed-method.

In generale emerge come ci siano aree geografiche e territoriali in cui sono più presenti studi scientifici sul tema: in particolare, la regione asiatica compresa tra l’India e il Nepal presenta un numero elevato di studi forse anche a causa della diffusione del fenomeno in quelle stesse aree (Kaufman & Crawford, 2011; Crawford & Kaufman, 2008). Ragionando per Paesi e zone geografiche è interessante confrontare i diversi tipi di prostituzione identificati nella revisione: generalmente gli studi orientali – asiatici - sulla prostituzione risultano inerenti all’indoor, in particolare si tratta di case chiuse, mentre nei contributi occidentali viene registrato con facilità pratiche prostituzionali outdoor. Queste variazioni potrebbero anche essere attribuite ai diversi sistemi legislativi e giudiziari applicati in ciascun paese62 e soprattutto al tipo di norme sociali legittimate in questi Paesi.

Soffermandosi sui risultati emersi dalla revisione rispetto ai fattori che intervengono su diversi piani nel processo di uscita dalla tratta, possiamo sinteticamente osservali nella

“Figura II. Fattori che intervengono nel processo di uscita dal sex trafficking”.

Riassumendo i risultati della review, possiamo dire che per ogni livello (individuale, relazionale e strutturale) sono stati identificati sette fattori facilitanti, mentre in generale sono emersi sette elementi di ostacolo e tre elementi ambivalenti. La differenza e lo sbilanciamento tra il numero di fattori facilitanti e quelli di ostacolo potrebbe essere connesso alla mancanza di attenzione da parte dei ricercatori rispetto alle “barriere” che le vittime incontrano durante l'uscita o al fatto che coloro che cercano di abbandonare il traffico sessuale sono costretti a ricorrere a molteplici risorse per sfuggire alla situazione di sfruttamento. Per quanto concerne i fattori ambigui ulteriori studi potrebbero esplorare a fondo il ruolo che questi elementi svolgono nel processo di emancipazione.

62 È evidente che il considerare o meno la prostituzione come un atto criminale può influenzare il tipo di atteggiamenti e comportamenti agiti anche da coloro che si occupano di gestire il traffico: tanto più è considerata un’attività criminale, quanto più verranno attuati sistemi di occultamento coincidenti, per esempio, con la pratica di prostituzione indoor.

Spostandosi sul piano strutturale, nello specifico verso i programmi di assistenza per le vittime, emerge che possono essere considerati risorse positive qualora aiutino le persone a entrare nella struttura socioeconomica del paese ospitante, vale a dire se non limitano la loro azione ai soli interventi d’emergenza. Il punto critico trasversale a tutti i livelli di indagine è inerente al problema della stigmatizzazione delle persone in uscita che possono essere etichettate dagli operatori socio-sanitari, così come dai cittadini comuni: a tal proposito la ricerca dovrebbe approfondire se e in quale modo è possibile uscire da dinamiche di stigmatizzazione per cercare nuove forme di convivenza e interazione sociale. Fortemente connesso al problema della stigmatizzazione è quello inerente al consumo di sostanze - emerso in questa revisione come elemento ambiguo – e allo stato di salute delle persone: nello specifico tra gli studi analizzati non è stata fatta alcuna menzione dell’HIV, una malattia che, al contrario, compare spesse volte nei dibattiti scientifici che si occupano di prostituzione in generale proprio perché risulta impattare fortemente nei processi di inserimento sociale (Sarkar et al., 2018; Decker, McCauley, Phuengsamran, Janyam & Silverman, 2011). Molto probabilmente tale dimensione non è emersa negli studi osservati non tanto perché inesistente, ma piuttosto perché non considerata un fattore che interviene sulla decisione e motivazione ad uscire, quanto piuttosto sull’integrazione sociale.

Il lavoro di revisione che abbiamo effettuato ha cercato di colmare una lacuna presente nella letteratura internazionale offrendo approfondimenti operativi per coloro che lavorano nei servizi di supporto per le vittime della tratta di sesso. L’obiettivo iniziale era quello di

provare a osservare in che modo le persone riescono ad affrancarsi dal trafficking cercando di integrare modelli teorici con dati provenienti dalle ricerche. Un simile sforzo consente da una parte di identificare quali sono le proprietà culturali e sociali che mediano l’agency dell’individuo, dall’altra, su un piano più operativo, fornisce suggestioni per i responsabili politici o coloro che lavorano nei servizi di assistenza o nelle ong e sono interessati a comprendere quali dimensioni possono essere utilizzate per sostenere le vittime nell’abbandono dei circuiti di sfruttamento. Il processo di uscita è in effetti un percorso complesso in cui molti elementi si combinano tra di loro: è necessario sapere quali debbano essere rafforzati, quali limitati e quali tenuti sotto osservazione in virtù della loro ambiguità. Al fine di acquisire una migliore comprensione del fenomeno, potrebbe essere utile condurre ulteriori studi quantitativi, poiché le ricerche qualitative sono molto più numerose, forse anche per la complessità di reperimento del campione; a tal proposito meta-regressioni sui processi di uscita effettuati per il tipo di traffico (nazionale o transnazionale) e il tipo di sfruttamento (indoor e outdoor) potrebbero essere compiuti per approfondire la conoscenza del fenomeno. In aggiunta sarebbe importante studiare in profondità non solo il tratto di vita connesso all’abbandono della tratta, ma anche cosa accade alle vittime una volta abbandonati i programmi di protezione. Sebbene ci siano infatti molti studi che valutano l’efficacia degli interventi di assistenza e i tipi di servizi attivati per le vittime (Cox, 2018; Hammond & Mcglone, 2014), pochi forniscono valutazioni di follow-up a lungo termine e ancor meno sono quelli che mettono a fuoco le traiettorie di vita di queste persone una volta concluso il percorso di accoglienza. Le informazioni che si hanno in questo senso sono estremamente frammentate e spesse volte passano in secondo piano.

In conclusione a questo primo paragrafo e al lavoro di revisione che abbiamo effettuato vogliamo rapidamente metterne in luce alcune criticità: in primo luogo è stato possibile effettuare un’approfondita analisi della letteratura basandosi solamente su quella redatta in italiano e in inglese; poiché il traffico sessuale è un fenomeno diffuso in tutto il mondo, potrebbero esserci altri importanti studi pubblicati in lingue diverse che non siamo riusciti a includere nella recensione63. In secondo luogo, le definizioni utilizzate per fare riferimento allo human trafficking sessuale non sono sempre omogenee a livello di letteratura internazionale: questo in parte ci ha costretto ad escludere molti studi

63 Riteniamo tuttavia che la scelta di selezionare materiale scritto in inglese e italiano non sia particolarmente limitante in quanto orami la tendenza internazionale è quella di pubblicare studi e riflessioni in lingua anglofona.

identificati in un primo momento di revisione, ma che con un lavoro più accurato di screening e selezione abbiamo dovuto eliminare. Allo stesso tempo il fatto di non utilizzare una stessa terminologia aumenta il rischio di non identificare facilmente studi interessanti in materia, ma che utilizzano un linguaggio differente per la descrizione della tratta. In terzo luogo occorre mettere in evidenza come in molti casi gli studi non erano molto esaustivi: le informazioni rispetto al tipo di sfruttamento o alla direzione del percorso migratorio (intra-nazionale o transnazionale) non erano precise. Tali criticità rivelano, in sintesi, un bisogno reale di portare avanti la riflessione scientifica sul tema in modo da poter leggere in maniera chiara e consapevole uno dei fenomeni mondiali più significativi degli ultimi venti anni.

2.2 Che cosa accade dopo i programmi di assistenza? Prospettive di vita e