• Non ci sono risultati.

4. Il lavoro di ricerca: il contributo empirico

4.2 La metodologia

4.2.3 Gli strumenti della ricerca

In linea con gli obiettivi dello studio, si è scelto di inserirsi nella tradizione di ricerca che da molto tempo ormai è stata definita “qualitativa” (Bichi, 2005) avvalendoci quindi di tecniche non standard capaci di indagare esperienze di vita e storie personali come quelle esplorate nella presente indagine. Per poter studiare le contingenze di carriera e la riflessività delle donne uscite dalla tratta sessuale, infatti, occorreva creare un contesto di raccolta di informazioni adeguato a rilevare in profondità le testimonianze di vita dei soggetti implicati cogliendo la complessità delle loro traiettorie (Roulston & Choi, 2018).

Questo ha portato a scegliere come principale strumento di indagine il racconto di vita (Bertaux, 1998) per le principali protagoniste della ricerca affiancato dall’utilizzo di

101 Solitamente ritroviamo anche in questo caso psicologi, educatori, assistenti sociali, specializzati cooperazione e relazioni internazionali.

interviste semi-strutturate per il gruppo di operatori inclusi nello studio. Accanto a simili ragioni, la scelta di prediligere tali tecniche di rilevazione (soprattutto per quanto concerne i racconti di vita) si deve al desiderio di voler restituire, per quanto possibile, “potere di espressione” e “voce” a soggetti che solitamente rimangono nelle retrovie, emarginati anche quando si discute delle vicende che li hanno direttamente coinvolti e interessati:

solitamente sono infatti le percentuali e le statistiche a raccontare il fenomeno, rischiando di marginalizzare le narrazioni dei principali protagonisti. La ricerca non standard, grazie al carattere militante che fin dall’origine l’ha sempre contraddistinta, poteva anche in questo caso offrirsi come occasione unica di voice nei confronti di soggetti considerati molte volte di secondaria importanza (Jackson & Mazzei, 2008). Nelle pagine seguenti, dunque, presenteremo i due strumenti impiegati nel corso della rilevazione empirica con il campione della ricerca.

a. L’intervista semi-strutturata

Lo strumento utilizzato per raccogliere le informazioni con il gruppo degli operatori è stata l’intervista semi-strutturata in cui “viene posta una serie di domande, sempre le stesse e nello stesso ordine per tutti, lasciando libero l’intervistato di rispondere come crede”

(Bichi, 2005, p. 23). Nonostante questa forma d’intervista preveda un alto grado di strutturazione, la sua conduzione permette, infatti, l’utilizzo di variazioni dipendenti dalle risposte date dal soggetto o dal contesto/situazione in cui avviene l’intervista tale per cui è legittimata l’inversione della struttura dell’intervista stessa, introducendo talvolta nuovi concetti che permettono di arricchire il materiale di ricerca. In questo senso si tratta di una tecnica che presenta un livello medio sia per quanto riguarda la direttività, sia per quanto riguarda la standardizzazione.

Rispetto al gruppo degli operatori, si è deciso di condurre interviste semi-strutturate per i seguenti motivi: in primo luogo l’obiettivo era di indagare precisi aspetti e dimensioni delle donne/colleghe impegnate negli enti anti-trafficking tale per cui era necessario accompagnare gli intervistati a concentrarsi solamente su specifiche aree tematiche evitando. Allo stesso tempo occorreva una traccia duttile e flessibile, in cui lasciare spazio anche ai rilanci, ai chiarimenti e approfondimenti (Tusini, 2006) in modo da evitare un’eccessiva rigidità che avrebbe ben poco aiutato a definire inizialmente i contorni del fenomeno da indagare.

Passando a illustrare, nello specifico, la traccia utilizzata per la conduzione delle interviste con gli operatori, sentiamo di sottolineare come due fossero gli obiettivi principali connessi ad essa:

1. indagare le caratteristiche e il ruolo, le funzioni e il potere esercitato/vissuto dalle donne ex vittime di tratta all’interno degli enti, esplorando anche i processi di entrata e/o uscita nello stesso ente;

2. indagare il tipo di rappresentazione che gli operatori posseggono delle donne ex vittime di trafficking impegnate negli enti anti-tratta.

In questo modo, in sede di analisi sarebbe stato possibile:

a) raccogliere informazioni rispetto alle caratteristiche socio-relazionali delle donne ex vittime di tratta

b) far emergere e confrontare le rappresentazioni e le posizioni che le donne e gli operatori hanno delle donne stesse ex vittime di tratta all’interno dell’ente

c) far emergere e confrontare gli orientamenti culturali/valoriali che le donne e gli operatori hanno dell’ente, ricostruendo dunque i significati dell’agire corporato (Archer, 2003, 2007)

Dopo aver definito obiettivi e senso della traccia, si è proceduto con l’elaborare una prima versione dell’intervista semi-strutturata; sono state quindi condotte un paio di interviste pre-test per verificare la bontà della traccia al termine delle quali è stato possibile modificare e togliere alcune sezioni ridondanti o ritenute fuori tema. Riportiamo a seguire la traccia finale utilizzata con il gruppo degli operatori:

Tabella 5 Traccia intervista semi-strutturata utilizzata con il gruppo degli operatori INTRODUZIONE

Come prima cosa le chiederei di presentarsi brevemente raccontando di che cosa di occupa all’interno dell’ente dove lavora [modalità di conduzione non direttiva. Attenzione alle seguenti dimensioni]:

1. Ruolo 2. Compiti

3. Equipe di lavoro (colleghe) 4. Da quanto tempo lavora nell’ente?

5. Con quale motivazione?

CARATTERISTICHE E PROCESSO DI ENTRATA DELLE DONNE USCITE DALLA TRATTA, IMPEGNATE IN ENTI ANTI-TRAFFICKING

Parliamo delle operatrici ex vittima di tratta che lavorano con lei/con cui entra in contatto. Rispetto a queste colleghe, mi potrebbe raccontare, in particolare:

1. Quante sono?

2. Chi sono?

• Nazionalità

• Età

3. Da quanto tempo lavorano nell’ente/ da quanto tempo collaborano con voi?

4. Come sono arrivate a lavorare/collaborare in questo ente? Chi/che cosa ha favorito il loro ingresso/avvicinamento?

5. Sono state vostre utenti precedentemente?

• Se sì, si differenziavano dagli altri utenti?

• In che modo? Per cosa? (reti sociali e familiari, motivazioni personali, valori…)

6. Se ci sono stati dei cambiamenti nel tempo rispetto alla presenza di queste colleghe?

(cambiamenti/allontanamenti/ampliamenti di assunzioni) Come mai? In che modo sono avvenuti?

7. Ci sono stati dei fallimenti? O delle problematicità? Quali?

RUOLO/COMPITI DELLE DONNE USCITE DALLA TRATTA, IMPEGNATE IN ENTI ANTI-TRAFFICKING

Potrebbe specificare:

1. Quali ruoli occupano all’interno dell’organizzazione?

• Posizioni ricoperte

• Tipo di presenza (stabile o non stabile; continua o discontinua; interna o esterna)

• Potere decisionale all’interno dell’ente 2. Quali compiti/funzioni portano avanti?

3. Quali sono le competenze/conoscenze di cui sono portatrici?

4. Quali sono le competenze/conoscenze che hanno dovuto apprendere? In quale modo?

5. Che tipo di relazione hanno con gli utenti? (come vengono “viste” dalle utenti delle strutture?) 6. Che tipo di relazione hanno con gli altri operatori/ eventuali volontari?

7. Che tipo di relazione hanno con la medesima comunità etnica di appartenenza presente sul vostro territorio?

8. Che tipo di relazioni hanno con le famiglie di origine? E con quelle costituite?

RAPPRESENTAZIONE DELLE DONNE USCITE DALLA TRATTA, IMPEGNATE IN ENTI ANTI-TRAFFICKING

1. Come giudica la loro presenza all’interno dell’ente per cui lavora? (vantaggi/svantaggi)

2. Se e quali contributi offrono all’ente presso cui lavora? Come la loro presenza ha modificato le attività proposte dell’ente?

3. Quali esperienze hanno contribuito a formale questa sua opinione?

4. Quali sono le motivazioni/ragioni che secondo lei sottostanno alla loro scelta di lavorare presso questo ente?

b. Il racconto di vita

Per la rilevazione delle informazioni derivanti dal gruppo di donne uscite dalla tratta sessuale ora impegnate nel contrasto dello stesso fenomeno è stato utilizzato il racconto di vita, ovvero la narrazione focalizzata su uno o più segmenti di vita delineata da un soggetto sotto la guida di un ricercatore. Il primo a introdurre l’espressione di recit de vie, racconto di vita, è stato Bertaux che chiarisce la necessità di separare i termini, spesse volte sovrapposti, di storie di vita e racconti di vita: nel primo caso, infatti, si ha l’obiettivo di raccogliere la totalità di un’esperienza vissuta, mentre nel secondo caso si prendono in esame solamente alcuni singoli episodi o frammenti della vita di un soggetto. La scelta di uno strumento di rilevazione di tipo narrativo per la ricerca si deve alla capacità di esso di mettere in evidenza i meccanismi di funzionamento e le logiche di azione dei diversi

oggetti sociali che si sta studiando, siano essi mondi sociali o categorie di situazioni102, come quelle del nostro campione. In questo secondo caso, infatti, “il ricorso ai racconti di vita si rivela […] particolarmente efficace, poiché questa forma di raccolta dei dati empirici permette la costruzione delle traiettorie che permettono di evidenziare i meccanismi e i processi attraverso i quali i soggetti si sono venuti a trovare in una data situazione e come si sforzano per gestirla” (Bertaux, 1998, p. 38). Proprio per questa ragione ci è sembrato opportuno utilizzare i racconti di vita per indagare le contingenze di carriera delle donne della ricerca; allo stesso tempo, l’obiettivo è stato quello di focalizzarsi su alcuni snodi e frammenti specifici della vita delle intervistate connessi all’esperienza di essere state trafficate: il ricorso alle storie di vita sarebbe stato, quindi, eccessivamente dispersivo e per tale ragione si è proceduto con l’optare per il racconto di vita. Quest’ultimo, collocandosi come un sotto-tipo di intervista biografica (Bichi, 2002), si caratterizza per un basso livello di standardizzazione e di direttività, ma per un’alta strutturazione della traccia: nonostante l’elevato grado di articolazione dei temi, l’intervistatore è libero di seguire il flusso cognitivo e logico dell’intervistato, senza forzare la persona a rispondere a tutte le domande. Tali caratteristiche ben rispondevano alle esigenze di flessibilità e apertura necessarie per la creazione di un buon clima di fiducia indispensabile per la conduzione di interviste con persone aventi un background culturale differente da quello dell’intervistatore, con livelli di italiano diversificati tra loro e soprattutto aventi come oggetto di indagine vissuti personali particolarmente delicati seppur riferiti alla propria storia passata.

Prima di approfondire la struttura dello strumento utilizzato, vogliamo precisare che il racconto di vita è stato preceduto dalla raccolta di alcuni dati socio-demografici riferiti alle seguenti variabili: età, genere103, provenienza (paese di origine), tipo di ruolo ricoperto nell’ente, percorso legale effettuato. La traccia dell’intervista è stata idealmente suddivisa in 6 sezioni, ognuna con un obiettivo preciso:

• La prima parte riguarda il contesto socio-culturale di provenienza delle donne: essa mira a ricostruire il contesto di provenienza, le esperienze familiari, scolastiche, lavorative, associative, gli interessi personali, la rete sociale dell’intervistato appartenenti al periodo antecedente la decisione di migrare. Queste informazioni sono

102 Si tratta di gruppi di persone che non necessariamente formano un vero e proprio mondo sociale, ma i cui membri sono accomunati dal vivere la medesima condizione di vita. Esempi di categorie di situazioni sono

“padri divorziati”, “portatori di una malattia cronica”; “madri che allevano da sole un figlio.

103 Anche se il campione era riferito alle donne, si è scelto di specificare il genere in modo da identificare eventuali transgender non dichiarati nel momento di reclutamento del campione.

indispensabili per fotografare la persona nella sua interezza, oltre che per cogliere, in un secondo momento in fase di analisi, i possibili legami tra contesto socio-culturale di provenienza e ingaggio in organizzazioni anti tratta.

• La seconda parte, inerente al progetto migratorio e al trafficking vuole ricostruire, per l’appunto, il progetto migratorio iniziale dell’intervistato cogliendo le motivazioni alla base della scelta di partire e le rappresentazioni del contesto di arrivo. Questo aspetto è particolarmente importante perché consente di indagare gli “interessi primari” (Archer, 2000) dell’intervistato prima della partenza verso l’Italia per poi confrontarli con quelli vissuti dopo l’esperienza del trafficking. Chiaramente questa parte dell’intervista mette in luce anche le fasi del viaggio migratorio alla luce dell’esperienza di trafficking vissuta.

• La terza sezione della traccia prende in esame la svolta, ovvero l’uscita dallo sfruttamento sessuale. Particolare attenzione viene rivolta alle strategie impiegate per uscire dalla tratta, facendo emergere le motivazioni, gli attori e gli eventi ritenuti significativi e determinanti per il ritorno alla “normalità” nonché gli snodi legali e sociali che hanno caratterizzato l’uscita dallo sfruttamento. Queste informazioni sono essenziali per mettere in luce l’avvio del processo di consapevolezza rispetto all’esperienza di sfruttamento vissuta, finalizzato all’emancipazione dell’intervistato.

• La quarta sezione si riferisce all’ingresso presso gli enti anti-tratta e intende analizzare il processo d’ingaggio nelle organizzazioni. Anche in questo caso sono state analizzate le motivazioni, i rapporti con le istituzioni, le relazioni (lavorative, familiari, relazionali informali- rete amicale) e le risorse che hanno favorito e sostenuto l’inserimento lavorativo in enti anti-tratta. Tali informazioni possono essere utilizzate in fase di analisi per comprendere se, in che modo e secondo quali motivazioni l’intervistato è divenuto parte di un’agency corporata, studiando i processi di ri-socializzazione dell’intervistato connessi all’entrata nell’organizzazione.

• La quinta sezione riguarda invece il presente: essa mira a far emergere la forma di attorialità sociale costruita dal soggetto. In questo senso vengono approfonditi gli spazi di partecipazione vissuti dall’intervistato, il senso attribuito a questi, il potere che come membro di un’organizzazione viene esercitato all’interno del più ampio contesto sociale. Infine, saranno analizzate le principali conseguenze ed effetti (attesi e/o avvenuti) dell’impegno in enti anti-tratta sulle relazioni sociali, sulla vita scolastica/lavorativa, sulla rappresentazione personale.

• La sesta parte della traccia conclude l’intervista ed è dedicata al futuro. L’intervistatore congeda l’intervistato chiedendogli di pensare al suo futuro e di indicargli progetti, attese, speranze, paure. Questa parte dovrebbe far in modo di concludere l’intervista in maniera lieve, alleggerendo “emotivamente” l’intervistato. Riportiamo qui sotto la traccia del racconto di vita utilizzato.

Tabella 6 Traccia racconto di vita utilizzato con il gruppo di donne uscite dalla tratta, impegnate in enti anti-trafficking

TRACCIA D’INTERVISTA

Vorrei che mi parlassi di come sei arrivata a lavorare in questa organizzazione a partire da dove vuoi…

1. Contesto socio-culturale di provenienza 1.1 Contesto di provenienza

- Paese di origine

- Contesto rurale/urbano

- Migrazioni interne/verso altri paesi 1.2 Famiglia di origine

- Composizione

- Attività lavorative dei membri e altre fonti di reddito

- Titolo di studio dei membri

- Clima familiare

• Rapporto tra coniugi

• Rapporto genitori-figli [attenzione famiglie poligame]

• Rapporto tra sorelle/fratelli

• Rapporti con altri membri del nucleo familiare allargato

- Relazioni con l’esterno (apertura/chiusura familiare)

• Rapporto con altre famiglie del contesto

- Modelli di riferimento e orientamento valoriale (anche in termini di norme, tradizioni, riti, memorie…)

• Politici

• Religiosi

• Economici (rapporto tra generi)

- Concordanze/discrepanze con la famiglia d’origine in merito a:

• Stile di vita

• Modelli di riferimento e orientamenti di valore 1.4 Scolarizzazione

- Itinerario scolastico

• Tipo di scuola

• Motivazione della scelta compiuta

• Interruzioni (abbandoni definitivi/provvisori)

• Cambi di scuola

• Bocciature

- Rapporto con insegnanti

- Rapporto con compagni 1.5 Esperienze lavorative

- Numerosità

- Genere

- Durata

- Significatività

- Rapporto con i colleghi

1.6 Relazioni sentimentali/affettive/amicali

- Esperienza di fidanzamento/matrimonio/convivenze

- Figli

- Separazioni/allontanamenti

- Fratture con rami della famiglia estesa

- Rete amicale

1.7 Gestione del tempo libero

- Gruppi contesti informali

- Partecipazione ad associazioni e/o movimenti

• Forma associativa (religiosa, politica, culturale, sportiva/espressiva)

• Intensità di partecipazione

• Rapporto con altri membri

- Interessi personali

- Hobbies 1.8 Progetti di vita

2. Prima fase: progetto migratorio e trafficking 2.1 Decisione di emigrare

- Progetto migratorio (desideri, obiettivi, mete)

- Ruolo della famiglia e/o altri significativi

- Eventi scatenanti (separazioni, pericoli familiari, perdita di lavoro…)

- Rappresentazione del paese di destinazione

• Fattori attrattivi (condizioni lavorative, economiche, sociali, politiche, familiari)

• Fonti di informazioni

• Esperienze migratorie precedenti 2.2 Trafficking

- Reclutamento

- Trasporto (smuggling)

• Paesi attraversati

• Mezzi di trasporto

• Durata (tempo del viaggio)

• Soste

• Ingresso in Italia a) Legale b) Non legale

- Alloggiamento

- Sfruttamento

3. Seconda fase: uscita dallo sfruttamento 3.1 Motivazioni

- Decisione autonoma (motivazione auto-diretta)

• Estinzione del debito

• Valori

• Spiritualità

• Uso di sostanze (alcool/droghe)

• Benessere (protezione personale)

• Situazione legale

- Decisione eteronoma (motivazione etero-diretta)

• Parenti o familiari

• Partner

• Clienti

• Amici

• Colleghi di lavoro

• Operatori sociali (unità di strada/bassa soglia/assistenti sociali…)

• Forze dell’ordine

• Figure religiose

• Altri significativi 3.2 Aspetti legali

- La denuncia

- Il permesso di soggiorno

• Tipo

• Tempi di attesa

• Acquisizione dello status di migrante regolare

- Programma di assistenza 3.3 Prima accoglienza

- Ingresso nell’alloggio (casa/comunità)

- Assistenza psicologica, medica, sociale

- Rapporto con le compagne

- Rapporto con la famiglia

- Rapporto con le forze dell’ordine

- Rapporto con gli operatori

• Volontari

• Educatori alla pari

• Mediatori

• Medici

• Psicologi

• Educatori

• Assistenti sociali

- Rapporto con altri significativi 3.4 Seconda accoglienza

- Costruzione di un nuovo progetto di vita

• Firma del contratto

• PEI condiviso

• Stile di adesione (attivo/passivo)

- Regole restrittive

- Scolarizzazione

• Formazione professionalizzante

• Alfabetizzazione

• Durata del percorso di studi

- Esperienze di lavoro

• Accompagnamento alla ricerca del lavoro

• Atteggiamento (passivo/attivo)

• Stage, tirocini

• Rapporto con i colleghi

• Rapporto con i clienti

• Livello di soddisfazione

• Difficoltà

• Competenze apprese

- Rete amicale

- Relazioni sentimentali

- Rapporti con la famiglia di origine

- Rapporto con le altre ospiti

- Rapporto con gli operatori

• Volontari

• Educatori alla pari

• Mediatori

• Medici

• Psicologi

• Educatori

• Assistenti sociali 3.5 Autonomia

- Situazione abitativa

• Persone significative

• Significato

• Tipo di alloggio

• Conviventi

• Luogo di residenza

• Difficoltà incontrate

- Lavoro

• Genere

• Durata

• Significatività

• Entrate economiche

- Progettualità di vita

• Luogo di residenza

• Obiettivi personali a) Professionali b) Scolastici a) Familiari

i) Di origine (ricongiungimento/allontanamento) ii) Costituita (relazioni sentimentali)

b) Sociali

- Rete amicale

• Gruppi frequentati a) Numerosità b) Stili di vita

c) Appartenenza etnica d) Status socio-economico e) Lavoro

f) Modelli di riferimento e orientamenti di valore i) Politici

ii) Religiosi iii) Economici

iv) Relazioni gerarchiche - Relazioni tra sessi

4. Terza Fase: ingresso in enti contro la tratta sessuale