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3. Alcuni dati sulla situazione delle Comunità educative e dei minori allontanat

3.1 Alcuni dati relativi alla Regione Marche

Nella Regione Marche i minori fuori dalla famiglia, secondo i dati relativi al 2011 sono 815, di cui 496 inseriti nelle Comunità, (AaVv, 2013:3) “il ‘tasso di allontanamento’ è leggermente inferiore al dato nazionale (circa 3,2 contro 3,9), ma con un’ancora forte preponderanza dell’accoglienza residenziale rispetto all’affidamento familiare” (ibid:2). Un interessante dato però in merito all’affido è la presenza di un buon numero di stranieri che vengono accolti in famiglie anche “omoculturali”, ovvero famiglie dello stesso paese d’origine del ragazzo ospitato temporaneamente. (ibid:7).

Guardando indietro, se i dati rilevati nel 1958 testimoniano che la regione aveva il più alto tasso di posti letto negli istituti rispetto ad altre regioni, nel ’98 questa situazione varia diminuendo notevolmente il numero di accolti. (AaVv 1999:.28) Nel 2011 le Comunità residenziali sono 73, di cui 36 Comunità educative, le altre sono Comunità madre- bambino, Case famiglia, Comunità familiari. La provincia di Macerata ha il più alto tasso di posti letto di tutta la regione: 115 su 404, (AaVv 2013, p.6) mentre per quanto riguarda gli ‘interventi’ da parte degli Ambiti Territoriali Sociali (ATS), ovvero quei servizi che ‘prendono in carico’ i minori, il comune di Ancona registra il numero più alto registrando 99 ragazzi nel 2011; la maggior parte delle prese in carico dei minori collocati in Comunità sono filtrate dal Tribunale per Minorenni (ibid:25) ed il numero totale di interventi è maggiore rispetto ai ragazzi in Comunità poiché spesso c’è bisogno di intervenire più di una volta sulla stessa situazione (ibid:3). Per quanto riguarda i ragazzi di origine straniera il numero di accolti è di 243 ragazzi, di cui 120 sono minori stranieri non accompagnati (ibid:9) La regione risulta quindi essere fra le prime tre in Italia ad avere un così alto numero di stranieri accolti nelle strutture (AaVv:2014:36).

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Per quanto riguarda le Comunità della provincia di Macerata si sono raccolte informazioni attraverso una ricerca sul web e la consultazione delle tesi di Fiorillo (2013) e Luchetti (2007), che hanno svolto delle ricerche includendo fra i dati riportati i contenuti delle interviste ai responsabili di alcune Comunità.

Le quattro Comunità educative dell’Associazione Piombini-Sensini Onlus, si collocano al fianco de “la Goccia”, e “l’A.C.S.I.M.. La Comunità familiare la Goccia è proposta tra i servizi alla famiglia dell’Associazione omonima nata nel 2001 e promossa dall’Azione Cattolica Diocesana. L’Associazione promuove iniziative di sensibilizzazione all’affido, supporto alla famiglia, sportello per l’adozione internazionale e un centro studi che svolge attività di sensibilizzazione all’affido. L’A.C.S.I.M, invece, Associazione Centro Servizi agli Immigrati, offre una Comunità dove sono accolti per lo più minori stranieri non accompagnati: dal 2001 al 2006 sono stati ospitati 198 ragazzi, di cui soltanto 23 ragazze. Le tre associazioni collaborano e sono in buoni rapporti tra di loro, come ho potuto osservare durante la ricerca sul campo.

Allargando lo sguardo al resto della provincia, ci sono diverse Comunità dislocate nel territorio maceratese.

L’Associazione Glatad, di Tolentino, offre servizi alla famiglia e di prevenzione al disagio sociale, accogliendo minori nella struttura “la Casa sul colle”. Principalmente vengono accolti ragazzi adolescenti, italiani, minori stranieri non accompagnati, e ragazzi inviati dal Centro di Giustizia minorile.

La cooperativa sociale “Pars. Pio Carosi” di Corridonia, gestisce tre Comunità per minori dislocate nella provincia, Corridonia, Civitanova Marche e Camporotondo del Fiastrone. Offre anche servizi per disabili, famiglia, anziani, ha costituito una rete di famiglie che vanno a supportare la vita delle Comunità in quello che viene chiamato “il Villaggio”. Anche l’Associazione “Scuola di discussione” nata alla fine degli anni ’70 sempre a Corridonia, offre tre diverse Comunità per minori, una per minori fino a dieci anni, una per ragazzi dai tredici ai diciotto anni e una per gestanti e madri con bambini.

Le Comunità “il Gambero” e “La Gemma” di Pioraco , nate per ospitare adolescenti maschi e femmine, vengono ospitati ragazzi tra i 16 e i 18 anni.

Un’importante realtà nell’ambito dell’accoglienza dei minori è quella di “Capodarco”, nella provincia di Fermo, che offre nella regione tre Comunità educative per minori, e gestisce diverse altre Comunità educative dislocate sul territorio italiano e all’estero.

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Nella provincia di Ancona, la Comunità educativa “Claudia Tortorelli”, la “Cooperativa Vivere Verde”, con tre Comunità educative per minori e una Comunità per mamme con bambini, “L’Oikos” di Jesi con due Comunità per minori.

Un elemento comune a tutte le Comunità per adolescenti è la convivenza di italiani inseriti per allontanamento dal nucleo familiare, di stranieri non accompagnati, e di ragazzi inviati dal circuito penale, che sono in un periodo di “messa alla prova”, un provvedimento giudiziario che predilige l’aspetto educativo su quello punitivo, inserendo il minore in Comunità educativa piuttosto che nel carcere minorile.

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III CAPITOLO: PRESENTAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE PIOMBINI-SENSINI ONLUS E LE CARATTERISTICHE DELL’ACCOGLIENZA IN COMUNITA’.

In questo capitolo intendo presentare l’Associazione, inquadrandola dal punto di vista dei servizi, delle collaborazioni con le reti nazionali e locali e della mission di accoglienza per minori in strutture residenziali, specificando le diverse tipologie di utenza e l’organizzazione del personale educativo.

Proporrò solo in un secondo momento l’excursus storico dell’Associazione, per permettere al lettore un confronto con il passato avendo in mente ciò che l’Associazione offre oggi e specificando le variazioni delle motivazioni e modalità di accoglienza. Ripercorrerò brevemente i 120 anni trascorsi dalla sua fondazione, lasciando emergere questioni normative, organizzative ed elementi di differenziazione/continuazione delle pratiche quotidiane. Illustrerò le recentissime ed importanti trasformazioni strutturali, che all’inizio della ricerca erano state presentate dall’Associazione come prospettive future e che sono state realizzate in questa primavera.

Come ultima sezione di approfondimento, preliminare al capitolo etnografico e con fini comparativi, riporterò la descrizione del vecchio edificio, ben diverso dalla Comunità che verrà presentata successivamente. Offrirò una generica definizione della temporaneità dell’inserimento in Comunità e del processo assistenziale che viene attivato con l’obiettivo della protezione del minore e, servendomi degli estratti di un’intervista esporrò in che cosa consiste il progetto educativo che concerne i minori e lo stile educativo del personale. Le informazioni di questo capitolo sono state messe a punto confrontando quanto emerge dalla “carta dei servizi” e dal “curriculum vitae”, redatti dall’Associazione, con i contenuti di alcune interviste e i dati raccolti attraverso l’osservazione partecipante.

1. L’Associazione Piombini-Sensini ONLUS, all’interno di una rete territoriale.

L’Associazione Piombini-Sensini si presenta oggi come “Organizzazione non lucrativa di utilità sociale”, costituitasi il 6 Dicembre 2000, ed iscritta al registro delle persone giuridiche presso la Regione Marche. Opera nel Comune di Macerata, e rivolge i propri servizi a persone che vivono in situazione di “difficoltà personale o familiare, di emarginazione sociale, di sofferenza psicofisica”.

In linea con il pensiero-guida presente fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1895, ha come obiettivo principale quello di offrire accoglienza e protezione a minorenni svantaggiati, ospitando per periodi temporanei bambini e ragazzi di ambo i sessi. Si tratta

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di minori che vivono in stato di abbandono, come minori stranieri non accompagnati, o di soggetti che sono stati allontanati dall’ambiente familiare originario perché considerato altamente pregiudizievole per la loro crescita, dove possono aver subito situazioni di violenza diretta o assistita, maltrattamenti o abusi, o compromettenti deprivazioni di tipo materiale e affettivo.

La richiesta di inserimento viene effettuata da parte del Tribunale per Minorenni, Enti Locali, Servizi Socio-Sanitari territoriali e da Istituzioni Pubbliche e Private del settore. L’Associazione eroga questo servizio di accoglienza attraverso quattro diverse Comunità Educative, raccolte sotto il nome di “Comunità il Girasole”. In strutture residenziali configurate come abitazioni civili si provvede “alla protezione, all’educazione e alla cura del trauma” 42grazie ad una rete di Educatori, Coordinatori e due Psicologi, secondo una

visione che prevede “progettualità, multiprofessionalità e interdisciplinarietà.”43

Oltre all’accoglienza dal punto di vista residenziale ed educativo, l’Associazione offre dei servizi di tutela dell’infanzia, erogati dal Centro Arcobaleno (nato nel 2007) che, attraverso un’équipe multidisciplinare si prefigge di svolgere attività di cura per situazioni di crisi familiare. Il centro si avvale della professionalità di diversi operatori, dallo psicoterapeuta, al mediatore familiare, all’assistente sociale e richiede l’intervento, quando necessario, del pediatra, del ginecologo, dello psichiatra, in modo da occuparsi in maniera globale delle problematicità da risolvere. Il Centro Arcobaleno collabora con gli educatori delle Comunità e con gli operatori socio-assistenziali del territorio per quanto riguarda gli ospiti della Comunità. Può anche attivarsi su richiesta di privati, o di servizi territoriali, come il consultorio, e altri enti che necessitano dei suoi servizi, come la stanza per gli incontri protetti o la mediazione familiare.

L’Associazione risulta accreditata dalla Regione Marche come ente per la formazione superiore e continua, premurandosi di organizzare seminari, convegni o percorsi strutturati di studio e approfondimento sulle tematiche della tutela dell’infanzia e della cura del sé. Poiché uno dei punti di forza di questa Associazione è legato all’idea di “fare rete”, si è attivata per collaborare non solo con gli Enti del territorio, ma anche con organizzazioni di tipo Nazionale e Regionale. Come illustra il Responsabile dei Servizi:

42 Carta dei Servizi dell’Associazione, 2015, p.3 43 Ibid. p. 2

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“Il livello qualitativo dell’Associazione è stato curato mantenendo contatti con organismi di carattere nazionale che ci hanno dato oltre che un’ampiezza di veduta la possibilità di capire come questo fenomeno si va sviluppando nel tempo quali sono i cambiamenti.”44

Attraverso il Centro Arcobaleno, l’Associazione ha aderito al CISMAI45, il Coordinamento

dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia e al Coordinamento Nazionale delle Comunità per Minori46. Dal 2003 al 2007 ha partecipato alla collaborazione tra servizi pubblici e strutture di accoglienza di 12 città italiane che hanno aderito ad un gruppo di lavoro itinerante di rilevazione delle buone prassi di accoglienza di minori stranieri in Comunità.

Sul piano Regionale, l’Associazione risulta tra i soci fondatori del Coordinamento Regionale nato dalla collaborazione di diverse realtà del settore nell’ Agosto del 2012. Il coordinamento ha preso avvio dalle cinque realtà “più storiche delle Marche”: il “CESI” di Ancona, “Casa Lella” di Grottammare, “l’Oikos” di Jesi, la Cooperativa “Pegaso” di Jesi e l’Associazione Piombini-Sensini, il cui referente è l’attuale Presidente. Da qui il coordinamento è stato allargato a quindici enti di tutta la regione che gestiscono Comunità per Minori.

“Ovviamente questo significa condividere prassi, procedure, un codice deontologico di funzionamento, vigilare un po’ sulla realtà delle altre strutture che magari effettuano delle accoglienze non proprio in linea con quella che è la normativa vigente. Far sì che gli educatori che stanno in queste strutture abbiano un contratto di lavoro dignitoso secondo la Legge”.47

Per quanto riguarda la collaborazione con altre organizzazioni del settore presenti sul territorio maceratese, l’Associazione è in ottimi rapporti con l’A.C.S.I.M.48, e la Casa

Famiglia “La Goccia”, e spesso attiva i propri servizi anche in vista di una

44 Intervista ad Andrea M., Responsabile dei Servizi, 11.12.2015, Ufficio 45www.cismai.it

46www.cncm.eu/main/

47 Intervista ad Andrea M., Responsabile dei Servizi, 11.12.2015, Ufficio 48 Associazione Centro Servizi Immigrati Marche

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sensibilizzazione dei cittadini non coinvolti personalmente da questioni inerenti il disagio minorile e familiare.

Una collaborazione costruita nel tempo e con particolare cura è quella con alcune scuole, soprattutto dell’infanzia e primarie, Grazie all’attività del Centro Arcobaleno vengono proposti progetti di prevenzione primaria e di ben-essere, rivolti a dirigenti, insegnanti, famiglie ed alunni. L’Associazione, attraverso laboratori o giornate di formazione, cerca di trasmettere un messaggio che vede l’accudimento e la crescita del bambino, non tanto o non solo come momenti in cui l’adulto si rivolge al minorenne ricoprendo il proprio ruolo

educativo/direttivo, ma anche e soprattutto come un atteggiamento del

genitore/educatore/insegnante nei confronti di se stesso. Il messaggio principale è infatti quello di concentrarsi sull’ascolto/conoscenza di sé, contattando il proprio “bambino interiore”, e le proprie emozioni talvolta inespresse, con l’intento di potenziare quelle risorse positive che contribuiscono alla costruzione di una relazione efficace con i bambini.49

Da diversi anni l’Associazione, attraverso gli operatori del Centro Arcobaleno, organizza il Concorso “I bambini raccontano…” riservato agli alunni delle scuole primarie di Macerata. Attraverso disegni o testi scritti i bambini sono invitati a dare voce ad un’emozione, proposta come tema unico per tutti gli Istituti. Nel corso del tempo sono state trattate la rabbia, la gioia, la paura, la speranza, ecc. Questa iniziativa vede la sua conclusione con la celebrazione della Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia e l’Adolescenza, il 20 Novembre di ogni anno, con l’invito a tutte le classi partecipanti ad una premiazione in teatro, che quest’anno proponeva come tema quello dell’accoglienza.50 Mantenendo

l’obiettivo di intessere una rete di collaborazioni sul territorio, e rendere la tematica della tutela all’infanzia maggiormente visibile, l’Associazione propone momenti pubblici, sia di incontro che di formazione, che non si limita alle scuole del territorio, ma si rivolge anche ai professionisti del settore, con l’organizzazione di attività di promozione delle tematiche di protezione dei minori, e la progettazione di un convegno nazionale ogni due anni.

Un ultimo momento di incontro, a cui anch’io partecipai nel corso della mia ricerca, fu la celebrazione dei 120 anni della fondazione dell’Associazione, dove vennero presentate la storia e le attività di questo organismo. Si assistette ad un’esibizione di danza di Simona

49 Cfr. intervista Gloria, 4.12.2015. ufficio

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Atzori, una ballerina nata senza arti superiori, per promuovere la tematica della “resilienza”, interpretata come “la capacità di resistere alle situazioni più dure e compromettenti della vita”, così come avevo potuto intendere durante le giornate del convegno organizzato intorno allo questo argomento51.

1.1 Le Comunità “il Girasole”: le tipologie di accoglienza ed il personale