fessori erano decisamente contro. Ho quindi deciso di fare da sola. Alla fine del ’78 sono partita per oma come ragazza alla pari e con una scatola di matite colorate.
A ilano a vent anni…
Dopo mesi sono arrivata a ilano con una cartella piena di disegni e il caso ha voluto che abbia incontrato dei giovani che facevano del design. ra di essi eorge So den che è diventato il mio compagno di vita. Ha guardato i miei disegni e mi ha incoraggiata, mi ha consigliato di provare a fare dei disegni per tessuti perch a ilano e nella regione c erano molte stamperie e ditte di moda. cos ho fatto. Ho incominciato a disegnare tutti i giorni su fogli con pennarelli, patterns che a mano a mano che li facevo, ne volevo fare altri, è diventata un ossessione. elefonavo a delle ditte e prende-
vo appuntamenti in paesi della rianza che mettevo molto tempo a raggiungere con le errovie ord. Ogni tanto qualcuno comprava qualcosa e ne ero felicissima, tante volte guardavano e non volevano niente. Però non mi scoraggiavo.
Cercavo anche dei lavori come illustratrice. Un giorno ho incontrato un signore che era art director della rivista bitare. Si chiama Italo upi. li sono piaciuti i miei disegni a matite colorate e mi ha com-
198
Nathalie Du Pa- s uier con eorge
o den sui tappeti fatti per Elio Pal- misano
missionato alcuni lavori, persino una copertina per bitare. ro molto contenta ma quella copertina non è venuta bene, forse ero troppo emozionata, l hanno stampata ma ho sempre pensato di avere un po mancato quell occasione.
a nascita di emphis nell . Come venivano recepiti i contributi personali all interno di un linguag- gio di riferimento e soprattutto se e come venivano scartati alcuni progetti.
Alla fine dell’80 si è iniziato a parlare della Memphis. A George che lavorava con Sottsass alla Olivetti è stato proposto di partecipare con qualche progetto per questa mostra che si sarebbe tenuta a set- tembre. George ha disegnato dei pezzi che prevedevano delle superfici decorate. Siccome ero così ossessionata dal tema, mi ha coinvolta nelle sue ricerche e cos ho disegnato dei tessuti e dei decori da serigrafare per i suoi mobili e oggetti. Il bello di questo lavoro era che si poteva veramente fare quello che si pensava fosse il massimo, non quello che, sbagliando comunque sempre, si pensava volesse il fabbricante di mutande o di tende brianzolo. Si pensava insieme a cosa fosse il massimo. on c era un linguaggio di riferimento. ll interno del gruppo le esperienze erano varie. e mie non erano accademiche ed erano poche, la mia universit erano stati questi viaggi che avevo fatto. l- l interno del movimento che Sottsass stava facendo nascere da dove era arrivato nel suo percorso e con un gruppo di persone assai eteroclite, la mia visione veniva riconosciuta e questo mi dava un grande coraggio.
Dal secondo anno in poi ho anche disegnato dei mobili, degli oggetti, dei tappeti. Parallelamente al lavoro per emphis, che comunque occupava soltanto una parte del mio tempo, ho continuato a disegnare tessuti per aziende principalmente di moda ed abbiamo aperto, eorge So den ed
1981-1983 essuti per emphis
Fr
a parlare d
a pa
are con
a alie a
ier
io, uno studio dove abbiamo preso un po di lavori sfruttando la notoriet che ci stavamo facendo grazie al successo della Memphis. In quegli anni fino all’86/’87 ho disegnato tante cose, vestiti e case comprese, ho riempito quaderni di disegni come se dovessi disegnare il mondo, progetti mai realizzati, ma intanto le idee si seguivano, e l entusiasmo era grande. o scarto delle idee per le col- lezioni Memphis iniziava a casa: con cosa avrei stupito i miei compagni? Con cosa avrei strappato un moto di apprezzamento da parte di Sottsass o di arbara S , c era una feroce competizione tra i componenti del gruppo. C’era anche, sempre più decisiva e prepotente, la volont dell industriale che investiva nella emphis. , ero incapace di fare punti ma devo dire che m’importava solo fino ad un certo punto.
i ho conosciuta attraverso la comune amicizia con Alessio arri, dopo aver visto dei tuoi pezzi nel suo laboratorio. tuoi pezzi in ceramica sono bellissimi, un materiale con cui hai avuto un rapporto privilegiato?
mo molto la ceramica e ho provato a fare tan- te cose diverse, in terra rossa, decorate a mano, con decalcomanie, in porcellana, degli oggetti e delle sculture. a mia amicizia con lessio Sarri ha permesso tante di queste esperienze. Spesso sono stata a soggiornare da lui e a lavorare in Via aribaldi. bbiamo passato ore a pensare a cosa fare e come, a come vendere, a come campare e intanto si beveva un bicchiere, si parlava di poli- tica, si scherzava.
C’è un’altra persona che mi ha dato molte occa- sioni di realizzare con la ceramica. Si tratta di e- stor Per al. un signore argentino, un architetto
198 o al
produzione emphis nella foto Nathalie e
eorge o den
00 uadro olio su tela
un po di lavori sfruttando l po di lavori sfrut
In quegli anni fino all’86egli anni fino
uaderni di disegni come serni di disegn
e si seguivano, e l entusiasmguivano, e l en
casa: con cosa avrei stua: con cosa a
e designer che ha avuto per anni un bel negozio di design a Parigi. d un certo punto ha chiuso ed è diventato direttore del CRAFT.
Il CRAFT è un’istituzione francese nata negli anni Mitterand per la promozione e la ricerca attorno alle rti del uoco e della erra. vendo la sua sede a imoges, si lavora principalmente la porcella- na. Ogni anno vengono invitati artisti e designer a presentare liberamente dei progetti. Sono messi a loro disposizione spazio e assistenza tecnica. Sono stata per 3 volte a lavorare l ed ogni volta è stata un’occasione di crescita. L’ultima volta che ci sono stata è stata nel 2002/2003 e ho avuto la possibilit di fare una serie di nature morte in porcellana. uesto lavoro ha segnato una svolta per me, per la prima volta mi sono confrontata con un‘idea di scultura astratta che ha poi influenzato tutto il mio lavoro.
a tua decisione di dedicarti esclusivamente alla pittura avviene nell cosa ti ha spinto a prendere questa strada in un momento in cui avevi molti percorsi aperti?
Ci sono sempre diversi motivi e anche oscuri che ci spingono a prendere le decisioni. Se cerco i motivi per il progressivo abbandono del design a favore della pittura, mi viene da dire che abbiano a che vedere principalmente con il “ a of life” del pittore.
a vita del pittore mi è pi congeniale, sono abbastanza solitaria e ho poca pazienza con i tempi altrui. i piace fare da me, non sono brava a delegare, non sono diplomatica, non ho il senso degli affari. Mi piace decidere io quello che ritengo giusto ed essere responsabile fino in fondo per il ri- sultato. mo lo spazio dello studio, laboratorio privatissimo. vero che forse non era molto saggio cambiare strada quando sembrava che le cose andassero bene, ma il fatto che fossero andate bene malgrado un inizio cos incerto, mi dava quell arroganza che mi permetteva di credere che potevano anche andare bene una seconda volta, bastava volerlo.
Nella realtà non è andato tutto liscio e mi sono resa conto che la fiera solitudine può essere compli- cata da assumere e che il gruppo o anche la coppia all interno dello studio con eorge, oltre a dare energia d anche una sicurezza psicologica molto comoda.
Poco a poco la pittura stessa ha fatto di me una persona un po diversa.
poi gli oggetti della scena del design ri-appaiono nei tuoi quadri ma privi di decorazione… i puoi parlare del tuo percorso artistico?
Dopo un periodo in cui ho dipinto in modo abbastanza narrativo, sono quasi inavvertitamente ritor- nata agli oggetti. Prima di tutto per sfuggire alla problematica del tema, ho iniziato a dipingere nature morte che sono andate semplificandosi a mano a mano che restringevo il campo e ingrandivo gli oggetti. Poco a poco ho incominciato a modificare gli oggetti che rappresentavo magari dipingendoli, poi a costruire delle cose appositamente per rappresentarle. Si tratta di elementi molto geometrici che farei fatica a rintracciare nella vita. Ultimamente queste costruzioni iniziate come soggetti per i quadri hanno anche una loro vita in 3 dimensioni. Sono diventate delle sculture totalmente astratte, che a volte rappresento e a volte no.
athalie u Pasquier
ilano, ettembre
Fra
ncoA
ngeli
Se
Se
re che abbiae che abbia
pazienza con i tempi ienza con i temp
tica, non ho il senso degli on ho il senso d
abile fino in fondo per il fino in fondo
che forse non era molto sagrse non era molt
ma il fatto che fossero andat fatto che fossero a
i permetteva di credere chemetteva di credere ch
che la fiera solitudine puhe la fiera solitud
all interno dello studio con no dello studio c
comoda.oda.
a persona un po diversa.ona un po dive
i-appaiono nei tuoi quadri maiono nei tuoi quadr
in modo abbastanza narratido abbastanza na
er sfuggire alla problematicgire alla proble
ficandosi a mano a mandosi a mano
minciato a modificare gli ciato a modifica
se appositamente per rapp
se appositamente pe
acciare nella vita. Ultima
acciare nella vita. U
e una loro vita in 3 dimen
e una loro vita in 3 d
to e a volte no.
Designer e docente di etodologia della proget- tazione, ha un metodo d approccio al progetto caratterizzato da creativit e ricerca dei conte- nuti. Ha lavorato in svariati settori: dall aeronautico al domestico a quello per la collettivit . ssicura al prodotto unicit e novit occupandosi di persona di tutte le fasi del progetto. a sua ragguardevole carriera professionale vanta collaborazioni con le pi grandi aziende del settore. iceve il Premio Internazionale Design Plus di rancoforte nel , nel
enel 3 nel e nel riceve le segnalazioni d onore al Compasso d oro DI. e sue opere sono esposte al o di e or .
i o io
i i
Fraran
Designe approccio al progetto ca approccioti settori: dall aero
ti settor
e novit o
e no
00 sistema randangolo
produzione atria
Partiamo dagli anni dell A a Firenze e dalla tua amicizia con Carlo imbi puoi rileggere quei giorni a distanza di tanti anni?
C era l entusiasmo di andare a scoprire un nuovo pianeta. ravamo pochissimi, era un momento in cui si parlava di design ma non tutti sapevano cosa volesse dire. Con Carlo trovai delle complicit importantissime, con lui sentivo meglio che con altri colleghi l approccio ai problemi del progetto. C’erano entusiasmo, curiosità e affinità ideologica, sentivamo il bisogno di cercare insieme...
esperienza milanese allo studio izzoli, negli stessi anni in cui c era endini ma anche negli anni in cui arcello izzoli muore.
Dopo l esperienza scolastica ci fu data la possibilit di andare a ilano che rappresentava una sorta di scoperta dell merica. attivit nello studio izzoli è stata estremamente formativa soprattutto per le problematiche deontologiche della professione e per la presenza, all interno dello studio, di per- sonaggi noti come lessandro endini. Sono stati anni interessanti, durante i quali ho avuto modo di conoscere a fondo la centralit di ilano sul progetto. Io e Carlo eravamo responsabili del settore design dello studio, questa esperienza, altamente formativa, ha cambiato il nostro modo di lavorare e tutti gli scenari fino allora precostituiti. Con Marcello Nizzoli non abbiamo avuto contatti ma abbia- mo percepito la sua presenza anche allora fortemente innovativa. izzoli era s un designer ma con una grossa connotazione artistica, portando con s un pezzo importante di storia dell architettura italiana.
l ritorno a Firenze e la nascita di nternotredici . idea di aprire lo studio nasce quando ancora eravate a ilano o come?
rano anni non belli sotto l aspetto sociale, Piazza ontana, il terrorismo, noi però eravamo molto concentrati sull avventura che stavamo vivendo, e alla sera tornati a casa continuavamo a lavorare. n certo degrado sulla qualit di vita di quegli anni a ilano ci ha spinto a ritornare a irenze, con- sapevoli anche di avere acquisito una certa esperienza. roviamo in irenze una citt pi tranquilla nella sua provincialit e nelle problematiche sociali di ampio respiro. utto questo ci faceva intuire che questa apparente tranquillit potesse essere utile alle nostre intenzioni. bbiamo aperto cos lo studio nternotredici a irenze, cercando di trasmettere la nostra disponibilit progettuale alle im-
ncoAn
geli
bili deili de
modo di lavoodo di lavo
contatti ma abbtti ma abb
s un designer ma con n designer ma con
di storia dell architettura ria dell architett
ire lo studio nasce quando a studio nasce quan
a, il terrorismo, noi però er
a, il terrorismo, noi però er
era tornati a casa continuava tornati a casa co
ilano ci ha spinto a ritorno ci ha spinto a
ienza. roviamo in irenze a. roviamo
ciali di ampio respiro. uttodi ampio respiro
ssere utile alle nostre intenre utile alle nost