Datazione 40-60 d.C sulla base di dati epigrafici, stilistici, archeologici.
N. Inventario senza n inventario
2.4 Analisi iconografica
2.4.5 Altri elementi raffigurati nell’apparato decorativo
Dopo aver presentato le sfingi cisalpine e descritto i dettagli e le caratteristiche che di volta in volta le contraddistinguono e le raggruppano in vario modo, si intende prestare attenzione agli altri elementi che compaiono nella decorazione della medesima struttura funeraria, sebbene non in diretta associazione con esse e spesso variamente combinati tra loro. Nonostante la grande varietà registrata nei motivi iconografici presenti, infatti, questi possono fornire qualche dato utile alla visione d’insieme della simbologia adottata e al confronto con gli esemplari non cisalpini (cfr. cap. 3).
Va detto innanzitutto che le informazioni disponibili in merito riguardano esclusivamente le sfingi a rilievo (stele, sarcofagi, urne, cippi, frammenti di fregio di monumento) e in alcuni casi le parti a rilievo associate a sfingi lavorate a tutto tondo, principalmente appartenenti a stele funerarie su cui esse sono poste come acroterio; solo in un caso si è conservata la decorazione di parte del fregio del monumento su podio di provenienza (cat. n. 1, da Piacenza). Molto spesso, infatti, le sfingi a tutto tondo sono giunte a noi come elementi a sé stanti, attraverso reimpieghi o comunque slegate dal contesto originario a causa delle operazioni di spoglio o di altri eventi post-deposizionali387 e ciò
vale in particolare per le sfingi che decoravano i grandi monumenti su podio, i quali presentavano spesso programmi decorativi complessi ed erano corredati anche da altri gruppi scultorei, anch’essi purtroppo smembrati e non più riconducibili al contesto originario.
385 Cfr. BONNER 1949, pp. 2-3 per uno studio sul kestòs himàs, sul ruolo apotropaico di fasce e nodi in numerose civiltà antiche e sulla collana come primitiva forma di amuleto protettivo.
386 Sull’ipotesi di una loro funzione principalmente nell’esaltare la femminilità della sfinge in contrapposizione al suo ruolo ctonio, in un richiamo del tema classico di Eros e Thanatos, cfr. CASTORIO, MALIGORNE 2007, p. 54. Una connessione in qualche modo simile si ha ad esempio in SENA CHIESA 2005, p. 241, in merito a vasi nuziali della ceramografia apula di fine IV sec. a.C. con Eroti decorati da kestòs himàs che entrano a far parte dei corredi funerari ricordando il defunto e auspicandone la vita ultraterrena.
387 Fanno eccezione le sfingi altinati, come già detto provenienti perlopiù da scavi archeologici e per le quali è auspicabile uno studio dei dati di archivio e dei reperti ad esse associabili così da ricostruire il contesto di provenienza e, ove possibile, le architetture funerarie cui afferiscono. Cfr. supra, cap. 2.1
Si sottolinea inoltre la ricchezza di elementi figurativi posti a decorazione di alcune categorie di architettura funeraria rispetto ad altre: spicca ad esempio l’urna cineraria a cassetta di Sorgà (cat. n. 15) che, come tipico per questa tipologia388, si caratterizza per la presenza di numerosi elementi che
affollano la fronte in particolare e i lati; a essa si aggiungono principalmente le stele, variamente decorate su tutta la superficie frontale e talvolta anche lateralmente, oltre che sul basamento, e i sarcofagi. Un’ultima categoria riccamente decorata è quella costituita dai cippi-cinerari come l’esemplare da Orgiano (cat. n. 16); quello da S. Margherita d’Adige (cat. n. 17) invece è privo del coperchio, che probabilmente era coronato da elementi figurati, e quindi presenta un apparato decorativo costituito solamente dalle due sfingi a rilievo sul corpo cilindrico389.
Passando ora in rassegna i motivi decorativi, sono 5 i casi in cui sono raffigurati dei festoni (cat. nn. 4 il basamento della stele di Cotignola, 5 la stele ravennate, 15 l’urna a cassetta da Sorgà, 16 il cippo-cinerario da Orgiano e 53 il sarcofago aquileiese) e altrettanti quelli con decorazione a fregio vegetale (di nuovo la stele ravennate cat. n. 5, le due stele albesi cat. nn. 10 e 11 e quella da Tortona n. 13, la stele da Adria cat. n. 20 e il frammento di fregio da Pola cat. n. 59)390. La stele da
Corneliano d’Alba (cat. n. 10), inoltre, presenta sulle lesene una decorazione a candelabre arricchite da cespi di foglie, oinochoai, kantaroi con uccellini, pigne, serpentelli.
L’associazione invece con il fregio d’armi è nota per la sfinge di Piacenza (cat. n. 1), relativa ai frammenti di monumento funerario rinvenuti contestualmente ad essa391, e un richiamo a tale
elemento decorativo e a tale tipologia di architettura funeraria compare sotto il timpano della stele da Beinette (cat. n. 8), come già accennato in merito alla scelta degli elementi costitutivi delle stele a pseudo-edicola (cfr. supra, cap. 2.3.5 Inquadramento cronologico).
Tra gli elementi apotropaici figurano i 7 casi in cui ricorre il gorgoneion, raffigurato sempre nel triangolo frontonale delle stele (la gran parte di quelle piemontesi: cat. nn. 6, 8, 9, 10, 11, 12 e la
388 Per una panoramica sulle urne cinerarie e sul tipo di decorazione cfr. SINN 1987. 389 Sulla decorazione dei cippi-cinerari cfr. GABELMANN 1968.
390 Sulla diffusione del motivo si veda ad esempio SACCHI 2013, p. 155. 391 Cfr. MARINI CALVANI 1990, pp. 779-780.
stele da Cotignola cat. n. 4); a queste si associa la testa “gorgonica” su cui poggiano la zampa le due sfingi del cippo-ossuario da Santa Margherita d’Adige (cat. n. 17) citato nella sezione relativa alla postura (cfr. cap. 2.4.1). Si sottolinea inoltre la connessione esistente tra gorgoneion e il già menzionato nodo erculeo (cfr. cap. 2.4.4), spesso rappresentati in combinazione con raddoppiata funzione apotropaica392, mentre si ipotizza un altro riferimento a questo tipo di valenza nell’erma di
Priapo raffigurata di fianco alla sfinge nel frammento di fregio del monumento ottagonale di Pola (cat. n. 59).
In due casi compaiono raffigurazioni di maschere (cat. n. 4, stele da Cotignola e n. 16, cippo- cinerario da Orgiano), sempre in abbinamento con ghirlande; si ricorda a questo proposito la presenza di una possibile maschera di satiro sotto la zampa di una delle sfingi sulla stele di Ravenna, le quali sostengono a loro volta un festone.
Sono 7 invece i reperti ove sono ritratti i defunti (su stele in cat. nn. 3 da Gambulaga, 4 da Cotignola, 5 da Ravenna, 11 da Alba, 20 da Adria, 61 da Terno d’Isola, e sull’urna da Sorgà cat. n. 15).
Sul lato frontale del sarcofago di Altino (cat. n. 40) sono raffigurate due coppie di Eroti ebbri che sorreggono un cratere e si ipotizza che una identica scena di komos fosse rappresentata sulla fronte del sarcofago aquileiese cat. n. 54393, mentre sull’urna di Sorgà (cat. n. 15) e nelle specchiature sulla
fronte di un altro sarcofago da Aquileia (cat. n. 51) compaiono degli amorini che reggono una torcia, rivolta in alto nel primo caso e mestamente capovolta nel secondo394.
In tre casi figurano dei grifoni affrontati: sulla stele da Spigno Monferrato (cat. n. 12), sul frammento di fregio associato al monumento ottagonale da Pola (cat. n. 59), sul lato lungo posteriore del sarcofago altinate (cat. n. 40), come tipico dei sarcofagi attici o di imitazione395. In
questo ultimo caso i grifoni affiancano un elemento verticale con della frutta sulla sommità, mentre
392 DAREMBERG, SAGLIO 1873, IV, Nodus, p. 88. 393 Cfr. CILIBERTO 1996, p. 48, n. 59.
394 Sul tema cfr. CUMONT 1942, pp. 341, 391, 409 nota 3, 411; CILIBERTO 1996, p. 94; SACCHI 2013, p. 158. 395 Sul tipo di elemento raffigurato solitamente tra due grifoni su lato lungo, solitamente il retro, di questo tipo di sarcofagi (anfora, candelabro, portafrutta) cfr. CILIBERTO 1996, p. 49, con bibliografia precedente.