LE FICTIONAL FAMILIES DI JEANETTE WINTERSON
3.3 L’intertestualità in Oranges Are Not the Only Fruit
3.3.4 Altri riferimenti socio-cultural
Oltre ai riferimenti biblici e letterari che abbiamo analizzato fino ad ora, Winterson non manca di creare dei collegamenti anche col mondo contemporaneo, colorando la storia di riferimenti alla cultura e alla società. Menziona ad esempio il giocattolo Fuzzy-Felt, che la piccola Jeanette, nel primo capitolo, maneggia sgattaiolando da una delle prediche del Pastor Finch. Questo semplice gioco, inventato da Lois Allan e messo in commercio per la prima volta nel 1950, consiste nel posizionare su un pannello floccato, delle formine in feltro con cui si possono creare le più svariate immagini. Jeanette inizia a costruirci la sua personale interpretazione del mito biblico di Daniele e i leoni, in cui quest’ultimo anziché salvarsi, viene divorato dalle belve:
I felt a bit awkward to so I went into the Sunday School Room. There was some Fuzzy Felt to make Bible scenes with, and I was just beginning to enjoy a rewrite of Daniel in the lions’ den when Pastor Finch appeared. I put my hands into my pockets and looked at the lino. ‘Little girl’ he began, then caught sight of the Fuzzy Felt. ‘Daniel escaped? In your picture the lions are swallowing him.’ ‘I’m sorry’ I replied, putting on my best, blessed face. ‘I wanted to do Jonah and the whale, but they don’t do whales in Fuzzy Felt. I’m pretending those lions are whales’. ‘You said it was Daniel’. He was suspicious. ‘I got mixed up.’209
Con il riferimento a questo giocattolo Winterson mira a mettere in risalto un oggetto che caratterizza il particolare periodo in cui Oranges è ambientato. Più avanti, nel capitolo “Joshua”, menziona invece Humpty Dumpty. Questa buffa figura è il personaggio della filastrocca inglese “Mother Goose” e viene rappresentato come un grosso uovo antropomorfizzato seduto sulla cima di un muretto. Fu utilizzato anche da Lewis Carroll, che gli fece incontrare Alice in uno dei capitoli più celebri di Alice Through The Looking Glass. È nel dialogo tra Alice e questo bizzarro personaggio che appare il concetto di “non compleanno” ed è qui che emerge la dimestichezza di Humpty Dumpty con le parole. Quest’ultimo afferma: “When I use a word, […] it means just what I choose it to mean—neither more nor less.”210 Un concetto che sta alla base della semantica e
per questa ragione è un personaggio molto caro, oltre che ai bambini, agli studiosi di
209 Ibidem, p. 13.
210 L. Carroll, Alice's Adventures in Wonderland and Through the Looking-Glass, Oxford, Oxford
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semantica e linguistica. In Oranges Winterson lo inserisce nel momento in cui Jeanette è in preda alle allucinazioni e ai sogni deliranti provocati dalla febbre durante il suo esorcismo. Jeanette si trova in una città immaginaria che alberga nel suo subconscio, The City of Lost Chances. Questa città è circondata da mura fatte di pietre e una di queste pietre è capace di uccidere un uomo. Humpty Dumpty siede sulle mura della città. Jeanette pensa che sia necessario prendere una decisione, o se stessa o il muro, anziché fare come il buffo personaggio che cerca di stare in bilico sul muro per non prendere una posizione ma che poi finisce per cadere in mille pezzi. La figura di Humpty Dumpty può invece essere associata a Miss Jewsbury, in quanto ha vissuto per molti anni in una comunità religiosa, pur nutrendo dei desideri omosessuali.
It is the nature of stone to convert bone. At one time or another there will be a choice: you or the wall.
Humpty Dumpty sat on the wall. Humpty Dumpty had a great fall.
The City of Lost Chances is full of those who chose the wall. All the king’s horses and all the king’s men
Couldn’t put Humpty together again.
Then is it necessary to wander unprotected thorugh the land? It is necessary to distinguish the chalk circle from the stone wall. Is it necessary to live without a home? It is necessary to distinguish physics from metaphysiscs. Yet many of the principles are the same. They are, but in the cities of the interior all things are changed. A wall for the body, a circle for the soul.211
Winterson menziona inoltre celebrità famose negli anni ’70 e che hanno lasciato le loro tracce fino ai giorni nostri, come l’attore e cantautore Johnny Cash. L’autrice usa un personaggio contemporaneo molto famoso in quegli anni proprio per dare un’indicazione temporale del periodo in cui si svolge la vicenda di Oranges, un periodo in cui la maggior parte della gente cantava le sue canzoni, che iniziavano ad essere trasmesse per la prima volta alla radio e nei programmi televisivi. Troviamo due citazioni esplicite nel testo: “Sometimes Mrs White came round to help mix the grout, but then
211 J. Winterson, Oranges, cit., p. 110.
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they’d end up listening to Johnny Cash”212 E “I went to fetch my mother who was in the
parlour listening to Johnny Cash.”213
Infine, oltre a oggetti e personaggi contemporanei, Winterson nomina spesso anche figure storiche Ecco due dei molti esempi possibili:
“‘If you want to talk in terms of power I had enough to keep Mussolini happy.’”214
“‘Now, Queen Victoria, that was a funeral.’”215
“It was about a week in a telephone box with a pair of pyjamas called Adolf Hitler. The heroine was a piece of string with a knot in it.”216
La funzione di questi rimandi è, in genere, far risuonare la storia grande dei re e dei dittatori dentro le vite piccolo dei personaggi, che vengono così interpretati alla luce di archetipi psico-sociologici e, spesso, ironizzati al cospetto dei paradigmi di riferimento.
212 Ibidem, p. 15. 213 Ibidem, p. 72. 214 Ibidem, p. 121. 215 Ibidem, p. 55. 216 Ibidem, p. 57.
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