CAPITOLO 1 La normativa del settore bancario: gli Accordi di Basilea
1.5 I rischi a livello normativo
1.5.5 Altri rischi
In aggiunta ai rischi di credito, di mercato ed operativo, la Circolare di Banca d’ Italia
n. 285/2013 prevede la valutazione di ulteriori rischi35 e ne fornisce la definizione.
• “Rischio di concentrazione: “rischio derivante da esposizioni verso controparti,
incluse le controparti centrali, gruppi di controparti connesse e controparti operanti nel medesimo settore economico, nella medesima regione geografica o che esercitano la stessa attività o trattano la stessa merce, nonché dall’applicazione di tecniche di attenuazione del rischio di credito, compresi, in particolare, i rischi derivanti da esposizioni indirette, come, ad esempio, nei confronti di singoli fornitori di garanzie.” • Rischio paese: “rischio di perdite causate da eventi che si verificano in un paese diverso dall’Italia. Il concetto di rischio paese è più ampio di quello di rischio sovrano in quanto è riferito a tutte le esposizioni indipendentemente dalla natura delle controparti, siano esse persone fisiche, imprese, banche o amministrazioni pubbliche.”
Il rischio paese viene comunemente considerato come un particolare caso di rischio di credito e caratterizza le operazioni internazionali, nelle quali il paese di residenza del debitore e del creditore non coincidono. Nel momento in cui il debitore dovesse risultare inadempiente per cause dipendenti dal quadro macroeconomico, istituzionale o politico in cui esso opera, le perdite definitive o temporanee sopportate dalla banca creditrice verrebbero associate a tale tipologia di rischio.
• Rischio di trasferimento: “rischio che una banca, esposta nei confronti di un soggetto che si finanzia in una valuta diversa da quella in cui percepisce le sue
35 Si veda l’Allegato A, Parte Prima, Titolo III, Capitolo 1 della Circolare 285/2013 della Banca
principali fonti di reddito, realizzi delle perdite dovute alle difficoltà del debitore di convertire la propria valuta nella valuta in cui è denominata l’esposizione.”
• Rischio base: “nell’ambito del rischio di mercato, il rischio base rappresenta il rischio di perdite causate da variazioni non allineate dei valori di posizioni di segno opposto, simili ma non identiche. Nella considerazione di tale rischio particolare attenzione va posta dalle banche che, calcolando il requisito patrimoniale per il rischio di posizione secondo la metodologia standardizzata, compensano le posizioni in uno o più titoli di capitale compresi in un indice azionario con una o più posizioni in future/altri derivati correlati a tale indice o compensano posizioni opposte in future su indici azionari, che non sono identiche relativamente alla scadenza, alla composizione o a entrambe.”
• Rischio di tasso di interesse derivante da attività diverse dalla negoziazione: “rischio derivante da variazioni potenziali dei tassi di interesse.”
• Rischio di liquidità: “il rischio di non essere in grado di fare fronte ai propri impegni di pagamento per l'incapacità sia di reperire fondi sul mercato (funding liquidity risk) sia di smobilizzare i propri attivi (market liquidity risk).”
Il rischio di liquidità è senza dubbio uno dei rischi più fisiologici dell’attività bancaria in quanto le banche sono tecnicamente illiquide cioè non dispongono in cassa delle somme necessarie per onorare la potenziale richiesta di risorse che potrebbero ricevere nell’arco di un giorno lavorativo. Ne deriva il fatto che la liquidità di una banca è soggetta a fattori esogeni non direttamente governabili e pertanto possono verificarsi condizioni di tensione sui mercati finanziari tali da rendere difficile la raccolta di risorse finanziare. Per quanto riguarda i presidi attuati da Basilea III a fronte di tale rischio, si vedano i capitoli precedenti.
• Rischio residuo: “il rischio che le tecniche riconosciute per l’attenuazione del rischio di credito utilizzate dalla banca risultino meno efficaci del previsto.”
• Rischi derivanti da cartolarizzazioni: “rischio che la sostanza economica dell’operazione di cartolarizzazione non sia pienamente rispecchiata nelle decisioni di valutazione e di gestione del rischio.”
• Rischio di una leva finanziaria eccessiva: “il rischio che un livello di indebitamento particolarmente elevato rispetto alla dotazione di mezzi propri renda la banca vulnerabile, rendendo necessaria l’adozione di misure correttive al proprio piano industriale, compresa la vendita di attività con contabilizzazione di perdite che potrebbero comportare rettifiche di valore anche sulle restanti attività.”
• Rischio strategico: “il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del capitale derivante da cambiamenti del contesto operativo o da decisioni aziendali errate, attuazione inadeguata di decisioni, scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo.”
C’è da precisare che le banche tendono a riconoscere all’interno del rischio strategico due componenti. La prima componente, conosciuta anche come rischio strategico puro, è riconducibile agli eventuali effetti causati da errate decisioni aziendali e scarsa reattività a variazioni del contesto competitivo e pertanto non assorbe capitale. Per fronteggiala ci si serve del processo di decision taking che deve comprendere una fase di identificazione e misurazione dei rischi intrinsechi in ogni iniziativa. La seconda componente, denominata anche rischio di business, è invece correlata alla potenziale variazione degli utili, derivante dall’agire congiunto della volatilità dei ricavi e della volatilità dei costi e si determina in conseguenza dall’inadeguata attuazione di decisione e dai cambiamenti del contesto operativo. Tale parte del rischio assorbe, anche se non a fini di vigilanza, capitale che viene valutato con approcci differenti dalle singole banche.
• Rischio di reputazione: “il rischio attuale o prospettico di flessione degli utili o del
capitale derivante da una percezione negativa dell’immagine della banca da parte di clienti, controparti, azionisti della banca, investitori o autorità di vigilanza.”
Questo rischio è senza dubbio alcuno uno dei rischi più difficili da quantificare in quanto funzione delle percezioni di soggetti esterni alla banca e variabili nel tempo. Il rischio di contestazioni da parte della clientela e le ricadute in termini di immagine per la banca sono solo due esempi di fattori che influiscono su tale risch