Dopo aver descritto nel precedente paragrafo il Gruppo Datel nei suoi aspetti generali attinenti il suo profilo, le attività principalmente svolte e la sua organizzazione funzionale, nel seguito di questo capitolo l’attenzione sarà maggiormente rivolta all’analisi della situazione economico-patrimoniale del Gruppo, procedendo nello stesso modo in cui è stata analizzata Softec S.p.A. nel secondo capitolo. Benché il percorso di studio intrapreso sia lo stesso per ciascuna delle due imprese, con riferimento al Gruppo Datel è necessario precisarne alcune peculiarità: più specificatamente queste particolarità interessano la fase iniziale di reperimento del materiale e delle informazioni. A differenza di quanto è accaduto per lo studio di Softec, il materiale a disposizione per svolgere l’analisi di bilancio di Datel è risultato per certi aspetti limitato: ed infatti, per la riclassificazione dei prospetti contabili nonché per la creazione del cruscotto di indicatori di performance, si è potuto usufruire solamente degli schemi di bilancio di Stato Patrimoniale e di Conto Economico pubblicati per gli esercizi amministrativi 2003, 2004 e 2005; è mancata pertanto l’informazione aggiuntiva della Nota Integrativa per completare i dati dei prospetti contabili. Tale lacuna però è stata in parte colmata grazie alla disponibilità dell’azienda a concedermi un’intervista in cui ho potuto chiarire alcuni aspetti tecnici, legati alla riclassificazione del bilancio, e non solo. Comunque, questa carenza può essere chiarita e, in un certo senso, giustificata con due considerazioni: in primo luogo bisogna ricordare che la documentazione e le informazioni concernenti Softec sono state acquisite durante lo svolgimento di uno stage presso la società durante il quale i
frequenti incontri con il management aziendale sono stati d’aiuto per il reperimento del materiale, mentre, per quanto riguarda il Gruppo Datel, l’unico strumento a disposizione per procurarsi la documentazione è stato il database on line AIDA (Analisi Informatizzata delle Aziende), concesso dall’Università degli studi di Pisa, contenente i bilanci dettagliati e le informazioni anagrafiche delle principali società pubbliche e private italiane con fatturato superiore a 500.000 euro. In secondo luogo è importante aver sempre presente l’oggetto principale di questo lavoro, che nasce con l’obiettivo di analizzare ed osservare la situazione economico-patrimoniale di Softec S.p.A., sia fine a se stessa sia in correlazione con l’andamento strategico aziendale. Solo in un secondo momento l’interesse si è esteso ad un’analisi comparativa con una società diretta concorrente operante nello stesso settore.
Alla luce di tutto questo, i paragrafi che seguono verteranno solo su alcuni degli strumenti di analisi di bilancio: in altre parole si procederà con la riclassificazione dello Stato Patrimoniale e del Conto Economico, che verranno analizzati ed interpretati alla luce delle informazioni disponibili, per concludere con il calcolo degli stessi indici di bilancio utilizzati per Softec S.p.A..
3.3.1 Gli schemi di bilancio riclassificati
Ricordiamo ancora una volta che il materiale a disposizione per la riclassificazione dei prospetti contabili del Gruppo Datel concerne gli schemi di bilancio pubblicati privi della Nota Integrativa e riferiti agli esercizi amministrativi chiusi il 31 dicembre 2003, 2004 e 2005. Inoltre, sia per garantire un miglior confronto durante l’analisi comparativa tra la Softec S.p.A. ed il Gruppo Datel (oggetto del prossimo capitolo), sia a conferma dell’importanza della loro valenza informativa, si è scelto di riclassificare gli schemi contabili scegliendo gli stessi modelli utilizzati nel secondo capitolo: pertanto si procederà con l’elaborazione dello Stato Patrimoniale di pertinenza gestionale e del Conto Economico a valore della produzione ottenuta e del valore aggiunto.
La riclassificazione dello Stato Patrimoniale.
Nella tabella 29 viene rappresentata la situazione patrimoniale del Gruppo Datel per gli esercizi 2005, 2004 e 2003 (valori espressi in Euro). Anche per questa società si è deciso di rappresentare i dati di bilancio sia in termini assoluti che in termini relativi scegliendo come base per la percentualizzazione la stessa che è stata utilizzata nel secondo capitolo per lo Stato Patrimoniale di Softec S.p.A.: il Capitale Investito Netto Operativo.
Tabella 29: Stato Patrimoniale di pertinenza gestionale
2005 2004 2003
% % %
CREDITI VERSO CLIENTI 9.349.007 255,26 10.295.277 236,00 12.462.915 166,32
Fondo Svalutazione Crediti 0 0,00 0 0,00 0 0,00
Crediti/(debiti) diversi commerciali (909.538) -24,83 (965.486) -22,13 (929.557) -12,41
Rimanenze prodotti 0 0,00 0 0,00 0 0,00
Rimanenze materie 0 0,00 0 0,00 0 0,00
Rimanenze lavori in corso 90.812 2,48 129.257 2,96 419.115 5,59
( Debiti verso fornitori correnti) (1.190.711) -32,51 (2.142.466) -49,11 (1.700.850) -22,70 CAPITALE CIRC. NETTO COMMERCIALE 7.339.570 200,39 7.316.582 167,72 10.251.623 136,81
Ratei e Risconti (751.952) -20,53 (931.925) -21,36 (803.058) -10,72
Crediti/(debiti) diversi operativi (2.232.094) -60,94 (1.512.171) -34,66 (1.627.041) -21,71
Attività finanziarie che non costituiscono
immob. 553.223 15,10 539.730 12,37 526.565 7,03
CAPITALE CIRC. NETTO OPERATIVO 4.908.747 134,02 5.412.216 124,07 8.348.089 111,41
Fondo TFR e altri fondi (1.629.655) -44,49 (1.495.746) -34,29 (1.276.792) -17,04
Immobilizzazioni tecniche 383.511 10,47 445.919 10,22 421.921 5,63
Fondo ammortamento im. Tecniche 0 0,00 0 0,00 0 0,00
CAPITALE INVESTITO NETTO OPERATIVO 3.662.603 100,00 4.362.389 100,00 7.493.218 100,00
Liquidità e investimenti finanziari ed accessori 1.943.511 53,06 820.615 18,81 475.897 6,35 CAPITALE INVESTITO NETTO GLOBALE 5.606.114 153,06 5.183.004 118,81 7.969.115 106,35
Debiti di finanziamento a lungo (720.352) -19,67 0 0,00 (212.793) -2,84
Debiti di finanziamento a breve (839.502) -22,92 (1.347.115) -30,88 (3.775.572) -50,39 CAPITALE NETTO 4.046.260 110,47 3.835.889 87,93 3.980.750 53,12
Sbilancio Fonti-Impieghi 0 0 0
Consapevoli della scarsità delle informazioni a disposizione per elaborare ed analizzare nel dettaglio questo prospetto contabile, per poi giungere a conclusioni certe e documentate, procediamo con l’evidenziare ciò che emerge dalla tabella 29. Come è stato più volte ricordato in questo lavoro, gli aggregati di capitale circolante ed
investito che si ottengono da questo modello di riclassificazione stanno ad indicare il grado di fabbisogno finanziario netto a cui l’impresa deve far fronte per ciascuna area di gestione in cui lo stesso capitale è stato impiegato. Da un’osservazione globale del prospetto possiamo osservare come la situazione dal 2003 al 2004 sia nettamente migliorata, in termini di fabbisogno di risorse finanziarie, per ciascuna delle aree di gestione evidenziate dallo Stato Patrimoniale. La stessa cosa è osservabile confrontando i valori del 2005 e del 2004, in questo caso però solamente per quanto riguarda il capitale investito nell’area operativa, sia per la sua quota circolante che per quella durevole: in altre parole il fabbisogno finanziario netto associato allo svolgimento delle attività aziendali attinenti la sua principale area di gestione si è ridotto.
Un secondo elemento da evidenziare riguarda l’aggregato del capitale netto ottenuto nell’ultimo esercizio amministrativo considerato: il valore del patrimonio netto infatti ha subito un incremento sia per un utile d’esercizio 2005 superiore a quello ottenuto nel 2004 (come si potrà notare in seguito dal Conto Economico riclassificato) sia a causa dell’aumento della voce di bilancio “altre riserve” per 205.140 Euro. Mentre la causa principale del decremento riscontrato nel 2004 rispetto all’anno precedente risulta essere il forte peggioramento del risultato d’esercizio (che si riduce infatti di 540.106 Euro).
Infine possiamo osservare come il grado di aggressività della struttura finanziaria d’impresa sia fortemente diminuito: oltre a notare un interessante miglioramento della posizione complessiva d’indebitamento finanziario dal 2003 al 2004, il peso dei debiti con scadenza entro l’esercizio si è ridotto sempre più nel tempo e nel 2005 sono nati debiti a lunga scadenza (che nel 2004 erano completamente assenti).
La riclassificazione del Conto Economico.
Il Conto Economico relativo agli esercizi 2003, 2004 e 2005, riclassificato secondo il criterio del valore della produzione ottenuta e del valore aggiunto, espresso in Euro, viene esposto in tabella 30.
Tabella 30: Conto Economico a valore della produzione ottenuta e valore aggiunto 2005 2004 2003 % % % 1.Fatturato 20.663.992 100,00 20.747.311 100,00 19.151.682 100,00 2.Ricavi Interni 0 0,00 0 0,00 0 0,00 3. PRODOTTO DI ESERCIZIO 20.663.992 100,00 20.747.311 100,00 19.151.682 100,00 4. Consumo di materie (102.051) -0,49 (198.161) -0,96 (204.371) -1,07 5. MARGINE INDUSTRIALE LORDO (3-4) 20.561.941 99,51 20.549.150 99,04 18.947.311 98,93
Servizi e lavorazioni industriali (8.511.457) -41,19 (9.741.525) -46,95 (8.838.694) -46,15
Spese per godimento di beni di terzi (690.465) -3,34 (583.435) -2,81 (514.190) -2,68
Oneri diversi di gestione (2.189.879) -10,60 (1.488.084) -7,17 (49.838) -0,26
6. Spese per servizi (11.391.801) -55,13 (11.813.044) -56,94 (9.402.722) -49,10 7. VALORE AGGIUNTO (5-6) 9.170.140 44,38 8.736.106 42,11 9.544.589 49,84
8. Spese di personale (6.944.915) -33,61 (6.568.341) -31,66 (6.416.177) -33,50 9. MARGINE OPERATIVO LORDO (7-8) 2.225.225 10,77 2.167.765 10,45 3.128.412 16,33
10.1. Quote di ammortamento
e svalutazioni (165.348) -0,80 (166.064) -0,80 (185.308) -0,97 10.2. Accantonamenti per rischi
e spese future 0 0,00 0 0,00 0 0,00
11. REDDITO OPERATIVO (9-10) 2.059.877 9,97 2.001.701 9,65 2.943.104 15,37
12. Saldo area finanziaria (43.114) -0,21 (25.575) -0,12 (72.834) -0,38
13. Saldo area extracaratteristica 0 0,00 0 0,00 0 0,00
14. Saldo area straordinaria (6.304) -0,03 (1.959) -0,01 (27.288) -0,14 15. RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE
(11+12+13+14) 2.010.459 9,73 1.974.167 9,52 2.842.982 14,84 16.1. Oneri tributari (1.150.090) -5,57 (1.119.029) -5,39 (1.447.738) -7,56 17. UTILE (O PERDITA) D'ESERCIZIO (15-16) 860.369 4,16 855.138 4,12 1.395.244 7,29
Da una prima analisi del prospetto economico si può evidenziare una sostanziale stabilità nel tempo in termini di fatturato, mentre per quanto riguarda il risultato economico d’esercizio spicca agli occhi il decremento subito da questo dal 2003 al 2004. Osservando poi nel dettaglio i valori di Conto Economico per questi due esercizi, il peggioramento dell’utile può essere associato ad un incremento delle spese operative, sia in termini assoluti che percentuali: infatti, fatta eccezione per le spese dovute al “consumo di materie”, le restanti voci di costo che concorrono al calcolo del margine operativo lordo sono aumentate (in special modo si osservi l’andamento delle voci “servizi e lavorazioni industriali” ed “oneri diversi di gestione”). In particolare, proprio il valore di questa ultima voce è contrassegnato da un trend nettamente negativo dal 2003 al 2005 (le incidenze percentuali passano infatti da -0,26% a - 10,60%). In realtà questa voce di costo è da attribuire completamente ad una nuova attività aziendale, iniziata a tutti gli effetti tra il 2003 ed il 2004. Nello specifico si
tratta di un’attività di imbustamento: un’azienda-cliente infatti ha chiesto al Gruppo Datel di svolgere una serie di elaborazioni su una serie di dati aziendali ed inviare via posta i risultati di tali analisi ai propri clienti. Pertanto, gli “oneri diversi di gestione” sono da attribuire completamente a questo business collaterale, i cui ricavi sono ben definiti e separati all’interno dell’aggregato del fatturato nella voce “altri ricavi”.
Un’ulteriore peculiarità che contraddistingue la situazione economica del Gruppo Datel riguarda le incidenze percentuali che le aree di gestione non operative hanno sul prodotto d’esercizio. L’area extra-caratteristica è completamente assente mentre l’area finanziaria e quella straordinaria hanno un peso irrilevante (infatti le loro incidenze in termini percentuali sono quasi nulle): pertanto, da tutto questo, risulta chiaro come i risultati del Gruppo in termini economici vengano generati solamente dallo svolgimento delle attività “core” della società.
3.3.2 Il quadro degli indicatori di performance
In questo paragrafo si procederà con il calcolo e l’interpretazione di alcuni indicatori di performance alla luce di ciò che è emerso dai prospetti contabili di bilancio riclassificati. E’ importante ricordare come le tecniche di analisi di bilancio perdono il loro valore segnaletico se considerate singolarmente: in altri termini, le conclusioni a cui si giunge attraverso lo studio dello Stato Patrimoniale e del Conto
Economico devono essere supportate e confermate da quanto emerge
dall’interpretazione dei quozienti di bilancio. Pertanto, è evidente come una visione sistemica degli strumenti di analisi a disposizione risulti la soluzione migliore per rafforzare la validità dei risultati raggiunti.
L’analisi della redditività.
Osservando gli indicatori di bilancio che indagano sulla redditività del Gruppo Datel in tabella 31, la prima considerazione da fare riguarda il segno ed il valore
assoluto di questi quozienti: infatti, oltre a registrare sempre valori positivi, questi risultano essere molto elevati per ciascuno degli esercizi amministrativi qui analizzati.
Tabella 31: Indici di redditività
2003 2004 2005
Redditività capitale proprio (ROE) 35,0% 22,3% 21,3%
Redditività capitale investito (ROI) 39,3% 45,9% 56,2%
Redditività vendite (ROS) 15,4% 9,6% 10,0%
Turnover di capitale 2,56 4,76 5,64
Per ciò che riguarda il R.O.E., espressione della remunerazione che spetta alla proprietà aziendale, e in particolare con riferimento alla diminuzione registrata dal 2003 al 2004, la causa principale risulta essere il decremento subito dal risultato economico d’esercizio, che pertanto ha ridotto la redditività del capitale proprio aziendale di 12,7 punti percentuali.
Un andamento differente contraddistingue la redditività del capitale investito nell’area operativa. Dalla tabella infatti si possono osservare valori del R.O.I. in costante crescita da un esercizio all’altro, e questo è spiegabile osservando gli elementi che concorrono alla costruzione di questo indicatore: il reddito operativo e il capitale investito netto operativo. Sebbene i risultati in termini di reddito operativo conseguito nei tre esercizi risultino relativamente costanti (nei loro valori assoluti), cosa ben diversa si può dire per il capitale investito netto operativo. Questo (come già più volte ricordato) è l’espressione del fabbisogno finanziario netto a cui l’azienda deve far fronte per garantire il normale svolgimento delle proprie attività. La drastica diminuzione di tale aggregato nel tempo (si passa infatti da 7.493.218 Euro del 2003 a 3.662.603 Euro del 2005) è sintomo di stabilità aziendale e garantisce un ottimo recupero, in termini economici, del capitale aziendale impiegato. Inoltre, benché la situazione sia ottima in termini di redditività delle vendite (R.O.S.), è possibile attribuire l’andamento più che positivo del R.O.I. ai risultati conseguiti in termini di Turnover di Capitale. Dai dati esposti in tabella si può ritenere il Gruppo Datel capace
di generare elevati volumi di attività (in termini di vendite) a partire da un dato ammontare di risorse impiegate nella gestione: nel 2005 mediamente il Gruppo è stato in grado di rinnovare i propri impieghi attraverso la loro vendita, e pertanto di ricostituirli, più di cinque volte.
Figura 7: Il trend temporale di alcuni indici di redditività
35,0%39,3% 15,4% 22,3% 45,9% 9,6% 21,3% 56,2% 10,0% 0,0% 50,0% 100,0% 2003 2004 2005
R.O.E. R.O.I. R.O.S.
L’analisi delle incidenze percentuali, dei trend dei valori economico-finanziari e dell’efficienza.
Come è stato precedentemente illustrato in questo lavoro, nei paragrafi riferiti all’analisi di bilancio di Softec S.p.A., la parte che concerne lo studio dei trend temporali dei valori di bilancio, nonché quella che ha per oggetto l’osservazione e l’interpretazione delle incidenze percentuali, non ha una collocazione definitiva tra le svariate tecniche di analisi: infatti, per ciò che riguarda il Gruppo Datel, gli sviluppi temporali dei dati economico-patrimoniali sono stati già considerati durante una prima analisi dei due prospetti contabili. Tuttavia è opportuno ora considerare ed osservare i due schemi riclassificati nella loro composizione percentuale, in special modo il Conto Economico.
Osservando quindi le incidenze percentuali calcolate sul “prodotto d’esercizio” si può notare come il risultato economico d’esercizio (considerato al lordo delle imposte)
si genera per la maggior parte dallo svolgimento delle attività operative d’impresa. In altri termini, l’incidenza sul fatturato aziendale dei risultati economici prodotti dalle aree di gestione diverse da quella operativa risulta praticamente assente.
Per concludere procediamo con il calcolo degli indicatori di durata (tabella 32).
Tabella 32: Indici di durata
2003 2004 2005
Tempo medio incasso crediti 241,4 gg 184,2 gg 170,4 gg
Tempo medio pagamento debiti 119,7 gg 124,1 gg 105,9 gg
Durata media del ciclo del circolante 121,6 gg 60,1 gg 64,5 gg
In termini di efficienza, il Gruppo Datel è stato in grado di migliorare la propria gestione degli incassi dai clienti e dei pagamenti ai fornitori. Dal 2003 al 2004 i problemi di liquidità si riducono di circa il 50%, sia perché la società è stata in grado di incassare i propri crediti in tempi più brevi, sia perché è riuscita ad ottenere tempi di dilazione più lunghi dai fornitori. Pertanto l’azienda, nel tempo, ha dovuto fronteggiare un minor fabbisogno finanziario generato dal ciclo operativo corrente.
L’analisi della gestione finanziaria.
L’ultimo aspetto della gestione aziendale da considerare, attraverso l’utilizzo degli indicatori di performance, si riferisce alla struttura finanziaria d’impresa. Pertanto, è necessario procedere con il calcolo dei due quozienti principali che indagano sulla solidità finanziaria: il quoziente d’indebitamento finanziario ed il costo medio dell’indebitamento finanziario, espressi in tabella 33.
Tabella 33: Analisi della gestione finanziaria
2003 2004 2005
Quoziente d'indebitamento finanziario 1,002 0,351 0,386
Costo medio d'indebitamento finanziario 2,48% 3,10% 4,54%
Redditività capitale investito (ROI) 39,3% 45,9% 56,2%
Prima di tutto è opportuno ricordare la composizione ed il significato di questi due indici. Il primo si ottiene rapportando l’ammontare dei finanziamenti erogati da terzi a cui l’azienda fa ricorso con il valore del patrimonio netto aziendale, per verificare così il peso dell’indebitamento finanziario sul totale delle fonti. Il Gruppo Datel può vantare un valore molto basso dell’indicatore per ciascuno degli esercizi amministrativi per cui è stato calcolato, segno di solidità e stabilità finanziaria: infatti anche il valore più elevato, riscontrato nel 2003 (poco più di 1), sta a significare che il contributo dei mezzi propri e del capitale di rischio alla copertura degli investimenti risulta sostanzialmente equivalente.
Il costo medio d’indebitamento finanziario, invece, si ottiene dal rapporto tra gli oneri finanziari e il totale dei debiti di finanziamento, debiti a cui si riferisce proprio il valore degli oneri inseriti al numeratore. Come è facile intuire, questo quoziente esprime il costo che mediamente l’azienda deve sostenere per il reperimento delle risorse finanziarie. Come si può osservare dalla tabella 33, tale onere aziendale è aumentato in maniera incrementale da un esercizio all’altro. Ma per esprimere un giudizio definitivo al riguardo, è opportuno mettere a confronto il costo medio d’indebitamento con il R.O.I. (i cui valori sono ricordati sempre in tabella 33): il Gruppo è stato in grado di incrementare sempre più la redditività del capitale investito, pertanto la gestione operativa è riuscita a generare risultati tali da coprire tranquillamente l’onere sostenuto per il reperimento di quelle risorse finanziarie necessarie per garantire lo svolgimento delle attività d’impresa.
Capitolo Quarto
L’INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI:
LA COMPARABILITA’ INTERAZIENDALE
Capitolo Quarto
L’INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI: LA COMPARABILITA’ INTERAZIENDALE
In questo ultimo capitolo si intende valorizzare il potenziale conoscitivo del confronto tra i bilanci d’esercizio di due (o più) imprese, in special modo di imprese concorrenti. Dall’analisi di bilancio di un’azienda concorrente infatti è possibile ottenere indicatori utili per esprimere un giudizio sulla situazione economico- patrimoniale dell’azienda in esame. Allo stesso tempo però la tecnica della “comparabilità interaziendale” è contraddistinta da alcuni punti di debolezza: in altri termini, può risultare problematico procedere con il confronto fra bilanci di imprese diverse. Pertanto, lo scopo del seguente paragrafo sarà quello di evidenziare i principali ostacoli all’applicazione della tecnica di “comparabilità interaziendale”.
4.1 I rischi tipici della comparabilità interaziendale
Il confronto tra bilanci di imprese diverse (“comparabilità nello spazio” o “comparabilità interaziendale”) risulta più problematico rispetto al confronto fra bilanci di successivi esercizi della stessa impresa (“comparabilità nel tempo” o “comparabilità intertemporale”)54.
Prima di tutto è possibile aver bisogno di bilanci di certe tipologie di imprese la cui forma societaria non rende obbligatoria la pubblicazione dei bilanci stessi (si parla in questo caso delle società di persone).
54 G. Invernizzi – M. Molteni, Analisi di bilancio e diagnosi strategica – strumenti per valutare posizione
Un’ulteriore difficoltà è strettamente connessa alle caratteristiche distintive di tale tecnica: l’impiego dei bilanci di imprese terze comporta inevitabilmente la necessità di basare le analisi su dati “esterni”, pertanto possono nascere problemi di attendibilità, omogeneità e completezza dei valori espressi nei prospetti contabili.
L’attendibilità dei bilanci può essere invalidata da politiche di occultamento degli utili e delle perdite agendo sulle vendite, su alcune voci di costo o sui criteri di valutazione delle rimanenze di magazzino.
Un secondo rischio da considerare durante il confronto tra bilanci di imprese diverse riguarda la mancanza di omogeneità tra i prospetti contabili. A questo proposito è possibile distinguere differenti concetti di omogeneità:
- omogeneità applicativa. Questa si riferisce alla soggettività con cui chi redige il bilancio applica i differenti criteri di valutazione delle poste di bilancio stabiliti dalla legge;
- omogeneità formale. Essa può riferirsi all’utilizzo di termini diversi per rappresentare gli stessi fatti gestionali, a differenti livelli di sintesi/analisi dei prospetti contabili, ad aggregazioni di voci difformi per natura in un’unica voce contabile;
- omogeneità temporale. Questo concetto concerne la diversa lunghezza e/o le diverse date di chiusura degli esercizi amministrativi.
Per concludere, un ultimo ostacolo alla “comparabilità nello spazio” è relativo alla mancanza di completezza dei prospetti, quindi all’assenza di alcune informazioni utili ritenute indispensabili per procedere correttamente al confronto tra le situazioni economico-patrimoniali delle singole imprese.
Il superamento dei limiti della “comparabilità interaziendale”.
Quanto sopra ricordato può rendere complessa l’attività preparatoria alla comparabilità interaziendale, fino al punto da rendere tale tecnica priva di
significatività. Tuttavia i limiti precedentemente evidenziati possono essere superati, in tutto o in parte, grazie ad alcuni fattori:
- in primo luogo la definizione di analisi di bilancio accolta in questo lavoro può aiutare a ridurre tali rischi poiché integra, dove possibile, i dati di natura monetaria e gli elementi quantitativi ad informazioni di tipo qualitativo reperite attraverso varie fonti (documentazione aziendale, interviste, questionari, etc.);
- in secondo luogo la diffusione dei principi contabili internazionali (IAS) ha garantito sempre più un maggior grado di omogeneità tra i bilanci d’esercizio di aziende differenti, sia da un punto di vista normativo che formale ed applicativo.
Peraltro, un ultimo aspetto problematico relativo alla comparabilità interaziendale che risulta difficile da risolvere concerne la disponibilità dei bilanci pubblici, sia in termini di reperibilità (come è stato precedentemente ricordato, solo le società di capitali hanno l’obbligo di rendere pubblico il proprio bilancio d’esercizio) ma soprattutto in termini di tempestività (i prospetti di sintesi, infatti, sono ottenibili presso l’azienda stessa, presso la cancelleria del Tribunale o mediante l’accesso ad apposite banche dati55).
In sintesi, la comparabilità interaziendale è attività che si va facendo più semplice (aumenta, infatti, la disponibilità dei bilanci) ed al contempo più significativa (grazie al superamento di certi limiti, come la mancanza di omogeneità e di completezza).