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Gli indicatori economici come mezzo per esprimere un giudizio sulla

1.5 Analisi di bilancio e strategia d’impresa

1.5.2 Gli indicatori economici come mezzo per esprimere un giudizio sulla

Dopo aver evidenziato i principali collegamenti che esistono tra gli schemi di bilancio ed il modello della formula imprenditoriale, è possibile mostrare come un altro strumento che rientra tra le tecniche di analisi di bilancio, oltre ai prospetti contabili riclassificati, può essere d’aiuto per esprimere un giudizio sul grado di validità dell’impostazione strategico-imprenditoriale di un’impresa. Si parla in questo senso degli indicatori di performance economico-finanziaria; nello specifico è

Potenziali entranti Prodotti sostitutivi Clienti Fornitori Concorrenti

possibile approfondire l’argomento rispetto ai due quozienti principali che sintetizzano la dinamica reddituale d’impresa: il R.O.I. ed il R.O.E.. E’ inoltre realizzabile un’ulteriore distinzione: la redditività del capitale investito (R.O.I.) permette di studiare ed approfondire i risvolti strategici e le dinamiche imprenditoriali attenendosi alla gestione economica caratteristica, mentre attraverso l’indice di redditività del capitale netto (R.O.E.) si può considerare, sotto la stessa veste, la gestione aziendale nel suo complesso.

L’indice di redditività del capitale investito.

Come è stato ampliamente ricordato nelle pagine precedenti, il R.O.I. pone in relazione il risultato operativo della gestione caratteristica con il capitale investito netto, sempre nell’area caratteristica.

Grazie all’analisi di questo indicatore sotto il profilo strategico è possibile indagare sulla validità e sull’efficacia delle relazioni che l’azienda instaura con il proprio mercato. Considerando questo quoziente nella sua formulazione di sintesi, esso esprime in che misura l’impresa sia capace di creare nuova ricchezza servendo un determinato segmento di clientela. E’ evidente che maggiore è il valore dell’indice, maggiore sarà il grado di apprezzamento dei clienti nei confronti dell’impresa: in altre parole, quanto più elevato è il R.O.I. tanto più la strategia dell’azienda si può considerare solida e valida. Più precisamente, attraverso l’osservazione del trend che il valore del R.O.I. ha subito negli ultimi anni di funzionamento dell’azienda, si possono rafforzare le considerazioni sul grado di solidità della strategia. Questo perchè il concetto di solidità si riferisce a periodi di tempo non brevi, pertanto osservare l’andamento temporale dell’indicatore non può che consolidare le affermazioni precedenti.

Come precisato nei paragrafi precedenti, la valenza informativa di questo indice può subire un’importante espansione. Questo si verifica nel caso in cui il R.O.I. viene scomposto nei due indici che ne rappresentano le componenti primarie: la redditività delle vendite (R.O.S.) ed il Turnover di Capitale.

Il R.O.S., osservato in un’ottica strategica, può rappresentare il grado di accettazione dei beni e dei servizi aziendali da parte della clientela. Questo perché rapporta i risultati economici ottenuti direttamente dal processo di realizzazione e commercializzazione dei beni (espressi dal reddito operativo) ai ricavi netti di vendita (intesi nel senso di prezzi unitari di vendita).

Per concludere, il tasso di rotazione del capitale investito (Turnover di Capitale) sintetizza la relazione tra la dimensione del mercato conquistata dall’impresa (rappresentata dai ricavi netti di vendita che si trovano al numeratore dell’indice) e le risorse in cui l’azienda ha investito per operarvi (il denominatore dell’indice è proprio il capitale investito netto caratteristico).

L’indice di redditività del capitale netto.

Come è stato precedentemente detto il R.O.E. si dedica alla gestione aziendale nel senso più ampio del termine, anche in termini strategici. Prima di sviluppare questo argomento occorre ricordare la composizione tecnica di questo indicatore: esso esprime, in valori percentuali, il rapporto tra il reddito netto ed il patrimonio netto.

Sotto il profilo strategico ciascuno di questi due elementi esprime un significato particolare. Il reddito netto è la voce di estrema sintesi per indicare il risultato economico raggiunto nel periodo considerato (sia esso un utile o una perdita). In altri termini può essere anche definito come quel valore che indica il risultato del funzionamento della formula imprenditoriale: è indiscutibile come una valida strategia porterà l’azienda ad ottenere ottimi risultati economici positivi. Mentre il patrimonio netto esprime il grado di coinvolgimento di una particolare categoria di stakeholder, i conferenti del capitale di rischio. In questo senso il R.O.E. esprime il grado di soddisfacimento delle attese della proprietà aziendale.

Capitolo Secondo

Capitolo Secondo

ANALISI DI BILANCIO DI SOFTEC S.P.A.

2.1 La storia ed il profilo dell’azienda

Softec S.p.A. nasce nel 1997 come azienda di servizi che opera nell’ambito dell’Information Technology. L’azienda concentra maggiormente il suo business sul territorio toscano offrendo consulenze alle grandi imprese sui sistemi Enterprice Resource Planning (ERP): si tratta di sistemi informativi gestionali formati da vari moduli integrati tra di loro, la cui caratteristica principale è la gestione integrata di tutte le risorse che partecipano alla creazione dei prodotti e dei servizi di un’impresa, permettendo così di gestire e tenere sotto controllo tutta l’azienda.

Nel 1999 gli uffici operativi si sono trasferiti a Firenze, attualmente sede principale della società. Oltre a questa Softec ha una sede secondaria in provincia di Pistoia.

Nel corso del 2000 Softec viene parzialmente acquisita dal gruppo Dada, società leader internazionale che offre prodotti e servizi digitali di community e di entertainment a pagamento, fruibili sia via web sia via cellulare. Benché l’offerta di Dada sia soprattutto orientata al consumer, la società è attiva anche in ambito business sviluppando soluzioni tecnologiche avanzate e servizi di net-marketing rivolti alla aziende. L’operazione di acquisto si è poi conclusa nel 2001 arrivando alla situazione attuale in cui Dada possiede il 50% del capitale di Softec.

A seguito dell’acquisizione Dada decide di non affacciarsi e svilupparsi ulteriormente, con il supporto di Softec, nel settore del business. Addirittura sceglie di dismettere gran parte della propria area business cedendo a Softec un buon numero di clienti: la partecipazione della controllante è pertanto solamente di natura finanziaria mantenendosi completamente estranea da un punto di vista operativo.

Ad oggi l’intervento di Softec è mirato ad agevolare il management nella definizione delle strategie aziendali, ad analizzare i processi gestionali e operativi per migliorarne l’efficacia e l’efficienza, ad integrare in modo semplice e ottimale le tecnologie. I segmenti di clientela a cui si rivolge sono sostanzialmente due. Da un lato l’azienda mantiene la sua tradizionale impostazione offrendo i propri servizi alle grandi aziende con sede in Toscana, lavorando e relazionandosi con esse attraverso un canale diretto di vendita; in questo senso i vantaggi economici che Softec ottiene sono dovuti anche all’annullamento dei costi per trasferte per ogni progetto e quindi anche ad un valore aggiunto superiore. Dall’altro, grazie alla partecipazione nel gruppo Dada, la Softec negli ultimi anni ha sviluppato relazioni con aziende-clienti sparse in tutta l’Italia (soprattutto al centro-nord) sfruttando in questi particolari casi un canale indiretto di vendita.