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5. NATURAL NON-FOOD REMAINS (NFO) Resti di piante, alghe, pomice, pietre, legno e altro.

5.3. Analisi del contenuto gastrointestinale

Non tutti gli animali campionati hanno reso possibile un esame completo del tratto gastrointestinale (Tab. 1). Nell’intestino era presente una maggiore quantità di materiale, e in condizioni più digerite, rispetto all’esofago e allo stomaco.

Le analisi dei contenuti stomacali hanno evidenziato la presenza di una varietà di taxa di organismi animali e vegetali. Di seguito è mostrato l’elenco completo degli organismi rinvenuti nel tratto gastrointestinale delle tartarughe esaminate (Tab. 2).

Tabella 2. Elenco completo degli organismi rinvenuti nel tratto gastrointestinale degli

individui di C. caretta. Sono riportati la frequenza di ritrovamento (F), il numero totale (N) e il peso (P) dei vari organismi.

Organismi F N P (g) Animalia Porifera Non identificati 1 — 0,44 Cnidaria Siphonophora Chelophyes appendiculata 5 53 1,48 Mollusca Cephalopoda Octopus salutii 1 5 —¹ Sepia officinalis 2 4 —² Totale 2 9 Bivalvia Arca noae 1 1 1,22 Striarca lactea 3 5 0,03 Corbula gibba 2 16 0,74 Mytilus edulis 1 1 1,22 Saccella commutata 1 1 0,04 Nucula nitidosa 1 1 0,03 Ostreidae 1 1 0,21 Aequipecten opercularis 1 1 0,01 Mimachlamys varia 1 1 0,06 Pecten jacobeus 1 1 0,72 Cardiidae 1 10 0,06

75 Acanthocardia sp. 1 1 0,03 Acanthocardia echinata 1 1 5,52 Plagiocardium papillosum 1 1 0,007 Spisula subtruncata 3 6 1,04 Abra alba 1 1 0,08 Tellinella pulchella 1 1 0,02 Clausinella fasciata 1 1 0,3 Pitar rudis 1 1 0,39 Timoclea ovata 2 5 0,1 Venus verrucosa 1 1 0,02 Totale 9 58 11,847 Gastropoda Tricolia pullus 1 1 0,02 Gibbula sp. 1 1 0,11 Bittium sp. 2 31 0,24 Cerithiopsis tuberculata 1 1 0,004 Epitonium sp. 2 2 0,14 Turritella communis 3 26 4,11 Aporrhais pespelecani 1 1 0,06 Calyptraea chinensis 1 2 0,03 Rissoidae 1 15 0,17 Rissoa sp. 1 1 0,02 Nassarius incrassatus 2 8 0,19 Nassarius mutabilis 5 50 16,13 Nassarius pygmaeus 1 2 0,02 Clio pyramidata 1 1 0,003 Cavolinia inflexa 1 18 0,24 Totale 11 160 21,487 Scafopoda Antalis inaequicostatum 1 1 0,04 Totale 12 228 33,374 Echinodermata Echinoidea Carinacea Paracentrotus lividus 1 1 44,66 Irregularia Spatangus purpureus 1 1 8,34 Echinocyamus pusillus 1 1 0,11 Holothuroidea Holothuria sp. 2 7 47,51 Totale 4 10 100,62 Artropodi Crustacea Decapoda Liocarcinus vernalis 4 136 428,38

76 Goneplax rhomboides 2 3 1,49 Calocaris macandreae 2 46 4,26 Clibanarius erithropus 1 1 0,004 Isopoda Idotea metallica 1 5 1,23 Non identificati 2 3 0,14 Cirripedia Non identificati 5 11 5,97 Totale 10 205 441,474 Insecta Orthoptera

Caelifera non identificati 2 2 1,45

Diptera Non identificati 1 1 0,06 Totale 3 3 1,51 Bryozoa Reteporella grimaldi 1 — 0,06 Non identificati 3 — 3,32 Totale 3 3,38 Cordata Tunicata Non identificati 4 46 10,16 Vertebrata Ittipsidi Osteichthyes Diplodus annularis 2 10 54,46 Umbrina cirrosa 2 2 11,05³ Engraulis encrasicolus 1 1 —⁴ Mullus barbatus 1 1 —⁵ Trachurus sp. 1 1 6,88 Chondrichthyes Torpedo torpedo 2 2 38,5 Totale 2 17 110,89 Chromista Heterokontophyta Dictyota linearis 1 — 0,12 Padinia pavonia 1 — 0,05 Stypocaulon scoparium 1 — 0,17 Halopteris filicina 1 — 0,15 Sargassum hornschichii 1 — 1,69 Totale 2 2,18 Plantae

77 Chlorophyta Cladophora prolifera 1 — 0,01 Rhodophyta Delesseriaceae 1 — 0,38 Halopitys incurva 1 — 0,05 Laurencia obtusa 1 — 0,02 Womersleyella setacea 1 — 0,05 Acrothamnion preissii 3 — 0,21 Peyssonnelia squamaria 1 — 0,48 Peyssonnelia bornetii 1 — 0,48 Plocamium cartilagineum 2 — 0,03 Kallymenia sp. 1 — 0,07 Totale 7 1,78 Spermatophyta Posidonia oceanica 6 — 3,42 Cymodocea nodosa 1 — 0,13 Nanozostera noltii 2 — 0,11 Totale 8 3,66

¹ ² ⁴ ⁵ Peso assente a causa della mancanza di resti. ³ Il peso si riferisce a un solo individuo.

La quantità di alcuni organismi è stata ricavata con aggiustamenti. Le quantità dei pesci E.

encrasicolus, M. barbatus e di un individuo di U. cirrosa sono state ricavate solo ed

esclusivamente dalla presenza degli otoliti, vista la totale assenza di resti di carne, vertebre e lische. Lo stesso può dirsi per i cefalopodi O. salutii e S. offocinalis, la cui presenza è legata solo al numero delle mandibole rinvenute. Per tale ragione, questi organismi non hanno un peso (nella tabella sono contrassegnati con un numero).

Alcuni degli organismi presenti nella tabella 2 non sono stati inseriti nella lista delle prede. Il nostro criterio di selezione è stato quello dell’ingestione intenzionale o meno da parte delle tartarughe. Ad esempio, le alghe e le fanerogame marine, i briozoi e le spugne, possono essere stati ingeriti accidentalmente dalle tartarughe mentre queste ultime si alimentavano sul fondo. La presenza di frammenti di questi organismi, generalmente integri, evidenzia l’incapacità delle tartarughe di digerirli, e supporta questa conclusione. Gli insetti potrebbero essere finiti in acqua per caso ed essere stati mangiati di proposito dalle tartarughe. Tuttavia, non essendo organismi marini sono stati esclusi dalla lista delle prede.

78 La tabella 3 raggruppa invece tutti gli organismi inclusi nella lista delle prede della Caretta

caretta.

Tabella 3. Elenco delle prede rinvenute nel tratto gastrointestinale degli individui di C. caretta. Sono

riportati la suddivisione tassonomica degli organismi e il numero d’individui (N) appartenenti alle varie specie.

Phylum Classe Ordine Famiglia Genere e Specie N

Arthropoda Malacostraca Isopoda 3

Idoteidae I. metallica 5 Decapoda Axiidae C. macandreae 46

Diogenidae C. erithropus 1 Goneplacidae G. rhomboides 3 Portunidae L. vernalis 136

Maxillopoda¹ 11

Chordata Actinopterygii Perciformes Carangidae Trachurus sp. 1 Clupeiformes E. encrasicolus 1 Mullidae M. barbatus 1 Sciaenidae U. cirrosa 2 Sparidae D. annularis 10 Elasmobranchii Torpediniformes Torpedinidae T. torpedo 2

Chordata² 46

Cnidaria Hydrozoa Siphonophorae Diphydae C. appendiculata 53 Echinodermata Echinoidea Camarodonta Parechinidae P. lividus 1

Clypeasteroidea Echinocyamidae E. pusillus 1 Spatangoida Spatangidae S. purpureus 1 Holothuroidea Aspidochirotida Holothuriidae Holothuria sp. 7 Mollusca Bivalvia Arcoida Arcidae A. noae 1 Noetiidae S. lactea 5 Myoida Corbulidae C. gibba 16 Mytiloida Mytilidae M. edulis 1 Nuculanoida Nuculanidae S. commutata 1 Nuculida Nuculidae N. nitidosa 1

Ostreoida Ostreidae 1

Pectinoida Pectinidae A. opercularis 1

M. varia 1 P. jacobeus 1 Veneroida Cardiidae 10 A. echinata 1 Acanthocardia sp. 1 P. papillosum 1 Mactridae S. subtruncata 6 Semelidae A. alba 1 Tellinidae T. pulchella 1

79

Veneridae C. fasciata 1

P. rudis 1

T. ovata 5

V. verrucosa 1 Cephalopoda Octopoda Octopodidae O. salutii 5 Sepiida Sepiidae S. officinalis 4 Gastropoda Phasianellidae T. pullus 1 Trochidae Gibbula sp. 1 Caenogastropoda Cerithiidae Bittium sp. 31

Cerithiopsidae C. tubercolaris 1 Epitoniidae Epitonium sp. 2 Turritellidae T. communis 26 Littorinimorpha Aporrhaidae A. pespelecani 1

Calyptraeidae C. chinensis 2

Rissoidae 15

Rissoa sp. 1 Neogastropoda Nassariidae N. incrassatus 8

N. mutabilis 50

N. pygmaeus 2 Thecosomata Cliidae C. pyramidata 1 Cavoliniidae C. inflexa 18 Scaphopoda Dentaliida Dentaliidae A. inaequicostatum 1 ¹ Cirrepedi (Infraclasse). ² Tunicata (Subphylum, supponiamo la Classe Thaliacea).

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Figura. 28. Nassarius mutabilis.

Figura. 29. Holothuria tubulosa.

81 Il numero totale degli individui era 559. Non è stato possibile riconoscere ogni organismo fino al livello di specie, e per alcuni di essi ci siamo fermati a livelli tassonomici maggiori. In questo caso, gli organismi non identificati appartenenti a un livello tassonomico più alto di quello di specie, sono stati raggruppati secondo somiglianze molte strette, tali da farci supporre che tutti questi individui potessero appartenere a un’unica specie. In tutto abbiamo riconosciuto 45 specie, appartenenti a 44 famiglie, ma, per le considerazioni appena fatte, il numero delle specie deve essere considerato più grande. Il grafico sottostante mostra la suddivisione, in termini di abbondanza numerica percentuale, dei vari gruppi di prede della C. caretta (Fig. 31).

Figura 31. Grafico a torta relativo all’abbondanza numerica percentuale dei vari

gruppi di prede.

I molluschi costituiscono il gruppo di prede più numeroso, con 228 individui (41%) seguiti dai crostacei (205; 37%), idrozoi (53; 9%), tunicati (46; 8%), pesci (17; 3%), echinodermi (10; 2%) (Fig. 31). I molluschi sono rappresentati per lo più da gasteropodi (160), tra i quali le specie più abbondanti sono N. mutabilis (50) (Fig. 28) e T. communis (26), ma sono numerosi anche organismi appartenenti alla famiglia Rissoidae e al genere Bittium. Tra i bivalvi (58) gli organismi più numerosi appartengono all’ordine Veneroida (29). I cefalopodi annoverano solamente due specie, O. salutii e S. officinalis. I crostacei sono costituiti per la maggior parte da specie dell’ordine dei Decapodi, in particolare L. vernalis

82 (Fig. 27; Tab. 3) è la specie più abbondante, non solo di questo gruppo, ma complessivamente, con 136 individui; anche C. macandreae è una specie numerosa, con 46 individui. L’idrozoo C. appendiculata è l’unica specie del phylum Cnidaria. Anche i Tunicati, per i quali non siamo riusciti a spingerci oltre il subphylum (supponiamo la classe Taliacei), sono un gruppo numeroso (46). I pesci contano uno o due individui per specie, eccezion fatta per D. annularis (10) (Fig. 30; Tab. 3). Gli echinodermi sono poco numerosi, rappresentati per oltre il 60% da specie del genere Holothuria (Fig. 29) (Tab. 3). La figura 32 mostra invece il peso percentuale dei vari gruppi di prede.

Figura 32. Grafico a torta relativo al peso percentuale dei vari gruppi di prede.

I crostacei sono il gruppo più importante in termini di peso (63%), con una percentuale nettamente superiore a quella di qualsiasi altro gruppo. Ciò è da imputarsi all’elevato numero di esemplari di L. vernalis, che da solo costituisce il 97% in peso di tutti i crostacei (428,38 su 441,47 g). I resti di questi animali non sono così digeribili come quelli di altri organismi e rimangono nelle viscere più a lungo. Il peso dei pesci (110,89 g) è sottostimato, a causa della totale assenza di resti corporei di alcune specie, come spiegato in precedenza, ma rappresenta il secondo gruppo per peso percentuale (16%).

Gli echinodermi, costituiti da pochi individui, rappresentano il 14% del peso complessivo delle prede (100,62 g), data la consistenza del dermascheletro degli echinoidei ma anche

83 dei tessuti corporei degli oloturoidei. I molluschi, che costituiscono il gruppo più abbondante in termici numerici, hanno invece un peso piuttosto basso (33,37 g) che rappresenta solamente il 5% del peso complessivo. Questo è dovuto alle loro piccole dimensioni. In questa classe il peso maggiore spetta ai gasteropodi (21,48 g; 64% del peso dei molluschi), seguiti dai bivalvi (11,84 g e 35%) e dagli scafopodi, che, con un solo individuo hanno un peso del tutto trascurabile. I resti del corpo dei cefalopodi, non erano presenti, quindi anche il peso complessivo dei molluschi può essere considerato una sottostima di quello che è in realtà.

I tunicati, piuttosto numerosi, hanno un peso percentuale solo del 2% (10,16 g), un risultato atteso se teniamo conto dell’esigua consistenza di questi animali.

La struttura gelatinosa degli idrozoi determina un peso notevolmente inferiore rispetto a quello di qualsiasi altro gruppo (1,48 g, che rappresenta lo 0,2% del peso totale delle prede).

È appropriato far notare che i resti di gran parte degli organismi, sia i tessuti corporei sia le parti più dure come la conchiglia dei molluschi e il dermascheletro degli echinodermi, sono incompleti perché fortemente soggetti all’azione digestiva dei succhi gastrici, per cui possiamo generalizzare dicendo che il peso di tutti i gruppi è sottostimato.

La figura 33 illustra la frequenza percentuale dei vari gruppi di prede (la frequenza con cui ogni gruppo era presente all’interno del tratto gastrointestinale degli individui di C.

Caretta).

Figura 33. Grafico a torta relativo alla frequenza di ritrovamento percentuale dei

84 Molluschi e crostacei, i gruppi più numericamente abbondanti, costituiscono anche i gruppi con la frequenza maggiore, rispettivamente 71% e 59%. Tra i molluschi, solo i cefalopodi hanno una frequenza piuttosto bassa (12%), essendo presenti in 2 delle 17 tartarughe studiate. Gli idrozoi erano presenti in cinque individui, con una frequenza del 29%. Seguono i tunicati e gli echinodermi, ambedue presenti in quattro tartarughe (23%), e infine i pesci, che hanno la stessa frequenza dei cefalopodi (12%) (Fig. 33). La frequenza con cui ogni gruppo di preda è mangiato dal predatore è molto importante, poiché può evidenziare l’attitudine alimentare di quest’ultimo nei confronti degli organismi di cui si nutre.

Vista la natura della C. caretta, che durante lo sviluppo tende a passare da abitudini pelagiche ad abitudini bentoniche, mantenendo probabilmente anche da adulta la capacità di spostarsi tra i due ambienti, diventa opportuno analizzare l’habitat delle prede e correlarlo con la fase ontogenica delle tartarughe.

Il primo grafico mostra la suddivisione delle prede secondo il tipo di habitat frequentato (Fig. 34). Le specie bentoniche vivono in stretto contatto con il fondo o fissate a un substrato solido, quelle pelagiche vivono in tutta la colonna d’acqua soprastante il fondale e svolgono gran parte del loro ciclo vitale lontano dal fondo, mentre quelle bento-pelagiche si spostano dal fondo alla colonna d’acqua e viceversa. In questo caso abbiamo considerato non solo tutte le specie identificate, ma anche quegli organismi la cui identificazione non è proseguita fino al genere e alla specie. L’insieme degli organismi non completamente identificati (dei quali conoscevamo le abitudini ecologiche) appartenenti a un determinato gruppo sono stati considerati come un’unica specie. Vi è la netta prevalenza delle specie bentoniche (49), rispetto alle specie pelagiche (6) e a quelle bento-pelagiche (3) (Fig. 34). Questo risultato era aspettato, dato che le tartarughe del nostro campione, giovanili in fase tardiva, sub-adulti e adulti, frequentano prevalentemente le aree neritiche nutrendosi sul fondo.

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Figura 34. Istogramma relativo alla suddivisione delle prede in base al tipo di

habitat frequentato.

La figura 35 mostra la suddivisione dei gruppi di prede in base al tipo di habitat frequentato. Tra le specie bentoniche prevalgono i molluschi (36), costituiti da bivalvi, gasteropodi e scafopodi, ma anche da O. salutii; seguono i crostacei (5; decapodi e cirripedi), alcune specie di pesci (4; D. annularis, M. barbatus, U. cirrosa, T. torpedo) e tutte le specie di echinodermi (4). Le specie pelagiche sono rappresentate da molluschi (C.

inflexa e C. pyramidata), crostacei (I. metallica), tunicati (probabilmente Taliacei), cnidari

(C. appendiculata) e pesci (E. encrasicolus) Tra le specie bento-pelagiche troviamo isopodi (che non abbiamo identificato fino al livello di specie ma che si trovano sia in ambiente pelagico sia bentonico), pesci (Trachurus sp.) e il cefalopode S. officinalis.

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Figura 35. Istogramma relativo alla suddivisione delle prede riunite in gruppi in

base al tipo di habitat frequentato.

Oltre ai vari organismi che costituiscono le prede della Caretta caretta, all’interno del tratto gastrointestinale degli animali studiati, è stato rinvenuto altro materiale, di origine sia organica, che non (Tab. 4). Per questo materiale non è stato calcolato un numero, ritenendolo poco informativo. I detriti marini saranno trattati in seguito.

Tabella 4. Elenco di altro materiale rinvenuto nel tratto gastrointestinale

degli individui di C. caretta. Sono riportati la frequenza di ritrovamento (F), il numero (N) e il peso (P).

Altro materiale F P (g)

Materiale organico indefinito 16 61,04 Frammenti organogeni 2 4,79 Frammenti coralligeno 6 5,37 Resti naturali non alimentari* 15 112,73 *Includono legno e sassi.

87 Il materiale organico indefinito potrebbe essere costituito da resti di organismi che non siamo riusciti a identificare, ma anche da pareti del tratto gastrointestinale delle tartarughe, vista la somiglianza di questo materiale tra i vari esemplari e la sua presenza quasi costante in tutte le tartarughe. I frammenti organogeni sono costituiti da resti delle conchiglie di bivalvi e gasteropodi che le tartarughe (solamente due) potrebbero aver ingerito accidentalmente mentre si alimentavano sul fondale. Questi animali potrebbero aver ingerito accidentalmente anche i frammenti del coralligeno, formati anche da alghe rosse (Corallinacee) incrostanti. Discorso analogo per i resti naturali non alimentari, costituiti da legno, pietre, pomice, ecc., presenti in quasi tutti gli esemplari di C. caretta.

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