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La Marine Strategy è la direttiva n. 56 del 17 giugno 2008 (CE) del Parlamento europeo e del Consiglio, che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino (direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino). L’obiettivo della Struttura Direttiva della Marine Strategy (di seguito MSFD) è di proteggere più efficacemente l’ambiente marino in Europa. La MSFD mira a raggiungere un buono stato di qualità delle acque marine dell’Unione Europea entro il 2020 e a proteggere le risorse di base dalle quali dipendono le attività economiche e sociali correlate all’ambiente marino. La MSFD costituisce l’elemento ambientale vitale della politica marittima futura dell’UE, designata per raggiungere il pieno potenziale economico dei mari e degli oceani in armonia con l’ambiente marino. La MSFD stabilisce Regioni Marine Europee in conformità a criteri ambientali e geografici. Ogni Stato Membro, che coopera con altri Stati Membri o nazioni che non fanno parte dell’UE all’interno di una regione marina, deve sviluppare strategie per le loro acque marine. L’obiettivo della MSFD è in accordo con gli obiettivi della Struttura Direttiva Acqua 2000, che richiede che le acque dolci superficiali e i corpi d’acqua a terra – come laghi, ruscelli, fiumi, estuari e acque costiere – siano ecologicamente buoni entro il 2015 e che la prima revisione del Piani di Gestione del Bacino Idrografico prenda luogo entro il 2020. La decisione della Commissione sui criteri per il Buono Stato Ambientale delle acque marine focalizza su differenti aspetti degli ecosistemi marini includendo la diversità biologica, la popolazione dei pesci, l’eutrofizzazione, i contaminanti, i rifiuti e il disturbo. I criteri si basano sulle obbligazioni esistenti e sugli sviluppi della legislazione nell’UE, coprendo elementi dell’ambiente marino non ancora valutati nelle politiche esistenti.

44 Il Buono Stato Ambientale significa che lo stato globale dell’ambiente nelle acque marine fornisce mari e oceani vari e dinamici ecologicamente, che sono sani e produttivi. L’utilizzo dell’ambiente marino deve includere un livello sostenibile che salvaguardi gli usi potenziali e le attività delle generazioni attuali e future. Ciò significa che la struttura, le funzioni e i processi degli ecosistemi marini devono essere pienamente considerati, le specie marine e gli habitat devono essere protetti e il declino della biodiversità indotto dall’uomo deve essere prevenuto. Gli Stati Membri devono sviluppare strategie marine con un approccio che abbraccia interi ecosistemi e dirette verso la gestione delle attività umane. Il Buono Stato di Qualità deve essere determinato a livello delle regioni o subregioni in conformità a 11 descrittori di qualità dell’ambiente marino specificati nella MSFD. La cooperazione regionale è richiesta a ogni fase dell’attuazione della Direttiva.

Descrittori di Buono Stato Ambientale:

1. Biodiversità = la qualità e la presenza di habitat e la distribuzione e l’abbondanza delle specie devono essere in linea con le condizioni fisiografiche, geografiche e climatiche prevalenti.

2. Specie non indigene = le specie non indigene introdotte dalle attività umane non devono alterare negativamente gli ecosistemi.

3. Specie commerciali = le popolazioni di tutte le specie di pesci, crostacei e molluschi, sfruttate commercialmente devono essere all’interno di limiti ecologici di sicurezza, esibendo una distribuzione di età e di taglia della popolazione indicativa di uno stock in salute.

4. Reti trofiche marine = tutti gli elementi delle reti trofiche marine, nella misura in cui sono conosciuti, si devono verificare a livelli normali di abbondanza e diversità e a livelli capaci di garantire l’abbondanza delle specie a lungo termine e il mantenimento della loro piena capacità riproduttiva.

5. Eutrofizzazione indotta dall’uomo = l’eutrofizzazione indotta dall’uomo deve essere minimizzata, specialmente gli effetti negativi causati da quest’ultima, quali la perdita della biodiversità, la degradazione degli ecosistemi, i bloom algali dannosi e la deficienza di ossigeno nelle acque del fondo.

6. Integrità del fondo marino = l’integrità del fondo marino deve essere a un livello che garantisce che le strutture e le funzioni degli ecosistemi siano salvaguardate e gli ecosistemi bentonici, in particolare, non siano influenzati negativamente.

45 7. Condizioni idrografiche = l’alterazione permanente delle condizioni idrografiche non

deve influenzare negativamente l’ambiente marino.

8. Contaminanti = i contaminanti devono essere a un livello che non dia luogo a effetti inquinanti.

9. Contaminazione dei pesci e dei prodotti marini = la contaminazione dei pesci e degli altri prodotti marini per il consumo umano non deve superare livelli stabiliti dalla legislazione della Comunità o da altri standard rilevanti.

10. Rifiuti marini = le proprietà e le quantità dei rifiuti marini non devono causare danni all’ambiente marino e costiero.

11. Energia e disturbo = l’introduzione dell’energia, includendo il disturbo sottomarino, deve essere ad un livello che non influenzi negativamente l’ambiente marino.

3.7. ARPAT

ARPAT, istituita con Legge regionale n. 66/1995, è attiva dal 1996 e attraverso le proprie strutture, dislocate in tutto il territorio regionale, garantisce l'attuazione degli indirizzi regionali nel campo della prevenzione e tutela ambientale operando secondo quanto previsto nella Carta dei servizi e delle attività di ARPAT.

ARPAT esegue il monitoraggio dello stato dell'ambiente; svolge accertamenti sulle fonti d’inquinamento e sugli impatti che ne derivano, occupandosi dell'individuazione e della prevenzione di fattori di rischio per la salute dell'ambiente e dell'uomo. Provvede alle ispezioni sul territorio toscano per controllare il rispetto delle attuali norme in materia di tutela ambientale e verificare che le prescrizioni contenute negli atti autorizzativi rilasciati dalle amministrazioni competenti siano rispettate e compie i controlli tecnici che serviranno alle autorità competenti per adottare i provvedimenti necessari alla tutela dell'ambiente. Mette a disposizione delle istituzioni, delle associazioni e dei cittadini i risultati delle attività di controllo e monitoraggio e della collaborazione con altri soggetti produttori d’informazione ambientale, attraverso un efficace ed esauriente sistema di diffusione della conoscenza ambientale.

ARPAT svolge la propria attività nei riguardi di svariati temi di carattere ambientale: acque, aria, biodiversità, ambiente e salute, bonifica di siti contaminati, fitofarmaci, sostanze chimiche, radioattività, rifiuti e altro.

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3.7.1. Acque marine e costiere

L’impegno di ARPAT nei confronti degli ecosistemi acquatici si realizza principalmente attraverso azioni di monitoraggio svolte dal Settore Mare (Settore per la tutela dell’ambiente marino, lagunare, lacustre, costiero e dell’ittiofauna) riconducibili a indirizzi regionali, nazionali e internazionali in materia di acque marine e interne di transizione. Tali azioni riguardano il monitoraggio ambientale (raccolta dei parametri chimico-fisici quali temperatura, ossigeno disciolto, salinità, pH, ecc.; biologici, come posidonia, coralligeno, macroalghe, ecc., e controllo ambientale della fascia marino-costiera), il monitoraggio delle risorse ittiche marine e delle acque interne, il monitoraggio della biodiversità marina (interventi di protezione dell’ecosistema marino come l’istituzione di Siti di Interesse Comunitario a mare, aree protette, conservazione delle specie), il monitoraggio della qualità delle acque di transizione e delle aree umide.

ARPAT coordina il gruppo di lavoro (Università e centri di ricerca toscani) sulle specie e sugli habitat nell’ambito del Piano Ecoregionale, ha attivamente partecipato al progetto BIOMART (BIOdiversità MARina in Toscana), che ha consentito di creare un primo archivio delle conoscenze sulla diversità biologica dei mari della Toscana.

ARPAT inoltre fornisce supporto all’Osservatorio Toscano dei Cetacei, partecipando attivamente alla rete regionale per il recupero dei cetacei e delle tartarughe marine che si spiaggiano lungo le nostre coste. Infine è capofila del Progetto Transfrontaliero Marittimo Gionha, che ha come obiettivo generale quello di approfondire le conoscenze sull'ecosistema marino, promuovendo la tutela e la valorizzazione delle risorse e degli habitat marini di particolare pregio naturalistico dell’Alto Tirreno (“Area specialmente protetta di rilevanza del Mediterraneo”), all’interno del Santuario dei cetacei “Pelagos”.

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