• Non ci sono risultati.

Capitolo 3 La regione Toscana e gli outlet: Il Designer Outlet di Barberino

3.3 Analisi della rete commerciale in Toscana

Per analizzare la situazione della rete distributiva della nostra regione in confronto alle altre realtà italiane, si fa riferimento ai dati dell’Osservatorio regionale sul commercio, in quanto offrono oggettivi elementi di paragone.

Dall’esame dei dati dell’Osservatorio del 2003 si possono evidenziare le principali caratteristiche della regione Toscana rispetto alle altre realtà nazionali, infatti, secondo i dati del Giugno 2003, sulla consistenza delle unità locali che esercitano il commercio in sede fissa come attività prevalente, la Toscana ha una dotazione di 49.965 esercizi con una densità di 14,3 esercizi per ogni 1.000 abitanti, più alto della media nazionale 13,0 e di quello di molte regioni del nord ( si veda tab. 3.2 ).

Tab.3.2- Unità locali di commercio al dettaglio e indice di densità per regione [Giugno 2003]

Regione Tot. unità locali Esercizi per 1.000 abitanti

Piemonte 50.567 12,0 Valle d’Aosta 1.902 15,9 Lombardia 87.375 18,4 Trentino A.A. 10.325 12,2 Veneto 50.727 11,2 Friuli V. Giulia 14.198 12,0 Liguria 25.051 15,9 Emilia Romagna 48.348 12,1 Toscana 49.965 14,3 Umbria 11.740 14,2 Marche 19.372 13,2 Lazio 62.031 12,1 Abruzzo 18.469 14,6 Molise 4.989 15,6 Campania 93.608 16,4 Puglia 56.109 14,0 Basilicata 8.926 14,9 Calabria 32.697 16,3 Sicilia 70.086 14,1 Sardegna 25.653 15,7 TOTALE 742.138 13,0

Fonte: nostra elaborazione su dati Il commercio nella Toscana del Futuro: verso un equilibrio sostenibile, op. cit. pag. 20.

Il sistema commerciale toscano, dunque, ha mostrato un’evoluzione equilibrata divenuta via via più stabile e adeguata in rapporto alle esigenze dei residenti, dei turisti, e in relazione ai caratteri del territorio136.

Volendo estendere il confronto ai soli esercizi di medie e grandi dimensioni, al fine di giudicare il grado di presenza della distribuzione moderna, si veda la tab. 3.3.

Tab.3.3- Esercizi, addetti e superficie di vendita della grande distribuzione [Giugno 2003]

Regione Esercizi Addetti Superficie vendita

Piemonte 589 17.397 764.312 Valle d’Aosta 17 760 26.422 Lombardia 1.437 53.654 2.213.552 Trentino A.A. 231 4.115 198.329 Veneto 990 22.835 1.240.584 Friuli V. Giulia 261 5.675 308.714 Liguria 199 5.953 231.990 Emilia Romagna 668 21.059 805.511 Toscana 522 17.136 652.591 Umbria 171 3.463 192.005 Marche 319 6.068 323.822 Lazio 800 19.256 875.331 Abruzzo 266 5.439 305.002 Molise 59 760 51.871 Campania 461 7.199 423.745 Puglia 390 6.689 346.236 Basilicata 58 885 45.485 Calabria 245 3.034 236.192 Sicilia 532 9.125 500.498 Sardegna 166 4.702 203.455 TOTALE 8.381 215.104 9.945.647

Fonte: nostra elaborazione su dati Il commercio nella Toscana del futuro: verso un equilibrio sostenibile, op. cit. pag. 20.

136

Signanini, S., Il commercio nella Toscana del futuro: verso un equilibrio sostenibile, Franco Angeli, Milano, 2005, pag. 7.

La Toscana ha una dotazione di grande distribuzione che comprende 522 punti vendita, con oltre 652.000 mq e assorbe più di 17.000 addetti. Dal confronto con le altre regioni si evidenzia, quindi, una presenza di superficie, ma in particolar modo di addetti, sopra la media nazionale, anche se leggermente inferiore rispetto al confronto con l’Italia settentrionale.

La rete distributiva toscana è molto estesa e diversificata, infatti, in Italia è tra le più forti e dotate: ha una ripartizione di esercizi e superficie simile a quella del Piemonte, considerata una delle regioni più modernizzate.

E’ importante sottolineare inoltre che in Toscana non esiste alcun comune privo di esercizi commerciali: il numero minimo di esercizi commerciali presenti nei comuni con minor dotazione è di 3 punti vendita. Questo a conferma dello sviluppo della rete distributiva toscana e della funzione sociale tenuta dal commercio anche nelle zone più marginali. Spostando l’analisi in termini provinciali si può affermare che la provincia con un maggior numero di esercizi è Firenze, seguita dalla quella di Pisa e di Livorno. Le province meno dotate, invece, sono Prato e Massa Carrara ( si veda tab. 3.4 ).

Tab.3.4- Esercizi commerciali per tipologia e provincia [ Giugno 2003] ( valori assoluti). Provincia Esercizi di vicinato Medie S.V.137 Grandi S.V. TOTALE Incidenza % Massa Carrara 4.051 172 8 4.231 6,4 Lucca 7.642 402 21 8.065 12,1 Pistoia 4.358 329 6 4.693 7,0 Firenze 15.102 702 33 15.837 23,8 Livorno 7.236 315 13 7.564 11,4 Pisa 5.628 483 24 6.135 9,2 Arezzo 5.859 375 13 6.247 9,4 Siena 5.108 318 10 5.436 8,2 Grosseto 5.232 290 9 5.531 8,3 Prato 2.666 192 7 2.865 4,3 TOTALE 62.882 3.578 144 66.604 100,0

Fonte: Il commercio nella Toscana del futuro:verso un equilibrio sostenibile, op. cit. pag. 28.

137

Ai fini interpretativi della tabella è opportuno precisare che ai sensi dell’art. 4 del decreto legislativo n. 114/98, per “esercizi di vicinato” si intende quell’esercizio avente superficie di vendita non superiore ai 250 mq nei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti, e non superiore a 150 mq in quelli con popolazione inferiore a 10.000 abitanti. Per “medie strutture di vendita”, invece, ai sensi dell’art. 2. del regolamento regionale n. 4/99, si intende quella struttura avente superficie di vendita inferiore a 1.500 mq in tutta la Toscana e nei comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti delle aree commerciali metropolitane, ed inferiore a 2.500 mq nei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti delle stesse aree. Infine, per “ grande struttura di vendita” sempre ai sensi del precedente articolo, si intende quella struttura avente superficie di vendita superiore a 1.500 mq in tutta la Toscana e nei comuni con popolazione inferiore a 10.000 abitanti delle aree commerciali metropolitane, e superiore a 2.500 nei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti delle aree commerciali metropolitane.

Tornando all’analisi della rete commerciale toscana, si sottolinea che questa ha registrato nel periodo 1999-2003 una crescita costante di punti vendita e di superficie in tutte le tipologie di esercizi: si registra un lieve calo soltanto per gli esercizi di vicinato del settore alimentare sia per quanto riguarda il numero dei punti vendita che per quanto riguarda la superficie. La situazione è stazionaria nel numero di punti vendita, invece, per le medie strutture ed infine si assiste ad una positiva crescita sia in termini di punti vendita che di superficie per le grandi strutture di vendita.

Per quanto riguarda gli esercizi di vicinato si assiste ad un incremento nel numero di esercizi e nella superficie nel settore non alimentare, in quanto quello alimentare ha subito un calo generale. Per quanto concerne, invece, le medie strutture di vendita si è registrata una lieve crescita nel settore alimentare e una stazionarietà in quello non alimentare nel numero di esercizi, mentre, per le superfici, la crescita, soprattutto nell’ultimo biennio considerato, è stata molto consistente per entrambi i settori merceologici, alimentare e non (si veda tab. 3.5).

Tab.3.5- Evoluzione esercizi e superficie degli esercizi di vicinato e delle medie strutture di vendita per settore [1999-2003] ( valori assoluti)

Alimentare Non alimentare Totale Esercizi di vicinato 1999 17.231 42.974 60.205 2003 16.959 45.923 62.882 Superficie mq 2001 659.157 2.559.044 3.218.201 2003 643.834 2.676.390 3.320.224 Medie strutture 2001 772 2.791 3.563 2003 786 2.792 3.578 Superficie mq 2001 332.415 1.474.694 1.807.109 2003 344.844 1.531.935 1.876.779

Fonte: : nostra elaborazione su Il commercio nella Toscana del futuro: verso un equilibrio sostenibile, op. cit. pag. 44, 45.

Infine, per le grandi strutture di vendita, si è registrata una crescita nel numero di punti vendita nel settore alimentare ed una lieve riduzione nel settore non alimentare. La situazione si inverte, invece, per quanto riguarda la superficie di vendita, che ha registrato un notevole incremento nel comparto non alimentare ( di oltre 90.000mq ) ed un calo in quello alimentare (si veda tab. 3.6 ).

E’ importante sottolineare che le grandi strutture di vendita sono quelle di maggior interesse per la natura e l’entità degli impatti che possono determinare. I principali fattori d’impatto di una grande struttura di vendita sono inoltre rappresentati dall’incremento dei flussi di traffico, dal consumo del suolo e dalle ripercussioni sul tessuto socioeconomico.

Tab.3.6- Evoluzione esercizi e superficie delle grandi strutture di vendita per settore [2001-2003] ( valori assoluti)

Alimentare Non alimentare Totale Numero esercizi 2001 64 76 140 2003 72 72 144 Superficie mq 2001 158.563 278.780 437.342 2003 166.384 412.056 578.440

Fonte: : nostra elaborazione su Il commercio nella Toscana del futuro: verso un equilibrio sostenibile, op. cit. pag. 46.

Nelle grandi strutture di vendita rientrano anche i centri commerciali, oggi presenti in 22 comuni diffusi in tutte le province Toscane, ma con una presenza destinata ad ampliarsi a fronte delle nuove aperture realizzate nell’area fiorentina ed aretina. In Toscana sono stati rilevati 33 centri commerciali per una superficie di vendita pari a 190.000 mq, ed un totale di 426 attività inserite nei centri stessi. La zona più dotata di tali strutture è sicuramente l’area fiorentina, che nel bacino Firenze-Prato-Pistoia conta ben 19 centri commerciali, più della metà del totale.

Rimanendo sempre nell’ambito delle grandi strutture di vendita, la grande distribuzione in Toscana è costituita, sulla base dei dati dell’Osservatorio regionale del 2003, da 522 esercizi delle tre tipologie: supermercati, grandi magazzini ed ipermercati.

La tipologia più numerosa è quella dei supermercati con 420 esercizi, con oltre 360.000 mq di superficie e con circa 11.000 addetti . I grandi magazzini in Toscana sono 73, con 127.101 mq di superficie e oltre 1.700 addetti. Gli ipermercati, infine, con una superficie di 157.000 mq e oltre 4.500 addetti ammontano, nella nostra regione, a 29 unità. ( si veda tab. 3.7 ).

Tab.3.7- Numero supermercati ed ipermercati con relativa superficie e addetti al settore [ 2003]

Provincia Supermercati Superficie Addetti Ipermercati Superficie Addetti

Massa C. 19 19.202 519 1 7.500 209 Lucca 53 48.417 1.306 2 9.698 348 Pistoia 33 26.579 859 1 9.000 397 Firenze 79 86.479 3.326 5 37.237 1.016 Livorno 53 33.077 836 4 13.505 397 Pisa 46 38.197 1.080 7 43.316 1.002 Arezzo 43 38.354 848 3 16.212 626 Siena 32 28.974 799 1 3.459 52 Grosseto 36 26.292 718 1 3.103 96 Prato 26 22.151 580 4 14.738 407 TOTALE 420 367.722 10.871 29 157.768 4.550

Fonte: nostra elaborazione su Il commercio nella Toscana del futuro: verso un equilibrio sostenibile, op. cit. pag. 59, 60.

Per quanto riguarda i grandi magazzini e gli ipermercati, si osservano spiccate differenze nelle diverse province, in particolar modo tra quelle della costa, come Pisa e Livorno, le quali hanno una dotazione di grande distribuzione che le pone tra le prime 20 province italiane, e le aree che sono invece posizionate nelle parti basse della graduatoria nazionale. In generale, è utile osservare che la domanda di spazi di grande distribuzione dipende, oltre che dalle capacità di acquisto dei consumatori, anche da altri fattori come, ad esempio, il livello dei prezzi, la gamma delle scelte possibili ed il tempo disponibile da dedicare agli acquisti; inoltre non si deve dimenticare che la domanda è assai diffusa su tutto il territorio.

L’offerta, al contrario, per sua natura è concentrata in punti ben precisi e dovrebbe andare incontro all’esigenza di minimizzare le distanze rispetto alla domanda, a meno dell’operare per altri fattori . A livello di piccola area questi fattori possono giocare un ruolo decisivo, impedendo la localizzazione nei luoghi ideali da un punto di vista della vicinanza della domanda, per mancanza di spazi o di vie di comunicazione e magari possono favorirla in altri, non altrettanto ideali, per la presenza di fattori localizzativi vantaggiosi. La localizzazione degli

spazi di vendita rischia, pertanto, di non riflettere in modo corretto il comportamento della domanda, se la si osserva a scala ridotta.

Per soddisfare la domanda, d’altra parte, è importante che i servizi della grande distribuzione siano accessibili ai consumatori e non è detto che le aree extra urbane soddisfino completamente il fenomeno dell’accessibilità. Da un lato, infatti, la concentrazione dell’attività commerciale nelle aree extra urbane, rischia di creare una divisione che accresce le distanza tra i vari gruppi sociali, infatti, mentre i soggetti ad elevata mobilità possono facilmente adattarsi alla nuova organizzazione spaziale dei servizi, le figure più deboli, ad esempio gli anziani privi di automobile, subiscono i danni della riorganizzazione del settore138.

In ogni caso anche per la cultura urbanistica che intende tener conto delle diverse implicazioni di questa tematica, non è facile risolvere la questione delle effettive possibilità che la pianificazione urbana ha di incidere sull’assetto del commercio e di orientarne l’evoluzione. Per questo talvolta diventa importante cominciare a risolvere il complesso problema dei destini incrociati tra commercio e città.

Sulla base dei dati esposti si può, dunque, affermare che oggi la Toscana si presenta con una rete distributiva diffusa ed articolata, tra le più significative a livello nazionale, e ciò nonostante in alcune province vi sia carenza di alcune tipologie di vendita, quali i moderni centri commerciali di forte attrazione139. In generale, infatti, si può dire che la Toscana presenta una situazione equilibrata, in quanto:

- le grandi strutture di vendita, seppur sviluppatesi recentemente, sono in numero adeguato e ricoprono le diverse tipologie commerciali;

- le medie strutture sono presenti quasi dappertutto, con tipologie e localizzazioni differenziate;

- gli esercizi di vicinato sono molto diffusi e forniscono un servizio che soddisfa anche le piccole frazioni.

138

Commercio e città, APT, n. 11, Celid, 2005, pag. 10.

139

Signanini, S., Il commercio nella Toscana del futuro: verso un equilibrio sostenibile, Franco Angeli, Milano, 2005, pag. 131.