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Capitolo 3 La regione Toscana e gli outlet: Il Designer Outlet di Barberino

3.1. Urbanesimo e attività commerciale:

Tra le dinamiche dell’attività commerciale e quelle della città esiste da sempre uno stretto legame. Il ruolo urbano del commercio viene, infatti, considerato un importante elemento di espansione economica ed, anche dal punto di vista sociale e morfologico, l’attività commerciale è considerata un elemento basilare per quanto riguarda lo sviluppo degli ambienti urbani.

Nello scenario attuale la storia dei destini incrociati tra commercio e città si carica di un inedita ambivalenza: da un lato, infatti, l’attività commerciale viene riconosciuta come comparto estremamente essenziale, dotata sempre più di molteplici attività che sino a poco tempo fa sembravano estranee alla sua logica cosicché la sua presenza assume un carattere capillare facendolo diventare uno dei protagonisti principali in mezzo ad una molteplicità di luoghi tipicamente urbani, come i musei, i complessi sportivi, e così via123. Dall’altro lato, tuttavia, oggi è in atto una riorganizzazione dell’attività commerciale che in un certo qual modo pare renderla sempre più estranea alla città. Questi due aspetti sono estremamente collegati e rientrano nel quadro di una modernizzazione del settore a cui ora si rivolgerà l’attenzione.

Come già detto nel primo capitolo, a partire dal secondo dopoguerra e soprattutto nel periodo più recente, tutto il comparto del commercio è stato interessato da un processo di sviluppo a favore della grande distribuzione, ma a danno della piccola impresa familiare. E’ in questo periodo infatti che si registra un aumento delle dimensioni delle singole imprese, che consentono il conseguimento delle economie di scala e soprattutto rendono possibile l’introduzione di metodi e tecniche propri dell’organizzazione industriale.

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L’aumento delle dimensioni d’impresa produce inevitabili conseguenze sulla localizzazione dei centri dell’offerta commerciale, infatti le grandi superfici di vendita sono perseguibili soltanto se è possibile fare riferimento ad un’area di mercato sufficientemente estesa, con un elevata accessibilità del centro d’offerta. Da qui la necessità di scelte localizzative orientate a luoghi caratterizzati da forte centralità, accessibili con mezzi di trasporto che consentono lunghi tragitti in tempi relativamente brevi.

A tal fine si deve considerare che per i consumatori compiere lunghi tragitti è conveniente soltanto se i prezzi delle merci e la loro varietà merceologica sono tali da offrire sostanziali vantaggi per la domanda. Inoltre i costi ed i tempi di spostamento possono esser accettabili per il consumatore se i lunghi tragitti vengono percorsi saltuariamente. La localizzazione dei grandi insediamenti commerciali, quindi, può esser compiuta soltanto in aree in cui è possibile disporre di vaste superfici: tale condizione non può esser ritrovata all’interno delle città, ma unicamente al loro esterno.

Per questa ragione, i grandi insediamenti commerciali sembrano privilegiare locazioni extraurbane, dissociando i propri destini da quelli della città. Tale cambiamento rispetto alla tradizionale localizzazione urbana del commercio determina il drastico ridimensionamento del commercio al dettaglio, soprattutto nelle zone periferiche di minore pregio. Allo stesso tempo le zone centrali della città tendono a subire il cosiddetto “processo di distrettualizzazione”: il commercio locale, infatti, per difendersi dalla concorrenza dei grandi centri extraurbani tende a specializzarsi, dando luogo a piccoli distretti specifici che possano rivolgersi più direttamente ai residenti. Inoltre, si deve considerare anche che la periurbanizzazione del commercio rappresenta uno stimolo alla crescita della città, infatti, se per accedere ai nuovi luoghi della distribuzione il consumatore deve ricorrere a spostamenti decentrati e tangenziali, le aree esterne alla città possono – ad esempio – acquisire un grado di libertà maggiore dal punto di vista della viabilità e dell’accessibilità ai servizi commerciali; questo, a sua volta, potrebbe favorire un rovesciamento del

tradizionale andamento delle rendite fondiarie, privilegiando la fascia extraurbana.

Lo sviluppo degli insediamenti commerciali extraurbani è stato determinato soprattutto da ragioni economiche ed organizzative ed oggi, tuttavia, stiamo assistendo ad una evoluzione delle tipologie che rende questi grandi insediamenti commerciali più articolati, ricchi di funzioni eterogenee, più attenti alla qualità formale degli spazi e sempre più spesso impegnati a ricostruire artificialmente atmosfere urbane nonché ad offrire stimoli sempre più attraenti124. Spesso lo stile architettonico di questi centri ricorda le strade di una città, o meglio di un piccolo sobborgo cittadino, con vari negozi e locali, ove tuttavia le strade non portano da nessuna parte, o meglio, portano solo ad altre strade identiche con altri negozi. Sono strade finte in cui non esiste una vera vita reale, ove, però, gli individui possono accrescere attraverso l’incontro con altri soggetti, il loro capitale sociale.

Emerge, quindi, sempre più la necessità di comprendere meglio le trasformazioni in atto e quelle prevedibili nel campo del commercio al fine di predisporre politiche e progetti efficaci.

La riorganizzazione dell’attività commerciale non deve essere bloccata attraverso vincoli pianificatori, ma non deve neppure esser considerata un fenomeno estraneo ai processi di regolazione dello sviluppo fisico delle città, troppo importanti sono, infatti, le conseguenze del commercio sulla struttura urbana, sui modi di vita della popolazione, sul sistema della mobilità e sulla sostenibilità socio - economica ed ambientale della città.

Per quanto riguarda le dinamiche localizzative dei nuovi grandi insediamenti commerciali, quali i factory outlet center – su cui ci concentreremo di seguito - esse non sono state sinora oggetto di studio data la loro relativa novità, ma in generale (come detto nel capitolo 1) la scelta localizzativa dei FOC è ben diversa da quella dei centri commerciali: i FOC tendono, infatti, a localizzarsi vicino a due o più agglomerati urbani secondo una logica di

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Ad esempio si pensi alle strutture architettoniche dei Factory outlet center costruite appositamente per richiamare lo stile del piccolo borgo cittadino.

minimizzazione dei costi di trasporto affrontati dai consumatori che costituiscono il bacino di utenza potenziale. Si tratta, dunque, di localizzazioni lontane dai centri urbani, spesso situate lungo le principali arterie di comunicazione autostradali.

In generale, comunque, si può affermare che tra i fattori che influenzano la scelta localizzativa per l’insediamento dei factory outlet center si possono citare125:

- dal lato dell’offerta, la prossimità del sistema autostradale e della rete del trasporto pubblico, la vicinanza a località e ad attrazioni turistiche ed infine, una certa distanza dai punti vendita tradizionali urbani - il cui prodotto è venduto a prezzo intero- ;

- dal lato della domanda, invece, si possono citare l’accessibilità al centro e l’ampia disponibilità di parcheggio, la dimensione della struttura commerciale e la sua attrattività, l’immagine dei produttori presenti all’interno, l’integrazione con i servizi accessori ed infine, anche da questo lato, la prossimità a località ed attrazioni turistiche – fattore fondamentale per garantire al centro un continuo flusso di clientela-.

Ci concentreremo di seguito sugli impatti che un grande insediamento commerciale come il factory outlet center può avere sul territorio con particolare riferimento alla nostra regione.

L’insediamento di un FOC pone problemi ed opportunità che devono essere adeguatamente valutati con la consapevolezza che il detto insediamento avrà effetti sulle attività economiche preesistenti e sull’evoluzione futura, in termini sia di viabilità, che di tutela delle risorse naturali, di qualità della vita e di abitudini di consumo dei consumatori126.

125

Brunetta, G., Salone, C., Commercio e territorio un alleanza possibile? Il factory outlet di Serravalle Scrivia, Osservatorio Regionale sul commercio, Regione Piemonte, 2002, pag. 17.

126

3.2 Analisi dell’impatto economico territoriale del Factory outlet center e