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Gli effetti dell’apertura del Designer Outlet di Barberino del

Capitolo 3 La regione Toscana e gli outlet: Il Designer Outlet di Barberino

3.6. Gli effetti dell’apertura del Designer Outlet di Barberino del

Gli effetti dell’insediamento di una grande struttura di vendita, come il factory outlet center, si ripercuotono inevitabilmente sull’economia e sugli aspetti sociali e simbolici nonché sull’occupazione, sull’ambiente e sulla viabilità. Come già analizzato precedentemente questi effetti si possono suddividere in 3 sottocategorie:

1. gli effetti sul servizio alla popolazione; 2. gli effetti sull’ambiente e sulla viabilità;

3. gli effetti sull’economia locale e sulla rete commerciale.

Si analizzano ora tali conseguenze in riferimento all’apertura che il FOC di Barberino del Mugello avrà sul territorio circostante.

Per quanto riguarda gli effetti sul servizio alla popolazione, come detto, l’outlet si indirizza ad un bacino che va oltre quello del Mugello e, conseguentemente, l’utenza locale inciderà in scarsa misura sul fatturato globale del nuovo centro145.

Prevedere gli effetti più o meno positivi derivanti dall’apertura del FOC rispetto alle abitudini di acquisto dei consumatori ed alle caratteristiche sociali della popolazione è comunque estremamente difficile. L’esperienza insegna che certamente nei primi periodi di apertura si assisterà ad un maggior flusso di consumatori indotti dal fattore curiosità che indubbiamente giocherà un ruolo determinante, ma passata questa prima fase di novità, la situazione dovrebbe stabilizzarsi.

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Studio di valutazione dell’impatto sul tessuto economico del Mugello dell’outlet di Barberino del Mugello, op. cit. pag. 63.

Si potrebbe altresì assistere ad un momentaneo “spopolamento” dei tradizionali luoghi di ritrovo dei centri urbani più vicini, come “la piazza”, tuttavia tale sostituzione potrebbe anche non verificarsi. In generale è, infatti, difficile prevedere con certezza tali spostamenti, ad esempio dei giovani, dal centro del paese al factory outlet center di Barberino.

E’ importante considerare, inoltre, che non tutto il bacino potenziale può essere interessato all’acquisto dei prodotti che si trovano nell’outlet, pertanto, soprattutto per quanto riguarda le persone del luogo, non è detto che si rivolgano a tale struttura per i propri acquisti.

In generale, si può affermare che gli effetti sul tessuto sociale che potranno derivare dall’apertura del FOC siano dovuti sostanzialmente a:

 la creazione di un importante polo di attrazione con attività e servizi, curato nell’ambientazione e nei minimi dettagli, con orari di apertura estesi, tale da essere un occasione di richiamo per i residenti del Mugello e porsi in antagonismo con i tradizionali luoghi simbolici centrali di ogni comune;

 la presenza di lavoratori, in gran parte donne, anche di provenienza extralocale, che quando stabilizzati potrebbero cercare una residenza in loco;

 l’induzione verso nuovi modi di acquisto, di consumo e di comportamento estranei ad una tradizione ancora in gran parte legata ad una cultura rurale e tradizionale.

Per quanto riguarda, invece, gli effetti sulla sostenibilità ambientale e sul traffico, l’insediamento dell’outlet in una zona compromessa dal punto di vista del consumo del suolo, del paesaggio e dal punto di vista economico- commerciale, come quella di Barberino del Mugello, sembra portare più effetti positivi che negativi. Si pensi ad esempio ai vantaggi, per un piccolo comune come quello di Barberino, in termini di ICI, delle tasse sui rifiuti e via dicendo146.

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Le problematiche più importanti derivanti dall’apertura dell’outlet riguardano invece, in particolar modo la questione del traffico e le ripercussioni che questo ha sul territorio, dall’aumento dell’inquinamento alla congestione del traffico stradale. Il Comune di Barberino, a tal fine, garantisce l’adeguamento della viabilità alle nuove condizioni di traffico indotte dall’outlet. I costi di tali interventi, attualmente in corso di completamento, sono a carico della Mc Arthur Glen. Nonostante detti interventi, il rischio di congestionamento dell’area stradale adiacente all’outlet ed in prossimità del casello autostradale di Barberino, rappresenta una delle maggiori problematiche derivanti dal FOC che, se dovessero presentarsi frequentemente, potrebbero incidere negativamente sulla stessa immagine ambientale del Mugello.

In generale, gli effetti sulla sostenibilità ambientale potrebbero essere essenzialmente i seguenti:

 la congestione stradale, ossia l’aumento dell’intensità del traffico e le conseguenti code che potrebbero verificarsi lungo l’autostrada del Sole nei pressi del casello di Barberino di Mugello, soprattutto nei giorni festivi e nelle ore di punta serali. Si può prevedere che il maggior traffico all’altezza del casello provenga dal capoluogo toscano; mentre la situazione potrebbe essere migliore per chi proviene da Bologna;  ingorghi al casello di Barberino, nonostante il programmato

ampliamento dell’autostrada del Sole, iniziato ma ad oggi non ancora ultimato per motivi organizzativi riconducibili ad Autostrade SpA;  traffico appena fuori dal casello, infatti, nonostante le strade di

collegamento principali siano facilmente accessibili, la nuova viabilità, ad oggi, non è stata completamente ultimata.

Infine, per quanto riguarda gli effetti sull’economia locale, questi possono esser ricondotti a tre aspetti essenziali: quello sulla rete commerciale, quello sul turismo e quello sulle produzioni tipiche.

Come si era già osservato precedentemente, per quanto concerne gli effetti sulla rete commerciale, si assiste da parte della popolazione del Mugello ad

un’evasione della rete locale verso l’area metropolitana fiorentina147. Tale tendenza verrà accentuata dal FOC di Barberino, ovviamente, in misura non omogenea tra i diversi comuni e tra le diverse specializzazioni. Saranno infatti in particolar modo i negozi di abbigliamento e di calzature a risentire dei maggiori effetti negativi, soprattutto quelli del comune di Barberino stesso, ma anche quelli di Scarperie, San Piero a Sieve e Borgo San Lorenzo. Nonostante questa conseguenza negativa, tali comuni, essendo quelli più vicini all’outlet, ma essendo anche quelli più ricchi e attrattivi dal punto di vista turistico148, potranno risentire maggiormente degli effetti positivi dovuti all’incremento del numero di visitatori che si recheranno nella zona.

A tal fine, sarà sicuramente importante che le strutture ricettive locali e gli esercizi di vicinato si specializzino e si adeguino a questi nuovi flussi ritagliandosi posizioni strategiche rispetto all’outlet. Dunque, risulteranno essenziali politiche di riposizionamento sul mercato, per soddisfare al meglio le esigenze dei consumatori nonché politiche di comunicazione efficaci e capillari affinché si realizzi un sistema integrato e coordinato tra le risorse offerte dal territorio locale e quelle offerte dal factory outlet center di Barberino.

Anche il settore del turismo, quindi, risentirà notevolmente degli effetti derivanti dall’apertura dell’outlet. I pubblici servizi di somministrazione, infatti, da un lato, beneficeranno di una massa di visitatori molti dei quali provenienti dall’area fiorentina che usufruirà degli esercizi localizzati nelle vicinanze del FOC, dall’altro, invece, risentiranno negativamente della concorrenza dei locali siti all’interno dell’outlet in quanto questi costituiscono un’alternativa affascinante anche per i residenti nella zona circostante, soprattutto per i più giovani.

Si ritiene che i consumi presso la rete distributiva della comunità montana del Mugello generati dai visitatori dell’outlet saranno addirittura superiori alla spesa generata dagli abitanti locali che si rivolgeranno ai pubblici esercizi dell’outlet, con un conseguente saldo positivo di circa 1 milione di euro.

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Studio di valutazione dell’impatto sul tessuto economico del Mugello dell’outlet di Barberino del Mugello, op. cit. pag. 58.

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Per quanto riguarda, invece, gli effetti sulla ricettività delle strutture turistiche locali derivanti dal FOC, bisogna considerare la situazione attuale del territorio mugellano ( si veda tab. 3.18 ).

Tab.3.18- Strutture ricettive del Mugello [dicembre 2004]

Totale alberghi Totale extra- alberghiero Totale generale Alloggi privati* Numerosità 42 112 154 29 Camere 928 1.311 2.239 76 Posti letto 1.898 3.243 5.141 163

Fonte: nostra elaborazione su dati dello Studio di valutazione dell’impatto sul tessuto economico del Mugello dell’outlet di Barberino del Mugello, op. cit. pag. 59.

* Si fa riferimento ai Bed & Breakfast e agli affittacamere privati

A febbraio 2006 gli esercizi ricettivi erano già 206, si è assistito quindi, nel giro di un anno, ad un incremento del 12 %, dipeso in particolar modo dalla crescita degli alloggi privati.

Tab.3.19- Movimenti turistici nel Mugello

Alberghi Extra- alberghiero Totale Alloggi privati Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Arrivi Presenze Totale 77.416 185.402 28.712 140.644 106.128 326.046 712 2.286

Fonte: Studio di valutazione dell’impatto sul tessuto economico del Mugello dell’outlet di Barberino del Mugello op. cit. pag. 60.

Alla luce dei movimenti turistici dell’area mugellana, riportati in tab. 4.12, ci si può attendere che l’outlet di Barberino possa ulteriormente incrementare i flussi turistici e, conseguentemente, favorire la nascita di una nuova realtà imprenditoriale turistica. Tale crescita, comunque, dovrebbe esser maggiormente connessa non tanto all’outlet, quanto piuttosto al desiderio di conoscenza del territorio che potrà stimolare la visita.

In conclusione si può affermare che l’outlet di Barberino possa certamente incidere soprattutto sui settori collegati al turismo, quali la ristorazione e la visita

al sistema dei musei nonché sulle risorse paesaggistiche e ambientali. Per quanto riguarda invece la ricettività delle strutture, il FOC può agire come elemento di promozione generale e conoscenza dell’area, anche attraverso il passaparola dei frequentatori del centro. A questo proposito un ruolo rilevante può essere assunto dallo spazio di promozione turistica messo a disposizione dai proprietari del centro all’interno del factory outlet center e gestito attualmente dall’APT di Firenze ( il cosiddetto “punto di accoglienza” ).

Sarà perciò indispensabile analizzare e monitorare il mercato al fine di orientare l’offerta turistica della comunità montana del Mugello rispetto alle tipologie turistiche richieste dalla domanda, articolando pacchetti organici e proposte coerenti, creando ad esempio dei percorsi turistico-sportivi, montani, eco-turistici nonché percorsi del benessere, enogastronomici, artistici e via dicendo, sviluppando e soddisfacendo, dunque, soprattutto quelle esigenze verso le quali il territorio del Mugello è naturalmente orientato. Inoltre sarà fondamentale organizzare in maniera coordinata gli eventi, le mostre, le fiere e sagre - tenendo presente che l’outlet di Barberino può essere un elemento di rilievo in questa programmazione -, e più in generale sarà essenziale organizzare in modo coordinato ed efficiente tutto il sistema della promozione turistica, in modo tale da evitare sovrapposizioni e fornire un servizio di qualità alla utenza.

La domanda turistica, in generale, è di enorme rilevanza per gli effetti positivi che comporta, non soltanto per quei settori che dipendono totalmente o quasi dal turismo come il sistema artistico-culturale e le strutture ricettive, ma anche per quanto riguarda altri comparti produttivi, quali, ad esempio, i pubblici esercizi, i generi dell’abbigliamento, gli spettacoli nonché il mercato delle abitazioni149.

Infine, sempre per quanto riguarda gli effetti sulla rete commerciale, si devono considerare anche le conseguenze sul reddito della popolazione derivanti dall’insediamento dell’outlet sul territorio. A tal proposito si devono considerare fondamentalmente due aspetti: l’uno, relativo al reddito generato direttamente

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Studio di valutazione dell’impatto sul tessuto economico del Mugello dell’outlet di Barberino del Mugello, op. cit. pag. 61.

dalla struttura, stimabile intorno ai 10 milioni di euro e destinato a rimanere in loco; l’altro relativo al reddito apportato dai visitatori della stessa nonché quello generato dal FOC sul territorio. Il reddito generato dai visitatori è stimabile intorno ai 3 milioni di euro, esso andrà a beneficio del settore dei pubblici servizi, quali ristorazione e strutture ricettive, ma anche della rete commerciale nonché del sistema turistico e culturale.

Prima di concludere la nostra analisi, è opportuno sottolineare l’importanza che il FOC ha sull’occupazione diretta ed indiretta. Infatti, l’apertura di un factory outlet center costituisce un importante opportunità lavorativa per gli abitanti delle zone circostanti considerando che spesso esistono accordi sottoscritti tra i proprietari della struttura e le istituzioni locali in base ai quali, si privilegiano le assunzioni di coloro che hanno il proprio domicilio nella zona di insediamento del FOC.

Nella prima fase di apertura, coloro che opereranno nei negozi, sarranno coordinati da figure che hanno già acquisito esperienza in altri FOC, con lo scopo di una miglior formazione professionale.

Riguardo alla richiesta di personale, effettuata tramite la banca dati della Prenet,150 si indicava in 524, il numero degli addetti occorrenti, inquadrati nelle seguenti figure professionali:

- addetti alla vendita 300 - capi o vice capi negozio 110 - magazzinieri 70

- addetti alla ristorazione 34

di cui 8 direttori di esercizio, 16 cuochi o aiuto cuoco e 10 addetti - altre figure tecniche 10

Forse inizialmente non saranno impiegati tutti gli addetti dei negozi, ma gli occupati indiretti nei servizi di manutenzione e gestione dell’outlet di Barberino (di questi 30 sono persone che negli anni passati lavoravano alla Rifle

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Archivio telematico per la gestione dei curriculum vitae e delle offerte di lavoro pubblicizzate dalla rete dei Centri per l’impiego realizzato dalla direzione delle politiche del lavoro della provincia di Firenze.

e che quindi sono stati nuovamente impiegati) saranno sicuramente in numero più elevato per assicurare un efficiente rodaggio alla struttura.

Per ora non si conoscono le percentuali di addetti provenienti dal comune di Barberino e dagli altri comuni del Mugello sul totale, ma alcune indicazioni parziali davano dei dati intorno al 50%, valore che indicherebbe un numero di addetti del Mugello, a regime, vicino alle 250 persone, compresi gli addetti ad attività non commerciali connesse all’outlet, ma escluso l’indotto non direttamente dipendente dal Centro.

Concludendo la nostra analisi sull’impatto socio-economico e territoriale derivante dall’apertura del Designer Outlet di Barberino del Mugello, si ritiene di poter affermare che gli effetti sui settori produttivi agricoli, artigianali e industriali riguarderanno, come su esposto, soprattutto il settore agroalimentare. Infatti, attraverso gli esercizi presenti nell’outlet151, si favorisce la promozione delle produzioni tipiche del territorio, dando così visibilità e conoscibilità a prodotti caratteristici dell’area e delle imprese che li producono152.

Ciò potrà attuarsi al meglio se i produttori, i commercianti, i pubblici esercizi e le amministrazioni locali attueranno degli specifici accordi per promuovere i prodotti ed il territorio attraverso una adeguata comunicazione, simmetrica e capillare, da effettuarsi anche all’interno dell’outlet, attraverso l’Agenzia di Promozione Turistica ( il “punto di accoglienza” ) nonché attraverso i Tour operator e tutte le organizzazioni turistiche alle quali si rivolge il FOC per attuare la sua promozione.

Anche sul settore terziario e sulla filiera di servizi la ricaduta dell’apertura dell’outlet di Barberino potrà essere certamente positiva, ma di ridotto impatto: potrà riguardare soprattutto le imprese di trasporti quali il servizio taxi, gli autonoleggi, le imprese di servizi al turismo, etc... Inoltre grazie ad un’elevata e costante presenza di visitatori potrebbero nascere dall’intraprendenza degli

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Il Tuscan food è lo spazio di ristorazione che propone una selezione dei prodotti migliori legati alla nostra terra e alle nostre origini ricordando i sapori ed i profumi toscani.

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Studio di valutazione dell’impatto sul tessuto economico del Mugello dell’outlet di Barberino del Mugello, op. cit. pag. 62.

imprenditori locali e dalle loro capacità anche nuove figure imprenditoriali, probabilmente nei servizi alla persona.

Sarà necessario, dunque, conoscere le caratteristiche dei frequentatori del centro, in modo da pensare attività e servizi innovativi ad hoc per i consumatori, “sfruttando” la presenza del factory outlet center, la sua vicinanza dal casello autostradale di Barberino, e più in generale, la sua localizzazione strategica affinché si possano realizzare sinergie con il tessuto economico commerciale dell’area in cui è insediato.

CONCLUSIONI

Il principale obiettivo di questo lavoro era analizzare il fenomeno dei factory outlet center e l’impatto che queste grandi strutture di vendita hanno sul territorio che le ospita. A tal proposito abbiamo analizzato il Designer Outlet di Barberino del Mugello e gli effetti che questo porterà sull’area mugellana dal punto di vista socio-economico e territoriale.

Alla luce dell’analisi condotta sul fenomeno dei FOC e delle caratteristiche individuate tracciare le conclusioni potrebbero essere riduttivo visto che siamo solo all’inizio di un fenomeno che, perlomeno nel nostro paese, ha ancora ampi margini di sviluppo. La carenza di fonti e ricerche su questa nuova formula distributiva testimonia la calma e la cautela che devono esser utilizzate in questa fase, in quanto per avere una miglior comprensione del fenomeno e per evidenziare le dinamiche future dello stesso saranno necessari ulteriori approfondimenti.

Sulla base di questo lavoro, si può affermare e dare per assunto che il factory outlet center può esser inserito a tutti gli effetti nel panorama distributivo nazionale. Estremamente importante, date le peculiarità di questo format, innescare e mettere in atto tutti gli interventi necessari, da parte delle parti sociali interessate al fenomeno, affinché il FOC non danneggi il commercio tradizionale, ma, anzi, si configuri come un importante opportunità per far conoscere e valorizzare il territorio che lo ospita, cercando inoltre di risollevarlo dal punto di vista socio-economico.

La relativa esperienza dell’insediamento di queste grandi strutture di vendita ci insegna che l’apertura di un FOC ha inevitabilmente degli effetti negativi sul commercio esistente comportando spesso una sua sofferenza o nei casi più gravi, la chiusura dei punti vendita tradizionali alla base del commercio locale e, conseguentemente, una perdita occupazionale. A mio parere, tale situazione di sofferenza per alcuni punti vendita del commercio tradizionale esistente non è imputabile al 100% all’apertura di un FOC quanto piuttosto alla capillare diffusione ed apertura dei cosiddetti “mini-outlet”, ossia a questi “nuovi

punti vendita” che seguono la logica commerciale dei FOC, ma nei quali viene meno tutto l’aspetto ludico, sensoriale ed esperienziale. Ognuno di noi avrà sicuramente notato che ad ogni angolo della città stanno nascendo sempre più frequentemente queste tipologie di negozi riportanti si, la denominazione “outlet”, ma che, purtroppo, spesso di outlet hanno ben poco. Al di là di ciò, comunque, ritengo che il commercio tradizionale possa esser intaccato soprattutto da questa tendenza piuttosto che dall’apertura del FOC in quanto il consumatore può rivolgersi al “mini-outlet” comodamente girovagando nel centro cittadino e privilegiando tale negozio a quello tradizionale, acquistando comunque sempre prodotti di qualità a prezzi ribassati. A mio parere si tratta, comunque, di una situazione temporanea, di piccoli gestori che stanno sfruttando l’onda e la tendenza del momento, ma che saranno destinati a sparire nel momento in cui il consumatore avrà assimilato le logiche degli outlet.

Non sarà così invece per i factory outlet center, i quali riusciranno a svilupparsi e a definirsi sempre di più allineandosi alle esigenze emergenti e latenti dei consumatori; non si deve, infatti, dimenticare che il target a cui si rivolge l’outlet è particolare e può trovare una lontana corrispondenza unicamente nei negozi monomarca di alta qualità situati nei centri storici di alcune grandi città o nelle medie superfici commerciali poste in ambito perturbano, specializzate nelle stesse categorie merceologiche dei negozi presenti nell’outlet.

Si deve considerare inoltre che il comportamento d’acquisto di coloro che si rivolgano all’outlet, o meglio ancora, al FOC è decisamente molto particolare a tal punto che, come detto nell’elaborazione di questo lavoro, è difficile poter effettuare delle valide segmentazioni. Il motivo principale che induce il consumatore a visitare queste grandi strutture di vendita è il binomio prezzi/risparmio seguito inevitabilmente dalla presenza di marche note ad elevato appeal, ma, nonostante questi indubbi vantaggi, è interessate rilevare se la visita al centro induce obbligatoriamente all’acquisto. Cercando di cogliere pareri a tal proposito, durante l’elaborazione di questo lavoro, ho avuto modo di rilevare che la maggior parte dall’opinione pubblica ritiene che spesso queste grandi strutture

di vendita distraggono così tanto a tal punto da non riuscire più a concentrarsi sull’acquisto vero e proprio: la folla, il vasto assortimento, le grandi dimensioni della struttura nonché le aspettative con cui il consumatore si reca al centro tendono a scoraggiare l’acquisto. Questo però non ha effetti negativi sulla percezione dei FOC, in quanto, dall’opinione pubblica emerge che il fatto di tornare a casa senza aver acquistato qualcosa o comunque aver acquistato, ma in misura inferiore rispetto all’aspettative promesse dalla “caccia all’affare”