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L’analisi di bilancio

3.6. Analisi di liquidità

L’obiettivo dell’analisi della liquidità è quello di evidenziare la capacità dell’azienda di far fronte ai propri impegni di breve periodo in modo tempestivo ed economico e quindi con attività che presentano la medesima durata. In altre parole, si va ad effettuare un’ analisi che permette di verificare se l’impresa è in grado di far fronte ai propri impegni finanziari che hanno scadenza nel breve periodo (con fornitori, banche, dipendenti, ecc…) attraverso le risorse finanziarie che si rendono disponibili nello stesso arco temporale. La costruzione di margini ed indici atti allo scopo parte dalla riclassificazione dello stato patrimoniale secondo il criterio finanziario.

Indici di tesoreria e di disponibilità

Uno degli indicatori da prendere in considerazione, è certamente l’indice di disponibilità, dato dal rapporto tra:

Indice di disponibilità = Att.corr / Pass.corr.

Dove:

Att.corr = attivo corrente Pass.corr. = passivo corrente

Il quoziente segnala l’attitudine dell’impresa a far fronte alle uscite future

derivanti dall’estinzione delle passività correnti con i mezzi liquidi a disposizione e con le entrate future provenienti dal realizzo delle attività correnti. Si tratta comunque di un indicatore della situazione di liquidità abbastanza grezzo, sia perché le entrate e le uscite future collegate alle attività e passività correnti costituiscono una sola parte dei flussi monetari del periodo seguente, sia perché, trattandosi pur sempre di un lasso di tempo abbastanza esteso, non viene presa in esame la sincronizzazione di tali entrate ed uscite nel corso del periodo. Un

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valore accettabile sarebbe 1,2 o 1,5 o al massimo 2. Valori oltre il 2 potrebbero derivare dall’effetto singolo o cngiunto dei seguenti fattori:

- liquidità immediate troppo elevate: è un problema perché si avrebbe troppa liquidità non investita nella gestione;

- liquidità differite troppo elevate: riguarda per lo più crediti ed è sintomo di scarso potere contrattuale;

- rimanenze troppo elevate: avere un magazzino pesantenon è una buona idea, a meno che non vi sia un elevato tasso di velocità del magazzino; - debiti di finanziamento troppo bassi: l’azienda dovrebbe cercare di

sfruttare il finanziamento nei confronti dei fornitori cervando di ottenere quanti più giorni possibili di dilazione nel pagamento.

Direttamente collegato all’indice di disponibilità è il Capitale Circolante Netto (CCN), risultante dalla differenza tra attività correnti e passività correnti.

Una critica frequentemente mossa all’utilizzo dell’indice di disponibilità

riguarda la presenza del magazzino al numeratore, in ragione della sua non

diretta attinenza con i problemi della liquidità. La soluzione è data dal calcolo del quoziente di tesoreria secondario:

Quoziente di tesoreria secondario = (Liq.imm. + Liq.diff.) / Pass.corr.

Dove:

Liq.imm. = liquidità immediate Liq.diff.= liquidità differite Pass.corr. = passività correnti

Tale indice evidenzia “la capacità dell'azienda di far fronte agli impegni di breve periodo con le risorse disponibili senza compromettere la gestione aziendale”.59 Il rapporto può essere considerato favorevole quando assume valori maggiori dell'unità: questa situazione mostrerà che le attività correnti liquidabili sono

59 M.Fazzini, “Analisi di bilancio. Metodi e strumenti per l’interpretazione delle dinamiche aziendali.”,

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maggiori alle passività correnti, dimostrando che l’azienda sarà in grado di assolvere i propri impegni.

All’indice di tesoreria secondario segue quello primario che, oltre al magazzino, va ad escludere anche le liquidità differite:

Quoziente di tesoreria primario = Liq.imm. / Pass.corr.

Sarebbe ottimale che l’azienda non presenti un valore molto elevato di tale indicatore, in quanto significherebbe che l’azienda con le sole liquidità

immediate sarebbe in grado di coprire tutte le uscite a breve, sintomo di troppa liquidità non investita nella gestione.

Gli indici di disponibilità e di tesoreria risentono di alcuni limiti, ascrivibili a tre ordini di cause. Tali indici, in particolare:

- ipotizzano una gestione “discontinua” poiché fanno riferimento soltanto al termine del “breve periodo”, ma non tengono conto della distribuzione temporale dei flussi finanziari al suo interno;

- risultano incompleti poiché prescindono dai “valori nuovi” collegati alla gestione ulteriore;

- non considerano l’elasticità finanziaria che deriva dalla disponibilità di riserve di liquidità potenziale.60

Il ciclo commerciale

L’analisi del ciclo commerciale analizza le dinamiche che riguardano l’incasso dei crediti, il pagamento dei debiti e la rotazione delle rimanenze. È strettamente correlata al settore di riferimento, alla tipologia di attività svolte, alle politiche commerciali che ne regolano i rapporti, ecc… In sostanza, il risultato derivante dall’analisi del ciclo commerciale non ha un valore assoluto di riferimento, ed è

60 C.Caramiello, F. Di Lazzaro, G. Fiori, “Indici di bilancio: strumenti per l’analisi della gestione aziendale”,

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necessario valutare attentamente prima di esprimere un giudizio sull’azienda oggetto d’analisi.

La durata del ciclo commerciale si calcola sommando algebricamente quattro termini, la cui somma consente di determinare la durata del ciclo stesso. Questi elementi sono rappresentati da indici così detti di “durata”, i quali sono volti a fornire informazioni sul grado di liquidità-esigibilità delle attività e passività correnti più significative, integrandole con le informazioni ottenute con indici di liquidità illustrati precedentemente in modo da consentire l’espressione di un giudizio più approfondito in merito alla situazione di solvibilità dell’azienda. Tali indicatori, sono:

a) Tempi medi di incasso: crediti verso clienti / ricavi di vendita * 360 b) Tempi medi di pagamento: debiti verso fornitori / acquisti * 360 c) Tempi medi di magazzino: rimanenze / ricavi di vendite * 360

Durata del ciclo commerciale = a) – b) + c)

Se la durata assume segno positivo, ciò è indice di una situazione negativa in quanto segnala l’esistenza di un fabbisogno di finanziamento che deve essere coperto solitamente con debiti finanziari a breve scadenza (c/c passivi, anticipi su fattura, ecc.): maggiore è la durata, “più elevata è la necessità di ricorrere

all'indebitamento per far fronte alla mancanza temporanea di liquidità”.61 Se invece il valore assunto dalla durata è negativo abbiamo una situazione positiva, che indica un eccesso di liquidità, e ciò significa che il pagamento dei fornitori avviene dopo aver incassato i crediti dai clienti.

Agli indici di durata si affiancano gli indici di rotazione o velocità, che

analizzano l’intensità della rotazione del capitale circolante netto, ovvero quegli indicatori che indagano sui tempi medi con i quali si succedono i flussi finanziari legati alle operazioni gestionali di aquisto-trasformazione e vendita.

61 M.Fazzini, “Analisi di bilancio. Metodi e strumenti per l’interpretazione delle dinamiche aziendali.”,

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a) Turnover dei crediti: ricavi di vendita / crediti verso clienti; b) Turnover dei debiti: acquisti / debiti verso fornitori;

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