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CONTO ECONOMICO A VALORE AGGIUNTO

Q) REDDITO NETTO (O-P) (utile/perdita d’esercizio)

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4.3.2. Analisi di redditività

Indici di redditività

2015

2014

2013

ROE =

RN/PN 20,52% 2,91% 2,12%

ROI =

RO/CINO 0,37% -0,27% 0,42%

ROI allargato =

EBIT/CIN 18,17% 3,08% 2,27%

ROA =

RO/AN 0,16% -0,11% 0,17%

ROD =

OF/DF 4,63% 4,24% 3,35%

ROS =

RO/RV 0,60% 0,42% 0,64%

ROT =

RV/CINO 62,07% 64,09% 65,61%

Fonte: elaborazione propria.

Osservando gli indici di redditività, il giudizio complessivo in merito alla situazione reddituale dell’azienda non può che essere positivo. A conferma di ciò la società Marchesi de’ Frescobaldi S.r.l., nei tre esercizi che sono stati presi in considerazione e che sono stati successivamente sottoposti al processo di analisi, ha registrato utili sempre più importanti, i quali sono migliorati passando da un esercizio all’altro, e dai 3 milioni circa degli esercizi 2013 e 2014, si è passati a 28 milioni circa nel 2015.

Possiamo infatti vedere come il R.O.E., cioè l’indice di remunerazione del capitale proprio, sperimenti una crescita non indifferente dal 2013 al 2015, anche se questo miglioramento così marcato verificatosi durante l’ultimo esercizio può essere attribuito in larga parte da dividendi di un’impresa controllata, la “Tenute di Toscana s.r.l.”, e che ha quindi contribuito a rendere l’utile del 2015 ancora più elevato, comportando come conseguenza il miglioramento di tale indice.

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Anche a seguito dell’osservazione del R.O.I, ovvero l’indice di remunerazione del capitale investito in azienda, il giudizio sull’azienda dal punto di vista

reddituale non può che essere positivo. Esaminando il conto economico riclassificato a valore aggiunto, si può osservare come la società realizzi un risultato positivo delle performance a livello aziendale. Infatti, considerando l’indice R.O.I allargato, dato dal rapporto tra EBIT (reddito operativo aziendale) e CIN (capitale investito netto), il risultato è positivo in tutti e tre gli esercizi, con un valore ben più elevato nell’ultimo esercizio preso in esame: ciò significa che il risultato caratteristico e quello extra-caratteristico portano ad una remunerazione positiva del capitale investito in azienda.

Tralasciando, però, l’area della gestione accessoria-patrimoniale, le considerazioni fatte finora potrebbero non essere del tutto veritiere e

soddisfacenti. Andando ad esaminare l’area operativa in senso stretto, ovvero la gestione caratteristica dell’azienda, il livello di remunerazione del capitale investito in tale area subisce un discreto calo, soprattutto nell’ultimo esercizio preso in esame (da 18,37% a 0,37%). Consideriamo, dunque, il R.O.I. nella sua accezione più classica, quella della gestione caratteristica vera e propria, data dal rapporto tra Reddito Operativo della gestione caratteristica (o Margine Operativo Netto) e Capitale Investito Netto Operativo: il risultato è prossimo allo zero ed assume addirittura valore negativo nel 2014 (-0,27%). Questa situazione dovrebbe rappresentare un campanello d’allarme per il management aziendale perché vuol dire che l’azienda dovrebbe fare di più nell’area che rappresenta il core business della gestione. In realtà, l’indice di remunerazione del capitale investito nell’area caratteristica assume un valore così basso a causa

dell’inserimento della voce “C.15) proventi da partecipazioni” nell’area accessoria-patrimoniale. Tale voce, che si identifica nei dividendi dalla controllata “Tenute di Toscana S.r.l.”, visto il carattere finanziario di

quest’ultima (comprende tre aziende non storiche di Frescobaldi, operanti nel medesimo settore, quello vitivinicolo) e considerando che tali dividendi

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caratteristica dell’azienda. In questo modo, il valore del R.O.I. aumenterebbe sensibilmente.

I costi esterni restano abbastanza stabili nel corso del triennio preso in esame (circa 34 milioni), leggermente più bassi nel 2013 (31 milioni circa), ed i ricavi presentano un progressivo aumento nel corso degli anni, da 47,5 milioni del 2013 a 51,5 del 2014, concludendo con un valore vicino ai 53,5 milioni. L’EBITDA (Margine Operativo Lordo) resta comunque un valore positivo in tutti e tre i casi: il reddito operativo della gestione caratteristica ed inevitabilmente il R.O.I:, assumono un valore così basso (e negativo nel 2014) a causa soprattutto di ammortamenti, svalutazioni ed accantonamenti della gestione caratteristica. Quest’ultimi aumentano in maniera poco rilevante di anno in anno. Il costo dell’ammortamento di terreni, fabbricati, macchinari, impianti, attrezzature industriali, va quasi ad annullare il risultato che deriva dalla differenza tra il valore della produzione e costi sia esterni sia interni monetari (costo del

personale). Pertanto si può affermare che il MOL viene quasi del tutto assorbito da ammortamenti, svalutazione e accantonamenti caratteristici.

L’indice del reddito operativo caratteristico rispetto a quello aziendale,

testimonia che la gestione patrimoniale riveste un’importanza assolutamente non marginale ed apporta un risultato rilevante, in termini reddituali, nel reddito operativo aziendale. Questo va a confermare e giustificare il risultato positivo datoci dal R.O.E., soprattutto nell’esercizio 2015: è l’area relativa alla gestione accessoria-patrimoniale a “gonfiare” l’indice, per mezzo dei dividendi derivanti dall’impresa controllata “Tenute di Toscana S.r.l” che, come già detto in

precedenza, potrebbero anche rientrare nell’area della gestione tipica dell’azienda.

Anche il R.O.S, acronimo inglese che significa Return On Sales, ossia il tasso di redditività sulle vendite, si attesta su livelli positivi, ma abbastanza bassi, proprio come il R.O.I caratteristico. Quest’ultimo difatti, presenta un valore

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massimo nel 2013 (0,64%), minimo nel 2014 (0,42%) e pari a 0,60 % nel 2015: ciò significa che residua pochissimo dal prezzo di vendita una volta coperti tutti i costi operativi dell’area caratteristica. Ciò che attualmente va ad accrescere il R.O.I è il turnover del capitale investito nell’area operativa o indice di rotazione del capitale, che rappresenta un importante indicatore di efficienza, in quanto esprime la capacità del capitale investito di “trasformarsi” in ricavi di vendita. Attualmente è pari a 62,07%, valore che è in decremento dal 2013 in poi. Tale indice dipende sia dalla strategia competitiva dell’azienda, sia del settore nel quale le strategie si sviluppano. Solitamente, le aziende che scelgono strategie di contenimento dei costi, puntano ad accrescere il turnover del capitale piuttosto che ad accrescere il R.O.S., come avviene nelle aziende della grande

distribuzione: sembra proprio il caso della Marchesi de’ Frescobaldi. In realtà, la situazione è differente da quello che potrebbe sembrare: sono i dati medi a “schiacciare” tale indice, e questo è spiegato dalle differenti famiglie di prodotto presenti in azienda, con i vini Igt, o comunque quelli destinati alla Gdo, molto presenti in volume, che presentano un margine decisamente più basso rispetto ai prodotti di punta dell’azienda, come “Luce della Vite”. Inoltre, il R.O.S. è stato calcolato non inserendo la voce C.15 del Conto Economico nell’area

caratteristica. Se così fosse stato, il dato del margine sulle vendite sarebbe stato molto più alto!

Per incrementare maggiormente il livello della redditività, l’azienda non può sfruttare lo strumento della leva finanziaria, in quanto il differenziale di leva (R.O.I – R.O.D) è negativo, quindi un ulteriore ricorso al capitale di terzi non farebbe altro che ad andare a peggiorare la condizione attuale in cui l’azienda versa. L’unica eccezione riguarda l’ultimo esercizio (2015), ma solo se consideriamo un R.O.I allargato, comprendente l’area extra-caratteristica: il differenziale R.O.I – R.O.D avrebbe valore uguale a 18,17% – 4,63% = 13,54%. Pertanto se ce ne fosse il bisogno, sarebbe opportuno farlo attraverso capitale proprio anziché mediante debiti di finanziamento.

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In conclusione, si può ribadire quanto già espresso nella parte iniziale di tale digressione sulla redditività: l’azienda Marchesi de’ Frescobaldi è un’azienda che sta crescendo anno dopo anno, arrivando a livello di gruppo, ad un fatturato vicino ai 100 milioni di euro. Il 2015, in particolare, è stato un anno

particolarmente positivo per l’azienda e gli amministratori prevedono per il 2016 un ulteriore incremento dei volumi di vendita e hanno messo a punto un paio di operazioni per accompagnare tale crescita, adeguando la capacità produttiva. Nel Chianti Classico, Frescobaldi ha preso in affitto oltre 60 ettari di vigneto del Castello di San Donato in Perano; nella zona di Montalcino ha acquistato con un investimento di 11 milioni una tenuta che sarà molto importante per uno dei suoi prodotti di punta, “Luce”, dato che consentirà di predisporre una cantina apposita e di aumentare i volumi da 85mila bottiglie a 130mila.